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Autovictor: a San Donato un ponte tra le torri

Autovictor ha offerto il proprio determinante contributo per il sollevamento e il posizionamento del ponte di collegamento tra l’Icon Tower e la Landmark Tower, che caratterizzano il nuovo Centro Direzionale ENI di San Donato Milanese.

Quattro autogrù, 15 uomini (tra progettisti e operatori di cantiere), due mesi di studio tecnico, quasi tre settimane in cantiere. Questi i numeri più significativi di un intervento spettacolare, e tecnicamente molto complesso, che ha visto Autovictor interfacciarsi con piena soddisfazione con un committente di altissimo profilo, qual è Salini Impregilo. Un cantiere perfetto dal punto di vista tecnico, ma anche sotto il profilo economico e temporale.

Il progetto

Il nuovo centro direzionale ENI, un contratto da 171 milioni di euro, è stato assegnato a Salini Impregilo nel luglio 2017, è realizzato a San Donato Milanese e intende riqualificare sotto il profilo immobiliare l’area adiacente alla metropoli lombarda. Il complesso, progettato dallo studio statunitense di architettura Morphosis Architects, si estenderà su una superficie di circa 65.000 mq. Composto da tre edifici direzionali, una mensa aziendale, un centro conferenze e uno spazio espositivo, ospiterà 4.600 postazioni di lavoro ed è stato concepito in modo da ricevere il certificato LEED Gold, in considerazione della sua efficienza energetica. Nello specifico, il Bridge posizionato da Autovictor collega l’Icon Tower, l’edificio più alto del complesso con 11 piani fuori terra e capace di ospitare circa 1.300 postazioni di lavoro, con la Landmark Tower, che sarà invece la struttura più grande, con una superficie di 23.700 mq, distribuita su 9 piani. L’edificio centrale sarà invece rappresentato dalla Skygarden Tower, che ospiterà anche un centro congressi. L’intervento di Autovictor ha rappresentato un passo avanti importante per quest’opera di proprietà del Fondo immobiliare Milan Development 1 e gestito da DeA Capital Real Estate SGR spa.

Un cantiere perfetto

Il ponte metallico – che in un secondo momento verrà ricoperto in vetro e in materiale composito GRC – è caratterizzato da due travi portanti con il piano che funge da impalcato e ha lo scopo di collegare il tetto dei due palazzi e consentire la libera circolazione da un edificio all’altro. Le travi sono state assemblate a terra in quattro macro-conci. Notevoli le dimensioni in gioco. I due conci più grandi misurano 15 m di altezza per 42,5 m di lunghezza; mentre le due sezioni più piccole hanno comunque dimensioni ragguardevoli pari a 11 m di altezza e 40 m di lunghezza. I due conci di maggiori dimensioni raggiungono un peso di 110 t ciascuno, mentre i due più piccoli sono di 85 t, per un totale di 390 t di peso complessivo e 82,5 m di lunghezza totale.

Le quattro sezioni sono state montate a terra, poste in verticale, ruotate, sollevate e collocate nella posizione corretta. Partendo dal lato più pesante, i conci sono stati posizionati sulla soletta superiore del Landmark e sono andati a poggiare su una falsa pila appositamente costruita. I due conci più piccoli sono stati posti tra la falsa pila e l’edificio Icon. A questo punto i vari tronconi sono stati imbullonati e poi si è proceduto allo smontaggio della falsa pila.

Tanti i mezzi Autovictor impegnati in cantiere. Oltre alla Terex Demag TC 2800/1, che ha effettuato i tiri più impegnativi, sono intervenute una Liebherr LTM 1400 telescopica da 400 t; una Demag AC 100 da 100 t; e una AC 120 da 140 t. Se la TC 2800/1 era impegnata nel sollevamento principale, la  LTM 1400 ha svolto il compito di gru di ritenuto per la verticalizzazione delle travi, che sono state portate a una quota di 4 m di altezza e poste in verticale. La 100 t Demag è stata utilizzata come gru di servizio per la tralicciata, per l’assemblaggio, per il carico e lo scarico delle zavorre dalla tavola di Superlift; mentre la 120 è stata usata per la falsa pila, per il montaggio dei remi di congiunzione tra i macroconci e i controventi e anche come gru di servizio per la TC 2800/1.

