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Una Klemm KR801-3GK a Varna

20.000 m di barre autoperforanti per la circonvallazione di Varna. Sono questi i numeri messi a segno da una Klemm KR801-3GK noleggiata da Bauer Macchine Italia all’ATI attualmente impegnata nella realizzazione di un tratto stradale di circa 1,5 km volto ad alleggerire il traffico nei comuni di Varna e Bressanone.

La circonvallazione di Varna, che rappresenta il completamento della circonvallazione di Bressanone verso nord e rientra nel piano generale del traffico dei due comuni (Varna e Bressanone), ha il preciso scopo di alleggerire il traffico lungo la strada statale SS12 del Brennero. Il tratto interessato dai lavori è di circa 1,5 km e inizia in corrispondenza dello svincolo di Bressanone nord. Si sviluppa attraverso due gallerie (galleria Autogrill e galleria Varna) e all’aperto, parallelamente all’Autostrada del Brennero A22, per poi ricongiungersi alla viabilità esistente a nord del comune di Varna. In questo contesto la gran parte delle opere di consolidamento per lo scavo del tracciato sono affidate a una Klemm KR801-3GK noleggiata da Bauer Macchine Italia.

Un cinematismo a doppio snodo

Macchina altamente flessibile e di totale stabilità operativa, la Klemm KR801-3GK si caratterizza per l’adozione del cinematismo K, il doppio snodo che permette i posizionamenti più particolari, consentendo perforazioni sotto cingolo, o laterali a oltre 3 m fuori cingolo. Questa peculiarità si unisce alle tipiche caratteristiche delle macchine Klemm, marchio noto per la robustezza dei suoi prodotti. La KR801-3GK è infatti una perforatrice leggera e compatta, perfetta per l’utilizzo in molteplici cantieri, anche i più complessi.

La Klemm è pensata anche per le lavorazioni meno usuali, quali le operazioni sotto-macchina, sotto il livello dei cingoli frontalmente e lateralmente con il mast orizzontale. Inoltre è in grado di garantire un’elevazione molto estesa, consentendo di lavorare in orizzontale a una quota di quasi 5 m di altezza. La possibilità di eseguire barre in ogni posizione assicura una grande versatilità operativa, il tutto agevolato da un’antenna alleggerita che permette un notevole sbraccio pur mantenendo una delle caratteristiche peculiari tipiche delle macchine Klemm: l’assenza di stabilizzatori in quanto in perfetto bilanciamento. Venendo alle prestazioni la Klemm KR801-3GK può utilizzare barre autoperforanti fino a 2,5 m di lunghezza, con diametri, in relazione alla tipologia di terreno, fino a 114 mm, pur dando il meglio di sé con la barre medio-piccole, cioè dai 70 mm in giù. Le performance sono inoltre assicurate dal martello KD1011, che vanta una coppia di 1.000 kNm e una massa battente di 11 kg per la rotopercussione.

La macchina è completamente radiocomandata il che permette di lavorare nella massima sicurezza e di vedere sempre perfettamente il foro. Il radiocomando multifunzione è decisamente intuitivo: la prima funzione sovrintende i cingoli e il basculante; la seconda tutti i movimenti del braccio; mentre la terza funzione riguarda tutti i movimenti di perforazione quali altezza, avanzamento, battuta del martello e velocità di rotazione.

Oltre al martello, la macchina può montare una testa di rotazione per la realizzazione di micropali.

Focus sul cantiere

Come accennato, la Klemm di Bauer Macchine Italia in Alto Adige è impegnata nelle opere di consolidamento. “Man mano che avanziamo con i volumi di scavo”, ci spiega l’operatore della perforatrice, “procediamo ai consolidamenti mediante una parete chiodata e uno spritz beton a doppia rete con spessore di circa 18 cm. Il calcestruzzo proiettato viene ancorato con chiodature autoperforanti con varie lunghezze da 6 a 9 m a seconda del terreno. Quest’ultimo determina anche i diametri: procediamo con punte da 52 mm in presenza di rocce, in questa zona troviamo blocchi di granito anche di 2 m, o con punte da 76 mm nelle aree sabbiose. Mentre il diametro delle barre è di 32 mm con snervamento pari a 280 kN sia con le punte da 52 sia con quelle da 76 mm”.

Le opere di consolidamento sono iniziate a luglio e a fine settembre la produzione era già oltre i 10.000 m di barre autoperforanti. La direzione dei lavori prevede che al termine dell’opera si oltrepasseranno facilmente i 20.000 m di perforazione.

Il cantiere”, ci spiega l’ing. Simone Prisco, Key Account Manager per Bauer Macchine Italia, “è costituito dall’operatore che aziona la macchina, cui si aggiunge l’assistente che carica le barre sotto il martello e, a distanza, lavora l’impiantista che sovrintende all’invio della boiacca alla testina d’adduzione del martello dall’impianto di miscelazione”.

Una macchina ideale

La scelta di questa tipologia di macchina per il cantiere altoatesino è dipesa essenzialmente da due fattori. Prima di tutto la perfetta conoscenza della Klemm da parte dell’operatore, seguita dalle intrinseche qualità della perforatrice che risulta perfetta per questa tipologia di intervento.
Il cinematismo della KR801-3GK”, continua l’ing. Prisco, “è ideale per questo tipo di scavo di pareti chiodate su più livelli e permette di forare su diversi piani velocizzando le operazioni. La coppia a disposizione permette di fare perforazioni medio-lunghe e la potenza del martello consente di oltrepassare anche i blocchi di granito più consistenti. Inoltre in questo caso siamo in presenza di pareti lunghe e su più livelli che sono affrontabili solo grazie al cinematismo della KR801-3GK. Veloce sui cingoli, beneficia anche dell’autolivellamento che risulta perfetto in casi come il cantiere di Varna che ha terreni particolarmente sconnessi. In questo modo la macchina è sempre perfettamente stabilizzata e quindi risulta più facile, e sicuro, lavorare”.

