Home Blog Pagina 683

Un mondo in evoluzione

Aperturadi Ferdinando Tagliabue

Quello in evoluzione è il mondo dei trasporti, preso nel suo insieme visto che l’evoluzione non riguarda solamente i prodotti ma anche i servizi, sempre più ampi, completi e integrati.

In questo senso Mercedes si pone sicuramente in primissimo piano con una gamma di veicoli efficienti, sicuri e affidabili ma anche perfettamente integrati da una serie di servizi, che vanno dalle proposte finanziarie (Merfina), ai TruckStore gli specialisti dell’usato, fino ai programmi personalizzati di After Sales a cui si aggiunge la Profit Academy, la scuola di guida economica e sicura, i  cui corsi si rivolgono a tutti i clienti di un veicolo industriale Mercedes che operano in ogni comparto dell’autotrasporto, dalla linea al cantiere,comparto che risente molto del problema dei consumi.
Trazione idraulica
Per quanto concerne invece il prodotto Mercedes ha presentato al Transpotec il nuovo Actros equipaggiato con il sistema di trazione idraulica HAD (Hydraulic Auxiliary Drive), una vantaggiosa alternativa alla trazione integrale sia in termini di peso (- 500 kg) sia di consumi (-12%) in cui la trazione dell’asse anteriore viene azionata da motori a comando idrodinamico installati sui mozzi delle ruote. Il sistema di trazione HAD è indicato per i veicoli che vengono utilizzati prevalentemente su strada ma che, occasionalmente, necessitano di una maggior trazione, con  ausilio alla partenza in condizioni critiche a velocità inferiori a 30 km/h.
Il cuore del sistema HAD è costituito da un motore idraulico, di 934 cc, integrato in ciascun mozzo ruota anteriore. Il sistema HAD si attiva mediante un pulsante posto sul cruscotto che mette in opera una pompa idraulica la quale applica una pressione di 410 bar ai motori idraulici integrati nei mozzi ruota, per effetto della quale gli stessi trasmettono la spinta di avanzamento all’asse anteriore, con una coppia di 6.000 Nm (che corrisponde ad una potenza di 40 kW per ruota). Grazie al sistema HAD anche un classico trattore stradale 4×2 è in grado non solo di entrare in cantieri con fondi particolarmente sconnessi o in pessime condizioni meteo ma anche di operare agevolmente, sfruttando, laddove se ne presenti la necessità (magari saltuariamente ), tutti i vantaggi che derivano dalla trazione integrale, senza per questo doverne “pagare” il pegno in termini di peso, costo e consumo. Insomma il sistema HAD, che peraltro sarà disponibile su Actros, Antos e Arocs (trattori e carri) assicura una serie di importanti vantaggi in termini di mobilità e pur non trattandosi di una soluzione dedicata all’off road (almeno non a quello estremo), accresce enormemente le possibilità operative e la sicurezza dei veicoli che ne sono equipaggiati.
Euro 6 per l’’HD9…
astra 7La gamma di mezzi d’opera di Astra è giunta alla serie 9, progredendo sotto l’aspetto tecnico ma mantenendo quella sua caratteristica di veicoli estremamente resistenti ed in grado di lavorare anche nelle condizioni più avverse.
Robusti, versatili, facili da allestire, riparare e manutenere, questi veicoli possiedono una grande capacità di carico che li rende partner insostituibili nei lavori più esanti in campo minerario, edile ed estrattivo.
Uno dei punti di forza dei veicoli Astra è da sempre il telaio e anche nel caso dell’HD9 non si fa eccezione visto che si tratta di un telaio speciale heavy duty da 820 mm di larghezza e costituito da due longheroni in acciaio ad alta resistenza con sezioni di grandi dimensioni (320x90x10 mm) che assicura una eccellente rigidità torsionale e grande stabilità; i longheroni hanno sezioni regolari e parallele per l’intera lunghezza del telaio il che semplifica le operazioni di montaggio di componenti e l’allestimento.
Da ricordare ancora le generose dimensioni dei tiranti dello sterzo che contribuiscono ad aumentare mobilità e comfort sui terreni particolarmente sconnessi e in condizioni di carico particolarmente elevato.

 

…Naturalmente Cursor
Gli HD9 sono equipaggiati con il Cursor Euro 6  di FPT Industrial da 13 litri proposto in una ampia scelta di potenze (arrivano fino a 560 CV). Il Cursor Euro 6 dispone del nuovo sistema di iniezione Common Rail ad alta pressione che migliora il processo di combustione, aumenta l’efficienza, incrementa la coppia massima riducendo al tempo stesso rumorosità e consumo di carburante. Il motore è anche dotato del sistema Hi-eSCR di riduzione catlitica ad alta efficienza senza EGR e di EVGT, ovvero il turbocompressore a geometria variabile controllato eletroniamente che contribuisce all’elevata coppia ad un basso regime (2500 Nm a 1000 giri/min) il che si traduce in una grande elasticità di guida.
Da ricordare infine il freno motore Super Engine Brake che assicura un incremento del 30% della potenza frenante (330 kW a 1900 giri/min) rispetto alla versione Euro5.
 

Leggerezza nei lavori pesanti
RenaultSi chiama C XLoad 8×4 lo specialista Renault Trucks per il trasporto del calcestruzzo.
Si tratta di un 8×4 con ruote gemellate, adatto all’impiego stradale ma anche al fuoristrada; il veicolo è estremamente leggero, pesa solo 9200 kg (come certificato dalla società francese UTAC) il che gli assicura un eccellente carico utile che ben si combina con le doti di comfort, robustezza  e trazione tipiche della Gamma C della Casa francese.
L’XLoad 8×4, che adotta numerose soluzioni volte a contenere al massimo la tara(scelte tecniche e di materiali), è stato progettato per soddisfare principalmente le esigenze del trasporto del calcestruzzo e a questo proposito va sottolineata la sua predisposizione per il montaggio di una betoniera con conseguenti ridotti tempi di allestimento. Ma i risparmi che può assicurare questo veicolo passano anche dalla sua capacità di trasportare fino a 8 mc di calcestruzzo e di conseguenza risparmiare l’equivalente di un carico completo ogni 16 giri di consegne.

 Trazione integrale automatica
Volvo 48Anche Volvo Trucks guarda con rinnovata attenzione al mondo della cantieristica e dell’off-road e come spesso è accaduto anche in passato, puntando a primeggiare con soluzioni tecniche sempre all’avanguardia, come avviene anche in questa recentissima occasione che vede il costruttore svedese giungere per primo a dotare i suoi veicoli pesanti destinati al settore della cantieristica di un sistema di trazione integrale ad attivazione automatica.
La funzione “controllo automatico della trazione” provvede ad attivare la trazione sull’asse anteriore nel momento in cui le ruote posteriori perdono aderenza, il che può avvenire in presenza di terreni soffici o di superfici scivolose.  Del resto capita sovente che gli autisti attivino la trazione sulle ruote anteriori (o il bloccaggio del differenziale) prima di affrontare terreni particolarmente insidiosi così da evitare il rischio di impantanarsi. Invece il controllo automatico della trazione provvede ad attivare la trazione anteriore in fase di marcia e solo per il tempo che viene ritenuto strettamente necessario.
Il dispositivo di controllo automatico della trazione, che viene proposto di serie sui modelli della serie FMX equipaggiati con asse anteriore trattivo, viene già da tempo utilizzato da Volvo Construction Equipment sui suoi dumper articolati.
Come funziona?

SinistraLa soluzione proposta da Volvo è costituita essenzialmente da un software connesso ai sensori di velocità delle ruote che ne rilevano e ne controllano la velocità. Quando una ruota posteriore incomincia a slittare, la trazione viene automaticamente trasferita alle ruote anteriori, evitando in questo modo che il veicolo perda velocità, trazione o potenza.
Un innesto a denti provvede ad attivare la trazione sulle ruote anteriori in circa mezzo secondo. Questo innesto è più leggero e possiede un minor numero di parti in movimento rispetto a una soluzione tradizionale con trazione integrale permanente. Se il veicolo raggiunge un terreno particolarmente dissestato, l’autista ha la possibilità di bloccare in maniera manuale gli altri differenziali (anteriori e posteriori).
Grazie alla trazione anteriore è possibile evitare arresti imprevisti sui terreni dissestati anche se, spesso, questa funzione è necessaria solo per un breve tratto del percorso complessivo. Con il controllo automatico della trazione, la presa degli pneumatici anteriori si concentra sulla sterzata fino a quando la situazione è a livelli critici, conferendo in questo modo all’autista di trarre più a lungo il vantaggio di una manovrabilità ottimale.  L’autista ha inoltre la possibilità di evitare non solo maggiori consumi di carburante ma anche una eccessiva usura della catena cinematica e degli pneumatici normalmente causato dall’utilizzo continuo della trazione sulle ruote anteriori.
Un’altra prerogativa del controllo automatico della trazione è che è sempre attiva la combinazione di trazione ottimale, evitando in questo modo di lasciare questa decisione all’autista.  Ricordiamo infine che il controllo automatico della trazione viene fornito di serie sui modelli Volvo FMX proposti nelle versioni 4×4, 6×6, 8×6 ed è offerto con il programma motori completo per gli standard Euro 3, 4, 5 e 6.
Piccoli ribaltabili

Onnicar Peugeot 3Nel comparto dei piccoli ribaltabili va segnalato il crescente impegno profuso da Onnicar nello specifico settore dell’allestimento dei veicoli commerciali (in particolar modo Citroen e Peugeot).
Tra le realizzazioni di questa Casa, specializzata da tempo negli allestimenti per veicoli commerciali, ricordiamo in particolar modo i ribaltabili trilaterali con cassa dotata di piano di carico autoportante, struttura e controtelaio interamente in lega leggera di alluminio. Queste realizzazioni dispongono di sponde perimetrali in lega leggera di alluminio (in genere con altezza di 400 mm); portapali anteriore con rete paracabina; cassetto portautensili in acciaio inox; azionamento elettroidraulico tramite pulsantiera.