La progettazione

Angelo (a sx) e Alessandro Gino

Lo studio preliminare”, afferma Alessandro Gino, coordinatore di cantiere per Autovictor, “prevedeva il montaggio delle quattro sezioni posizionando l’autogrù principale sulla soletta della costruzione (da quota zero si sviluppano infatti cinque piani interrati) adeguatamente puntellata. Poi, posizionata la 750 Liebherr, si sarebbe provveduto alla movimentazione dei conci. Puntellare la soletta sarebbe stato decisamente complicato e soprattutto molto costoso e per questo ci siamo impegnati per trovare una soluzione alternativa che è stata individuata posizionando la macchina principale al di fuori dell’area di cantiere. In questo modo il cliente non sono non ha dovuto puntellare la soletta, con un evidente risparmio economico ed evitando tutti i problemi che potevano insorgere, ma ha anche potuto procedere con le lavorazioni andando a guadagnare quasi due mesi di tempo sul cronoprogramma di cantiere. Infatti il puntellamento avrebbe comportato l’interruzione dei lavori per quanto concerne gli impianti, l’antincendio, eccetera, nei piani interrati. Questa soluzione ci ha inoltre permesso di utilizzare una macchina più grande, la nostra tralicciata Liebherr TC 2800/1 che ha potuto effettuare tiri di notevole importanza, tra i quali spicca il sollevamento del concio da 110 t a 54 m dal centro ralla e a un’altezza di 40 m”. Tutte le autogrù, fatta eccezione per la AC 120, hanno operato dall’esterno del cantiere. Non essendo particolarmente pesante, la 120 ha richiesto una minima puntellatura della soletta.

La progettazione dell’intervento”, continua Alessandro Gino, “è durata circa due mesi. Sono stati eseguiti i disegni in 2D, in 3D, è stato realizzato un rendering in Revit e anche un video di presentazione per mostrare come si sarebbe svolto il lavoro con tanto di simulazione dell’intera fase di sollevamento: dalla presa in carico del concio fino al suo posizionamento”. Lo studio è stato eseguito dai progettisti di Autovictor in collaborazione con il team di Salini-Impregilo. Notevole anche il contributo offerto per la carpenteria da MBM, che ha realizzato fisicamente il ponte. “Si è trattato di un intervento di grande soddisfazione”, commenta Alessandro Gino, “ai tiri più importanti erano presenti i rappresentanti dello studio di architettura americano e la dirigenza di Salini Impregilo nonché di MBM. Tutto è stato eseguito secondo i piani e il cliente è rimasto molto soddisfatto”.

L’operatività in cantiere

Autovictor è rimasta in cantiere per otto giorni, cui vanno aggiunti i 10 giorni necessari per il montaggio e lo smontaggio delle autogrù. Nessun problema sul fronte dei trasporti, anche per la particolare ubicazione del cantiere nei pressi dell’uscita San Donato sulla Tangenziale Est di Milano. Tante, invece, le difficoltà burocratiche in quanto il cantiere si trova all’interno del cono di atterraggio dell’aeroporto di Linate. Autovictor è stata costretta a mantenere una certa quota e a sottoporre a ENAC e a ENAV una relazione che ha mostrato le varie fasi di lavoro. Inoltre la vicinanza allo scalo cittadino ha comportato il rispetto di determinate fasce orarie.

Un progetto pilota

Quello di San Donato è stato un progetto pilota selezionato per definire gli standard per il futuro protocollo Level S, un nuovo standard di sicurezza che verrà utilizzato a livello europeo. Il cantiere è quindi stato eseguito secondo questi nuovi standard e ora è al vaglio degli organi competenti per ottimizzare l’intero iter procedurale non solo sul sollevamento (tra l’altro gli standard richiesti sono abitualmente adottati da Autovictor) ma anche per tutte le altre attività di cantiere.

Fiumicino: primo aeroporto al mondo “al grafene”

Parte dall’aeroporto di Fiumicino la sperimentazione della prima stesa al mondo, in un aeroporto intercontinentale, dell’asfalto contenente Gipave®. Gipave è un additivo polimerico contenente grafene e una plastica appositamente selezionata (che a oggi non rientra nella filiera del riciclo ma è normalmente destinata agli impianti di termovalorizzazione). L’obiettivo del test è confermare, anche in situazioni di grande stress (da urto, elevata velocità e surriscaldamento da frenata), i risultati già ottenuti in ambito stradale che dimostrano un aumento delle prestazioni della pavimentazione. Ad oggi infatti i risultati delle sperimentazioni condotte sia in Italia che nel Regno Unito hanno dimostrato che questo prodotto consente di migliorare le performance dell’asfalto, grazie all’aumento della resistenza alla fatica e della sopportazione delle escursioni termiche, ottenendo così pavimentazioni che durano più del doppio.

Un materiale all’avanguardia

Il prodotto Gipave è stato sviluppato da Iterchimica con la collaborazione di Directa Plus, di G.Eco (Gruppo A2A) e dell’Università degli Studi di Milano Bicocca. Il grafene utilizzato nel nuovo supermodificante proviene infatti dall’azienda italiana Directa Plus, quotata all’AIM di Londra (LON: DCTA), tra i migliori produttori e fornitori al mondo, mentre G.Eco ha fornito la componente di plastiche dure riciclate. L’Università degli Studi di Milano Bicocca si sta occupando invece dell’intera analisi ambientale. La domanda di brevetto italiano della nuova tecnologia (depositata a fine 2017) ha avuto esito positivo ed è attualmente in corso di approvazione anche nell’Unione europea. Iterchimica – controllata per il 90% dalla famiglia Giannattasio e per il 10% dall’Ing. Vito Gamberale – è stata fondata nel 1967 da Gabriele Giannattasio e oggi opera in oltre 90 Paesi nel mercato degli additivi e delle tecnologie per asfalti. L’azienda produce e commercializza prodotti per il miglioramento delle caratteristiche delle pavimentazioni stradali aumentandone sicurezza, eco-sostenibilità, efficienza e prestazioni.

