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Due Demag CC 3800-1 e CC 6800 a Massa Carrara

Con un’altezza di 46 metri, lo storico carroponte presso i cantieri navali dell’azienda costruttrice di yacht di fama mondiale “The Italian Sea Group” ha caratterizzato per decenni lo skyline della costa apuana di Massa Carrara, in Italia. I suoi giorni erano tuttavia contati, in quanto destinato a lasciare posto a un più moderno successore. Per la decostruzione, l’azienda di servizi gru Vernazza Autogru si è affidata a due macchine straordinariamente potenti nella rispettiva categoria per realizzare un impressionante sollevamento in tandem: le gru cingolate con braccio a traliccio Demag CC 3800-1 e CC 6800.

Sono state inoltre utilizzate altre due macchine di questo costruttore, ovvero le gru TC 2800 e AC 250-1 per fornire supporto nel sollevamento: “Sappiamo per esperienza che le macchine Demag e Tadano sono sinonimo di alti livelli di affidabilità e prestazioni, non è infatti un caso che il nostro parco macchine sia prevalentemente costituito da veicoli di questo costruttore”, chiarisce Simone Barattini, Direttore Tecnico di Vernazza Autogru. Secondo l’ufficio tecnico di Vernazza, erano molte le ragioni che rendevano le due gru cingolate con braccio a traliccio di Zweibrücken ideali per l’uso in tandem per il sollevamento principale: da un lato, sono abbastanza potenti da sollevare e movimentare il carico, pesante più di 1000 tonnellate e lungo 105 metri. Dall’altro, nonostante la loro potenza, le due gru sono sufficientemente compatte da permetterne l’uso nello spazio angusto disponibile in cantiere.

Montaggio in condizioni difficili

Per prima cosa era necessario portare sul cantiere i due principali attori del sollevamento: la gru CC 6800 era giunta sul posto proveniente dal nuovo centro logistico Vernazza di Vado Ligure mentre la gru CC 3800-1 era partita dal centro Italia, dove era stata in precedenza impiegata per l’installazione di un ponte ferroviario. Il trasporto delle gru ha richiesto circa due settimane in totale, con i componenti più piccoli trasportati su strada mentre quelli particolarmente grandi trasportati via nave. “In tal modo abbiamo ridotto al minimo i tempi di trasporto per rispettare le tempistiche richieste dal cliente“, spiega il Direttore Operativo Giulio Zunino. In cantiere la gru CC 3800-1 è stata allestita in configurazione SSL_1 con un braccio a traliccio da 78 metri e 50 tonnellate di contrappeso centrale, 165 tonnellate di torretta e 285 tonnellate di contrappeso Superlift. Per la gru CC 6800 il team di Vernazza ha optato per una configurazione SSL con braccio a traliccio da 66 metri, 80 tonnellate di contrappeso centrale, 250 tonnellate di torretta e 400 tonnellate di contrappeso Superlift. In totale, il montaggio delle due gru ha richiesto dieci giorni con altrettanti montatori, non molto considerando le difficili condizioni in cui è avvenuta l’operazione. Ciò in quanto la logistica e l’accesso al cantiere risultavano fortemente limitati, poiché le gru erano in fase di montaggio in aree in cui il cantiere navale era operativo e dovevano coordinarsi con altri lavori edili per la ristrutturazione del cantiere stesso.

Sollevamento dal bacino di carenaggio per la gru CC 3800-1

Questa non è stata l’unica sfida che il team Vernazza si è trovato a fronteggiare in cantiere: “Abbiamo dovuto prima livellare le aree di manovra delle due gru e renderle sufficientemente stabili da consentire manovre sicure“, precisa Giulio Zunino. Per la gru CC 6800 è stata preparata un’area di ca. 34 x 16 metri e per la gru CC 3800-1 un’area di 105 x 18 metri, nello specifico nel bacino di carenaggio, che sarebbe stato il luogo di lavoro della gru CC 3800-1, nove metri sotto i binari del carroponte. “La realizzazione di un’area così ampia che consenta la traslazione di questa gru si è resa necessaria in quanto la trave principale lunga 105 metri doveva essere posizionata sul fondo del bacino per consentire i lavori di decostruzione finali. A tal fine, la gru CC 3800-1 doveva potere spostare di conseguenza il carico al gancio lungo il bacino“, riferisce Simone Barattini. Per compensare la posizione più bassa della gru CC 3800-1 nel bacino, questa è stata inoltre predisposta con un braccio principale più lungo rispetto alla gru CC 6800.

