Home Blog Pagina 178

Con Deutz Italy voglia di futuro

Deutz Italy e Faresin hanno sottoscritto un accordo di partnership che è anche un possibile modello di evoluzione per l’intero settore delle macchine per il construction. Ne parliamo con Rudi Alborghetti, Aftersales & Service Director di Deutz Italy.

E’ una formula di collaborazione inedita e innovativa. Pensata per portare le tradizionali relazioni fra OEM e costruttori di macchine operatrici su nuovi livelli di efficienza e operatività. A lanciarla sono due brand come Deutz Italy e Faresin, il primo fra i più prestigiosi costruttori di motori a livello mondiale, la seconda una solida realtà nel settore del sollevamento, che hanno recentemente siglato un importante contratto di cooperazione strategica per la distribuzione di ricambi e per estendere il servizio di assistenza tecnica sulle macchine Faresin in Lombardia.

Grazie a questo accordo si rafforzerà la presenza sul territorio dell’assistenza post-vendita, rendendo più veloce e puntuale il servizio al cliente, e al tempo stesso Deutz Italy diventerà un centro autorizzato Faresin. In questa veste, Deutz potrà rivendere i ricambi originali e effettuare operazioni di manutenzione e riparazione non solo sui motori Deutz installati sui carri miscelatori e i sollevatori telescopici Faresin, ma anche sull’intera macchina. Commentando la firma dell’accordo Giulia Faresin, Operations Manager dell’azienda, aveva già sottolineato come Faresin stia investendo molto nelle soluzioni digitali 4.0 e nel potenziamento dei supporti agli utilizzatori, e che in questa ottica l’accordo con Deutz è finalizzato a intervenire proprio sulla capillarità territoriale delle officine autorizzate, consentendo al service di raggiungere più facilmente i clienti lombardi abbreviando i tempi di intervento e riparazione. Per conoscere più nel dettaglio come si svilupperà dal punto di vista operativo questa nuova partnership abbiamo incontrato Rudi Alborghetti, Aftersales & Service Director di Deutz Italy.

Partnership win win

Rudi Alborghetti

La formula di collaborazione che avete scelto è per certi versi inedita nel nostro paese: su quali basi è nato questo accordo?

Deutz era da tempo fornitore di motori diesel per le macchine Faresin, ma come lei ha sottolineato questa partnership introduce importanti elementi di novità nei tradizionali rapporti fra OEM e costruttore, e in particolare scaturisce da una visione strategica da noi sviluppata in questi ultimi anni. Visione che a sua volta deriva dal fatto che Deutz è un costruttore di motori “puro”, e non disponendo di un mercato captive da alimentare si contraddistingue per una naturale proiezione verso quello esterno. Per quanto riguarda in particolare l’assistenza, pur avendo sempre lavorato esclusivamente sui motori installati sulle macchine Faresin abbiamo sviluppato nel tempo una approfondita conoscenza delle loro caratteristiche, e questo, unitamente al fatto che l’area dell’assistenza e manutenzione rappresenta una voce sempre più importante sia in termini di supporto al cliente che di fatturato, è stato il punto di partenza da cui ha avuto origine questo nuovo modello di collaborazione. In base all’accordo, in particolare, Deutz Italy si occuperà degli interventi sulla totalità della macchina, formando a questo scopo in collaborazione con Faresin uno staff di tecnici specializzati e mettendo a disposizione dell’azienda la propria capillare rete di assistenza con importanti vantaggi reciproci. Da un lato, Faresin accrescerà nettamente la sua presenza sul territorio, dall’altro Deutz, oltre ad occuparsi dell’assistenza, diventerà dealer autorizzato del marchio. In questa prima fase i servizi di assistenza e vendita ricambi sono erogati esclusivamente dalla nostra officina centrale, ma l’accordo prevede una progressiva estensione della formula a tutti i centri della rete di Deutz Italy. Tutto questo in linea con una progressiva evoluzione del mercato che vede la macchina operatrice come una commodity e il service in posizione sempre più strategica sia in termini di supporto al cliente che di redditività.

L’evoluzione del motore secondo Deutz

Il polo produttivo Deutz a Colonia

A questo proposito, il settore motoristico ha vissuto in questi anni una serie di importanti trasformazioni stimolate dal continuo aggiornamento degli step regolamentari in materia di emissioni: qual è lo stato dell’arte, e in quale direzione si sta evolvendo il motore termico in casa Deutz?

Salvo pochissime eccezioni tutte le nostre gamme di propulsori sono allineate allo Stage V e il prossimo orizzonte, comunque ancora piuttosto lontano nel tempo, è lo Stage VI. Parallelamente a questa linea di sviluppo oggi l’attenzione è focalizzata soprattutto sulle tecnologie ibride e full electric, con formule che nell’ottica di una progressiva riduzione dell’utilizzo di combustibili fossili sono orientate a un calibrato downgrade delle cilindrate e delle potenze a parità di prestazioni, tendenza ormai sperimentata con successo sui tradizionali motori endotermici, con un utilizzo del propulsore eminentemente dedicato alla carica dei pacchi batterie a bordo macchina è un’usura nettamente inferiore in quanto quest’ultimo lavora prevalentemente a regime costante e in maniera più efficiente. Naturalmente il fronte di questi sviluppi è molto articolato e coinvolge molteplici tecnologie, ma in linea generale questo è l’orizzonte su cui si stanno concentrando gli sforzi del settore motoristico, anche in collaborazione con alcuni importanti costruttori. Ci sono poi tecnologie futuribili come quelle basate sull’alimentazione a idrogeno, estremamente promettenti ma che richiederanno ancora diverso tempo per entrare nella fase di produzione industrializzata per motivi legati soprattutto a costi di produzione e disponibilità di rete. Si tratta comunque di una soluzione dalle grandi potenzialità e su cui Deutz sta investendo in maniera importante: al momento è già stato realizzato un prototipo da 200 kW di potenza, e altri sono già in fase di sviluppo.

