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Mercedes vince il Truck Innovation Award 2021

E’ andato ai camion a trazione elettrica della Casa tedesca il premio Truck Innovation Award 2021, assegnato da una giuria di 25 giornalisti internazionali del trasporto su gomma attivi in 24 paesi della UE e in Sudafrica.

Il riconoscimento ha riguardato, in particolare, l’eActros di seconda generazione a batterie, che dovrebbe entrare il produzione di serie il prossimo anno, e il concept di elettrico a fuel-cell alimentate a idrogeno liquido GenH2 Truck, che inizierà i test di validazione su strada nel 2023. Il premio è stato consegnato, nel corso di una cerimonia virtuale, a Martin Daum, Presidente del consiglio d’amministrazione di Daimler AG, e a Sven Ennerst, responsabile del product engineering di Daimler Trucks.

I giornalisti del Truck of The Year hanno anche apprezzato la strategia di lungo periodo di Daimler verso l’elettro-mobilità, basata su una catena cinematica modulare comune ai diversi mercati mondiali e sulla realizzazione interna di tutti i componenti critici dei mezzi di trasporto a trazione elettrica.

Premio all’innovazione

Gianenrico Griffini, Chairman dell’Innovation Truck of the Year con il concept GenH2 Truck in realtà aumentata al Castello Sforzesco di Milano

Il riconoscimento Truck Innovation Award è stato creato nel 2018 dai giornalisti dell’International Truck of the Year per premiare i veicoli innovativi dotati di catene cinematiche non convenzionali o di particolari contenuti hi-tech, che stanno arrivando sul mercato in seguito alla transizione energetica in atto. Il premio si affianca all’International Truck of the Year (IToY), creato nel 1977 dal giornalista inglese Pat Kennett insieme a cinque colleghi dei principali paesi europei. Nel corso degli anni l’IToY, assegnato al camion introdotto sul mercato nei 12 mesi precedenti che ha fornito il maggior contributo al miglioramento dell’efficienza del trasporto su strada, è diventato un benchmark per l’industria automotive. Oggi l’associazione dell’International Truck of the Year è composta da 32 giornalisti di altrettanti periodici del trasporto su gomma, attivi in 24 paesi dell’Unione Europea e in 8 nazioni extra-UE, fra le quali Cina, India, Australia, Giappone, Sudafrica, Nuova Zelanda, Brasile e Iran. Le 32 riviste dell’International Truck of the Year hanno una platea di lettori di oltre 1 milione di operatori del trasporto.

Novità d’oltremanica. JCB scommette sul full electric

JCB ha lanciato nuovi modelli “full electric” che dimostrano la costante propensione all’innovazione dell’azienda dimostrata costantemente nei sui 75 anni di attività.

JCB è oggi leader di mercato nello sviluppo dell’innovativa gamma di macchine operatrici elettriche E-Tech. L’azienda ha lanciato il già popolare miniescavatore 19C-1E full electric  e il sollevatore telescopico elettrico 30-19E  Teletruk. Propone inoltre un’ampia gamma di piattaforme aeree elettriche, e con la divisione Power Products ha lanciato una linea di powerpack elettrici per garantire la ricarica delle macchine elettriche anche nelle applicazioni off-grid.

Sono quindi tantissimi i prodotti elettrici su cui il costruttore britannico punta e ad essi dedicheremo un ampio spazio sul prossimo numero della rivista Macchine Edili. Iniziamo qui ad anticipare le caratteristiche di una gamma che fa di produttività e ambiente un binomio inscindibile e che è destinata a portare un cambio di paradigma nell’operatività e nella gestione del cantiere.

Un dumper tutto elettrico

Progettato per operare in interni, in galleria e in aree sensibili alle emissioni, il dumper elettrico 1TE è un partner ideale per il mini escavatore elettrico JCB 19C-1E.

Si tratta di una macchina compatta e durevole dotata di cassone interamente in acciaio e telaio articolato heavy duty. La macchina sostituisce i motori ruota singoli del modello idrostatico 1T-2 con un albero di trasmissione convenzionale e una scatola di rinvio che forniscono una trazione integrale permanente. Un motore idraulico da 7 kW aziona la scatola di rinvio mentre una seconda pompa idraulica viene utilizzata per alimentare il circuito idraulico standard della macchina, lo sterzo e il ribaltamento del cassone.

L’alimentazione è fornita da due batterie agli ioni di litio da 5 kWh, con un’autonomia in grado di coprire un intero turno di lavoro nell’utilizzo standard. Le batterie possono essere ricaricate tramite la rete elettrica convenzionale presente in sito a 110V o 230V. Il caricatore universale JCB opzionale, inoltre, consente di caricare rapidamente le batterie e prolungare l’autonomia della macchina.

La macchina offre un carico utile massimo di 1.000 kg e un’altezza massima di carico di 2.392 mm.

Anche il Dumpster si elettrizza

JCB lancia anche la versione elettrica del popolare  minidumper cingolato HTD-5 Dumpster, che andrà ad ampliare l’innovativa gamma di macchine full electric E-Tech. L’alimentazione elettrica lo rende idoneo ad applicazioni in abito urbano e in interni, che richiedono bassi livelli di rumorosità e zero emissioni allo scarico.

