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Manitou acquisisce Come e Metal Work

Manitou Group ha acquisito il 75% di Come srl, azienda specializzata nella produzione di parti saldate meccanicamente, e il 75% di Metal Work srl, azienda specializzata nel taglio laser. Questi investimenti sosterranno la crescita del Gruppo integrando due fasi di assemblaggio a monte delle macchine prodotte nello stabilimento Manitou Group di Castelfranco (Emilia Romagna, Italia).

Queste partecipazioni di maggioranza saranno finalizzate all‘inizio del 2024.

Partner di lunga data del Gruppo Manitou, Come (280 dipendenti – fatturato di 46 milioni di euro nel 2022), con sede in Emilia Romagna (Italia), vanta un riconosciuto know-how e attrezzature industriali per la produzione di parti saldate meccanicamente.

Con sede a Forlì, vicino a Come, Metal Work (70 dipendenti – fatturato di 31 milioni di euro nel 2022) ha un’ampia Competenza nel taglio e nella piegatura di lamiere in acciaio altoresistenziale. Entrambe le società continueranno a servire tutti i loro clienti esistenti.

I commenti

Marco Iotti, Amministratore Delegato di Manitou Italia, spiega: “Siamo orgogliosi di queste alleanze con Come e Metal Work, con cui collaboriamo già da oltre 20 anni. Condividiamo lo stesso senso di innovazione, qualità ed eccellenza industriale. Queste acquisizioni ci consentono di beneficiare di due aree di competenza chiave nella produzione dei nostri prodotti e di ottimizzare la nostra catena di approvvigionamento. Naturalmente continueremo a lavorare e a sviluppare la collaborazione con tutti i nostri fornitori, necessaria per assorbire l’altissima domanda dei nostri prodotti”.

Fabio Grilli, Presidente di Come e azionista di Metal Work, aggiunge: “Entrare a far parte del Gruppo Manitou è una grande opportunità onore per le nostre aziende. Da tempo condividiamo i valori chiave dell’attenzione al cliente e della qualità. Questo La fusione ci porterà a nuovi livelli di sviluppo“.

Il 2023 è stato un anno di grandi investimenti per il Gruppo francese che non solo ha inaugurato una nuova officina di saldatura a Candé (Francia), ma ha anche ampliato lo stabilimento di Madison (South Dakota) in occasione del suo 50° e inaugurato un nuovo centro logistico in India.

DAF: parola d’ordine pluralità tecnologica

Nel tradizionale incontro di fine anno con la stampa, DAF non si è limitata a evidenziare i risultati raggiunti nel 2023 ma ha tracciato le linee del suo percorso futuro.

I macro-numeri del conto economico riferito all’anno in corso alternano luci ed ombre (trend GPD in decrescita, rialzo dei tassi che penalizza gli acquisti, decrescita conseguente della domanda dimezzi di trasporto) non rallentando comunque per DAF ingenti investimenti in un’ottica transizione energetica.

Le quote di mercato UE  sopra le 16 tonnellate attestano DAF  al 15,9%, al terzo posto dopo Mercedes-Benz (18,6%) e Volvo Trucks (17,5%).

Sempre in Europa, nell’ambito dei trattori  DAF occupa il primo posto assoluto, con il 20,5%  e l’11,1% raggiunto nel settore degli autotelai cabinati (i dati si riferiscono al periodo gennaio-giugno 2023).

E in Italia?  I trattori si sono attestati al 14,4%, mentre i carri sono al 6,5% nel periodo gennaio-ottobre 2023. Il settore dei carri sui quali DAF ha puntato – e lo farà anche nel 2024 –  con una serie di attività focalizzate a questo comparto, è meno soggetto alla volatilità del mercato e con una vita operativa più lunga del trattore stradale.

Non a caso DAF vuole crescere su questo segmento, lavorando sul cantiere, la raccolta rifiuti, il refrigerato.

Il mercato italiano dei veicoli industriali si accinge a chiudere il 2023 con cifre ragguardevoli, forse le migliori degli ultimi 10-15 anni. Le previsioni parlano, infatti, di circa 23-24.000 immatricolazioni di camion di 16 tonnellate e oltre (fra trattori, 14.250 unità, e carri, 8.750 pezzi) e di 3.200 mezzi di peso compreso fra le 6 e le 15,99 tonnellate.

Gli obiettivi per il 2024

Paolo Starace

Come ha affermato Paolo Starace, Managing Director DAF Italy,  il marchio punterà ad offrire prodotti e servizi premium attraverso una rete evoluta di concessionarie basata su uno schema di distribuzione indiretto. Il prossimo anno, inoltre, verranno presentati in Italia i nuovi sistemi di sicurezza e assistenza alla guida, che rientrano nella normativa GRS 1 (General Safety Regulation 1), e la gamma dei camion elettrici a batteria (BEV) per la quale è già in corso il processo di formazione della rete di vendita e assistenza.