Da segnalare come la Klemm benefici del pacchetto di efficienza energetica EEP (Energy Efficient Power), che regola i giri del motore a seconda dell’effettivo bisogno in fase operativa, una soluzione che permette di abbattere i consumi. “Con un pieno di gasolio, che è di 330 l”, conclude l’operatore che sta utilizzando la Klemm KR801-3GK, “copriamo un’intera settimana di lavoro”.

Intervista a Marco Vignaroli, CEO Messersì

di Lara Morandotti

Il suo stand esterno alla fiera Bauma ha visto transitare fiumane di visitatori attirati dall’azzurro Messersì e dalla scritta imponente “Zero Emission” per presentare la nuova generazione di macchine da cantiere completamente elettriche. Oltre alle novità di prodotto, l’azienda marchigiana si presenta con un nuovo logo e un look rinnovato per sottolineare il “nuovo inizio”.

La storia di Messersì è notevole: grazie ai 60 anni di attività, l’azienda si distingue oggi in cima alle aziende mondiali di produzione macchine da cantiere con le sue linee “compatte”, attrezzature e ponteggi. Top player mondiale nella produzione di motocarriole e dumper cingolati, Messersì esporta oltre il 90% della sua produzione di macchine, principalmente in Europa, Nord America e Australia.

Abbiamo intervistato il CEO di Messersì, Marco Vignaroli. Ecco cosa ci ha detto.

La strategia per l’Italia

Il vostro sguardo è sempre stato rivolto principalmente oltre i confini. Qual è oggi la vostra strategia in Italia?

È stato per noi un mercato molto importante specie per i ponteggi, ma lo sarà sempre di più in futuro, grazie allo sviluppo che stiamo dando alle vendite nel mercato interno. Noi siamo nati negli anni ’60 proprio in Italia e qui ci siamo sviluppati in varie direttrici. Per vincere bisogna saper giocare anche e soprattutto in casa, non solo in trasferta.

Punterete anche su altri prodotti oltre ai ponteggi?

Per molti anni i ponteggi sono stati il prodotto di punta, la nostra maggiore fonte di fatturato In Italia. Attualmente stiamo rafforzando molto la nostra presenza anche con le macchine, visto il successo che stiamo avendo all’estero con questi pro- dotti. Se a livello internazionale sono infatti ben conosciute, nel nostro Paese è mancata fino ad ora una adeguata promozione di dumper ed escavatori, lasciando spazi ai competitor esteri. Ora è arrivato il momento di invertire questo trend.

Come raggiungerete l’obiettivo?

Lavorando in sinergia e proficuamente con agenti e distributori, magari già nostri partner per l’area ponteggi. I moltissimi anni di collaborazione giocano a nostro favore, si tratta solo di aggiungere alla loro proposta macchine affidabili di qualità italiana, già abbondantemente apprezzati in tutto il mondo.

Belle, piccole, connesse

Quale argomento oggi fa leva maggiormente?

Abbiamo già disponibili diversi modelli idonei all’Industria 4.0, quindi macchine dotate di connettività, controllabili e gestibili da remoto da pc o dispositivi mobili tramite app e software de- dicati. Sono macchine in linea con i requisiti della normativa per gli sgravi fiscali e che apportano grandi migliorie nella gestione del mezzo, della flotta e delle relative applicazioni.

Parliamo quindi di digitalizzazione. Irrinunciabile oggi?

È proprio la nostra ottica, il focus che ci contraddistinguerà sempre più nel futuro e non solo per i macchinari più grandi. La digitalizzazione è infatti già presente sulle macchine di medie-grandi dimensioni, ma oggi è ancora più utile e strategico soprattutto per i prodotti più compatti che rispondono alle specifiche esigenze del mercato italiano. Negli ultimi anni, infatti, è cresciuto il business tricolore degli skid loader e dei cingolati di taglia media, tutti con motore STAGE V. Si tratta di un’offerta che ci permette di trovare spazio con una proposta che, in effetti, scarseggiava.

Il mercato dei dumper

Parlando invece del mercato dei dumper?

È molto fiorente all’estero, ma pian piano si sta espandendo anche in Italia l’utilizzo della motocarriola e del dumper cin-golato. Si tratta di macchine molto versatili, operativamente fantastiche. Del resto, una parte rilevante della produzione mondiale di track dumper viene prodotto nei nostri stabilimenti marchigiani. È un know-how che parla da solo.

Per il suo stand al Bauma, Messersì ha scelto come richiamo l’imponente scritta “Zero Emission” per presentare la nuova generazione di macchine da cantiere completamente elettriche

Diciamo quindi che ne sapete qualcosa di macchine cingolate…

È molto importante promuovere questa nostra immensa esperienza anche nel mercato italiano. È un prodotto di eccellenza mondiale e la linea è davvero molto estesa. I modelli a gestione e guida remota costituiscono un’interessante opportunità per quelle applicazioni più critiche per la sicurezza.

Il volano del noleggio

Per Messersì è da sempre molto importante il noleggio. È ancora così?

Si tratta ancora della principale modalità di fruizione delle nostre macchine. Quello del noleggio è per noi un mercato molto importante e per questo siamo a disposizione degli utilizzatori per fornire, previa consulenza, la soluzione migliore o la com- binazione di soluzioni migliori per le diverse esigenze.

Immaginiamo sia fondamentale quindi l’elemento servizio.