Un test significativo

Il test si inserisce all’interno del programma di manutenzione delle pavimentazioni delle infrastrutture di volo (Pavement Management System) della Società ADR – e consiste nel rifacimento di un tratto, lungo 100 metri e largo 8 metri, della taxiway “Alpha Alpha” dedicata ai velivoli intercontinentali. In particolare, metà dei 100 metri della carreggiata sono stati realizzati con la nuova tecnologia al grafene (PmA) per il rifacimento dei tre strati di base (15cm), binder (10cm) e usura (5cm). I restanti 50 metri sono stati invece realizzati con asfalto contenente bitume modificato con polimeri (PmB), normalmente utilizzato per questa tipologia di interventi (con i medesimi strati e spessori). L’intero tratto conterrà fresato d’asfalto proveniente da pavimentazioni riciclate. I lavori sono stati eseguiti dalla società Pavimental che ha scelto anche di applicare le due tecnologie a due segmenti consecutivi, per monitorare le differenti performance, poiché i carrelli dei velivoli poggeranno sia sul tratto con Gipave, sia sull’asfalto con modifica tradizionale.

Il test sarà particolarmente significativo in quanto la zona oggetto dei lavori è interessata da un elevato traffico di aeromobili di classe E ed F (Boeing 777, Airbus A380) e permetterà quindi di testare il materiale in condizioni di esercizio molto critiche.

I commenti

Federica Giannattasio

“Siamo orgogliosi di avere condiviso con ADR-Aeroporti di Roma questo test – ha commentato , Federica Giannattasio, Amministratore Delegato di Iterchimica – che permette di valutare l’efficacia delle pavimentazioni al grafene. Gipave è l’ultima delle innovazioni che abbiamo brevettato grazie ad un lavoro di squadra con G.Eco (Gruppo A2A), l’Università degli Studi di Milano Bicocca e Directa Plus. Si tratta di una tecnologia interamente made in Italy che permette di realizzare pavimentazioni high-tech (grafene), green (plastiche dure riciclate e pavimentazioni fresate e riutilizzabili) e altamente resistenti. Inoltre, siamo certi che rappresenterà anche un’innovazione tecnologica per manutenzioni e nuovi lavori aeroportuali con benefici in termini ambientali ed economici”. E prosegue: “Dal prossimo anno il nuovo impianto di produzione permetterà l’immissione sul mercato di un prodotto che concorre a raggiungere gli obiettivi previsti dalla Green and Circular Economy, ma anche quelli di sviluppo sostenibile ONU (UN Sustainable Development Goals) e dell’accordo di Parigi sul clima (2015)”.

“La massima attenzione alla sicurezza è da sempre un driver per il business ADR e guida le modalità di progettazione, realizzazione e gestione delle infrastrutture aeroportuali” – ha dichiarato Ugo de Carolis, amministratore delegato di ADR. “L’utilizzo in via preferenziale di materiali all’avanguardia come il prodotto Gipave consentirà di migliorare ulteriormente le prestazioni della pavimentazione della pista dell’aeroporto di Fiumicino sia in termini di resistenza sia in termini di sostenibilità ambientale grazie all’utilizzo di materiale plastico riciclato”.

Kohler inaugura la nuova Gallery of Engines 

Il nuovo, suggestivo museo aziendale di Kohler ospiterà per tutto il 2020 una mostra dedicata ai motori prodotti nello stabilimento ex Lombardini e a tutti coloro che li hanno progettati, costruiti e venduti.

Nel cuore dello stabilimento di Reggio Emilia – principale centro di produzione dei motori diesel del gruppo Kohler – è stata inaugurata la Gallery of Engines, uno spazio espositivo ad alta tecnologia e dal design contemporaneo, in grado di evolversi e trasformarsi nel tempo.

Parte integrante del progetto di ristrutturazione dello stabilimento iniziato nel 2015, la Gallery of Engines (progetto arch. Naomi Hasuike; ing. Mauro Nasi) valorizza il connettivo che mette in comunicazione gli uffici e l’officina, con l’obiettivo di raccontare la storia dell’azienda che ha ereditato e fatto propri i valori del marchio reggiano Lombardini.

Dedicata ai motori

Si tratta di uno spazio lineare caratterizzato dalla prevalenza del blu – il colore aziendale – e da aperture trasparenti che offrono un punto di vista privilegiato sulla produzione, concepito per accogliere esposizioni ed eventi come la mostra “Fatto con cura. Il motore raccontato dalle persone”, che ha coinvolto i numerosi ospiti intervenuti.

Interamente dedicata ai motori e alle persone che i motori li costruiscono, l’esposizione è risultato di un approfondito lavoro di incontri, ascolti e interviste, basato sulle storie e le testimonianze di alcuni tra le migliaia di lavoratori che, nei quasi 100 anni di attività dell’azienda, si sono dedicati all’ideazione, alla produzione e alla vendita di motori diesel e benzina.

