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Avanzare in formazione compatta

FORMAZIONE_COMPATTAdi Costantino Radis

Ci siamo.

Nel mio ultimo intervento sul portale di “Macchine Edili News” vorrei ribadire nuovamente un messaggio che ritengo prezioso e importante per il mercato italiano del movimento terra.

E non solo con la visione di chi compra le macchine e le utilizza ogni giorno ma, anche, con lo sguardo del costruttore.

Occorre avanzare in formazione compatta lasciando da parte ogni tipo di rivalità e sapendo fare sistema.

L’endemica disunione degli italiani, fatta di tante piccole parrocchie e di tanti piccoli orticelli, sta mostrando tutti i suoi evidenti limiti.

Da un lato è sicuramente verso che anche in altri stati europei ci sono belle realtà dalla forte tradizione storica che, già in tempi non sospetti, sono state comprate, assorbite o spezzettate per renderle più appetibili a compratori stranieri.

Fra i compratori ci sono anche grandi gruppi italiani come, ad esempio, la Fassi, uno dei fiori all’occhiello dell’industria specializzata nazionale.

Ma è altrettanto vero che è oggi chiara una linea di indirizzo che, a livello nazionale, sta diventando il leit-motiv da seguire. La Francia ha puntato sull’alimentare e la grande distribuzione. La Germania sul manifatturiero e sulla tecnologia. La Gran Bretagna sul terziario avanzato e sul finanziario.

L’Italia sta oggi correndo verso più direzioni con punte di eccellenza che in molti ci invidiano ma che, alla fine, non riusciranno a resistere a lungo se non vi è, alle spalle, una politica di indirizzo chiara.

Indirizzi che prevedono una chiara politica energetica (possibilmente non suicida e non lasciata in mano alla “pancia” del paese). Una politica di formazione, a tutti i livelli, che faccia crescere e consolidi le giovani forze del nostro paese. Una politica fiscale che attragga gli investitori non solo come un “supermaket per aziende in saldo” ma come serie opportunità di crescita economica.

Tutto parte da presupposti di base che, oggi, non si sono ancora radicati nel nostro paese.

In primis l’unione di chi lavora e produce con un unico obiettivo: la crescita delle forze giovani e la crescita economica complessiva. Un’unione che non deve vedere come contrapposti i diversi interessi dei singoli ma li deve interpretare come esigenze da amalgamare per raggiungere identici obiettivi.

Facile a dirsi. Difficile a farsi.

Ma la crisi sta mettendo in luce i nervi scoperti del nostro sistema. Che potrà essere rilanciato in modo sistematico solo da persone che “sanno realmente fare sistema”.

Detto questo, vi saluto e vi auguro un caloroso “arrivederci”!

Potain per lo skyline di Milano

PotainDue gru a torre Potain lavorano in Italia alla costruzione di un imponente complesso commerciale nel centro di Milano. Le due gru MDT 308A sono impegnate nel cantiere della Torre Hadid, un grattacielo multifunzionale alto 170 metri al centro di Milano. La Torre Hadid sarà uno degli edifici più alti della città e una delle torri simbolo di CityLife Milano, un progetto commerciale e residenziale che prevede la costruzione di tre grattacieli nell’area storica dell’ex fiera campionaria milanese, la Fiera di Milano.

Le due gru Potain sono state montate nel dicembre 2014. Le gru sono soprelevate ad un ritmo di 4 metri al mese e nel 2016 dovrebbero raggiungere la loro altezza di lavoro finale di 210 metri. Alfio Musumeci, il supervisore del cantiere per la società di costruzioni italiana Cooperativa Muratori E Braccianti di Carpi (CMB), ha spiegato che la scelta delle gru MDT 308A è stata motivata dall’affidabilità e dalle prestazioni comprovate di queste macchine che contribuiscono ad assicurare l’efficienza nell’esecuzione dei progetti. Afferma che “le gru Potain sono lo strumento più efficiente per la costruzione di grattacieli. Infatti, sono in grado di sollevare carichi pesanti e con uno sbraccio considerevole. Richiedono tempi di allestimento minimi e sono dotate di comandi a frequenza variabile che garantiscono ottime prestazioni. Possiamo contare sulle gru Potain per eseguire il lavoro nel rispetto dei massimi standard e dei termini di ultimazione.”

