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Una ZED 19 per i Vigili del Fuoco di Pisa

ZED 1Una piattaforma aerea industriale trasformata per le attività di salvataggio dei Vigili del Fuoco. È quello che ha fatto  CTE con una ZED 19 per il Comando dei Vigili del Fuoco di Pisa , distaccamento di Saline di Volterra, rendendo questa piattaforma idonea per interventi di soccorso.

ZED 19 raggiunge 19 m di altezza di lavoro, 8 m di sbraccio e 230 kg di portata. Per rispondere alle esigenze del Corpo dei Vigili del Fuoco è stata dotata di un tubo acqua/aria collegato alla cesta con potenza 250 bar.

Il Comando dei Vigili del Fuoco di Pisa ha scelto questa piattaforma, oltre che per le performance, anche per le dimensioni particolarmente compatte che permettono di percorrere strade strette in sicurezza e operare in spazi angusti.

CTE si è avvalsa della collaborazione di PELLEGRINI e C. S.A.S. di Pisa, concessionario di zona, per la messa a punto del mezzo e la consegna finale.

Ed ecco la nuova ZED 20.2 EASY

In fiera SAIE a Bologna, CTE ha presentato la nuova piattaforma ZED 20.2 EASY, ideale per le flotte noleggio, con comandi elettroidraulici proporzionali intuitivi, disponibile con o senza cella di carico, già conforme a EN 280:2013. Raggiunge 20 m di altezza, 9 m di sbraccio e fino a 300 kg di portata con cella di carico (senza cella di carico e cesto in alluminio 200 kg – con cella di carico e cesto VTR 250 kg).

Questo modello deriva dalla ben nota ZED 20.2, e presenta la medesima sovrastruttura realizzata interamente in acciaio Docol SSAB di 2 mm di spessore che porta ad un notevole risparmio di peso del PTT.

Si differenzia dai modelli Zed 20.2 attualmente prodotti per le caratteristiche seguenti: la stabilizzazione è ad A+A, la larghezza massima del mezzo in transito è di 2.100 mm, la rotazione torretta è di 340 gradi per lato.

Presenta inoltre un sensore di appoggio contact-less del braccio, un nuovo display nella cabina del camion e nuovi luci di segnalazione degli stabilizzatori nei comandi a terra rendendola conforme alla nuova normativa EN280:2013 e con essa certificata.

La nuova pala 457 Tier 4 Final di JCB

Per FBJCB ha presentato la nuova pala 457, caratterizzata  dal nuovo design della cabina “JCB CommandPlus” e dalla motorizzazione Tier 4 Final.

La potente JCB 457 è il primo modello di pala gommata a essere stato dotato di una struttura della cabina, di un cofano motore e di un contrappeso posteriore completamente rinnovati nel design. Tutti questi elementi contribuiscono a migliorare la visibilità, a diminuire i livelli di rumorosità, nonché ad aumentare lo spazio interno e a rendere migliore l’ambiente di lavoro dell’operatore.

Inoltre, il modello 457 è la prima pala gommata di grandi dimensioni di JCB a soddisfare gli standard antinquinamento previsti dalla normativa Tier 4, grazie alla presenza di un motore diesel MTU perfettamente adatto alle possibili modalità di impiego della macchina.

Il nuovo motore consente di ottenere un importante risparmio di carburante, pari a circa il 16% rispetto al modello precedente. Come per le altre macchine JCB, il motore del modello 457 rispetta i requisiti previsti dalla normativa Tier 4 Final senza dover ricorrere a un filtro antiparticolato (DPF), attraverso un processo di combustione efficiente, con un sistema di riduzione catalitica selettiva (SCR) e additivi di post-trattamento dei gas di scarico, che consentono di rispettare i limiti imposti dalla legge.

Il modello 457 è la prima macchina JCB a montare la cabina di nuova generazione JCB CommandPlus, che offre il massimo livello di comfort per l’operatore. La struttura ROPS, completamente rinnovata, presenta montanti “A” della stessa larghezza di quelli della parte posteriore della cabina, offrendo così uno spazio interno più ampio e un parabrezza panoramico.

La macchina è dotata di sistema di controllo della posizione di guida JCB, con nuovi pedali, un nuovo piantone sterzo regolabile e comandi idraulici montati sul sedile.

Tutti gli interruttori e i comandi ausiliari sono stati riposizionati sul montante “A” destro, garantendo in questo modo uno spazio interno più ordinato e un accesso più agevole a tutti i comandi della macchina.

Il modello 457 è dotato di due schermi LCD a colori, uno posizionato nella consolle centrale e un secondo nella parte superiore del montante A destro. Il secondo schermo consente di accedere ai menu operativi della macchina e funge da monitor per la telecamera posteriore.

TestoIl modello JCB 457 è alimentato da un motore MTU Tier 4 Final da 7,7 litri, che sviluppa una potenza pari a 193 kW (258 CV) rispetto ai 186 kW (250 CV) del modello precedente, malgrado la minore cilindrata. Il motore, inoltre, è in grado di fornire un rendimento maggiore a regimi nominali più bassi, riducendo il consumo di carburante, il livello di rumorosità e le emissioni.