Per ridurre la pressione al suolo sotto le gru, sono stati predisposti due binari in legno azobè per la gru CC 6800 e due binari in lamiera d’acciaio per la gru CC 3800-1.

Sviluppata ad hoc

Non meno complessa è stata la scelta dell’attrezzatura da utilizzare per il sollevamento: “Per il sollevamento in tandem abbiamo utilizzato diverse configurazioni. Tutte sono state appositamente realizzate per questo lavoro e posizionate sul lato inferiore della trave principale del carroponte“, precisa Giulio Zunino. Per la gru CC 3800-1 si è trattato di una singola traversa, fissata alla gru tramite due grilli di sollevamento, ciascuno con una capacità di sollevamento di 300 tonnellate, e due imbracature in acciaio ad anello lunghe 32 metri e con una capacità di sollevamento di 218 tonnellate ciascuna disposte a culla nel grillo. Per la gru CC 6800 è stata utilizzata una doppia traversa, collegata mediante quattro grilli di sollevamento, ciascuno con una capacità di sollevamento di 300 tonnellate, e otto imbracature ad anello lunghe 8 metri e con una capacità di sollevamento di 262 tonnellate ciascuna. Le imbracature sono state collegate a coppie tramite grilli di sollevamento con una capacità di sollevamento di 250 tonnellate.

Le nostre gru CC sono state preparate in modo ottimale per sollevare il carroponte, così da permettere agli addetti ai lavori di smontarlo pezzo per pezzo, dal basso verso l’alto mediante cannelli da demolizione“, spiega Giulio Zunino: “Ogni volta che si rimuovevano parti della colonna destra e sinistra del carroponte, le due gru lo abbassavano per l’altezza del pezzo rimosso“. Durante il sollevamento, la gru CC 6800 è stata caricata con un peso massimo di 730 tonnellate con uno sbraccio di 16 metri e la gru CC 3800-1 con un peso massimo di 320 tonnellate entro uno sbraccio di 18 metri. Grazie alla minuziosa pianificazione delle risorse del team tecnico di Vernazza e in stretta collaborazione con i tecnici del cliente, tutto è andato come previsto e si è concluso entro i tempi previsti. “Di questo dobbiamo ringraziare anche i nostri collaboratori qualificati, che hanno condotto il sollevamento in modo assolutamente professionale“, sottolinea Giulio Zunino, non senza orgoglio per la sua squadra, presente sul posto con un totale di dodici persone: un gruista e un segnalatore per ciascuna gru principale, oltre a un responsabile operativo, un responsabile tecnico e sei macchinisti per le gru ausiliarie. In totale, i lavori presso il cantiere sono durati circa sei settimane. Di queste, due settimane sono state dedicate al montaggio delle gru, due settimane ai lavori e altre due settimane allo smontaggio delle stesse.

Siamo stati perfettamente entro i tempi previsti per questo compito impegnativo, nonostante le condizioni difficili. Siamo riusciti a non disturbare eccessivamente i lavori in corso presso il cantiere e a non intralciare i lavori di ristrutturazione che venivano eseguiti in parallelo“, commenta soddisfatto Simone Barattini. Giulio Zunino concorda: “La concertazione è stata perfetta: la pianificazione e il coordinamento con il cliente, la professionalità del team e, naturalmente, l’affidabilità delle nostre gru cingolate CC“.

Haulotte Italia potenzia la struttura di assistenza 

A partire dal 2020, Haulotte Italia ha attivato un esteso programma di potenziamento della sua struttura di assistenza, nell’obiettivo supportare al meglio gli utilizzatori fornendo loro concreti e reali vantaggi sia in termini di operatività delle macchine che, conseguentemente, di competitività sul mercato, e consolidare ulteriormente la partnership con i propri clienti.

Nicola Violini

Oggi, dopo questi primi due anni di rinnovato approccio service, che hanno registrato eccezionali risultati sia in termini di efficienza e rapidità di intervento che di soddisfazione dei clienti, Haulotte Italia compie un nuovo passo in avanti attraverso un ulteriore potenziamento della rete di assistenza: “Confortati dai risultati, abbiamo voluto incrementare l’area del Service con più uomini, più mezzi, un’organizzazione gestionale ancora migliore e migliori servizi” – afferma Nicola Violini, Direttore Generale di Haulotte Italia –  “per rendere l’investimento dei clienti nelle macchine Haulotte ancor più profittevole”.