Si guarda al futuro

Da parte dei costruttori con cui lavorate c’è sensibilità verso queste evoluzioni tecnologiche?

Dipende molto dal settore di applicazione. Nell’ambito della logistica, ad esempio, la presenza dell’elettrico è ormai una realtà consolidata da decenni in quanto questa alimentazione presenta caratteristiche ideali per questo ambito operativo sia in termini di performance che di assenza di emissioni, mentre il settore industrial è al momento focalizzato soprattutto sull’implementazione di questa tecnologia sulle macchine di piccola taglia, principalmente per motivi legati a potenze e curve di erogazione oltre che alla effettiva disponibilità di punti di ricarica. In ambito cittadino, ad esempio, il miniescavatore elettrico trova un utilizzo ideale ed è ormai una realtà, come del resto dimostrano le sempre più numerose proposte presenti sul mercato, sia ibride che full electric, e in questo segmento le prospettive di sviluppo sono senza dubbio molto interessanti. Salendo a quelli superiori, invece, le tecnologie attualmente disponibili non sono ancora sufficientemente sviluppate per permettere l’implementazione dell’alimentazione elettrica a profili di carico e di utilizzo che al momento possono ancora essere soddisfatte solo dal tradizionale motore endotermico. In linea generale non c’è comunque dubbio che fra le tecnologie alternative questa sia quella concretamente più promettente, e in questa ottica Deutz ha compiuto importanti investimenti, anche attraverso l’acquisizione di realtà esterne, allo scopo di raggiungere un’autonomia totale nello sviluppo in house di soluzioni sia ibride che full electric. I tempi sono senza dubbio maturi per compiere ulteriori passi in questa direzione.

Ma il diesel non è morto

Allo stesso tempo, come lei stesso ha accennato, il motore endotermico non ha ancora detto la sua ultima parola…

Senza alcun dubbio. Esistono ancora importanti margini di sviluppo e affinamento sotto diversi aspetti, ad esempio un’ulteriore ottimizzazione dell’efficienza e del rendimento, l’utilizzo di nuovi materiali, l’affinamento dell’elettronica di gestione. Il motore endotermico ha ancora una vita molto lunga davanti a sé, soprattutto negli ambiti applicativi più impegnativi; con ogni probabilità vedremo proseguire alcune tendenze come il già accennato downgrade delle cilindrate e delle dimensioni a fronte di un aumento delle potenze, lavorando ad esempio sull’ottimizzazione delle turbine, la sovralimentazione, il raffreddamento, i sistemi di iniezione, anche nell’ottica di una sempre più agevole ingegnerizzazione delle macchine di destinazione.

I nuovi mini ViO17-1E e ViO25-6B di Yanmar

Yanmar Compact Equipment presenta una nuova generazione dei suoi miniescavatori ViO17 e ViO25. I modelli ViO17-1E e ViO25-6B sono stati aggiornati per migliorare il comfort, la praticità e la facilità d’uso dell’operatore, pur mantenendo la reputazione delle apparecchiature Yanmar per le alte prestazioni e l’affidabilità in spazi ristretti. Il ViO17-1E è più adatto per lavori residenziali, paesaggistica e piccoli progetti di costruzione generale. Il ViO25-6B eccelle anche in queste applicazioni, ma offre potenza e dimensioni aggiuntive per i vantaggi nei progetti di manutenzione degli edifici, irrigazione, tubazioni idrauliche e altro ancora.
Yanmar Compact Equipment presenterà il ViO17-1E alla Equip Exposition il 18-21 ottobre 2022 a Louisville, Kentucky, condividendo lo stand n. 1142 con ASV Holdings Inc, entrambi sotto l’ombrello di Yanmar Compact Equipment North America. I marchi esporranno anche nell’area demo stand #7766D. Gli operatori apprezzeranno le funzionalità aggiornate di questi modelli di nuova generazione“, ha dichiarato Jeff Pate, direttore delle vendite di Yanmar Compact Equipment North America. Dal miglioramento del comfort e dell’illuminazione dell’operatore all’accoppiamento degli accessori migliorato, i miglioramenti rendono le lunghe giornate in cabina un po’ più facili“.

Le prestazioni

Il ViO17-1E offre un peso operativo di 1824 kg e un motore da 14,5 cavalli mentre il ViO25-6B presenta un peso operativo di 2679 kg e un motore da 20,4 cavalli. Entrambi i modelli presentano un ingombro ridotto per ridurre al minimo i danni alle superfici morbide e delicate in applicazioni paesaggistiche e residenziali. Nonostante le loro piccole dimensioni, i modelli presentano impressionanti profondità di scavo.
Yanmar costruisce ViO17-1E e ViO25-6B con tecnologia true zero tail swing per le massime prestazioni sul posto di lavoro. I modelli zero tail swing sono progettati in modo che nessuna parte della cabina o del tettuccio si estenda oltre la larghezza della carro. Questo aiuta a proteggere sia la struttura accanto alla quale la macchina sta lavorando sia la macchina stessa in spazi ristretti. Come ulteriore vantaggio, il ViO17-1E ha un esclusivo sottocarro retrattile  che rende ancora più facile per la macchina accedere a cantieri ristretti.