JCB ha inoltre messo a punto l’interazione tra il motore, il convertitore di coppia e la trasmissione, al fine di abbinare in maniera perfetta il motore alla trasmissione standard a quattro velocità e a quella opzionale a cinque velocità. In questo modo è stato possibile ottenere un guadagno in termini di efficienza energetica pari al 16%. Come per le altre macchine JCB, il modello 457 è in grado di soddisfare i requisiti antinquinamento previsti dalla normativa Tier 4 Final, senza dover ricorrere all’impiego di un complesso e costoso filtro antiparticolato. In questo modo è possibile diminuire i costi sostenuti dai clienti e i tempi di manutenzione, riducendo al minimo i fermi macchina e aumentando la redditività.

Oltre alla nuova cabina, il cambiamento più visibile apportato al 457 è il vano motore monoblocco inclinato. Il cofano motore può essere sollevato elettricamente dalla cabina, garantendo maggiore facilità di accesso al motore e alla catena cinematica per l’esecuzione dei regolari interventi di manutenzione. La sezione posteriore può essere smontata per accedere al gruppo di raffreddamento che, in questa nuova versione, adotta una ventola estraibile, a comando idraulico e con portata variabile, collocata nella parte posteriore della macchina.

Il nuovo design della pala gommata JCB, caratterizzato da un ambiente operatore migliorato, una maggiore facilità di accesso ai punti di manutenzione ordinaria e da livelli di comfort e controllo ai vertici della categoria, sarà adottato nei modelli di dimensioni inferiori della gamma con il passaggio agli standard previsti dalla normativa Tier 4 Final nel corso dei prossimi mesi.

Cent’anni di invenzioni…

MERLO (3)Era il 1911 quando la famiglia Merlo iniziò la propria attività nel settore della lavorazione del ferro battuto e delle costruzioni metalliche nel pieno di quello che è oggi il centro storico di Cuneo.

Il papà del Cavaliere Amilcare Merlo, che lui stesso ricorda come “…persona estremamente precisa e ordinata…” iniziò la sua attività in una officina in cui “…si calavano le barre di metallo, attraverso delle piccole finestre, direttamente dalla strada nel deposito cantinato…” ci racconta Amilcare Merlo mentre siamo davanti all’edificio che ha secoli di storia sulle spalle.

Da allora l’azienda si è spostata due volte per approdare, dalla seconda sede di via Castellani, nell’attuale quartier generale di San Defendente di Cervasca.

MERLO (1)E se il Gruppo Merlo compie, a cavallo fra il 2014 e il 2015, il fantastico traguardo dei primi 50 anni, la famiglia Merlo è stata insignita di un altro grande riconoscimento che ha visto annoverare la Merlo fra le aziende storiche d’Italia.

Una certificazione eseguita dalla Camera di Commercio di Cuneo che premia una vera e propria dinastia imprenditoriale che non ha mai abbandonato la primigenia lavorazione del metallo per svilupparla fino ai massimi livelli: la progettazione e costruzione di macchine.

Ascoltare gli aneddoti del Cavaliere mi lascia a bocca aperta. Mi ricorda quando, da bambino, stavo ore a sentire le storie dei tempi di guerra che mio nonno Mario mi raccontava ogni volta che glielo chiedevo.

MERLO (6)Ed infatti è proprio al periodo bellico che fa riferimento il Cavaliere quando dice che “…grazie all’ordine, al metodo e alla pulizia di mio padre, che ovviamente li pretendeva anche da me e da mia sorella, non patimmo mai la fame. Nella soffitta di casa aveva organizzato una perfetta conigliera e noi due, ancora bambini, eravamo incaricati di andare a raccogliere le bucce di patate e gli avanzi di verdura che le osterie della città buttavano via. Le portavamo ai conigli, che ovviamente le mangiavano molto volentieri, per allevarli e poter così avere la carne a tavola anche in quei difficili periodi”.MERLO (7)

Un modo di vivere e di pensare che non hanno mai abbandonato la famiglia Merlo e che hanno dato un imprinting indelebile anche nella attuale organizzazione aziendale. La decisione di dipendere il meno possibile dagli altri, verticalizzando il prodotto ai massimi livelli, viene da una impostazione di base che non si improvvisa.

MERLO (4)Una propensione a guardare avanti che è anche stata premiata dal coraggio e dalla fortuna come quella volta in cui “…accettammo il pagamento di un ingente fornitura di macchine in Iran con dei pistacchi” ci racconta il Cavaliere “…due navi intere di cui una andò praticamente perduta per dei problemi di avaria al carico. La fortuna ci venne incontro perché il contratto era stato siglato in marchi e non in dollari. La rivalutazione improvvisa del marco coprì interamente la perdita e riuscimmo così a concludere indenni l’affare”.Merlo

O come quella volta in cui una disastrosa nevicata nel 1972 distrusse tutte le coperture dello stabilimento. Sembrò tutto perduto e invece i dipendenti e la famiglia Merlo lavorarono insieme notte e giorni e in poche settimane si riuscì a ritornare alla produzione e a evadere gli ordini.

