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Oil&Steel con IPAF al Samoter

In occasione della 30ma edizione del Samoter a Verona, Oil&Steel sarà presente presso lo Stand IPAF con la SNAKE 2413 Plus (Piazza della Sicurezza IPAF, Area esterna, Demo C Stand 2).

La macchina sarà a disposizione dei corsisti per le prove pratiche del corso per operatori PLE, corsisti che avranno in precedenza superato la parte teorica del corso con l’e-learning di IPAF.

Il modello esposto sarà una autocarrata SNAKE 2413 Plus, che può raggiungere un’altezza di lavoro pari a circa 23,5 metri, con uno sbraccio pari a 12,6 metri (con 80 kg).

L’utilizzo di acciai altoresistenziali di ultima generazione, unito all’individuazione di geometrie particolari, ha consentito ai progettisti di San Cesario sul Panaro di ridurre i pesi della struttura estendibile assicurando comunque notevole rigidezza e resistenza. Dotati anteriormente di traverse estensibili con stabilizzatori ad H, entrambi i modelli possono operare con la massima flessibilità ed elevate prestazioni anche in spazi ristretti. Le due piattaforme possono anche essere stabilizzate in sagoma.

Durante l’esposizione noleggiatori e visitatori potranno apprezzarne le dimensioni e le prestazioni al top del settore, le misure contenute, la precisione e l’accuratezza dei movimenti.

Oil&Steel è una realtà industriale che progetta, produce e commercializza, in tutto il mondo, piattaforme per il lavoro aereo di elevato standard qualitativo.

Da sempre attenti alle esigenze della Clientela, l’azienda si è trasformata negli anni da fabbricante con connotazione artigianale a vera industria di respiro internazionale.

Processi produttivi rigorosi, massima attenzione alla qualità dei prodotti, servizi post-vendita accurati sono tutti elementi che caratterizzano l’azienda.

Obiettivo dichiarato è quello di estendere il proprio campo di influenza in tutti e 5 i continenti, fornendo prodotti e servizi di alto valore aggiunto.

Eurocomach: ecco cosa vedremo al Samoter

di Giuseppe La Franca

Vera e  propria “sartoria tecnologica”, nella quale ogni progetto è curato in stretta osservanza delle esigenze del cliente, Sampierana è una delle realtà più interessanti nel panorama nazionale delle macchine movimento terra.

Espressione più tipica dell’impresa italiana a conduzione familiare, dagli anni ‘60 l’azienda romagnola progetta e costruisce sottocarri cingolati per i principali OeM mondiali (Casagrande, Comacchio, Soilmec, Liebherr, Komatsu, ecc), garantendo un servizio puntuale e dedicato prima, durante e dopo la costruzione. Con il brand Eurocomach (Europa Costruzione Macchine), Sampierana progetta e produce escavatori cingolati nelle classi mini e midi, oltre a skidsteer loader gommati e cingolati e a terne articolate. La divisione U/C Spare Parts oltre ad essere rivenditore storico Berco produce e commercializza parti ricambio carro a proprio marchio.

Dalla collaborazione fra le divisioni aziendali nascono le cosiddette ESP (Eurocomach Special Platform), ovvero basi complete personalizzabili, con carro fisso o allargabile sprovviste di braccio, fornite ai produttori di macchine per la perforazione che provvedono successivamente all’installazione del mast.

Al Samoter Sampierana punta su nuove proposte caratterizzate da concretezza, attualità e versatilità, per trasmettere ai visitatori le sue migliori qualità, concentrandosi sulla linea degli escavatori mini e midi.

Il rendering dell’ES 14 SR4 che vedremo a Samoter

Presenta infatti tre nuovi modelli da 12, 14 e 19 quintali, che completano la gamma di escavatori Eurocomach. Si tratta di macchine attualissime, equipaggiate con motori di ultima generazione (Tier4) e complete di roller proporzionali integrati nei manipolatori laterali servoassistiti, oltre alle caratteristiche standard che contraddistinguono il ricco allestimento della gamma Eurocomach. La più piccola è completamente “girosagoma”, mentre le altre due sono del tipo “short radius” – caratteristiche proprie di modelli del segmento midi che Eurocomach ha trasferito su modelli del segmento mini, adatto anche agli operatori non professionisti e più appetibile anche dai noleggiatori.