L’efficienza

Gli operatori troveranno semplice lavorare in modo efficiente nei modelli ViO17-1E e ViO25-6B grazie a funzionalità aggiuntive come i raccordi a connessione rapida della presa di forza standard che consentono un più facile collegamento e cambio tra gli accessori. Per una maggiore efficienza, la spia a LED integrata nel braccio illumina direttamente l‘area di lavoro. Inoltre, i ViO17-1E e ViO25-6B sono stati aggiornati con un sistema di fissaggio a quattro punti per facilitare il carico e lo scarico e una stabilità affidabile durante il trasporto.
Per ridurre al minimo l’affaticamento dell’operatore e migliorare ulteriormente l’efficienza, ViO17-1E e ViO25-6B includono anche un nuovo sedile e altri sistemi come un acceleratore ergonomico e migliori posizioni di visualizzazione per un facile accesso. Con controlli più intuitivi, gli operatori saranno anche in grado di migliorare l’efficienza con meno tempo di formazione. Il posizionamento aggiornato per display e interruttori, nonché la posizione di controllo, migliorano l’ergonomia per semplificare il funzionamento di ViO17-1E e ViO25-6B.

La tecnologia

Per una maggiore produttività ed efficienza in cantiere, il ViO25-6B include anche la modalità ECO, la modalità Auto-Decel e la corsa a 2 velocità di cambio automatico come caratteristiche standard. La modalità ECO aiuta a prolungare la durata del motore, allungare gli intervalli di cambio dell’olio e ridurre il consumo di carburante riducendo il regime del motore e il consumo di potenza quando non necessario.
Il ViO25-6B include SmartAssist Remote, il sistema telematico di Yanmar, con garanzia di cinque anni sulle nuove macchine. Utilizzando la protezione antifurto integrata, si pimpostare un intervallo da una posizione specifica o da un orario di inizio, attivando SmartAssist Remote per inviare una notifica in caso di superamento di tale intervallo. SmartAssist Remote panche rilevare errori inviare notifiche al personale di assistenza e direttamente aYanmar per semplificare il processo diagnostico. Inoltre, è possibile  visualizzare in tempo reale lo stato operativo dell’attrezzatura e i report di lavoro giornalieri che tracciano l‘utilizzo dell’escavatore, dati utili che possono migliorare la produttività del cantiere nel tempo. 

Paolo Starace illustra il DAF pensiero

È sostanzialmente ottimista Paolo Starace, Amministratore Delegato di DAF Veicoli Industriali, anche alla luce dei risultati raggiunti (nel primo trimestre del 2022 per i veicoli sopra le 16 ton la quota di mercato è già del 12%, due punti percentuali in più rispetto allo scorso anno). Eppure, nonostante dal punto di vista del nuovo prodotto immesso sul mercato il portafoglio ordini sia andato bene, qualche difficoltà (come per tutti) si è riscontrata sul fronte delle consegne.  Nello specifico, per il segmento dei carri il mercato sconta un’ulteriore criticità rappresentata dagli allestitori che stanno soffrendo della carenza di materiali e dell’aumento del costo delle materie prime.

Paolo Starace

I problemi derivanti dalla scarsità di componentistica non saranno di immediata soluzione quindi sia costruttori che allestitori continueranno ad avere una difficoltà di produzione e di consegna con tempi di attesa piuttosto lunghi. Tra l’altro se l’anno scorso il portafoglio ordini era rilevantissimo, oggi la domanda si sta un po’ esaurendo, non solo per la scarsità dei componenti, quanto per l’aumento generale dei costi, dall’acquisto del veicolo, al carburante, ai tassi di interesse…. tutti elementi che stanno raffreddando la domanda e che impongono una certa cautela sulle previsioni. Eppure, DAF continua a mettere fieno in cascina e non si ferma sulla strada dell’innovazione di prodotto. Anche per il settore delle costruzioni.

Cava Cantiere: novità in arrivo

Siamo ancora nel fase out del prodotto precedente“, spiega Starace. “Costruttore trattorista per estrazione, DAF ha dato priorità dal punto di vista del rinnovo della gamma al trattore e a una parte dei carri, ma conta presto di recuperare alla grande perché ha nel cassetto una nutrita serie di novità di prodotto che avranno nell’IAA di Hannover il loro palcoscenico ideale. Un primo step sul percorso dell’innovazione a 360° ha riguardato la presentazione della nuova cabina e, dopo l’anteprima all’IAA in cui sarà possibile toccare con mano i nuovi mezzi, arriverà il completamento della gamma: nulla di prototipale, tutto pronto per essere venduto. Le richieste per lo specifico segmento dei carri in questo momento sono in crescita. E rispecchiano le oggettive necessità di un settore   che ha bisogno di essere rinnovato, con un parco vetusto (sopra le 16 ton la media è di 14 anni) in un ambito applicativo molto sfidante in cui i mezzi sono spesso sovraccaricati e sollecitati oltre il limite”.

I più apprezzati in cava

Ma quali sono secondo Starace i veicoli DAF più apprezzati in cava?