MERLOEpisodi che hanno coronato una vita fatta di invenzioni cruciali per la storia della tecnologia e delle macchine come il primo sollevatore telescopico al mondo, il primo sollevatore telescopico ad elevata visibilità della serie “Panoramic”, il primo telescopico rotativo, i primi telescopici con sollevatore e PTO da usare in agricoltura.

Sono solo alcune delle invenzioni che hanno costellato i 50 anni del Gruppo Merlo e i 100 anni di storia imprenditoriale della famiglia.

Invenzioni che hanno cambiato la storia delle macchine e che, oggi, fanno dire agli addetti ai lavori “…ho bisogno di un Merlo…” quando si parla di un sollevatore telescopico.MERLO (5)

Iveco a ExpoTunnel 2014

foto 2 (2)Iveco, con uno stand di 160 metri quadrati situato all’interno del padiglione 19, espone ad ExpoTunnel, il Salone Professionale delle Tecnologie per il Sottosuolo e delle Grandi Opere che è in svolgimento a Bologna  fino al 25 ottobre, all’interno di SAIE , i veicoli maggiormente significativi per il settore cava-cantiere, confermando la sua esperienza anche in questo ambito per il quale offre una vasta gamma prodotto off-road.
In primo piano un Nuovo Daily 50C15, in versione cabinato con cassone ribaltabile, dotato di motore 3000 F1C da 146 Cv e sospensioni posteriori semiellittiche con balestrino.
Inoltre, lo stand ospita anche un Trakker AD380T45 con motore Cursor 13 da 450 Cv, cambio manuale a 16 marce, navigatore e Iveconnect con la predisposizione per la gestione telematica della
flotta. Il Trakker è equipaggiato con cassone ribaltabile posteriore semiroccia da 14 m3 in acciaio HB450 e spessore di 8 e 5 mm, allestito da Gervasi.
Infine, l’esposizione di Iveco è completata da un Dumper rigido RD 32 di Astra con motore Cursor 10 F3A da 10,3 litri da 381 Cv, coppia pari a 1800 Nm e cambio automatico Allison 4560, dotato di cassone con capacità a pieno carico pari a 20,5 m3.
Il Nuovo Daily, la terza generazione del veicolo commerciale leggero di Iveco che recentemente è stato eletto “International Van of the Year 2015” il prestigioso riconoscimento internazionale attribuito ogni anno da una giuria delle più importanti riviste specializzate europee, è il risultato di una sintesi perfetta tra tradizione e innovazione.
Da sempre note le sue caratteristiche di forza, robustezza e versatilità si presenta oggi fortemente orientato alle esigenze di business e permette di ottenere una forte riduzione dei
consumi con una significativa attenzione al costo totale di gestione del veicolo. Anche il comfort del veicolo è stato ulteriormente perfezionato: l’autista del Nuovo Daily può
disporre di un abitacolo sempre più comodo e silenzioso che garantisce la posizione e le sensazioni di guida tipiche di un’ottima autovettura.
foto 1Il Trakker di Iveco è da sempre apprezzato per l’affidabilità e la robustezza del suo telaio costituito da longheroni a doppio collo di bottiglia con sezione a U di acciaio speciale, disponibile in 2 spessori (7,7mm per missioni che privilegiano la tara e 10mm per le missioni più impegnative).
Il Trakker offre varie tipologie di sospensioni: meccaniche con molle paraboliche o semiellittiche. Per un maggior comfort e per un’ottimale stabilità di guida, sono anche disponibili modelli con sospensioni pneumatiche, a quattro cuscini d’aria e con sistema di regolazione dell’assetto (ECAS).
Tutte le cabine offrono la nuova plancia ergonomica e funzionale, con materiali di alta qualità, non riflettenti e piacevoli al tatto. Comandi posizionati intorno al quadro di bordo e alla zona
centrale per renderli facilmente visibili e raggiungibili senza staccare la schiena dal sedile.
Ergonomia, comfort, sicurezza e infotainment ai vertici della categoria, garantiscono un ambiente di lavoro ottimale, che massimizza la produttività in ogni missione.
Sono disponibili tre versioni cabina: corta (Hi-Land), lunga (Hi-Track) e lunga con tetto alto (Hi- Track).
I Dumper Rigidi Astra sono progettati per la massima produttività e rappresentano il mezzo ideale per lavorare nelle condizioni più estreme, quando resistenza e redditività sono fattori
determinanti Questi mezzi sono equipaggiati con motori a gestione elettronica a elevate prestazioni accoppiati a cambi automatici Allison che, selezionando automaticamente la marcia più adatta a seconda della velocità del veicolo e del regime motore, assicurano quella ottimale in qualsiasi situazione. La gamma attuale dei dumper rigidi Astra prevede quattro modelli, RD28, RD32, RD40 e RD50 con portate rispettivamente di 28, 32, 40 e 50t e offre diverse opportunità di personalizzazione attraverso un’ampia scelta di optional e di cassoni disponibili a seconda della missione
veicolare.