Massimo comfort in spazi ristretti

Come testimoniato dalla generosa ampiezza e dalla notevole visibilità concesse all’operatore, il miniescavatore ES 20 SR (nella foto sopra il rendering) è stato sviluppato soprattutto per i mercati d’oltralpe. È equipaggiato con un 3 cilindri Kubota Tier 4 da 16,2 kW raffreddato ad acqua con impianto a portata variabile (17,6+17,6+14,3 l/min; max 210 bar). Anche in questo caso sono presenti 2 comodi manipolatori servocomandati, l’impianto ausiliario semplice o a doppio effetto e la lama di reinterro.

Peso operativo (1.830 con tettuccio; 1.930 kg con cabina), dimensioni ridotte (larghezza 990÷1.300 mm; altezza 2.400 mm; carro allargabile da 990 a 1.300 mm) ed elevata velocità di rotazione (12 rpm) lo rendono particolarmente indicato per le applicazioni professionali.

Su Macchine Edili di febbraio, in distribuzione al Samoter  potrete leggere l’intervista a Marco Mosconi (di cui vediamo uno spezzone nel video) sales manager di Eurocomach.

Gli stellati Michelin autorizzati per la cava

Gli pneumatici pluristellati Michelin® XTXL E4****/L4***  ( il numero di stelle è un riferimento nell’industria dello pneumatico che indica la capacità di carico per una dimensione e un impiego definiti), hanno ottenuto l’autorizzazione per l’utilizzo su pale caricatrici di tipo block handler che operano nel sito di Carrara.

In seguito a un’analisi condotta nel 2016 per verificare il carico trasportato dai pneumatici montati su pale caricatrici di tipo block handler, lo pneumatico Michelin® XTXL E4****/L4*** di dimensione 35/65 R 33 è stato autorizzato all’utilizzo nel sito di Carrara, essendo rispondente a specifici criteri operativi (pressione di gonfiaggio; carico sul pneumatico in funzione del tempo, carico sul pneumatico in funzione della velocità).

Questo pneumatico permette di trasportare il 15% in più grazie alla carcassa rinforzata: la struttura più spessa e resistente del 30% (rispetto al Michelin® XLDD1), è in grado di operare a pressioni fino a 8 bar e permette di trasportare carichi maggiori.  Inoltre trasmette fino al 20% in più di potenza grazie alla nuova architettura della zona del tallone (tecnologia B2) che riduce il rischio di rotazione sul cerchio grazie a una superficie di contatto più larga del 30%

Riduce poi sensibilmente i fuori uso accidentali grazie al rinforzo in acciaio nella sommità (+20% di resistenza, +40% di massa metallica).

I vantaggi

  • Migliore resistenza alle aggressioni 
  • Maggiore robustezza del tallone 
  • Maggiore capacità di carico 
  • Maggiore durata 

Fin dalla fondazione, nel 1889, la missione di Michelin è contribuire al progresso della mobilità di beni e persone attraverso la produzione e la commercializzazione di pneumatici per tutti i tipi di veicoli, dalle due ruote alle macchine movimento terra. Inoltre, Michelin accompagna il viaggiatore con un’ampia gamma di carte e atlanti stradali, guide turistiche, guide alberghi-ristoranti, il sito Internet viamichelin.it e App. Il Gruppo, la cui sede si trova a Clermont-Ferrand (Francia), è presente in 171 paesi e ha 68 siti produttivi in 17 paesi diversi, dove, nel 2015, sono stati prodotti 184 milioni di pneumatici. Vi lavorano 111.700 persone. Il suo Centro di Tecnologia, cuore del settore di Ricerca e Sviluppo, ha sedi in Europa, America del Nord e Asia. Michelin investe circa 700 milioni di euro l’anno in Ricerca e Sviluppo, strategia alla base di tutte le sue innovazioni.

