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L’escavatore Cat® 374 Next Gen: produttività al top

L’escavatore Cat® 374 di nuova generazione offre agli appaltatori un’elevata produzione, una durata strutturale due volte superiore e fino al 20% in meno di costi di manutenzione rispetto al leader del settore che sostituisce, il 374F.

Brian Abbott

La chiave per la produzione è il nostro nuovo circuito di rotazione idrostatica dedicato“, ha affermato Brian Abbott, product manager mondiale per i grandi escavatori Caterpillar. “Il circuito consente la rigenerazione dell’energia del freno di rotazione e la gestione indipendente del flusso dell’olio nei cilindri. Per i proprietari e gli operatori, si traduce in una maggiore efficienza operativa e prestazioni più fluide e prevedibili quando si lavora con l’escavatore in multitasking.”

Sono disponibili tre modalità di funzionamento: Power, Smart ed ECO. La modalità Power è sempre la massima potenza. La modalità ECO riduce la velocità del motore e i tempi di ciclo mantenendo la forza di strappo. La modalità Smart elimina le congetture abbinando automaticamente il motore e la potenza idraulica alle condizioni di scavo, riducendo il consumo di combustibile e ottimizzando le prestazioni. Il regime motore si riduce automaticamente con la diminuzione della domanda idraulica, abbassando ulteriormente il consumo di combustibile.

Il sistema di raffreddamento dispone di una nuova ventola a velocità variabile progettata per entrare in funzione solo quando è necessario, riducendo il consumo di combustibile e assicurando la massima efficienza. Una funzione di inversione automatica agevola la rimozione dei detriti dalle masse radianti, migliorando ulteriormente l’efficienza.

La tecnologia è standard

Un’ulteriore chiave per la produzione è la tecnologia semplice e di facile utilizzo“, ha aggiunto Abbott. “La mettiamo a disposizione come attrezzatura standard. Di fatto, il 374 vanta l’offerta più completa del settore per tecnologia installata in fabbrica nella sua classe di dimensioni, il tutto per portare l’efficienza operativa di un proprietario a un livello molto più alto“.

Cat Payload aiuta gli operatori ad aumentare l’efficienza di carico con pesatura in movimento. Le stime del payload in tempo reale possono essere calcolate senza rotazione in modo da non sovraccaricare o sottocaricare i dumper. La porta USP del monitor consente agli operatori di scaricare i risultati da un singolo turno fino a 30 giorni di lavoro senza la necessità di una connessione Internet o di un abbonamento VisionLink®.

Cat Grade con 2D offre agli operatori una guida visiva per eseguire il livellamento tramite il monitor touchscreen standard in modo che possano effettuare tagli più precisi. Il sistema è predisposto per l’aggiornamento a Cat Grade con Advanced 2D o a Cat Grade con 3D per una maggiore precisione. Advanced 2D include un monitor touchscreen aggiuntivo per consentire la progettazione sul campo. Il 3D aggiunge il posizionamento GPS e GLONASS per una precisione millimetrica. La tecnologia di comunicazione incorporata del 374 rende più facile che mai connettersi a servizi 3D come Trimble Connected Community o Virtual Reference Station.

Lift Assist è una nuova funzione di sicurezza  del 374 che aiuta a prevenire il ribaltamento dell’escavatore. Lift Assist calcola rapidamente il peso del carico effettivo da sollevare e lo confronta con la capacità nominale dell’escavatore. Avvisi visivi e acustici mostrano e comunicano all’operatore se l’escavatore si trova entro un raggio di lavoro sicuro.

Che sia dotato di benna o martello, E-Fence 2D standard impedisce all’escavatore di uscire fuori dai punti definiti dall’operatore. Ciò aiuta a proteggere la macchina e altri oggetti da danni e riduce il rischio di multe legate alla suddivisione in zone o danni alle utenze sotterranee e fuori terra. Contribuisce inoltre a prevenire l’affaticamento dell’operatore riducendo l’oscillazione e lo scavo.

L’arresto automatico del martello nel 374 previene l’usura non necessaria dell’attrezzatura e della macchina. Dopo 15 secondi di funzionamento continuo, sul monitor viene visualizzato un messaggio di avviso; il martello si fermerà automaticamente dopo 30 secondi di funzionamento continuo.

Cat Product Link™ semplifica la gestione della macchina, fornendo un flusso costante di informazioni wireless disponibili attraverso l’interfaccia VisionLink online, che consente ai responsabili delle macchine in ufficio di valutare rapidamente le informazioni operative critiche.

Il riconoscimento dell’attrezzatura a richiesta consente di risparmiare tempo ed energia nella sostituzione degli accessori. Una semplice oscillazione di uno strumento collegato conferma la sua identità e regola automaticamente l’impianto idraulico ai parametri che l’operatore ha impostato per quello specifico strumento.

Il localizzatore di attrezzature Cat PL161 è un dispositivo Bluetooth® a richiesta che semplifica e accelera l’individuazione delle attrezzature e altri ingranaggi. Il lettore Bluetooth integrato sull’escavatore  374 o l’app Cat sullo smartphone localizzano automaticamente il dispositivo fino a una distanza di 91 metri.

Vodafone Business: gestione delle flotte con l’IoT

La gestione tecnologica delle flotte di veicoli aziendali è diventata sempre più centrale per aziende di ogni segmento e dimensioni: gli asset e i costi afferenti al parco macchine sono determinanti per la continuità di business dell’azienda.

Non stupisce che il mercato del fleet management cresca costantemente a due cifre, e secondo Berg Insight saranno ben 33 milioni i veicoli connessi appartenenti a flotte entro il 2022, in Europa e negli Stati Uniti.