Due prime mondiali per Liebherr

per webdi Daniela Grancini

Grandi sorprese quest’anno al viaggio per la stampa internazionale organizzato da Liebherr. E non solo meteorologiche, visto che i giornalisti hanno avuto il primo assaggio di una abbondante nevicata sulle splendide montagne di Seefeld, in Austria. Sono stati infatti presentati in prima mondiale due tipologie di prodotto che faranno indubbiamente parlare di sé: la generazione 6 dei nuovi dozer  PR 746 Litronic e PR 756 Litronic e i nuovi sollevatori telescopici TL 432-7, TL 436-7 e TL 441-7 con altezza di sollevamento fino a 7 m, particolarmente indicati per il noleggio.

Iniziamo dagli apripista: con il modello PR 736 Litronic presentato come prototipo al Bauma 2013 e in commercio dall’aprile di quest’anno, sale a tre il numero dei dozer che soddisfano la direttiva sulle emissioni di livello IV / Tier 4f.

Il nuovo apripista Liebherr PR 746 Litronic ha un peso operativo che oscilla tra i 28.900 kg e i 30.800 kg e un motore diesel Liebherr che eroga una potenza di 185 kW / 252 CV. Il più grande dozer della nuova generazione 6, il modello PR 756, dispone di un peso operativo tra i 38.300 kg e i 41.150 kg e una potenza motore di 250 kW / 340 CV.

I componenti principali dei nuovi apripista sono di produzione Liebherr. Tra questi rientrano tra l’altro, il motore diesel e il sistema di iniezione Common Rail, oltre ai componenti idraulici ed elettronici che si adattano perfettamente ai requisiti di programma della macchina. In questo ambito Liebherr può attingere a più di 50 anni di esperienza nello sviluppo dei dozer.

SinistraI nuovi dozer PR 746 e PR 756 sono azionati da motori diesel Liebherr a 6 cilindri grazie ai quali vengono soddisfatte le direttive sulle emissioni di livello IV / Tier 4f. Per centrare gli obiettivi in termini di emissioni e consumi, Liebherr ha ottimizzato l’intero processo di combustione e ha ridotto al minimo le particelle già all’interno del motore. L’adeguamento ideale ai diversi parametri è stato supportato, tra l’altro, dallo sviluppo di un sistema di iniezione Common Rail con un sistema di controllo elettronico del motore di produzione Liebherr.

Per semplificare il sistema e ottimizzare il post-trattamento dei gas di scarico in caso di utilizzi intensivi, si è puntato sulla riduzione catalitica selettiva, la tecnologia SCR, e quindi sull’impiego di una soluzione ureica acquosa, Ad Blue®. L’efficiente combustione garantisce un basso consumo di carburante che si traduce in vantaggi economici per il cliente.

I dozer Liebherr della generazione 6 dispongono di un comando elettronico di nuova concezione con funzione ECO integrata. Ciò consente all’operatore di scegliere tra high performance e massima economicità d’impiego. Rispetto alla generazione precedente, il dispositivo di comando ECO provvede ad un funzionamento più efficiente della trazione in caso di utilizzi leggeri o medio-pesanti.

Un’ulteriore innovazione della generazione 6 consiste nella gestione proattiva della potenza. Si rilevano quindi sia i parametri interni del motore sia i parametri esterni della macchina, come ad esempio la momentanea deviazione del joystick di guida, aumentando automaticamente per breve tempo la potenza del motore in base alle reali necessità. Ciò significa per le macchine tempi di reazione più rapidi oltre a un sensibile incremento del rendimento macchina.

Solelvatore

 

Il modello base dei nuovi sollevatori telescopici Liebherr con altezza di sollevamento a 7 m è il TL 432-7 con un carico massimo di 3,2 tonnellate. Partendo da questo modello base, le macchine sono disponibili anche nelle versioni TL 436-7 e TL 441-7 con carichi massimi di 3,6 e 4,1 tonnellate. I nuovi modelli offrono una vastissima gamma di utilizzi consentendo di eseguire, tra l’altro, lavori edili impegnativi.

I sollevatori telescopici Liebherr puntano in particolare sulla trasmissione idrostatica continua, sulla robusta struttura, su comandi sicuri, facili e comodi e sulle straordinarie condizioni di visibilità che il nuovo design garantisce.

I tre modelli di sollevatori telescopici hanno un nuovo motore per macchine operatrici Deutz di 74 kW / 101 CV sovralimentato con turbocompressore . Questo motore è dotato di default di un catalizzatore ossidante e soddisfa, quindi, i livelli di gas di scarico IIIB / Tier 4i. Per lavori come marce in salita, durante le quali è necessaria una maggiore forza di trazione, Liebherr offre un motore più grande con una potenza di 90 kW / 122 CV e una maggiore portata idraulica.

