Bridgestone, tra le maggiori aziende al mondo produttrici di pneumatici e di prodotti in gomma, ha annunciato di aver prodotto con successo presso il Technical Center di Tokyo (Giappone) i primi pneumatici contenenti gomma naturale derivata esclusivamente da guayule, una pianta tipica di alcune zone aride, coltivata da Bridgestone nel Biorubber Process Research Center (BPRC) di Mesa (Arizona).
In uno sforzo veramente globale, Bridgestone aveva già costruito un prototipo di pneumatico simile all’inizio dell’estate 2015 nel Centro Tecnico Europeo (TCE) alle porte di Roma. In quel caso, la maggior parte dei componenti solitamente realizzati in gomma naturale (compresi battistrada, fianco e tallone) erano stati sostituiti dalla gomma estratta dalla guayule coltivata e raccolta da Bridgestone.
Bridgestone continua ad investire nella ricerca e sviluppo di fonti più sostenibili per la produzione di gomma naturale, puntando alla differenziazione dei territori da cui è possibile ottenerla. L’azienda mira ora ad ottimizzare la quantità di gomma estraibile da ciascun arbusto di guayule, valutandone l’utilizzo in una gamma di pneumatici e mescole sempre più ampia.
La guayule è un arbusto nativo del Messico e del Sud Ovest degli Stati Uniti: la gomma, presente sia nella sua corteccia che nelle radici, ha caratteristiche simili alla gomma prodotta dall’albero Hevea brasiliensis.
La possibilità di produrre guayule nelle regioni aride consente di ridurre lo sfruttamento delle aree tropicali, proteggendo la biodiversità.
Dopo aver rilevato un terreno agricolo di circa 114 ettari ad Eloy (Arizona), il Guppo Bridgestone ha costruito un centro per la agro-ricerca, applicando metodi avanzati di coltivazione e sviluppando tecniche dedicate alla produzione della guayule. La Bridgestone Agro Operations Research Farm è stata inaugurata nel settembre 2013; l’anno successivo Bridgestone ha aperto il BPRC (Biorubber Process Research Center), sviluppando al suo interno tutti i processi necessari per sviluppare l’utilizzo della gomma estratta dalla guayule nella realizzazione di pneumatici: dalla ricerca alla produzione sperimentale al prodotto finito.
Bridgestone continua l’attività di ricerca anche su altre materie prime, più sostenibili degli attuali materiali derivati dal petrolio, con l’obiettivo, entro il 2050, di realizzare pneumatici solo con materiali completamente sostenibili.
Bridgestone: dal seme al battistrada
Morto Bettanin, fondatore di Fai


Nel 1996 Fai viene ceduta al Gruppo Komatsu dopo aver firmato nel 1988 lo storico accordo per la produzione ad Este di mini su licenza Komatsu.
Voglio ricordarlo con una sua frase:” Solo se riusciremo a mantenere ciò che abbiamo promesso potremo essere certi di dare un futuro alla nostra azienda”.
Un augurio per Komatsu Italia: perché ritorni con rinnovato slancio agli antichi splendori.
Il marchio merita indubbiamente.
Nuova veste per KOHLER Engines
Un intervento di restyling della sede e una modernissima Demo Area per presentare e testare i prodotti insieme ai clienti. Il rinnovo dello stabilimento Lombardini di Reggio Emilia rappresenta per KOHLER Engines – di cui dal 2007 è parte integrante lo storico marchio reggiano – una nuova importante tappa del percorso di investimenti legati alla transizione del brand iniziato negli ultimi anni.

Un percorso che pone al centro prima di tutto le persone, protagoniste di un Open Day aziendale, che ha aperto le porte della storica sede di via Lombardini a tutti i collaboratori e alle loro famiglie. A fare gli onori di casa, l’ingegner Vincenzo Perrone, amministratore delegato, e Tom Cromwell, presidente del KOHLER Group.