Sull’attuale prodotto senz’altro la robustezza che ancora oggi è ritenuta indispensabile: il nostro è un camion forte e affidabile, cosa indubbiamente molto apprezzata. L’altro elemento è il sistema di bilanciamento dei pesi nei due assali anteriori. Da due anni abbiamo iniziato poi avviato il programma Ready to Go insieme ai nostri concessionari: predisponiamo veicoli che ordiniamo, mandiamo in allestimento e abbiamo quindi la possibilità all’occorrenza di fornirli in tempi molto brevi.  Si tratta di un programma rotativo che ci consente in parte di andare a tamponare quelle difficoltà sulla fornitura e sui tempi di consegna di cui parlavamo.  Fino ad ora tutti i camion così allestiti sono stati venduti. Per quanto riguarda il best seller per il settore delle costruzioni, è senz’altro il FAD 8×4 , Tipper, cassone ribaltabile“.

Nel segno del giallo

La nuova gamma pesante di DAF intanto (the New Generation), sta riscuotendo successo, soprattutto in Italia. Come mai?

Per quanto riguarda il nostro Paese, ci sono alcune differenze rispetto agli altri mercati“, spiega Starace.  “Innanzitutto, all’inizio del lancio la richiesta da parte delle concessionarie e quindi della clientela finale, è stata maggiore rispetto a quella di altri Paesi europei che inizialmente sembravano più cauti.  In alcuni casi c’è il cliente che vuole essere il first mover, il primo ad acquistare il veicolo, in altri casi preferisce optare per un prodotto che conosce già. Abbiamo visto che invece in Italia questo aspetto ha pesato meno e il cliente ha subito colto le potenzialità di questo veicolo che ancora non aveva mai visto se non sulla carta. Potenzialità che si stanno rivelando ora assolutamente tangibili: consumi, aerodinamica, riduzione di costi alla pompa e di impatto sul Co2. Un’altra particolarità del mercato Italia che è sempre stato contraddistinto dal padroncino orientato più a un certo profilo di veicoli (LG +). Abbiamo scoperto con piacere che molte flotte stanno invece optando per la nuova gamma, rendendosi conto che questi nuovi veicoli sono anche uno strumento per attrarre e conservare gli operatori, garantendo sicurezza, comfort, facilità di guida, ergonomia”.

Dove vai se l’elettrico non ce l’hai?

Come tutti i costruttori DAF ha in portafoglio anche veicoli elettrici. Quali sono le strategie, gli obiettivi, le tempistiche per l’introduzione sul mercato di questi mezzi a propulsione alternativa?

Abbiamo già venduto qualche veicolo elettrico anche in Italia“, conclude Starace. “E se i primi veicoli sono stati anche frutto di una collaborazione con VDL (produttore di autobus olandese che aveva già sviluppato autobus con cinematica elettrica) ora stiamo sviluppando internamente una tecnologia proprietaria DAF che equipaggerà i veicoli di nuova generazione. Abbiamo destinato quello il nostro hub per i ricambi, Paccar Distribution Centre (PDC)  alla creazione di una catena di montaggio per la sezione dei veicoli elettrici che in questo momento riteniamo dovrebbe essere sufficiente a soddisfare la domanda.  Quello che è interessante e che vedremo a breve è che i veicoli che saranno dotati di catena cinematica elettrica proprietaria DAF saranno in termini di segmenti e tipologia di cabine molti di più e questo ci consentirà di soddisfare un’eventuale crescita della domanda. Oggi la spinta forte viene dalla committenza, non tanto dal trasportatore, dalle grosse aziende che vogliono fregiarsi di essere green (GDO per esempio) e si dotano di veicoli elettrici. Ma l’esigenza può estendersi anche ad altri ambiti applicativi.  E bisogna attrezzarsi. Essere pronti per supportare e sopportare una domanda latente che però dall’oggi al domani può esplodere.  L’auspicio, se davvero siamo sensibili alla transizione ecologica, è quello che questi veicoli siano sempre di più. E’ chiaro che l’impegno del costruttore arriva fino a un certo punto, c’è tutta una filiera da costruire, un piano di sviluppo dell’infrastruttura dedicata al veicolo industriale, un cambiamento di prospettiva da mettere in atto.  La Commissione europea ha introdotto il sistema di simulazione Vector che misura le emissioni di Co2 dei veicoli e speriamo che gli incentivi statali siano tarati sulla base dei risultati effettivi. L’obiettivo è la graduale immissione sul mercato di veicoli ad emissioni zero, obiettivo cui i mezzi elettrici potranno dare un enorme contributo. Non si tratta quindi di un capriccio ecologista ma di un’esigenza normativa cogente.  E, ancora una volta, all’IAA vi saranno grandi novità in questo senso“.

Cami e Bosch Rexroth : una lunga collaborazione

Nel 2020, quando Bosch Rexroth decide di creare un brand riconoscibile per la sua rete di riparatori certificati, i 50 anni di esperienza di Cami superano tutti i test e l’Excellence è sua. In pandemia nasce il progetto “Solution” per crescere diversificando l’offerta sul mercato.

 Cinquant’anni di storia e non sentirli. Un carico di esperienza di grande valore e nel pieno delle forze per brio e capacità di guardare avanti. È la storia di Cami, Centro Assistenza Macchine Industriali, azienda nata nel 1971 a Rubano (Padova) specializzata in riparazione e vendita di pompe e motori oleodinamici. La collaborazione tra Cami e Bosch Rexroth nasce negli anni Settanta, nel passaggio dal vecchio sistema a fune del movimento terra ai primi sistemi idraulici.