Potain 2Il modello Potain MDT 308A è una gru a torre con lunghezza massima del braccio di 70 m e con una portata in punta di 2,9 t. La gru è dotata dello SmartCom, un sistema a comando elettronico che fornisce all’operatore e al tecnico dell’assistenza tutta una serie di informazioni, quali durata dell’utilizzo della gru, durata dell’utilizzo dei meccanismi di sollevamento, carrello e di rotazione, nonché numero di inserimento dei freni per questi tre meccanismi. Il sistema SmartCom è uno strumento particolarmente utile per la manutenzione preventiva. Le informazioni vengono visualizzate sul display del computer di bordo.

“Le gru Manitowoc vantano una lunga tradizione che le vede partecipare a progetti edilizi di opere imponenti nel modo più efficiente ed efficace,” afferma Sabino Riefoli, responsabile vendite per l’esportazione e key account manager per Manitowoc Crane Group Italy. “Contribuire per la realizzazione di progetti per delle torri così alte come nel caso della costruzione della Torre Hadid significa che il cliente deve poter contare sulla precisione del sistema di controllo del carico e del movimento, tutti vantaggi che possono offrire le gru MDT 308A.”

“Lo Storto”, come è soprannominato il grattacielo per la forma in torsione della struttura, è una torre di 44 piani progettata dall’architetto Zaha Hadid (ZHA) che modificherà decisamente lo skyline di Milano. Il complesso del trio di torri di CityLife a Milano, Isozaky, Hadid e Libeskind ospiteranno circa 10.000 persone. Il progetto comprende un museo di arte, una galleria commerciale e un padiglione. Le gru Potain lavorano sul cantiere delle torri da due anni.

L’impresa di costruzioni CMB è stata fondata nel 1904 e vanta un parco macchine di 60 gru Potain.

Partnership spagnola per JLG

per webNata dalla fusione nel 2007 di 4 realtà – Homs, Umesa, Nacanco e EurolocHune è una delle due maggiori compagnie di noleggio spagnole. Articolata in 35 agenzie, possiede un’organizzazione che le consente di operare in Spagna, Francia e Portogallo, servendo aziende dei più diversi settori: edilizia, industriale, telecomunicazioni, energia, manutenzione impianti e infrastrutture, eolico, tutela ambientale e organizzazione eventi.

sinistraOltre 20 mila i prodotti a noleggio, ma il core business è rappresentato dalle piattaforme aeree. Hune, infatti, possiede un parco di 5.000 unità, 25% del quale costituito da macchine JLG. Una percentuale particolarmente alta, dovuta alla consolidata collaborazione tra JLG Iberica e le quatto società attive prima della fusione, poi naturalmente proseguita con la creazione di Hune.

In questi anni la sua crescita non solo le ha permesso di potenziare la presenza in alcune aree d’Europa, ma di ampliare anche il mercato extra continentale con filiali in Arabia Saudita (Hunesico), Colombia (Prontorental) e sviluppando accordi con imprese spagnole all’estero. Rilevante, come detto, la percentuale di macchine JLG presenti nel parco noleggio.

testoTra queste: scissor, piattaforme articolate – entrambe nelle versioni elettriche e diesel – piattaforme telescopiche e Toucan. Da segnalare tra i cantieri più interessanti forniti da Hune, il magazzino Pull & Bear – brand appartenente al gruppo Inditex – che ha visto impegnati i modelli 450AJ, 510AJ, 600AJ e 4394RT.

Si volta pagina

per webPerché un romanzo di successo continui a esserlo occorre sempre inserire qualcosa di nuovo. È una sfida per chi scrive, eccita la curiosità in chi legge, stimola la critica positiva, aggiunge elementi di riflessione. Insomma, apre orizzonti diversi.

Costantino Radis, che fino a oggi ha gestito il Blog Italian Construction Channel, ha  scelto di perseguire nuove opportunità di lavoro presso un’azienda del settore delle costruzioni. A lui vanno i miei ringraziamenti per la collaborazione fin qui prestata e i migliori auguri per la sfida professionale che lo attende.