I 23 pezzi esposti, che ripercorrono l’evoluzione dei prodotti dello stabilimento nell’arco di un secolo, sono alternati a schemi di grande dimensione che proiettano filmati e video-interviste. Motori, informazioni, volti e voci si fanno portavoce delle tappe aziendali e dei principali eventi storici, ricostruendo la storia di una comunità.

Uno spazio aperto a tutti

Nino De Giglio

I marchi cambiano negli anni – commenta Nino De Giglio, responsabile Brand & Communications Kohler – cambiano i prodotti e cambiano le tecnologie, ma la cultura e i valori di passione, creatività e spirito imprenditoriale che hanno caratterizzato questo gruppo continuano a vivere, ed è importante poterli conoscere attraverso la visita di questo museo“. L’evento si è concluso con la messa in scena di “Memorie di Fabbrica”, un suggestivo spettacolo basato sulle testimonianze di alcuni ex lavoratori, scritto e interpretato dallo compagnia Teatro dell’Orsa.

Per tutto il 2020 la Gallery of Engines sarà visitabile per gruppi su appuntamento: “È uno spazio pensato per le persone, per raccontare e mantenere in vita ciò che rischia di sbiadire con il tempo – conclude Nino De Giglio. “Per questo motivo saremo felici di ospitare non solo gli addetti ai lavori, ma anche studenti e persone di tutte le età che potranno conoscere una storia che ha caratterizzato il nostro territorio negli ultimi cento anni”.

di Giuseppe La Franca

 

Ann Fandozzi diventa CEO di Ritchie Bros

Ritchie Bros. Auctioneers (NYSE e TSX: RBA) la più grande casa d’aste di macchinari usati del mondo, ha annunciato che Ann Fandozzi diventerà Chief Executive Officer e entrerà a far parte del Consiglio di Amministrazione della Società, a partire dal 6 gennaio 2020. Fandozzi è stata CEO di ABRA Auto Body & Glass, una delle principali società nazionali di riparazione di veicoli danneggiati, dove ha promosso un cambiamento radicale dell’azienda, gettando le basi per una nuova relazione con il cliente attraverso la tecnologia. Prima di entrare in ABRA, è stata CEO di vRide, una piattaforma di carpooling. Prima di questi ruoli di CEO, Fandozzi ha ricoperto diverse posizioni esecutive per Whirlpool, DaimlerChrysler, Ford Motor Company, McKinsey & Company e Lockheed Martin Corporation. Ha fatto parte del consiglio di amministrazione di Pinnacle Foods, una società alimentare quotata in borsa che è stata acquisita da ConAgra, ed è membro del consiglio di amministrazione di Ghost Robotics, una start-up di robotica. Ha conseguito un Bachelor of Science in Ingegneria Informatica presso lo Stevens Institute of Technology, un Master of Science in Ingegneria dei Sistemi presso l’Università della Pennsylvania e un MBA presso la Wharton School dell’Università della Pennsylvania.

I commenti

Ann è un leader eccezionale con una comprovata esperienza nella progettazione e nell’esecuzione di strategie vincenti e di prromozione della crescita aziendale“, ha dichiarato Bev Briscoe, presidente del consiglio di amministrazione. Ha una spiccata attenzione al cliente, una profonda esperienza nelle nuove tecnologie e capacità di gestione eccezionali che favoriranno Ritchie Bros’. Ringraziamo Sharon Driscoll, Chief Financial Officer, e Karl Werner, Presidente, International, per il loro impegno e supervisione come Co-CEO durante il periodo intermedio e per tutti i contributi dati all’azienda“.

Sono onorata ed entusiasta di guidare Ritchie Bros. in un momento importante della storia dell’azienda“, ha affermato Fandozzi. Ritchie Bros. possiede un patrimonio straordinario, a partire dai suoi dipendenti, dalla consolidata base di clienti, dalla posizione di leader di mercato e dalla tecnologia indiscussa. Sono certa che avremo ulteriori opportunità per espandere  il nostro marchio, ormai divenuto un’icona e consolidare la fiducia dei nostri clienti. Fornendo quei prodotti,  quei servizi e l’ineguagliabile valore aggiunto che contraddistingua da oltre 60 anni la nostra storia“.

Nasce la Community Volvo Truck Ambassador

Volvo Trucks chiama a raccolta tutti coloro che hanno un legame speciale con il brand e una storia da raccontare: dal 20 dicembre 2019 gli autisti possono collegarsi al sito https://novita.volvotrucks.it/volvo-ambassador.html e inviare la propria candidatura.
Chi ama Volvo ne condivide innanzi tutto i valori: cerca le performance e la qualità, riconosce l’importanza fondamentale della sicurezza, ha a cuore la sostenibilità, vuole guidare il progresso. Ma gli autisti Volvo spesso portano l’attaccamento al brand a un livello superiore: conoscono il loro veicolo come nessuno, ne apprezzano ogni elemento, lo rispettano e, cosa più importante, non lo tradirebbero mai. La loro fiducia è stata premiata: Volvo Trucks ha creato una Community dedicata a tutti i Volvisti d’Italia, perché diventino portavoce della passione Volvo.