Total Tyre Care di Bridgestone

destraGrande specialista dell’off-road Bridgestone è sempre più orientata non solo sul prodotto ma anche su programmi di cura totale degli pneumatici come nel caso del suo Total Tyre Care che unisce una serie di servizi, strumenti e tecnologie che hanno lo scopo di massimizzare il ritorno sugli investimenti e al tempo stesso  ridurre i costi per gli utenti finali durante l’intero ciclo di vita del prodotto. A questo proposito va ricordato il Tyre Management System (TMS) ed il rivoluzionario sistema di monitoraggio della pressione dei pneumatici, (TPMS), in grado di migliorare le prestazioni e la durata dei pneumatici a tutto vantaggio della riduzione dei costi di gestione.

Massima robustezza
Novità anche in tema di pneumatici specifici per gli impieghi gravosi da GT Radial che propone il nuovo modello GAM 831, un prodotto on-off per uso cava-cantiere, caratterizzato da doti di grande resistenza che lo rendono particolarmente adatto al trasporto di carichi elevati su terreni impervi e duri.
Estremamente stabile e robusto il nuovo pneumatico dispone di una carcassa costruita con materiali particolarmente robusti che gli permette di sopportare agevolmente urti e stress. Inoltre, grazie alla particolarità del disegno battistrada, il GAM 831 è in grado di assicurare proprietà autopulenti che impediscono a pietre e detriti di rimanere intrappolati fra le sue scanalature.

 

 

L’ALLARME ANTI-RIBALTAMENTO PER BETONIERA

Box renault_trucks_mixer_rollover_3Da sempre impegnata nel campo della sicurezza, Renault Trucks ha di recente offerto un nuovo e importante contributo alla sicurezza dei veicoli con l’opzione sul sistema di navigazione NavTruck chiamata “Mixer RolloverAlert”. La nuova funzione, dedicata ai veicoli con betoniera in configurazione 8×4, è in grado di avvertire i conducenti in caso di velocità eccessiva in prossimità di una curva. Box renault_trucks_mixer_rollover_4Il sistema, che si basa sulla cartografia GPS di NavTruck, è in grado di stimare in tempo reale il rischio di ribaltamento secondo la topografia, la velocità e la tipologia di carico del veicolo. All’accensione del veicolo, i conducenti possono attivare Mixer RolloverAlert su smartphone o tablet e inserire i dati richiesti dall’applicazione come ad esempio la tipologia di calcestruzzo trasportata ed il volume caricato. Quando il veicolo è in marcia, se Mixer RolloverAlert rileva un rischio di ribaltamento nell’approcciare una curva, il sistema provvede immediatamente ad allertare il conducente mediante un segnale acustico e visivo (arancio o rosso in base al livello di percolo e alla velocità raccomandata).

Mecalac cresce in Romania

Mecalac en Roumanie_ITLo sviluppo geografico è uno degli obiettivi prioritari del Gruppo Mecalac. Già presente nella maggior parte dei Paesi europei, il Gruppo concretizza, nel 2014, una collaborazione di distribuzione con la società CTE Solution con sede a Ciorogarla nel sud della Romania.
Creata nel 2007, CTE Solution è uno dei principali distributori di macchine edili e movimento terra del mercato rumeno, specializzato in particolare nel settore delle miniere e cave e della demolizione.
Nel 2013 la Società decide di svilupparsi verso una nuova direzione: la fornitura di soluzioni complete per gli imprenditori che lavorano nelle infrastrutture urbane, come la posa di canalizzazioni e cavi, ma anche la paesaggistica.
Per soddisfare le esigenze di questa categoria di clienti CTE Solution decide di trovare un partner solido e affidabile, produttore di macchine polivalenti di qualità.
Una visita al salone Bauma 2013 permette a CTE Solution di prendere contatto con Mecalac e di assistere a una dimostrazione degli escavatori e delle caricatrici del Gruppo che rispondono alle sue aspettative per il mercato rumeno.
La strategia di crescita di CTE Solution, la sua esperienza e la sua conoscenza del mercato rumeno hanno rappresentato solidi argomenti per Mecalac nella decisione di iniziare la collaborazione con un distributore in Romania nel corso del 2014.
Dopo la formazione dello staff commerciale e tecnico sono stati messi in atto un programma intensivo di dimostrazioni e di road show e la partecipazione a numerose fiere regionali,in modo da fare conoscere gli escavatori e le caricatrici Mecalac al maggior numero possibile di imprese rumene.
CTE Solution è ormai riconosciuta e apprezzata come uno dei pionieri negli attuali progetti sul mercato rumeno, per i quali le macchine Mecalac rappresentano la soluzione ideale : i lavori di urbanizzazione, le aree verdi e la gestione dei rifiuti

La CF6 Plus di TES CAR

AperturaLa perforatrice idraulica CF6 Plus di TES CAR è equipaggiata con un motore Caterpillar ACERT C4.4 in grado di sviluppare 145 cavalli e una coppia di rotazione pari a 7 tonnellate. Con un regime di rotazione di 2.200 giri/min, i consumi si assestano sui 29 litri per ora.

La nuova perforatrice  TES CAR  beneficia di un pull-down tramite motoriduttore a catena che consente una corsa rotary di oltre  8.300 mm, adatta all’inserimento di tubi rivestimento e per il passaggio rapido dalla classica modalità kelly bar alla configurazione CFA, Soil Mixing e Micropali. Il tutto per una macchina estremamente versatile, in grado di assicurare ottime prestazioni con tecnologie differenti. La CF6 Plus è inoltre dotata di parallelogramma e mast composto da due sezioni finalizzate a lavorare con kelly bar da 32 m di profondità.

AperturaLa possibilità di rimuovere la prolunga superiore del mast consente di lavorare sotto i 7.500 mm di altezza con un kelly bar “corto” da 18 m. Per la più elevata flessibilità operativa il sottocarro è allargabile da 2.300 a 3.200 mm.

A livello idraulico le due pompe si caratterizzano per una capacità di 209 l/min (la principale) e di 74,8 l/min per quanto concerne l’elemento secondario. Allo stesso tempo l’argano principale sviluppa 7.000 daN, mentre quello di servizio si assesta su valori pari a 2.500 daN.

A livello prestazionale con aste kelly la macchina è in grado di affrontare diametri compresi tra i 400 e i 1.200 mm, che divengono 600 mm in caso di allestimento con elica continua.

Bauer: uno spettacolo!

OLYMPUS DIGITAL CAMERAdi Cristiano Pinotti

Spunti tecnici di notevole livello si mischiano a un’atmosfera di festa unica nel suo genere. Nel cuore della Germania treno economico d’Europa, l’Italia, attraverso la sua filiale emiliana, assurge a ruolo di protagonista in un contesto tecnologico di assoluto livello.

 

L’In-House Bauer 2015 va in archivio con i “soliti” numeri da urlo con tanti visitatori e innumerevoli novità tecniche che, lo diciamo con un pizzico di orgoglio nazionalistico, si accompagnano alla certezza di una filiale italiana sempre più importante sotto il profilo della competenza, della presenza territoriale e della capacità di far percepire correttamente il mondo Bauer alle imprese del nostro paese. La manifestazione, svoltasi nella storica sede di Schrobenhausen, non solo ha offerto la possibilità di toccare con mano tutte le novità, ma è stata anche il palcoscenico ideale per la consegna, da parte della filiale emiliana, di due macchine importanti: una BG 39 e una BG 30 VL, rispettivamente messe a disposizione delle imprese Marini Ermenegildo e Polidano Brothers.