Esatto. In tal senso riusciamo a dare assistenza anche per prodotti storici dell’azienda. La nostra politica tende a valorizzare e “salvare” l’investimento nel tempo sia per il noleggiatore che per l’utilizzatore finale. Se c’è un problema su una macchina che ha molti anni siamo pronti a risolverlo, senza esitazione, anche grazie ai pezzi di ricambio. In magazzino abbiamo an- cora componentistica di macchine degli anni ’70 e questo è un valore importante per chi noleggia. Inoltre, avere come partner un’azienda italiana che risponde immediatamente ad ogni eventuale esigenza è un altro grande plus di cui può godere chi utilizza le nostre soluzioni.

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Lean & Green Star per gli stabilimenti IVECO

Lo stabilimento IVECO di Madrid

La Lean & Green Star certifica i risultati ottenuti dai due stabilimenti di Madrid e Valladolid di IVECO nella riduzione dell’impronta di carbonio del 20% in cinque anni, a seguito dell’adesione al programma Lean and Green nel 2016. Questo riconoscimento rappresenta un ulteriore passo verso l’obiettivo di IVECO di decarbonizzare il settore del trasporto commerciale applicando la sua strategia di sostenibilità.

Gli stabilimenti IVECO di Madrid e Valladolid sono stati premiati con la Lean & Green Star dall’Associazione dei produttori e dei distributori (AECOC) per aver ridotto la loro impronta di carbonio. I due stabilimenti si sono iscritti al programma Lean and Green nel 2016, anno in cui hanno messo in atto un Piano di Azione per diminuire le emissioni di CO2 e ridurre al minimo l’impatto dei processi logistici sulle emissioni di gas serra, con l’impegno di ridurre la loro impronta di carbonio del 20% in cinque anni.

La stella assegnata da Lean & Green (la più grande piattaforma europea il cui scopo specifico è ridurre le emissioni lungo la catena di approvvigionamento) certifica che i due stabilimenti hanno rispettato il loro impegno. Un risultato che rappresenta un contributo tangibile per IVECO e il suo obiettivo di raggiungere la neutralità carbonica lungo la sua intera catena del valore, oltre ad essere un passo significativo nell’ambito della sua strategia complessiva di sostenibilità.

Lo stabilimento di Madrid è dedicato alla produzione dell’intera gamma IVECO di veicoli pesanti per i mercati di tutto il mondo e occupa 2.850 collaboratori.

Le misure adottate

Lo stabilimento IVECO di Valladolid

Presso la struttura di Valladolid lavorano circa 1.000 persone; lo stabilimento produce il veicolo commerciale leggero Daily nelle versioni cabinato e Hi-Matic, oltre ad occuparsi della produzione e della verniciatura delle cabine per i veicoli pesanti prodotti dallo stabilimento di Madrid.

Per ridurre la loro impronta di carbonio, i due stabilimenti hanno messo in atto misure che riguardano le emissioni dirette (Obiettivo 1), le emissioni indirette (Obiettivo 2) e l’efficienza dei trasporti (Obiettivo 3), che influiscono sulla maggior parte dei processi produttivi. Inoltre, molte delle azioni intraprese sono state sviluppate partendo dai suggerimenti dei lavoratori dei due stabilimenti.

Le misure inerenti ai primi due obiettivi erano incentrate sulla riduzione del consumo di gas naturale ed elettricità degli impianti tramite azioni quali progetti di energia fotovoltaica, installazione di recuperatori di calore nei post- combustori, generazione di energia fototermica e diversificazione della produzione di riscaldamento.

Le attività del terzo obiettivo comprendevano, fra l’altro, l’ottimizzazione dei percorsi “milk run” per consentire viaggi a pieno carico per ogni camion, lo sviluppo di nuovi modelli di container per l’ottimizzazione del carico, l’uso della tecnologia RFID per migliorare la gestione degli inventari e ridurre i trasporti express superflui.

Il nuovo dozer PR 766 G8 di Liebherr

Con il dozer PR 766 G8 Liebherr amplia il parco macchine per movimento terra della generazione 8 fino a un peso operativo di 55 tonnellate. Al contempo, l’ambito di impiego di questo dozer multifunzione  viene esteso al settore minerario: Liebherr PR 766 G8 dispone ora, proprio come il più grande dozer Liebherr PR 776, del carro “High Drive” il cui utilizzo è comprovato nelle attività di estrazione.

Il nuovo design del carro insieme ai vantaggi forniti dal comfort della cabina del conducente garantiscono la massima efficienza e produttività sia della macchina che del conducente anche su un fondo roccioso e per impieghi di lunga durata. Allo stesso tempo, il sistema di trasmissione diesel-idraulico differenzia il dozer Liebherr dalla concorrenza con convertitori di coppia convenzionali. In questo caso, i vantaggi in termini di efficienza, soprattutto per quanto riguarda il consumo di gasolio, sono consistenti come per la serie precedente e le macchine gemelle più grandi e più piccole.

Economicità ed efficienza

La nuova macchina PR 766 G8 è azionata da un motore diesel a 8 cilindri Liebherr con una potenza massima di 360 kW (490 CV) e rispetta le norme sulle emissioni Stage V così come Tier 4f. Il peso operativo del dozer a trasmissione idrostatica è di 54,3 t e sono disponibili lame con una capacità di 13,6 m³ (lama semi U) o 17 m³ (lama a U).

Il sistema di trasmissione idrostatico a regolazione continua permette ai clienti di utilizzare la macchina PR 766 G8 limitando il consumo di risorse. I componenti della trasmissione e la gestione intelligente del motore Liebherr sono perfettamente integrati tra loro, in modo che la velocità del motore diesel viene mantenuta costante nel range ottimale in termini economici grazie alla trasmissione idrostatica (~ 1.600 giri/min). Questo differenzia la trasmissione Liebherr da altri principi di trasmissione presenti sul mercato nella classe D9 in cui la velocità del motore varia fortemente.