 Assistenza a 360°

Perno di questo nuovo programma di potenziamento dei servizi Haulotte è sempre un concept di assistenza completo e a 360 gradi, in grado di differenziare il marchio sul mercato non solo nella percezione ma anche nell’esperienza di utilizzo quotidiana e a lungo termine della macchina da parte dei clienti; il tutto inserito in una strategia di ottimizzazione del Total Cost of Ownership (TCO) che, soprattutto grazie a tale potenziamento, ha un impatto particolarmente rilevante nel caso delle piattaforme aeree articolate e telescopiche, con risparmi che possono arrivare anche fino al 35%. Un risultato decisamente importante, quindi, che rende oggi le macchine del costruttore francese tra le più economicamente vantaggiose sul mercato sotto il profilo dei costi di gestione.

“Grazie a questa nuova iniziativa la struttura di assistenza Haulotte, che nel 2021 ha gestito oltre 900 clienti e più di 2.600 interventi con una tempistica media di intervento dalla richiesta inferiore ai 2 giorni, vedrà affiancare allo staff tecnico di assistenza sei nuovi tecnici esterni dotati di officina mobile, che copriranno direttamente le aree di Milano, Venezia, Bologna e Roma, quattro ulteriori tecnici presso l’officina centrale Haulotte dotata di carroponte, area lavaggio e dei più moderni tool di diagnostica e riparazione e due figure tecniche dedicate al supporto telefonico” – precisa Nicola Violini – “Accanto al  nuovo staff lavoreranno inoltre due figure tecnico-commerciali già presenti in azienda dedicate all’area ricambi, che nel 2001 hanno gestito oltre 5.000 ordini, e una figura tecnico-commerciale itinerante totalmente dedicata allo sviluppo dell’area Service”.

Il collaudato workflow della struttura di assistenza rimane invariato: in caso di necessità il primo contatto è con la struttura di supporto telefonico Haulotte, un vero e proprio “first aid” grazie al quale l’utilizzatore della macchina è in grado di risolvere autonomamente le problematiche più semplici. Nell’ipotesi di interventi più complessi, la nuova struttura di assistenza Haulotte interviene invece direttamente in sito o provvede al trasporto della macchina presso l’officina centrale, a seconda della complessità del problema e delle esigenze operative. “L’architettura dei servizi di assistenza da noi adottata” – sottolinea Nicola Violini – “garantisce numerosi vantaggi non solo in termini di reattività e rapidità di risposta ma anche e soprattutto di completa indipendenza e autonomia nella gestione del service, con intuibili ricadute sia in termini di qualità del servizio che di capacità di ridurre al minimo i tempi di fermo macchina rispetto alla media del mercato”.

Un’officina all’avanguardia

Se le risorse umane sono ovviamente fondamentali, non meno importante è la parte “hardware” del servizio di assistenza Haulotte, che ha il suo cuore in un’officina centrale dotata delle più avanzate tecnologie, strumenti e attrezzature e in un approccio agli interventi di manutenzione basati su apposite checklist corredate del relativo intervallo manutentivo, in modo da renderne la gestione più intuitiva, più comprensibile e più efficiente. Nell’ottica di facilitare ulteriormente gli utilizzatori, poi, Haulotte ha provveduto, da un lato, a inserire all’interno del manuale utente l’elenco dei controlli quotidiani, dall’altro a includere nella checklist uno spazio dedicato ad eventuali osservazioni/informazioni.

Sempre all’ottica di una massimizzazione del Total Cost of Ownership sono orientate le numerose formule contrattuali a disposizione dei clienti al momento dell’acquisto, che comprendono sia contratti di manutenzione programmata, sia contratti di assistenza full service che coprono interamente le esigenze di service della macchina e sono eventualmente integrabili da estensioni di garanzia, oltre che da Sherpal, la soluzione telematica di supporto alla gestione da remoto targate Haulotte. Soluzioni, queste, che consentono ai clienti di poter contare non solo su una manutenzione di qualità ma anche su costi certi e programmabili nel tempo, che oltre a massimizzare il tempo di utilizzo della macchina incidono in misura consistente anche sul suo valore residuo.