Per proseguire nell’attuazione del proprio importante programma di investimenti, KOHLER Engines ha deciso di puntare sul progetto di rinnovamento dello storico stabilimento Lombardini di Reggio Emilia. L’azienda oggi si presenta in una nuova veste, dove i colori sociali bianco, arancione e nero hanno lasciato spazio a un più contemporaneo grigio antracite che richiama il colore dei motori. Il marchio KOHLER Engines ora campeggia sulla facciata principale, che vuole diventare motivo di riconoscibilità dell’azienda proprio come è avvenuto per decenni con Lombardini Motori.

Ma la grande novità del 2015 è la Demo Area, uno spazio dedicato a presentazioni e prove dimostrative, creato per offrire a clienti e partner la possibilità di organizzare eventi dedicati a dealer e distributori. Il progetto rientra in un percorso di rinnovamento di tutte le aree dedicate al cliente, in un’ottica di customer experience che vede KOHLER Engines sempre più a supporto del cliente, fornitore di prodotti ma anche di servizio ed assistenza tecnica. Un partner innovativo in grado di fornire altissimi standard qualitativi contraddistinti da tecnologia di ultima generazione e anche una struttura di supporto globale per i clienti.
Da Lombardini a KOHLER Engines
L’innovazione americana incontra l’intraprendenza emiliana: KOHLER Engines, dal 1873 eccellenza nel campo della tecnologia e del design, ha ereditato la storia e i valori di Lombardini, sinonimo di passione da oltre 80 anni. Una passione che ha saputo superare il concetto di motore riuscendo a creare un legame forte e speciale tra l’azienda, i clienti e il territorio.
Il 2007 ha segnato per Lombardini l’ingresso nel Gruppo KOHLER, una delle più grandi e longeve compagnie degli Stati Uniti con sede in Wisconsin, che annovera tra le sue attività numerosi business, dalla ceramica all’arredamento, dalle catene alberghiere ai motori per gruppi elettrogeni. Proprio in quest’ultima divisione – che fornisce generatori di energia, motori e servizi per la fornitura di energia – denominata Power Group è entrata Lombardini, terza a livello mondiale e forte della sua posizione di leader di mercato nel proprio segmento di competenza (motori diesel fino a 50kW). Dal 2007 KOHLER Engines ha contribuito a portare l’azienda a un ulteriore livello di crescita, pur preservandone attentamente l’eredità e la storia. Nel 2009 sono stati investiti 35 milioni di euro in una nuova gamma di prodotto, per cui sono state mantenute la progettazione e l’esecuzione in loco trovando terreno fertile nelle professionalità reggiane. Una scelta che ha portato a nuove assunzioni e a contratti con importanti clienti internazionali come JCB, Haulotte e Arbos-Lovol.
Oggi, tra innovazioni e rinnovamento del brand, l’azienda reggiana sta vivendo un passaggio fondamentale della propria storia: le si prospetta davanti un nuovo futuro fatto di progetti sempre più avanzati e performanti e al contempo intende continuare a valorizzare la storia e la sinergia di due grandi realtà imprenditoriali come Lombardini e KOHLER.
Con JLG i “Mid Size” pensano in grande
Le nuove piattaforme diesel a braccio telescopico 400S e 460SJ di JLG hanno prestazioni in grado d’incidere in maniera sensibile sulla produttività in cantiere. Questo grazie ad un’accresciuta velocità di spostamento e sollevamento, un ampio diagramma di lavoro e la portata nominale doppia per il 400S e di 270 kg per il 460SJ.
Un salto di qualità in termini di efficienza, che deve molto all’esclusivo sistema di comando ADE® (Advanced Design Electronics). Installato di serie su tutti i modelli di nuova generazione – e sappiamo quanti vantaggi possa dare la comunanza di componenti – oltre a permettere di adattare la velocità, assicura una maggiore maneggevolezza e un funzionamento regolare della macchina; ovvero, più produttività, minori consumi ed emissioni ridotte.
Per il minor numero di cavi e connessioni e la capacità di auto – test per l’identificazione e risoluzione dei problemi, ADE® significa anche miglior manutenzione. In termini di prestazioni, infine, va evidenziato il braccio articolato di 1,83 m, che accresce le possibilità di accesso in quota e la trazione integrale con asse oscillante per il superamento di pendenze del 45% nelle versioni 4WD.