Il Blog quindi da aprile cambia autore: lo seguirò personalmente, in qualità di direttore editoriale di Macchine Edili, sfruttando  la mia ultratrentennale esperienza e i contatti quotidiani con il mondo delle costruzioni, della distribuzione e delle imprese edili, cercando di fornire informazioni di prima mano su quanto succede (e forse succederà) in questo comparto. Una visione che mi auguro a 360° sui trend in atto non solo da noi, ma in tutto il mondo, come suggerisce la denominazione del Blog,  Construction Machinery World.

TocketIl prossimo appuntamento riguarderà ovviamente il Bauma dove sarò presente per tutta la settimana, già da domenica 10 aprile, per scoprire cosa succede dietro le quinte prima che inizi la grande kermesse.

Lunedì 11 aprile sono previste per noi giornalisti oltre 10 conferenze stampa, la prima delle quali, alle 8.30 (!) di Wirtgen, seguita a ruota da Liu Gong, MAN, Manitou, Case, Caterpillar, Kobelco, Manitowoc, Hyundai…per finire con una sontuosa cena organizzata da JCB in uno dei più prestigiosi hotel della capitale bavarese.

E che dire del 12 aprile, quando Wacker Neuson ci darà la sveglia per la prima colazione, seguita da Volvo, Carmix, Komatsu, Deutz, Hitachi, Fayat, Bosch, JLG, Kohler Engines…?

E ancora Liebherr, Yanmar, Ammann, Terex, Haulotte, Magni, Peri, Pilosio, Doka Palfinger…e tantissimi altri forse meno noti ai più ma comunque protagonisti di primissimo piano nel mondo delle costruzioni, comprendendo la componentistica (l’Italia è dopo la Germania il secondo Paese espositore), un’eccellenza tutta nostra di cui andare fieri.

L’impeccabile organizzazione della Fiera di Monaco assicura ai giornalisti wifi gratuito su tutta la superficie della fiera con un’ampiezza di banda di 1,5 Mbit al secondo. Ma il problema non sarà connettersi e divulgare quanto vediamo, quanto trovare il tempo per farlo…

Per noi il Bauma è un evento che seguiamo con passione immutata da anni. Con la consapevolezza che, senza retorica, ci troveremo ogni tre anni esattamente laddove batte il cuore dell’industria mondiale delle costruzioni. E questo, ogni volta, è un’emozione grande e sempre nuova.

Arrivederci a Monaco di Baviera.

Cifa: l’autocarrata parla etrusco

per webdi Claudio Guastoni

Nel porto di Piombino è in corso la realizzazione di particolari opere infrastrutturali da parte dell’ATI CMC-Sales che si è aggiudicata l’appalto. Si tratta di cassoni per il prolungamento del molo Batteria, ognuno con dimensioni di 30 m x 12 m e 16 m di altezza. Terminati i getti di riempimento, il cassone viene agganciato a un rimorchiatore, trascinato fino al piano di posa, riempito di acqua con apposite pompe e in parte affondato. La sommità viene finita con il cordolo della banchina.

testoLa macchina scelta per questi lavori è una pompa autocarrata K42L di Cifa montata su un telaio Mercedes a 4 assi, recente acquisto di Carmine Filogamo titolare di AFC, azienda specializzata nel trasporto e pompaggio del calcestruzzo. Le caratteristiche fondamentali di questa macchina derivano sostanzialmente dalla filosofia costruttiva della K45H con alcune modifiche.

sinistraInfatti, mentre la componentistica del gruppo pompante e l’idraulica rimangono invariate, non è dotata di controllo automatico della stabilità e le ultime due sezioni del braccio, invece di essere in carbonio sono in acciaio, e consentono di arrivare a 42 m mantenendo inalterata la stabilità della macchina.

centroIl gruppo pompante, un HP1608 controllato elettronicamente garantisce 160 m³ a 80 bar di pressione, ben congeniali per questo modello, e inoltre, accanto a un’elevata potenza in fase di spinta del calcestruzzo, offre massima stabilità  in fase di pompaggio e minima oscillazione del braccio quando è steso durante il getto. Come per le altre macchine della sua flotta, Filogamo si affida alla competenza dell’officina di Cifa Centro i cui tecnici sono sempre disponibili, veloci ed efficaci negli interventi sui cantieri.