A supporto delle aziende italiane Vodafone Business schiera Fleet Analytics, soluzione di Vodafone Automotive che è frutto della partnership con Geotab, società leader nei servizi di sicurezza e protezione, gestione dei dispositivi nel rispetto degli standard delle case auto.

La base tecnologica di Fleet Analytics è il device IoT Vodafone GO9, (composto da modem cellulare, modulo GPS e accelerometro) che viene collegato ai veicoli in pochi minuti tramite la porta ODB e con cui sarà possibile leggere i dati su dashboard totalmente personalizzabili sulla base dei parametri che si intende monitorare.

La soluzione Vodafone Business Fleet Analytics viene declinata in due diversi livelli di servizio: Base e Pro. Entrambi sono disponibili su Web e tramite App.

Due versioni a disposizione

La versione Base è già molto completa, offrendo informazioni in tempo reale su spostamenti, report completi che includono l’utilizzo, il tempo di inattività e l’utilizzo dopo l’orario di lavoro, oltre ad utili promemoria sulla manutenzione basata su tempo di guida e chilometri percorsi.

A supporto dei fleet manager ci sono anche le funzioni di geofencing (funzione che permette di delimitare un perimetro virtuale per l’uso dei veicoli, e che invia prontamente notifiche in caso di superamento dei confini stessi).

Particolarmente attuale l’EVSA: si tratta di uno strumento creato per aiutare le aziende ad individuare i veicoli della flotta che potrebbero essere sostituiti con veicoli elettrici.

La versione Pro aggiunge ulteriori importanti funzionalità, come la diagnostica avanzata: carburante, chilometri percorsi, guasti dei veicoli (motore, temperatura del liquido dei freni, pressione pneumatici, ricircolo dei gas di scarico EGR e altro ancora) e cinture di sicurezza.

Anche la manutenzione migliora ulteriormente, grazie ai promemoria basati sui parametri ricevuti dal motore.

Anche la batteria è sotto controllo

Si aggiunge anche la valutazione dello stato di salute della batteria: avviso di batteria scarica e monitoraggio della tensione quando il veicolo è spento, rilevamento della batteria scarica, porta aperta, luci accese e altro ancora.

Trattandosi di un componente fra i più soggetti a creare fermi dei veicoli, è facile immaginare la soddisfazione dei fleet manager nel poter contare su questa funzionalità.

Va sottolineata la presenza del rilevamento della collisione in tempo reale: accelerometro e giroscopio autocalibranti, memorizzazione dei dati di incidente, rilevamento dell’impatto con veicolo in sosta (rilevamento del movimento del veicolo a motore spento).

Sintetizzando, la versione Base permette di semplificare la gestione della flotta, riducendo al tempo stesso il fermo veicolo e ottimizzando i percorsi fatti.

Questo si traduce inoltre in una riduzione dell’impatto ambientale (tema di particolare popolarità), aiutando le aziende a raggiungere gli obbiettivi di sostenibilità delle emissioni senza influire negativamente sui KPI economici/finanziari.

Per le organizzazioni che optano per l’opzione Pro, si aggiungono i vantaggi derivanti dall’ottimizzazione dei costi della flotta. In particolare, riduzione del consumo di carburante e dei costi manutentivi, senza scordare la diminuzione dei costi assicurativi. Infine, ricordiamo l’aumentata sicurezza dei conducenti, aiutando gli stessi a migliorare le proprie abitudini di guida.

Semplice da installare

La soluzione proposta da Vodafone Business si distingue per la semplicità di installazione e setup, che non richiede più di 15 minuti, e al tempo stesso offre un numero pressoché illimitato di report e regole personalizzate.

L’accesso alla piattaforma di Fleet Analytics viene effettuato solo quando necessario e in i dati riportati sono di facile interpretazione.

Vodafone Business ha pensato fin dalla progettazione alla modularità grazie al singolo dispositivo installato, espandibile tramite una serie di accessori che permette di abilitare nuovi casi d’uso; la presenza di API pubbliche consente a partner e clienti di sviluppare software per integrare la piattaforma con i propri sistemi informativi.

Infine, punto di merito di Vodafone Business è aver proposto per prima sul mercato una soluzione che aiuti concretamente le organizzazioni nel processo di elettrificazione della propria flotta di veicoli.

Un Doosan DX530DM al lavoro all’oleificio Belloli

Quello della demolizione è un settore in grande fermento che ha visto una crescita del mercato sia in Italia che in Europa a cui Doosan ha risposto con una gamma di escavatori a grande sbraccio: il DX235DM, il DX530DM e il DX380DM che sarà lanciato nella prima metà di quest’anno.

La peculiarità di queste macchine sta nella loro flessibilità ed in particolare nella possibilità di passaggio, con estrema facilità, dal braccio da demolizione a quello da scavo e viceversa, rendendo così possibile eseguire lavori diversi sullo stesso cantiere, con la stessa macchina.

Gli escavatori da demolizione Doosan sono inoltre dotati di una particolare cabina a grande visibilità inclinabile fino a 30°, specificamente ideata per queste applicazioni ad alto sbraccio.

Il cantiere visto dall’alto

Queste prerogative sono state determinanti nella scelta del mezzo più idoneo per i lavori di demolizione dell’ex oleificio Belloli di Inveruno, in provincia di Milano, dove sorgerà il nuovo polo scolastico del paese. L’esigenza di mettere a norma gli edifici fatiscenti delle attuali scuole di Inveruno insieme alla necessità di riconvertire l’area dismessa dell’ex oleificio Belloli, chiuso da 20 anni, hanno portato alla decisione di realizzare un nuovo polo scolastico in quello spazio di 18mila metri quadrati situato in pieno centro.