La funzione ECO è standard in tutti i dozer Liebherr della generazione 8. Consente al conducente di scegliere tra un elevato recupero della potenza (incluso il Power Boost automatico) e la massima economicità e garantisce un ulteriore risparmio di carburante negli impieghi semplici e di media difficoltà.

Componenti robusti fabbricati dall’azienda

Da decenni l’impiego dei motori Liebherr è ampiamente comprovato. Sviluppati per le condizioni di impiego più complesse, garantiscono la massima sicurezza operativa e una lunga durata grazie alla progettazione robusta e alla tecnologia più moderna. Nella comprovata trasmissione idrostatica Liebherr non sono necessari componenti ad elevata usura come, ad esempio, cambio manuale, freni di sterzo o freni di servizio. Le pompe e i motori idraulici di alta qualità funzionano praticamente senza usura e sono particolarmente affidabili.

Per applicazioni speciali particolarmente complesse – come nel deserto, a basse temperature o in settori speciali (estrazione, legname, carta, ecc.) – Liebherr offre numerose personalizzazioni.

Per soddisfare ancora meglio le esigenze quando si lavora nel terreno roccioso, il progetto del carro del dozer più grande da 70 tonnellate è stato adattato per PR 766 G8.

Post Bauma: aspettative raggiunte per Cangini!

Incontro e condivisione sono stati alla base di questo evento, tanto atteso, che si è concluso per Cangini con numeri tutti in positivo.

Uno stand frenetico che, per tutti i sette giorni di fiera, ha accolto numerose visite che si sono concluse con una richiesta di preventivo o una chiacchierata conoscitiva. Questo ha fatto sì che l’attività spinta di networking, insieme all’elevato impatto mediatico abbiano giocato un ruolo fondamentale sul risultato complessivo dell’evento.

Molti potenziali rivenditori, da svariate parti del mondo, hanno manifestato il loro interesse verso i prodotti e il servizio offerti, volenterosi a cominciare una partnership con l’azienda.

Un rientro di successo per il team di Cangini

Il rientro dal Bauma è stato di successo per Cangini che può ampiamente confermare il continuo interesse per tutta la sua gamma, sempre più allargata, dai prodotti ormai accertati a quelli di nuova introduzione nel catalogo.

E proprio al Bauma l’azienda ha dato prova di questa continua espansione. I prodotti mostrati in anteprima sono stati messi sotto i riflettori riscuotendo grande successo.

Il frutto dell’innovazione del reparto di Ricerca e sviluppo è stato il prototipo benna vagliatrice VRC che con il suo nuovo profilo più pulito e la distribuzione degli alberi per una maggiore produttività e capacità di carico, ha incantato tantissimi utilizzatori che si sono fermati a chiedere maggiori indicazioni. La stessa sarà seguita da una intera gamma di articoli.

Una serie in EVO-luzione

Ai prodotti sopra riportati si aggiungono i nuovi attacchi rapidi versione EVO che puntano ad una maggiore sicurezza. La nuova versione presenta un sistema di aggancio e di bloccaggio che permette di valutare visivamente lo stato della fase di aggancio dell’attacco rapido.

Tramite questa configurazione è possibile verificare direttamente dalla postazione in cabina se l’attacco rapido ha completato correttamente la fase di aggancio. Per questo è presente un sistema a doppia indicazione che comunica all’operatore se l’attacco rapido si è totalmente agganciato all’adattatore.

Il nuovo indicatore visivo laterale di colore giallo e di forma triangolare “Safe Check” permette il pieno controllo dello stato di aggancio, mentre l’indicatore frontale consente di verificare lo stesso direttamente dalla cabina. A questo si aggiunge la forcella a doppia sede che amplifica il concetto di sicurezza in quanto evita il rischio di caduta accidentale dell’utensile.

Noi siamo Cangini : Impegno, Passione e Dedizione

Non potremmo essere più soddisfatti, la fiera Bauma ci ha dato modo di incontrare i clienti storici ma anche tanti potenziali rivenditori da tutto il mondo. Questo ci ha permesso il confronto e la raccolta di spunti di riflessione per un continuo miglioramento. “ Le parole di Davide Cangini (CEO dell’azienda).

Tutto lo staff Cangini con impegno e dedizione ha contribuito all’ottimo risultato di questa manifestazione, per questo il mio ringraziamento va a tutto il team, sia coloro che erano sul posto ma anche a tutti quelli che da dietro le quinte hanno collaborato e reso possibile questo risultato” continua Cangini.

Kobelco pensa ai veicoli a fine vita

Kobelco Construction Machinery è da sempre attenta all’impatto che le proprie macchine hanno sull’ambiente; non a caso, “We save, You fuel” è motto aziendale a testimoniare come il ridotto consumo di carburante sia per il costruttore giapponese motivo di vanto e di costante ricerca nello sviluppo delle proprie macchine.

All’interno del business del riciclaggio Kobelco offre interessanti soluzioni sia nel mondo delle demolizioni controllate che in quello relativo al trattamento dei veicoli a fine vita.

La gamma da demolizione Kobelco conta 4 modelli, i pesi operativi delle macchine spaziano dai 400 quintali per l’SK350DLC-11 fino a arrivare ai quasi 1500 quintali per il mastodontico SK1300DLC-10e  che è stato esposto al Bauma.

Attenzione ai veicoli a fine vita

Altro segmento molto interessante per la Kobelco Construction Machinery è quello relativo al trattamento dei veicoli a fine vita; Kobelco inizia a sviluppare escavatori per il trattamento di questa speciale categoria di rifiuti, già dal 1979 ed oggi continua con la propria offerta ed esperienza con due modelli, l’SK140SRD-7 e l’SK210D-10e.