Ambasciatori del marchio

I primi dieci Ambassador sono stati nominati lo scorso settembre a Verona, presso il Truck Center di Sommacampagna. Già finalisti della Driver Challenge di Volvo Trucks di Misano, edizione 2019, hanno guidato in anteprima un Volvo FH I-Save, dando ancora una volta prova dell’ottima capacità di guida e della passione verso il brand.

Il 20 dicembre la Community ha aperto le porte a tutti coloro che guidano i veicoli Volvo Trucks con lo stesso orgoglio, cura e dedizione, cercando di trarne sempre la massima efficienza.

Come accedere

La modalità per accedere alla selezione è semplice. Sarà sufficiente collegarsi al sito dedicato  e raccontare la storia del proprio legame con Volvo Trucks, che cosa significa e perché è tanto importante da non poterne fare a meno. I candidati dovranno anche inviare una foto che rappresenti il rapporto unico e speciale con il proprio veicolo.
Coloro che dimostreranno un autentico orgoglio Volvo, e saranno ritenuti in linea con i valori del brand, saranno nominati Ambassador e riceveranno la polo ufficiale e gli sticker per il proprio mezzo, prima attestazione della partecipazione alla Community.

Un progetto importante per l’azienda, per dare voce e forma a un senso di appartenenza forte e molto diffuso tra gli autisti, come spiega Pierantonio De Piccoli, tra i primi Volvo Trucks Ambassador: “Il mio Volvo mi trasmette molta sicurezza e lo considero la mia seconda casa, anzi quasi la prima, visto il tempo che ci trascorro”.

Bosch Rexroth per Omas: FAB-20 2x

Dal 1996 Omas si occupa di macchine e impianti automatici per la sagomatura del filo metallico anche di grosse dimensioni, per impieghi in diversi settori. Tra essi l’automotive, l’edilizia e l’elettronica.

Recentemente, Omas ha scelto di affidarsi a Bosch Rexroth per la configurazione di un impianto per una linea flessibile di produzione di una corona dentata per il volano di motori Start&Stop.

La collaborazione tra Omas e Bosch Rexroth è di lunga data: in passato infatti Omas ha adottato con successo la componentistica Rexroth e i suoi sistemi di automazione attraverso la Software House e Partner Altof di Valmadrera (LC).

Un progetto innovativo

A ottobre 2017 Omas, già forte della precedente partnership, decide di affidarsi direttamente a Bosch Rexroth per un progetto innovativo che riguarda l‘automazione completa della cella denominata FAB-20 2x,  per la produzione di anelli supporto volano di un importante fornitore coreano nel settore Automotive. Tra gli obiettivi iniziali il contenimento dei costi del prodotto, la riduzione dello scarto del processo di formatura e saldatura suddiviso in varie fasi, tutte automatizzate, dal SW di cella.

La prima fase consiste nello svolgimento e raddrizzatura del nastro metallico, si passa poi all‘avanzamento e formatura dell’anello, al taglio, alla saldatura a media frequenza, la fresatura sui 4 lati del giunto saldato; successivamente avviene il riscaldamento per induzione, il controllo dimensionale con sistema visione, infine lo scarico e stoccaggio del semilavorato.

Bosch Rexroth ha contribuito occupandosi direttamente del dimensionamento accurato dei 17 servomotori e azionamenti, definendo – anche grazie al contributo del partner di automazione Argomatic di Osio Sotto (BG) – la migliore architettura di sistema comprendente il SW di cella, le HMI del pulpito principale e della pulsantiera portatile, le interfacce di campo su base Ethernet e i sistemi di sicurezza integrata negli azionamenti e relativo PLC Safe Logic.

Numerosi vantaggi

Tra i numerosi vantaggi offerti da Bosch Rexroth, la garanzia di un elevato livello di integrazione dal punto di vista dell‘automazione, velocità di esecuzione del ciclo della cella con il controllo di Motion MLC dotato di processore multicore, i dispositivi di sicurezza PLC e Safe Motion per gli assi macchina tramite Bus Sercos, e il profilo di Sicurezza CIPSafety certificato SIL3 e Pld.

Inoltre, l’utilizzo della nuova serie servomotori MS2N con trasduttori digitali e connessione monocavo, ha semplificato considerevolmente il layout di cablaggio bordo macchina, facendo guadagnare in termini di produttività ottimizzata.

Tempo ciclo e qualità di processo sono perfettamente rispondenti alle direttive di Capitolato Automotive richieste e un partner come Bosch Rexroth si è dimostrato  fondamentale, soprattutto per mercati verticali e lontani, come nel caso della Corea del Sud.

La qualità della componentistica Rexroth e l’innovazione tecnologica vanno di pari passo con gli investimenti di Omas in nuove tecnologie, know-how alla base delle esigenze del mercato soprattutto in termini di flessibilità e verticalizzazione dei processi“ hanno ribadito Manuel Tosi, Sales Engineer e il Market Segment Manager Michele Pirelli di Bosch Rexroth Italia.

Team PETRONAS De Rooy IVECO: Dakar al via!