La ventola azionata idrostaticamente è comandata elettronicamente e, in base alla temperatura esterna e alle condizioni d’impiego, viene messa a disposizione la necessaria potenza di raffreddamento. In questo modo si risparmia carburante, si abbassano le emissioni acustiche aumentando l’efficienza generale durante il funzionamento.

DestraI nuovi sollevatori telescopici Liebherr convincono sia in fase di carico sia di sollevamento per la loro stabilità. Il nuovo telaio e il nuovo interasse bilanciato garantiscono alle macchine un profondo baricentro. Il robusto braccio telescopico è ancorato in profondità al telaio. I forti cuscinetti radenti consentono una guida perfetta con carichi pesanti e offrono una grande forza di sollevamento.

L’impianto idraulico di lavoro ad elevate prestazioni e la consolidata trasmissione idrostatica consentono ai sollevatori telescopici di lavorare con forza, rapidità e con brevi cicli di lavoro. Grazie alla regolazione continua e al comportamento di risposta sensibile della trasmissione idrostatica sono garantite manovre esatte e rapide, una marcia fluida senza cambio marcia per tutto il campo di velocità.

I cerchioni e gli assi appositamente concepiti per la macchina – il 45% del differenziale autobloccante sull’asse anteriore e il tratto oscillante particolarmente ampio dell’assale posteriore – nonché la grande distanza dal suolo garantiscono al nuovo sollevatore telescopico lavori in sicurezza e una buona adattabilità sullo sterrato. Grazie alla loro manovrabilità, le macchine compatte sono ottimali per essere impiegate in spazi angusti.

È possibile selezionare direttamente tre diversi tipi di sterzo: sterzo su ruote anteriori, sulle quattro ruote e marcia di trascinamento. Un display a LED di serie fornisce al guidatore informazioni sullo stato “in folle” delle ruote.

La visita in cantiere

Dopo la presentazione dei nuovi prodotti Liebherr  ha fatto visitare ai giornalisti il cantiere dell’importante progetto  infrastrutturale denominato “Stuttgart-Ulm”in cui sono complessivamente impiegati in lavori di avanzamento nove escavatori per galleria Liebherr. Per il “Tunnel Cannstatt” ARGE sono quindi attualmente in funzione due R 944 C Tunnel Liebherr e un R 924 Compact Tunnel per la costruzione del collegamento ferroviario Bad Cannstatt. Un terzo modello R 944 C Tunnel si aggiungerà a breve.

Parleremo più diffusamente di questa importante realizzazione e del nuovo centro logistico di Liebherr a Oberopfingen, in Germania: un gioiello che entrerà in funzione nella prima metà del 2015.

 

Manitou. Full liner per l’ambiente

per webIl gruppo Manitou, il riferimento della Movimentazione, forte della sua rete di più di 1400 concessionari distribuiti nel mondo, rappresenta l’interlocutore privilegiato nel settore dell’ambiente e nei suoi processi di movimentazione.

Con capacità di sollevamento da 500 kg a 40 tonnellate, Manitou propone soluzioni che vengono incontro a molte esigenze applicative.

Ad Ecomondo sarà presente con il sollevatore telescopico MLT 960, con altezza di sollevamento di 9 metri, capacità di 6 tonnellate, trasmissione CVT e motore da 141 cv, Stage IIIB/Tier 4i.

Viene impiegato nelle movimentazione intensiva e particolarmente negli impianti di Biogas e piattaforme di logistiche in cui è richiesta forza e maneggevolezza.

Con la pinza con griffa per rifiuti industriali consente la movimentazione di rifiuti pesanti.

Esposto anche il carrello elevatore semi-industriale MSI 50, con altezza di sollevamento fino a 6 metri, capacità di 5 tonnellate, trasmissione idrostatica e motore da 75 cv, Stage IIIB/Tier 4i.

testoSi tratta di un carrello polivalente idoneo per utilizzi sia su superfici irregolari e pavimentazioni industriali. Dotato di grande confort e prestazioni rappresenta la soluzione ideale per movimentare diverse tipologie di materiali. Con la pinza per balle offre una polivalenza d’impiego invidiabile.

«Manitou è presente in Europa nei settori dell’ ambiente da molti anni. Questo mercato si evolve molto rapidamente e richiede di essere molto reattivi. Nel corso degli anni Manitou ha creato rapporti molto solidi con i propri utilizzatori per comprendere bene le loro problematiche. La cultura del «guardare avanti» permette di anticipare le loro necessità tecniche», ha affermato Carlo Alberto Razzoli della Direzione marketing. «La gestione della logistica condiziona direttamente la produttività del sito. Infatti, le esigenze e gli obblighi ambientali necessitano di macchine e attrezzature robuste, polivalenti e versatili. per migliorare la produttività gli operatori devono lavorare in un contesto operativo sicuro e confortevole».