 

Le macchine ideali per il nostro mercato

OLYMPUS DIGITAL CAMERAL’esposizione Bauer toglie il fiato per completezza e varietà. In questo contesto, spettacolare e tecnologico, spiccano alcuni modelli della famiglia Value Line, macchine specializzate nelle lavorazioni con aste kelly, particolarmente ottimizzate per questa applicazione. In grado di operare con o senza rivestimenti e basate su un cilindro di tiro e spinta che in ogni caso consente di utilizzare rivestimenti di lunghezza fino a 4-5 m, quindi non limitativo nella lavorazione, presentano un costo di acquisto inferiore rispetto alla linea Premium. Caratteristiche determinanti in tutti i mercati in cui l’elettronica può rappresentare più un problema che un vantaggio: in soldoni sono le macchine più indicate per tutte le imprese per le quali il palo trivellato costituisce l’80% del loro lavoro.

“Queste macchine – ci spiega l’ing. Matteo Canepa, direttore commerciale di Bauer Macchine Italia – sono prodotti di elevata qualità, ingegnerizzati per dare il massimo nelle lavorazioni con aste kelly a incastro e ottimizzate a livello consumi. Una BG 30 Value Line a pari capacità di potenza espressa come coppia, rispetto a una BG 30 Premium Line monta un motore molto meno spinto: 298 kW contro i 433 kW dell’omologa Premium, che ovviamente si traduce in un notevole risparmio di carburante, pur assicurando elevatissime produzione. Queste macchine, ottimizzate per una singola lavorazione, se non possono essere multipurpose, regalano un elevato guadagno nell’efficienza complessiva”. In sostanza si tratta di macchine specializzate che rendono molto consumando il meno possibile. Macchine che presentano, inoltre, non poche chicche costruttive. Ingegnosa, ad esempio, l’ingegnerizzazione delle cofanature laterali della BG 26 e della BG 30 (due esemplari della linea Value che sembrano fatti apposta per il nostro mercato) che al proprio interno presentano le passerelle necessarie per le ispezioni e le manutenzioni. Aprendo semplicemente i cofani si estraggono le passerelle senza alcun elemento aggiunto. Le cofanature presentano inoltre l’apertura ad ala d’uccello per proteggere chi si occupi della manutenzione.

la forza commerciale di Bauer Macchine Italia. da sinistra Riccardo De Mio, Matteo Canepa, Alberto Dalle Coste, Bernadette Hella
la forza commerciale di Bauer Macchine Italia. da sinistra Riccardo De Mio, Matteo Canepa, Alberto Dalle Coste, Bernadette Hella

OLYMPUS DIGITAL CAMERARiprende Canepa: “Bauer, che ha sempre costruito ottime macchine, attraverso le indicazioni provenienti dal campo si è accorta come fare bene le macchine  sia una condizione necessaria ma non sufficiente. Per questo da alcuni anni si è passati al concetto che ogni cambiamento apportato alle macchine debba portare un preciso beneficio a chi le utilizza. Ogni piccola modifica viene quindi pensata in termine di vantaggi per il cliente: non esistono innovazioni fini a se stesse, ma devono portare qualcosa in più, un beneficio tangibile. Le macchine sono state ripensate per chi le utilizza quotidianamente, senza mai dimenticare le necessità di chi le compra e le gestisce”. Una visione che si concretizza in piccole e grandi idee. A titolo di esempio, Bauer ha inserito su tutti gli argani e i motori idraulici una sorta di oblò attraverso il quale ispezionare il colore e il livello dell’olio. L’attività quotidiana di controllo dei livelli generalmente “ruba” una quindicina di minuti al giorno che, in un anno, si traduce in circa una settimana di lavoro. Rendendo questa operazione più semplice e più immediata ovviamente si risparmia tantissimo tempo, si ha la certezza della reale ispezione giornaliera e, di conseguenza, si ottiene un cospicuo risparmio. Allo stesso tempo Bauer, per le Premium Line, ha messo a punto il sistema ICFA che tramite l’induzione magnetica è in grado di trasmettere in cabina i dati di pressione a fondo scavo durante il getto per il CFA. Questo permette di pompare calcestruzzo nella quantità corretta salvando, in un palo da 880 mm a 15 m di profondità, tra gli 0,6 e gli 0,7 m3 a palo.

 

Le novità Premium Line

OLYMPUS DIGITAL CAMERAAnche la linea Premium presenta sul piazzale di Schrobenhausen un paio di succulente novità. Su tutte la BG 28 H, uno dei best seller della società. Detto come la sigla H identifichi il cinematismo a parallelogramma per le fasi di trasporto, la nuova BG 28 H si segnala per un nuovo, rapido sistema di apertura e chiusura delle passerelle integrato nella macchina. Notevole attenzione è stata posta per l’area motore che è divisa in due sezioni: nel “lato caldo” trovano alloggiamento tutti gli elementi che non soffrono le alte temperature, mentre nel “lato freddo” è posta l’elettronica e tutti gli elementi più sensibili. ll motore è un Cat Acert da 358 kW Tier IV Final con filtro antiparticolato e, come tutte le macchine Premium Line, anche la nuova BG 28 H è una multipurpose, cioè può essere utilizzata per qualsiasi tecnologia.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA“La macchina – interviene Peter Sturm, product manager business unit BG Premium Line Bauer Maschinen – è dotata, di serie, dell’EEP Package (Energy Efficient Power), un vero e proprio pacchetto di risparmio energetico che si focalizza in quattro punti. Bauer è intervenuta prima di tutto sull’argano. Questo è dotato di una pompa dedicata e vede l’applicazione di un circuito chiuso con capacità di recupero dell’energia che può sfruttare, in fase di risalita, quanto recuperato in discesa. Al fine di ridurne le perdite sono stati maggiorati i diametri delle tubazioni idrauliche da 32 a 38 mm; mentre a livello generale si sono adottati elementi idraulici sovradimensionati e si è proceduto con l’ottimizzazione dell’intera elettronica. Infine è stato introdotto una sorta di load sensing che prevede il dialogo tra il software della macchina e il motore al quale viene richiesta potenza in base alle reali necessità operative. Tutti questi interventi, testati sul campo, hanno evidenziato un risparmio medio di carburante del 20-22%”.

Nuova anche la BG 34 H che presenta una rotary KDK 340. In questo caso l’innovazione è insita proprio nel montaggio di questo elemento. “Normalmente – riprende Sturm – per il montaggio la rotary viene posizionata sulla slitta e un operatore deve salire per fissarla con i perni. In questo caso, invece, l’operatore per posizionare la rotary si limita ad alzarla con l’argano, metterla in posizione accoppiandola alla slitta e azionare i perni di fissaggio direttamente dalla cabina, senza alcun intervento manuale. Prima erano necessari 15-30 minuti, ora ne bastano due”.

 

Gli sviluppi Mat e Klemm

OLYMPUS DIGITAL CAMERAL’evento Bauer si completa con la celebrazione dei 25 anni di attività di Mat, società del gruppo da sempre orientata alla produzione di attrezzature di supporto alla perforazione per il trattamento dei fluidi quali centrifughe, dissabbiatori e impianti che inglobano dissabbiatore, centrifuga e desilter (come nell’esposto BE550); e la preparazione dei fluidi per iniezioni e jet grouting attraverso vere e proprie stazioni automatiche per la creazione di miscele cementizie e mistobentonite, in cui le ricette sono impostate elettronicamente. In questo contesto spicca la nuova centrifuga BD90, modello che ha più che raddoppiato la capacità di produzione (90 m3/h) rispetto alla macchina precedente.

OLYMPUS DIGITAL CAMERAAl pari delle attrezzature Mat, attraverso Bauer Macchine Italia anche le macchine Klemm Bohrtechnik sono disponibili per il mercato nazionale in vendita e a noleggio. In Germania abbiamo potuto vedere da vicino due nuovi modelli: la KR 909-2 e la KR 801-3FK. “La KR 909-2 – interviene Fernando Barbiere, Area Sales Manager Klemm Bohrtechnik per America centromeridionale, Spagna e Italia – pur offrendo la classica qualità Klemm, è una macchina con accorgimenti finalizzati a un prodotto più semplice ed economico. È pensata per mercati non ancora disposti a pagare la tecnologia di ultima generazione, o per aziende di piccole e medie dimensioni. In sostanza è ideale per il mercato italiano dove c’è un’elevata concorrenza per questa tipologia di macchine ed è gioco forza allinearsi a livello di prezzo”. Oggi  presenta un nuovo caricatore per aste da 89 a 152 mm che permette, con un totale di 5 aste da 3 m ciascuna, una perforazione fino a 15 m. Interessante notare come questa evoluzione possa essere adottata anche sul modello precedente.