È però negli anni Ottanta che la collaborazione inizia a diventare solida, in parallelo con l’evoluzione dello scenario delle applicazioni mobili. Le competenze di Cami sul campo si strutturano al fianco del leader riconosciuto dell’oleodinamica Bosch Rexroth, che sostiene a monte i costruttori di macchine operatrici nella loro evoluzione tecnologica e a valle prepara un servizio di riparazione competente, capace di revisionare a nuovo le unità idrostatiche Rexroth.

Per Cami crescere al fianco di Bosch Rexroth crea un legame stretto, fatto di condivisione delle criticità per tendere al miglioramento del prodotto per chi lo produce e della riparazione per chi è vicino agli utilizzatori, perché essa sia durevole e ripristini il componente con prestazioni identiche al prodotto nuovo.

La partnership si rafforza

Ed è così che Cami diventa una delle aziende leader nel settore a livello nazionale. Passare dalla meccanica semplice delle macchine movimento terra all’elettroidraulica non è stato facile, così come non lo è ora approcciarsi all’ elettronico, all’IoT e al digitale. Richiede competenze, voglia di mettersi in discussione, capacità di immaginare e costruire il futuro e una flessibilità che non è così scontata.

Il rafforzamento della partnership tra Bosch Rexroth e Cami è esattamente questo: da un lato la solidità di un gruppo leader mondiale nella fornitura di tecnologie e servizi, dall’altra una società che ha sempre accolto le novità con entusiasmo mettendo a disposizione competenze e risorse.

Nel 2019 Cami entra a far parte della rosa dei selezionati e testati sulla qualità, competenza e capacità imprenditoriale denominati “Certified Excellence Service Partner”, ma è solo una delle tante tappe della società di Rubano (PD).La qualità del servizio di riparazione delle unità idrostatiche è fondamentale per servire al meglio gli utilizzatori di impianti del settore industriale e mobile.

Cami non solo è in possesso di certificazione ISO 9001 dal 1995, ma è indubbio che per essere certificati da Bosch Rexroth a diventare parte della sua rete di Service Excellence Partner, l’azienda ha dovuto superare una serie di audit in ambito tecnico in termini di competenza ed attrezzatura, iter di processo supercontrollato, capacità di problem solving a garanzia di una assistenza impeccabile sui componenti. Questo viene proposto con un’attenzione all’ambiente che è uno dei fiori all’occhiello dell’azienda.

Dalla fine del 2020 Cami ha affiancato a ‘Cami Service” anche  ‘Cami Solution’, azienda specializzata nello studio e progettazione customizzata di nuovi impianti oleodinamici e nel revamping di quelli esistenti grazie ad uno staff tecnico con ventennale esperienza.

La ‘Solution’ è solo l’ultimo tassello di un percorso di crescita e di maturazione all’insegna dell’innovazione. Essa stessa figlia della lunga collaborazione con Bosch Rexroth e chiude un cerchio che porterà Cami Group ad essere un partner di riferimento sul territorio per il settore industriale.

Il percorso intrapreso getta le basi di una ulteriore evoluzione, soprattutto nella prospettiva di un settore in profonda e rapida trasformazione nel quale l’elettronica ben presto integrerà o in alcuni casi sostituirà l’oleodinamica e nel quale l’attenzione è sempre più rivolta al risparmio energetico e alla sostenibilità.

Cami Group oggi conta 36 dipendenti e opera in due stabilimenti all’avanguardia di 4.120 mq. complessivi, ha tre magazzini verticali nei quali gestisce oltre 40 mila articoli all’anno. Garantisce velocità, puntualità e sicurezza. L’attenzione dell’artigiano è rimasta, a questi si è aggiunta una grande capacità manageriale e la disponibilità al cambiamento insieme a Bosch Rexroth.

ZF “Best Brand” per le trasmissioni industriali

ZF è stata riconosciuta come “Best Brand – Commercial Vehicle Transmissions”. Questo il verdetto di circa 6.000 lettori che hanno votato ZF come vincitore degli ETM Awards 2022. Il premio, che rappresenta costruttori, operatori di flotte e conducenti professionali, riconosce che i sistemi di trasmissione di ZF sono in grado di offrire eccellenti livelli di qualità, efficienza e valore.
Promosso dalla casa editrice ETM, nel settore dei veicoli commerciali e industriali, questo sondaggio tra i lettori è ampiamente riconosciuto come un importante barometro dell’immagine di una società e delle qualità dei suoi prodotti. I lettori delle riviste Lastauto Omnibus, Trans Aktuell e FERNFAHRER, che formano una giuria formidabile di tutto il settore, hanno espresso un totale di 5.978 voti in diverse categorie veicolari e di prodotto.
Durante la cerimonia avvenuta a Berlino,  prima di ricevere il premio, Winfried Gründler, responsabile Driveline Systems nella Divisione Commercial Vehicle Solutions di ZF, ha così commentato, “Il notevole successo dei prodotti avanzati per le sospensioni di ZF riflette la fiducia dei costruttori di veicoli, degli operatori di flotte e dei conducenti. Questo prestigioso premio testimonia la nostra continua innovazione, volta a sviluppare tecnologie per la trasmissione sempre più efficienti e robuste.”

Il successo di TraXon

Il pluripremiato TraXon, il sistema di trasmissione automatica di ZF, continua a essere decisivo nel record imbattuto del Gruppo agli ETM Awards. Il Gruppo ha annunciato di recente che a Friedrichshafen sono stati realizzati mezzo milione di sistemi TraXon dall’inizio produttivo nel 2014. Dalla durata, prestazioni ed efficienza nei consumi comprovate, TraXon è dotato di numerose funzioni che riguardano la trasmissione, tra le quali il potente cambio predittivo PreVision GPS. Per il trasporto passeggeri, la trasmissione automatica di ZF supporta il funzionamento quotidiano di tutti gli autobus urbani, mentre la sua seconda generazione, EcoLife Coachline, è stata sviluppata anche per impieghi extra-urbani.