“Per fornire ulteriore supporto agli utilizzatori nella gestione del parco macchine” – conclude Nicola Violini – “è stato inoltre potenziato il calendario dei corsi di formazione tecnica per clienti ed officine tramite un trainer dedicato, che continueranno ad essere erogati sia presso la sede Haulotte che presso gli stessi clienti”.

New Entry: è nata CTE North America

Matt Messina, Michael Gnazzo, Nate Johnson, Kiera Sutch of CTE North America Corp

CTE sbarca oltreoceano e apre una filiale negli Stati Uniti per i mercati nord americani.

Con uno sguardo aperto verso il futuro e orientato ai mercati oltreoceano, CTE ha aperto una filiale negli Stati Uniti per seguire da vicino il mercato dell’area nord americana (USA e Canada).

CTE North America Corporation è infatti la nuova azienda creata da CTE spa per commercializzare in Nord America in un primo momento la gamma di prodotti CTE TRACCESS, semoventi cingolati da 13 a 27 m di altezza di lavoro, con relativo servizio di post-vendita, ed in futuro anche la gamma di autocarrate.

Con sede a Willington, in Connecticut, la filiale è stata creata in partnership con il dealer americano di CTE Innovative Hoisting LLC.

Unendo l’esperienza di CTE, lunga più di 40 anni nei mercati europei e mondiali, e la conoscenza di prodotti e mercati nonché la presenza diretta sul territorio di Innovative Hoisting, la nuova CTE North America Corporation si approccerà al mercato nord americano garantendo la flessibilità e la sicurezza che si confermano caratteristiche fondamentali e sempre più richieste dai clienti.

I commenti

Marco Govoni (Direttore Commerciale e Marketing CTE), Michael Gnazzo (Presidente CTE North America Corp), Tim Hunt (Export Area Manager CTE).

Il Direttore Commerciale e Marketing di CTE spa Marco Govoni dichiara: “Abbiamo inseguito un sogno e lo abbiamo realizzato, una tappa fondamentale nel percorso di crescita che abbiamo intrapreso. Auguro a tutti i membri di CTE NA Corp Team un caloroso benvenuto nella nostra famiglia e attendo con impazienza un brillante futuro insieme”.

L’Export Area Manager di CTE Tim Hunt, responsabile per l’area US e Canada, aggiunge: “Siamo veramente molto emozionati per questo importante e naturale passo che stiamo facendo considerando la crescita del nostro brand TRACCESS in Nord America negli ultimi 18 mesi. Abbiamo ricevuto un supporto eccezionale da rivenditori e clienti chiave che sono entusiasti di avere una filiale CTE negli Stati Uniti, riconoscendo l’impegno e la vicinanza al mercato, e consentendo a CTE di supportare ancora meglio loro e le loro attività”.

Michael Gnazzo, Presidente di CTE North America e direttore di Innovative Hoisting LLC, dichiara: “Questa partnership è un’evoluzione organica dello sviluppo della linea di prodotti CTE qui negli Stati Uniti e in Canada. Siamo orgogliosi di fare parte della famiglia CTE e non vediamo l’ora di servire al meglio i nostri clienti insieme a CTE.”

Il Gruppo Seipa sceglie il Doosan DX235 NLC

L’escavatore cingolato Doosan DX235 NLC dimostra ogni giorno la sua robustezza e efficienza lavorando senza interruzione in cantieri di costruzione del Gruppo Seipa, azienda romana leader sul territorio nel settore di opere edili e infrastrutturali.

Gruppo Seipa si occupa da oltre 50 anni di produzione e distribuzione di materiali inerti con cave di pozzolana e tufo, specializzandosi con il tempo anche nella raccolta dei rifiuti inerti, demolizioni, lavori edili e stradali.

La società dispone di diversi impianti fissi e mobili, certificati, aggiornati e tecnologicamente avanzati per gestire tutta filiera degli inerti naturali e riciclati collegati alle attività di costruzione e demolizione.

Di recente Gruppo Seipa ha acquistato un escavatore cingolato Doosan DX235 NLC da impiegare in numerosi cantieri, in particolare per realizzare scavi sbancamento per opere pubbliche e private.