Cifa si presenta al Bauma 2016 con lo slogan “Your Jobsite Partner”, insieme a tutte le aziende del gruppo Zoomlion in una vasta area espositiva di oltre 3800 metri quadrati.

Per la linea delle pompe autocarrate, si prosegue nell’implementazione della strategia di prodotto che punta sulla diversificazione dell’ offerta basata sulle tre linee: CARBOTECH, STEELTECH e CLASSIC.

Successo brasiliano per l’R 954 di Liebherr

peer webQuattro escavatori cingolati R 954 SME (Super Mass Excavation) da 60 ton, lanciati nel giugno scorso da Liebherr Brasil Ltda di Guaratinguetà stanno lavorando alacremente in un comprensorio di cave ad elevata produzione nella regione di San Paolo.

I primi due escavatori R 954 C SME sono attivi nella cava di Riuma (regione del Jaraguà), che produce aggregati per l’edilizia civile con capacità di 800 ton orarie,  dall’agosto scorso.

Secondo Roberto Iudice, proprietario della cava, una delle maggiori sfide per questi escavatori era quella di portare avanti lavori per cui le altre macchine presenti in loco non erano adatte. E pare che abbiano assolto benissimo il compito migliorando di parecchio il rapporto tra costi e produttività.

Nella cava di Rumia i veicoli da 40 ton sono caricati normalmente 8 volte: un tasso di riempimento nettamente superiore a quello ottenuto con altre macchine, grazie anche alla dimensione delle benne degli escavatori.

Anche la Basalto Quarry è particolarmente soddisfatta dei risultati ottenuti dall’escavatore R 954 C SME che utilizza dal novembre scorso nella zona di Itapecerica, nei pressi di San Paolo.

L’ultima macchina consegnata lavora a Geocal, un’altra grande cava della regione di Santana do Parnaiba, sempre nei pressi di San Paolo, che utilizza una flotta costituita quasi completamente da macchine Liebherr.

Gli escavatori  R 954 C SME montano un sottocarro S-HD (Super Heavy Duty) particolarmente adatto a impieghi gravosi, cingoli D8K, come quelli montati sugli escavatori R 964C/R 966 di Liebherr e pesano 10 tonnellate meno degli escavatori Liebherr delle classe superiore di 70 ton: si tratta di macchine con cicli operativi più rapidi, un vantaggio che, abbinato ai consumi ridotti di carburante, consente di migliorare la produttività abbassando i costi.

Le macchine montano un motore diesel Liebherr a sei cilindri in linea che eroga una potenza di 240 kW e soddisfa le normative stage IIIA in materia di emissioni

Liebherr offre due versioni di questa macchina, quella standard, con peso operativo di circa 50 ton e quella da 60 ton, un peso maggiorato dovuto al sottocarro più robusto e agli attachments SME heavy duty che Liebherr ha progettato appositamente per queste macchine.

Carmix: partnership con CAT Rental Store

aperturaLe betoniere auto caricanti Carmix sono disponibili per il noleggio all’interno del circuito CAT Rental Store nel Sud America. L’accordo, siglato fra le due società, potenzierà la presenza dell’azienda italiana in molti stati. Per il momento, sono 7 i paesi dove le macchine Carmix sono distribuite attraverso i CAT Rental Store: Perù, El Salvador, Guatemala, Nicaragua, Honduras, Costa Rica e Messico. Ognuno degli store, inoltre, può contare su numerose infrastrutture, uffici e filiali, assicurando una presenza capillare e molto forte sul territorio, grazie anche ad eventi, open house e prove in campo dei mezzi.
«L’accordo con CAT Rental Store – afferma Victor Saldana, gerente de ventas por Latino America di Carmix – è una tappa fondamentale del nostro sviluppo. Il Sud America è un’area per noi strategica, che storicamente è un assett fondamentale per l’azienda. Dall’inizio della collaborazione i risultati sono molto positivi, con un incremento significativo delle vendite e un riscontro positivo da parte dei nostri clienti. Per il futuro, Carmix vuole consolidare e rafforzare in modo ancora più efficace la propria presenza attraverso nuovi accordi per il noleggio dei nostri mezzi, estendendo l’iniziativa ad altri stati».
Carmix è la betoniera autocaricante fuoristrada numero uno al mondo. Una macchina di facile impiego, ideale per produrre e distribuire calcestruzzo nei cantieri più difficili, nel traffico più congestionato o nelle isole più sperdute.