ZF è un gruppo tecnologico attivo a livello globale che fornisce sistemi per autovetture, veicoli commerciali e industriali e applicazioni nell’ambito della tecnologia industriale, consentendo la mobilità di nuova generazione. ZF permette ai veicoli di vedere, pensare e agire. Nelle quattro aree tecnologiche, Vehicle Motion Control, Integrated Safety, Automated Driving ed Electric Mobility, ZF offre soluzioni complete in termini di prodotto e software a consolidati produttori di veicoli, così come ai nuovi fornitori di servizi di mobilità e del trasporto. ZF elettrifica un’ampia gamma di tipologie di veicolo. Con i suoi prodotti, la società contribuisce a ridurre le emissioni, a proteggere il clima e a incrementare la mobilità sicura. L’azienda impiega a livello mondiale circa 157.500 persone.

La nuova 280 HC-L 12/24 Liebherr al lavoro in Canada

Elevata velocità di lavoro, funzionamento semplice e affidabilità: questi sono i fattori chiave che hanno spinto il cliente Liebherr Cambie Forming LTD a optare per un’ altra 280 HC-L 12/24 Litronic. La nuova gru è al suo primo lavoro a Burnaby, in Canada.  La gru, insieme a una 355 HC-L sempre di Liebherr, è al lavoro nella costruzione di un grattacielo residenziale di 56 piani, parte di un più ampio progetto cui gli esperti di Tower Crane Solutions hanno fornito supporto.

La 280 HC-L è una gru estremamente affidabile. È di gran lunga la migliore gru con cui ho lavorato nei miei 25 anni di carriera professionale“, afferma l’operatore Richard Out. Due tecnologie lo impressionano in particolare: Micromove e Level Luffing. Queste funzioni lo hanno aiutato, ad esempio, a posizionare pannelli di cassaforma in calcestruzzo con precisione millimetrica. Inoltre,  all’interno dell’ampia ed ergonomica cabina, si ha una visione illimitata dei carichi.

La 280 HC-L nella versione con capacità di carico massima di 24 tonnellate sta contribuendo a costruire Hillside East Tower 1 ad un’altezza finale di 182 metri.

Un grande progetto

Il grattacielo fa parte di un progetto di sviluppo del quartiere nella città di Burnaby nella provincia canadese della British Columbia. Diversi edifici sono in costruzione nel quartiere di Brentwood per ospitare unità residenziali e commerciali, nonché caffè e ristoranti. Allo stesso tempo, una Liebherr 355 HC-L 16/32 Litronic sta lavorando su Hillside East Tower 2. L’edificio deve essere alto 142 metri. Altri due grattacieli, direttamente adiacenti alle Hillside East Towers, sono stati completati. Anche questi sono stati eretti con successo con l’aiuto di due Liebherr 280 HC-L.

Sollevamento ad alte prestazioni

Le gru della serie HC-L sono progettate per essere utilizzate su edifici elevati. Sono facili da montare in cantieri stretti e dispongono di azionamenti ad alte prestazioni.  Per garantire l’adeguata capacità di movimentazione, le gru offrono anche un semplice ri-rimontaggio del gancio di carico da una a due linee. La funzione di livellamento facilita il lavoro dell’operatore della gru e garantisce un funzionamento sicuro ed efficiente in loco. Quando il braccio si muove, il sistema di controllo regola automaticamente l’unità di sollevamento in modo che il gancio viaggi lungo un percorso orizzontale.

Tutto questo è importante anche per la sicurezza e l’efficienza in cantiere. Il layout di questo cantiere si è rivelato una sfida in questo senso. Entrambe le gru potevano essere assemblate solo in un unico luogo, poiché le operazioni del sito sarebbero state altrimenti interrotte. Il reparto di progettazione Tower Crane Solutions di Liebherr, insieme a Cambie Forming Ltd, ha sviluppato un processo di sollevamento ottimale per ridurre al minimo i carichi sull’edificio e sulla gru.

Possediamo i prodotti Liebherr da oltre 15 anni e abbiamo piena fiducia nell’affidabilità, nella qualità della produzione e nell’usabilità di queste gru, nonché nel servizio clienti fornito“, afferma l’amministratore delegato di  Cambie Forming Ltd,  Peter Betz. “Per quanto ci riguarda, queste gru offrono anche capacità di sollevamento impressionanti e sono flessibili quando si tratta di assemblaggio“. L’attuale lavoro della nuova 280 HC-L dovrebbe durare fino a novembre di quest’anno. Lo smontaggio della 355 HC-L è previsto per ottobre.

L’appaltatore generale Cambie Forming Ltd ha sede a Vancouver ed è un cliente Liebherr di lunga data. Oltre alle gru della serie HC-L, l’azienda ha nel suo portafoglio anche gru a rotazione superiore delle serie HC, EC-B ed EC-H di Liebherr.

Il robot scanner 3D di Danfoss Power Solutions

Danfoss Power Solutions, leader mondiale nella fornitura di sistemi idraulici mobili e industriali, nonché di sistemi di trasmissione elettrici, ha investito in un robot scanner 3D avanzato per le sue linee di produzione di joystick a Nordborg, in Danimarca. Il nuovo dispositivo espande le procedure di verifica misurando le dimensioni dei componenti con precisione micrometrica, fornendo ai clienti prodotti di qualità ancora superiore.