A differenza di un escavatore convenzionale, queste due macchine si distinguono per il sistema di bloccaggio dell’automobile da demolire, posizionato al posto della tradizionale lama dozer di un escavatore. Queste “chele” consentono di bloccare saldamente il telaio del veicolo, per poi iniziare una rapida selezione dei componenti auto e dividerli in base al settore di riuso. Le plastiche dei paraurti, il rame dei cablaggi elettrici, l’acciaio dei cerchi con i relativi pneumatici, l’acciaio e l’alluminio presente nei motori, trasmissioni, condotti di scarico, etc. Avvalendosi infatti di appositi accessori sempre offerti dalla KCM, è infatti possibile selezionare con la massima precisione qualsiasi componente auto.

Kobelco Construction Machinery afferma che un solo SK210D-10e è in grado di trattare fino a 60 veicoli/ giorno: un incremento delle unità trattate comporta evidenti vantaggi agli utilizzatori finali andando infatti ad aumentare i volumi di cascami metallici trattati per anno, di plastiche recuperate, di rame rivenduto, di catalizzatori recuperati etc.

Baldini: dal soccorso stradale all’offshore

Da sx Andrea Nicolò, Responsabile gru elettriche Baldini Group, Enrico Angiolini, Regional Sales Managing Director di Manitowoc, Andrea Baldini, Titolare di Baldini Group, Nicola Liverani, Direttore commerciale Baldini Group, Roberto Zucchi, Sales Area Manager di Manitowoc

di Valter Vianello

Una storia di valori e passione, di crescita e di collaborazione tra un importante costruttore di macchine e  Baldini, un’azienda storica romagnola, premiata al Bauma.

Per Manitowoc Crane Group, l’edizione 2022 del Bauma di Monaco di Baviera , è stata anche l’ occasione per festeggiare 15 anni di collaborazione con Baldini Group. Una cerimonia per premiare l’ azienda di Faenza, leader nel settore del sollevamento in Italia che, in tutti questi anni di crescita ed espansione è rimasta fedele al marchio Grove,  vantando una flotta di una dozzina di mezzi Grove (tra le 60 e le 300 ton) tra le più ampie del nord Italia

Abbiamo avuto l’opportunità di incontrarci nel 2007 in un momento di crescita comune, qualche anno dopo che Manitowoc aveva acquisito Grove”, concordano Roberto Zucchi, Sales area manager Manitowoc e Andrea Baldini, titolare dell’azienda omonima.

Già dall’ inizio del rapporto, Baldini investì sui primi modelli come la GMK6300, la gru multi strada GMK4100L-2 da 100 t, a 4 assi, la GMK5130 con 60 metri di braccio e la stessa GMK5150  fino ad aggiungere più recentemente l’ ennesima multistrada GMK3060L-1 in consegna per l’ anno prossimo.

Una fiducia nel marchio che si è dimostrata ben riposta come ci conferma lo stesso Baldini “Sono macchine di alte capacità e dotate di versatilità che, se confrontate con altre, a parità di portata si dimostrano generose nelle performance di sollevamento soprattutto nella modalità taxi. Un esempio? La GMK4100L-2 da 100 tonnellate.

Si tratta di caratteristiche che per un gruppo che spazia dal noleggio classico ai servizi di manutenzione e di trasporto e di logistica nel settore industriale passando per attività in piattaforme off-shore , assemblaggio di blocchi prefabbricati…  permettono di operare con professionalità e tempestività“.

Baldini: la forza del Gruppo

La velocità di intervento e la disponibilità infatti è da sempre nel DNA della famiglia Baldini, sin dal 1968, quando il fondatore dell’azienda Arrigo Baldini (scomparso nel 2018 ) e padre di Andrea e Barbara  inizia a operare nell’ambito del soccorso stradale con un carro attrezzi al quale successivamente si è aggiunta una autogrù. Negli anni il gruppo, anche grazie alla diversificazione delle attività e all’ acquisizione di varie realtà, è costantemente cresciuto, tanto che oggi è arrivato a contare più di 150 dipendenti ed un fatturato di 20 milioni di euro. Con una sede centrale a Faenza e sedi distaccate (Bologna, Ravenna, Forlì, Fano) è attivo nel territorio nazionale oltre che nel noleggio autogrù (fino a 500 tonnellate) e piattaforme aeree anche nei settori dell’autodemolizione, trasporti eccezionali, soccorso stradale. Ad arricchire il curriculum un contratto in esclusiva sulle piattaforme marittime ENI per il sollevamento che rappresenta sicuramente un plus, perché lavorare in mare richiede una professionalità particolarmente elevata.

Quali sono le macchine della gamma Grove che vi danno più soddisfazione?

Sicuramente, la 300 e la 150 sono le due macchine della flotta che ci danno particolare soddisfazione, ma sono ben azzeccate pure le GMK5220, anche se più datate. Ci attendiamo che la gamma sia sviluppata ulteriormente mantenendo il livello di qualità ed affidabilità”.

Il rapporto tra Baldini e Manitowoc è potenziato anche dal fatto che Baldini fornisce al nostro concessionario anche il montaggio delle gru a torre Potain che sono nell’ampio catalogo della nostra offerta”, ha concluso Enrico Angiolini, Regional Sales Managing Director di Manitowoc.

Si respira aria nuova in Kubota Italia

di Valter Vianello

Formazione. Marketing. Noleggio. Ecco i tre pilastri su cui si basa la nuova strategia di Kubota Italia per potenziare la rete distributiva. L’action Plan per il 2023.

