Sollevatori telescopici

MERLO. Heavy Duty forever

Aperturadi Marzio Rubini

Parlare di sollevatori telescopici non è sempre semplice.Chi non ha mai utilizzato queste macchine spesso non capisce le loro reali potenzialità.

In realtà, a fronte di una polivalenza evidente e che risulta la loro principale arma di battaglia, spesso si fatica a trasmettere i corretti valori in campo in termini prestazionali.

Soprattutto a fronte di un impiego massiccio delle pale gommate in contesti in cui il sollevatore telescopico avrebbe dalla sua notevoli punti a favore.

I vantaggi? Evidenti: elevate altezze raggiungibili, prestazioni elevate con dimensioni contenute, manovrabilità e stabilità in contesti complessi, un costo di gestione molto più basso, un coefficiente di impiego fra i più elevati in assoluto.

I dubbi dei potenziali clienti? Altrettanto evidenti (e leciti): comfort di guida rispetto alle pale gommate, prestazioni in carico, velocità di ciclo, affidabilità nel tempo.

Dubbi a cui Merlo ha dato risposte concrete con la nuova gamma modulare che, dagli ultimi mesi dello scorso anno, si è arricchita dei nuovi modelli Heavy Duty in cui prestazioni, comfort e flessibilità di affacciano sui mercati più duri delle cave, dell’ecologia e dei grandi cantieri. Con due modelli specificamente indirizzati a questo mercato: il TF45.11 e il TF50.8.

 

UNA STRUTTURA NATA PER “ESSERE HEAVY DUTY”

BOX_01_001Nella gamma modulare Merlo, introdotta per la prima volta nel 2014, ci sono elementi comuni che, combinati fra loro, danno origine a numerose versioni e modelli.

Le singole gamme hanno, come principale caratteristica unificante, il telaio.

Essendo dimensionato per soddisfare prestazioni diverse a seconda dei bracci montati, tutte le singole gamme si caratterizzano per unire la massima portata alla massima altezza nelle versioni con braccio più corto.

Ecco quindi che il modello Heavy Duty TF50.8, identico al TF45.11 tranne che per il braccio, è in grado di sollevare 5,0 ton a 8,00 metri di altezza.

IL TOP NON TRANSIGE

 

BOX_02_002La gamma Heavy Duty comprende, sia per il TF45.11 che per il TF50.8, due livelli di motorizzazioni che si differenziano anche per il tipo di trasmissione adottata e la cabina sospesa CS.

sinistraLe versioni base, dotate di trasmissione idrostatica a due rapporti, impiegano il Deutz da 3.600 cm3 e 90 kw (122 CV) Stage IIIb con DOC. Le versioni al top sono invece dotate del Deutz da 4.200 cm3 e 115 kW (156 CV) Stage IIIb con DPF e trasmissione idrostatica Merlo CVTronic a variazione continua. Si tratta di un sistema che adotta due motori idraulici di traslazione che lavorano singolarmente o in coppia a seconda della necessità del momento. L’incremento di coppia alle basse velocità è del 12 % rispetto alla soluzione tradizionale e l’accelerazione 0-40 km/h avviene in continuo senza necessità di passare dalla prima alla seconda.

L’idraulica di lavoro è regolata da un impianto Load Sensing con pompa a portata variabile e distributore Flow Sharing con pressione di 210 bar e portata di 146 l/min nel caso del motore da 122 CV e di 152 l/min con il motore da 156 CV.

 

CABINA: UN COMFORT  UNICO CON LA “CS”

 

BOX_03_001Le nuove cabine, omologate ROPS e FOPS Livello II di serie, hanno una serie di accorgimenti che le rendono adatte al confronto diretto con macchine come le pale gommate che, tradizionalmente, si sono sempre distinte per il comfort dell’operatore.

In particolare la cabina sospesa CS, altro brevetto Merlo che rende unici i sollevatori “made in Cuneo”, è una dotazione che permette un impiego in contesti fortemente produttivi dove gli spostamenti a pieno carico caratterizzano il tipo di lavoro da svolgere.

Disponibile di serie solo sulle versioni al top, ossia con motore da 156 CV e trasmissione CVTronic, ha una ammortizzazione con escursione verticale pari a 11 cm complessivi consentendo di assorbire le asperità del terreno anche nei contesti più difficili come cave, impianti di lavorazione inerti, impianti industriali e di trattamento rifiuti.

PRESTAZIONI, POLIVALENZA, COMFORT E SICUREZZA

BOX_04_001Brillano non solo il motore da 156 CV, la trasmissione CVTronic e il sistema di controllo Electronic Power Drive ma, anche e soprattutto, sia il sistema CDC (Controllo Dinamico del Carico) che il telaio con l’inclinazione idraulica laterale di +/- 10 %.

Entrambe le soluzioni sono di serie e permettono un impiego realmente dinamico e sicuro dei sollevatori che, da parte loro, forniscono all’operatore tutti gli strumenti per far fronte al lavoro in contesti duri e produttivi.

L’impiego dell’EPD, che permette di impostare i parametri di lavoro in modo quasi personalizzato sulle esigenze dell’operatore, aumenta la produttività soprattutto nelle operazioni in cui carico e trasporto del materiale è elemento fondamentale del ciclo produttivo.