Lo stabilimento Danfoss Power Solutions di Nordborg produce migliaia di varianti di joystick per veicoli fuoristrada, come macchine forestali, mietitrebbiatrici, gru, trattori e altro ancora. Con il nuovo robot scanner 3D, gli operatori possono sapere immediatamente se un componente del joystick rientra nelle specifiche. In questo modo, non occorre più delegare le attività di metrologia più urgenti a un fornitore esterno. L’investimento si traduce in un notevole risparmio di tempo e in un maggiore controllo interno sul processo di produzione.

Abel Dukai, ingegnere meccanico della business unit Connect & Controls Solutions a Nordborg, è a capo del progetto di scansione 3D insieme al suo collega, il tecnico di produzione Grzegorz Leonhard.

Uno scanner velocissimo

Lo scanner è così veloce e facile da usare che possiamo letteralmente verificare le dimensioni dei componenti durante la produzione, cosa impossibile con la tecnologia delle CMM (Macchine di misura a coordinate)“, afferma Dukai. “Ora sappiamo immediatamente se le dimensioni dei pezzi corrispondono al 100% ai file di progettazione generati dal computer: lo scanner 3D ha portato dunque la nostra capacità di verifica della qualità a un nuovo livello“.

Dukai aggiunge di essere soddisfatto dello specialista di metrologia terzo e che continuerà a ricorrervi per attività in cui la rapidità è meno essenziale.

L’innovativo robot scanner GOM 3D utilizza la luce blu a banda stretta per misurare fino a 12 milioni di punti sulla superficie del componente in pochi secondi, creando successivamente un’immagine 3D. I tecnici di Danfoss Power Solutions confrontano quindi questa immagine con il file CAD originale.

Leonhard dichiara che lo scanner offre una precisione a livello di micron, fino a 0,007 millimetri.

Stiamo parlando di estrema precisione“, sottolinea. “Ed è in grado di scansionare anche forme molto complesse. È una tecnologia incredibile che sta già conquistando notevole spazio nel settore automobilistico. Sono lieto che ora anche noi possiamo farci affidamento“.

Alla pagina web dei joystick Danfoss è possibile scoprire ulteriori informazioni sui prodotti che si avvalgono della tecnologia di scansione 3D.

Chi è Danfoss

Danfoss progetta soluzioni capaci di accrescere la produttività delle macchine, tagliare le emissioni, ridurre il consumo energetico e consentire l’elettrificazione. Le sue soluzioni trovano impiego in settori quali refrigerazione, climatizzazione, riscaldamento, conversione di potenza, controllo motore, macchinari industriali, applicazioni automobilistiche e navali e veicoli off- e on-highway. Fornisce inoltre soluzioni per l’energia rinnovabile, come l’energia solare ed eolica, nonché infrastrutture di teleriscaldamento per le città. Progetta in modo innovativo sin dal 1933. Danfoss è un’azienda a conduzione familiare con oltre 40.000 dipendenti che serve clienti in più di 100 paesi facendo leva su una presenza globale di 95 stabilimenti.

Unimog e Zetros Cross Country Vehicle of the Year

lettori della rivista Off Road hanno eletto Unimog e Zetros Cross-Country Vehicle of the Year 2022. Ciò dimostra che i modelli tradizionali di Mercedes-Benz Special Trucks sono la prima scelta dei lettori in un contesto di lavoro particolare come l’off road.  Quest’anno, quasi 40.000 lettori hanno votato su 167 veicoli. L’Unimog è arrivato al primo posto nella categoria Veicoli speciali, con il 43,9% dei voti per la 18a volta consecutiva. Nella categoria dei veicoli da turismo, i voti dei lettori mettono il Mercedes-Benz Zetros al primo posto.

Ralf Forcher

Ralf Forcher, Head of Mercedes-Benz Special Trucks, ha affermato: “Questo premio ci rende particolarmente orgogliosi e ci l’impulso per continuare a promuovere questi prodotti“.

Unimog: sette decenni di successi

L’Unimog è adatto per il funzionamento fuoristrada e ha assali a portale e un telaio torsionalmente flessibile. In combinazione con la trazione integrale innestabile e i bloccaggi interaxle e differenziale in entrambi gli assi, garantisce la trazione e il controllo necessari anche su terreni difficili. Inoltre, la pressione degli pneumatici può essere impostata con un semplice pulsante durante la guida utilizzando le modalità preimpostate “Road”, “Poor Road” e “Sand”. Grazie alla sua capacità di guado, anche gli attraversamenti fluviali fino a 1,2 metri di profondità sono possibili. Con pesi lordi del veicolo da 7,49 a 14,5 tonnellate, l’Unimog è adatto come veicolo di trasporto per vari tipi di allestimenti.

Zetros : ideale su qualsiasi terreno

La versione camper di lusso dello Zetros è stata inserita nel sondaggio dei lettori. Di serie, conducenti e passeggeri godono della trazione integrale permanente e dei bloccaggi del differenziale su tutti gli assi. In combinazione con l’ampio angolo d’attacco e il potente ripartitore a due rapporti, il robusto veicolo consente il movimento su quasi tutti i terreni. La posizione del sedile dietro l’asse anteriore assicura che anche su terreni estremi attraverso foreste, deserti e montagne, il viaggio sia comunque abbastanza confortevole. Con Zetros si possono raggiungere destinazioni altrimenti accessibili solo a pochi mezzi.