La tre giorni organizzata a Nogare (Vr) da Kubota Italia presso il partner produttivo Hinowa e rivolta ai suoi 44 dealer, con un totale di 120 partecipanti, non si è limitata a un evento con prove comparate in cui i mezzi made in Japan si sono confrontati con gli omologhi concorrenti, ma si è trasformata in un importante momento di formazione in cui ai test sul campo si sono affiancati workshop di aggiornamento formativo. Un mix di esperienze pratiche e teoriche in cui Andrea Pette, da un anno Country Manager Italia, crede molto e che con i suoi collaboratori sta veicolando al network distributivo italiano.

Andrea Pette

La prova comparativa (5 escavatori più una minipala elettrica Kubota e 10 macchine della concorrenza, ndr) ha offerto ai concessionari la possibilità di toccare con mano le prestazioni delle macchine dei competitor consentendo loro di introdurre nuovi argomenti di vendita derivati dall’esperienza diretta. Ma non ci siamo fermati qui, abbiamo voluto aggiungere valore a un evento puramente dimostrativo”, ci ha spiegato Andrea Pette.

Oggi più che mai la formazione è uno strumento per lavorare sul miglioramento generale della rete dei concessionari. La nostra rete composta da 44 concessionari si è ormai stabilizzata e copre la quasi totalità del territorio italiano, ma occorre elevare il livello di performance dei nostri distributori aiutandoli, nel rispetto della loro imprenditorialità, ad allargare la loro visione di business, inserendo in un arco temporale medio-lungo altre fonti di profitto che superino e integrino il concetto di pura vendita.  All’interno del macro-obiettivo costituito dal miglioramento della performance, ci sono altri strumenti indispensabili alla crescita del business, che noi abbiamo individuato in formazione, marketing e noleggio”.

Un momento dei corsi di formazione che Kubota Europe ha organizzato a Orléans (Francia)

Si tratta dunque di fare un ulteriore salto per alzare in Italia la già alta quota di mercato eguagliando la media dei successi europei, agendo su una maggiore proattività caratterizzata da nuove energie e strumenti innovativi.

Non dimentichiamo che in Europa, Kubota è da 25 anni consecutivi il numero 1 per le vendite di miniescavatori, mentre in Italia gli ultimi anni consecutivi sul podio più alto sono risultati dodici. Importante far riconoscere a tutta la rete gli obbiettivi che Kubota vuole raggiungere e rinforzare la consapevolezza del valore del nostro marchio”.

L’asso nella manica del noleggio

Il noleggio costituirà un momento forte della strategia Kubota  nei prossimi anni ed è prevista in questo senso una stretta collaborazione con Assodimi  che prenderà il via nei primi mesi del 2023.

Abbiamo scelto di non legarci ai grossi player francesi del renting (Loxam, Kiloutou…), attualmente abbiamo un rapporto di collaborazione con Boels e il Gruppo Mollo. L’idea è piuttosto quella di dare ai nostri concessionari un’opportunità ulteriore per fare business. E qui si torna ancora all’importanza della formazione: se per molti nostri dealer il noleggio è già una realtà consolidata, per altri resta un oggetto misterioso di cui non si sono ancora colte tutte le potenzialità. Vogliamo bandire ogni improvvisazione, intendiamo proporre un noleggio professionale, strutturato, che faccia della consulenza mirata un valore aggiunto e che sia un reale strumento di crescita”.

Il noleggio, tra l’altro, può diventare un importante volano per spingere le nuove macchine elettriche viste al recente Bauma. In questo senso Kubota ha presentato un interessante progetto: offre a chi voglia sostituire un escavatore tradizionale con uno a propulsione elettrica, la possibilità di sostituire il motore endotermico con uno elettrico grazie a un kit di conversione: un’idea che viene incontro alle possibili incertezze di chi voglia toccare con mano le reali prestazioni della macchina prima di un eventuale acquisto.

Il marketing secondo Kubota

Ma Kubota Italia intende intensificare pure le attività di marketing e di comunicazione anche in vista di un 2023 che si preannuncia ricco di eventi e novità.

Il marketing è infatti il terzo pilastro su cui si fonda la strategia di Kubota Italia che ha evidenziato quali siano i criteri per uniformare la qualità globale, interna ed esterna dalla rete distributiva. A tal proposito è stato avviato un piano quadriennale di brandizzazione interna ed esterna dei locali dei concessionari che prevede l’installazione di  totem e banner personalizzati. La prima fase ha riguardato dieci dealer, tra cui la società Falzarano srl della provincia di Caserta, che abbiamo intervistato.

Il Kubota Tracking System

Come è facilmente intuibile, per raggiungere gli obiettivi prefissati è importante che entrino in gioco altri strumenti che potenzino la connettività e il dialogo tra i concessionari e la macchina.

Il Kubota Tracking system (KTS) funzionante su qualsiasi  PC, laptop, tablet o smartphone, è un sistema per la supervisione degli escavatori Kubota che consente di valutare a distanza le prestazioni operative della flotta, migliorando la sicurezza, e la gestione delle macchine attraverso la riduzione dei tempi di inattività ed una manutenzione pianificata correttamente. Il sistema, inizialmente disponibile solo sulla macchina da 8 ton, prevede che entro il 2023  l’intera gamma venga telematizzata.

Ma come funziona in dettaglio?

Carlo Massimo Sevà

Ne parliamo con Carlo Massimo Sevà,  Service Manager Italy Construction Machinery Division di Kubota Europe S.A.S.

Una centralina principale installata nella macchina raccoglie i dati che vengono elaborati e resi trasmissibili. Tramite una SIM le informazioni arrivano a un server Kubota che a sua volta le rielabora nuovamente e le rende leggibili sul portale.