La transizione energetica secondo Iveco

Pierre Lahutte (a sinistra) con Walter Lannutti

Transizione energetica: una bella frase che ognuno coniuga come vuole, dal movimento terra al sollevamento, al cava cantiere. Per Iveco significa “gas”, una propulsione alternativa che, se “bio”, cioé ricavata da fonti energetiche rinnovabili (biomasse, rifiuti etc) è anche sostenibile dal punto di vista ambientale (oltre che economicamente conveniente per l’utilizzatore finale).

E’ quello che è emerso nel corso di una conferenza stampa organizzata da Iveco presso il (bellissimo, da visitare assolutamente) Museo Storico Alfa Romeo di Arese, durante la quale ha presentato anche un suo partner eccellente da 25 anni, il Gruppo Lannutti spa di Cuneo(1600 dipendenti, una flotta di 3450 veicoli, specializzato nella logistica del vetro,  ma anche nel trasporto  e gestione di metalli, componenti industriali, pneumatici, automotive…), focalizzato su sistemi e tecnologie innovativi. Come ha spiegato il Presidente, Walter Lannutti, l’adozione delle nuove tecnologie è fondamentale per lo sviluppo dell’azienda e proprio per questo ha deciso di adottare ben 600 veicoli Iveco a gas, una scelta numericamente importante (i veicoli verranno consegnati nell’arco di tre anni) che la dice lunga su quanto Walter Lannutti e il suo gruppo credano in Iveco e nell’adozione di propulsioni alternative.

La firma dell’accordo

L’accordo è stato siglato proprio nel corso della conferenza stampa e questo impegno di Iveco verrà ribadito nel corso di un altro incontro dal titolo “Transizione energetica verso un trasporto sostenibile. La sfida della filiera” che si svolgerà il 22 febbraio alle ore 11 al Padiglione 10, stand  Iveco, al   Transpotec di Verona.

All’incontro di Arese era presente anche Michelin, pure impegnata in prima linea per un trasporto sostenibile e partner del Gruppo Lannutti da 25 anni. Con la sua Divisione MICHELIN™solutions, il costruttore offre soluzioni su misura per la sostenibilità ambientale e dal 2017 al 2020 avvierà progetti innovativi  (Effifuel & Effitrailer) volti a ridurre i consumi di gasolio-LNG e a ottimizzare la gestione dei veicoli trainati.

Sono 20 anni che Iveco investe nel gas naturale e oggi si può dire pronta per raccogliere le sfide ambientali, ma anche economiche e sociali, che l’adozione di questi mezzi comporta.

Il suo Stralis NP, il primo camion a gas naturale per le missioni sulle lunghe distanze, è stato votato “Project of the Year” agli European Gas Awards of Excellence 2017, durante la European Gas Conference, il meeting annuale dell’industria europea del gas tenutosi a Vienna lo scorso gennaio.
In quell’occasione Pierre Lahutte, Iveco Brand President, ha commentato: “Siamo molto orgogliosi che Iveco sia stata premiata ancora per il suo impegno nella sostenibilità. IVECO ha capito molto presto che il futuro del trasporto si basava su soluzioni alternative sostenibili. Il Nuovo Stralis NP, è un mezzo a gas naturale rivoluzionario per il trasporto sostenibile. È costruito sulla grande capacità di Iveco di saper fare un passo in avanti verso il futuro: è il primo camion a gas a lunga percorrenza sul mercato ad offrire una vera alternativa ai veicoli diesel e il veicolo per il trasporto sulle lunghe distanze più sostenibile di sempre”.

Il nuovo Daily sulle vette del Monte Bianco

Sul fronte cava cantiere, importanti novità (anche in termini di interconnettività) verranno presentate nel corso del prossimo Solutrans di Lione. L’ampia offerta di prodotto Iveco per applicazioni cantieristiche  prevede il Daily, veicolo che copre dalle 3 alle 7,2 tonnellate di peso totale a terra, l’Eurocargo, dalle 6 alle 19 tonnellate, il Trakker (dedicato alle attività off-road) e lo Stralis, oltre le 16 tonnellate. Inoltre, con il marchio Iveco Astra (i cui prodotti vedremo al Samoter, nello stand CNH Industrial) costruisce veicoli cava-cantiere, dumper rigidi e articolati e veicoli speciali.