DX530DM: un gigante da demolizione

I lavori di demolizione prevedono l’abbattimento dei due stabili del vecchio oleificio, in particolare la torre più piccola e l’imponente vecchio silos in calcestruzzo, dove venivano filtrati gli oli, di un’altezza di circa 32 metri e una dimensione di circa 12 mila mq.

Per una demolizione di questa entità e a tale quota, il mezzo ideale è risultato il DX530DM, il più grande escavatore da demolizione prodotto da Doosan, con  braccio da 29 metri e un diagramma di lavoro davvero imponente.

In questa demolizione top down il DX530DM, munito di pinza, ha iniziato ad abbattere dall’alto il fabbricato composto da strutture portanti a setti in cemento armato – travi e pilastri – e da spessi solai in laterocemento.

Come per tutta la gamma di escavatori da demolizione Doosan, anche il DX530DM offre la regolazione idraulica del sottocarro, estendibile fino a una larghezza massima di 4,37 metri per garantire stabilità ottimale, fondamentale in cantieri di questa portata. La larghezza del sottocarro può essere ridotta idraulicamente fino a 2,97 metri, misura utilizzata per il trasporto.

Al DX530DM con braccio da demolizione, sono stati affiancati altri due escavatori cingolati: un DX235-5 NLC, dotato di frantumatore e martello, e un DX300-5 LC con frantumatore impegnato nella demolizione della vasca in calcestruzzo.

Una volta ultimata la demolizione, il DX530DM si occuperà di eseguire lo scavo di sbancamento necessario per preparare il terreno a successive opere edilizie. All’escavatore da demolizione top di gamma verrà semplicemente sostituto il braccio da demolizione con il braccio da scavo, elevando al massimo la versatilità del mezzo in cantiere. Per facilitare il cambio del braccio, la macchina è fornita di uno speciale supporto con connessioni meccaniche e idrauliche rapide. Un azionamento a cilindri completa l’operazione spingendo i perni di bloccaggio in posizione.

Il design modulare di questa famiglia di escavatori permette inoltre due configurazioni di montaggio per il braccio escavatore, ampliando ulteriormente la versatilità della macchina che è quindi utilizzabile in tre diverse configurazioni.

Responsabile per la progettazione dei lavori di questa importante demolizione è Seli Manutenzioni Generali S.r.l, azienda milanese dall’esperienza di oltre 50 anni in ambito edile, che ha visto un’importante crescita della nuova Business Unit Demolizioni&Scavi, grazie alla comprovata esperienza di Ivano Perego, responsabile commerciale della divisione, e di tutto il suo staff.

I commenti

da sx: Alessandro Simoni, Senior Project Manager Seli Manutenzioni Generali S.r.l  – Divisione Demolizioni&Scavi; Danilo Palamini operatore Seli Manutenzioni Generali S.r.l; Ivano Perego, Responsabile Commerciale Seli Manutenzioni Generali S.r.l – Divisione Demolizioni&Scavi;, in cabina Ernesto Perego operatore Seli Manutenzioni Generali S.r.l

Ci affidiamo a DMO sia per l’acquisto che per il noleggio di mezzi Doosan che personalizziamo con i colori bianco e giallo che contraddistinguono la nostra flotta ” ha affermato Ivano Perego, direttore commerciale della divisione Demolizione&Scavi di Seli “La piena soddisfazione per le macchine Doosan ci ha portato a pianificare un piano di investimenti della recente Business Unit per poter disporre di un parco mezzi in grado di far fronte alle importanti commesse che stiamo acquisendo. Al momento Seli è attiva su 11 cantieri da demolizione su Milano e provincia, oltre a un importante cantiere nel cuore di Torino, in Piazza San Carlo, dove con macchine Doosan stiamo effettuando una demolizione per conto della Banca San Paolo.” Aggiunge Ivano Perego “Anche l’organico della Business Unit Demolizioni&Scavi è in netta crescita. Ad oggi abbiamo raggiunto 30 collaboratori tra operatori e maestranze. Prevediamo nel 2021 di avere un team di almeno 50 persone.

da sx: Gianmaria Lupis referente commerciale DMO per la Lombardia; Ivano Perego, Responsabile Commerciale Seli Manutenzioni Generali S.r.l – Divisione Demolizioni&Scavi

Come conferma Gianmaria Lupis, referente commerciale DMO per la Lombardia “Il rapporto commerciale di reciproco apprezzamento tra DMO e Seli sta continuando a tradursi in importanti forniture, ultime tra cui un DX380LC-7 da 40 ton e un DX490LC-7 da 50 tonnellate in consegna già il prossimo mese. I due nuovi escavatori Doosan sono estremamente robusti e produttivi, ideali per lavori impegnativi quali la demolizione. Alla vendita e noleggio, DMO affianca un’efficiente assistenza tecnica specializzata, sia presso l’officina di 2 mila metri quadri nella nuova sede di Melegnano, che direttamente in cantiere, con l’ausilio di officine mobili. Questo servizio è estremamente apprezzato da Seli e da clienti che continuano a rinnovare la loro fiducia a DMO, consentendole di raggiungere ogni anno ottime performance, anche in Lombardia.”

Gli investimento di Seli non si limitano al parco macchine. L’azienda milanese ha acquistato un’area di 20.000 m² per il deposito di materiali inerti, dove verranno montati degli impianti per il riciclaggio a norma. L’area è nel comune di Bernareggio, in provincia di Monza e Brianza. Nel nuovo deposito è già prevista l’introduzione di una nuova pala gommata Doosan.

Un altro successo in termini di produttività, efficienza e sicurezza per i mezzi Doosan che anche nei cantieri da demolizione più arditi, riescono a fare la differenza.