Il DX235NLC è il primo mezzo Doosan nella flotta del Gruppo Seipa.

DX235 NLC: robustezza ed efficienza

Lo sbancamento è lo scavo preliminare per la costruzione di qualsiasi tipo di fondamenta: si tratta di un’opera di ampie dimensioni, che prevede uno scavo in profondità per garantire solidità all’edificio o alla struttura che deve essere costruita.

Gli scavi si svolgono attraverso la rimozione di rocce e terreno dal suolo e il contestuale caricamento su autocarri per il trasporto finale. Per eseguire al meglio questa fase è necessario una macchina per la movimentazione della terra robusta ed efficiente, che garantisca la massima sicurezza e comfort per l’operatore.

L’escavatore Doosan DX235 NLC è risultato il mezzo ideale per realizzare un importante scavo di sbancamento finalizzato alla costruzione di un fabbricato di 24 appartamenti a Trigoria, frazione di Roma, nell’area sud della città.

Caratterizzato dalla carreggiata ridotta (Narrow Long Carriage) da 2.540 mm che ne consente l’utilizzo anche in spazi ristretti e il trasporto in sicurezza su strada, l’escavatore cingolato Doosan DX235 NLC è una macchina da 22,4 tonnellate con ottime forze di scavo e un’idraulica decisamente equilibrata che garantisce massima efficienza e risparmio dei consumi.

Il DX235 NLC, senza l’ausilio di altri mezzi, lavora senza sosta per poter ultimare questo importante scavo in sole 3 settimane, per poi passare direttamente a lavorare in un altro cantiere altrettanto impegnativo.

I commenti

Mauro Belpassi, operatore del Gruppo Seipa dedicato all’escavatore cingolato Doosan DX235 NLC, dichiara: “Trascorro gran parte della mia giornata lavorativa sul DX235 NLC e posso confermare la mia piena soddisfazione. E’ un mezzo molto veloce e con un’idraulica eccellente che consente estrema precisione nei movimenti. I consumi sono davvero ridotti e la cabina è comoda e accogliente, incluso l’apprezzatissimo impianto di condizionamento e riscaldamento.”

“E’ un mezzo molto resistente.” conclude Mauro Belpassi “Ad oggi ha già raggiunto ben 2600 ore di lavoro senza rincontrare problemi di nessun tipo.”

Walter Ciaraffone, co-titolare del Gruppo Seipa commenta: “Grazie alla preziosa consulenza di Raffaele Proietti di MC Lazio, abbiamo avuto l’opportunità di provare le prestazioni dell’escavatore DX235 che stiamo coinvolgendo in più cantieri senza tregua. Ne siamo così soddisfatti che abbiamo già voluto provare anche il DX300, e abbiamo ora in previsione l’acquisto di un DX350 per cantieri dove si rende necessario un mezzo più imponente per lavorare in condizioni difficili ma con la garanzia di un’elevata produttività.”

Raffaele Proietti, responsabile della filiale della MC Lazio a Monterontondo, afferma Sono molto compiaciuto di essere riuscito ad inserire un primo mezzo Doosan nella flotta del Gruppo Seipa, scalzando la concorrenza. Aver ottenuto la fiducia di questa importante azienda ci offre enormi potenzialità di sviluppo. E’ stata molto apprezzata anche l’offerta assistenza e ricambi che ci contraddistingue e ci consente di rafforzare la relazione con il Gruppo Seipa e quindi generare un forte legame col brand.”

Idio Ridolfi&figli – MCI Lazio

da sx Francesca Ridolfi, Amministratore presso Gruppo Ridolfi; Raffaele Proietti, responsabile della filiale della MC Lazio a Monterontondo,

MCI Lazio è una divisione di Idio Ridolfi&Figli Srl, distributore esclusivo Doosan ­­per Abruzzo, Molise, Lazio e Marche, che rappresenta da più di cinquant’anni il punto di riferimento nel centro Italia per la vendita, il noleggio, l’assistenza e i ricambi di macchine e attrezzature per l’edilizia.

Idio Ridolfi&Figli Srl ha sedi ad Avezzano (AQ), Santa Teresa di Spoltore (PE), Perugia e Monterotondo Scalo (RM), dotate di officina interna. Si avvale di officine autorizzate e furgoni attrezzati con officina mobile, garantendo una risposta veloce ed economica a qualsiasi problema di manutenzione e riparazione, anche in cantiere.

