L'intervista

Paolo Starace illustra il DAF pensiero

È sostanzialmente ottimista Paolo Starace, Amministratore Delegato di DAF Veicoli Industriali, anche alla luce dei risultati raggiunti (nel primo trimestre del 2022 per i veicoli sopra le 16 ton la quota di mercato è già del 12%, due punti percentuali in più rispetto allo scorso anno). Eppure, nonostante dal punto di vista del nuovo prodotto immesso sul mercato il portafoglio ordini sia andato bene, qualche difficoltà (come per tutti) si è riscontrata sul fronte delle consegne.  Nello specifico, per il segmento dei carri il mercato sconta un’ulteriore criticità rappresentata dagli allestitori che stanno soffrendo della carenza di materiali e dell’aumento del costo delle materie prime.

Paolo Starace

I problemi derivanti dalla scarsità di componentistica non saranno di immediata soluzione quindi sia costruttori che allestitori continueranno ad avere una difficoltà di produzione e di consegna con tempi di attesa piuttosto lunghi. Tra l’altro se l’anno scorso il portafoglio ordini era rilevantissimo, oggi la domanda si sta un po’ esaurendo, non solo per la scarsità dei componenti, quanto per l’aumento generale dei costi, dall’acquisto del veicolo, al carburante, ai tassi di interesse…. tutti elementi che stanno raffreddando la domanda e che impongono una certa cautela sulle previsioni. Eppure, DAF continua a mettere fieno in cascina e non si ferma sulla strada dell’innovazione di prodotto. Anche per il settore delle costruzioni.

Cava Cantiere: novità in arrivo

Siamo ancora nel fase out del prodotto precedente“, spiega Starace. “Costruttore trattorista per estrazione, DAF ha dato priorità dal punto di vista del rinnovo della gamma al trattore e a una parte dei carri, ma conta presto di recuperare alla grande perché ha nel cassetto una nutrita serie di novità di prodotto che avranno nell’IAA di Hannover il loro palcoscenico ideale. Un primo step sul percorso dell’innovazione a 360° ha riguardato la presentazione della nuova cabina e, dopo l’anteprima all’IAA in cui sarà possibile toccare con mano i nuovi mezzi, arriverà il completamento della gamma: nulla di prototipale, tutto pronto per essere venduto. Le richieste per lo specifico segmento dei carri in questo momento sono in crescita. E rispecchiano le oggettive necessità di un settore   che ha bisogno di essere rinnovato, con un parco vetusto (sopra le 16 ton la media è di 14 anni) in un ambito applicativo molto sfidante in cui i mezzi sono spesso sovraccaricati e sollecitati oltre il limite”.

I più apprezzati in cava

Ma quali sono secondo Starace i veicoli DAF più apprezzati in cava?

Sull’attuale prodotto senz’altro la robustezza che ancora oggi è ritenuta indispensabile: il nostro è un camion forte e affidabile, cosa indubbiamente molto apprezzata. L’altro elemento è il sistema di bilanciamento dei pesi nei due assali anteriori. Da due anni abbiamo iniziato poi avviato il programma Ready to Go insieme ai nostri concessionari: predisponiamo veicoli che ordiniamo, mandiamo in allestimento e abbiamo quindi la possibilità all’occorrenza di fornirli in tempi molto brevi.  Si tratta di un programma rotativo che ci consente in parte di andare a tamponare quelle difficoltà sulla fornitura e sui tempi di consegna di cui parlavamo.  Fino ad ora tutti i camion così allestiti sono stati venduti. Per quanto riguarda il best seller per il settore delle costruzioni, è senz’altro il FAD 8×4 , Tipper, cassone ribaltabile“.

Nel segno del giallo

La nuova gamma pesante di DAF intanto (the New Generation), sta riscuotendo successo, soprattutto in Italia. Come mai?

Per quanto riguarda il nostro Paese, ci sono alcune differenze rispetto agli altri mercati“, spiega Starace.  “Innanzitutto, all’inizio del lancio la richiesta da parte delle concessionarie e quindi della clientela finale, è stata maggiore rispetto a quella di altri Paesi europei che inizialmente sembravano più cauti.  In alcuni casi c’è il cliente che vuole essere il first mover, il primo ad acquistare il veicolo, in altri casi preferisce optare per un prodotto che conosce già. Abbiamo visto che invece in Italia questo aspetto ha pesato meno e il cliente ha subito colto le potenzialità di questo veicolo che ancora non aveva mai visto se non sulla carta. Potenzialità che si stanno rivelando ora assolutamente tangibili: consumi, aerodinamica, riduzione di costi alla pompa e di impatto sul Co2. Un’altra particolarità del mercato Italia che è sempre stato contraddistinto dal padroncino orientato più a un certo profilo di veicoli (LG +). Abbiamo scoperto con piacere che molte flotte stanno invece optando per la nuova gamma, rendendosi conto che questi nuovi veicoli sono anche uno strumento per attrarre e conservare gli operatori, garantendo sicurezza, comfort, facilità di guida, ergonomia”.

Dove vai se l’elettrico non ce l’hai?

Come tutti i costruttori DAF ha in portafoglio anche veicoli elettrici. Quali sono le strategie, gli obiettivi, le tempistiche per l’introduzione sul mercato di questi mezzi a propulsione alternativa?

Abbiamo già venduto qualche veicolo elettrico anche in Italia“, conclude Starace. “E se i primi veicoli sono stati anche frutto di una collaborazione con VDL (produttore di autobus olandese che aveva già sviluppato autobus con cinematica elettrica) ora stiamo sviluppando internamente una tecnologia proprietaria DAF che equipaggerà i veicoli di nuova generazione. Abbiamo destinato quello il nostro hub per i ricambi, Paccar Distribution Centre (PDC)  alla creazione di una catena di montaggio per la sezione dei veicoli elettrici che in questo momento riteniamo dovrebbe essere sufficiente a soddisfare la domanda.  Quello che è interessante e che vedremo a breve è che i veicoli che saranno dotati di catena cinematica elettrica proprietaria DAF saranno in termini di segmenti e tipologia di cabine molti di più e questo ci consentirà di soddisfare un’eventuale crescita della domanda. Oggi la spinta forte viene dalla committenza, non tanto dal trasportatore, dalle grosse aziende che vogliono fregiarsi di essere green (GDO per esempio) e si dotano di veicoli elettrici. Ma l’esigenza può estendersi anche ad altri ambiti applicativi.  E bisogna attrezzarsi. Essere pronti per supportare e sopportare una domanda latente che però dall’oggi al domani può esplodere.  L’auspicio, se davvero siamo sensibili alla transizione ecologica, è quello che questi veicoli siano sempre di più. E’ chiaro che l’impegno del costruttore arriva fino a un certo punto, c’è tutta una filiera da costruire, un piano di sviluppo dell’infrastruttura dedicata al veicolo industriale, un cambiamento di prospettiva da mettere in atto.  La Commissione europea ha introdotto il sistema di simulazione Vector che misura le emissioni di Co2 dei veicoli e speriamo che gli incentivi statali siano tarati sulla base dei risultati effettivi. L’obiettivo è la graduale immissione sul mercato di veicoli ad emissioni zero, obiettivo cui i mezzi elettrici potranno dare un enorme contributo. Non si tratta quindi di un capriccio ecologista ma di un’esigenza normativa cogente.  E, ancora una volta, all’IAA vi saranno grandi novità in questo senso“.