Le prestazioni della 400S e 460SJ possono essere incrementate con gli accessori Workstation in the Sky®, che ottimizzano lo spazio della piattaforma e migliorano le condizioni di lavoro dell’operatore: il pacchetto Skypower® che comprende un generatore con potenza di uscita continua di 7.500 W, un cavo d’alimentazione ed una tubatura di aria/acqua installata nel condotto d’alimentazione; il pacchetto Nite Bright®, con lampade da 40 W per illuminare l’area di lavoro e, quindi, ideale per lavori notturni e qualsiasi attività in condizioni di scarsa illuminazione; il pacchetto Skywelder® che, oltre ad un saldatore Miller® CST 280 da 280 A, elimina i cavi pendenti dalla piattaforma; il pacchetto “ambienti ostili”, che permette di proteggerla da elementi dannosi come polvere, sabbia e detriti.
400S
- Altezza la piano di calpestio 12,19 m
- Sbraccio orizzontale 10,13 m
- Portata della piattaforma 270 / 450 kg
- Rotazione 360°
- Pendenza superabile 45%
- Peso 6.680 kg
- Motore diesel Deutz 36,4kW
460SJ
- Altezza la piano di calpestio 14,02 m
- Sbraccio orizzontale 12,07 m
- Portata della piattaforma 270 kg
- Rotazione 360°
- Pendenza superabile 45%
- Peso 7.975 kg
- Motore diesel Deutz 36.4kW
Il nuovo Sicurmatic di Cangini Benne
Il Sicurmatic proposto da Cangini Benne è un attacco rapido idraulico dotato di sistema con sicura a inserimento automatico. È azionato tramite una console elettronica dotata di segnalatori acustico-luminosi che avvisano l’operatore sullo stato di aggancio dell’utensile. Il circuito idraulico a doppio effetto dell’attacco rapido è inoltre provvisto di valvola di blocco integrata e bloccaggio sicura indipendente. Grazie a questo attacco rapido anche in caso di danneggiamento o caduta di pressione dell’impianto idraulico l’utensile rimane agganciato in sicurezza, anche nell’eventualità di una manovra errata da parte dell’operatore.

“Questo prodotto – ha affermato Davide Cangini, titolare dell’Azienda, – è stato studiato e sviluppato in particolare per il mercato svizzero, che ha fissato più stringenti restrizioni a livello di sicurezza. Norme che il nostro attacco rapido soddisfa appieno costituendo un vero e proprio step evolutivo in cui la meccanica inizia a incontrare l’elettronica. Si tratta di un sistema brevettato, sviluppato in Cangini, dal quale ci aspettiamo grandi risultati”.
FlexiROC T40 : arriva dovunque
Con un peso totale di 15,5 t, il nuovo FlexiROC T40 di Atlas Copco presenta un design rinnovato e una più corretta distribuzione del centro di gravità. Le cingolature sono heavy duty, di tipo FL6, con larghezza dei pattini di 330 mm per più grip e maggiore pressione al suolo. Il braccio è a sezione quadrata e offre la possibilità di forare 7+1 aste T51 da 3.660 mm (la prima può essere anche da 4.880 mm). La macchina è equipaggiata con la perforatrice COP 2560+ capace di erogare 25 kW di potenza e 44/55 Hz di frequenza, ideale per i grossi diametri anche in roccia tenera. A tale proposito vale la pena di ricordare come tutte le perforatrici della serie COP siano progettate e prodotte dalla Rocktec, un’apposita divisione Atlas Copco. Tutte le COP si avvalgono del Double-dampening system brevettato per lo smorzamento delle vibrazioni e di un pistone lungo e snello dello stesso diametro dell’impugnatura. Ogni unità di perforazione prevede il sistema di controllo della Rotazione e Spinta (RPCF), quello di controllo dell’intesto (DPCI), il sistema per la gestione del doppio spurgo aria e l’anti-incaglio (Anti jamming).