Sono già in corso i preparativi per la Dakar 2020, il rally raid più estremo del mondo, che si svolgerà per la prima volta in Arabia Saudita. Si tratterà di un nuovo inizio per il Team PETRONAS De Rooy IVECO, che ambisce al podio con nuovi quattro piloti estremamente motivati.

Il Team PETRONAS De Rooy IVECO affronterà i terreni estremi della competizione a bordo di tre IVECO Powerstar e di un Trakker. Per il nono anno consecutivo, IVECO sarà il fornitore ufficiale del Team e metterà a disposizione veicoli, motori e ricambi. Tutti i veicoli IVECO sono dotati di motori Cursor 13 con una potenza massima di 1000 CV, appositamente sviluppati da FPT Industrial – il brand di CNH Industrial dedicato ai sistemi di propulsione.

Per la sua 42°edizione, il rally Dakar lascia il continente sud-americano e si sposta in Medio Oriente, dove attraverserà i maestosi e variegati paesaggi dell’Arabia Saudita. Il percorso coprirà 7.500 km, dei quali 5.000 saranno costituiti da tappe speciali. Il deserto è senza dubbio il re dell’edizione di quest’anno: compone ben il 75% del percorso e metterà a dura prova le abilità di guida e navigazione dei piloti, che dovranno affrontare terreni sabbiosi di ogni tipo.

Il commento

Thomas Hilse

Thomas Hilse, IVECO Brand President, ha affermato: “Il Team di IVECO è pronto per l’inizio del rally Dakar, che per la prima volta si tiene in Arabia Saudita. I nostri camion dimostreranno ancora una volta la loro incredibile affidabilità sui terreni più impegnativi, comprese le difficili condizioni del deserto. Il nostro obiettivo è certamente il podio, che contiamo di conquistare grazie alle prestazioni dei motori sviluppati da FPT Industrial. Quest’anno, siamo orgogliosi di presentare un Team di piloti del tutto nuovo, che ci ha impressionato per il grande entusiasmo e lo spirito di squadra. Gerard de Rooy sarà al loro fianco per fornire sostegno e preziosi consigli. Non si può che ammirare la determinazione del Team nell’affrontare questa nuova sfida, che li porterà al limite – Inarrestabili, proprio come IVECO.”

Lubrificanti in pista

Per il nono anno consecutivo, PETRONAS Lubricants International rivestirà il ruolo di Title Sponsor e partner tecnico addetto alla fornitura dei lubrificanti sviluppati in collaborazione con IVECO e FPT Industrial e raccomandati per la nostra gamma di veicoli leggeri e pesanti, oltre che di liquidi funzionali come l’olio per trasmissione PETRONAS TUTELA ed eventuali altri prodotti necessari per supportare i veicoli durante la gara. L’intero team utilizzerà l’olio motore PETRONAS Urania Premium, formulato con la tecnologia avanzata degli additivi, sviluppato specificamente per una protezione e un’affidabilità totali, una maggiore efficienza e migliori prestazioni del motore.

FPT e Dolphin N2: rivoluzione nei motori

FPT Industrial, il brand motoristico globale di CNH Industrial N.V. (NYSE: CNHI / MI: CNHI), ha annunciato l’accordo per acquisire il 100% di Dolphin N2, una startup specializzata in tecnologie innovative per motori a combustione interna, nonché spin-off della società globale di consulenza strategica, tecnologica e ambientale Ricardo plc (LSE: RCDO), specializzata nei settori dei trasporti, dell’energia e delle risorse scarsamente reperibili.

Con questa acquisizione, FPT Industrial mira ad accrescere la sua expertise, aumentando sensibilmente l’efficienza nei consumi di carburante e riducendo allo stesso tempo i costi operativi e le emissioni di CO2, inizialmente per autocarri a lunga percorrenza e altre applicazioni per servizio pesante. La nuova tecnologia potrebbe venire estesa ad altri segmenti industriali in tutta la gamma di potenza e sarà adatta a tutti i tipi di carburante, con configurazioni ad hoc per una serie di applicazioni a carburante liquido e gas.

I commenti

Hubertus Mühlhäuser

Il futuro del settore powertrain sarà caratterizzato da un crescente e deciso orientamento verso la riduzione dell’impatto ambientale e l’incremento dell’efficienza“, ha dichiarato Hubertus Mühlhäuser, Chief Executive Officer, CNH Industrial. “Grazie a questa acquisizione, FPT Industrial conferma ancora una volta la propria posizione di leader nell’offrire soluzioni di propulsione alternativa pronte per il mercato. Inoltre, ciò ci consentirà di accelerare l’integrazione di questa tecnologia rivoluzionaria nel nostro portafoglio commerciale“.

Simon Brewster

FPT Industrial è il partner ideale per portare la nostra tecnologia, collaudata e brevettata, a un livello superiore, fornendo al mercato soluzioni all’avanguardia che siamo certi rivoluzioneranno il mondo della propulsione industriale“, ha dichiarato Simon Brewster, Chief Executive Officer di Dolphin N2.