 

Cifa: braccio da record per il Nord

Compatta, maneggevole e leggera, la pompa autocarrata K60H di Cifa sta raccogliendo numerosi consensi in molti paesi europei. Dopo Svizzera, Belgio e Germania, questo modello è approdato nei mercati tecnologicamente avanzati della Scandinavia tra cui la Finlandia e la Svezia, che hanno un target di clientela molto elevato che gradisce prodotti all’avanguardia. Nella città svedese Malmö, si è svolto un K60H Day per presentare la prima pompa autocarrata con braccio da 60 m in carbonio venduta in Svezia al Gruppo Sydsten, importante realtà che possiede 8 impianti nell’area ovest della Svezia e si affida a un parco macchine di circa 100 unità tra pompe autocarrate e autobetoniere.

La pompa, allestita su autotelaio Volvo, è attualmente l’unica in Svezia ad avere un braccio così lungo. L’evento, organizzato da Sydsten, si è svolto presso la sede del Gruppo, dove sono intervenuti una sessantina tra clienti e utilizzatori. Secondo il responsabile Cifa del mercato Europa Renato Biavati, presente all’evento insieme all’area manager Salvatore Menniti, questa vendita segna un traguardo molto importante per Cifa da un lato perché fino ad ora questo cliente si affidava quasi esclusivamente a pompe tedesche, e poi perché i competitors tedeschi stanno “soffrendo” molto per l’ingresso di Cifa sulla gamma alta di pompe autocarrate che va a toccare un target di clienti medio-alti impensabile, per il brand milanese, fino a 5-6 anni fa.

La K60H presenta grossi vantaggi rispetto alla concorrenza tedesca. Innanzitutto i 2 m in più del braccio che, grazie alla leggerezza delle 3 sezioni in carbonio consente di mantenere un allestimento sui 5 assi (contrariamente ai 6 della 58 m della concorrenza) restando ampiamente entro i limiti di peso (7-8 mila kg in meno rispetto alla 58 m) e risparmiando annualmente anche sui permessi di circolazione.

E ciò è molto importante sul mercato nordico dove esiste una rigida attenzione sui limiti di peso. Inoltre un braccio da 60 m e 6 sezioni significa massima flessibilità: consente infatti non solo di raggiungere altezze importanti, ma posizionato in orizzontale supera ostacoli raggiungendo con facilità l’area di getto. Da considerare anche l’estrema compattezza e maneggevolezza della K60H che è anche più corta rispetto alle macchine della concorrenza che montano bracci più piccoli. Durante l’evento c’è stata occasione per iniziare importanti trattative di vendita dello stesso modello di pompa anche con clienti provenienti dalla Danimarca e da altre zone della Svezia.

I prodotti di punta di Böcker

di Aurora Righetto

Böcker è presente nel mercato italiano da oltre 30 anni e dal 2010 è attiva con una filiale diretta che gode di piena autonomia amministrativa e commerciale e dove a Daniele Tommasin è affidata la gestione commerciale. La ristrutturazione aziendale voluta per affrontare in modo adeguato il mercato italiano ha visto, nel 2012, il trasferimento di Böcker italia nell’attuale sede operativa di Nogarole Rocca (VR). La società è affiancata e coadiuvata dalla Levo srl di Maurizio Ferrari, alla quale è stata affidata la gestione della ricambistica per tutta Italia, la gestione dell’assistenza nelle regioni di competenza del Nord del paese, il supporto alle officine autorizzate in tutto il resto d’Italia e la distribuzione in esclusiva di alcuni prodotti Böcker, tra i quali spicca la serie ALP Lift e le gru multifunzione trainate, cingolate e autocarrate.