La macchina è inoltre disponibile in via opzionale con la nuova postazione operatore SmartStep per una maggiore versatilità, sicurezza e comfort.  SmartStep interrompe l’azionamento dei cingoli quando l’operatore scende dal gradino a macchina in movimento, mantenendo invece attiva l’alimentazione di idraulica e ribaltamento del cassone. Quando lo SmartStep viene ripiegato tutte le funzionalità sono attive e l’operatore può seguire la macchina da terra.

L’E-Dumpster è alimentato da un pacco batterie agli ioni di litio da 48V che può essere ricaricato utilizzando l’alimentazione elettrica di rete a 240V o 110V. Il tempo massimo di ricarica è di sole due ore, caratteristica che ne rende possibile la ricarica nelle pause di lavoro o durante le ore notturne.

Il Loadall diventa full electric

JCB ha lanciato anche il primo Loadall elettrico proseguendo a pieno ritmo l’ampliamento della gamma di macchine a zero emissioni E-TECH.

Dopo avere dato vita 43 anni or sono al concetto di sollevatore telescopico JCB alza oggi il sipario sul 525-60E, la prima versione full electric del popolare Loadall. Progettato per offrire le stesse prestazioni del modello ad alimentazione diesel tradizionale, il 525-60E offre una soluzione a zero emissioni per la movimentazione dei carichi nei settori costruzioni, industriale e agricolo.

Le caratteristiche principali del nuovo Loadall includono:

  • Doppi motori elettrici di traslazione e sollevamento per una maggiore efficienza
  • Frenata a recupero di energia per integrare la carica della batteria
  • Idraulica rigenerativa per un miglioramento dell’efficienza operativa
  • Autonomia garantita per un turno di lavoro completo
  • Ampia gamma di opzioni di ricarica, fra cui caricatore a bordo e a ricarica rapida

La macchina utilizza lo stesso caricabatterie di bordo delle altre macchine della gamma JCB E-TEC, in grado di ricaricare la batteria in 8 ore utilizzando l’alimentazione elettrica standard da 240V – 16A. Un caricatore universale JCB opzionale può essere utilizzato per la ricarica rapida durante le pause in soli 35 minuti.

Un ulteriore vantaggio dell’alimentazione elettrica è una significativa riduzione dei livelli di emissioni acustiche, caratteristica che rende il Loadall idoneo all’utilizzo prolungato in aree urbane sensibili. Il 525-60E presenta un livello di rumore in cabina di soli 66,7 dB, mentre il livello esterno è di 92.2dB. Per preservare l’incolumità degli operatori in cantiere durante le manovre della macchina è disponibile in via opzionale un avvisatore acustico di retromarcia.

Un mini per tutte le stagioni

Il 19C-1E monterà una cabina completamente vetrata, una prima assoluta per il segmento dei miniescavatori elettrici. Questa novità aumenterà la sua attrattiva nei paesi con un clima freddo e umido. La macchina utilizzerà la stessa spaziosa cabina dei modelli JCB convenzionali da 1-2 tonnellate e sarà dotata di riscaldamento elettrico per disappannare i vetri  e riscaldare il posto di guida.

Caratterizzata da ampie vetrature, la cabina ROPS/FOPS adotta vetri piatti laminati di facile sostituzione. Il parabrezza anteriore è diviso in due zone dotate di giunti trasparenti che coprono rispettivamente il 70 e il 30% della superficie e offrono una visuale ottimale dell’area di scavo. La cabina JCB offre una visibilità ottimale anche intorno alla macchina, senza necessità di utilizzare specchi retrovisori per soddisfare gli standard di sicurezza UE. La cabina adotta le stesse luci di lavoro a LED e i tergicristalli dei modelli diesel, rendendo più facile il lavoro in condizioni di scarsa visibilità o durante le ore notturne.

L’utilizzo della macchina con il riscaldatore elettrico acceso non ha alcun impatto sulle prestazioni di scavo e trazione della macchina, ma soprattutto la grande capacità della batteria consente di coprire un interno turno di lavoro giornaliero.

Un powerpack pulito

JCB ha lanciato una gamma di power pack a supporto della propria linea di macchine full electric, offrendo in questo modo una soluzione elettrica di backup a zero emissioni per i cantieri urbani e quelli non raggiunti dalla rete elettrica.

I power pack offrono:

  • Ricarica elettrica a zero emissioni per le macchine e alimentazione di back-up
  • Quattro o otto batterie con capacità di 23 o 46 kWhr
  • Erogazione monofase da 8kW / 10kVA
  • Robusto telaio impilabile da 1 metro cubo dotato di tasche per forche per facilitarne la movimentazione

La gamma di power pack JCB sarà disponibile in varianti da quattro o otto batterie agli ioni di litio senza manutenzione. Non è necessario alcun controllo quotidiano, caratteristica che li rende ideali per società di noleggio e imprese. Il livello di scarica delle batterie è ottimizzato per prolungarne la vita utile, e anche dopo 2.000 cicli di carica e scarica completi (equivalenti a oltre dieci anni di utilizzo) garantiscono ancora oltre l’85% di capacità residua.