La KR 801-3FK è invece una macchina da 10 t per diametri fino a 254 mm che presenta una nuova cinematica con un mast speciale in grado di realizzare molteplici movimenti pluridirezionali e di raggiungere altezze prossime ai 4 m.

Gli eventi nell'evento

Box1Bauer_PolidanoLa festa Bauer è stata completata dalla consegna, da parte di Bauer Macchine Italia, di due macchine importanti: una BG 39 pressoché full optional messa nella mani di Marini Ermenegildo spa di Rubano (Pd); e una BG 30 VL di Polidano Brothers, primaria società maltese, territorio extranazionale che viene seguito direttamente dalla filiale italiana. Per la consegna Marini erano presenti: Tim Laemmle, area sales director Bauer Maschinen; Christian Gress, senior executive director sales Bauer Maschinen; Dario Marini, direttore tecnico Impresa Marini Ermenegildo; Roberto Marini, amministratore unico Impresa Marini Ermenegildo; Alberto Dalle Coste, amministratore delegato Bauer Macchine Italia e Matteo Canepa, direttore commerciale Bauer Macchine Italia. Per la consegna Polidano Brothers (cui si riferisce la foto)  hanno presenziato: Tim Laemmle; Ian Napier, project manager Polidano Brothers Ltd.; Charles Polidano, managing director Polidano Brothers Ltd.; Christian Gress; Joseph Bugeja, project engineer; Alberto Dalle Coste e Matteo Canepa.

I numeri dell’In-House

Box2GruppenbildLa grandiosità dell’In-House Bauer si evidenzia in tutti i numeri dell’evento, da quelli “istituzionali” fino ai numeri più curiosi, che danno un’idea precisa della portata della manifestazione. Dal 18 al 21 aprile l’In-House ha visto 1.685 visitatori da 74 nazioni (19 le società italiane, con 38 visitatori), 15 milioni di euro di contratti firmati, 2.493 notti d’albergo, 9.040 birre, 7.110 analcolici, 2.000 salsicce, 5.200 dolci, 3.400 pranzi, 2.900 cene, 600 anatre arrosto, 200 pesci allo spiedo “Steckerlfisch”, 2.000 facce felici

Il nuovo midi di JCB

 

Per webJCB ha aggiunto alla sua nuova gamma di escavatori midi un modello da 9 tonnellate a ingombro di rotazione zero (giro sagoma), pensato per soddisfare le crescenti richieste degli utilizzatori di tutta Europa. Il nuovo midi JCB 90Z-1 vanta un motore più potente rispetto al recente modello 86C-1 da 8,6 tonnellate, un maggiore raggio di lavoro e una potenza idraulica superiore per prestazioni ulteriormente migliorate.
Le caratteristiche principali del nuovo midi JCB 90Z-1 includono:

  • incremento della produttività rispetto a un escavatore tradizionale con braccio fisso (centro ralla);
  • cabina ribaltabile di 30° per una più agevole manutenzione;
  • intervalli di ingrassaggio a 500 ore;
  • nuova e più ampia cabina;
  • eccellente visibilità su tutti i lati a 360°;
  • carrozzeria al 100% in acciaio per una durata prolungata.

Come per tutti i modelli della gamma di midi escavatori JCB di nuova generazione, anche il 90Z-1 beneficia di un rinnovato carro con configurazione ad H, una robusta carrozzeria in acciaio, un ambiente di lavoro spazioso e un potente motore Stage IIIB/Tier 4 Final, in grado di offrire una maggiore efficienza e costi di proprietà e di gestione più contenuti. La macchina è alimentata da un motore JCB DIESEL by Kohler in grado di erogare  55 kW, che azione le valvole idrauliche di produzione Bosch Rexroth, i motori di rotazione Nachi e i cingoli del sottocarro.

Con un peso operativo di 9.733 kg, l’escavatore presenta la medesima larghezza e altezza della  cabina dei “fratelli minori” 85Z-1 e 86C-1. Il contrappeso rimane all’interno della sagoma del carro, caratteristica che fa del 90Z-1 una vera macchina “zero tail swing” (giro sagoma). La carrozzeria interamente in acciaio offre tutto lo spazio necessario per l’alloggiamento di un motore più potente come quello attualmente installato, una pompa idraulica di maggiore capacità e cilindri idraulici più grandi, che garantiscono una superiore forza di strappo alla benna e al braccio.

 

Nella configurazione con l’attrezzatura di scavo più lunga, il nuovo midi JCB 90Z-1 può raggiungere la profondità di scavo massima di 4.153 millimetri, un’altezza di scarico di 5.420 millimetri e uno sbraccio al livello del suolo di 7.389 millimetri. Il circuito idraulico brevettato, del tipo a bassa perdita di carico, garantisce ridotte contropressioni e un minore assorbimento di potenza del motore, riducendo di conseguenza il consumo di carburante. Tutti i condotti idraulici sono dotati di O-ring di tenuta contraddistinti da specifici codici colore per una rapida identificazione.

testoEntrambi i modelli si contraddistinguono per il robusto design del supporto braccio, con cuscinetti ampiamente distanziati per prevenire l’usura. Inoltre, i midi escavatori JCB di nuova generazione sono dotati di un nuovo design di perni e boccole in grafite che consente di raggiungere intervalli di ingrassaggio pari a 500 ore, riducendo gli interventi di manutenzione giornalieri e i costi di esercizio. Il braccio è brandeggiabile, tipologia sempre più richiesta dagli utilizzatori rispetto ai più tradizionali escavatori cingolati a braccio fisso, soprattutto nelle applicazioni in cantieri caratterizzati da spazi vincolati.

L’attrezzatura di scavo utilizza condotti idraulici individuali, che agevolano le operazioni di manutenzione e l’eventuale sostituzione. È inoltre prevista la possibilità di un secondo circuito ausiliario, che consentirà agli operatori di impostare la portata idraulica per ogni singola attrezzatura attraverso il monitor presente in cabina, semplificando le operazioni di sostituzione di attrezzature idrauliche come martelli e pinze.

Qui il comfort è di casa

CabinaIl display di controllo è collocato all’interno della robusta cabina, interamente realizzata da JCB, che rispetto ai midi escavatori precedenti offre maggiore spazio e visibilità all’operatore. La macchina è circondata da pannelli piatti di vetro che rendono più agevoli gli interventi di riparazione. Il rinnovato sistema di riscaldamento e ventilazione, con aria condizionata opzionale, garantisce un migliore flusso d’aria all’interno della cabina, contribuendo al comfort dell’operatore e a velocizzare le operazioni di disappannamento del parabrezza durante i mesi più freddi.

Per questo midi escavatore sono disponibili in opzione due strutture protettive della cabina, FOGS livello 1 e 2, inoltre dispone della funzione di ritorno al minimo automatico “Auto Idle” che si attiva quando i comandi restano inutilizzati per un intervallo prestabilito, programmabile  dall’operatore fra 2 e 30 secondi. Sono inoltre disponibili due modalità di scavo – “Eco” per la massima efficienza, e “Heavy” per la massima produttività -, che consentono di adeguare le prestazioni della macchina in funzione delle diverse applicazioni.

La cabina è dotata di un quadro comandi ergonomico e di un nuovo display a colori a cristalli liquidi, con un monitor aggiuntivo utilizzabile in combinazione con la telecamera posteriore. Numerosi e ampi gli spazi portaoggetti in cabina così come gli accessori, fra cui un caricabatterie a 12 V e un portabicchieri.
Così il trasferimento è più veloce

SinistraLa nuovissima configurazione ad “H” del telaio cingolato dei midi escavatori JCB di nuova generazione presenta un design molto spazioso e telai laterali inclinati che facilitano le operazioni di pulizia. I cingoli con telai più lunghi offrono maggiori prestazioni in termini di resistenza e stabilità, e possono essere ordinati nelle versioni  in acciaio, in gomma o di tipo Roadliner (GeoGrip).

Le velocità di traslazione sono impressionanti: il nuovo JCB 90Z-1 può raggiungere punte massime di 4,4/4,6 chilometri all’ora, permettendo così di spostare e riposizionare la macchina in cantiere con maggiore rapidità riducendo inoltre i tempi di fermo.

Il nuovo midi escavatore dispone di una lama dozer e di bracci completamente riprogettati. Il profilo della lama è stato ottimizzato per agevolare lo scorrimento del materiale, eliminando la piastra di rafforzamento nella parte posteriore e consentendo, in questo modo, una pulizia più pratica della macchina. Le estremità della lama sono state angolate in modo da prevenire i danni. Inoltre, sarà disponibile su richiesta un dozer regolabile e ribaltabile in quattro direzioni, controllato attraverso una leva elettroidraulica posizionata all’interno della cabina.

Manitowoc: le nuove Potain MDT CCS City

 

per webManitowoc ha lanciato ufficialmente gli ultimissimi modelli Potain, che si aggiungono alla già vasta gamma di gru per centri urbani MDT City.