Il cambio dell’asta è assicurato dal magazzino/scambiatore RHS89 che può essere equipaggiato con 7 aste MF. Mentre la doppia morsa frontale con cappa mobile idraulica contribuisce alla realizzazione di un foro rettilineo e agevola l’innesto del foro stesso.
Il motore, montato trasversalmente per facilitare la manutenzione di pompe e compressore, è un Cat C7.1 Tier 4 Final da 7.200 cc e 168 kW di potenza, con sistema DEF e SCR. L’urea è gestita in modo automatico dal PETU, Pump Electronics Tank Unit.
Di serie la macchina prevede l’impianto di ingrassaggio centralizzato, inclinometro, profondimetro, pre-filtro separatore polveri e kit fori di rilevaggio. In via opzionale è invece proposto l’impianto Water Mist per forare con acqua e polimeri additivi. Il T40 è anche prodotto in versione R, cioè senza cabina e dotato di radiocomando per forare in terreni particolarmente accidentati, dove è praticamente impossibile arrivare.
Blink Marine: un battito di ciglia
Una tecnologia intelligente e facile che sta trovando spazio nelle cabine di molteplici tipologie di macchine utilizzate in edilizia e construction.
“Blink” significa occhiata, lampo di luce, “un battito di ciglia”. In sostanza qualcosa di rapido quanto gradevole e, perché no, inaspettato. Varcando la soglia della società milanese, l’atmosfera che si respira è qualcosa di diverso e inusuale, soprattutto per l’attuale situazione del mercato legato all’edilizia. In luogo dell’abituale frenesia commerciale in Blink Marine si percepisce un ambiente rilassato ma competente. Composto da ingegneri e uomini marketing che sanno quello che vogliono, conoscono i propri obiettivi, le potenzialità dell’azienda e lavorano in team per costruire (o forse sarebbe meglio dire consolidare) una reale alternativa di mercato nello specifico campo delle pulsantiere CAN.
Un mercato in crescita
Il mercato edile non sta certo vivendo il suo momento migliore, ma per Blink Marine, che si è affacciata su questo mondo da pochi anni dopo un’importante esperienza nel settore nautico che continua tuttora, è un mercato in forte crescita, con richieste di informazioni e prodotti quasi giornaliere da parte di molteplici costruttori. Impressionanti i numeri: oggi il comparto edile ha un impatto sul fatturato della società italiana attorno all’80%. “Un dato – interviene Riccardo Arienti, managing director di Blink Marine – che va a incrociarsi con una vera e propria evoluzione del mercato edile che sta guardando all’elettronica con cresciuto interesse”. Di conseguenza il tempismo con il quale Blink Marine si è rivolta a questo settore è stato pressoché perfetto. Anche in virtù di intrinseche caratteristiche di tutti i prodotti proposti che possiedono la versatilità e la flessibilità per affrontare ogni tipologia di macchinario presente in edilizia: dagli escavatori di qualsiasi grandezza alle pale, dalle gru edili ai sollevatori telescopici, dai dumper alle macchine stradali. Senza dimenticare il settore automotive speciale inerente i mezzi aeroportuali, per la pulizia viaria e i veicoli per le municipalità.

“Il nostro cliente ideale – riprende Arienti – è chiunque abbia la necessità di avere comandi di input per l’elettronica gestita da centraline di bordo. Siamo tra le pochissime aziende a realizzare pulsantiere CAN, strumenti che vanno a cambiare radicalmente il cruscotto delle macchine, semplificando ed eliminando gran parte degli interruttori. Attraverso queste pulsantiere si compatta la strumentazione della macchina e si semplifica notevolmente il lavoro di cablaggio, senza dimenticare l’interfaccia user friendly e un’estetica decisamente apprezzabile”.