I prodotti per il 2017

Daniele Tommasin

“Il 2017 sarà un anno molto stimolante e importante”, continua il responsabile commerciale, “nel quale dovremo confermare gli ottimi risultati di crescita degli ultimi 5 anni. In primis concentreremo i nostri sforzi sulle gru trainate e allestite che l’anno scorso ci hanno permesso di incrementare la nostra quota di mercato in tale settore. La gru multifunzione di ultima generazione è una tipologia di macchina che sta prendendo sempre più piede nel nostro mercato. Il passaggio da gru a piattaforma di lavoro aereo si è enormemente affinato e velocizzato; e le prestazioni, grazie allo sviluppo dei nuovi materiali impiegati, hanno avuto un incremento notevole. Inoltre l’allestimento in sagoma e il nuovo disegno della torretta di rotazione permettono di avere un mezzo veramente compatto per la circolazione stradale e l’impiego in cantieri che necessitano di elevate prestazioni in termini di sbraccio e altezza, ma che non consentono l’accesso a mezzi più pesanti e ingombranti”. Ottimali anche le applicazioni in prossimità delle strade: la torretta alta esce di pochissimo dalla sagoma del mezzo in fase di rotazione.

“Cercheremo anche di confermare l’ottimo trend avuto nel settore edile”, riprende Tommasin, “per quanto riguarda gli elevatori inclinati, soprattutto nella versione trainata, validissima e apprezzata alternativa ad altri sistemi di sollevamento. Si tratta di una soluzione agile, economica, pratica e di facile impiego nei cantieri più difficili, ma anche altamente personalizzabile. In quest’ottica una delle personalizzazioni più riuscite è quella dedicata agli installatori di ponteggi, che attraverso la gabbia studiata su specifiche richieste fornite proprio dalle ditte più importanti del settore, ci ha permesso di portare in Italia i primi modelli di Junior 24 G, elevatore trainato da 24 metri con una gabbia studiata per l’elevazione dei singoli elementi del ponteggio, dai più ingombranti agli elementi di fissaggio e ancoraggio”.

Böcker al Samoter

La società punta molto sul Samoter, dove sarà presente nell’Area B, stand 21-22.  La concomitanza con Transpotec le  permetterà di far conoscere le ultime novità di prodotto sia nel comparto dell’edilizia, sia in quello della logistica/traslochi, un settore nel quale è leader in Italia. Verrà esposta una gru autocarrata modello AK 37/4000, macchina di successo già in uso presso alcuni noleggiatori in Lombardia; una gru cingolata RK36/2400, prototipo sviluppato inizialmente per l’Italia che l’anno scorso ha visto la consegna di circa 20 esemplari in tutta Europa; oltre a elevatori componibili e trainati per l’edilizia, i ponteggi e i traslochi.

SKF partecipa a Transpotec

Dal 22 al 25 febbraio i padiglioni di Veronafiere ospitano l’edizione 2017 di Transpotec, la manifestazione dedicata a trasporti e logistica, che quest’anno sarà in contemporanea con SaMoTer, triennale di riferimento nazionale per le macchine per costruzioni.

La Lubrication Product Division di SKF partecipa a Transpotec all’interno dell’Aftermarket Village (Padiglione 10, stand A3-3) e presenta presso lo stand i principali prodotti e soluzioni di lubrificazione centralizzata per il settore veicoli commerciali, industriali e autobus. La lubrificazione è un elemento fondamentale per massimizzare l’efficienza dei componenti. Basti pensare che una lubrificazione non ottimale è la causa del 36% del cedimento prematuro dei cuscinetti.

La Lubrication Product Division di SKF vanta una grande esperienza nell’ambito delle soluzioni di lubrificazione anche grazie al know how maturato da Lincoln. Fondata nel 1910, Lincoln è una realtà di riferimento nell’ambito dei prodotti per la lubrificazione e il pompaggio, entrata a far parte del Gruppo SKF dal 2011.

Tema centrale di Transpotec saranno i kit di lubrificazione centralizzata automatica per ralle e sponde, composti da elettropompa compatta serie QLS con premontato distributore progressivo fino a 18 utilizzi, completo di raccorderia e tubazioni per velocizzare il montaggio sul mezzo.