Presentata questa settimana al pubblico ed alla stampa in occasione di un evento tenutosi presso l’unità Manitowoc di St Pierre de Chandieu, Francia, la nuova gamma di gru a torre Potain presenta il sofisticato sistema di controllo gru (CCS) Manitowoc. La gamma include i modelli MDT 109, MDT 139, MDT 189 ed MDT 219, tutti evoluzioni di precedenti modelli di gru MDT City, con portate comprese tra 55 e 65 m e capacità di sollevamento da 6 a 10 t.

“Siamo all’avanguardia nello sviluppo delle gru a torre, come dimostra il nostro sistema di controllo gru,” ha dichiarato Jean-Noel Daguin, vicepresidente senior per le gru a torre Potain. “Per anni abbiamo costruito gru a torre facili da assemblare, dotate di configurazioni flessibili e di facile uso. Ora stiamo entrando in una nuova generazione di gru a torre, che offre il più elevato livello di prestazioni possibile. I nostri team progettazione mondiali hanno lavorato anni per tramutare in realtà questo nuovo concept di gru. I nuovi modelli sono i migliori di sempre, dotati di funzioni che garantiscono prestazioni superiori a quelle attualmente disponibili sul mercato delle gru a torre.”

Le gru per centri urbani MDT CCS City consentono di effettuare complesse installazioni di gru multiple, riducendo notevolmente le differenze di altezza e le interferenze tra le gru in cantiere. Grazie ai tempi inferiori di assemblaggio, montaggio, trasporto e perfino manutenzione, questa gru permette di ottenere costi di esercizio contenuti.  La nuova gamma CCS City sarà disponibile per la consegna dalla seconda metà del 2015.

 Tutto sotto controllo (anche i tempi)

Il nuovo sistema di controllo gru Manitowoc, di serie sulla gamma di gru MDT CCS City, permette accelerare le operazioni, incrementando la produttività ed il grado di precisione. Questo sistema di controllo gru intuitivo verrà installato progressivamente su tutte le nuove gru a torre Potain, per offrire i più alti livelli di comfort, controllo ergonomico e portata di sollevamento.

Grazie al sistema CCS, mettere in servizio la gru in cantiere non richiede più di 15 minuti. L’impostazione dei finecorsa e dei limitatori di carico e di momento viene eseguita a schermo dall’interno della cabina, il che consente di incrementare la produttività e di accelerare i tempi di esercizio della gru.

CabinaLa speciale cabina Potain Ultraview Cab, ora dotata del sistema CCS, ottimizza le funzioni ergonomiche a vantaggio dell’operatore e consente un controllo della gru più preciso. La nuova funzione Potain Plus offre all’operatore maggiore versatilità e produttività, massimo controllo della precisione e curve di carico superiori. In modalità Potain Plus, il sistema CCS limita gli effetti dinamici adeguando automaticamente velocità ed accelerazione, per ottimizzare ulteriormente la curva di carico.

sinistraGrazie al nuovo sistema CCS, le gru a torre Potain saranno in grado di soddisfare o perfino superare gli standard europei in materia di sicurezza. Il sistema esegue un’autoverifica in tempo reale, per assicurare il corretto funzionamento della gru, inoltre prevede un sensore del sedile che impedisce l’azionamento della gru in assenza dell’operatore.

Potain intende installare su tutte le gru delle gamme MDT, MD ed MR la medesima cabina ed i medesimi sistemi di comando; ciò al fine di agevolarne l’avviamento, l’uso e la manutenzione, riducendo tempi e risorse, e di semplificare la formazione di operatori e tecnici. La standardizzazione di cabine e sensori permette una migliore gestione dei ricambi.

Grazie allo strumento diagnostico integrato, il monitoraggio delle impostazioni della gru, delle operazioni e degli intervalli di manutenzione risulta agevolato, per ridurre i costi ed i tempi di fermo macchina. Il sistema prevede anche una funzione remota, CraneSTAR Diag, che permette ai tecnici di monitorare la gru a distanza ed in tempo reale.

Perché bisogna vedere Expo 2015

Italiadi Daniela Grancini

Sono stata a lungo combattuta prima di scrivere questo post: che ci azzecca, mi sono chiesta, una fiera sull’alimentazione sostenibile con il mondo delle macchine e attrezzature per il cantiere?

E poi, quale categoria  di pertinenza avrei dovuto inserire nella pagina web?  Mercato? Aziende? Persone? Curiosità?

Poi ho deciso di veicolare a caldo le mie impressioni, premettendo che nei confronti di questa manifestazione sono sempre stata decisamente scettica. Per non dire ostile. Denaro pubblico che avrebbe potuto essere veicolato in altre più utili imprese, appalti non proprio trasparenti, corruzione più o meno velata ai massimi livelli, tempi troppo stretti per realizzare le cose davvero bene…insomma erano tanti gli elementi che concorrevano a un giudizio globalmente negativo della manifestazione.

Ma i filosofi insegnano che non si dà giudizio senza esperienza e che per esercitare la critica (in positivo e in negativo) la sperimentazione è d’obbligo. Inoltre sono tantissimi i protagonisti del nostro sito (dai noleggiatori ai costruttori) che hanno lavorato e tuttora lavorano nel polo espositivo, contribuendo a una manifestazione che impegna tutta la filiera progettuale e costruttiva. Un cantiere globale e “in progress”,  con la massiccia presenza di macchine e materiali, attrezzature e servizi che non si fermerà mai fino al 31 ottobre prossimo. Quindi parlarne (bene o male), non sarebbe stato affatto fuori tema.

Ebbene, devo ricredermi. Expo 2015 è splendido. Ed è un miracolo, viste le premesse.

Gli espositori che hanno saputo interpretare in maniera corretta il claim “Nutrire il pianeta. Energia per la vita” e non si sono lasciati prendere la mano da suggestioni disneyane  o dalla tentazione del mercatino equo e solidale (che pure sono talvolta presenti, ahimé), hanno fatto un lavoro egregio, di grande impatto, di enorme valenza culturale. E’ d’obbligo citare per primo il Padiglione Italia (preparatevi a una coda di almeno 40 minuti che la sottoscritta, grazie al pass stampa è riuscita a dribblare), avveniristico e sostenibile grazie al calcestruzzo biodinamico (un merletto di grande forza strutturale che assorbe l’inquinamento) progettato da Italcementi.

CinaMa non si può dimenticare lo splendido Padiglione Cinese, un trionfo di giochi di luce inframezzati da momenti didascalici (ma mai noiosi) sulle colture del baco da seta e del té. Imperdibile quello del Giappone, per cui bisogna però mettere in conto parecchio tempo: una mezz’ora di coda più quasi un’ora di visita se si vuole partecipare al cerimoniale del té.

ApiFascinoso anche il Padiglione dell’Inghilterra, che obbliga a passare da un labirinto di piante per arrivare a uno spettacolare alveare in metallo che di sera si illumina di mille luci e dove è possibile ascoltare i messaggi che le api si lanciano incessantemente.

Padiglione zeroE come non citare il bellissimo Padiglione Zero, vera e propria introduzione all’Esposizione, che fornisce tutti gli elementi utili per coglierne gli aspetti salienti? E quello di Israele, dove spiegano come hanno fatto, grazie all’irrigazione goccia a goccia, a trasformare il deserto in un’oasi produttiva di primo piano? E ancora, quello di CNH Industrial con le meravigliose macchine New Holland in grado di aumentare la produzione agricola grazie a una meccanizzazione evoluta e intelligente?

E’ dove Expo 2015 si trasforma in mercatino che non convince, è dove l’intento documentale sconfina nel luna park che la manifestazione mostra la corda: perché di folklore sono piene le nostre piazze, perché il motivo per andare in fiera non sono gli assaggi etnici, le pashmine, i braccialettini, i dépliant turistici con le mete dei prossimi viaggi…Certo, i food corner e i cluster sono pieni di cose colorate da gustare e da comprare. Ma paradossalmente qui il problema non è il cibo che c’è, ma quello che manca. E l’obiettivo è quello di scoprire nuovi modi di nutrirsi, di fare agricoltura, di condividere, di sperimentare, di risparmiare (acqua, per esempio, la gestione della risorsa idrica è strategica!). In poche parole: di pensare.

Paradigmatico in questo senso il bellissimo Padiglione di Save the Children (qui mi sono lasciata convincere e ho acquistato un braccialetto. Ma era per una giusta causa.) in cui anche Pilosio è stata coinvolta.