Un approccio commerciale diverso
Blink Marine costruisce in Italia ma si rivolge al mondo, con l’Europa nel ruolo di primo target e un notevole interesse per i prodotti italiani da parte di non poche società statunitensi. Fatta eccezione per la presenza di alcuni distributori in specifiche aree del vecchio continente, in genere tutti i mercati sono seguiti dall’Italia, anche attraverso la collaborazione commerciale con CIAM del gruppo Cobo, società che lavora con il cliente per la fornitura del sistema elettronico, in cui possono rientrare i prodotti Blink Marine . Quello che stupisce è però l’assoluta mancanza di personale commerciale. Questa attività è infatti demandata al marketing che, tra l’altro, sta sviluppando il sito Blink Marine con tanto di posizionamento SEO e la presenza di un configuratore on-line che permette a ogni cliente di configurare la propria tastiera su misura. Il lavoro a livello di marketing sta spingendo molti potenziali clienti a contattare la società per capire in che termini i prodotti offerti da Blink Marine possano essere utili. A questo punto il rapporto commerciale è seguito direttamente dagli ingegneri che conoscono il prodotto, che ne hanno seguito la nascita e l’evoluzione, che sono in grado di dialogare con l’ufficio tecnico del cliente parlando la medesima lingua fatta di domande e risposte concrete.
La nuova PowerTrack
Da questo dialogo continuo è nata la pulsantiera PowerTrack, nuova famiglia di prodotti che va ad aggiungersi alle serie PowerKey e PowerKey PRO, tutte destinate a un continuo sviluppo e ampliamento e che rispondono a esigenze diversificate. Come sempre accade per le società che non copiano, la nuova PowerTrack è frutto di un rilevante investimento in risorse umane, progettazione, stampi e attrezzature. Anche in questo caso – come per gli inserti intercambiabili della PowerKey PRO che rappresentano un’esclusiva Blink Marine – il nuovo prodotto è un’autentica cartina di tornasole della capacità progettuale della società italiana.
Se il termine “Power” riprende gli altri prodotti Blink Marine, “Track” ne evidenzia la principale funzionalità: essere un’interfaccia con il display presente a bordo macchina. Questo strumento, grazie alla presenza di un encoder rotativo (la manopola centrale) permette infatti la navigazione all’interno dei menu presenti nel display a bordo macchina. Si tratta di un’applicazione molto intuitiva del tutto simile a quelle delle auto di ultima generazione, ma con una sostanziale differenza. Nel mondo automotive spesso questi prodotti sono costruiti appositamente per ogni specifico modello di auto, con tutti i pregi e difetti di questa scelta. Difetti che sono principalmente correlati ai costi. Al contrario Blink Marine propone un prodotto standardizzato, ma allo stesso ampiamente personalizzabile secondo le necessità specifiche di ogni OEM, a costi contenuti. Ovviamente l’hardware è messo a disposizione da Blink Marine, mentre il software è del cliente (o di un suo fornitore), fatta eccezione per il software di base per la pulsantiera che è Fully Can Open e che quindi permette al cliente la massima flessibilità.
Nei minimi particolari
L’accuratezza del progetto è evidente al primo sguardo (ci risiamo…) e soprattutto a livello dimensionale. La PowerTrack è molto compatta e può trovare comodo alloggiamento nel bracciolo dell’operatore. Questa soluzione, non obbligata ma intelligente, risponde a una specifica evoluzione delle cabine. “I display – riprende Arienti – stanno diventando sempre più grandi, in quanto proposti a costi inferiori e utilizzati per servire un numero di utenze in continua crescita. Si tratta di un pregio per la macchina, è chiaro, ma un display di elevate dimensioni comporta un’inevitabile allontanamento dall’operatore per evidenti necessità visive. Di conseguenza, il concetto di display touch screen, che già nel settore edile piace poco, così come i display con a lato i menu a chiamata rapida, stanno divenendo sempre più scomodi da raggiungere. Da qui l’idea di dare uno strumento di navigazione che consentisse all’operatore un utilizzo a “tutto comfort”. In pratica escavatoristi, gruisti, carrellisti, eccetera sono messi nelle condizioni di operare come sulla propria auto.