Per il 2024 ci si attende comunque una flessione del mercato compresa fra l’8 e il 12% rispetto al 2023, che è stato un ottimo anno sotto il profilo dell’immatricolato. Per affrontare con successo la transizione energetica in atto nel settore del trasporto, il Gruppo Paccar si affida a  una pluralità tecnologica che va dall’utilizzo  di carburanti alternativi, come l’HVO nei motori diesel allo sviluppo di elettrici a batteria (BEV), di elettrici dotati di fuel cell e, in Europa, di mezzi con motore termico (ICE) alimentato a idrogeno.

Nel 2024 DAF disporrà di una flotta demo di elettrici da far provare ai clienti. Ultimo nato XB (ex LF) anche in versione full electric) 12 ton.

Con Vitali costruire diventa sostenibile

Vitali spa ha presentato il suo primo bilancio di sostenibilità: un’occasione per fare il punto sull’edilizia green, la sfida del futuro, tra normativa e mercato.

99% del recupero dei rifiuti su alcuni grandi progetti, 366 mila tonnellate di materiali di recupero reimmessi nei processi produttivi, meno 16% di consumi energetici, 60% dei fornitori di provenienza locale, 97% dei lavoratori a tempo indeterminato…. Sono soltanto alcuni tra i risultati ottenuti da Vitali spa e riportati nel primo Bilancio di sostenibilità presentato dal Gruppo. L’azienda leader nei settori del mercato immobiliare, demolizioni, grandi infrastrutture e produzione di energie rinnovabili ha stilato su base volontaria il suo rapporto completo sulle ricadute ambientali, sociali e di governance (ESG) derivanti dalle attività del Gruppo, rivolgendosi ai suoi interlocutori istituzionali e d’impresa (stakeholder).

Una sfida epocale

Consapevole della sfida epocale di fronte a cui si trova un settore come quello delle costruzioni, il Gruppo Vitali, ha organizzato una mattinata di lavori dedicata al tema della transizione green, giusta e inclusiva, per una chiusura d’anno all’insegna di un modello di sviluppo a impatto positivo. Il Bilancio di sostenibilità realizzato riporta prestazioni, linee guida e risultati ottenuti dal Gruppo nel 2022 ed è stato redatto in conformità con gli standard internazionali del GRI (Global Reporting Initiative)

Patrizia Giangualano

Ad aprire i lavori presso l’Innovation Campus Vitali di Peschiera Borromeo, la dottoressa Patrizia Giangualano, Indipendent Director Governance e Sustainability Advisor, consiglio direttivo NedCommunity, con l’intervento Sostenibilità tra business e normativa.

La sostenibilità è un tema ormai imprescindibile nelle strategie aziendali ed è entrato a far parte della vita delle società, a tutti i livelli“, ha affermato Giangualano. A partire dal prossimo anno, di fatto, una platea sempre più estesa di imprese dovrà necessariamente rendicontare il proprio impatto ambientale, sociale ed economico utilizzando i criteri previsti dalla Corporate Sustainability Reporting Directive, la normativa europea che equipara la dichiarazione sulla sostenibilità a quella finanziaria permettendo agli investitori di disporre di dati comparabili e attendibili. “Per integrare la sostenibilità nel business le aziende iniziano a ripensare politiche e pratiche operative nell’ottica di creare valore sia per l’organizzazione interna sia per il contesto in cui operano. Una grande opportunità in questo percorso di transizione green è offerta dalla digitalizzazione, in una logica etica e di creazione di valore per tutti gli stakeholder“, ha dichiarato Patrizia Giangualano. Vitali ha colto tale sfida con impianti tecnologicamente avanzati sia in termini ingegneristici, sia di consumi ed emissioni.

Un investimento che premia il mercato

Il primo bilancio di sostenibilità di Vitali spa arriva dopo il Green Book del Gruppo, position paper ufficiale che già un anno fa aveva messo in luce l’orientamento dell’azienda, e che accompagnerà il Gruppo fornendo un inquadramento univoco per la definizione degli obiettivi di sostenibilità (SDGs) e per la loro attuazione. A illustrare gli obiettivi identificati da Vitali Spa e i primi risultati raggiunti è stata l’ingegnera Eleonora Sablone, CEO di As Sustainable As Possible SB: “Solo nel primo anno, dal 2021 al 2022, abbiamo ridotto il consumo di energia del 9%. Una percentuale che se rapportata alla crescita che al contempo ha avuto il business di Vitali è estremamente significativa e che pone le basi per progressi ulteriori. L’investimento in sostenibilità di un’azienda è, infatti, valutato erroneamente come un costo, ma mai come oggi è esattamente il suo opposto, dunque un beneficio, sia in ottica di innovazione che di mercato. Inoltre, i business sostenibili saranno anche più profittevoli nel lungo periodo perché più resilienti”, ha spiegato Sablone, ricordando che l’Innovation Campus Vitali in cui si è tenuta la presentazione è il primo esempio di complesso di edifici costruito in Italia secondo i criteri della certificazione di americana LEED.