La pompa QLS è provvista di un’unità di controllo integrata programmabile, si caratterizza per un peso e ingombro ridotto, può lavorare in un range di temperatura compreso tra -25 e +70°C , ha un grado di protezione IP6K9K (NEMA 4) e ha certificazione UL. In fiera SKF presenta inoltre una gamma completa di raccordi a innesto rapido per il collegamento veloce delle tubazioni nei sistemi di lubrificazione centralizzata.

La gamma comprende raccordi per tubi con diametro esterno di 4, 6 e 8 mm, dritti e a 90° sia fissi che girevoli. Gli innesti sono dotati di tre anelli O-Ring e garantiscono una tenuta ermetica immediata, sono stati infatti concepiti per resistere alle forti sollecitazioni e alle alte pressioni presenti nei sistemi di lubrificazione centralizzata.

I raccordi a innesto rapido SKF sono adatti a collegare l’intero sistema di tubazioni, dalla pompa al distributore fino ai singoli punti di lubrificazione.

All’interno degli innesti sono presenti delle pinze che fissano saldamente le tubazioni per pressioni statiche di lavoro fino a 300 bar.

I raccordi non risentono della sporcizia e sono adatti per essere utilizzati sia per i veicoli stradali che per le macchine di movimento terra anche durante il rigido periodo invernale. All’interno dello spazio espositivo della SKF sarà presente anche il VSM, ovvero l’unità dedicata alle vendite di ricambi nel mercato automotive, con uno spazio in cui verranno esposti i kit veicoli industriali, rimorchi e commerciali.

La linea 3 della Metropolitana di Monterrey

di Mauro Nogarin

Verrà inaugurata nel primo trimestre del 2017 la nuova linea 3 della città di Monterrey, in Messico. Nei cui cantieri hanno lavorato anche macchione italiane

La città di Monterrey attualmente ha 1.2 milioni di abitanti ma in realtà considerando la provincia, che include nove municipi, il numero di abitanti aumenta fino 3.8 milioni, distribuiti in un territorio di 580 km², e diventa cosi la seconda città più estesa del Messico.

Il Metrorrey negli ultimi anni è diventata la colonna vertebrale del sistema di trasporto pubblico, una rete ormai irrinunciabile, anzi non mancano le iniziative del ministero dei trasporti federale per potenziarla, migliorarla e integrarla al resto del network  dei mezzi pubblici, senza dover compromettere il grado di inquinamento atmosferico o aumentare la dipendenza da combustibili fossili.

La nuova linea 3 del Metrorrey ha una lunghezza complessiva di 7,5 Km, suddivisi nel seguente modo: 550 metri di tratto sotterraneo, 300 metri di transizione mediante la rampa di accesso e 6650 metri di tratto elevato.

Una delle principali difficoltà che ha dovuto affrontare l’impresa costruttrice è stata quella di garantire la continuità della circolazione del transito, considerando che in quell’area circolano circa 10 mila veicoli al giorno.

All’inizio del 2014 sono iniziati i lavori del pozzo verticale con un diametro di 15 e una profondità di 20 metri, mediante il quale si sarebbero poi calate tutte le macchine necessarie alla realizzazione dell’opera.

Lungo il perimetro del pozzo sono stati realizzati dei pali di fondazione utilizzando trivelle Soilmec SR-70 con diametro di 1.5 per 20 metri di lunghezza utilizzando un calcestruzzo di alta resistenza di 350 Kg/cm², al fine di garantire la massima stabilità e sicurezza in questo importante punto di accesso.

Cinque mesi sono durati i lavori di scavo con l’escavatore CAT 310 J scaricando il materiale sulla benna agganciata alla gru e quindi sui cassoni dei camion. E una volta arrivati al livello inferiore progettato al fine di stabilizzare il terreno si è proceduto alla colata di calcestruzzo armato con bentonite. Mentre le 135 pompe idrauliche installate nei di versi punti sono entrate in azione per aspirare circa 250 litri al secondo di acqua che veniva deviata verso il fiume di Santa Catarina.