Su questo nuovo strumento Blink Marine ha introdotto anche sei comandi a chiamata rapida retroilluminati con un lay-out di base ma ampiamente personalizzabile, come accade sull’intera gamma Blink Marine, a livello di icone, attraverso marcatura laser su vernice. Infatti non si tratta di un sovrastampaggio, ma di una procedura più elaborata che permette di “tirare fuori il bianco trasparente” che è in grado di far passare la luce retrostante. Il cliente può personalizzare i pulsanti non solo nell’icona ma anche nel numero dei led che vanno da 0 a 3 per ogni tasto. Ovviamente la gran parte delle utenze rimarranno a carico dell’encoder centrale attraverso il menu personalizzato, mentre i pulsanti saranno dedicati alle funzioni base e più comuni.
Anche l’occhio vuole la sua parte
Da inserire in cabine sempre più belle e sofisticate, è evidente il notevole impegno anche sotto il profilo estetico. La pulsantiera, o meglio PowerTrack, è perfettamente simmetrica e permette il montaggio in orizzontale o verticale con il medesimo impatto visivo. Se il look è automotive, la fascia in gomma che caratterizza la rotella di scorrimento è in funzione di una presa adeguata ed è evidentemente in linea con la tipologia di macchine in cui andrà a trovare applicazione. Sull’encoder, inoltre, il disco nero permette un’ulteriore personalizzazione da parte del costruttore che vi può sovrastampare il proprio marchio. Del resto anche la gomma stessa può essere scelta a piacimento e la stessa manopola è removibile lasciando al cliente la massima libertà di scelta anche sotto questo profilo. Da evidenziare, inoltre, la presenza dei led di segnalazione multicolore per ogni tasto (con chiari codice colore che aiutano l’operatore nel suo lavoro), senza dimenticare la ghiera attorno all’encoder impreziosita da una serie di led RGB posti a 90°, che danno una luce più diffusa e anche modulabile in base alle preferenze del cliente. Nessun problema neppure sotto il profilo della durata. Tutti i tasti sono garantiti per tre milioni di cicli l’uno, mentre la gomma è di tipo siliconico. La PowerTrack è splashproof, cioè non subisce alcun danno in caso di getti d’acqua (all’interno di una cabina potremmo pensare all’involontario rovesciamento della classica bottiglietta dell’operatore). Tutte le altre pulsantiere Blink sono invece IP67, quindi protette anche in caso di immersione. Caratteristica superflua per uno strumento destinato a un utilizzo interno.
Bella, funzionale, solida, e il prezzo? Quando arrivano le “dolenti note”, Blink Marine riserva un’ultima, gradita sorpresa: la PowerTrack è offerta a un prezzo decisamente concorrenziale. Un’ ulteriore qualità che dovrebbe aprire notevoli possibilità per un prodotto su cui Blink Marine prevede volumi significativi . Numeri più che fattibili se confrontati agli innumerevoli campi di applicazione prospettati dal mercato internazionale. Il tutto in tempi brevissimi, anzi, in un battito di ciglia…
Volvo European Championship: the winner is….
La precedente vittoria “italiana” del nostro Ermes Gemo, ha spianato la strada all’organizzazione a Spresiano (Tv) della finale internazionale del Club Operatori Volvo, una bella soddisfazione per il nostro Paese.
Lo scenario delle cave Mosole spa ha fatto da splendida cornice a questo campionato degli operatori del Club Operatori Volvo CE, un evento che ancora una volta ha sottolineato che il primato del marchio svedese non si gioca solo sui mari, ma anche sulla terra, anzi sul terreno, dove si sono dati battaglia 27 operatori provenienti da 13 paesi che si sono sfidati in diverse prove per aggiudicarsi il titolo di campione internazionale 2015.
Warm Up …. A30G on the road
Il Warm Up ha visto i 27 driver impegnati alla guida di un potente dumper articolato Volvo A30G 6×6.
Abilità nella guida, velocità e precisione all’interno di un percorso delimitato sono serviti a predisporre la griglia di partenza con il sistema del reverse start, ovvero i migliori sono partiti per ultimi alla prima prova, guadagnandosi il tempo per studiare gli avversari e valutare la strategia da seguire. Qui il tempo migliore ha decretato la griglia di partenza per le successive prove.