Condor per il CNR

CondorCondor spa, industria specializzata in sistemi innovativi per edilizia ed infrastrutture – è stata scelta per la realizzazione del progetto definitivo della nuova sede a Napoli del “Polo Tecnologico” del Consiglio Nazionale delle Ricerche, commissionata del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti attraverso il Provveditorato interregionale per le opere pubbliche di Campania e Molise.

Il CNR, infatti, intende costruire sulla propria area di via Marconi, in zona Fuorigrotta, un grande edificio che ospiterà l’Istituto di ricerca sulla combustione e l’Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell’ambiente.

Un importante risultato per Condor, dunque, che premia i continui investimenti in ricerca ed innovazione messi in campo negli ultimi anni. La multinazionale italiana sta fornendo le casseforme per solaiTorri MC” e soprattutto “Aludeck”, sistema all’avanguardia utilizzato per realizzare 10.000 mq di solai, in tempi ridotti del 70% rispetto ai sistemi tradizionali. Per capire meglio i vantaggi di Aludeck, basta pensare che tre persone impiegano 1,5 giorni per casserare circa 550 mq di solaio, mentre con sistemi tradizionali di banchinaggio le stesse persone impiegano, solo per casserare, ben 10 giorni lavorativi. Dopo aver casserato, per la posa in opera del ferro occorrono 2/3 giorni e per il getto di calcestruzzo 1 giorno. In questo caso, per ogni solaio, occorrono mediamente 160 metri cubi di calcestruzzo. Il risparmio notevole consiste nella velocità di avanzamento: con Aludeck si riesce a fare il getto di un solaio a settimana (o sicuramente tre getti al mese), mentre con sistema tradizionale si getta un solaio al mese. Un rapporto di 1 a 3 che si riflette in tempi di realizzazione (riduzione dell’esposizione economica dell’impresa), minori costi di manodopera e risparmio di materiale (con i sistemi tradizionali c’è un elevato consumo di legname che Aludeck annulla totalmente).

Aludeck è un sistema di cassaforma orizzontale per solai, in cemento armato, a soletta piena – spiega Antonio Lanzano, titolare della Tony Costruzioni a cui sono state affidate le opere in cemento armato dalla Pacifico Costruzioni, ditta che si è aggiudicata l’appalto – ed è costituito da puntelli in ferro o in alluminio, travi di orditura e pannelli a telaio in alluminio, teste a caduta, teste fisse e coprifessura. Le teste a caduta hanno un sistema di aggancio rapido autobloccante, inoltre, trattandosi di un sistema a moduli standard, non è necessario calcolare né la distanza tra puntelli né l’interasse tra le travi, caratteristiche che rendono estremamente facile il montaggio e riducono, fino ad annullarlo, il rischio di errori”.

L’opera si inserisce all’interno del “Piano degli interventi approvato dal CIPE, connesso alla rimodulazione dell’intesa di programma MIUR-CNR. Il complesso sorgerà su una superficie di 6.500 mq e saranno realizzati tre corpi di fabbrica distinti, intorno ad un’unica corte centrale.

Francesco Petrosino
Francesco Petrosino

Grazie al nostro Centro di ricerca, sviluppo e controllo qualità – afferma Francesco Petrosino, Direttore Generale Condor spa – siamo riusciti a mettere a punto il sistema Aludeck, un prodotto per solai fortemente innovativo che presenta numerosi vantaggi rispetto ai sistemi standard: impieghiamo una minore quantità di puntelli, che si traduce in tempi ridotti per la realizzazione; una maggiore maneggevolezza dovuta alla leggerezza dei componenti in alluminio ad alta resistenza; utilizziamo sia i puntelli CEP che i puntelli ALUCP; grazie alla testa a caduta è possibile, anche 48 ore dopo il getto, procedere al disarmo e, quindi, alla rimozione dei pannelli e delle travi. Dopo il disarmo, i puntelli con le teste ed i coprifessura rimangono in opera, mentre i pannelli e le travi di orditura vengono rimossi: le travi di orditura ed i pannelli possono essere riutilizzati dopo il disarmo, in modo da diminuire la quantità di componenti in dotazione. In tal modo, i tempi di realizzazione dei solai si riducono drasticamente e, con essi, i costi di manodopera dell’impresa che riesce a monetizzare in brevissimo le remunerazioni previste dall’avanzamento lavori, nel rispetto delle più severe normative sulla sicurezza e con alta qualità finale dei getti, definita a faccia vista”.

L’incremento dell’attività scientifica e tecnologica del CNR, ha reso necessaria la costruzione di una nuova sede che rispetti tutti i requisiti richiesti dalla normativa sulla sicurezza – mirati alla definizione del “contenitore di attività sperimentale” ripetibile e dotato della massima flessibilità ed agevole componibilità – elementi vincolanti nella progettazione di immobili per la ricerca e requisiti che contraddistinguono tutti i prodotti Condor, conformi ai principali standard europei in materia di sicurezza.

Caromax 1600: rapido ed efficace

per webE’ uno dei fiori all’occhiello della gamma di macchine per il carotaggio di Maxima. E se occhiello fa rima con tassello, non è davvero un caso: Caromax 1600 è un’icona del carotaggio ad acqua, uno strumento indispensabile nell’attrezzatura del professionista.