Responsabilità ambientale e sociale

Grazie a tecnologie e macchinari di ultima generazione Vitali spa è in grado di trattare, recuperare e riutilizzare in loco le materie prime secondarie derivanti dalle lavorazioni. I materiali di risulta, adeguatamente lavorati, ritornano nel ciclo produttivi. Le innovazioni introdotte consentono di risparmiare il materiale vergine da cavare, diminuire il traffico dei mezzi da e per i cantieri, con la conseguente diminuzione di produzione di CO2. Un’attenzione particolare verso l’ambiente che per il prossimo futuro si focalizza soprattutto verso le fonti di energia rinnovabile.

Il Gruppo Vitali ha deciso di dare attuazione al proprio impegno nel campo della responsabilità sociale a favore di progetti che migliorino anche la qualità della vita di ogni individuo. Ne sono esempi il Progetto Internazionale per la mobilità garantita, il sostegno alla Fondazione Costruiamo il Futuro, il supporto a Strat cup, progetto di formazione e sviluppo d’impresa ad alto contenuto innovativo dell’Università degli Studi di Bergamo. Altrettanto importanti gli impatti sociali, con attenzione all’ambiente lavorativo, alla salute e alla sicurezza dei lavoratori (oltre 1.192 ore di formazione all’anno per il personale), e per il territorio, con numerose azioni per le comunità. L’approccio di Vitali è fondato sulla creazione di valore condiviso, orientato alla crescita sostenibile nei territori in cui opera.

Un nuovo modello d’impresa

La governance di Vitali spa si è evoluta per poter presidiare in modo efficace gli obiettivi di sostenibilità assicurando il rispetto dei principi etici e della compliance ambientale e socioeconomica. L’adeguamento ai nuovi schemi certificativi ha comportato un significativo rafforzamento del Sistema di Gestione Integrato aziendale. Un impegno che è stato premiato anche dal Sustainability Award di Kon Group ed ELITE: un riconoscimento che va alle aziende che si sono distinte per aver reso lo sviluppo sostenibile parte integrante del loro DNA, predisponendo i processi, i sistemi e le risorse in modo da poter ridurre il proprio impatto ambientale e sociale. Ogni azienda valutata è stata dotata di un ESG Rating, emesso da ALTIS Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Nel caso di Vitali, il premio assoluto è arrivato per “l’efficace governance della sostenibilità, l’attenzione verso il rispetto dei diritti umani e dei lavoratori, sia in azienda che lungo la catena di fornitura, la gestione delle risorse umane e l’impegno sul fronte ambientale, in particolare sul fronte della lotta al cambiamento climatico e della salvaguardia dei territori”.

L’obiettivo per il 2024

A sintetizzare l’impegno green del Gruppo, Massimo Vitali, presidente di Vitali Spa: “Sostenibilità per noi significa operare e progredire nel rispetto dell’ambiente e delle persone, generando crescita per le generazioni future in modo etico. Vogliamo interpretare un nuovo modello d’impresa, scommettendo sulle nuove regole del vivere green. Tutto questo ci ha portati a redigere il primo bilancio e ci porterà a lavorare sempre di più in questa direzione. Uno degli obiettivi del 2024 è, infatti, diventare società benefit, ancorando ulteriormente il business al grande pilastro della sostenibilità“, ha affermato. Un percorso che porterà Vitali spa a trasformarsi in società Benefit entro il prossimo semestre e ad avviare fin dal prossimo anno nuovi progetti rivolti alle energie rinnovabili con un comparto aeroportuale dedicato alla produzione di idrogeno verde, aprendo la strada verso nuovi modelli di produzione.

Mollo Noleggio acquisisce Edilservice

Dal 1° novembre 2023 Edilservice, la società di Monteriggioni (Siena) è entrata a far parte del Gruppo Mollo, che conferma ancora una volta la sua strategia di crescita sul territorio nazionale anche tramite acquisizioni.

Acquisire società competenti e affidabili, dall’esperienza consolidata, ben radicate nel loro territorio di origine e con gli stessi valori che da oltre cinquant’anni caratterizzano il Gruppo Mollo, fa parte della strategia di crescita sul territorio nazionale intrapresa dalla società guidata dai fratelli Mauro e Roberto Mollo.

L’ultima realtà acquisita, che dal 1° novembre 2023 è entrata a far parte del network Mollo, è la toscana Edilservice.

La sua sede a Monteriggioni, in provincia di Siena, diventa così il 54° centro Mollo attivo in Italia e il 5° in Toscana.