Una perforazione complessa

Senza alcun dubbio la parte più difficile dell’intero progetto è stato il tunnel, costruito a una profondità di 12 metri con una larghezza di 9.5 metri per 7.5 m di altezza. Le difficoltà sono sorte fin dall’inizio, quando sono stati realizzati i rilevamenti geologici del luogo, che hanno messo in evidenza la scarsa stabilita meccanica del terreno oltre alla presenza di diverse falde freatiche.

Per questi motivi la perforazione del tunnel è stata realizzata con un metodo che esce dagli schemi costruttivi tradizionali, per evitare eventuali collassi del terreno soprastante, una condizione che a un certo punto aveva obbligo gli ingegneri a carico di ricorrere a tale variante.

Di fatto i tre escavatori CAT 310 J e CAT 320 LD equipaggiati con martelli pneumatici tipo Maverick, piazzati sui tre cantieri contemporanei del tunnel, hanno giocato un ruolo fondamentale per lo scavo, mentre lo smaltimento dello smarino è stato affidato all’escavatore cingolato CAT D6N equipaggiato con Ripper.

Infine per l’estrazione verticale di tale materiale, considerando lo spazio di manovra ridotto e la non convenienza economica di installare un nastro trasportatore, si è ricorso a una gru da 60 tonnellate dotata di una benna.

Altro particolare molto interessante adottato dagli ingegneri messicani nella perforazione del tunnel è stato  l’utilizzo, lungo tutta la volta del tunnel della trivella Hydrotrack Ingersoll Rand ECM 370 che aveva il compito di realizzare dei fori da 10 cm di diametro; successivamente una Puma Pumex 90  ha inserito nei tubi in PVC autoperforanti posti a una distanza di 40 cm l’uno dall’altro, una mescola di acqua (64.7%), bentonite (3%), cemento (25.2%), sabbia (7.1%) al fine di consolidare la parte superiore del tunnel ed evitare la caduta di materiale.

Successivamente  si è passati ad eseguire il primo shotcrete mediante pompa Putzmeister TX70 con fattore Fc di 250 Kg/cm²  rinforzato con fibra metallica tipo dramix 65/35 Kg/m³ e rete elettro- saldata 6×6. Al calcestruzzo inoltre è stato applicato un accelerante di presa per raggiungere la resistenza in minor tempo.

Dopo aver terminato i primi 70 metri di tunnel è stato posizionato il primo tubo di ventilazione con un diametro di 90 cm attraverso un motore di 30 cv, che  veicola nel circuito ventilazione 33,800 metri cubi /ora di aria pulita.

Per realizzare il pavimento e le pareti laterali si è impiegata una centina metallica elettroidraulica di 4,5 metri lunghezza montata su due binari, dopo aver effettuato la colata definitiva con calcestruzzo idraulico con fattore Fc 250 Kg/cm².

Per la rampa di uscita del tunnel, le trivelle Soilmec SR-30 sono entrate in azione allo scopo di eseguire una serie di pali di fondazione da 60 cm di diametro per 20 metri di profondità lungo entrambi i lati, in modo da assicurare la continuità degli scavi all’interno dei due muri e permettere la posa in opera dei cassoni prefabbricati a “U” da 10 metri di larghezza all’interno dei quali inserire i binari della metropolitana che poggiavano su plinti longitudinali. Ogni binario aveva una lunghezza di 24 metri e un peso di 1,38 tonnellate.

Betoniere autocaricanti: premio a Fiori Group

di Giuseppe La Franca

Un’azienda italiana che esporta tecnologia e prodotti in tutto il mondo presenta l’innovazione per le proprie betoniere autocaricanti, che si è aggiudicata il prestigioso Premio Innovazione Samoter.

Leader mondiale nella produzione di betoniere autocaricanti (Self Loading Mixers), Fiori Group ha sempre concentrato la propria produzione sulle macchine semoventi fuoristrada per l’auto-produzione del calcestruzzo in cantiere, specializzando progressivamente i processi e le tecnologie.

