Carri di perforazione

FlexiROC T40 : arriva dovunque

OLYMPUS DIGITAL CAMERACon un peso totale di 15,5 t, il nuovo FlexiROC T40 di Atlas Copco presenta un design rinnovato e una più corretta distribuzione del centro di gravità. Le cingolature sono heavy duty, di tipo FL6, con larghezza dei pattini di 330 mm per più grip e maggiore pressione al suolo. Il braccio è a sezione quadrata e offre la possibilità di forare 7+1 aste T51 da 3.660 mm (la prima può essere anche da 4.880 mm). La macchina è equipaggiata con la perforatrice COP 2560+ capace di erogare 25 kW di potenza e 44/55 Hz di frequenza, ideale per i grossi diametri anche in roccia tenera. A tale proposito vale la pena di ricordare come tutte le perforatrici della serie COP siano progettate e prodotte dalla Rocktec, un’apposita divisione Atlas Copco. Tutte le COP si avvalgono del Double-dampening system brevettato per lo smorzamento delle vibrazioni e di un pistone lungo e snello dello stesso diametro dell’impugnatura. Ogni unità di perforazione prevede il sistema di controllo della Rotazione e Spinta (RPCF), quello di controllo dell’intesto (DPCI), il sistema per la gestione del doppio spurgo aria e l’anti-incaglio (Anti jamming).

Il cambio dell’asta è assicurato dal magazzino/scambiatore RHS89 che può essere equipaggiato con 7 aste MF. Mentre la doppia morsa frontale con cappa mobile idraulica contribuisce alla realizzazione di un foro rettilineo e agevola l’innesto del foro stesso.

Il motore, montato trasversalmente per facilitare la manutenzione di pompe e compressore, è un Cat C7.1 Tier 4 Final da 7.200 cc e 168 kW di potenza, con sistema DEF e SCR. L’urea è gestita in modo automatico dal PETU, Pump Electronics Tank Unit.

Di serie la macchina prevede l’impianto di ingrassaggio centralizzato, inclinometro, profondimetro, pre-filtro separatore polveri e kit fori di rilevaggio. In via opzionale è invece proposto l’impianto Water Mist per forare con acqua e polimeri additivi. Il T40 è anche prodotto in versione R, cioè senza cabina e dotato di radiocomando per forare in terreni particolarmente accidentati, dove è praticamente impossibile arrivare.