La nuova acquisizione messa a segno dall’azienda di Alba fa seguito a quelle di Monia Noleggi (Forlì),Parmiani Noleggi (Sondrio),PMP(Udine) e quella recentissima di Manetta Noleggi (Teramo).

Edilservice è operativa da oltre 30 anni nel settore del noleggio di macchine e attrezzature per l’edilizia e il movimento terra, macchine stradali e per il sollevamento, soddisfacendo qualsiasi esigenza di cantiere.

Vanta inoltre un eccellente servizio di assistenza tecnica, con personale specializzato nel controllo e manutenzione dei mezzi, per offrire ai clienti soluzioni con standard di altissima qualità e sicurezza.

Competenza, affidabilità ed esperienza sono gli elementi che hanno fatto di questa realtà un punto di riferimento nel settore del nolo sul territorio senese.

Tutte caratteristiche che vengono rafforzate con l’ingresso di Edilservice nel Gruppo Mollo: i suoi clienti possono contare su una struttura solida, in grado di offrire loro una gamma di attrezzature e servizi ampia e di qualità, unitamente a soluzioni digitali di prim’ordine.

Una squadra che cresce

“La ‘squadra’ di Mollo continua a crescere, siamo orgogliosi di dare il benvenuto nel nostro Gruppo a una realtà affermata, competente e dalle ottime referenze come Edilservice – dichiara Mauro Mollo, Presidente di Mollo Noleggio – Confermiamo la volontà del Gruppo Mollo di espandersi sul territorio nazionale, anche per linee esterne: grazie a una struttura solida e un’organizzazione consolidata, siamo pronti ad accogliere nuovi collaboratori, a incrementare le competenze reciproche, con l’obiettivo di migliorare continuamente il servizio ai nostri clienti e raggiungere insieme traguardi sempre più importanti”.

 

L’idrogeno di JCB debutta in Europa

L’investimento da 100 milioni di sterline di JCB per la produzione di motori a idrogeno super efficienti ha fatto il suo debutto  in Europa, ad  Agritechnica.

Un team di 150 ingegneri sta lavorando al pionieristico progetto per lo sviluppo di motori a combustione di idrogeno, e più di 75 prototipi sono già stati prodotti nello stabilimento di motori JCB nel Regno Unito.

I visitatori della fiera Agritechnica di Hannover hanno visto aprire gli involucri del nuovissimo motore a combustione a idrogeno JCB, la soluzione a zero emissioni di carbonio dell’azienda per le macchine agricole e da costruzione.

I prototipi di motori a idrogeno JCB stanno già alimentando i modelli di movimentatori telescopici e di terne. JCB ha inoltre compiuto un importante passo avanti dimostrando l’attrattiva più ampia della tecnologia di combustione dell’idrogeno installando motori a idrogeno su un camion Mercedes  da 7,5 tonnellate e su un furgone Mercedes Sprinter: retrofit completati in pochi giorni. JCB ha inoltre presentato il proprio sistema di rifornimento mobile progettato e costruito per portare il carburante alle macchine. Il serbatoio ha abbastanza idrogeno per riempire 16 terne a idrogeno e può essere trasportato sul retro di un trattore JCB Fastrac modificato o su un rimorchio.

Da 25 anni impegnati per la sostenibilità

L’impegno di JCB nella riduzione delle emissioni risale a quasi 25 anni fa, e i più recenti motori diesel progettati per conformarsi alle normative europee Stage V hanno già consentito una riduzione del 97% delle emissioni di NOx dal 1999 e una riduzione del 98% del particolato. Inoltre, l’impegno di JCB per ridurre il consumo di carburante fa sì che le macchine JCB di oggi utilizzino in media il 50% in meno di carburante rispetto a quelle prodotte più di dieci anni fa. Ciò ha consentito di risparmiare 16 miliardi di litri di carburante, equivalenti a 53 milioni di tonnellate di CO2.

JCB è stata anche in prima linea nello sviluppo della tecnologia elettrica per soddisfare la domanda dei clienti di prodotti a zero emissioni di carbonio. Mentre l’elettricità a batteria è adatta per macchine più piccole che fanno meno ore e in genere utilizzano meno carburante, le macchine più grandi hanno un fabbisogno energetico più elevato. Ciò comporterebbe batterie più grandi, che richiederebbero più tempo per caricarsi, rendendole meno adatte a macchine che lavorano su più turni giornalieri e non hanno tempi di inattività disponibili per ricaricarsi.

Di conseguenza, JCB ha concentrato lo sviluppo di macchine elettriche sulla sua gamma compatta, tra cui la nuova pala gommata compatta 403E, il sollevatore telescopico Loadall 525-60E  e il  mini escavatore 19C-1E, il primo mini escavatore elettrico al mondo.

Mentre l’azienda esamina i futuri carburanti a zero emissioni, non ha lasciato nulla di intentato. Nella sua ricerca di un carburante mobile che possa essere portato alla macchina, garantendo la massima operatività e un rifornimento rapido: HVO, biogas, carburanti elettronici, ammoniaca e idrogeno sono stati tutti esaminati al microscopio. È interessante notare che i motori JCB sono stati approvati per l’uso con HVO da quando è entrata in vigore la legislazione sui motori Stage IIIB/Tier 4i.

Perché scegliere l’idrogeno

Lord Anthony Bamford, Presidente di JCB

Lord Anthony Bamford ha dichiarato: “La maggior parte di questi combustibili alternativi richiede la produzione di idrogeno per produrli, quindi ha perfettamente senso utilizzare l’idrogeno in primo luogo perché è un combustibile pulito a zero emissioni di carbonio che può essere prodotto da energia rinnovabile. L’idrogeno offre anche una potenziale soluzione alla sfida posta dalle batterie sulle macchine più grandi; consente un rifornimento rapido ed è una soluzione di carburante mobile, che consente di portare il carburante alla macchina”.

 Nell’ambito dello sviluppo dell’idrogeno, JCB ha anche studiato il suo utilizzo nelle celle a combustibile e nel luglio 2020 ha presentato il primo escavatore alimentato a idrogeno del settore edile: un 220X da 20 tonnellate.

Per il momento JCB è giunta alla conclusione che le celle a combustibile sono troppo costose, troppo complicate e non sufficientemente robuste per le attrezzature edili e Agricole; sfidando quindi il team di ingegneri JCB a pensare in modo diverso e utilizzando la tecnologia che ci circonda in modo a zero emissioni di carbonio, è nato il motore a idrogeno JCB.

Lord Bamford ha dichiarato: “Le proprietà di combustione uniche dell’idrogeno consentono al motore a idrogeno di fornire la stessa potenza, la stessa coppia e la stessa efficienza che alimentano le macchine JCB oggi, ma a zero emissioni di carbonio. I motori a combustione di idrogeno offrono anche altri vantaggi significativi. Sfruttando la tecnologia e i componenti dei motori diesel, non richiedono elementi di terre rare e, aspetto fondamentale, la tecnologia di combustione è già ben collaudata sulle attrezzature edili e agricole. Si tratta di una tecnologia economicamente vantaggiosa, robusta, affidabile e ben conosciuta non solo nel settore edile e agricolo, ma in tutto il mondo”.

 

In attesa di SAIE 2024

La prossima edizione di SAIE – La Fiera delle Costruzioni: progettazione, edilizia, impianti – si terrà dal 9 al 12 ottobre 2024 a BolognaFiere, confermando l’alternanza altamente strategica per il mercato tra le sedi di Bologna negli anni pari e Bari in quelli dispari.

SAIE è l’appuntamento fieristico di riferimento per supportare le necessità dell’intero sistema delle costruzioni ed essere un acceleratore di sviluppo per i professionisti del comparto: la community di SAIE è oggi partecipata attivamente da 311.838 operatori del settore.

SAIE Bari 2023 ha confermato tutto questo fermento e per raccontare il record di presenze registrato per l’edizione di Bari abbiamo realizzato un video che in 90 secondi racconta il successo della manifestazione.

Questo è il nostro modo per ringraziare gli espositori, le associazioni, i partner e tutti i visitatori che hanno contribuito a fare di SAIE un nuovo e grande SAIE!

Appuntamento a Bologna

SAIE 2024 – la Fiera delle Costruzioni: progettazione, edilizia, impianti, 9 – 12 ottobre – BolognaFiere, è quindi una nuova fiera che non dimentica il passato e guarda al futuro già oggi presente: 4 settori espositivi EDILIZIA; IMPIANTI; PROGETTAZIONE e DIGITALIZZAZIONE; SERVIZI e varie iniziative speciali per valorizzare, con ambiti espositivi specifici, tutti i maggiori trend del costruire (materiali – serramenti – calcestruzzo – pavimenti e rivestimenti – infrastrutture – finiture tecniche e colori – nuove modalità costruttive off-site e a secco – sicurezza in cantiere e tanto altro).

Anche in questa edizione l’innovazione sarà protagonista, come nella passata edizione di Bari del 2023.

La nuova brochure ufficiale di SAIE Bologna 2024 è disponibile qui, informazioni e dettagli per essere presenti in qualità di espositori a SAIE Bologna 2024 possono essere richieste a info@saiebologna.it o sono disponibili sul sito www.saiebologna.it

Zoomlion Europe diventa Zoomlion Italia

Zoomlion Europe – produttore di autogrù e distributore di gru a torre, piattaforme aeree e pompe autocarrate a marchio Zoomlion – annuncia il proprio rebranding strategico diventando Zoomlion Italia. Questa mossa sottolinea l’impegno del Gruppo Zoomlion a rafforzare la propria presenza nel mercato italiano e segna una tappa significativa nella strategia di espansione globale dell’azienda.
A partire dal 1° dicembre 2023, Zoomlion Italia assume ufficialmente il ruolo di filiale dedicata al mercato italiano del Gruppo Zoomlion – leader internazionale nel settore delle macchine per costruzioni con una storia di innovazione ed eccellenza – con sede in Italia (headquarters alle porte di Milano, Senago, e plant nel mantovano, Solferino). Questa iniziativa di rebranding non è un semplice cambio di nome, ma un cambiamento strategico che riflette l’impegno di Zoomlion nel servire i propri clienti europei con organizzazioni focalizzate alle esigenze dei singoli mercati e con sempre maggior attenzione e competenza, con prodotti e servizi localizzati, comunicazione casa madre-filiale semplificata ed efficienza operativa.

Il rebranding in dettaglio

L’operazione è volta al conseguimento dei seguenti obiettivi.

Rafforzamento della presenza nel territorio europeo: il rebranding si allinea alla più ampia strategia di Zoomlion di enfatizzare la propria presenza sul mercato europeo attraverso filiali dedicate ai mercati di riferimento. Zoomlion Italia mira ad approfondire le relazioni con i partner esistenti e a creare nuove collaborazioni per servire meglio le esigenze in evoluzione del settore delle costruzioni italiano, anche attraverso servizi finanziari e di manutenzione personalizzati.

Potenziamento del portafoglio clienti: grazie ad un maggior focus sul territorio italiano Zoomlion Italia intende ampliare il proprio portafoglio clienti servendo tutte le tipologie di aziende, dai noleggiatori di tutte le dimensioni alle grandi multinazionali passando dai privati. Questa mossa strategica è stata pensata per garantire ai clienti l’accesso diretto a una gamma completa di macchine e attrezzature per il sollevamento e per l’edilizia di alta qualità, insieme a un servizio di assistenza e supporto al cliente dedicato per ogni linea di prodotto (gru a torre, autogrù, piattaforme aeree e pompe autocarrate).


Impegno per l’innovazione: Zoomlion Italia continuerà a impegnarsi per fornire soluzioni innovative che diano sicurezza e alte prestazioni ai professionisti del settore grazie ad un centro di ricerca e sviluppo basato in Italia. Il nostro team di ingegneri garantirà sui prodotti Zoomlion lo sviluppo dei più recenti progressi tecnologici oltre a servizi dedicati in base alle esigenze dei clienti.

Davide Cipolla

Davide Cipolla, CEO di Zoomlion Italia ha affermato: “Come filiale del Gruppo Zoomlion, siamo ben posizionati per fornire prodotti e servizi ineguagliabili, sfruttando una rinnovata attenzione al territorio italiano. Continueremo a costruire solide partnership e a servire i nostri clienti con impegno e qualità.”

Jekko: quinto anno consecutivo di crescita

La linea di produzione di Jekko

Anno dopo anno Jekko si sta guadagnando sul campo lo status di realtà all’avanguardia nel settore delle gru e mini gru. Alla fine del 2023 l’azienda fa registrare il quinto segno “+” consecutivo, sinonimo di una crescita esponenziale e che la pone ai primi posti nel panorama industriale italiano e internazionale. Un successo costruito con programmazione e con lungimiranza, la cui spina dorsale è rappresentata dall’evoluzione del reparto Operations, il vero motore di una crescita che sembra inarrestabile.

2023: ecco i numeri

La squadra Operations di Jekko

Dopo aver messo l’accento su uno sviluppo costante e sul mantenimento di una qualità elevata per soddisfare le esigenze sempre crescenti dei clienti, la sfida principale per Jekko è stata preservare quegli standard superiori nel contesto di una crescita volumetrica importante. E lo ha fatto investendo più tempo e cura nel comparto operativo.

Oggi in Operations si concentrano cinque attività cruciali per l’ecosistema aziendale: Pianificazione, Acquisti, Supply Chain, Produzione reparto saldatura e Produzione reparto assemblaggio. Ad oggi qui è riunito il 75% del personale Jekko su un totale di circa 200 dipendenti, raddoppiati rispetto agli anni precedenti

L’area dedicata alla saldatura

Un aumento giustificato dal netto cambiamento nel flusso di lavoro: si è passati da una produzione a isola a un sistema lineare, che ha contribuito significativamente a migliorare l’efficienza e la qualità complessiva delle mini gru Jekko. Non a caso, nel corso del 2023 sono state prodotte e vendute circa 600 unità, facendo registrare – in termini di quantità – un aumento del +20% rispetto al 2022 (500 unità) e del +50% rispetto al 2021 (400 unità).

Il nuovo magazzino verticale di Jekko

Una crescita repentina testimoniata anche dal grande ampliamento della sede, passata dai 10 mila metri quadri ai 30 mila e con nuovi progetti di espansione in cantiere ad inizio 2024, tra cui un nuovo magazzino verticale di oltre 25 metri in lunghezza. Questo consentirà all’azienda di internalizzare i processi di approvvigionamento, garantendo una gestione ottimale del materiale.

La qualità al primo posto

Il robot di saldatura

Standardizzazione dei processi e formazione avanzata del personale, integrati su una catena di montaggio progressiva, hanno contribuito a elevare gli standard di produzione in Jekko. Una conseguenza diretta è stata l’istituzione quest’anno dell’Ufficio Controllo Qualità, dal 2021 parte del reparto Operations, ma che ora ottiene un ruolo indipendente con un team dedicato di quattro professionisti supportati da un Product Manager. Un passo strategico per sottolineare ancora di più l’impegno di Jekko nel garantire una qualità impeccabile.

Gli obiettivi per il 2024

E dopo questa crescita esponenziale, quali sono gli obiettivi e le sfide per il 2024?

Mauro Tonon

“Miglioramento continuo verso l’eccellenza operativa, crescita sostenibile e innovazione costante: il 2024 si prospetta come un anno fondamentale per il consolidamento di Jekko. La collaborazione tra il reparto Operations e il Controllo Qualità diventerà sempre più serrata con controlli più approfonditi sia in fase di accettazione che in uscita prodotto. L’obiettivo del futuro è garantire che ogni prodotto soddisfi i rigidi standard di qualità aziendali in ogni singolo dettaglio al 100%” afferma Mauro Tonon, Direttore Operativo di Jekko. “Ma non solo: è in fase di avanzamento il progetto di costruzione di un nuovo e più moderno palazzo uffici, pensato sia per affermare l’immagine del brand in evoluzione, sia per offrire spazi adeguati alla crescita, ai clienti e ai fornitori”.

Mini gru Jekko in consegna

Grazie a questa attenta pianificazione, l’obiettivo è a portata di mano: Jekko continuerà ad essere un punto di riferimento per il mercato e un modello di miglioramento sostenibile per l’intero settore gru e mini gru.

HL975A CVT e HL960A alla Frealdo Asfalti

HL975A CVT e HL960A:combinata perfetta per il riciclo.

Ben due pale gommate Hyundai lavorano a ritmi serrati presso l’impianto di riciclaggio di materiali inerti della società Frealdo Asfalti srl, sito in Comune di Val Liona, in provincia di Vicenza.

Attiva sin dal 1968, Frealdo Asflati srl è un punto di riferimento importante nel settore del recupero dei materiali inerti. Attualmente, l’azienda vicentina è amministrata da due fratelli, Luigi e Paolo Frealdo che, con grande passione e determinazione, portano avanti l’attività fondata dal padre Bruno.

La nostra azienda oggi si avvale di un parco macchine consistente, circa 90 mezzi, 4 sedi operative e un organico di circa 25 addetti. La nostra attività principale è il recupero e riciclo di materiali inerti, non pericolosi. In particolare, nei due impianti di nostra proprietà vengono lavorati rifiuti che derivano da attività di demolizioni edili, rifiuti costituiti da terra e rocce, asfalto, cartongesso, rifiuti da spazzamento stradale”, ha spiegato Luigi Frealdo Responsabile degli Impianti di riciclo.

Impegnate dentro e fuori

Presso l’impianto di riciclaggio di materiali inerti di Val Liona (VI) operano a pieno ritmo le pale gommate Hyundai HL975A CVT e HL960A: la prima lavora all’esterno dove sono stoccate materie prime secondarie, prodotti e materiali tecnici certificati; la seconda pala gommata HL960A è impiegata all’interno di un capannone di circa 3000 mq dove avviene la lavorazione del cartongesso, attraverso la separazione meccanica della carta dal gesso che, una volta recuperato, può essere utilizzato nuovamente nelle cementerie. L’intero ciclo di trattamento e riciclo del cartongesso è svolto all’interno del capannone per garantire un impatto zero sia in termini di rumore che di emissioni.

Simone Frealdo (a sinistra) e Angelo Schenato

La nostra collaborazione è nata nel 2016 con la vendita di una pala gommata Hyundai HL955 da impiegare negli Impianti, dove le macchine lavorano a ritmi sostenuti (circa 2000 ore l’anno). La necessità dell’azienda era quella di garantire ottime prestazioni con una riduzione dei consumi. Questa vendita è stata un vero e proprio successo in quanto, non solo ha dimostrato di essere all’altezza delle esigenze del cliente, ma ha anche consentito di dimezzare i consumi. La soddisfazione del cliente si è tradotta nell’acquisto di altri modelli Hyundai, ampliando così il proprio parco macchine”, ha dichiarato Angelo Schenato, Direttore Commerciale di Bauma Service, Distributore HD Hyundai Construction Equipment per le regioni Veneto e Trentino Alto-Adige.

La pala Hyundai HL960A è innanzitutto una macchina comoda, veloce e garantisce un’ottima visibilità soprattutto per lavorare all’interno del capannone. I consumi sono davvero ridotti, nonostante movimentiamo circa 200 tonnellate al giorno di cartongesso”.

“La pala Hyundai HL975A CVT è entrata a far parte del nostro parco macchine circa 10 mesi fa e si è fatta subito notare in termini di consumi, visibilità e prestazioni. Infatti, considerando i volumi importanti che movimenta, circa 1.500 tonnellate al giorno, i consumi sono notevolmente ridotti. Si tratta di un mezzo molto confortevole e veloce che non teme il carico di 20-30 bilici/giorno. La trasmissione di nuova generazione ZF, inoltre, ottimizza prestazioni ed efficienza. Siamo molto soddisfatti della nuova pala Hyundai così come della professionalità e competenza di Bauma Service che ci ha supportati in termini di assistenza e di orientamento all’acquisto della macchina giusta per le nostre esigenze”, ha dichiarato Simone Frealdo.

Ecco le autobetoniere elettriche di Liebherr

La nuova serie di autobetoniere ETM di Liebherr con azionamento elettrico del tamburo consente lo scarico a livello locale privo di emissioni del calcestruzzo nel cantiere. In questo caso sono possibili per il cliente diverse concezioni: la versione ibrida su telaio con azionamento diesel tradizionale, la versione completamente elettrica o quella come semirimorchio con motrice a piacere.

La versione ibrida

Le autobetoniere Liebherr di tipo ETM possono essere combinate con telai diesel tradizionali. Questo significa che la marcia da e al cantiere si svolge mediante motore diesel. Sul cantiere l’attesa avviene con tamburo in rotazione, la miscelazione e lo scarico tramite tamburo ad azionamento elettrico. L’azionamento elettrico del tamburo viene alimentato da una batteria. La ricarica avviene durante la corsa di andata e di ritorno, un sistema di caricamento intelligente carica al massimo ad esempio in discesa. Non è necessario un caricamento su colonnina di ricarica per percorsi di spedizione di media lunghezza. Si può risparmiare, rispetto alle autobetoniere tradizionali, fino al 30 per centro di carburante e dunque anche 30 % di CO2. Il livello di rumore è sostanzialmente inferiore.

La versione completamente elettrica 

La serie di autobetoniere ETM può essere anche strutturata su telaio completamente elettrico. L’azionamento elettrico del tamburo viene in questo caso alimentato da una batteria di trazione del telaio. Allo stesso modo è disponibile l’azionamento elettrico del tamburo per il semirimorchio. Anche in questo caso dipende dalla motrice come versione ibrida o completamente elettrica. Una combinazione con una motrice a gas è anche già stata realizzata.

Anche gli impianti di betonaggio sono green


La nuova generazione di impianti Betomix e Mobilmix di Liebherr richiede fino al 30 % di energia in meno rispetto alle versioni precedenti. Anche l’allacciamento elettrico necessario può ridursi al massimo. Questo si ottiene mediante invertitore di frequenza per gli azionamenti sul mescolatore e montacarichi-asfaltatrice. Si possono evitare picchi di corrente. Grazie al morbido avviamento e al delicato arresto degli azionamenti, è possibile ridurre notevolmente la presenza di eventuali usure. Inoltre, grazie all’invertitore di frequenza, è possibile modificare il numero di giri del mescolatore a due alberi durante il processo di miscelazione e adattare la ricetta. Il consumo energetico ridotto, considerando l’intero ciclo di vita utile dell’impianto di miscelazione, è un grandissimo contributo alla tutela ambientale.

Le leva maggiore per quanto riguarda la tutela ambientale deriva dal cemento. Gli invertitori di frequenza consentono durante il dosaggio del cemento una precisione di +/- 0,5 %. In una tipica ricetta con 300 kg di cemento è possibile risparmiare per ogni metro cubo fino a 7,5 kg di cemento. Dal punto di vista ecologico e finanziario, è l’argomento più importante per la nuova generazione di impianti di miscelazione. Ad esempio con un tasso di rendimento annuale di 50.000 m³ di calcestruzzo, questo corrisponde a un risparmio di 375 tonnellate di cemento all’anno (7,5 kg x 50.000 m³). Sappiamo che la produzione di cemento richiede moltissima energia. Nella produzione di cemento, si ottiene un potenziale di riscaldamento globale di 587 kg a tonnellata. Questo significa che con il nuovo impianto di generazione degli impianti di miscelazione di Liebherr si risparmiano, applicando questo calcolo, fino a 220 tonnellate di CO2 all’anno. Sarebbe necessario un numero di alberi a 5 cifre per assorbire tale quantità di CO2. Pertanto la pesatura più precisa del cemento nei nuovi impianti Liebherr rappresenta un contributo considerevole alla tutela dell’ambiente.