Insomma questo Expo 2015 è da vedere. Ma bisogna andarci con uno spirito nuovo, non come si va a una fiera qualsiasi. Occorre varcarne la soglia con gli occhi aperti, con la voglia di imparare, di ricevere input utili perché ci trasformiamo, a nostra volta, in fautori della sostenibilità, con stomaco curioso ma non vorace, mente spalancata e senza pregiudizi, mani generose e cuore sgombro. Questo è l’unico pianeta che abbiamo, non dimentichiamolo. E speriamo che l’area occupata ora dal polo espositivo, una volta calato il sipario su questa kermesse lunga sei mesi, non si trasformi in luogo di degrado ma in cantiere dinamico e permanente del fare, in laboratorio di sperimentazione, in riscossa perché no, anche etica. Per Milano (e le persone di buona volontà che hanno contribuito, con mani pulite, all’organizzazione di Expo 2015) sarebbe una grande soddisfazione. E, forse, un punto di ri-partenza.

Partnership Veronafiere-SaMoTer e Unacea

 

Paolo Venturi di Unacea (a sinistra) e Ettore Riello
Paolo Venturi di Unacea (a sinistra) e Ettore Riello

Insieme per rilanciare il mercato nazionale di macchinari e attrezzature per costruzioni. Veronafiere, organizzatore di SaMoTer, il salone internazionale triennale dedicato alle macchine da movimento terra, da cantiere e per l’edilizia, ed Unacea, l’associazione che riunisce le aziende italiane del settore, hanno sottoscritto oggi una partnership per la promozione ed il sostegno congiunto del comparto.

La collaborazione si estende fino al 2017, con un’ulteriore opzione al 2020, ed è strategica in vista della 30ª edizione di SaMoTer, in programma a Verona dal 22 al 25 febbraio 2017 e incentrata sulle soluzioni per l’emergenza e tutela ambientale, del territorio e il dissesto idrogeologico.

L’intesa, che prevede azioni comuni di promozione, formazione e comunicazione sul mercato interno ed estero, è stata firmata questa mattina a Veronafiere da Ettore Riello e Giovanni Mantovani, presidente e direttore generale dell’Ente fieristico, e Paolo Venturi, presidente di Unacea.

Roberto Paoluzzi
Roberto Paoluzzi

All’incontro è intervenuto anche Roberto Paoluzzi, direttore di Imamoter, istituto del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) che già collabora con Unacea.

L’accordo è funzionale a sostenere un comparto industriale che rappresenta un segmento importante del manifatturiero italiano, con oltre 200 aziende e 6 mila addetti, più ulteriori 30 mila nell’indotto, coinvolti nella produzione di macchine per movimento terra, macchine stradali, per la preparazione di calcestruzzo e inerti, perforatrici e gru.

Un settore che nel 2014 ha fatturato oltre 2,5 miliardi di euro, per il 70% grazie all’export. Il punto debole, infatti, è il mercato interno, crollato dell’80% tra il 2006 e il 2014, con il conseguente rischio di delocalizzazione della produzione. Dal 2014, però, è in atto una inversione di tendenza, grazie ad una crescita dell’11% delle vendite nazionali, riconfermata nel primo trimestre 2015, chiuso a +19 per cento.

L’obiettivo è quello di supportare i primi segnali della ripresa e SaMoTer rappresenta lo strumento più efficace di promozione: la rassegna, dal 1963, è l’unica in Italia ad abbracciare l’intera filiera delle macchine da costruzioni e da cantiere.

«È più che mai necessario capitalizzare questi risultati. Per farlo tutto il sistema industriale, economico, associativo e politico deve unire le forze. In questo contesto siamo convinti che fiere come Samoter rappresentino un asset strategico fondamentale per il Paese e le sue imprese» ha sottolineato Ettore Riello, presidente di Veronafiere.

«Siamo stati felici di sottoscrivere un accordo di collaborazione con Samoter per sviluppare una più stretta sinergia a beneficio di tutte le aziende del comparto. – ha commentato Paolo Venturi, presidente di Unacea –. La nostra associazione darà a Samoter un convinto contributo affinché l’edizione del 2017 possa essere la piattaforma innovativa per tutto il mondo delle macchine per costruzioni in Italia».

«La 30ª edizione di SaMoTer inaugura un format innovativo che pone le esigenze delle aziende al centro del nuovo progetto fieristico.  Stiamo già lavorando sull’incoming per attrarre sempre più visitatori dal Centro e Sud Italia e dai mercati tradizionali centro europei, oltre ad un focus particolare sull’area dell’Alpe Adria, dell’Europa dell’Est e dei Balcani» ha concluso Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere.

Volvo CE: la L180H al lavoro in cava

OLYMPUS DIGITAL CAMERAdi Cristiano Pinotti

Abbiamo visto all’opera la nuova pala gommata Volvo L180H nel suo ambiente ideale: una cava che permette alla macchina di esprimere tutto il suo potenziale fatto di tanta forza abbinata a continuità di lavoro, affidabilità, comfort e un cinematismo cui non sfugge nulla.

Quando si parla di pale gommate Volvo Contruction Equipment è un porto sicuro. Le sue macchine da sempre dettano i tempi dell’innovazione e il susseguirsi delle sigle – siamo arrivati alla L – assicura una continuità tecnologica che certo non ha bisogno di presentazioni. In ogni caso, quando si vede una macchina procedere su un terreno accidentato a pieno carico e senza perdere un granello di sabbia, anche dopo tanti anni di cantieri non si può che rimanere estasiati. In questa occasione abbiamo avuto modo di ammirare questo spettacolo a Pieve del Cairo, in provincia di Pavia, dove da circa un anno una nuova Volvo L180H sta svolgendo il suo lavoro in una cava di sabbia e ghiaia.

Un impianto “modello”

testoL’impianto di Pieve del Cairo (composto per il 50% da sabbia e per il 50% da ghiaia) è dedicato all’estrazione, selezione e lavaggio di materiali inerti naturali e, sin dalla sua nascita, si è distinto per la qualità dei suoi prodotti, frutto di un giacimento particolarmente generoso, ma anche di oculati investimenti da parte della famiglia Re. “Caratteristica fondamentale dei prodotti commercializzati dalla nostra cava – afferma Costantino Re, responsabile commerciale di  Re Sergio Autotrasporti srl – è la pulizia assoluta del materiale per quanto concerne il limo e, cosa molto importante per le ghiaie, il legno e i sassi morti, due elementi che possono creare non pochi problemi al calcestruzzo. Nel nostro impianto queste impurità vengono eliminate attraverso una macchina speciale che utilizza una tecnologia basata sul peso specifico dei materiali. Grazie a questa macchina la ghiaia con granulometria da 5 a 25 mm passa su un pannello forato, viene inondata con acqua, mentre attraverso i fori viene insuflata aria che crea un moto volto a separare la massa ghiaiosa in modo da far galleggiare il materiale più leggero. A questo punto il materiale pesante e migliore scende in una canala sottostante, mentre l’acqua con le impurità, il legnetto e il sasso morto va su un asciugatore per il recupero. Infine, grazie a un sistema di recupero del fine dalle acque di lavaggio, riusciamo a valorizzare l’intero giacimento, che è di notevole qualità, con uno scarto quasi irrisorio. Anziché scolare il materiale andiamo a recuperarlo attraverso due cicloni che ci permettono di intercettare particelle fino a 63 micron. In sostanza questi investimenti ci hanno dato la possibilità di aprire un nuovo settore di mercato. E in un periodo di crisi come quello che stiamo attraversando siamo riusciti a stare sul mercato grazie alla qualità dei nostri prodotti”.

Attualmente l’impianto produce materiale lavato e certificato suddiviso in varie categorie: sabbie da 0,1 e 0,5 mm, ghiaietto 5-8, 8-15 e 15-25 mm che rappresentano le classi più importanti per la produzione del calcestruzzo, ghiaie 25-60 mm e ciotolone +60 mm.

Il giacimento è stimato in circa tre milioni di metri cubi, di cui ne è stato cavato circa un terzo. Grazie agli uomini e alle macchine messe in campo da Re Sergio la potenzialità media giornaliera dell’impianto si aggira sui 2.000 m3, ma oggi, a causa del rallentamento del mercato e per una selezione oculata dei clienti in base alle garanzie sui pagamenti, l’estrazione si assesta sui 1.000 m3 al giorno, per un totale annuo di 250-258 mila metri cubi.