Le SLM sono macchine estremamente versatili, in grado di dosare e caricare al loro interno gli ingredienti del conglomerato, mescolandoli fino a ottenere il prodotto ricercato, pronto per essere gettato in opera direttamente in cantiere o, eventualmente, percorrendo brevi distanze.

Una particolare applicazione – il “Big Bag”, espressamente concepito per il caricamento frontale dei prodotti sfusi contenuti in sacconi preconfezionati, all’interno del tamburo della betoniera – si è aggiudicata il Premio Innovazione Samoter 2016.

Ottimizzare la produzione

Mauro Pelliciari

Abbiamo chiesto all’ing. Mauro Pelliciari, Amministratore delegato per Fiori Group per l’area Marketing, Sales & Service – in cosa consiste il dispositivo premiato: “Si tratta di una betoniera autocaricante che, al posto della tradizionale pala per il caricamento degli inerti, utilizza un dispositivo brevettato per il sollevamento e la pesatura di sacconi contenenti gli inerti e i leganti premiscelati in secco.

L’applicazione consente l’effettuazione di tutte le operazioni di sollevamento, pesatura e apertura del saccone pieno, per il caricamento della betoniera, e di ri-posizionamento del saccone vuoto, impiegando un solo operatore per tutti i materiali necessari alla miscela.

Si ottimizzano così le operazioni e si può certificare la propria produzione del conglomerato. A seconda dei casi, l’applicazione rende il cantiere parzialmente o completamente indipendente da una serie di macchine oggi destinate alla logistica della produzione del calcestruzzo”.

 

 

Qual è il campo di applicazione del Big Bags?

“In una SLM tradizionale il caricamento dei diversi materiali nella betoniera è affidato a una pala, per gli inerti, e al lavoro manuale, per i sacchi contenenti i leganti. Con il Big Bags ci rivolgiamo non solo alle imprese edili, ma anche ai noleggiatori e ai produttori di cemento e di aggregati, proponendo una soluzione ottimizzata per l’impiego dei sacconi che contengono tutti i componenti solidi del conglomerato (in secco), pre-dosati dal produttore nelle quantità previste dalle varie ricette di miscela.

Dal punto di vista dell’impresa si tratta di un sistema estremamente semplice, utilizzabile anche da operatori inesperti in quanto la responsabilità della qualità del calcestruzzo non è più lasciata all’operatore, ma viene demandata al produttore del big-bag di “premiscelato in secco”.

L’articolo completo con gli approfondimenti sul numero di Febbraio di Macchine Edili.

Ihimer al Samoter cambia nome

In occasione della 30esima edizione del Samoter, che si terrà a Verona dal 22 al 25 Febbraio 2017, Ihimer spa  ufficializzerà il cambio di denominazione della società  in KATO IMER spa e presenterà importanti novità per la prima volta nel mercato del Construction Equipment.

Il nuovo logo societario

Lo scorso mese di novembre un comunicato stampa aveva già diffuso la notizia che la multinazionale giapponese Kato Works Co., Ltd. e la conglomerata giapponese IHI Corporation Ltd avevano siglato un accordo per il trasferimento del 100% delle azioni della IHI Construction Machinery Ltd. da IHI a KATO.
Dallo scorso primo gennaio 2017 la IK, che controlla il 51% della Ihimer spa con sede in Italia a San Gimignano (il 49% continua invece ad essere detenuto da Imer Group spa), aveva già mutato la propria ragione sociale in KATO Heavy Industries Construction Machinery Co. Ltd ( KATO HICOM).

In concomitanza dell’Assemblea straordinaria dei soci di Ihimer spa  che avrà luogo il prossimo 17 febbraio 2017, anche Ihimer muterà la propria ragione sociale in KATO IMER spa,  pur mantenendo immutati l’indirizzo della sede legale, il codice fiscale e la partita IVA. Ai fini amministrativi e fiscali questa modifica avrà efficacia a decorrere dal 1° marzo 2017.
Il nuovo logo societario sarà ufficializzato in occasione di Samoter dove KATO IMER esporrà nel Padiglione 5 allo stand E4/F4.