Inoltre JCB ha sviluppato un nuovo caricatore universale rapido, compatibile con i modelli elettrici E-Tech attuali e futuri. Adatto a macchine con impianto elettrico da 48V a 96V e oltre, il JCB Universal Charger offre ai clienti una soluzione di ricarica rapida autonoma a prova di futuro in grado di prolungare l’autonomia di lavoro di macchine elettriche per il cantiere e l’industria.

Tutte le macchine JCB E-Tech sono fornite in allestimento di fabbrica con un caricabatterie integrato di serie e una predisposizione per caricabatterie rapido, che permette di collegare con la massima semplicità il caricatore universale JCB per aumentare rapidamente le prestazioni della batteria durante il ciclo di lavoro. Il caricabatterie, disponibile presso i dealer JCB e JCB Parts, può essere facilmente trasportato in sito e collocato in base alle necessità.

Il caricatore universale  è in grado di ricaricare il miniescavatore elettrico 19C-1E da zero alla massima capacità in sole 2,5 ore, e può essere utilizzato per ricaricare le macchine durante le pause pranzo o quando non sono utilizzate.

Il JCB Universal Charger richiede una connessione elettrica standard trifase da 415V e viene fornito sia con connettori a quattro che a cinque pin per adattarsi alle forniture elettriche di tutta Europa. Verrà inoltre distribuito anche nel mercato nordamericano e nel resto del mondo.

Ecco la road map della digitalizzazione

Si è svolto il 26 novembre l’evento on line “Ready for the Digital World” organizzato dalla rivista Macchine Edili del Gruppo Tecniche Nuove. Che, in occasione dei suoi 40 anni di vita, non ha voluto ripercorrere le tappe che l’hanno portata ad essere un autorevole punto di riferimento nel settore delle testate specializzate. Ma ha piuttosto inteso prefigurare i trend tecnologici che connoteranno nei prossimi decenni l’ambito delle macchine per le costruzioni e, più in generale, l’habitat del cantiere.

L’Europa si sta muovendo per tracciare la road map della digitalizzazione che verrà.  Un percorso non facile perché le competenze digitali non sono distribuite ovunque in maniera uniforme a livello europeo. A questo si aggiunga che il settore delle macchine da costruzione è particolarmente diffidente nei confronti dell’introduzione delle nuove tecnologie, cui guarda con sospettosa perplessità.

Tecnologie amiche nella road map del futuro

Eppure queste nuove tecnologie sono alla base del radicale cambiamento (progettuale, gestionale, operativo) che dovremo tutti affrontare se vogliamo adottare un modello di business vincente a livello produttivo, economico, ambientale.

Come ha sottolineato nella sua relazione il Segretario Generale del CECE, Riccardo Viaggi, la digitalizzazione da sola non ha alcun valore aggiunto, non è quindi un obiettivo, ma uno strumento formidabile che mette al centro un concetto nuovo di macchina, considerata come un prezioso collettore e generatore di dati. Ma al contempo mette al centro anche un concetto nuovo di uomo, che questi dati deve saper leggere e interpretare. In quest’ottica si inserisce il progetto DigiPLACE elaborato da Politecnico di Milano e illustrato dal prof. Alberto Pavan. Un progetto ad ampio respiro che coinvolge tutta la filiera delle costruzioni, dalla progettazione al cantiere, nessun attore escluso.

E in cui le tecnologie software dedicate (come quelle presentate da Leica Geosystems) rivestono una grande importanza.

Uomo e macchina: un futuro insieme

Del  binomio inscindibile uomo/macchina (e del ruolo fondamentale svolto dalla sicurezza in questa interrelazione) hanno parlato Alberto Filocamo di Komatsu Rete Italia, Maurizio Licini dellImpresa Percassi, Walter Licini di Safety Job, Gianenrico Griffini Presidente dell’International Truck of the Year,  Maria Elena Corsi e Maria Elena Ortolani di Comau (che ha presentato l’esoscheletro MATE). E’ forse proprio quest’ultima presentazione di cobot (cioé di robot collaborativo) che pone i più inquietanti interrogativi sul futuro delle macchine (e sul loro rapporto con l’uomo).  Un argomento strettamente correlato all’evoluzione delle tecnologie e al rischio che “prendano la mano” all’operatore, lo stritolino nel meccanismo implacabile dell’algoritmo, sostituiscano all”intelligenza umana” un super potere sempre meno controllabile.

Per questo abbiamo chiesto il parere (e il conforto) alla prof. Viola Schiaffonati, docente di Computer Ethics al Politecnico di Milano che ha parlato del nuovo “umanesimo digitale”, inserendo, in questo contesto, il tema della responsabilità di costruttori, software house, legislatori, imprese, operatori di fronte alle nuove tecnologie perché non abbiano un impatto sociale negativo. Nella road map verso la digitalizzazione ci sarà quindi bisogno di una nuova legislazione, di una nuova etica, di nuovi parametri comportamentali. Servirà un cambio totale di paradigma che porterà a intervenire  fin dall’inizio nella progettazione dei nuovi strumenti tecnologici. Perché siano loro ad adattarsi all’uomo e non viceversa.