Le macchine e gli uomini

Da sinistra Costantino Re, Marco Sala, Sergio Re, Mauro Freddi di Volvo CE
Da sinistra Costantino Re, Marco Sala, Sergio Re, Mauro Freddi di Volvo CE

Con una sessantina di dipendenti Re Sergio vanta un parco macchine di assoluta importanza e diversificato in relazione alle tante attività legate alla famiglia fondatrice. Fatti salvi tutti i macchinari per l’impresa agricola e per le attività legate ai rifiuti e agli impianti energetici, per quanto concerne il comparto cava la società pavese annovera tre pale Volvo L180 delle serie H, F ed E; vari escavatori cingolati, un dozer, un grader, un dumper A30D, un rullo e molteplici autocarri. Decisamente stretto il rapporto con Volvo sia per il construction sia per quanto concerne i truck: comprendendo tutte le attività aziendali, il parco macchine vede infatti una netta preponderanza del marchio svedese. Con una flotta di tali dimensioni e avendo a che fare con attività variegate e complesse, particolarmente delicato risulta l’aspetto relativo all’assistenza tecnica. “Volvo – interviene Mauro Freddi, funzionario commerciale, Volvo CE Italia – è ben cosciente dell’importanza del service e per fornire un’assistenza tecnica qualificata e capillare ha scelto di operare sul territorio nazionale con un sistema misto, in virtù del quale i clienti possono rivolgersi direttamente a Volvo Italia oppure affidarsi alla professionalità, certificata dalla formazione Volvo, delle officine autorizzate. Nel caso di Re Sergio, la società ha scelto di lavorare con l’officina autorizzata Campanini Luca & C. di Parma che, come accade per tutte queste realtà di non elevate dimensioni, risulta particolarmente reattiva alla chiamata e alle necessità specifiche di una società come Re Sergio”.

 

Non c’è due senza tre

OLYMPUS DIGITAL CAMERAIn questo contesto lavora la nuova pala gommata L180H, macchina di buona stazza e decisamente gradevole anche sotto il profilo estetico. “Se la scelta è caduta ancora su una 180 Volvo – la terza consecutiva con la E che ormai ha raggiunto le 21.000 ore di lavoro, mentre la F si assesta attorno alle 15.000 – significa che siamo molto soddisfatti”. Con queste parole Costantino Re esemplifica il rapporto della sua azienda con questo particolare modello e continua: “abbiamo preso la prima 180 dopo averla vista lavorare, insieme ad altre macchine della concorrenza, in una cava francese. Grazie al leverismo Volvo la pala non disperdeva minimamente il carico. E questa caratteristica, che è sempre migliorata al susseguirsi delle serie, è molto importante soprattutto nella movimentazione dei materiali non coesi come ghiaia e sabbia. Inoltre, da qualche anno a questa parte, in questa tipologia di cava, la pala è la macchina centrale nel nostro lavoro con una media di 2.000 ore all’anno. Quindi non solo devono garantire elevate prestazioni, ma devono assicurare grande affidabilità”.

 

Vista da vicino

Nuova foto CabinaCaratteristiche che di certo si ritrovano nella nuova L180H, una macchina ideale non solo per il classico piazzale, ma anche per la movimentazione di scorie, legname e massi, riciclaggio e lavori in miniere e gallerie grazie a uno bacino di attrezzature comprendenti: forche, benne bivalve, benne di rimovimentazione, benne per materiale roccioso e per uso generale. E dove la produttività delle benne può essere ulteriormente migliorata attraverso il sistema BSS (Boom Suspension System) che provvede ad assorbire le sollecitazioni e a ridurre i versamenti di materiale quando si procede su terreno accidentato, in modo da prolungare la durata della macchina e il comfort dell’operatore. In ogni caso l’operatore gode di elevato comfort grazie a un comodo sedile e alla spaziosa cabina ROPS/FOPS ben protetta dalle vibrazioni. Anche la rumorosità interna è ridotta al minimo e il filtro dell’aria assicura un ambiente di lavoro pulito e salubre. I comandi e i pannelli informativi sono collocati in posizione ergonomica, mentre il joystick multifunzione opzionale consente all’operatore di controllare simultaneamente e in modo preciso, le diverse funzioni idrauliche. Le informazioni più importanti sullo stato della macchina, come il livello dell’olio e del carburante, sono visualizzate su uno schermo di facile lettura chiaramente visibile anche con intensa luce solare. In un’ottica di attenzione per l’operatore, i controlli giornalieri possono essere eseguiti rapidamente e agevolmente grazie a punti di assistenza e manutenzione raggruppati. Inoltre, per facilitare l’accesso ai componenti più importanti, la cabina è inclinabile di 35° o 70° tramite una pompa idraulica e l’ampio cofano del motore si apre elettronicamente.

 

Tanta tecnologia

D13 Engine with VATSL’elevata efficienza dei consumi del motore D13J (da 246 kW) nella serie H è stata ulteriormente migliorata dalla sinergia tra la catena cinematica Volvo e la macchina e dall’impianto idraulico intelligente che fornisce la potenza necessaria solo su richiesta. Sensibile al carico, l’impianto idraulico assicura brevi cicli di lavoro e una rapida risposta per un controllo ottimale del materiale. Per ridurre ulteriormente il consumo di carburante e i cicli di lavoro, le funzioni APS (Automatic Power Shift) e FAPS (Fully Automatic Power Shift) provvedono a selezionare automaticamente la marcia della macchina in base al regime del motore e alla velocità di marcia. Allo stesso tempo il sistema RBB (Reverse By Bracking) provvede ad applicare automaticamente il freno di servizio quando l’operatore cambia direzione di marcia. Questa soluzione non solo consente di risparmiare carburante, ma permette di ridurre le sollecitazioni sulla catena cinematica. La tecnologia Volvo OptiShift utilizza il sistema RBB insieme a un convertitore di coppia con frizione lock-up per creare una trazione diretta tra il motore e il cambio. Questo, secondo quanto affermano i tecnici Volvo, consente di eliminare le perdita di potenza nel convertitore di coppia e di ridurre il consumo di carburante fino al 18%. Per contrastare l’eccessivo consumo di gasolio l’operatore può beneficiare anche dell’Ecopedale che esercita una forza di resistenza applicata al pedale favorendo un uso più moderato dell’acceleratore quando il regime del motore è sul punto di superare l’intervallo di regime ottimale. Decisive anche le scelte sulla ventola di raffreddamento idraulica che viene attivata automaticamente e solo quando necessario per limitare il rumore e il consumo di carburante; può inoltre essere invertita per consentire la pulizia automatica delle unità di raffreddamento.

Poliedricità alla massima potenza

OLYMPUS DIGITAL CAMERARe Sergio nasce nel 1990 come azienda di trasporto rifiuti e in pochi anni rivela la sua vocazione alla poliedricità. Risale infatti al 1994 l’apertura della prima cava a secco nel comune di Corana, in provincia di Pavia, finalizzata all’estrazione e commercializzazione di materiale sabbia e ghiaia. Le due attività, che si sono tra l’altro aggiunte all’azienda agricola nata negli anni Ottanta, procedono di pari passo per alcuni anni, fino al 1998 quando si conclude l’attività estrattiva, che riprende nel 2002 con l’apertura del sito di Gagliavola, a sua volta esauritosi nel 2007. L’anno seguente è la volta dell’inaugurazione della cava di Pieve del Cairo, sempre nell’area pavese, che è ancora in piena funzione e dove opera la pala Volvo protagonista delle nostre pagine. Nel contempo, nel 2014, è stato aperto, in joint-venture con il gruppo Holcim, un ulteriore sito estrattivo a Gambarana, dove Re Sergio gestisce l’attività di coltivazione e commercializzazione di materiale per conglomerati bituminosi. E non è finita. A fianco a tutte queste attività construction, nel 2010 ecco un impianto di biogas da 1 MegaWatt, collegato all’azienda agricola e alimentato con prodotti agricoli che derivano da circa 300 ettari di terra. Mentre nel 2012 è stato inaugurato un impianto di trattamento di rifiuti ligneo-cellulosici provenienti da verde pubblico e privato, che ha l’obiettivo di produrre una materia prima seconda valorizzata in centrali energetiche.

 

La parola all'Operatore

OLYMPUS DIGITAL CAMERACon la sua lunga esperienza, Severino Della Giovanna è il professionista ideale per fornire un’opinione qualificata in merito alle prestazioni della Volvo L180H. Queste le sue parole, raccolte durante una pausa di lavoro in cava. “Utilizzo la pala in un classico lavoro di piazzale per il carico degli autocarri e con una media di 10 ore giornaliere. È una macchina praticamente nuova, con circa 2000 ore di lavoro, e che apprezzo soprattutto sotto il profilo del comfort e dell’agilità che è davvero notevole. La visibilità è ottima sull’anteriore, mentre è un po’ penalizzata sul posteriore per le dimensioni stesse della macchina. A dire il vero c’è la telecamera ma io sono della vecchia scuola e preferisco la visione diretta che in alcune condizioni atmosferiche, soprattutto con sole radente, a mio avviso è più sicura. I consumi invece dipendono da molti fattori: dal piede dell’operatore, dal lavoro cui la macchina è chiamata e dall’utilizzo dell’Ecopedale, ma a livello generale si assestano tra i 16 e i 18 l/h”.