La centralina a bordo macchina invia regolarmente un aggiornamento dati ogni quindici minuti, ma nel caso si noti un abbassamento del livello di carica della batteria, il sistema va in autoprotezione riducendo l’intervallo di invio dati a quattro ore. Se la situazione persiste, un “alert” notificato al cliente e al concessionario(se autorizzato) segnala il rallentamento delle comunicazioni ed invita a caricare la batteria per almeno dieci minuti allo scopo di ripristinare il corretto flusso“.

Qual è utilità del KTS?

Dalla pianificazione dei movimenti della flotta alle informazioni in tempo reale su ogni macchina, il portale aiuta a rimanere informati sulle condizioni operative e la posizione e a gestire al meglio la manutenzione. Su questo aspetto, impostando un determinato range di ore di lavoro,  il portale può evidenziare quei veicoli  che per il loro carico di lavoro sono prossimi alla manutenzione.

In realtà la motivazione che ha spinto Kubota a sviluppare questo sistema telematico è la possibilità di fornire al cliente e al concessionario (con il permesso del cliente stesso) tutte le informazioni e le spiegazioni in chiaro (e non solo  tramite il codice di errore) sui guasti segnalati. Con un click, sul portale, l’ operatore visualizza il concessionario più vicino in zona che grazie alle segnalazioni sullo stato della macchina sarà in grado di fornire un servizio di riparazione più efficiente e tempestivo.

Il registro dati comprende tutta l’ attività di rigenerazione del filtro antiparticolato con i relativi orari. Ciò permette di evidenziare costantemente la sua efficienza anche in condizioni di lavoro difficili. La temperatura ha un ruolo fondamentale tanto da far posticipare, in caso di sovratemperatura la rigenerazione passiva del filtro.

Naturalmente sono presenti le altre variabili di funzionamento come il livello dei consumi, il numero giri motore…che consentono di prevenire eventuali problematiche future e migliorare l’ efficienza della macchina.

La segnalazione di una troppo frequente rigenerazione del filtro, associata all’interpretazione dei dati è un segnale che il particolato (PM10) non viene bruciato in modo ottimale.  Diversamente con giri motore sempre al massimo e rigenerazione frequente molto probabilmente sarà necessario intervenire sul combustibile per evitare problemi agli iniettori“.

La Geofencing applicata alla geolocalizzazione GPS

“Il rilievo della posizione e l’invio della stessa (oltre agli altri dati) consente di gestire e ottimizzare al meglio l’ attività lavorativa, ma anche di rilevare spostamenti di ogni escavatore anche a motore fermo o con chiave non inserita (furti o caricamenti su carrelli) in orari al di fuori dell’ attività lavorativa.

Il sistema è flessibile e, dal punto di vista privacy permette al cliente di autorizzare o meno l’invio delle notifiche  al  concessionario.

La tecnologia di Geofencing permette di delimitare dei perimetri di superfici, che se oltrepassati provocano notifiche di allarme. Oltre alle coordinate si possono impostare dei limiti orari relativi al periodo di regolare attività lavorativa (per esempio: dalle 8 del mattino alle 17.00, orari di normale attività lavorativa si escludono qualsiasi tipo di messaggi di segnalazione).

La creazione di un recinto temporale può essere utile ai noleggiatori per accertare eventuali utilizzi o spostamenti non concordati. (è il caso in cui il cliente afferma di aver concluso il lavoro al venerdì sera e di riconsegnare la macchina al lunedì, tenendola spenta durante il week end)“.

La curiosità

Un momento della premiazione

La trasferta veneta ha messo in evidenza l’escavatore RT220-2e in versione elettrica che, in un momento ludico, ha dato la possibilità ai partecipanti di sfidarsi ai comandi della macchina in una piccola gimkana. Per la cronaca i più veloci sono risultati: Luigi Marenghi (OFFICINA D’AMATO), Alessandro Venditti (Concessionario VENDITTI) e  Galli Battista ( Concessionario GALLI BATTISTA).

Viva il ricambio generazionale!

Carmine (a sinistra) e Biagio Falzarano

Una famiglia con le proprie tradizioni, ma che guarda al futuro, grazie al ricambio generazionale: potremmo così definire la Falzarano srl di Maddaloni (CE)  tra i concessionari che per primi hanno aderito al programma previsto da Kubota e volto al restyling dell’immagine.

Un concessionario storico, importante senza dubbio per il volume di vendite raggiunto, ma anche per aver accolto con entusiasmo la nuova idea comunicativa di Kubota Italia, sposandone gli obiettivi e le dinamiche.

Carmine Falzarano alla guida dell’U10-5 nel campo prove di Nogare

Carmine Falzarano, prima operatore movimento terra, poi agente ed oggi co-amministratore delegato (assieme al figlio Biagio) ci racconta la sua storia fatta di tanta passione per il suo lavoro.

Il nostro percorso trentennale ci ha portato oggi ad una maturità importante che fa di noi un consolidato dealer nel mercato campano. Il gruppo si compone di nove persone interne e di una decina di esterni e garantisce una copertura del territorio anche come supporto di assistenza tecnica. Operiamo nelle provincie di Caserta e Benevento. Oltre a Kubota di cui siamo full liner, siamo concessionari di altri prodotti per l’edilizia, ma non in concorrenza con il marchio giapponese. Con nuovi obbiettivi commerciali, abbiamo proceduto ad un restyling della nostra sede al fine di uniformare la nostra immagine. Abbiamo scelto il totem più grande da 6 metri per caratterizzare meglio la visione esterna mentre all’ interno abbiamo realizzato uno show room rinnovando il layout con nuova pannellistica”.