 

Nuovi scissor della gamma PULSEO di Haulotte

Le nuove piattaforme a forbice fuoristrada HS15E e HS18E  (scissor) della gamma PULSEO di Haulotte integrano caratteristiche uniche e ampliano il ventaglio di possibili applicazioni oltre che l’autonomia operativa. La loro architettura completamente elettrica offre le stesse eccezionali prestazioni operative di una macchina equipaggiata con motore diesel a combustione interna. Questa nuova generazione di piattaforme a forbice rafforza ulteriormente la strategia intrapresa dal Gruppo negli ultimi anni orientata a versatilità e uso di energie alternative rispettose dell’ambiente.

Vanno bene su qualsiasi terreno

Gli scissor HS15 E e HS18 E  sono perfettamente idonei al lavoro su qualsiasi tipo di terreno, anche il più impegnativo. Superano facilmente tutti gli ostacoli e sono in grado di affrontare pendenze fino al 45%. L’assale oscillante adegua la posizione delle ruote anteriori alle irregolarità del terreno per mantenere una trazione ottimale. Gli assali a 4 ruote motrici forniscono la coppia massima e garantiscono un’eccellente distribuzione della potenza. In situazioni di bassa aderenza il bloccaggio manuale del differenziale garantisce una trazione extra, consentendo alla macchina di disimpegnarsi anche nei terreni più difficili. Le  nuove piattaforme semoventi PULSEO possono essere posizionate su pendenze fino al 5° tramite stabilizzatori in condizioni di massima sicurezza anche su superfici irregolari. L’elevata altezza da terra protegge i componenti della macchina in ogni condizione di terreno.

Produttività ed ergonomia

Aumenta la produttività grazie a una grande capacità di sollevamento della piattaforma. Gli scissor HS15E e HS18E garantiscono un’elevata capacità di carico per soddisfare le necessità anche delle applicazioni più impegnative: rivestimento e isolamento di facciate, lavori di manutenzione, ecc. Possono sollevare fino a 750 kg di carico e fino a 4 persone. La grande piattaforma di lavoro raggiunge una lunghezza di 7,40 m quando entrambe le estensioni vengono utilizzate. Per migliorare la produttività, gli scissor PULSEO sono in grado di traslare a piattaforma sollevata su terreni regolari, a piena altezza nel caso della HS15E, a un’altezza fino a 13 metri nel caso della HS18E.

I comandi proporzionali assicurano movimenti precisi e una traslazione fluida fino all’area di lavoro, mentre i controlli ergonomici garantiscono una guida confortevole. I nuovi scissor PULSEO offrono tutti i vantaggi del sistema di illuminazione Haulotte Activ’ ad altissime prestazioni. Dieci fari a LED garantiscono un’illuminazione  ideale della cesta, dei comandi e dell’area di manovra intorno alla macchina, assicurando operazioni di carico/scarico sicure anche in condizioni di scarsa visibilità. Novità assoluta sugli scissor è il rinomato  sistema Haulotte Activ’Shield Bar che protegge l’operatore dal rischio di intrappolamento. La macchina si arresta automaticamente quando l’operatore viene spinto verso la barra.

Zero emissioni

Sempre più spesso città e aziende stanno adottando misure per ridurre la propria impronta ambientale. Grazie all’architettura 100% elettrica gli scissor HS15 E e HS18 E lavorano senza alcuna emissione inquinante. Offrono un’alternativa pulita adatta a qualsiasi situazione di lavoro, come ad esempio le zone a basse emissioni (LEZ) o i cantieri verdi. Disponibili con pneumatici antiimpronta, possono essere utilizzati anche in interni su superfici delicate senza lasciare tracce. Le più recenti macchine della gamma PULSEO sono silenziose (profilo acustico <60 dB in modalità elettrica), risultando quindi ideali per lavorare in aree con limiti alle emissioni acustiche o in luoghi pubblici senza arrecare disturbo alle persone.

Come funziona la ricarica

Gli scissor PULSEO sono progettati per massimizzare la durata della batteria e ottimizzare i consumi energetici. Il pacco batterie da 48V offre l’autonomia necessaria per un’intera giornata di lavoro e tre soluzioni di ricarica per adattarsi alle fonti di alimentazione disponibili:

– Il caricabatterie principale ricarica le batterie alla fine del turno di lavoro da qualsiasi presa elettrica monofase standard da 110 a 230V.

– Un caricabatterie rapido trifase opzionale garantisce una ricarica dell’80% in sole 3 ore.
– L’HS15 E e l’HS18 E possono essere equipaggiate con un range extender rimovibile e intercambiabile per ricaricare rapidamente le batterie mentre la macchina rimane pienamente operativa. Un singolo range extender può essere utilizzato su diversi HS15 E o HS18 E.