sinistraLa sua storia ha inizio oltre 40 anni fa e affonda le radici nella grande carica innovatrice della fine anni ’60. Nel 1969, infatti, nasce Carman che inventa e produce i primi dumper e mixer, assemblando parti e componenti di veicoli militari e agricoli. Da questo bagaglio di competenze, nasce nel 1976 Metalgalante, che da subito si pone un obiettivo chiaro ed efficace: proporre macchine che producono calcestruzzo di alta qualità in qualsiasi cantiere, anche dove le condizioni di lavoro sono estreme.

L’intento  è quello di offrire un prodotto sempre all’avanguardia: per questo Metalgalante si avvale di un ufficio di progettazione altamente qualificato, seleziona attentamente i propri fornitori, costruisce secondo gli standard più elevati, testa i prodotti e serveclienti e dealer con la massima cura.

Grazie a tutte queste caratteristiche, oggi, Carmix è all’opera in più di 150 paesi distribuiti fra Europa, Asia, Oceania, Sudamerica e Africa. Industrie private, istituzioni governative e militari, società di contracting, grandi e piccole imprese di costruzioni sono oggi i testimoni di una soluzione, che da oltre quarant’anni non ha mai smesso di innovarsi.

Ghedini: accessori…necessari

peer webLa campagna è quella ferrarese, il paese è Santa Maria Codifiume – il lato sinistro del fiume Reno, per la precisione – l’azienda è la Ghedini ing. Fabio. Qui, in una zona rinomatamente agricola, nascono attrezzature oleodinamiche per macchine movimento terra, che prendono la via dei mercati di tutta Europa. Ovvero, quegli accessori per escavatori, miniescavatori, skid loaders, pale gommate e terne, necessari per svolgere lavori in edilizia, agricoltura, manutenzione del verde e del paesaggio e pulizia dei canali.

OLYMPUS DIGITAL CAMERADa 20 anni Ghedini è specializzata nella produzione di trivelle, decespugliatori, piastre vibranti, pompe sommerse, benne falcianti e piantapali. Prodotti installabili su qualsiasi macchina movimento terra, affidabili, veloci da installare e semplici da utilizzare. Tecnologicamente avanzati ma allo stesso tempo dall’immediata familiarizzazione; il che significa risparmio di tempo, aumento dei cicli di lavoro e, quindi, produttività.

Data la vocazione internazionale dell’azienda, Ghedini sarà naturalmente presente al Bauma (hall B3 stand 505) dove presenterà accessori quali: taglia rami, trivelle, decespugliatori, pompe sommerse e la benna falciante. Quest’ultimo, uno strumento utilissimo nei lavori di bonifica, pulizia di argini e fossi, che taglia ogni tipo di vegetazione presente nell’acqua e contemporaneamente pulisce il canale, espellendone il contenuto.

MERLO. Heavy Duty forever

Aperturadi Marzio Rubini

Parlare di sollevatori telescopici non è sempre semplice.Chi non ha mai utilizzato queste macchine spesso non capisce le loro reali potenzialità.

In realtà, a fronte di una polivalenza evidente e che risulta la loro principale arma di battaglia, spesso si fatica a trasmettere i corretti valori in campo in termini prestazionali.

Soprattutto a fronte di un impiego massiccio delle pale gommate in contesti in cui il sollevatore telescopico avrebbe dalla sua notevoli punti a favore.

I vantaggi? Evidenti: elevate altezze raggiungibili, prestazioni elevate con dimensioni contenute, manovrabilità e stabilità in contesti complessi, un costo di gestione molto più basso, un coefficiente di impiego fra i più elevati in assoluto.

I dubbi dei potenziali clienti? Altrettanto evidenti (e leciti): comfort di guida rispetto alle pale gommate, prestazioni in carico, velocità di ciclo, affidabilità nel tempo.

Dubbi a cui Merlo ha dato risposte concrete con la nuova gamma modulare che, dagli ultimi mesi dello scorso anno, si è arricchita dei nuovi modelli Heavy Duty in cui prestazioni, comfort e flessibilità di affacciano sui mercati più duri delle cave, dell’ecologia e dei grandi cantieri. Con due modelli specificamente indirizzati a questo mercato: il TF45.11 e il TF50.8.

 

UNA STRUTTURA NATA PER “ESSERE HEAVY DUTY”

BOX_01_001Nella gamma modulare Merlo, introdotta per la prima volta nel 2014, ci sono elementi comuni che, combinati fra loro, danno origine a numerose versioni e modelli.

Le singole gamme hanno, come principale caratteristica unificante, il telaio.

Essendo dimensionato per soddisfare prestazioni diverse a seconda dei bracci montati, tutte le singole gamme si caratterizzano per unire la massima portata alla massima altezza nelle versioni con braccio più corto.

Ecco quindi che il modello Heavy Duty TF50.8, identico al TF45.11 tranne che per il braccio, è in grado di sollevare 5,0 ton a 8,00 metri di altezza.

IL TOP NON TRANSIGE

 

BOX_02_002La gamma Heavy Duty comprende, sia per il TF45.11 che per il TF50.8, due livelli di motorizzazioni che si differenziano anche per il tipo di trasmissione adottata e la cabina sospesa CS.

sinistraLe versioni base, dotate di trasmissione idrostatica a due rapporti, impiegano il Deutz da 3.600 cm3 e 90 kw (122 CV) Stage IIIb con DOC. Le versioni al top sono invece dotate del Deutz da 4.200 cm3 e 115 kW (156 CV) Stage IIIb con DPF e trasmissione idrostatica Merlo CVTronic a variazione continua. Si tratta di un sistema che adotta due motori idraulici di traslazione che lavorano singolarmente o in coppia a seconda della necessità del momento. L’incremento di coppia alle basse velocità è del 12 % rispetto alla soluzione tradizionale e l’accelerazione 0-40 km/h avviene in continuo senza necessità di passare dalla prima alla seconda.

L’idraulica di lavoro è regolata da un impianto Load Sensing con pompa a portata variabile e distributore Flow Sharing con pressione di 210 bar e portata di 146 l/min nel caso del motore da 122 CV e di 152 l/min con il motore da 156 CV.

 

CABINA: UN COMFORT  UNICO CON LA “CS”

 

BOX_03_001Le nuove cabine, omologate ROPS e FOPS Livello II di serie, hanno una serie di accorgimenti che le rendono adatte al confronto diretto con macchine come le pale gommate che, tradizionalmente, si sono sempre distinte per il comfort dell’operatore.

In particolare la cabina sospesa CS, altro brevetto Merlo che rende unici i sollevatori “made in Cuneo”, è una dotazione che permette un impiego in contesti fortemente produttivi dove gli spostamenti a pieno carico caratterizzano il tipo di lavoro da svolgere.

Disponibile di serie solo sulle versioni al top, ossia con motore da 156 CV e trasmissione CVTronic, ha una ammortizzazione con escursione verticale pari a 11 cm complessivi consentendo di assorbire le asperità del terreno anche nei contesti più difficili come cave, impianti di lavorazione inerti, impianti industriali e di trattamento rifiuti.

PRESTAZIONI, POLIVALENZA, COMFORT E SICUREZZA

BOX_04_001Brillano non solo il motore da 156 CV, la trasmissione CVTronic e il sistema di controllo Electronic Power Drive ma, anche e soprattutto, sia il sistema CDC (Controllo Dinamico del Carico) che il telaio con l’inclinazione idraulica laterale di +/- 10 %.

Entrambe le soluzioni sono di serie e permettono un impiego realmente dinamico e sicuro dei sollevatori che, da parte loro, forniscono all’operatore tutti gli strumenti per far fronte al lavoro in contesti duri e produttivi.

L’impiego dell’EPD, che permette di impostare i parametri di lavoro in modo quasi personalizzato sulle esigenze dell’operatore, aumenta la produttività soprattutto nelle operazioni in cui carico e trasporto del materiale è elemento fondamentale del ciclo produttivo.

Liebherr: attenti a quei due!

OLYMPUS DIGITAL CAMERAAbbiamo visto al lavoro un escavatore gommato Liebherr A 914 Compact equipaggiato con una speciale attrezzatura, la prima presente in Italia, pensata per il posizionamento delle tubazioni. Un’applicazione dedicata, perfetta per le aziende che vogliono, e danno, qualcosa in più.

Il gommato A 914 Compact di Liebherr è la macchina ideale per i cantieri urbani, ma accoppiato allo speciale posatubi ideato dalla società tedesca va a comporre la soluzione perfetta per tutti i cantieri rivolti alla creazione di condotte idriche e fognature. Noi abbiamo osservato questa accoppiata vincente a Bresso, nei dintorni di Milano.

Il cantiere e l’impresa

Edoardo Ronzoni e, a destra, Mirco Tresin di Liebherr Emtech Italia
Edoardo Ronzoni e, a destra, Mirco Tresin di Liebherr Emtech Italia

Si tratta di un cantiere del Cap Holding spa. Mentre l’impresa Ronzoni srl, di Seveso (Mb), è appaltatrice della zona nord-est di Milano che va da Legnano-Rho fino a Trezzo sull’Adda: un appalto di 1.200.000 euro che rientra nell’accordo quadro da 12 milioni di euro. Nell’area di Bresso la società di Seveso sta realizzando vari tratti di fognatura per un totale di circa 1.000 m. “In questo specifico cantiere – sottolinea Edoardo Ronzoni, responsabile insieme al fratello Alessandro di Ronzoni srl – stiamo posando tubi da 600 a 800 mm tutti in calcestruzzo. Si tratta di tubi rivestiti a completa tenuta, necessari vista la presenza di un acquedotto. L’opera rientra nella ristrutturazione delle fognature a seguito dei lavori della metrotramvia”.

Il cantiere, come si conviene in un’area fortemente urbanizzata, è decisamente stretto e l’escavatore Liebherr si incastona perfettamente a ridosso dello scavo, sempre completamente all’interno dell’area delimitata anche in fase di rotazione, equipaggiato con la classica benna da scavo o con il posatubi. L’A 914 Compact, l’ultimo arrivato in casa Ronzoni, società che impiega circa 50 dipendenti, si inserisce in un parco macchine, pressoché monocolore Liebherr per quanto concerne il movimento terra, che comprende tre gommati e due cingolati, oltre a pale gommate, terne, rulli, finitrici, frese e vari autocarri 3 e 4 assi, due bilici. “Questa macchina – riprende Ronzoni – è di enorme utilità perché spesso abbiamo a che fare con fognature di non grandissime dimensioni e sempre in ambito urbano, quindi ideali per essere affrontate con un escavatore di questa forza e di queste dimensioni. In questo caso abbiamo voluto anche il posatubi che ci permette di fare tutte le operazioni in totale sicurezza, di eliminare la fatica degli operatori e di andare ad ovviare all’ingresso delle persone negli scavi che possono essere anche molto profondi. Siamo molto orgogliosi che sia la prima attrezzatura costruita da Liebherr di questo genere venduta in Italia. Tra l’altro, come impresa, abbiamo di fronte due/tre anni di fognature, quindi è una macchina e un’attrezzatura che avremo modo di utilizzare al massimo delle sue potenzialità”.

Un’attrezzatura speciale

OLYMPUS DIGITAL CAMERAIl posatubi Liebherr visto all’opera nel cantiere di Bresso è davvero un attachement prezioso, piuttosto semplice da usare e in grado di produrre non pochi vantaggi. Tra questi: una maggiore produttività, che i tecnici Liebherr stimano fino al 30%, delle prestazioni di posa; elevati standard di sicurezza; minori danneggiamenti delle tubazioni grazie alla pressione regolabile del cilindro di inserzione; e la possibilità di posare le tubazioni anche nell’eventualità di macchina posta trasversalmente. Adatto per tutti i tipi di tubazioni (in plastica, calcestruzzo, ghisa, eccetera), può movimentare tubi di diverse lunghezze e con un diametro esterno compreso tra i 450 e gli  800 mm. A tale proposito va però ricordato come le ganasce di riduzione, offerte in via opzionale, permettano di posare tubazioni a partire dai 230 mm. Con un peso di 1.300 kg – la sua capacità di sollevamento si attesta invece sui 1.500 kg – si abbina a escavatori idraulici con peso operativo a partire dalle 17 t. L’attrezzatura, disponibile con Likufix o con supporto universale per sistemi a cambio rapido non Liebherr, è dotata di rotazione di 360°.

La macchina portante

OLYMPUS DIGITAL CAMERAIl posatubi Liebherr equipaggia una delle più interessanti macchine gommate in circolazione: l’A 914 Compact da 15,1-17,5 t che stupisce per forza e stabilità a fronte di ingombri davvero limitati, basti pensare che il raggio postreriore da centro ralla è di soli 1750 mm e che può quindi trovare ideale utilizzo in gran parte dei cantieri urbani tipici del nostro paese.

Cuore dell’escavatore è un motore Liebherr D 834 a quattro cilindri in linea da 4,6 l, capace di sviluppare una potenza massima di 95 kW a 1.800 giri/min. Emissionato Stage IIIB, presenta un sistema di iniezione common-rail turbo intercooler, raffreddamento ad acqua e radiatore dell’olio motore integrato. L’impianto idraulico prevede una pompa Liebherr a portata variabile a piatto inclinato con una portata massima di 250 l/min e con pressione massima di esercizio attestata sui 350 bar. La gestione dell’impianto è affidato al sistema Liebherr-Synchron-Comfort (LSC) con regolatore elettronico di carico, taglio della pressione, regolazione della portata in funzione delle specifiche esigenze, priorità al circuito di rotazione e regolazione della coppia. Come accennato, il selettore delle modalità di lavoro consente di adeguare la potenza idraulica alle necessità operative da quelle per impegni gravosi sino alla modalità più rispettosa per l’ambiente e il minor consumo di carburante.

La rotazione si basa su un motore idraulico Liebherr a piatto inclinato con valvole del freno integrate e riduttore planetario compatto sempre prodotto da Liebherr. Di produzione tedesca anche la ralla di rotazione. La velocità di rotazione va da 0 a 9 giri/min con variazione continua.

Il carro prevede un motore idraulico con valvole del freno integrate ad azione bilaterale e un cambio velocità a due marce e marcia ridottissima azionata elettricamente. Con una forza di trazione di 89 kN, la velocità di traslazione fuoristrada va da 0 a 7 km/h, su strada raggiunge i 30 km/h in caso di speeder come omologato per la circolazione stradale in Italia. La guida è di tipo automobilistico, mentre gli assali prevedono il bloccaggio idraulico, o manuale, dell’assale sterzante-oscillante, dotato di freni a disco multipli in bagno d’olio.

La parola all'operatore

OLYMPUS DIGITAL CAMERAA dirigere le operazioni in cantiere è l’operatore dell’A 914 Compact, Daniele Mantoan, entusiasta della sua nuova macchina e dell’attachement specifico. Queste le sue parole: “la macchina va benissimo, ha una forza non indifferente, è molto stabile, fluida, precisa. È davvero bello lavorare con questo escavatore che uso sempre al massimo, tra l’altro registrando consumi contenuti, calcolabili attorno ai 6,5 l/h. Per l’utilizzo del posatubi ci è voluto pochissimo tempo per prenderci la mano. È la prima volta che uso un’attrezzatura simile, ma mi sembra davvero efficace. Elimina il lavoro dell’uomo, che non ha la necessità di stare nello scavo ad attaccare i tubi, apporta quindi notevole sicurezza e velocizza il lavoro. Inoltre è anche molto veloce il cambio dell’attrezzatura dalla classica benna. Poi tutto è agevolato dalla cabina che non ti stanca, sembra di usare un’automobile”.