Un leader globale

CNH Industrial è un leader globale nel campo dei capital goods con una consolidata esperienza industriale, un’ampia gamma di prodotti e una presenza mondiale. Ciascuno dei brand di CNH Industrial è un player internazionale di rilievo nel rispettivo settore industriale: Case IH, New Holland Agriculture e Steyr per i trattori e le macchine agricole, Case e New Holland Construction per le macchine movimento terra, Iveco per i veicoli commerciali, Iveco Bus e Heuliez Bus per gli autobus e i bus granturismo, Iveco Astra per i veicoli cava cantiere, Magirus per i veicoli antincendio, Iveco Defence Vehicles per i veicoli per la difesa e la protezione civile; FPT Industrial per i motori e le trasmissioni.

Con la JF990 la gru su cingoli è sempre più potente

Dopo il successo della JF365  di Jekko arriva sul mercato la JF990, iunnuovo modello ancora più performante, con capacità di sollevamento superiori, restando in standard di trasporto “non eccezionale”

La gru su cingoli Jekko diventa ancora più grande, non tanto in termini di dimensioni, quanto per performance, capacità e innovazione.
Dopo i successi di vendita della JF545 e della JF365, Jekko ha voluto alzare l’asticella, trasferendo su cingolato tutte le caratteristiche della F990 di Fassi. Nasce cosi la JF990, “una scommessa vinta”, come sintetizza Alberto Franceschini, Export Sales Manager di Jekko.

L’evoluzione della specie

A tutti gli effetti una vera e propria “evoluzione della specie” dove si trovano a convivere nelle dimensioni ancora una volta compatte (6,75 x 2,14 x 3,45 m), capacità di estensibilità maggiori (fino a 41 m), grandi capacità di sollevamento (fino a 21.500 kg) e vantaggi in termini di trasportabilità.

Abbiamo vinto la prima parte della scommessa – spiega Franceschini – che era quella di investire in un prodotto innovativo e non presente sul mercato. Abbiamo creato un nuovo genere di macchina, una gru da camion ma su cingoli e stabilizzata che si comporta come fosse una mini gru. Per farlo siamo partiti dall’esperienza della JF545 e della JF365 e soprattutto dalla richiesta del mercato di avere macchine più performanti seppure limitate nelle dimensioni”.

La JF990 resta una mini gru se paragonata alle dimensioni di un camion. Compatta con una stabilizzazione variabile e con la possibilità di lavorare sia a diesel che con motore elettrico trifase. E soprattutto in grado di raggiungere i 41 m in altezza (con jib idraulico e tre prolunghe manuali) e 38 m con il cestello porta operatore, lavorando in spazi dove il camion non può accedere. La JF990 è una gru che può lavorare in orizzontale, verticale, sorpassare, aggirare, impiegare il gancio oppure il verricello. È inoltre possibile utilizzare un manipolatore per vetri o una piattaforma idraulica da 3 persone in caso di utilizzo su doppia articolazione e un cestello da 1 o 2 persone in caso di sfruttamento del jib, per quote fino a 38 m. L’attivazione idraulica sul jib permette di installare qualsiasi optional aggiuntivo.

Molteplici utilizzi

La JF990 senza zavorra può essere trasportata su camion senza rientrare nel “trasporto eccezionale”. Il peso di 21.800 kg la rende ideale per chi cerca il massimo delle prestazioni da una mini gru in grado di lavorare a tutti gli effetti come una gru articolata.

Questa macchina ha la possibilità di impiegare una zavorra standard di 2,1 t e una zavorra extra di 3 t. Con la prima zavorra la gru stabilizza su un’area di 8,5 x 8,5 m, con la zavorra extra su un’area di 7 x 7 m, riducendo l’impronta a terra della gru.
Il sistema di smontaggio è gestito dal radiocomando, grazie a un rapido sistema automatico di sganciamento come per le ben più grandi autogru.

La JF990 per le sue caratteristiche può sostituire a tutti gli effetti una gru a torre o una grande autogru. Il tutto riuscendo a lavorare senza l’impiego del camion. La gru su cingoli infatti si muove indipendentemente dal mezzo e può accedere anche laddove gli ingombri sono ridotti con importante impatto sulle logistiche di cantiere.
Diventa quindi possibile trasportare e impiegare una gru articolata in tutte quelle aree non accessibili da un camion, come aree industriali, spazi ristretti, centri storici angusti, parchi cintati ecc.

Sollevamento a 360°

Jekko ha sviluppato un software che permette di stabilizzare la gru con infinite combinazioni. Ogni stabilizzatore può essere posizionato a piacere in termini di angolazione ed estensione. Tenuto conto della posizione degli stabilizzatori e della conseguente linea di ribaltamento, viene calcolata la relativa pressione di lavoro in modo continuo. All’operatore vengono mostrati cinque livelli di stabilità per rendere più intuitiva la lettura dei diagrammi di carico.

La gru può essere gestita interamente da un solo operatore grazie all’utilizzo del radiocomando, che è di fatto un prolungamento della macchina sempre a portata di mano. Questo permette all’operatore di eseguire in totale autonomia tutte le operazioni: accensione/spegnimento, movimentazione della gru, stabilizzazione, installazione del jib e della zavorra.