I nuovi modelli PULSEO integrano l’Activ’Energy Management System Haulotte, che offre una curva di ricarica personalizzata, programmi di manutenzione integrati e notifiche di manutenzione preventiva per ottimizzare significativamente le prestazioni e la durata della batteria. L’HS15E e l’HS18E includono anche soluzioni di gestione della manutenzione centralizzate per semplificare il lavoro quotidiano dei tecnici e ridurre le esigenze di manutenzione.

Grazie a motori asincroni senza manutenzione, accesso diretto ai componenti e un’eccellente ingegnerizzazione i nuovi scissor PULSEO garantiscono tempi di fermo minimi. I costi di manutenzione della batteria sono significativamente ridotti  grazie all’Activ’Energy Management Haulotte. Lo  strumento diagnostico di bordo Haulotte Activ’Screen semplifica le operazioni quotidiane di utilizzatori e tecnici e fornisce loro preziose informazioni per mantenere le macchine sempre in perfetta efficienza e pronte a lavorare. Queste funzioni sono disponibili anche su dispositivi mobili tramite la app  Haulotte Diag.

I nuovi scissor  sono coperti da 5 anni di garanzia.

Cinque giganti al lavoro a Montecarlo

Le perforatrici e le attrezzature di Bauer Macchine Italia sono chiamate a Montecarlo alla realizzazione delle fondazioni speciali di Mareterra, uno spettacolare progetto immobiliare che cambierà per sempre l’impatto del Principato di Monaco visto dal Mediterraneo.

Un progetto internazionale di ampio respiro in cui sono coinvolti alcuni dei più grandi architetti del mondo. Tempi di cantiere strettissimi e che non ammettono deroghe. Un terreno che richiede tecnologie di elevato livello, macchine con prestazioni al top e incredibili capacità produttive. Sono questi gli ingredienti che hanno indotto la cordata Fondamenta-Sogefon ad affidarsi alle macchine e alle attrezzature di Bauer Macchine Italia che, inoltre, garantisce una costante presenza in cantiere per una manutenzione ordinaria e straordinaria in grado di scongiurare qualsiasi fermo macchina imprevisto.

Un cantiere sostenibile

Andrea Ruggero

Visto dall’alto il cantiere di Montecarlo appare come un formicaio. Centinaia di uomini e macchine si muovono incessantemente in un lavoro tanto febbrile quanto organizzato. “Il progetto Mareterra”, afferma Andrea Ruggero, Sales Area manager di Bauer Macchine italia, “è un’estensione a mare di 6 ettari, un’opera immobiliare impressionante che punta molto su due aspetti: il design, grazie alla presenza di alcuni degli architetti più importanti a livello mondiale, e una forte impronta eco-friendly”.

Le opere di fondazione

I lavori di fondazione sono iniziati nell’agosto del 2019 e la loro fine è prevista per il mese di dicembre del 2021, mentre la consegna definitiva del progetto è fissata per il 2024. I primi tre pali di prova sono stati eseguiti con una Bauer BG 45 e si è trattato dei primi pali fatti e testati sul territorio francese con l’utilizzo di celle Osterberg. “La O-cell, o cella di Osterberg”, continua Ruggero, “è un dispositivo a perdere idraulicamente guidato, calibrato e sollevato con un martinetto, installato all’interno dell’unità di fondazione. Funzionando in due direzioni, verso l’alto con il taglio laterale e verso il basso con la reazione di base, la O-cell separa automaticamente i dati di resistenza. La prova di carico con le celle di Osterberg non è condizionata dai limiti derivanti dall’utilizzo di travi strutturali sovrastanti e dai pali vincolati al piede”.

Già da questo approccio si capisce come il cantiere di Montecarlo debba sottostare a vincoli impegnativi, che del resto fanno il paio con obiettive difficoltà sul campo. “Tra le peculiarità del cantiere”, riprende l’ing. Ruggero, “va evidenziato come in una parte, per circa 14.000 metri di palo, venga utilizzato il classico rivestimento a doppia parete e recupero, mentre per i restanti 25.000 metri si usi un rivestimento definitivo. Con questa tecnica il rivestimento usato in fase di scavo è a singola parete e rimane nel terreno, diventando parte integrante del palo definitivo. Una scelta tecnica che a Montecarlo deriva da un evidente problema di attrito negativo in tutta l’area in cui è presente il riempimento fino, cioè quella che va dalla costa attuale fino a 25 m dai cassoni a mare. Mentre tutti i pali con rivestimento a recupero si trovano nell’area a riempimento grossolano che presenta una pezzatura da 20 a 180 mm e che è situata a ridosso dei cassoni”.

Nel complesso il cantiere prevede circa 1.100 pali rivestiti trivellati. Si tratta di pali complessi con diametri fino a 1.800 mm e profondità fino a 65 m. Come è facile intuire è un’attività molto impegnativa anche perché un riempimento di questo genere a mare è forse la situazione più critica per un palo trivellato, una delle applicazioni che necessita di maggiori performance in assoluto. Infatti un simile riempimento in acqua porta immediatamente il terreno a stringere sul tubo e di conseguenza a creare un elevatissimo attrito superficiale attorno al tubo.

Vista la profondità di alcuni pali e la notevole lunghezza delle gabbie sono stati creati due “pali garage” di circa 60 m. Si tratta di pali non riempiti che vengono utilizzati per pre-assemblare completamente le gabbie e permettere di effettuare tiri in battuta unica di gabbie da 50/60 m di lunghezza.

Le macchine in cantiere

Queste esigenze hanno richiesto macchine di grossa taglia ed elevate prestazioni che infatti trovano corrispondenza nella presenza in cantiere dei modelli di maggior dimensione prodotti da Bauer. “Inoltre”, specifica Andrea Ruggero, “le due macchine più grandi hanno anche il moltiplicatore di coppia, una scelta tecnica pensata per ridurre al minimo, o eliminare, l’uso della morsa, che se ha il vantaggio di portare sempre a termine la perforazione, ovviamente risulta più lenta”. Tutte le macchine sono equipaggiate con le aste kelly Bauer silenziate e di varia pezzatura, per permettere un sistematico turnover dovuto a un terreno che crea un forte attrito anche a livello di utensile-tubo di rivestimento. Inoltre, superato il riporto, gli utensili si vanno a intestare in roccia che, soprattutto nella zona centrale con un’area di faglia, raggiunge i 100 Mpa. Si tratta quindi di una trivellazione particolarmente complessa svolta in condizioni al limite.

Queste le macchine e le attrezzature di Bauer Macchine Italia presenti in cantiere

  • 1 BG45 Premium Line con moltiplicatore di coppia BTM 720 K e predisposizione per utilizzo di morsa giracolonna
  • 1 BG55 Premium Line con moltiplicatore di coppia BTM 720 K e predisposizione per utilizzo di morsa giracolonna
  • 2 BG36 Premium Line con predisposizione per utilizzo di morsa giracolonna
  • 1 BG30 Premium Line con predisposizione per utilizzo di morsa giracolonna
  • 3 morse giracolonna Bauer BV1500 complete di riduzioni per diametri 1.200 e 1.000 mm
  • 1 morsa giracolonna Bauer BV2000 completa di riduzioni per diametri 1.800 e 1.500 mm
  • Circa 450 m di tubi di rivestimento Bauer a doppia parete serie Blue Line
  • Circa 25 utensili Bauer: bucket da terreno sciolto, bucket da roccia e carotieri in vari diametri.

L’importanza del service

Vista l’enorme entità del lavoro, in accordo con il cliente Bauer Macchine Italia ha deciso di predisporre in cantiere un container-magazzino in cui sono presenti non solo i ricambi necessari per eseguire i tagliandi alle macchine, tutti concordati e pianificati con i tecnici, ma anche i ricambi che potrebbero servire per ridurre al minimo i fermi cantiere. Tramite il lavoro congiunto del capo-cantiere e dei tecnici di Bauer Macchine Italia la ricambistica è sempre sotto controllo attraverso un flusso costante e congruo con l’utilizzo delle macchine.

In parallelo il cliente ha richiesto un contratto service che prevede la presenza flessibile (in genere 14 giorni al mese in base alle esigenze delle varie perforatrici) di un tecnico specializzato Bauer Macchine Italia. Tutto ciò consente un monitoraggio costante delle macchine, del resto coadiuvato dal controllo delle perforatrici da remoto grazie al B-Tronic montato su tutte le perforatrici Bauer. “La costante presenza in cantiere, oltre alla qualità delle macchine usate”, precisa l’ing. Ruggero, “è stato uno dei motivi che ha indotto il cliente ad affrontare un cantiere così impegnativo in collaborazione con Bauer Macchine Italia. La presenza continuativa a livello di service è del resto richiesta anche dalla committenza che non accetta neppure un solo giorno di ritardo”.

Laurea Honoris Causa ad Amilcare Merlo

Merlo

Alla fine è arrivata. E mai Laurea Honoris Causa in ingegneria meccanica fu più meritata di quella conferita dal Magnifico Rettore del Politecnico di Torino, presso al sede di Mondovì, ad Amilcare Merlo, fondatore e anima dell’omonima azienda di San Defendente di Cervasca (Cn).

Merlo

Si tratta di un riconoscimento di alto prestigio che viene riservato a chi si è particolarmente
distinto (così recita la motivazione) :“Per le eccezionali capacità tecniche con cui ha guidato lo sviluppo di numerosi progetti innovativi nel campo della meccanica e per lo spirito imprenditoriale grazie al quale ha fondato e dirige una impresa di livello internazionale di sicuro impatto economico e sociale nel territorio in cui è radicata”.

Una laurea speciale

Il titolo di “Ingegnere ad honorem” ha una valenza speciale, e poche sono le
personalità che ne sono state insignite. Tra queste a titolo di esempio: Giovanni
Agnelli, Enrico Mattei, Giorgetto Giugiaro e Sergio Marchionne.

Così hanno commentato tutti i collaboratori del Gruppo: “Questo riconoscimento  è una grande soddisfazione e motivo di orgoglio per l’intero Gruppo Merlo e per tutti quelli che in questi settant’anni di carriera imprenditoriale del Cav. Amilcare Merlo, hanno con
lui collaborato con impegno e passione per raggiungere questo prestigioso traguardo”.