Astra consegna un HHD9 8×6 in Indonesia

Un HHD9 86.54 Astra in versione trattore per mining è stato consegnato a PT Freeport Indonesia, una delle più rilevanti società minerarie al mondo, che opera nelle aree montuose del distretto di Mimika, provincia di Papua, Indonesia.
Sono già più di 300 i veicoli ASTRA che lavorano da anni all’interno delle miniere in Papua Nuova Guinea in configurazione 4×4 con allestimento off-road bus per il trasporto dei lavoratori e 6×4/6×6 in versione trattore.

A questi si è aggiunto recentemente un trattore HHD9 in configurazione 8×6 con un peso combinato fino a 80 ton per il trasporto di materiale dal livello del mare fino a 3600 mt di altitudine su un percorso sterrato di circa 120 km con pendenze massime fino al 28%.
Il trattore, che presenta una larghezza massima di 2,9 mt, è alimentato con un potente motore FPT Industrial Cursor da 13 litri Euro III da 540 cv ed è equipaggiato con un cambio con convertitore di coppia Traxon Torque a 12 rapporti con intarder, ideale per le sue prestazioni in caso di traino eccezionale o per percorrenze con pendenze elevate.

Assali heavy duty

A sostegno dell’importante lavoro della catena cinematica e per far fronte alla mission particolarmente pesante, questa speciale versione di trattore monta assali heavy duty rinforzati e presenta un sistema di raffreddamento supplementare per acqua motore e olio cambio.
Da oltre 70 anni ASTRA progetta e costruisce veicoli per attività off-road legate al settore minerario, con soluzioni su misura per rispondere in modo efficace a qualsiasi esigenza in termini di prestazioni e produttività.
A curare la fornitura il concessionario PT Chakra Jawara che segue la gamma Astra in Indonesia, da sempre impegnato nel garantire la massima assistenza nel servizio pre- e post-vendita.

Hyundai: il primo escavatore a cella a combustibile

Hyundai Construction Equipment ha sviluppato il concept HW155H di un escavatore gommato alimentato da una cella a combustibile a idrogeno. Una tecnologia, quella delle celle a combustibile a idrogeno, più compatibile con le macchine da costruzione rispetto alle batterie ioni-litio correntemente impiegate nei mini-escavatori elettrici

  • L’HW155H 14 ton offrirà 8 ore di operatività con un periodo di rifornimento di 20 minuti
  • Tecnologia dell’idrogeno già comprovata sui veicoli commerciali
  • Emissioni della macchina consistenti di sola acqua
  • Alta produttività che porta a un futuro zero carbon

Ci lavorano in tre

Hyundai Construction Equipment ha avviato lo sviluppo della trazione a cella di combustibile a idrogeno nel 2020 dopo aver siglato protocolli di intesa con Hyundai Motors e Hyundai Mobis presso l’avanzatissimo Mabuk Research Centre in Yongin-si, Gyeonggi-do. Le tre aziende si sono impegnate a sviluppare una cella a combustibile a idrogeno per alimentare carrelli elevatori a forche ed escavatori medio-grandi negli anni a venire.

A differenza di un escavatore gommato convenzionale, dove un motore diesel alimenta una pompa idraulica per azionare la macchina, l’escavatore a idrogeno è dotato di una cella a combustibile montata nella parte posteriore della sovrastruttura per generare energia elettrica che a sua volta alimenta la pompa idraulica per azionare la macchina alla maniera convenzionale.

Una reazione chimica

La cella a combustibile sfrutta una reazione chimica tra l’idrogeno immagazzinato e l’ossigeno presente nell’aria. La pila a cella a combustibile genera energia elettrica mediante questa reazione, e un inverter provvede a convertirla in potenza elettrica utilizzabile. Le emissioni dalla pila a cella a combustibile non sono altro che una combinazione di idrogeno e ossigeno, ossia acqua. Quando l’idrogeno è prodotto utilizzando energia rinnovabile, come quella eolica, la trazione ha una carbon footprint incredibilmente bassa.

L’idrogeno è immagazzinato sul lato destro dell’escavatore, opposto alla cabina dell’operatore, in serbatoi ad alta pressione. Questa tecnologia è già in uso nel settore degli autobus e dei veicoli commerciali. Infatti, Hyundai sviluppa ormai da due anni autocarri a celle a combustibile per clienti in Svizzera. Questi autocarri funzionano a idrogeno verde creato da energia idroelettrica o rinnovabile, per una trazione a impronta di carbonio zero.

Lo sviluppo del primo escavatore alimentato a idrogeno è una cosa sensazionale, che ci permette di guardare a un futuro davvero carbon-free“, ha affermato Gert Peeters, responsabile del prodotto presso Hyundai CE Europe.

Nei prossimi mesi, HCE (Hyundai Construction Equipment) continuerà a sviluppare e a perfezionare questa tecnologia perseguendo l’obiettivo di guidare la transizione a un futuro post carbonio. Le nostre proiezioni mostrano che in futuro i veicoli alimentati a celle a combustibile avranno un miglior rapporto costo-efficacia rispetto ai veicoli elettrici a batteria o ai veicoli diesel. Noi di Hyundai Construction Equipment siamo convinti che l’idrogeno sarà in prima linea fra le energie rinnovabili nel lungo termine. Vogliamo sfruttare questo potenziale e renderlo disponibile agli utenti in soluzioni orientate alla vita reale.”