DGM nuovo distributore di Atlas Copco

Atlas Copco ha acquisito DGM srl, distributore italiano di apparecchiature di area compressa e servizi correlati. I clienti dell’azienda sono principalmente imprese industriali attive in Veneto, nell’area nord-est d’Italia.
DGM è un’azienda privata nata nel 1972 e consta di 21 dipendenti. L’azienda si trova nella città di Sovizzo, in provincia di Vicenza.

Juan Manuel Tejera

DGM ha costruito una solida base clienti nell’importante regione industriale del
Veneto” ha dichiarato Juan Manuel Tejera, General Manager Atlas Copco Italia
Business Area Compressor Technique. “Con questa acquisizione avremo l’opportunità
di aumentare il nostro servizio e la nostra presenza sul mercato”.

Fabio Bischi, General Manager DGM

Il prezzo d’acquisto sostenuto da Atlas Copco non è stato  divulgato. L’azienda di Sovizzo entrerà a far parte della Business Area Compressor Technique all’interno di Atlas Copco Italia srl e adotterà gli strumenti e la strategia della Business Area Compressor Technique.

Un grande Gruppo

Il Gruppo Atlas Copco in Italia ha sede a Cinisello Balsamo (MI) e conta 1500 dipendenti. In Italia, l’azienda commercializza circa 17 brand avvalendosi di 6 stabilimenti produttivi e 10 Customer Center per la vendita e il supporto ai clienti italiani e non.

Il piano strategico di Atlas Copco coincide con l’ambizione di DGM di diffondere il suo modello di efficientamento di aria compressa nei comparti industriali. Una vasta gamma di prodotti, l’innovazione continua e la solidità finanziaria di Atlas Copco sono garanzia per l’esecuzione dei piani ci crescita di DGM.

E’ arrivato il nuovo Porter NP6 di Piaggio

Il Gruppo Piaggio (PIA.MI) ha presentato nel corso di una première internazionale online, la nuova gamma di veicoli commerciali leggeri a quattro ruote: il nuovo Porter NP6, primo city truck, in grado di unire dimensioni compatte a una portata straordinaria, con motorizzazioni esclusivamente eco-friendly.

“La mobilità e le abitudini di acquisto e trasporto sono in rapida mutazione, e di pari passo il Gruppo Piaggio evolve la propria gamma prodotti anticipando nuovi trend”, ha commentato Roberto Colaninno, Presidente e AD del Gruppo Piaggio. “Oggi il DNA del Gruppo Piaggio si evolve ulteriormente, rinnovando il Porter, storico nostro veicolo ad uso commerciale, adeguandolo alle nuove esigenze di mobilità urbana. Porter NP6 è l’apice dello sviluppo strategico di Piaggio Commercial, nostra fondamentale linea di business che si affianca a quella delle due ruote e a quella della robotica, e ci permetterà di rafforzare la nostra posizione nel mercato dei veicoli commerciali leggeri e di crescere a livello internazionale”, ha concluso il Presidente e AD Colaninno.

Ideale per lavorare in città

Le dimensioni compatte (la cabina è larga solamente 1,64 metri) e le nuove motorizzazioni da 1.498 cc Euro 6D Final CombiFuel benzina\GPL e benzina\metano, fanno del Piaggio Porter NP6 il veicolo ideale per il lavoro in città, per la consegna dell’ultimo miglio e per il trasporto di merci a corto e medio raggio. Inoltre, le motorizzazioni CombiFuel sono disponibili in due differenti versioni, a seconda dell’autonomia GPL o metano di cui si necessita: Short Range, dedicata a un uso prevalentemente urbano, e Long Range, sviluppato per svolgere attività più impegnative grazie ad una maggiore autonomia e ad una portata superiore.

Rispetto al precedente veicolo il Piaggio Porter NP6 è dedicato a un target più ampio, grazie all’incremento della portata utile, che cresce fino a circa il 30%, e all’elevata allestibilità.

Una gamma completa e versatile

La gamma Porter NP6  è estremamente completa, versatile e personalizzabile in centinaia di varianti. I modelli sono tre, due con pianale (fisso o ribaltabile), e uno chassis per supportare i più variati allestimenti.

È un veicolo commerciale progettato per massimizzare la capacità di carico senza rinunciare alla compattezza e all’agilità, aumentando al contempo la sicurezza e il comfort a bordo.

A livello di portata a telaio le versioni con ponte posteriore a ruote singole possono supportare fino a 1.275 kg, mentre quelle con ruote gemellate superano i 1.600 kg, riuscendo a trasportare carichi ben superiori al proprio peso e mantenendo una massa a terra non superiore ai 2.800 kg.

La nuova gamma di Porter NP6 è prodotta negli stabilimenti Italiani di Pontedera del Gruppo Piaggio ed è distribuita nei principali Paesi europei attraverso una rete dedicata, ad elevata specializzazione nella vendita e nell’assistenza di veicoli commerciali, orientata alla massima soddisfazione del cliente.

A seconda delle configurazioni, il Piaggio Porter NP6 sarà venduto con un posizionamento competitivo e prezzi, franco concessionario e de-tax, a partire da poco più di 15.000 € nella versione benzina\GPL.

Anche gli algoritmi sbagliano

Gli algoritmi hanno un ruolo sempre più importante nella vita dell’uomo, ne guidano le decisioni e ne condizionano le riflessioni. Ma quali sono i rischi che si celano dietro questa evoluzione del rapporto tra macchina e uomo?

Lo spunto di riflessione è offerto da un articolo di Timandra Harkness (già autrice del libro “Big Data. Does Size Matter?” ) pubblicato sulla rivista britannica on line Unherd.