OPTITRACK: una soluzione per tanti

per web

di Ferdinando Tagliabue
Testo11
Il rinnovamento di gamma che Renault Trucks ha di recente introdotto, ha riguardato anche la cosiddetta gamma C, quella che si trova a metà strada fra quella stradale più classica, destinata al trasporto su lunghe distanze, e quella K, destinata al fuoristrada più impegnativo.
La gamma C, composta da carri isolati e trattori per semirimorchio in diverse configurazioni, motori e passi, è quella che meglio si adatta “all’approccio al cantiere”, all’edilizia ma che deve saper anche farsi valere in ambito stradale, con soluzioni in grado di soddisfare un così ampio ventaglio di esigenze ma nel contempo disporre di adeguati requisiti che gli permettano una marcia sicura anche sui terreni sconnessi.

COSA E’ L’OPTITRACK

BOX Optitrack 3Il sistema OptiTrack che oggi equipaggia i veicoli della gamma C di Renault Trucks innanzitutto è disponibile per i veicoli equipaggiati con motori DTI 11 e DTI 13, coprendo quindi un ampissimo ventaglio di potenze che va da 380 a 520 CV e che riguarda anche i veicoli dotati di rallentatore Voith, cosa che in precedenza era impossibilitata per i maggiori ingombri su telaio. OptiTrack infatti non è una novità visto che la Casa francese lo propone già dal 2010 quando venne destinata ad equipaggiare i veicoli della serie Premium Lander ma limitatamente a quelli equipaggiati con il motore da 11 litri. Per attivare il sistema OptiTrack è sufficiente escludere l’ASR, e azionare l’apposito pulsante che si trova sul cruscotto. A differenza di sistemi analoghi proposti da altri costruttori, OptiTrack può essere inserito sia a veicolo in movimento sia a veicolo fermo. Il sistema, che entra in funzione non appena viene azionato l’apposito pulsante e si disattiva automaticamente quando il veicolo supera la velocità di 25 km/h (a questa velocità evidentemente sono stati superati problemi di motricità), è operativo grazie ad una presa di forza sul motore, il che permette di lasciare le prese d forza al cambio completamente libere.


STRUTTURA RIALZATA

ME sospensioni pneumatiche 4228Che il trattore C 480 OptiTrack sia un veicolo che non teme di certo anche gli impegni più pesanti lo si nota anche da altri particolari come ad esempio l’altezza maggiorata del telaio, le ruote 13R22.5, l’assenza della barra paraincastro anteriore (che caratterizza le versioni K). A ciò si aggiunga la presenza di un gancio posteriore (optional) utile per situazioni critiche; le sospensioni pneumatiche posteriori e la presenza (sul differenziale posteriore) del ripartitore di coppia che gestisce la trazione sulle 4 ruote nel momento in cui entra in funzione il sistema OptiTrack, ovvero quando il sistema rileva la perdita di aderenza e di capacità di trazione sulle ruote posteriori, nonché la sistemazione più elevata di alcuni componenti come ad esempio il serbatoio del gasolio, innalzato e messo al riparo da possibili contatti contro ostacoli fuoristradistici. Una particolarità dei veicoli equipaggiati con il sistema OptiTrack è che anche esteriormente i suoi diversi componenti sono facilmente individuabili grazie alla colorazione bianca e ciò vale per i mozzi ruote per proseguire poi con il serbatoio dell’olio (che mette in evidenza il tappo per il riempimento ed il controllo di livello) il radiatore di raffreddamento, e tutte le tubature che portano l’olio ai motori posti nei mozzi nelle ruote anteriori.

 

IN PROVA
ME discesa ghiaia_4404Il terreno di prova è quello della cava dei fratelli Mara a Sant’Antonio di Lonate Pozzolo in provincia di Varese, una cava che abbiamo già avuto modo di utilizzare per delle prove in altre occasioni e che ci è sempre parsa all’altezza dell situazione. A differenza di quanto avvenuto in passato in questa occasione ci troviamo non con un mezzo d’opera 6×4 o 8×4 bensì con un trattore 4×2 agganciato ad un semirimorchio 3 assi peraltro scarico, insomma non siamo certo nelle migliori condizioni di motricità ma tutto ciò è voluto visto che c’è un OptiTrack da testare e da mettere il più possibile a dura prova.
Il semirimorchio è uno Schmitz SKI 24 SL06 con cassone ribaltabile a tre assi specificamente progettato per il trasporto di inerti. Si tratta di una realizzazione improntata ad una grande leggerezza (pesa meno di 5 tonnellate) il che lo rende ideale a lavorare con una motrice leggera come appunto il C 4×2 per formare una combinazione legale stradale da 44 tonnellate.
Fortunatamente il veicolo non è un vero e proprio stradale come dimostrano il telaio rialzato ed irrobustito, gli pneumatici 13R22.5, le sospensioni rinforzate (ma sempre e comunque molto confortevoli), tutte soluzioni che sicuramente contribuiscono a migliorare le prestazioni fuoristradistiche del veicolo e che nulla tolgono alle doti di maneggevolezza da stradale di razza.
VEICOLO SCARICO
VuotoEntrare in cantiere con un trattore stradale con semirimorchio scarico richiede sempre una certa cautela ma fortunatamente il terreno è asciutto, non c’è la minima traccia di fango se non in tratti pianeggianti e così ci muoviamo dapprima con grande cautela poi con sempre maggior sicurezza. Le cose cambiano nel momento in cui decidiamo di affrontare da fermo dei tratti in salita su terreno smosso. In un primo momento sembra che il veicolo riesca a superare la salita iniziale ma dopo pochi attimi le ruote motrici cominciano a slittare e in pochi secondi creano un affossamento che non riusciamo a superare. Proviamo con un poco più di rincorsa ma la perdita di aderenza arriva quasi subito e così decidiamo di vedere come se la cava l’OptiTrack con un mezzo scarico.
Inutile dire che non appena inserito il sistema di trazione anche sulle ruote anteriori il veicolo si trasforma completamente diventando un vero 4×4. La marcia è sicura la motricità totale e proprio per voler esagerare ci fermiamo in salita per poi riprendere. E’ un successo anche se le ruote posteriori slittano un po’, quelle anteriori si muovono lentamente ma inesorabilmente facendo ripartire il veicolo come se si trovasse sull’asfalto.
L’aspetto più sorprendente dell’OptiTrack è che con due semplici manovre (disattivazione ASR, e attivazione del pulsante dell’OptiTrack) il veicolo si trasforma completamente facendo sentire i vantaggi della trazione integrale non solo in salita ma anche in discesa e specialmente su terreni poco coesivi.
Proseguendo nella nostra prova abbiamo affrontato tratti pianeggianti anche se abbastanza sconnessi, senza nessun problema e senza la necessità di far intervenire la trazione aggiunta ma con la piena consapevolezza che in caso di bisogno possiamo fare affidamento su un dispositivo che ci può togliere dai guai.
TRAZIONE SU OGNI FONDO
ME ghiaia_4413
Per finire in bellezza abbiamo affrontato un grosso cumulo di ghiaia. E’ superfluo dire che le perplessità erano molte in quanto come è giusto sottolineare il veicolo era completamente scarico. Eppure anche in questa situazione, dopo aver tentato inutilmente (e scavato) con la sola trazione posteriore, al primo tentativo con anche la trazione anteriore il veicolo è salito (e disceso) senza nessun problema.
Concluse le prove in cava non restava che saggiare le capacità del veicolo su strada. Del resto si tratta di un veicolo stradale, cosa che si nota subito per la silenziosità di marcia. Il motore è particolarmente brillante e il cambio rapidissimo. Le strade che percorriamo nei dintorni della cava non sono una meraviglia in termini di fondo ma anche le buche più profonde, quasi peggio che in cava,  sono assorbite senza particolari fastidi. Lo sterzo è leggero, morbido, preciso e con un eccellente ritorno e dobbiamo anche segnalare l’eccellente comportamento del semirimorchio che segue sempre docilmente le traiettorie impostate. Le numerose rotonde che affrontiamo ci permettono anche di apprezzare la visibilità grazie alle ampie superfici vetrate e all’altezza da terra che ci assicura il pieno controllo della strada da un eccellente punto di vista.
In conclusione non possiamo che sottolineare i numerosi aspetti positivi che contraddistinguono questo veicolo stradale, quindi con pesi legali, con la maneggevolezza, il comfort la silenziosità, l’economicità di un veicolo stradale ma che all’occorrenza sa farsi valere anche sui terreni più difficili e sconnessi, su salite e discese impegnative, su neve e fango (a tutto vantaggio della sicurezza) mantenendo anche in queste condizioni una economicità ed un comfort nettamente superiore a quello di un qualsiasi mezzo d’opera.
Certo l’OptiTrack non può fare quello che fa un mezzo d’opera ma può fare tanto e a costi inferiori.