La JF990 dispone sia di un motore elettronico diesel Deutz TCS3.6 L4 da 55 kW (Stage V, Tier 4), sia di un motore elettrico trifase da 13 kW. L’operatore, a seconda delle situazioni e delle esigenze, può facilmente passare da una soluzione all’altra con una notevole flessibilità d’impiego, per uso sia all’interno che all’esterno.

Vantaggio competitivo

Una gru così versatile trova impiego in contesti differenti: situazioni particolari di sollevamento, posa in aree ristrette di cantiere (travi, soppalchi, vetro, impianti di climatizzazione, ecc.) o industriali (macchinari di varie dimensioni), manutenzioni, service.
Può essere una macchina perfetta per le ditte specializzate nel sollevamento a integrazione della gamma già esistente di gru articolate su camion e city crane, ma anche per le società specializzate nel noleggio a caldo e a freddo. Soprattutto per il suo essere facilmente trasportabile, senza rientrare nel trasporto eccezionale.

Porteremo questa gru soprattutto in nord America e in centro e nord Europa dove stanno cercando prodotti per differenziarsi sul mercato. – conclude Franceschini – Penso ad esempio alla Norvegia che ha introdotto la nuova normativa per cui dal 2021 ci sarà l’abbattimento delle emissioni anche per le macchine da cantiere. La JF990 è una gru anche elettrica e questo porta molti vantaggi in questi Paesi molto sensibili alla tematica ambientale. Un altro segmento interessato sarà quello del noleggio, grazie al peso contenuto e alle grandi prestazioni possibili con questa tipologia di gru”.

Le caratteristiche tecniche

• Dimensioni: 6,75 x 2,14 x 3,45 m
• Capacità massima di sollevamento: 21,5 t
• Area di stabilizzazione: 8,5 x 8,5 m
• Peso: 21.800 kg + 1680 kg (jib) + 2,1 t di zavorra standard e 3 t di zavorra extra
• Motore: diesel elettronico Deutz 55 kW (Stage V, Tier 4) + motore elettrico trifase 13,5 kW

• Altezza massima (con Jib): 41 m
• Sbraccio massimo (con Jib): 38 m
• Rotazione: 360° continua

Record di iscritti per l’asta di Ritchie Bros.

Un’asta da record quella che si è svolta a Caorso (PC) il 12 e 13 dicembre: Ritchie Bros. chiude il suo 2019  in Italia con un’asta dal vivo di due giorni vendendo oltre 3540 lotti a più di 2.040 clienti registrati da tutti e 5 i continenti.

Un pubblico davvero mondiale ha fatto offerte sul posto e online ed ogni lotto è stato venduto senza prezzo base al migliore offerente, come da consuetudine alle aste Ritchie Bros. Il primo giorno ha visto la vendita delle macchine movimento terra, dei mezzi stradali e per il settore del sollevamento; il secondo giorno sono stati venduti tutti i veicoli (auto, furgoni, autocarri), una selezione di moto d’epoca e le macchine agricole, oltre all’attrezzatura battuta tramite asta a tempo.

Registrazioni record dall’estero

I clienti registrati provenivano da 73 Paesi, tra cui segnaliamo Bahrain, Corea, Nuova Zelanda, Zimbabwe, Cile. La maggior parte dei lotti resta sul territorio nazionale, mentre Polonia, Olanda, Spagna, Romania seguono nella classifica dei Paesi compratori.

In forte crescita la presenza di piccole aziende di utilizzatori finali, segno che sempre più persone si avvicinano a questo modo di vendita basato sulla trasparenza del “visto e piaciuto”.

Grande interesse per i i sollevatori telescopici, i miniescavatori e gli autocarri con gru; tra I protagonisti dell’asta citiamo a titolo esemplificativo

  • la fresa cingolata Bomag BM1300/30 del 2006 venduta a 77.000 Euro;
  • la stabilizzatrice Allu PP7+7 del 2007 venduta a 68.000 Euro;
  • l’autocarro Iveco Stralis 310 del 2015 con gru Palfinger PK23001 venduto a 82.000 Euro.

Un nuovo servizio finanziario

Anche in Italia è ora disponibile il servizio di finanziamento tramite leasing per l’acquisto di alcuni lotti in vendita all’asta. Il servizio viene fornito da SG Equipment Finance Italy Spa, società internazionale specializzata nel ramo dei finanziamenti per la vendita di beni strumentali facente capo al gruppo Societé Generale. Per conoscere i termini e condizioni specifici, è possibile contattare la sede di Caorso al numero 0523.818801.

Ritchie Bros. non si ferma mai e annuncia già le date delle prime aste a livello mondiale nel 2020: l’appuntamento per l’Italia è fissato per giovedì 26 marzo 2020 a Caorso (PC). Sul sito www.rbauction.it sarà presto possibile seguire la crescita del parco macchine, oppure è possibile restare sempre aggiornati sugli eventi, in mezzi in vendita e le novità del mondo Ritchie Bros sulla pagina facebook Ritchie Bros. Italia.