Che parte da una constatazione: gli algoritmi non sono infallibili e spesso commettono errori, quindi la tecnologia non è perfetta. Pensiamo a quelli per il riconoscimento facciale che spesso sbagliano a classificare i volti di donne nere, indicandoli come volti maschili. Ed è già capitato in passato che il riconoscimento di una telecamera si sbagliasse, finendo per accusare di un crimine la persona sbagliata.

Da qui l’articolo arriva al cuore della riflessione: “Non è solo che i programmi non sono abbastanza intelligenti, è che non condividono i nostri valori. Più deleghiamo le nostre decisioni alle macchine e più sarà necessario avere una tecnologia affinata, sofisticata, capace di sobbarcarsi una mole di lavoro sempre maggiore, quindi con un peso maggiore“, scrive l’autrice.

Riciclaggio a freddo: nuovo impianto Wirtgen

L’impianto mobile per riciclaggio a freddo KMA 240(i) è in grado di trattare ecologicamente 240 t di conglomerato all’ora a partire da diversi materiali edili. Con questa soluzione performante, Wirtgen contribuisce in modo sostenibile a fare sì che i materiali edili riciclati rientrino nel ciclo della costruzione stradale sotto forma di conglomerati pregiati. Le nuove superfici stradali e industriali così costruite si caratterizzano per l’alta portanza, per la resistenza alla deformazione e per la lunga durata utile.

L’impianto di miscelazione per il riciclaggio a freddo KMA 240(i) produce immediatamente un conglomerato a freddo stendibile ed è adatto alla produzione di diversi tipi di strati di base legati. Così, oltre agli strati di base in misto cementato (HGT) e al calcestruzzo compattato a rullo (RCC = roller compacted concrete), è possibile produrre anche strati bi base legati con bitume (con emulsione o bitume schiumato). La gamma applicativa dei diversi conglomerati a freddo va dalla costruzione di autostrade alla costruzione di strade e vie, fino alla costruzione di parcheggi o superfici industriali.

20 t di conglomerato ogni 5 minuti

L’impianto di miscelazione per il riciclaggio a freddo è montato su un semirimorchio a pianale ribassato e dispone di una stazione motore autonoma. Questa configurazione mobile consente di trasferire l’impianto in modo flessibile da un cantiere all’altro e di installarlo rapidamente. Nel nuovo impianto di miscelazione per il riciclaggio a freddo, Wirtgen combina i vantaggi del precedente modello KMA 220(i), vincente in tutto il mondo, con una prestazione di miscelazione maggiore e con un innovativo sistema di dosaggio del cemento con auto-calibrazione automatica tramite pesatura statica.

Il potente motore diesel a 6 cilindri è progettato per l’alta prestazione di miscelazione fino a 240 t/ora. Grazie a un alloggiamento isolato in modo efficiente, le sue emissioni sonore sono inoltre ridotte. Il motore può funzionare fino a due giorni in modo assolutamente economico con un solo pieno del serbatoio. Le contenute emissioni sonore permettono di eseguire anche interventi in aree urbane.

Con una capacità oraria di 240 t/h, l’impianto sforna ogni 5 minuti 20 t di conglomerato, una quantità sufficiente a riempire completamente il cassone di un mezzo pesante. In questo modo, ogni giorno è possibile realizzare dei lotti di strato di base in misto cementato o bituminoso per una lunghezza di 1400 m, con una larghezza operativa di 4 m e uno spessore di stesa di 15 cm.

Maggiori capacità di miscelazione

Il KMA 240(i) convince per il trattamento delle più svariate materie prime non leganti, che le pale caricatrici gommate versano nel dosatore dell’impianto attraverso le griglie vibranti. In questo modo è possibile produrre conglomerati a freddo a partire dalle più svariate nuove miscele di granulometrie o da diversi materiali di recupero e leganti. Quali materiali edili possono essere impiegati ecologicamente l’asfalto fresato, tutti gli altri materiali non leganti recuperati dalla vecchia sovrastruttura stradale e i materiali ottenuti dal trattamento di riciclaggio. Il riutilizzo al 100% garantisce risparmi di CO2 ed energia con costi edili e tempi di costruzione minimi.

Ecologico, economico, versatile

La tecnologia di riciclaggio a freddo di Wirtgen è un procedimento di risanamento economico e rispettoso del clima, che può avvenire in plant o in situ – in questo caso, il manto ammalorato viene asportato da un treno di riciclaggio mobile, trattato sul posto e steso immediatamente.

Se la strada verso il mescolatore è troppo lunga o il cantiere non soddisfa i requisiti logistici per un treno di riciclaggio, la soluzione è spesso il riciclaggio a freddo in plant. Con questo procedimento, nelle immediate vicinanze del cantiere viene installato un impianto mobile di riciclaggio a freddo (KMA). Ciò permette di risparmiare tempo e capacità di mezzi pesanti, oltre a ridurre in misura significativa l’impatto sull’ambiente: in questo modo, attraverso il trattamento a freddo, è possibile ridurre le emissioni di CO2 fino al 70%, ridurre il numero di trasporti del 90% e abbattere i costi di cantiere fino al 40%. Inoltre, i pregiati materiali edili vengono riutilizzati fino al 100%.