Un CASE tutto viola per la prevenzione

Arriva “l’escavatore del cuore”, il CASE CX60C con livrea viola che in Francia è in prima linea contro il cancro.

Di recente, quando la seconda ondata di COVID-19 ha colpito la Francia, i medici della Ligue contre le cancer hanno lanciato l’allarme relativo ai ritardi nella cura dei malati di tumore. Di fronte a questa notizia, T.P.I. Location, divisione noleggio del concessionario CASE Centre Matériel Général, ha scelto di supportare attivamente la ricerca sul cancro con un’iniziativa benefica denominata “La pelle du cœur”®, l’escavatore del cuore. Un CASE CX60C è stato così dipinto di viola, il colore che in Francia rappresenta tutti i tumori. Ogni volta che la macchina viene noleggiata, parte del ricavato viene donata al Centro Jean Perrin di Clermont-Ferrand, uno dei 20 centri francesi per la ricerca oncologica.

Il viola per la prevenzione

Da diversi anni, T.P.I. Location ha stretto partnership con associazioni e organizzazioni locali per sostenere azioni e progetti benefici. Creata nel 1989, l’azienda, presente inizialmente nella sola regione della Nièvre, si sta ora espandendo nei territori della Borgogna e dell’Auvergne.

Con l’apertura della filiale di Clermont-Ferrand, ci siamo resi conto che il fatto di essere cresciuti ci obbligava moralmente ad agire per una causa che riguarda tutti in un modo o nell’altro. Per questo abbiamo pensato di sostenere la ricerca sul cancro. E, siccome i nostri dipendenti e clienti sono per lo più uomini, abbiamo pensato a un’iniziativa per sensibilizzare alla prevenzione dei tumori maschili che ogni anno colpiscono 7 uomini ogni 100.000. Il numero di casi aumenta ogni anno nei paesi occidentali e crediamo che ci sia una mancanza di consapevolezza sull’importanza della prevenzione di queste malattie nella nostra comunità. Per questo vogliamo mobilitarci questo novembre per aderire al movimento Movember – impegnato nella prevenzione dei tumori maschili a livello mondiale – e lanciare la nostra iniziativa benefica che andrà avanti per diversi mesi,” spiega Marie-Hélène Bernard, Presidente del Centre Matériel Général (C.M.G.) e di T.P.I. Location.

Uno dei punti cardine della filosofia di CASE, sposata dai suoi dealer, è cercare di supportare la comunità locale, che sia contribuendo alla ricostruzione di aree vittime di disastri naturali o promuovendo iniziative benefiche come questa. I clienti francesi potranno donare all’ente benefico senza dover necessariamente noleggiare la macchina. Inoltre, l’escavatore viola al lavoro nei cantieri francesi lancerà il messaggio sull’importanza della prevenzione a chiunque lo vedrà.

Arriva Jekko Deutschland in Germania

Nuova filiale per Jekko in GermaniaIl produttore di mini gru Jekko ha annunciato l’apertura di una nuova filiale in Germania: la società si chiamerà Jekko Deutschland e consentirà una presenza più capillare nei paesi di lingua tedesca.

Da 15 anni in Germania

Sono già passati 15 anni da quando una mini gru Jekko è sbarcata per la prima volta sul territorio germanico.
Da quel momento, il mercato tedesco ha acquisito sempre più importanza e ora le mini gru Jekko sono ampiamente conosciute ed apprezzate, anche grazie al prezioso lavoro di NordKran, dealer ufficiale di Jekko in Germania ed Austria negli ultimi cinque anni.
L’importanza strategica acquisita dal mercato e il desiderio di avere un presidio più diretto delle aree di lingua tedesca ha portato Jekko alla decisione di aprire una società controllata in Germania, che, come abbiamo detto,  si chiamerà Jekko Deutschland e avrà sede a Witten.

Andreas Krome

Oltre a Jekko, la nuova società conta altri due soci: Carsten Bielefeld, già agente presso NordKran, e Andreas Krome di Lift Service Krome, azienda che si occupa del servizio post vendita di Jekko sul territorio tedesco. NordKran continuerà comunque a supportare Jekko come dealer nella Germania settentrionale.

Jekko è leader internazionale fra i produttori di mini gru, risultato di oltre 45 anni di esperienza che l’azienda ha maturato nel campo della movimentazione e del sollevamento. Jekko, con sede nella provincia di Treviso, è situata su un’area industriale di circa 24.000 mq, di cui oltre 11.000 coperti. L’intera gamma di mini gru Jekko è esportata e distribuita in tutto il mondo da una rete di 30 distributori ufficiali.

Dal “freddo” un esempio di Industria 4.0

Si aggiunge un altro importante tassello alla convenienza economica offerta dal Piano Industria 4.0 per l’acquisto di un semirimorchio isotermico S.KO COOL con unità refrigerante S.CU di Schmitz Cargobull.

E’ quello del credito d’imposta per i beni strumentali, previsto dal piano Nazionale Impresa 4.0, nell’ambito della Legge di Bilancio 160 del 27 dicembre 2019 (Commi 184-194).