Dal piccolo al grande: se c’è una crepa nella casa, Caromax 1600  aiuta a “tenerla su” ma è ideale anche quando si devono fare grandi quantità di fori nel cemento armato. Un esempio? Le sedute negli stadi, i cui seggiolini vanno ancorati – grazie ai tasselli – al cemento armato delle gradinate.

Caromax 1600 è indicatissimo anche in situazioni estreme, come  la messa in sicurezza di case e di capannoni in caso di terremoto: in questo senso Caromax 1600 ha avuto un battesimo “sul campo” proprio nella sua area di provenienza, in seguito allo sciame sismico nel modenese.

Caromax 1600 è un macchinario “made in EU”, fornito di certificazione di garanzia. E’ preciso, rapidissimo (9500 giri/min a vuoto e 6500 giri/min sotto sforzo) ed è dunque lo strumento ideale per tutti quei lavori di ancoraggio chimico e strutturale.

Caromax 1600 taglia come il burro sassi, pietre e cemento armato, pesa solo 6 kg e viene fornito con una pratica e capiente valigetta con accessori.

Inoltre, tutti gli strumenti Maxima sono iper-sicuri: Caromax 1600 ha un avviamento graduale e un interruttore di protezione PRCD integrato, che ha la funzione di salvavita; la frizione meccanica protegge l’utilizzatore da eventuali contraccolpi e la frizione elettronica evita  il surriscaldamento che potrebbe venir causato da un uso improprio.

Il nuovo CK16 di VTN Europe

OLYMPUS DIGITAL CAMERA«Polivalente» è l’aggettivo cui il reparto R&D di VTN Europe si è ispirato per lo sviluppo e la progettazione del nuovo demolitore CK16; un’attrezzatura capace di rispondere sempre e con efficacia, alle più svariate e complesse necessità degli utilizzatori, grazie alle sue innovative caratteristiche.

Questa attrezzatura consente di eseguire qualsiasi tipo di demolizione:

Primaria: per abbattere una costruzione e rimuoverne i materiali.

Secondaria: per separare o ridurre in frammenti più piccoli quanto già in precedenza demolito facilitandone la movimentazione e il trasporto.

Selettiva: laddove sia necessario estrarre e recuperare elementi o componenti «preziosi» (es. rame, alluminio, ferro, inox, legno, ecc) o per la bonifica di aree a forte impatto ambientale nelle quali la presenza di agenti tossici, infiammabili e inquinanti è elevata.

Con un peso di 2.300 kg, il nuovo CK16 può essere utilizzato su escavatori con massa operativa compresa tra 21 e 30 ton.

Caratteristica peculiare di un’attrezzatura «polivalente» è l’attitudine a cambiare destinazione d’uso, in funzione delle reali necessità del cantiere.

Il nuovo CK16, infatti, può essere velocemente trasformato in:

Frantumatore per mezzo delle chele tipo P.

Cesoia per mezzo delle chele tipo S.

Pinza/cesoia per mezzo delle chele tipo R, una particolare configurazione che consente sia la rottura di strutture in calcestruzzo che il taglio di profilati di ferro.

Frantumatore/cesoia per mezzo delle chele tipo CH, configurazione questa che consente il taglio netto del tondino già in fase di frantumazione.

TestoL’adozione di un cilindro idraulico caratterizzato da un grande alesaggio, unitamente alla valvola di velocizzazione «Speed Valve» assicura elevate forze di rottura (in configurazione S-cesoia la forza in punta è di 93 ton) e cicli di lavoro veloci.

Il nuovo sistema di sostituzione delle chele è completamente idraulico: l’adozione di 2 differenti tipologie di attuatori e l’esclusivo impianto idraulico di azionamento del sistema aggancio/sgancio, consentono la sostituzione delle chele in meno di 1 minuto, senza la necessità di utensili. Questa caratteristica sposta ed eleva il grado di sicurezza a livelli mai raggiunti sul mercato, lasciando al riparo da possibili incidenti derivanti dall’impiego di attrezzi, in situazioni di lavoro spesso difficili e critiche per le condizioni ambientali.

Il Combi Kit CK16, coperto da brevetto internazionale, rappresenta il primo di una nuova serie che sarà a breve allargato con 2 nuovi modelli, per macchine portanti con peso operativo inferiore alle 21 ton e superiori alle 30 ton.

Coerenti con la filosofia di VTN Europe, maturata in 40 anni di esperienza e presenza sul mercato, tutte le strutture del nuovo CK16 sono realizzate in acciaio speciale ad alta resistenza (Hardox) e la componentistica utilizzata è quanto di meglio oggi disponibile, a garanzia della massima qualità.

Gli avanzati software di progettazione, la tecnologia delle «misurazioni estensimetriche» per la diagnostica strutturale e soprattutto le molte ore di test eseguite, sia all’interno che presso i clienti nei più impegnativi cantieri, hanno costituito la piattaforma di base per la realizzazione di un prodotto affidabile e performante.