Midac: un piano di interesse europeo

Midac, tra i partecipanti al secondo Importante Progetto di Interesse Comune Europeo (IPCEI) sulle batterie di nuova generazione, ottiene un investimento complessivo di 104 milioni di euro per tre progetti innovativi. Nascerà così tra Soave e Cremona il primo impianto di produzione batterie litio integrato in Italia

In Europa c’è un’industria che continua a investire e creare posti di lavoro: quella delle batterie agli ioni di litio. Favorendo la transizione dai combustibili fossili verso un’energia più pulita, questa filiera risponde pienamente all’ambizioso obiettivo europeo del Green Deal, che mira alla neutralità climatica nel 2050. Per sostenere questo settore strategico, la Commissione Europea ha dato il via libera alla seconda tranche di finanziamenti per Importanti Progetti di Comune Interesse Europeo (IPCEI) sulle batterie di nuova generazione (2,9 miliardi di euro), attribuiti dopo attenta selezione a 42 aziende europee del settore. Una di queste è Midac Batteries spa, fondata da Santo Mastrotto e guidata da Filippo Girardi, presidente e AD, che ha ottenuto il via libera per lo sviluppo di tre progetti innovativi relativi alla produzione, al riutilizzo e alla gestione sostenibile del fine vita delle batterie al litio. Questi progetti permetteranno all’azienda di realizzare il primo impianto di produzione batterie litio integrato in Italia, per un investimento complessivo di 104 milioni di euro. L’azienda così sarà in grado di produrre le proprie batterie al litio con il riutilizzo delle materie prime derivanti dal riciclo delle batterie esauste, conformemente ai principi della circolar economy, garantendo così il rispetto della filosofia “verde” di Midac.

I tre progetti in dettaglio

In particolare, il primo progetto riguarda il processo di selezione e recupero delle batterie a fine vita, che consente di inviare quelle non riutilizzabili ad un impianto di riciclo con una capacità pari a 30.000 ton/anno e di utilizzare quelle ancora funzionanti in applicazioni less demanding. In questo modo le batterie possono vivere una seconda vita, riducendo l’impatto ambientale e aumentando le percentuali dei materiali recuperati dal 60% a oltre il 90%. Le attività di riciclo e riuso saranno sviluppate in collaborazione con aziende partner, tra le quali Enel X.

Il secondo progetto riguarda lo sviluppo di un nuovo impianto di produzione delle celle basata sulla tecnologia di terza e quarta generazione, che consentono ricariche più rapide, autonomia e sicurezza maggiori. Queste saranno poi destinate al nuovo reparto di assemblaggio batterie di Soave e a quello di Cremona da utilizzare in applicazioni automotive, Material Handling e di reserve power.

Il terzo progetto è relativo allo sviluppo dell’elettronica di gestione delle batterie, che, grazie all’ausilio dell’intelligenza artificiale, permetterà di allungarne la vita. Le batterie saranno dotate anche di sistemi IoT per facilitarne l’uso da parte dei clienti finali.

Il commento

Il piano di realizzazione del nuovo impianto, della durata complessiva di 7 anni, rappresenta un’irripetibile occasione per l’azienda e per l’intero comparto italiano ed europeo per ricavarsi un ruolo da protagonista nel settore della tecnologia di accumulo agli ioni di litio, e per sviluppare, anche in Europa, l’intera filiera tecnologica che ruota attorno a questa tecnologia così strategica.

Filippo Girardi

Siamo entusiasti ed orgogliosi di poter fornire, anche grazie a questo progetto, il nostro contributo per lo sviluppo della filiera tecnologica del litio in Europa – sottolinea il Presidente Filippo Girardi – e di poter continuare a perseguire i nostri obiettivi di innovazione e sostenibilità ambientale nel comparto delle batterie. Ringraziamo il Ministero dello Sviluppo Economico per averci supportato in tutte le fasi del progetto e la Commissione Europea per l’opportunità di crescita che ha offerto alla nostra società con l’approvazione del nostro progetto, avendolo ritenuto degno e utile allo sviluppo dell’intera comunità europea”.

Chi è Midac

Midac spa, al primo posto in Italia per la produzione di batterie industriali per carrelli elevatori e al secondo per la produzione di batterie di avviamento per automobili e camion, ha sede principale a Soave (VR), uno stabilimento a Cremona e uno a Torino. Nata nel 1989 per volontà di Santo Mastrotto, fondatore dell’omonimo gruppo, uno dei più importanti riferimenti mondiali nel settore della lavorazione di pelli, dal 1992 è specializzata nella produzione di accumulatori piombo-acido per avviamento e per trazione elettrica. Il processo di internazionalizzazione – iniziato nel 2001 con la fondazione di Midac Deutschland, proseguito nel 2004 con la creazione della nuova filiale Midac France, nel 2011 Midac Nederland, nel 2012 Midac United Kingdom, nel 2014 Midac Australia e con l’acquisizione della svedese Batteriunion AB, oggi Midac Nordic – ha portato l’azienda a divenire leader a livello europeo ed a iniziare a ritagliarsi uno spazio a livello mondiale.

La nuova gru multistrada Demag® AC 80-4

Una gru da 80 tonnellate non è una novità per Demag, non si può infatti dimenticare il modello AC 80-2. “Il successo mondiale ottenuto da quel modello ci ha dimostrato il grande interesse esistente per una gru con questo tipo di capacità di sollevamento. Un gran numero di clienti ha infatti ribadito più volte il valore di quella gru. È questo il motivo che ci ha spinto ad aggiungere la gru AC 80-4 alla nostra gamma di prodotti nel segmento fino a 100 tonnellate“, spiega Michael Klein, Product Marketing Manager. La nuova gru Demag punta a obiettivi davvero elevati in termini di potenza e prestazioni e, sotto molti aspetti, supera anche i modelli nella classe 90 tonnellate.