Prima prova: precision positioning
La prima vera prova è stata lo spostamento di 3 palline da tennis posizionate su aste di diversa altezza, un giochino che ha messo alla prova il miniescavatore Volvo ECR 50D. Velocità, controllo dei movimenti e sangue freddo per riuscire a muovere delle palline da tennis con il braccio di un escavatore da 50 quintali. In questa prima prova sia il team austriaco che quello svizzero hanno subito mostrato le loro capacità, strappando ottimi tempi, con al terzo posto l’italiano Ermes Gemo.
Seconda prova: speed precision
Nella seconda prova, i driver qualificatisi si sono cimentati con un perno collegato alla benna di un escavatore gommato Volvo EW160E per abbattere dei ceppi di legno posizionati lungo il percorso e alla fine calare ed estrarre il perno da un cilindro, per poi velocemente ritornare allo starting point.
Obiettivo: eseguire il percorso con la massima precisione dei movimenti e alla massima velocità per strappare il tempo migliore. Fail per il campione italiano in carica Ermes Gemo a causa delle penalità inflitte che hanno reso inutile l’ottimo tempo realizzato (+ 4,5 punti per penalità)
Accedono comunque alla finale i 2 italiani Andrea Luciani e Mirko Loss, che andranno a contendersi il titolo insieme ai 12 finalisti.
Gran finale: pala gommata
I 12 finalisti si sono giocati il tutto per tutto a bordo di una pala gommata Volvo L120H.
Qui hanno dovuto dimostrare doti di controllo del mezzo , precisione e velocità per movimentare una sbarra in andata e ritorno all’interno di un percorso guidato da griglie metalliche.
Il team austriaco, con validissimi operatori ha letteralmente dominato lo scenario dei mezzi gommati: la supremazia degli austriaci in questo campionato internazionale 2015 è stata davvero eclatante, solo il quinto posto per l’italiano Mirko Loss e il sesto per l’altro italiano Andrea Luciani.La prossima edizione 2016 sarà quindi disputata in Austria. Stay Tuned

In occasione di questo campionato internazionale 2015 era presente anche Mike Humphrey, Vice President Marketing Sales Region EMEA e quindi anche responsabile del Volvo Operators Club EMEA che ha sottolineato come Volvo tenga particolarmente in considerazione gli operatori dell’Operators Club, ritenendoli una fonte preziosa di informazioni tecniche per migliorare la qualità dei prodotti.
Marini amplia la gamma di impianti
E’ stato ancora una volta il quartiere generale di Alfonsine (Ravenna) il teatro dell’Open Day Marini, la manifestazione con cui ogni due anni l’azienda apre le porte a dealer e clienti offrendo una visuale privilegiata sulle proprie strutture e processi produttivi, ma soprattutto su innovazioni tecnologiche e novità di prodotto. Novità che, in particolare in questa occasione, sono state di assoluto rilievo.
Venerdì 9 ottobre, infatti, Marini ha alzato il sipario su due nuovi impianti la cui concezione spicca non solo per la raffinatezza delle soluzioni tecniche implementate ma anche per una serie di preziosi valori aggiunti pensati per i professionisti delle costruzioni stradali. Con gli impianti XPress e BE Tower – questi i protagonisti della giornata – l’azienda ha sviluppato due soluzioni che coniugano con grande efficacia la riconosciuta affidabilità e produttività degli impianti Marini e una serie di concept volti a rendere più flessibile ed economicamente ottimizzata la loro gestione. Gli impianti della gamma BE Tower, in particolare, si caratterizzano per una costruzione interamente modulare, che oltre a fornire già nell’allestimento base tutte le funzionalità necessarie alla gestione di ogni tipo di conglomerato offre ampie possibilità di personalizzazione in funzione delle necessità del cliente, ma soprattutto un’eccellente facilità di trasporto e montaggio; tutti i moduli dell’impianto sono infatti containerizzabili, rendendone così il trasferimento più rapido, semplice ed economico.