Ecomondo: piattaforma per la Green Economy

AperturaDa mercoledì 5 a sabato 8 novembre prossimi, Rimini Fiera alzerà il sipario sulla 18esima edizione di Ecomondo,  fiera internazionale del recupero di materia ed energia e dello sviluppo sostenibile.

Nelle quattro giornate sono attesi 100mila operatori da tutto il mondo, in particolare dell´area Euro-Mediterranea nella quale la manifestazione ha assunto un ruolo guida, diventando non solo la piattaforma tecnologica di riferimento sull´economia del futuro, con particolare attenzione alle principali strategie europee e internazionali sull´ecoinnovazione e la trasformazione dei rifiuti in risorsa, ma anche hub qualificato di formazione e informazione.

JCB lancerà a Ecomondo la nuovissima 5CX Wastemaster, una macchina progettata per soddisfare le esigenze del settore della raccolta e del riciclaggio di rifiuti. Questo nuovo modello amplia ulteriormente la consolidata gamma di proposte JCB nel settore della raccolta e del riciclaggio di rifiuti, che offre livelli impareggiabili in termini di efficienza, versatilità e risparmio.

Il feedback dei clienti è stato determinante nella progettazione di questa macchina flessibile e produttiva, dotata di un pacchetto di funzioni appositamente studiate e creata su misura per il settore dei rifiuti difficili. Grazie alla sua capacità di utilizzare una vasta gamma di attrezzature speciali, il modello JCB 5CXWM è ideale per centri di riciclaggio dei rifiuti domestici, stazioni di trasferimento e strutture di cernita, sminuzzatura o pressatura.

Il modello JCB 5CXWM offre una versatilità impareggiabile a un prezzo inferiore a quello di un escavatore gommato del tipo spesso impiegato in cantiere. La sua capacità di svolgere svariate funzioni elimina anche la necessità di disporre di altre macchine, quali carrelli elevatori a forche o transpallet, consentendo un ulteriore risparmio sui costi.

Questo nuovo modello speciale comprende stabilizzatori posteriori più lunghi e un telaio anteriore o una pala multipla per rifiuti con pinza superiore, in entrambi i casi con piedini idraulici. Questa combinazione consente di sollevare da terra l’intera macchina, permettendo di vedere perfettamente all’interno del cassonetto, del frantumatore o della pressa durante l’operazione di compattazione o carico dei materiali con una pinza di cernita, una benna mordente o una ruota compattatrice dedicata.

TestoAttrezzature aggiuntive garantiscono tuttavia la massima efficienza del modello JCB 5CXWM anche per applicazioni molto diverse dal carico o dalla compattazione. Tali attrezzature includono pinze di cernita per la movimentazione o la suddivisione dei rifiuti, pinze per il carico delle balle e uno spazzolone raccoglitore per mantenere il sito pulito e ordinato. Inoltre, un gancio di sollevamento unico per la movimentazione di contenitori e cassonetti offre evidenti vantaggi in termini di produttività rispetto ad altre macchine.

La gamma di benne speciali ne consente l’impiego per diverse attività tipiche di rimovimentazione dei rifiuti. Sul lato pala, gli utenti possono scegliere tra benne universali ad alta capacità, 6-in-1 o con pinze superiori, a seconda dell’applicazione e della tipologia del carico. Sul lato escavatore, una benna mordente idraulica, le pinze di cernita o una griffa meccanica offrono prestazioni ottimali nella movimentazione dei materiali.

La sicurezza in cantiere è migliorata dalla straordinaria visibilità a 360 gradi della cabina, dalle strisce antinfortunistiche rosse e bianche applicate sugli stabilizzatori, dagli specchi convessi, dal lampeggiante e dall’allarme di retromarcia. La protezione della macchina è garantita dall’introduzione di una protezione del braccio supplementare, di una protezione antiurto per lunotto, di protezioni delle luci e dei pneumatici antiforatura.

Questa nuova macchina di alto livello è dotata del potente motore JCB EcoMAX da 81 kW (109 CV) e comprende innovazioni quali l’Advanced EasyControl e il cambio Powershift a 4 velocità con sistema TorqueLock. Le conseguenti prestazioni su strada e gli eccezionali consumi di carburante del modello 5CXWM rendono i trasferimenti tra i siti di lavoro rapidi, semplici ed economici rispetto alle altre macchine utilizzate in applicazioni analoghe e inoltre, quando si giunge sul posto, si può contare su un’eccellente controllabilità.

Il modello 5CXWM utilizza i più robusti assali e bracci pala disponibili sul mercato. Ha uno sbraccio massimo di 7,10 metri sul lato escavatore e comandi montati sul sedile, tipo escavatore, per facilitare le operazioni. Comprende aria condizionata, immobilizer, sistema telematico JCB LiveLink e il nuovissimo sistema JCB Powerslide (traslatore idraulico), che assicura di serie lo spostamento dell’escavatore lungo l’intera larghezza del telaio posteriore della macchina.