Il lungo braccio base di ben 60 metri della gru Demag AC 80-4 consente, con alcune configurazioni, di raggiungere lo sbraccio più lungo nella classe fino a 120 tonnellate. Ma non è tutto. Nella classe fino a 100 tonnellate, nessun’altra gru si avvicina alla sua capacità di sollevamento con braccio completamente esteso entro un raggio di 30 metri: la gru AC 80‑4 è in grado di sollevare ben 5,4 tonnellate con un raggio di 14 metri! Alza inoltre il livello di prestazioni con il braccio base esteso fino a 50 m: Con un raggio di dieci metri, è in grado di sollevare 9,7 tonnellate, ovvero 2,2 tonnellate in più rispetto al suo concorrente più potente. Anche sotto il profilo della potenza di tiro, la gru Demag AC 80-4 si posiziona in testa al gruppo: Con 66,9 kN, o 6,8 tonnellate, non ha rivali nella sua categoria.

Ideale per carichi pesanti

Se non bastasse la lunghezza del braccio base di 60 metri, lo sbraccio può essere incrementato con una prolunga di 6,5 metri, inclinabile di 25° e 50°. La sua generosa capacità di 23,8 tonnellate consente l’uso della gru per sollevare carichi pesanti sopra gli ostacoli. Poiché la prolunga può essere ripiegata e trasportata sul braccio base, risulta pronta per l’uso in modo particolarmente rapido. Inoltre, per la gru Demag AC 80-4 è disponibile un runner di 1,50 metri con una capacità di 26,6 tonnellate. Ciò rende la gru AC 80-4 ideale per l’uso all’interno di edifici. Il braccio base può essere abbassato fino a 3° al di sotto della sua posizione orizzontale, in modo da installare le prolunghe in modo rapido e sicuro, eliminando facilmente la necessità di lavori in quota.

La più compatta della sua categoria

Tutte le gru multistrada Demag sono caratterizzate da un design compatto e la nuova gru AC 80-4 non fa eccezione: quasi tutte le sue dimensioni sono più ridotte rispetto ad altre gru a quattro assi della sua categoria. La lunghezza totale è 12,15 metri, la lunghezza del carro è 10,60 metri, l’altezza non supera i 3,85 metri e lo sbalzo anteriore non è da meno, solo 1,49 metri. “Insieme alla sua larghezza di soli 2,55 metri, la gru AC 80-4 è la più idonea al lavoro in cantieri stretti rispetto a qualsiasi altra gru della sua categoria“, dichiara Michael Klein, sottolineando questo vantaggio fondamentale del concetto alla base del nuovo modello Demag.

La gru AC 80-4 non deve arrivare fino al cantiere per dimostrare le sue qualità, lo fa già mentre è in viaggio. Ciò è dovuto tra l’altro al sofisticato design del contrappeso, che consente di raggiungere un massimo di 17,7 tonnellate. Su strada, può trasportare direttamente fino a 9,3 tonnellate di tale contrappeso, pur mantenendosi sotto il limite di carico di 12 tonnellate per asse, e includendo anche il trasporto del falcone ripiegabile da 6,5 metri. Questa configurazione prevede infatti un bozzello a tre pulegge. “Con questa dotazione, la gru AC 80-4 consente di eseguire autonomamente un’ampia gamma di sollevamenti in molti paesi europei, senza richiedere l’uso di costosi veicoli ausiliari“, sottolinea con orgoglio Michael Klein. Anche quando resta al di sotto del limite di carico per asse di dieci tonnellate, può trasportare 3,3 tonnellate di contrappeso. Ciò significa che può attraversare ponti con un limite di peso di 10 tonnellate senza problemi, evitando in molti casi deviazioni che fanno perdere del tempo.

Motore e trasmissione Mercedes-Benz

La gru AC 80-4 è dotata di un potente motore diesel Mercedes-Benz per spostamenti e operazioni efficienti. Il motore genera una potenza massima di 340 kW (462 PS), erogando una coppia massima di 2.200 Nm. Basato su una tecnologia all’avanguardia, è conforme ai requisiti sulle emissioni EU Stage V. La trasmissione Mercedes-Benz G230-12, con organi di trasmissione dello stesso produttore, provvedere a erogare la potenza del motore per gli spostamenti su strada. Con dodici marce avanti e due retromarce, sterzatura integrale di serie e due o tre assi motori, la gru AC 80-4 è perfetta per ogni sfida sui terreni accidentati nei cantieri, ma anche per gli spostamenti veloci su autostrade e strade a lunga percorrenza.

Le innovazioni Demag

Una volta sul cantiere, il nuovo Demag Surround View facilita il lavoro di posizionamento della gru AC 80-4. Questo sistema, brevettato, utilizza le quattro telecamere della gru per mostrare un diagramma computerizzato della possibile estensione degli stabilizzatori, oltre al raggio di rotazione del contrappeso nella posizione attuale della gru.

Demag Surround View supporta il conducente anche durante gli spostamenti su strada verso il cantiere. Le telecamere forniscono immagini delle aree laterali della gru durante le svolte, facilitando le manovre e permettendo di rilevare ciclisti, pedoni o altri ostacoli. Questa funzione si attiva automaticamente quando si aziona l’indicatore.

La gru AC 80-4 è dotata anche dell’innovativo sistema di controllo Demag IC-1 Plus, considerato da molti il principale sistema di controllo per gru sul mercato. Durante il funzionamento, il sistema IC‑1 Plus calcola la capacità di sollevamento della gru per ogni posizione del braccio, in base all’angolo di rotazione della torretta. In questo modo è sempre possibile sfruttare la massima capacità di sollevamento disponibile, con qualsiasi configurazione degli stabilizzatori, comprese quelle asimmetriche.