Biagio Falzarano a bordo della nuovissima RT220-2e

Biagio Falzarano 33 anni, laureato in economia e commercio e figlio di Carmine, è entrato in azienda a fine 2014. Dapprima con mansioni amministrative e contabili, dimostrando entusiasmo e passione, ha successivamente assunto un ruolo operativo ed organizzativo affiancando il padre e portando in azienda la digitalizzazione, nuove tecnologie e nuove strategie di marketing e comunicazione.

E’ dunque in corso un ricambio generazionale forte che consente la continuazione del successo dell’impresa e apporta idee fresche e nuove forze senza stravolgere i valori iniziali.

“Puntiamo molto al rapporto con la clientela e al service, aspetto fondamentale che curiamo con sempre maggiore attenzione”, spiega Biagio. “Possiamo vantare una clientela fidelizzata negli anni, nonostante i passaggi generazionali, conscia di un rapporto fiduciario e certa di poter contare su un service “sotto casa”. Siamo poi perfettamente in linea con il target di Kubota che per il 2023 -25 prevede una focalizzazione sul noleggio. Anche quest’anno abbiamo investito risorse nella creazione di una flotta dedicata inserendo anche tutti gli altri prodotti da noi distribuiti in un’offerta generalista di qualità. Siamo quindi pronti per partire. L’investimento è stato cospicuo ma l’abbiamo affrontato con determinazione e consapevolezza perché lo riteniamo fondamentale per accrescere la visibilità del marchio e della nostra concessionaria.”

Hydrotest distributore Multitel per l’Ungheria

Da sinistra Mirko Rebuzzi (Distribution manager Multitel Pagliero), Vladimir Kun (CEO Hydrotest), Roberto Marangoni (Global marketing and international sales director Multitel Pagliero)

Vladimir Kun, CEO della ungherese Hydrotest in visita allo stand Multitel Pagliero al Bauma, è l’immagine dell’energia e della positività. La doppia stretta di mano con Mirko Rebuzzi (Distribution manager) e Roberto Marangoni (Global marketing and international sales director), sancisce un accordo per la vendita delle piattaforme autocarrate nel paese magiaro. In particolare verso quei clienti finali che non vengono seguiti direttamente dalla direzione di Manta. Un accordo importante, visto lo spazio e la credibilità che Hydrotest ha saputo costruire in poco meno di 15 anni.

Un apprezzato fornitore di mezzi

Nata a Budapest nel 2007 con una struttura prettamente familiare, è passata dalla semplice attività di verifica delle macchine per il sollevamento alla distribuzione di gru forestali e macchine per la raccolta dei rifiuti. Ad oggi l’azienda è un apprezzato fornitore di mezzi per chi si occupa di manutenzioni stradali e le multi utility. Questo grazie a un’officina specializzata nella carpenteria, che oltre a intervenire sulla carrozzeria consente di adattare le macchine alle esigenze di lavoro dei clienti. Attualmente la struttura di Hydrotest si compone di 15 meccanici e 5 officine mobili per gli interventi in cantiere.

L’accordo con Multitel Pagliero prevede l’acquisto di una serie di piattaforme autocarrate con un’altezza di lavoro da 18 a 25 metri.  

Chi è Multitel Pagliero

Nata a Saluzzo (Cuneo) nel 1911 per iniziativa dei fratelli Pagliero, da piccola carrozzeria l’azienda si è trasformata in una delle più importanti aziende internazionali nella produzione di piattaforme aeree autocarrate e cingolate. Pioniera nell’introduzione di importanti soluzione tecnologiche, Multitel Pagliero è costantemente impegnata nel progettare macchine innovative, sicure ed efficienti, per qualsiasi tipo di cliente che deve lavorare in quota.

Il percorso sostenibile di Kohler

Mercoledì 16 e giovedì 17 novembre lo stabilimento reggiano di Kohler Engines ha sponsorizzato e ospitato levento Carburanti alternativi. Un percorso sostenibile verso la decarbonizzazione dei motori“, workshop organizzato da SAENA, STEMSCNR e Kohler. È stato un forum internazionale dedicato ai carburanti alternativi nel settore on-road e offroad, che ha riunito in due giorni di discussioni la comunità tecnicoscientifica dei produttori di motori e componenti, produttori di carburante, società di ingegneria, associazioni, mondo della ricerca e del mondo accademico, stabilendo un legame indissolubile tra istruzione e industria.
Luigi Arnone, Direttore Engineering, Motori Diesel,e Vice Presidente di SAE-NA:carburanti alternativi e lidrogeno rappresentano uno dei pilastri su cui si sta costruendo lo sviluppo dei motori a combustione interna. Sono diverse le tecnologie che, come Kohler, stiamo studiando e sviluppando nell’ottica della sostenibilità ambientale: non crediamo che un’unica soluzione possa soddisfare tutte le esigenze, anzi prevediamo un futuro in cui coesisteranno tecnologie diverse. Per Kohler, la scelta di una soluzione piuttosto che un’altra dipenderà dalla macchina, nonché da fattori quali il ciclo di lavoro, lambiente operativo e la posizione, le normative egli incentivi specifici del mercato.

Una più ampia visione

Quanto emerso dal forum è la necessità di ampliare la visione aziendale e passare da una semplice prospettiva economica a una più ampia responsabilità verso lambiente e la comunità che metta la sostenibilità al centro delle strategie aziendali. Crediamo fortemente che la discussione allinterno della comunità tecnicoscientifica internazionale sia una delle chiavi del progresso tecnologico in un periodo di transizione come quello attuale“, ha concluso Arnone.
Tra i relatori, oltre ai rappresentanti di SAENA e Kohler Engines, importanti figure di
Landi Renzo Group. Altri relatori di spicco provenivano dal mondo accademico: