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Genie: la manutenzione si fa così

GenieGenie ha progettato un nuovo protocollo di manutenzione  che consente ai clienti di completare in tempi molto ridotti l’intero programma previsto per le piattaforme Genie® S e Z . Con il nuovo approccio, alcune procedure di manutenzione vengono ridotte o addirittura eliminate per risparmiare su tempi e costi di manodopera. In considerazione degli intensi programmi di noleggio dei veicoli, il protocollo di manutenzione per le piattaforme Genie assicura alle aziende di noleggio tutta la flessibilità necessaria per mantenere le macchine il più a lungo possibile noleggiate, pur garantendo la necessaria priorità alla manutenzione di routine.

sinistra“Comprendiamo che i nostri clienti dispongono di tempi limitati per effettuare gli interventi di manutenzione tra un noleggio e l’altro”, afferma Karen Stash, Senior Director, Global Product Management and Marketing di Terex Aerial Work Platforms.  “Per rendere le operazioni di manutenzione di routine più gestibili, Genie ha progettato un approccio nuovo alla manutenzione, che condensa tutte le procedure in un singolo manuale, standardizza la procedura di manutenzione  prolungando gli intervalli degli interventi, per semplificare ed accelerare l’intero processo”.

In precedenza, Genie prevedeva 24 manuali separati per aiutare i propri clienti nella manutenzione delle piattaforme. Con il nuovo protocollo di manutenzione, tutte le informazioni sono ora condensate in un singolo manuale, facile da consultare. Il nuovo manuale di manutenzione, unico per tutte le piattaforme aeree Genie, contiene specifiche complete sulle prestazioni e un elenco semplificato delle operazioni di manutenzione da effettuare, per garantire che tutte le piattaforme Genie trascorrano meno tempo in officina e più tempo in noleggio. Genie offre questo manuale singolo in formato sia cartaceo che digitale, per facilitare l’integrazione nei sistemi elettronici del cliente.

testoOltre a ciò, il nuovo protocollo comprende raccomandazioni per prolungare gli intervalli di manutenzione. Molte procedure periodiche sono passate da trimestrali e semestrali ad annuali e anche la procedura di messa in servizio è stata modificata. Anziché effettuare alcune delle attività dopo 30 ore di funzionamento e altre dopo 50 ore o più, tutte le attività previste per la messa in servizio sono ora previste dopo 50 e 150 ore di funzionamento.

“Le nostre istruzioni per la manutenzione delle piattaforme sono ora più accessibili e anche più semplici da rispettare,” afferma Stash, “ciò in ultima analisi aiuterà i clienti a ridurre il costo totale di gestione e a ottenere un maggiore rendimento dal capitale investito (ROIC). Questo nuovo approccio rende la manutenzione programmata più rapida e in linea con il modo di operare dei nostri clienti a livello di filiale.”

Il nuovo protocollo di manutenzione Genie è già disponibile ed una volta applicato ha un valore retroattivo di 3 anni. È possibile scaricare il nuovo manuale per le piattaforme Genie S e Z dal sito genielift.com o ordinare una copia cartacea utilizzando il codice ricambio 1268489.

Trevi a Hong Kong

per webTrevi Construction Co. Ltd. è impegnata nei lavori di costruzione del West Kowloon Terminus (WKT) Station North, relativi specificatamente al progetto Contract 810A. Il West Kowloon Terminus Station North è il più grande appalto assegnato per la sezione di Hong Kong dell’Express Rail Link Guangzhou – Shenzhen – Hong Kong. Il cantiere si trova in una zona di bonifica pianeggiante, caratterizzata da un livello del suolo che varia da + 4,3 m PD a +6,5 m PD. Della costruzione è stata incaricata dagli appaltatori, la società Atkins, la Leighton – Gammon JV, in qualità di consulente geotecnico per lo scavo e il lavoro di supporto laterale. Poiché la costruzione del WKT prevede uno scavo fino a -23 m PD, saranno create pendenze permanenti/temporanee durante il processo di scavo e il lavoro di supporto laterale. Per questo motivo è stato proposto d’installare colonne di jet grouting nello strato di argilla marina al fine di migliorare/mantenere la stabilità del pendio in conformità con gli attuali standard geotecnici.

Particolare della colonne di Jet Grouting
Particolare della colonne di Jet Grouting

Trevi Construction Co. ha eseguito 175 colonne di jet grouting nello strato di deposito marino con lo scopo di migliorare le proprietà del suolo e per agevolare lo scavo a cielo aperto. Il progetto prevedeva l’installazione delle colonne di jet grouting a partire da 2 m sopra il livello di deposito marino e fino a 2 m sotto il medesimo. I criteri di realizzazione delle colonne di jet grouting erano i seguenti: (a) almeno 2,0 m di diametro; con (b) una resistenza alla compressione uniassiale di 2 MPa; e (c) un Modulo di Young di 300 MPa.

La sfida principale per Trevi è stata proprio quella di soddisfare i criteri di performance richiesti nei diversi tipi di terreno con differenti caratteristiche. In particolar modo, è stato innovativo l’ utilizzo di colonne isolate di jet grouting finalizzate a stabilizzare il pendio.

Pilosio: obiettivo il Mondo!

Aperturadi Cristiano Pinotti

Un grande produttore di attrezzature per le costruzioni e manutenzioni forte di un ufficio tecnico che non teme confronti e in grado di affrontare le sfide costruttive a ogni latitudine. Questa è la Pilosio di oggi. Una realtà in evoluzione fortemente focalizzata sul mercato internazionale in cui spesso, a costruire, ci sono le imprese italiane.

In cantiere Pilosio non ha bisogno di molte presentazioni. Nata nel 1961, la società friulana produce ponteggi e casseforme per muri e solai, strutture di sostegno e blindaggi. Grazie a un ufficio tecnico di quasi 50 persone, offre un servizio completo che va dalla consulenza in fase di gara di appalto all’assistenza in cantiere. Un’azienda che abbina una significativa presenza nazionale a una chiara evoluzione indirizzata verso i mercati internazionali che, in termini di fatturato si sintetizza in un 80% di export. Quota che non deve stupire dato che, dal 2001 a oggi, per intenderci gli anni più neri della crisi, Pilosio Spa è cresciuta a un ritmo del 30% annuo, grazie alla fortissima proiezione sui mercati esteri, soprattutto nelle aree extra UE, invertendo il rapporto tra fatturato nazionale ed estero. Infatti nel 2011, anno di insediamento dell’attuale Amministratore Delegato Dario Roustayan, Pilosio fatturava oltre il 70% in Italia.

Il futuro? E’ globale…

 Dario Roustayan
Dario Roustayan

Lo abbiamo sentito tante volte, ma per Pilosio questa affermazione è una realtà. A parte l’Asia, la società è presente in tutti i continenti e in tutti i mercati con maggiori potenzialità di crescita. Fra questi Arabia Saudita, Qatar e Paesi del Golfo, Algeria, Sudafrica, Canada, Australia, Russia e Paesi CIS. “Dal 2011 – precisa Roustayan – abbiamo perseguito una strategia di business strutturata principalmente attraverso dealer locali, rivenditori o noleggiatori di materiali Pilosio. Solitamente i nostri partner possiedono uno stock in loco e si avvalgono sia di uno staff tecnico locale, sia del supporto tecnico della casa madre e sono in grado di gestire direttamente sul proprio territorio la vendita, il noleggio e l’assistenza diretta all’impresa. Oggi possiamo dire che sia iniziata la seconda fase del nostro processo di internazionalizzazione, ovvero l’apertura di sedi dirette del Gruppo Pilosio. Al momento sono attive due nostre filiali in Canada e in Sudafrica”.

…e tecnicamente avanzato

testopPer far fronte alle nuove e sempre differenti esigenze dei clienti sparsi in tutto il mondo, Pilosio ha dato un nuovo assetto all’ufficio tecnico attraverso la creazione di diversi team suddivisi per aree geografiche in modo da ottimizzare la sinergia con i clienti e con le abitudini costruttive tipiche di ogni paese/area geografica. Una struttura che permette di superare anche ostacoli logistici quali le lingue e i fusi orari. Tutti i team sono organizzati attraverso la presenza di ingegneri specializzati che affiancano i commerciali durante le fasi di supporto e di trattativa con ogni cliente. Un supporto che continua durante tutte le fasi successive: i tecnici di cantiere offrono il loro contributo supportando le fasi esecutive, organizzando corsi tecnici anche in loco e risolvendo eventuali, e inevitabili, problematiche con interventi e modifiche in corso d’opera. Un’attenzione al cliente che va al di là della qualità intrinseca dei prodotti forniti, ben visibile in tutti i cantieri che proponiamo in queste pagine. Tre esempi di interventi internazionali in cui la professionalità Pilosio si unisce a quella delle imprese italiane impegnate a ogni latitudine.

 

CMC: Springs, Gauteng, Sudafrica

BOX 1Tra i progetti più significativi di collaborazione tra Pilosio e CMC di Ravenna spicca la costruzione delle infrastrutture per la Eastern Basin dell’Acid Mine Drainage (AMD) in Sudafrica. Come ci spiega Davide Domeneghetti di CMC di Ravenna, “la scelta si è basata su un’evidente competitività commerciale e  sulla necessità di avere, per limiti di tempo, tutte le strutture contemporaneamente in costruzione. Un fronte che ha incontrato la disponibilità di Pilosio nell’accettare, come formula di noleggio, un contratto a rate mensile per l’intero sistema per una durata di circa 9 mesi. Inoltre, grazie all’interazione tra il nostro e l’ufficio tecnico Pilosio e alle capacità commerciali della sede italiana, è stato possibile studiare un sistema modulare componibile. Abbiamo così ottenuto un sistema che ci permettesse di avere, in numero e fattura, elementi che permettessero di comporsi e di adattarsi alle varie strutture nel corso del progetto, in maniera semplice e senza invii e restituzioni di materiale, eliminando alla radice i rischi di ritardi. Una riserva di materiale ci ha dato la necessaria tranquillità per poter modificare le casserature eventualmente dettate da varianti in corso d’opera. Senza scordare la necessaria documentazione (disegni inclusi), la certificazione e le verifiche statiche per il rispetto delle normative antinfortunistiche e di igiene del lavoro e la formazione del personale. Se la ricezione dei materiali è avvenuta con qualche ritardo per questioni di logistica internazionale, anche in questo caso l’interazione tra gli uffici tecnici e le capacità della sede italiana hanno permesso di ovviare al problema garantendoci un set di casseforme aggiuntivo e spedizioni via aerea di elementi speciali. Sullo smobilizzo e contabilizzazione delle pannellature, iniziato da poco, stiamo avendo non poche difficoltà viste le quantità, gli ordini integrativi e la necessaria logistica, ma sono sicuro che ancora una volta Pilosio saprà trovare una soluzione in linea con gli standard tipici non di un fornitore, ma di un partner”.

 

MAEG: Basra, Iraq

BOX 2Maeg Costruzioni spa è impegnata nella costruzione del ponte della città di Basra, in Iraq. “Il rapporto con Pilosio – ci spiega Gianluca Nonis, Responsabile del cantiere in Iraq – deriva dalle esperienze positive dei nostri tecnici maturate in altri cantieri. E oggi posso affermare come la qualità dei materiali, la versatilità delle attrezzature unite alle tecnologie all’avanguardia, l’assistenza post vendita dei tecnici sempre disponibili all’ascolto e all’elaborazione di soluzioni per qualsiasi problematica ci hanno confermato nella nostra scelta. A livello logistico le attrezzature vengono spedite in container dalla sede Pilosio e raggiungono via nave il porto di Umm Qasr, nel sud dell’Iraq. Da qui i responsabili della logistica del cantiere provvedono all’organizzazione degli sdoganamenti, dei trasporti e dello scarico presso le aree del cantiere, ubicato nel centro di Basra. La presenza Pilosio si conferma in fase di formazione attraverso l’interfaccia con i nostri ingegneri e continua a livello tecnico. Prima di tutto durante le fasi progettuali attraverso riunioni e meeting, poi, a progetto in corso, tramite conference call a distanza. In un’occasione un tecnico Pilosio ha raggiunto il cantiere per dare assistenza diretta in loco ai nostri operatori”.

 

Rizzani de Eccher: Algeria

BOX 3Le attrezzature Pilosio sono protagoniste anche in Algeria nel cantiere ferrovia RN16 e nel cantiere stradale RN77 per fondazioni e spalle ponti, muri di sostegno e molteplici piccole opere. “Siamo clienti Pilosio da sempre – sottolinea Guerrino Menegon, Responsabile cantieri Rizzani de Eccher in Algeria. La vicinanza delle due società a suo tempo deve aver influito, ma oggi sono altri i termini di giudizio: il prezzo, la qualità dei prodotti e l’assistenza tecnica in cantiere. Purtroppo lavorando in aree difficili, le tempistiche di spedizione registrano non poche variazioni e spesso si deve attendere il materiale più del dovuto. E nel caso specifico si sono verificati ritardi, non imputabili a Pilosio, nello sdoganamento del materiale”. A tale proposito vale la pena di ricordare come Pilosio si sia organizzata con uffici e squadre dedicate per aree-cliente al fine di seguire l’evasione degli ordini secondo i tempi previsti nel contratto stipulato. In questo contesto possibili ritardi o errori nelle pratiche sono solitamente dovuti alla riduzione dei tempi di consegna e alla modifica in corso d’opera delle quantità o degli articoli.

Doosan: il nuovo DX235LC-5 Stage IV

aperuraDoosan Construction Equipment ha lanciato l’escavatore cingolato Stage IV DX235LC-5, l’ultimissimo arrivato della generazione LC-5. Questo nuovo modello offre livelli di comfort e maneggevolezza superiori e nuove caratteristiche pensate per migliorare efficienza dei consumi, disponibilità operativa e ritorno dell’investimento in una macchina ancora più potente, robusta e agile.

Il DX235LC-5 è un escavatore a carreggiata standard (2,99 m) a cui si affianca il modello DX235NLC-5 a carreggiata ridotta (più adatto al mercato italiano) ed il modello DX235LCR-5 a raggio ridotto, entrambi presentati in anteprima lo scorso aprile a Intermat 2015. L’introduzione di questo modello soddisfa le richieste della clientela alla ricerca di una macchina con prestazioni e stabilità superiori rispetto a quelle dell’escavatore Stage IIIB Doosan DX225LC-3 da 22 tonnellate e in grado di confrontarsi favorevolmente in termini di potenza e produttività con il modello maggiore DX255LC-5.

Bilanciere e benna: che forza!

testoIl DX235LC-5 combina un sottocarro largo 2,99 m, un peso totale di 900 kg più elevato e un contrappeso decisamente più pesante (5000 kg rispetto ai 4300 kg del DX225LC-3) con un gruppo braccio e bilanciere irrobustito (cilindri inclusi). Questa nuova macchina riesce così a offrire forze alla benna e al bilanciere decisamente superiori. La forza al bilanciere è in media del 7-8% maggiore rispetto a quella del DX225LC-3 e la differenza tra i due escavatori è ancora più netta per quanto riguarda la forza alla benna, del 15-16% maggiore nel modello DX235LC-5. Il DX235LC-5 offre inoltre capacità di sollevamento maggiori: +6% frontalmente (7,71 t) e +8% sui lati (4,92 t).

sinistraContraddistinto esternamente dal nuovo e accattivante stile comune a tutti gli escavatori Doosan della generazione LC-5, il DX235LC-5 è motorizzato con l’affidabile diesel 6 cilindri con turbo compressore e raffreddamento ad acqua Doosan DL06P. Il motore Doosan DL06P offre convenienza e bassi costi operativi e assicura conformità alla normativa Stage IV senza dover far ricorso al filtro antiparticolato (DPF), ma con i soli sistemi di post trattamento del ricircolo dei gas di scarico raffreddati (EGR) e della riduzione catalitica selettiva (SCR).  Il motore DL06P eroga 124 kW (169 HP) a 1800 RPM.

L’integrazione tra il DL06P, uno dei motori più affidabili e a più basso consumo mai prodotti da Doosan e le altre esclusive innovazioni introdotte in questa macchina assicura un miglioramento complessivo dei consumi del 9%. Tali funzionalità includono la nuova schermata “Trip Meter Setting” che permette all’operatore di controllare i consumi giornalieri (o su altro periodo selezionato) direttamente tramite il pannello di controllo e lo speciale sistema Doosan SPC (Smart Power Control) che ottimizza l’equilibrio tra l’erogazione della pompa e la potenza motrice, migliorando ulteriormente l’efficienza dei consumi.

Già eccellente per spaziosità ed ergonomia, la nuova cabina del DX235LC-5 è più spaziosa rispetto a quella del DX225LC-3 ed è stata ulteriormente raffinata per garantire un comfort e una facilità di funzionamento davvero impareggiabili.

 

Più sicuri con il CoreTMS

tyestoIl DX235LC-5 prevede di serie l’innovativo e avanzatissimo sistema CoreTMS per il monitoraggio a distanza delle macchine, caratteristica in precedenza non disponibile di serie sugli escavatori Doosan e ora integrata in tutti i modelli della nuova generazione LC-5 con peso superiore alle 14 tonnellate.

Come tutti i nuovi escavatori LC-5 da oltre 20 tonnellate, anche il DX235LC-5 incorpora una piastra a spessore maggiorato all’interno di braccio e bilanciere che, applicata con un diverso metodo di saldatura, rafforza il gruppo di lavoro e smorza la concentrazione delle sollecitazioni. Per massimizzare ulteriormente la durata e ridurre la rumorosità, tutti i modelli LC-5 montano boccole EM (Enhanced Macrosurface), molto più efficaci rispetto alle boccole tradizionali quando adeguatamente lubrificate.

L’escavatore DX235LC-5 è provvisto di serie di prefiltri aria che riducono sensibilmente l’ingresso di polvere, detriti, insetti, pioggia e neve, assicurando un flusso di aria più pulito in ingresso al filtro aria del motore. Ciò estende gli intervalli di manutenzione del filtro aria a vantaggio di disponibilità operativa e produttività. Il filtro aria interno della cabina è ora in posizione protetta e i filtri dell’aria condizionata sono stati ridisegnati per facilitarne la sostituzione. Tutte le opzioni esistenti, inclusa carreggiata stretta, bilancieri corti e lunghi, pattini e circuiti idraulici, sono disponibili anche per il nuovo escavatore DX235LC-5.

Respiro internazionale per Socage

Apertura

di Roberto Negri

E’ quello del Dealer Day Socage 2015, che ha radunato la rete di distribuzione mondiale dell’azienda. Molte le novità sotto i riflettori, nel quadro di una strategia produttiva e commerciale che promette di rappresentare un salto concettuale per il settore delle piattaforme aeree.

Ė stata la suggestiva cornice di Villa Demetra, elegante location alle porte di Roma, il teatro del Dealer Day Socage 2015, evento che tradizionalmente chiama a raccolta dai cinque continenti i rivenditori del marchio emiliano ma che in questa occasione ha rappresentato anche il palcoscenico d’eccezione di una serie di novità destinate a rappresentare una svolta produttiva per l’azienda. Due le nuove linee di prodotto tenute a battesimo dal fondatore e anima di Socage Fiorenzo Flisi, che le ha presentate ufficialmente alla rete dei dealer e alla stampa internazionale nel corso di una intensa due giorni. E, a farne molto di più di un semplice evento commerciale, soprattutto alcuni concept originali e novità sul fronte dei processi di produzione. Posti al servizio di una strategia con cui Socage non solo intende espandere la propria penetrazione sui mercati internazionali, ma anche rivoluzionare la tradizionale filiera dell’allestimento.

Debutti e conferme

testoAd aprire le danze è stata la gamma di piattaforme aeree doppio articolate e telescopiche Serie 4, evoluzione della precedente Serie 3, forti di altezze operative dai 15 ai 24 m, di una portata in cesta di ben 300 kg e soprattutto di una novità assoluta, il telaio a X su cui sono allestite. Caratterizzata dalla presenza di traverse idrauliche sfilabili manualmente, questa soluzione offre notevoli vantaggi dal punto di vista dell’allestimento e del peso della piattaforma aerea, permettendo una riduzione dell’altezza e una maggior corsa della stabilizzazione, oltre a una diminuzione del peso complessivo e una sua migliore distribuzione.

Anche la seconda famiglia di prodotto rappresenta una prima assoluta per l’azienda modenese: con la nuova serie E – questo il suo nome – Socage entra nel segmento delle piattaforme elettriche con una gamma completa sia sotto il profilo delle altezze operative – nove complessivamente i modelli, da 16 a 28 metri – che delle performance, mantenendo anche in questo caso due fiori all’occhiello come la portata in cesta di 300 kg e il telaio a X.

Nuovi processi per nuovi prodotti

testoCome abbiamo accennato, tuttavia, alla base di tali novità si trova molto più dell’ordinario processo di ricerca e sviluppo che caratterizza ogni ampliamento di gamma. E a farne qualcosa di diverso e più ampio respiro sono una serie di fattori sia tecnologici che di processo, agevolati anche da alcune scelte strategiche che negli ultimi dodici mesi hanno portato a un potenziamento della struttura aziendale di Socage e avviato nuove partnership.

Cominciamo da quest’ultimo aspetto, che si concretizza in due eventi chiave per lo sviluppo delle nuove gamme di prodotto. Con il primo, l’acquisizione della CATT, azienda specializzata in carpenteria, taglio laser e saldatura a robot, Socage ha internalizzato l’intero processo produttivo a partire dalla lavorazione del materiale grezzo, ottimizzando ulteriormente i controlli di processo e di qualità e ampliando il proprio organico aziendale a circa 140 unità. Il secondo è invece l’avvio della collaborazione con l’austriaca Welser, produttrice di profili speciali mediante laminazione e piegatura a freddo con rulli; una tecnologia che ha permesso a Socage di creare profili complessi per la realizzazione dei bracci piattaforma utilizzando acciai altoresistenziali come il DOCOL SSAB, soluzione più leggera e a spessore ridotto se confrontata con gli acciai tradizionali e che perciò consente di contenere il peso complessivo della macchina migliorandone le prestazioni in termini di sbracci e portate. Con, in più, una altissima ripetibilità di processo, presupposto per la massima precisione di assemblaggio e, in ultima analisi, per l’affidabilità operativa della macchina stessa.

A questa nuova tecnologia produttiva, che ha fatto il suo debutto proprio sulla nuova Serie E di piattaforme con comandi elettrici, si affianca una seconda novità che, dopo la presentazione ufficiale alla scorsa edizione dell’APEX di Amsterdam, è divenuta uno degli elementi caratterizzanti dei nuovi modelli Socage: il telaio a X.

Piattaforme… con l’X-Factor

testoIl richiamo alla nota trasmissione televisiva è il mezzo scelto dalla comunicazione Socage per sottolineare l’unicità di un concept che promette di avere un impatto decisamente importante sia sulle performance complessive delle piattaforme, sia sul processo di allestimento delle stesse sugli ordinari veicoli commerciali. Parliamo naturalmente del telaio a X sviluppato dall’azienda di Sorbara, la cui particolare geometria racchiude una serie di rilevanti innovazioni tecniche. Questa soluzione comprende infatti quattro stabilizzatori telescopici, tangenziali alla ralla di rotazione della parte aerea della piattaforma, che in estensione offrono una corsa supplementare rispetto agli stabilizzatori dei telai convenzionali. Quest’ultima garantisce una notevole estensione dell’area di appoggio della piattaforma aerea che si traduce, da un lato, in una superiore stabilità, dall’altro, e di conseguenza, determina un sensibile incremento delle prestazioni della piattaforma stessa in termini di sbraccio, con un importante aumento della distanza dalla linea di stabilità a cui può essere portato il cestello. Per comprenderne la logica, è sufficiente osservare il telaio in pianta e con gli stabilizzatori completamente sfilati: questo descrive un’area di appoggio dalla conformazione a quadrilatero ruotato rispetto all’asse mediano, che rappresenta uno dei suoi aspetti distintivi e la base della sua efficacia.

sinistraUn altro aspetto di rilevante importanza è rappresentato dal fatto che la maggiore area di appoggio viene ottenuta contestualmente a una diminuzione dell’ingombro e a una sensibile riduzione dei pesi che gravano sull’autocarro: il telaio a X viene infatti assemblato direttamente sullo chassis del veicolo, non necessitando quindi dell’impiego di longheroni, traverse o controtelai che fino a ora erano indispensabili per questo tipo di allestimenti. Un aspetto, quest’ultimo, che promette di avere un impatto veramente importante non solo dal punto di vista tecnico – costruttivo ma anche sotto il profilo commerciale. L’obiettivo dichiarato di Socage è infatti quello di arrivare a una completa esternalizzazione dell’allestimento del veicolo proprio grazie alla netta semplificazione di tale processo garantita dal nuovo telaio, eliminando quindi totalmente la lunga e spesso onerosa fase di personalizzazione e approntamento dell’automezzo ma limitandosi alla vendita della parte aerea. Che, grazie alle sue caratteristiche, può essere installata senza necessità di intervenire con modifiche all’autocarro nell’arco di una sola giornata.

Sotto la lente

testoTutte queste innovazioni tecnologiche e di processo hanno trovato la loro piena concretizzazione nelle due nuove linee di prodotto presentate nel corso della due giorni romana. La Serie 4, in particolare, si compone di sette modelli in totale, di cui tre – DA420 forSte, DA422 forSte e DA424 forSte rispettivamente da 20, 22 e 24 metri di altezza operativa utile – in configurazione con braccio a doppia articolazione, e quattro – forSte T415, forSte T416, forSte T418 e forSte T420 da 15, 16, 18 e 20 metri – con braccio telescopico. Filo conduttore della gamma sono, oltre alla presenza del telaio a X, una portata in cesta che oggi raggiunge i 300 kg, consentendo un agevole trasporto in quota di due operatori e delle attrezzature necessarie all’intervento, la rotazione della parte aerea di 700° e la rotazione della cesta di 90° + 90°. Significativa l’analisi delle aree di lavoro e delle curve di carico, che evidenziano molto chiaramente l’efficacia della configurazione a X del telaio e un conseguente miglioramento delle capacità di carico anche a sbracci importanti.

sinistraNove invece i modelli previsti per la nuova Serie E con comandi elettrici, rappresentate alla première romana dalla capostipite forSte 21DJ: tre con configurazione a braccio telescopico – forSte 16T – E, forSte 20T – E  e forSte 23T – E da 16, 20 e 23 metri -, una con configurazione a braccio telescopico e jib (la forSte 20TJ – E da 20 metri), cui si affiancano i tre modelli con braccio a doppia articolazione forSte 21D – E, forSte 24D – E e forSte 28D – E (21, 24 e 28 metri) e le due forSte 21DJ – E e forSte 24DJ – E con doppia articolazione e jib. Alle caratteristiche comuni già evidenziate sulla Serie 4 – telaio a X, portata in cesta di 300 kg e rotazione di parte aerea e cesta – si aggiunge in questo caso una notevole leggerezza, frutto dell’utilizzo di profilati in acciaio ad alta resistenza dello spessore di 1,5 mm rispetto ai 3 mm tradizionalmente utilizzati su queste macchine, leggerezza e resistenza che hanno consentito non solo il già citato miglioramento delle performance operative della piattaforma ma anche l’installazione su veicoli rientranti nella categoria patente B.

destraA chiudere la galleria delle novità presentate al Dealer Day, che ha visto anche la presenza di alcuni fra i modelli di punta della gamma Socage come le forSte 54TJJ e forSte 75TJJ da 54 e 75 metri, una new entry particolarmente interessante e originale: la piattaforma telescopica su van forSte 15VTJ, che con i suoi 14,5 metri di altezza operativa utile va ad affiancare la sorella minore forSte 12VT da 12 metri. Ampliando così una linea pensata per chi deve effettuare lavori in quota, necessita di spazio per spostarsi con gli attrezzi del mestiere e che, grazie alle sue caratteristiche di limitato ingombro, è ideale per gli interventi di manutenzione su strada.

Parla Fiorenzo Flisi – Amministratore Delegato Socage

Foto Box 1Il debutto di una nuova gamma di prodotto rappresenta sempre un evento importante per un’azienda. In questo caso, tuttavia, siamo in presenza di un progetto di più ampio respiro: di cosa si tratta?

Essenzialmente della volontà di offrire al mercato non solo prodotti tecnologicamente evoluti e dalle performance elevate, ma anche di semplificare e rendere più rapida e lineare una fase tradizionalmente lunga e complessa come quella dell’allestimento della piattaforma su autocarro. Per raggiungere questo duplice obiettivo, da un lato abbiamo sviluppato un concept innovativo come quello del telaio a X, che ad oggi rappresenta una nostra esclusiva ed elimina la necessità dei tradizionali pesanti interventi di carpenteria sul telaio del veicolo, oltre a migliorare sensibilmente aree di lavoro e curve di carico; dall’altro, dopo lunghe ricerche, abbiamo individuato in Welser un partner tecnologico i cui materiali ci hanno permesso di ridurre sensibilmente il peso complessivo della parte aerea, ottimizzandone al tempo stesso il processo di produzione nonché il grado di precisione e riproducibilità. Entrambi questi passaggi sono riflessi fedelmente dalle prestazioni offerte dalla nuova Serie 4 e soprattutto dalla Serie E, il cui allestimento può avvenire nell’arco di una sola giornata di lavoro eliminando anche molte delle tradizionali complessità di questa fase. In questa ottica, il nostro obiettivo finale è quello di esternalizzare totalmente l’allestimento del veicolo, limitandoci alla sola distribuzione della parte aerea che, grazie alle sue caratteristiche, può essere facilmente gestita senza particolari problematiche. Con intuibili vantaggi anche sotto il profilo della commercializzazione sui mercati internazionali.

A questo proposito, quali riscontri vi attendete dagli utilizzatori? E quali le altezze che ritenete commercialmente più appetibili?

Riponiamo grandi aspettative in queste due nuove gamme, la cui facilità di allestimento riteniamo possa agevolarne notevolmente la penetrazione anche sui mercati esteri che oggi più che mai, complice anche l’evoluzione dei veicoli commerciali, richiedono sempre più alle piattaforme non solo performance ma anche leggerezza, rapidità di installazione e dimensioni compatte. Caratteristiche, queste, che trovano la loro massima espressione nei modelli di punta delle nuove gamme, grazie alla loro capacità di combinare a tali proprietà anche importanti altezze operative.   

Mantovanibenne premiata ad Amsterdam

Paolo Mantovani (a sinistra) riceve il premio
Paolo Mantovani (a sinistra) riceve il premio

Mantovanibenne ha vinto l'”Innovation Award”  nel corso del World Demolition Summit 2015.  La premiazione si è tenuta ad Amsterdam, presso il NH Grand Hotel Krasnapolsky, contestualmente ad una conferenza che ha visto riunite moltissime grandi aziende ed esperti della Demolizione a livello mondiale. L’evento è giunto quest’anno alla settima edizione e raccoglie il top delle imprese di demolizione e dei costruttori di attrezzature dedicate, dai cinque continenti.

LogoE fra loro non poteva mancare il gruppo italiano ormai sinonimo della demolizione di qualità.Mantovanibenne era stato selezionato, assieme ad un concorrente estero, come candidato alla vittoria nella categoria “Tools & Attachments”. E finalmente, durante la serata di gala che ha concluso l’evento, è giunto il tanto atteso esito: il premio “Innovation Award 2015” è stato consegnato nelle mani del direttore commerciale, Paolo Mantovani.

destraOvviamente la soddisfazione è stata grande ma, come ha sottolineato Mantovani, la strada per raggiungere il risultato non è stata semplice: infatti il riconoscimento è arrivato grazie alle recenti migliorie apportate all’impianto idraulico della pinza CRH440, un concentrato di tecnologia che ha richiesto tempo e ingenti investimenti per essere ottimizzata. Risultato è un pinza leggera ma, grazie al doppio booster brevettato, estremamente potente e maneggevole in spazi angusti.

La prossima edizione del World Demolition Summit si terrà nel 2016 a Miami (Usa).

 

Marini: elogio della mobilità

Aperturadi Roberto Negri

Marini accoglie ancora una volta clienti e concessionari presso la sua sede ravennate. E lo fa in grande stile presentando ufficialmente l’XPRESS 2500 e il BE Tower 2000P, primo esponente di una nuova generazione di impianti. Produttività e tecnologie avanzate in una soluzione che si distingue per una trasportabilità davvero fuori dal comune.

testoE’ stato il quartiere generale di Alfonsine (Ravenna) il teatro dell’Open Day di Marini, la manifestazione con cui l’azienda apre le porte a dealer e clienti offrendo una visuale privilegiata sulle proprie strutture e processi produttivi, ma soprattutto su innovazioni tecnologiche e novità di prodotto. Novità che, in particolare in questa occasione, sono state di assoluto rilievo. Marini ha alzato il sipario su due nuovi impianti la cui concezione spicca non solo per la raffinatezza delle soluzioni tecniche implementate, ma anche per una serie di preziosi valori aggiunti pensati per i professionisti delle costruzioni stradali. Con gli impianti XPRESS e BE Tower – questi i protagonisti della giornata – l’azienda ha sviluppato due soluzioni che coniugano con grande efficacia la riconosciuta affidabilità e produttività degli impianti Marini e una serie di concept volti a rendere più flessibile ed economicamente ottimizzata la loro gestione.

Mobili e trasportabili

testoI due nuovi impianti rappresentano  l’ulteriore evoluzione di una filosofia costruttiva già adottata da Marini sulla gamma eTower, qui declinata all’insegna della mobilità e della massima trasportabilità. Se infatti l’XPRESS 2500 (nella foto sopra) nasce come impianto discontinuo totalmente trasferibile su gomma e con ingombri trasportabili in sagoma stradale, ma al tempo stesso capace di una produttività oraria che può raggiungere le 200 t/h, anche il BE Tower 2000P, qui presentato in anteprima assoluta, pone la trasportabilità al centro del suo concept progettuale. Caratterizzato da una costruzione interamente modulare, che oltre a fornire già nell’allestimento base tutte le funzionalità necessarie alla gestione di ogni tipo di conglomerato offre ampie possibilità di personalizzazione in funzione delle necessità del cliente, il nuovo nato di casa Marini si distingue per un’eccellente facilità di trasporto e montaggio; tutti i moduli dell’impianto sono infatti containerizzabili, rendendone così il trasferimento più rapido, semplice ed economico. Il tutto all’interno di un’architettura che ripropone nelle sue linee di base il design già visto sulla serie eTower e basato sull’innovativa posizione del filtro e della tramoggia sotto filtro sopra l’essiccatore. Una soluzione in grado di offrire, unitamente ad altri accorgimenti progettuali, significativi risparmi energetici e un’elevata facilità di gestione del cantiere.

Un design innovativo

testoDotato nell’allestimento presentato di un mescolatore con una capacità di carico di 2000 kg, che consente di raggiungere una produttività di 160 tonnellate di conglomerato l’ora, e di un essiccatore con bruciatore da  13,4 MW il BE Tower 2000P, novità assoluta della due giorni di Alfonsine, riprende tutte le tecnologie e accorgimenti progettuali già adottati nella più recente generazione di impianti Marini, coniugandoli all’insegna della massima flessibilità di configurazione e, come già accennato, di una trasportabilità al top.

sinistraDal punto di vista progettuale, la scelta di riproporre il posizionamento dei moduli essiccatore, tramoggia di recupero dei fini e filtro ha consentito di ottenere una serie di importanti vantaggi costruttivi – tra cui l’eliminazione delle tradizionali coclee a terra e della necessità di un silo filler addizionale dedicato – e funzionali, in quanto la posizione elevata della tramoggia di recupero dei fini consente, grazie alla rapidità di ciclo offerta da questa soluzione, di contenerne l’abbassamento di temperatura (limitato a soli 1 – 2 gradi); il filler può cosi essere riutilizzato direttamente nella miscela senza necessità di innalzare la temperatura degli aggregati per compensarne il raffreddamento. A questo risultato concorre anche la scelta di posizionare il canale di recupero fumi che collega essiccatore e filtro all’interno del sistema e dotarlo di un’opportuna coibentazione, soluzione che consente di contenere ulteriormente gli abbassamenti di temperatura del filler recuperato. I risparmi di combustibile così ottenibili sono rilevanti, potendo raggiungere valori stimati fra il 2 e il 3% rispetto a quelli di un impianto in configurazione tradizionale. E anche il design complessivo ne risente positivamente in termini di ingombri a terra, che si riducono fino al 40% rispetto allo standard, pur mantenendo la massima libertà di configurazione.

La versatilità è la cifra distintiva del BE Tower 2000P anche in termini di produzione. Oltre ad essere in grado di gestire ogni tipologia di additivi, l’impianto può essere equipaggiato anche dopo il primo allestimento con tutte le integrazioni necessarie all’utilizzo di materiale fresato di recupero: in questa ottica è possibile introdurre il fresato in percentuali fino al 30% direttamente nel mescolatore con la semplice installazione della linea del freddo, senza necessità di implementare soluzioni diverse e più onerose. Sono naturalmente disponibili anche tutte le soluzioni necessarie alla gestione di conglomerati tiepidi, fra cui un sistema di produzione di bitume schiumato che permette di ridurre di più di 30°C la temperatura finale del conglomerato mantenendo un’eccellente lavorabilità in assenza di fumi e aromi odorosi e con importanti risparmi energetici.

Trasportabilità al top

centroCome abbiamo accennato, oltre ad implementare tutte le più avanzate tecnologie che caratterizzano le gamme di impianti Marini, il BE Tower 2000P può giocare l’asso nella manica di una eccezionale trasportabilità, che lo rende una soluzione particolarmente appetibile per quanti necessitino di un’elevata rapidità – ed economicità – di trasferimento con tutti i plus garantiti da un impianto a installazione fissa. Due le chiavi progettuali attraverso le quali Marini ha perseguito questo obiettivo: da un lato, la concezione interamente modulare dell’impianto, dall’altro e soprattutto la possibilità di trasferire tutti i componenti dello stesso utilizzando container di dimensioni standard, trasportabili su normali veicoli e senza necessità di organizzare trasporti eccezionali o richiedere permessi speciali di circolazione. Secondo le stime del costruttore, rispetto a un impianto tradizionale di pari capacità produttiva, i costi di trasporto del BE Tower 2000P possono essere abbattuti fino al 40%, una caratteristica in grado di ampliarne in misura importante le potenzialità di mercato. E altrettanto importanti sono i vantaggi in termini di allestimento: è infatti richiesto solo l’approntamento di una base di appoggio opportunamente precompattata, mentre il montaggio dei moduli, tutti precablati e preassemblati a terra completi anche di scale e passerelle, risulta estremamente rapido.

Controllo totale

centroUna menzione particolare meritano il software di gestione, sviluppato in stretta collaborazione con gli operatori, e la cabina di controllo, forte di alcune soluzioni che ne fanno un piccolo gioiello di tecnologia. L’interfaccia di gestione è la medesima installata sugli impianti di maggiore complessità, e risulta facilmente configurabile in modo da poter essere utilizzata senza difficoltà da qualsiasi operatore, pur potendo allo stesso tempo fornire le più dettagliate possibilità di controllo e monitoraggio nonché un importante supporto per gli interventi di manutenzione programmata. Una piccola ma importante funzione è l’accessibilità online di tutta la documentazione tecnica relativa all’impianto e ai suoi componenti.

Quanto alla cabina di controllo e al relativo hardware, ospitato in un ambiente perfettamente isolato e climatizzato per garantire la massima affidabilità, Marini ha deciso di adottare componenti modulari di ultima generazione e cablaggi evoluti, in grado anche di gestire funzioni avanzate di autodiagnosi. Tutti i sistemi dell’impianto sono inoltre comandati da chiavi interbloccate, che garantiscono il massimo livello di sicurezza contro gli azionamenti accidentali.

Una strategia customer oriented

L'XPRESS 2500
L’XPRESS 2500

Oltre che a valutazioni e obiettivi di carattere tecnico – funzionale, la nuova gamma BE Tower inaugurata dal 2000P risponde a una ben precisa strategia commerciale, imperniata su una filosofia progettuale rivolta a specifici profili di utilizzatori e mercati di riferimento. Filosofia riassumibile nell’intento di realizzare una soluzione caratterizzata, anche nell’allestimento base, dalla qualità costruttiva e dalle tecnologie chiave che caratterizzano il “prodotto Marini”, competitiva sotto il profilo economico e perciò idonea anche a mercati emergenti e caratterizzati da esigenze minori rispetto a quelle di contesti più evoluti, ma al tempo stesso con una flessibilità di configurazione tale da consentire la successiva implementazione di funzionalità più sofisticate. Il tutto in un’ottica di gestione che considera l’intero arco di vita dell’impianto, e nel cui quadro le rilevanti ottimizzazioni di costi e tempi assicurate dalle soluzioni sopra evidenziate sono destinate a rappresentare un fattore chiave anche per l’utenza più evoluta.

Parla Alberto Montanari – General Manager Marini

Foto BoxCon questa nuova edizione dell’Open Day, Marini torna ad aprire le porte del suo quartier generale a dealer e clienti: qual è lo spirito di questa iniziativa?

Senza dubbio quello di dare un tangibile e concreto segno del nostro lavoro al mercato. Un obiettivo, questo, che passa non solamente dalla presentazione delle novità introdotte in gamma, in questa occasione particolarmente importanti, ma anche da iniziative come la creazione della Marini Academy, struttura attraverso cui dal 2014 eroghiamo attività di formazione ai nostri clienti e concessionari, e dalla visita ai nostri impianti produttivi, che meglio di qualsiasi altro strumento sono in grado di mostrare l’attenzione e la qualità dei processi da cui nascono le nostre macchine e impianti. Un valore aggiunto importante, che ci permette di trasferire al meglio sia ai nostri rivenditori che soprattutto ai clienti tutti i plus del prodotto Marini, e che non di rado rappresenta un fattore decisivo nella scelta del nostro marchio. Oltre 200 visitatori, provenienti oltre che dall’Italia da mercati chiave come, fra gli altri, Russia, Kazakistan, Polonia, Argentina, Iran, Bulgaria, Gran Bretagna e Svizzera, sono del resto la testimonianza migliore dell’interesse suscitato da queste occasioni di incontro e conoscenza.

Proprio in questa occasione ha fatto il suo debutto la linea BE Tower, che sembra avere tutte le caratteristiche necessarie a sfondare su diversi mercati internazionali: quali obiettivi e risultati vi proponete?

Abbiamo innanzitutto voluto ampliare la nostra gamma d’offerta con una soluzione che, pur implementando alcune delle più avanzate e consolidate tecnologie che caratterizzano gli impianti Marini, fosse in grado di proporsi con successo su mercati emergenti grazie a un prezzo competitivo, ma senza penalizzare in alcun modo né la qualità del prodotto né la sua versatilità e flessibilità. Il tutto grazie anche a una trasportabilità e facilità di allestimento – e a un abbattimento dei relativi costi – che su questa gamma raggiungono livelli davvero eccellenti, aspetti che riteniamo possano essere elementi di attrazione decisivi per molti profili di utilizzatori. Da non sottovalutare, inoltre, è il fatto che la costruzione interamente modulare da noi adottata nella realizzazione degli impianti ci permette di realizzare allestimenti su misura di qualsiasi tipo in tempi estremamente rapidi, elemento altrettanto decisivo nell’attuale mercato.

STILL acquisisce LR Intralogistik

STILL acquista LRSTILL ha acquisito LR Intralogistik, società specializzata nella produzione di strumenti di movimentazione e rimorchi che, fondata nel 2009, ha saputo rapidamente affermarsi a livello internazionale come fornitore premium di soluzioni di intralogistica personalizzata, con un focus sulla sicurezza di processo e di prodotto, sull’ergonomia e sull’efficienza dei costi.

Con l’acquisizione di LR Intralogistik – spiega Thomas A. Fischer, Direttore Vendite di STILL – STILL rafforzare la sua posizione di leadership sul mercato della logistica intelligente nella gestione dei flussi di materiali all’interno delle aziende. Grazie a questa acquisizione STILL incrementa ulteriormente il suo know-how nell’implementazione di soluzioni logistiche avanzate per industrie e magazzini. Senza contare che i sistemi di LR Intralogistik ci consentiranno di rispondere al meglio alla sempre crescente richiesta di automatizzazione parziale o totale dei processi logistici”.

L’acquisizione suggella peraltro una partnership di lungo periodo, STILL e LR Intralogistik collaborano infatti da anni per proporre alla clientela prodotti sempre più avanzati e innovativi. In particolare, LR Intralogistik detiene il brevetto del sistema Liftrunner®, considerato ormai il prodotto di riferimento sul mercato per quanto riguarda l’asservimento delle linee produttive in ottica “lean”. Le tecniche lean sono sempre più diffuse nelle aziende manifatturiere moderne che, per questioni di efficienza, sicurezza e produttività, passano dall’utilizzo dei tradizionali carrelli elevatori ai trattori elettrici che trainano rimorchi. Il Liftrunner® è appunto un sistema completo e modulare di rimorchi idraulici per raccogliere carichi su trolley in modo semplice e sicuro. Grazie a questo sistema tutta la logistica viene gestita in modo orizzontale, senza carichi sollevati, eliminando così i muletti che girano nei reparti e incrementando conseguentemente la sicurezza, oltre ovviamente alla produttività. Lanciato da STILL prima sul mercato tedesco, e poi in Europa, dal 2012 il Liftrunner® è commercializzato in Italia da OM STILL e ha riscosso grande successo, conquistando in breve tempo un parco clienti qualificato e sempre più numeroso.

Fimai da oggi in Brasile

Da sinistra  Ferilli, Castelli e Neto
Da sinistra  Ferilli, Castelli e Neto

Due delle più importanti società fieristiche impegnate sui temi dell’ambiente, Fimai in Brasile e Rimini Fiera in Italia, che organizza Ecomondo, si sono unite (in partnership col Gruppo italiano Tecniche Nuove/Senaf) per organizzare la 17esima edizione della Fiera Internazionale dell’ambiente e della sostenibilità (Fimai), che si apre oggi, 11 novembre, al Centro Espositivo Norte di San Paolo del Brasile, dove resterà in calendario fino al 13 novembre.

“L’arrivo di Ecomondo – spiega il fondatore di Fimai, Julio Tocalino Neto – rappresenta un importante progresso per la qualità dei seminari e per la fiera stessa, grazie alla presenza di qualificati esperti internazionali che condivideranno con gli operatori brasiliani le loro conoscenze circa l’industria della sostenibilità”.

L’evento proporrà quindi soluzioni energetiche per l’industria, sistemi per la riduzione del ricorso alle discariche e per riciclare i rifiuti, nonché per risolvere le crisi idriche, diminuendo così non solo l’impatto sull’ambiente, ma anche i costi delle aziende stesse.

“Il nostro scopo – ricorda Simone Castelli, direttore di Business Unit a Rimini Fiera – è quello di fornire gli equipaggiamenti tecnologici oggi usati sui principali mercati internazionali anche alle aziende brasiliane. Inoltre, condivideremo i principali contenuti scientifici per lo sviluppo sostenibile applicati ai processi e ai sistemi produttivi”.

 

 

Alla nuova edizione della fiera brasiliana anche Francesca Ferilli, in rappresentanza del Gruppo Tecniche Nuove/Senaf, attivo in Brasile e anche in Cina, Sudafrica, Spagna e Scandinavia con 160 testate specializzate, nonché organizzatore di oltre 30 saloni fieristici. “L’investimento – ha detto Francesca Ferilli –riguarda anche il settore delle pubblicazioni tecniche, comprese le piattaforme digitali, ormai una tendenza globale nel mondo delle comunicazioni”.

Il coordinatore degli eventi scientifici dell’appuntamento brasiliano è il professor Fabio Fava, dell’Università di Bologna.

Renault Trucks per le costruzioni

Renault Trucks-2Scaturiti dalla tradizione cantieristica di Renault Trucks, culminata nei famosi Kerax, i veicoli Edilizia/C   e Cava/cantiere K hanno comportato l’investimento di ingenti risorse e sono stati oggetto di severi test e collaudi in condizioni reali di esercizio. Con un obiettivo ambizioso: diventare per le imprese edili un vero e proprio centro di profitto. Come? Innanzitutto ottimizzando i costi d’esercizio: aiutare i clienti a ridurre il consumo di carburante è stata infatti una delle principali priorità del Costruttore fin dalla progettazione degli autoveicoli. Il design della cabina e ogni elemento della catena cinematica sono stati pensati per favorire le economie di carburante. La cabina è dotata, per esempio, di un parabrezza inclinato a 12° ed ha forma trapezoidale (più stretta davanti che dietro) migliorando così il suo coefficiente di penetrazione (cx) nell’aria fino al 12%.

sinistraCon le qualità tecniche delle nuove gamme Edilizia – Cava/cantiere di Renault Trucks, i clienti potranno migliorare anche la loro redditività: i nuovi motori Euro 6 offrono, in effetti, un livello di performance mai raggiunto. Grazie a una tara ottimizzata, la gamma C ha un carico utile eccezionale, che arriva fino a 29,0 tonnellate su un 8×4. La gamma K offre MTT fino a 50 tonnellate e MTC fino a 120 tonnellate. I veicoli hanno diverse predisposizioni che contribuiscono a semplificare e ridurre la durata delle operazioni d’allestimento e, di conseguenza, i termini di consegna del 20%.

I mezzi sono anche predisposti per il montaggio di Optifleet, la soluzione di gestione della flotta Renault Trucks, che consente di aumentare la redditività d’esercizio.

Un camion per ogni attività in cantiere

Foto Box 2Le gamme Renault Trucks C e K sono state studiate per rispondere alle esigenze di chi opera sui cantieri o li approvvigiona. Il Costruttore propone, quindi, veicoli adatti alle attività di movimento terra, demolizione, trasporto e consegna di materiali vari e calcestruzzo pronto per l’uso. Le performance della gamma C, in termini di carico utile, consumo di carburante, comfort di guida e affidabilità, rispondono perfettamente alle esigenze dei professionisti delle consegne di materiali e trasporto di calcestruzzo. Inoltre, le sue capacità, in termini di potenza, motricità e altezza libera dal suolo, la rendono molto efficace per gran parte dei professionisti del movimento terra. La gamma K è particolarmente adatta a tutte quelle attività che richiedono importanti capacità di carico, robustezza, potenza come: demolizione, movimento terra pesante, trasporto di macchinari, costruzione di strade.