Wacker Neuson: emissioni zero in Svizzera

Una zona senza motori a combustione: questa è la Bettmeralp nell’Aletsch Arena in Svizzera. Qui è stato creato un parco con percorsi per mountain bike lungo quasi tre chilometri, che serpeggia attraverso il paesaggio. Il sentiero è stato creato in maniera armoniosa con la natura. Le soluzioni a zero emissioni di Wacker Neuson si sono rivelate ideali perché funzionano in assenza delle emissioni dirette dei gas di scarico e sono particolarmente silenziose. Responsabile dell’implementazione è la Velosolutions, un’azienda con molti anni di esperienza nella costruzione di sentieri.

Amiamo le Alpi e lavorare in un ambiente speciale senza emissione di rumori e gas di scarico ci mette davvero di buon umore“, spiega Roman Gadient, costruttore di sentieri di Velosolutions. “Per il bene della natura, utilizziamo le macchine a zero emissioni di Wacker Neuson. I lavori manuali sono altrettanto una parte importante del nostro lavoro”.   Le macchine elettriche  non sono state usate solo per i lavori di costruzione, ma anche per il trasporto.

Macchine “pulite” in Svizzera

Le macchine e le attrezzature edili a zero emissioni di Wacker Neuson si adattano perfettamente al concetto Bettmeralp: niente motori a combustione“, spiega Patric Stillhart, Responsabile vendile di Wacker Neuson Svizzera. “È stato possibile creare in Svizzera un parco con sentieri in mezzo alla natura senza causare emissioni di gas di scarico”. Durante i lavori di scavo, due escavatori Zero Tail EZ17e hanno dimostrato le loro abilità. La tecnologia agli ioni di litio di alta qualità consente alla macchina di soddisfare gli elevati requisiti di potenza, durata e robustezza. Questa tecnologia è stata utilizzata da Wacker Neuson per diversi anni e si è affermata tante volte. La generosa capacità della batteria garantisce che le funzioni idrauliche siano disponibili per un’intera giornata lavorativa con le stesse prestazioni del modello convenzionale.

Le macchine sono state ricaricate dalla rete elettrica predisposta in modo permanente per i cannoni sparaneve (415 volt). Il trasporto del materiale è stato eseguito con il dumper cingolato DT10e di Wacker Neuson. Grazie alle batterie installate nella parte inferiore, è particolarmente stabile, risultando particolarmente utile sui terreni accidentati delle Alpi. Due piastre vibranti alimentate a batteria APS1135e sono state utilizzate per la costipazione del terreno. Un vantaggio: Il grande supporto della gru è robusto, quindi, è possibile anche l’utilizzo per la guida laterale, ad esempio per la costruzione di un sentiero in pendenza. Come tutte le soluzioni a zero emissioni di Wacker Neuson, la piastra vanta della stessa potenza della sua controparte convenzionale. “Il passaggio alle macchine elettriche è stato per noi molto facile”, sottolinea Roman Gadient. “Lavorare con queste macchine è molto divertente: non vorresti fare nient’altro.”

Il cantiere a zero emissioni è una realtà

Oltre all’escavatore elettrico EZ17e, al dumper cingolato DT10e e alla piastra vibrante APS1135e, la serie a zero emissioni di Wacker Neuson comprende altre macchine e attrezzature edili. La serie include diverse piastre vibranti a batteria e vari vibrocostipatori, un sistema di vibratore interno per la compattazione del calcestruzzo, nonché un dumper gommato e una pala gommata: altre soluzioni sono programmate. In questo modo, Wacker Neuson offre un portafoglio di prodotti in grado di trasformare già in realtà i cantieri a zero emissioni.