Come dichiarato da Alberto Montanari, General Manager Marini, “si tratta di una soluzione adatta tanto a mercati emergenti che richiedono facilità di approccio e affidabilità, quanto a mercati più evoluti alla ricerca del meglio che la tecnologia oggi può offrire, ma attenti anche a una favorevole gestione dei costi dell’impianto lungo il suo intero arco di vita”.
Congresso Assodimi: 2016 anno di svolta
Si è concluso a Firenze con una nota positiva il 23° Congresso Assodimi/Assonolo: la parola “pessimismo” pare stia finalmente scomparendo e i vari settori della filiera del noleggio pare si stiano muovendo con un certo dinamismo, al punto tale che, come ha affermato Marco Prosperi, direttore di Assodimi/Assonolo, per il 2016 si prevede una crescita globale del mondo delle costruzioni del 2%. Certo, il 2015 si conclude ancora in affanno per il settore delle costruzioni, ma ci sono indubbi segnali di ripresa anche se, secondo Prometeia, le costruzioni saranno l’ultimo settore a invertire il segno e la ripresa si riavvierà solo a partire dal 2016.

Il mondo del noleggio deve quindi sfruttare questo slancio iniziale, lavorando su due concetti fondamentali, efficienza e regole, indispensabili per diventare aziende europee di qualità.

E a sottolineare quanto importante sia, per raggiungere questo obiettivo (cioé vincere la partita del mercato) fare gioco di squadra, invitato d’eccezione è stato Andrea Zorzi, conosciuto nell’ambiente anche come “Zorro”, uno dei simboli della pallavolo italiana. E se in una partita di pallavolo (unico sport che per regolamento abbia l’obbligo di passare la palla e in cui il singolo, da solo, combina poco), l’obiettivo finale è quello di raggiungere un risultato sportivo, nel mondo del noleggio questa “interdipendenza” è la condizione indispensabile perché si possa crescere, in un’ottica di competizione corretta che sia uno stimolo per tutti. Due mondi paralleli, quindi, quello della pallavolo e dell’agone del mercato, in cui però ci sono parecchie analogie, una delle quali, la più importante, è che in entrambi i settori ci debba essere un regolamento condiviso.

Ed è proprio a questo che stanno lavorando in Assodimi/Assonolo, innanzitutto con il progetto Quality Rent, ma non solo. In pratica, come ha sottolineato Federico Della Puppa dell’Università di Venezia, è necessario che il modo di pensare dei noleggiatori passi dal ME al WE, cogliendo i cambiamenti di un mondo in evoluzione e pensando in maniera diversa. Perché il cambiamento è necessario e non si tratta di una scelta, ma di un obbligo.
Bisogna quindi darsi delle regole, superando le zone di conflitto (come in una partita di pallavolo) e anche quella concezione manichea del mercato che vede le cose in maniera antitetica, introducendo nel noleggio anche concetti nuovi come l’economia circolare, la sicurezza, la sostenibilità.

E aprendo a collaborazioni “virtuose” tra noleggiatori, produttori e mondo delle costruzioni. E proprio di questo si è parlato nel Talk Show condotto da Enrico Pagliarini di Radio 24, con Roberta Vitale, vice presidente ANCE, Enrico Oggionni di CGT Edilizia e Igino Elefante, direttore commerciale di HIMER. Perché i rispettivi mondi non sono affatto separati, anzi. Possono e devono interagire, perché, insieme, sono in grado di promuovere il settore a livello economico e legislativo.
Molta la carne messa al fuoco quindi, in questo 23° Congresso Assodimi/Assonolo. E già il prossimo 16 dicembre, nell’incontro di fine anno che si terrà a Bologna in cui verranno presentati i progetti 2016, potrebbero già essere tangibili i primi risultati di questa auspicabile collaborazione tra i protagonisti di un mercato tanto importante come quello del noleggio.
Un ampio report sulla giornata nel prossimo numero di Macchine Edili.