Schmitz Cargobull Italia ha infatti ottenuto – attraverso un Organismo Notificatore Certificato – l’inserimento della cassa isotermica Schmitz Cargobull ‘V7’ e dell’unità refrigerante Schmitz Cargobull S.CU ‘V2.0’ nei benefici fiscali previsti dal piano Industria 4.0. Rimane, invece, escluso dal credito d’imposta l’ammontare del “tridem” di assali.

Un notevole risparmio

In pratica, il 40% dell’imponibile relativo a un semirimorchio isotermico S.KO COOL con unità refrigerante S.CU può essere compensato con gli F24 pagati annualmente dalla società di trasporto che ha acquistato il veicolo.

Il beneficio fiscale sarà spalmato in un arco temporale di 5 anni, con un massimo del 20% l’anno. Si tratta di un vantaggio economico di circa 20mila euro per ogni veicolo isotermico Schmitz S.CU, cumulabile con l’incentivo governativo per il settore dell’autotrasporto, previsti dal Decreto del 12 maggio 2020.

Il credito d’imposta non è, invece, abbinabile ai benefici contenuti nella Legge Sabatini.

Per agevolare ulteriormente gli investimenti in veicoli, Schmitz Cargobull Italia ha lanciato la campagna “Cogli l’Incentivo”, valida fino al prossimo 30 novembre. Prevede, nel caso degli isotermici S.KO COOL “V7” SMART con unità refrigerante S.CU, un leasing a tasso fisso della durata di 60 mesi, con un anticipo pari all’importo di un canone e 59 addebiti mensili a partire da 899 euro, oltre a un riscatto finale dell’1% del valore del bene.

Insomma, ora più che mai è il momento giusto per comprare un nuovo isotermico Schmitz Cargobull, rinnovando il parco con il massimo dei benefici economici e dell’innovazione e tecnologia 100% Schmitz.

Ovviamente i campi di applicazione sono molteplici e questo è solo un esempio della convenienza economica che offre questa opportunità. Tutto questo naturalmente presuppone che si riesca a produrre la documentazione necessaria a dimostrare che il veicolo, la macchina, l’attrezzatura rientrino nei paletti previsti dal Piano Industria 4.0

Con CIFA Vista la nuova era del cantiere

Cifa prosegue nel percorso d’innovazione e digitalizzazione del cantiere con il lancio di una nuova tecnologia, CIFA Vista.

Sarebbe riduttivo descrivere CIFA Vista come una semplice innovazione tecnologica, infatti si tratta di una nuova concezione della gestione della macchina: un sistema che permette di avere da remoto e in un unico punto di vista – da qui il nome – il controllo della flotta, la programmazione della manutenzione, la  diagnostica a distanza e la soluzione dei problemi”,  spiega Marco Polastri, Direttore Sales, Aftersales  e Marketing di CIFA

Come funziona CIFA Vista

Le informazioni relative alla manutenzione

CIFA Vista è il nuovo sistema di monitoraggio da remoto delle macchine: si avvale a livello hardware di  una centralina elettronica che raccoglie i dati della macchina e li trasmette con una SIM dati al  software che – grazie all’interfaccia semplice e intuitiva – permette di monitorare la posizione, le attività e diversi parametri di  funzionamento delle macchine appartenenti alla propria flotta, per facilitare la risoluzione di problemi e la programmazione degli interventi.

Le principali funzioni riguardano:

  • Gestione servizi postvendita
  • Manutenzione preventiva
  • Intervento/risoluzione dei problemi
  • Monitoraggio funzioni/attività della macchina

I dati disponibili sono sia quelli in tempo reale sia quelli dello storico della macchina, in modo da poter confrontare e mantenere sotto controllo l’evoluzione di molteplici parametri, come ad esempio la produttività giornaliera o i consumi di carburante.

Ogni utente (concessionario o cliente finale) ha a portata di mano tutte le informazioni sulle proprie macchine: ha accesso ai dati in modo da consentire la programmazione della manutenzione preventiva, in base alla quantità di calcestruzzo pompato e ore lavorate. Un’altra caratteristica del sistema è quella di semplificare le attività di diagnostica a distanza e conseguentemente intervenire sul problema e quindi ridurre in modo determinante i tempi di fermo macchina.

Sotto controllo anche di notte

In questo modo sono garantite sia la longevità del mezzo sia la continuità del lavoro. Sono disponibili inoltre funzioni antifurto che impostano allarmi legati alla posizione o alle ore, tipicamente quelle notturne, per cui se la macchina viene mossa al di fuori della zona o dell’orario prestabilito vengono  attivate specifiche notifiche.

La videata con il tracking

CIFA Vista è disponibile per le pompe autocarrate e betonpompe e verrà esteso all’intera gamma.

Avere una macchina con CIFA Vista permette di usufruire delle agevolazioni fiscali per l’industria 4.0 che favoriscono l’acquisto di nuovi macchinari/tecnologie per dare nuova linfa alla ripresa economica  italiana.

Ogni nuova macchina CIFA è 4.0-ready: pronta per essere certificata per permettere al cliente di ricevere il credito d’imposta previsto per gli interventi di trasformazione tecnologica e digitale delle imprese.