JCB al Mercato dei Fiori di Genova

Per il nuovo Mercato dei Fiori a Genova Bolzaneto sono al lavoro diversi mezzi JCB, tra cui il nuovo escavatore cingolato 150X e il sollevatore telescopico 535-125 Hi-Viz, del parco mezzi dell’impresa Rebora Costruzioni.Il nuovo Mercato dei Fiori è una struttura mista in legno e vetro, dislocata su un’area di circa 2.000 metri quadrati oggi destinata alla sosta dei camion e in posizione strategica sia rispetto al casello autostradale di Bolzaneto, sia rispetto al mercato ortofrutticolo. La struttura potrà ospitare 44 stand, disporrà di ampi spazi per la logistica, di un’area espositiva interna e adotterà standard elevatissimi in termini di prestazioni energetiche e sicurezza. Un’opera a cui JCB sta dando il proprio contributo tramite alcune punte di diamante delle sue macchine di ultima generazione, fra cui l’escavatore cingolato 150X LC e il sollevatore telescopico 535-125 Hi-Viz, recentemente acquisiti dall’impresa esecutrice dei lavori, la Rebora Costruzioni di Campomorone (GE), che dal 2005 opera nel settore delle costruzioni, dell’impiantistica e dei lavori stradali.

Il progetto

Il progetto del nuovo Mercato, promosso da Spim Genova, società immobiliare in house del Comune di Genova, prevede in particolare la costruzione ex novo di un edificio innovativo e sostenibile nella zona adiacente alla piattaforma logistica agroalimentare, già proprietà di Spim, a Genova Bolzaneto. L’edificio sarà realizzato con una struttura modulare interamente prefabbricata in legno e rivestita esternamente in materiali molto performanti dal punto di vista energetico, pensata nei minimi dettagli per ottenere un altissimo livello di efficienza energetica e ridurre sensibilmente la dispersione e i consumi. Verrà realizzato un unico ambiente a tutt’altezza, suddiviso internamente in aree funzionali destinate a servizi, stand per oltre 1.000 metri quadrati e locali tecnici.

Il prospetto principale è destinato all’accoglienza e al carico delle merci con i mezzi pesanti, mentre quelli di limitate dimensioni potranno agevolmente effettuare le operazioni di manovra lungo i fianchi dell’edificio negli spazi sottostanti le pensiline appositamente realizzate. Come accennato le scelte progettuali, dalle vetrate all’impianto fotovoltaico in copertura, sono mirate a limitare i fabbisogni energetici per la climatizzazione estiva e a contenere la temperatura interna degli ambienti, su modello dei modernissimi edifici Near Zero Emission Building.  A completamento della struttura innovativa, il tetto sarà ricoperto di pannelli solari.

A Rebora Costruzioni è stata affidata la realizzazione delle opere edili, fra cui in particolare gli sbancamenti propedeutici alla posa delle fondazioni dell’edificio e l’esecuzione delle stesse. “Si tratta di un intervento di notevole importanza, sia per il valore dell’opera che per le funzioni che questa andrà ad assolvere” – racconta Emanuele Rebora, socio dell’impresa insieme ai fratelli Andrea e Simone – “ormai necessaria data l’insufficienza degli spazi dell’attuale mercato e la sua sfavorevole collocazione logistica. Nell’affrontarlo abbiamo potuto contare su due fra i più recenti ingressi nel nostro parco, interamente composto da macchine JCB, l’escavatore cingolato 150X LC e il sollevatore telescopico 535-125 Hi-Viz, che ci sono stati forniti dalla concessionaria JCB di zona Macchine Edili Repetto, con cui collaboriamo sin dall’inizio delle attività della nostra azienda”. 

Le macchine all’opera

Fra le più recenti novità della gamma di escavatori cingolati, il nuovo escavatore cingolato JCB 150X in configurazione LC affianca il fratello maggiore da 20 tonnellate inserendosi in una fascia di mercato particolarmente competitiva. Basata su un sottocarro con telaio a X interamente saldato per una maggiore durata grazie a componenti provenienti da fornitori leader del settore, la macchina è motorizzata da un affidabile propulsore Dieselmax Stage V dalla generosa erogazione di potenza a fronte di consumi contenuti.

La sua bilanciata sezione idraulica è gestita da controlli proporzionali personalizzabili, che consentono all’operatore di impostare la velocità e il controllo dell’attrezzatura in base alle proprie preferenze. In più, la funzione Power Boost aumenta la pressione idraulica del 9% per un massimo di 9 secondi, garantendo un surplus di potenza per operazioni particolarmente impegnative. Eccellente il comfort assicurato dalla spaziosa cabina JCB CommandPlus, che offre all’operatore un ambiente di lavoro silenzioso ed ergonomicamente avanzato.