Un vantaggio che diventa esponenziale in combinazione con Flex Base, il sistema che consente di estendere gli stabilizzatori in qualsiasi punto entro la loro portata, sfruttando tutto lo spazio disponibile fino agli ostacoli circostanti, anche quando è richiesta una configurazione asimmetrica. Ciò permette di utilizzare la massima capacità di sollevamento in ogni situazione, un aiuto impagabile, in particolare in cantieri con limitazioni di spazio. Permette inoltre alla già potente AC 80-4 di effettuare sollevamenti in genere riservati a gru più grandi e in luoghi che queste gru non sarebbero in grado di raggiungere, per le loro dimensioni. Il display grafico ampliato offre ogni comodità: è progettato sotto forma di radar della capacità e fornisce agli operatori informazioni aggiuntive sulla capacità di sollevamento entro la portata di lavoro, tenendo conto della posizione del braccio e del raggio di rotazione. Inoltre, la funzione rilevamento automatico del contrappeso supporta gli operatori della gru  selezionando il contrappeso che è stato impostato, poiché IC‑1 Plus lo rileverà automaticamente.

Oltre al sistema di controllo IC-1 Plus, la gru è munita della soluzione telematica IC-1 Remote, che consente ai proprietari di leggere e diagnosticare in remoto tutti i dati importanti della gru AC 80-4, integrando quest’ultima nel sistema di gestione della flotta.

La dotazione della gru AC 80-4 è stata completata con la soluzione E-Pack, vincitrice del riconoscimento ESTA. Questo sistema elettroidraulico è progettato per essere collegato alla gru. Utilizza un motore elettrico integrato da 32 kW per permettere alla gru di operare in modo estremamente silenzioso e a zero emissioni. E-Pack è adatto ad applicazioni che richiedono l’uso di gru all’interno di edifici, in aree urbane densamente popolate e lavori notturni in aree residenziali.

Mesaroli Logistica sceglie Schmitz Cargobull

Le aziende d’eccellenza scelgono per il loro business prodotti top di gamma. E’ il caso della Mesaroli Logistica di Trevenzuolo (Verona), società specializzata nel trasporto e nella logistica delle merci deperibili in regime di temperatura controllata, che ha in flotta oltre 200 semirimorchi isotermici S.KO COOL di Schmitz Cargobull, tutti dotati di unità refrigerante S.CU del costruttore tedesco.

Sono veicoli stradali, intermodali per il trasporto combinato strada-ferrovia con sagoma P400 e versioni Pharma per la movimentazione di preparati farmaceutici.

Incontro tra leader

Vittorino Mesaroli

Per la maggior parte si tratta di isotermici mono-temperatura, con doppio piano di carico e altezza utile interna di 2,7 metri, che accumulano percorrenze attorno ai 150mila chilometri l’anno. “L’incontro con Schmitz Cargobull – spiega Vittorino Mesaroli, Amministratore delegato della società – ci ha fatto scoprire un leader di mercato con un prodotto industriale hi-tech, rispondente ai nostri requisiti. Che includono, oltre alle caratteristiche tecniche dei veicoli, la velocità, la puntualità e la programmazione delle tempistiche di consegna.

In passato, abbiamo messo a disposizione di Schmitz la nostra esperienza nel settore dei trasporti in ATP per la messa a punto delle prime unità del gruppo refrigerante S.CU, che ha dimostrato buone performance su strada, abbinate a un servizio d’assistenza veloce ed accurato”.

Esigenze speciali

Non possiamo permetterci fermi-macchina non programmati poiché trasportiamo  prodotti deperibili con una shelf-life ridotta, che non consente di posticipare le consegne. Per questa ragione, alla sede di Trevenzuolo lavoriamo su più turni ininterrottamente nell’arco delle 24 ore, tutti i giorni dell’anno. Dei semirimorchi S.KO COOL e dei gruppi frigo S.CU abbiamo apprezzato anche la telematica. Che, oltre a tracciare i parametri di funzionamento dell’intero veicolo e a tenere sotto controllo l’apertura e la chiusura delle porte, segnala precocemente eventuali problematiche. Il che ci consente, attraverso la centrale operativa di Schmitz Cargobull, di prevenire guasti su strada. Obiettivo, quest’ultimo, raggiunto anche con gli interventi manutentivi periodici eseguiti dalla nostra officina interna, nell’ambito del contratto di cinque anni full-service che copre tutti i gruppi frigoriferi S.CU.

Un altro fattore di rilievo nella scelta dei semirimorchi sta nel fatto che con la componentistica Schmitz, dalla cella isotermica al frigo agli assali, abbiamo un solo interlocutore per l’intero veicolo”.

Progetti per il futuro

Mesaroli intende sviluppare il parco trattori con motorizzazioni a metano liquefatto (Lng), potenziare le attività di logistica – è prevista l’apertura di una nuova piattaforma il prossimo anno – e quelle di consegna dell’ultimo miglio, per le quali la sede di Trevenzuolo è già predisposta.

La Mesaroli ha iniziato la propria attività nel 1948, specializzandosi nella movimentazione di animali vivi dalla Francia all’Italia. A questo settore d’attività si è aggiunto nei primi anni ’90, per iniziativa dell’attuale Amministratore Vittorino Mesaroli, il business del trasporto di prodotti deperibili in regime di temperatura controllata. Dapprima a carattere nazionale, soprattutto nelle regioni del Nord Est e nell’Italia centrale fino a Roma, poi, da metà degli anni ’90, in ambito internazionale, prevalentemente verso la Francia, la Germania e l’Inghilterra.

Oltre alla sede di Treverzuolo, la Mesaroli Logistica può contare sulle filiali in Croazia, Repubblica Slovacca e, più recentemente, in Inghilterra.

Oggi l’azienda veronese è una realtà con oltre 700 addetti e un parco mezzi di 400 fra trattori e motrici, tutti Euro VI, e 350 semirimorchi.

La flotta della Mesaroli ha gestito lo scorso anno 54.700 spedizioni, accumulando una percorrenza totale superiore a 51milioni di chilometri.