Caratterizzato da un’ampia visibilità grazie al punto di incernieramento ribassato del braccio e una sezione del braccio ridotta, il sollevatore telescopico JCB 535-125 Hi Viz è dotato di un potente motore DieselMax conforme Stage V ad elevata efficienza e di un telaio compatto a sbalzo ridotto per un’eccellente sterzata e un’ottima manovrabilità. Il suo efficiente impianto idraulico, ai vertici della categoria, garantisce tempi di ciclo estremamente rapidi e prestazioni di eccellenza in termini di sollevamento, estensione e spinta, con consumi particolarmente contenuti.

In più, Il sistema telematico JCB LiveLink consente di tenere traccia dell’attività quotidiana della macchina con rapporti periodici sulle prestazioni che forniscono informazioni su tempo di inattività, posizione, stato della macchina, codici di errore per la diagnostica, utilizzo del motore per fascia di potenza, avvisi di sicurezza e consumo di carburante, consentendo di massimizzare il tempo di attività della macchina e la sua redditività.

Un parco diversificato

Ma i due nuovi mezzi descritti non sono gli unici nel parco dell’impresa Rebora; il rapporto con il dealer Macchine Edili Repetto è di lunga data, e ha segnato altre forniture all’impresa tra mini escavatori, escavatori compatti, e minipale cingolate. 

Anche per quest’ultimo ampliamento del nostro parco macchine”, racconta Emanuele Rebora, “abbiamo deciso di riconfermare la nostra fiducia al marchio JCB e a Macchine Edili Repetto, a cui ci lega un rapporto di collaborazione che si è sempre svolto all’insegna della massima soddisfazione, sia per quanto riguarda la qualità dei prodotti che per il supporto fornitoci dal concessionario. Con le ultime generazioni di macchine, peraltro, il salto di qualità sia in termini di tecnologia che di efficienza gestionale è stato davvero importante anche per noi che già eravamo abituati agli elevati standard qualitativi del marchio JCB. Non solo i consumi, aspetto oggi cruciale per le imprese, sono ulteriormente migliorati, ma l’implementazione delle più recenti tecnologie di gestione remota JCB LiveLink ci aiutano oggi a massimizzare la resa delle macchine e ottimizzarne i costi operativi”.

Ecco il Prototipo Axel a guida autonoma

Webuild con Csc costruzioni (Gruppo Webuild) ha completato con successo la fase di test del prototipo AXEL (Autonomous Exploration Electrified Vehicle), tecnologia all’avanguardia destinata ad accrescere la sicurezza dei lavoratori impiegati in attività di tunnelling nella Torino Lione. Si tratta di un sistema a guida remota altamente innovativo, il primo al mondo ad elevate prestazioni in grado di sostituire l’uomo nell’esplorazione di tratte di cunicoli e gallerie di cui non sono noti i rischi per la salute dei lavoratori. AXEL è frutto della collaborazione tra l’Ingegneria del Gruppo Webuild e i ricercatori del centro di eccellenza CIM (Competence Industry Manufacturing 4.0) e viene impiegato per sondaggi preliminari nei cunicoli delle nicchie di interscambio della galleria della Maddalena, nel cantiere Webuild attivo sul versante italiano del tunnel di base della Torino-Lione. Una applicazione innovativa della robotica alle infrastrutture, destinata ad accrescere la sicurezza sul lavoro per l’intera filiera.

Commissionato da TELT, promotore pubblico binazionale incaricato della realizzazione e gestione della linea Alta Velocità/Alta Capacità progettata sotto le Alpi tra Torino e Lione, il progetto delle nicchie di interscambio della galleria della Maddalena presenta l’esigenza di sondare 3 km di cunicolo, di cui non sono noti i dati ambientali, per permettere l’ingresso in sicurezza dei lavoratori. Complessità affrontata con AXEL, il robot sviluppato su misura per Webuild, dal nome ispirato al giovane protagonista di “Viaggio al centro della Terra”, il romanzo di Verne.

AXEL promuove la sicurezza

AXEL è il primo esempio concreto, in Italia e su questa scala, di applicazione della robotica a lavorazioni di esplorazione di tunnelling in ambito ferroviario. Permette la raccolta e l’analisi dinamica di dati ambientali, per individuare aree in cui gli operatori possono intervenire in sicurezza e può essere controllato da una distanza che può arrivare a 2km. Attrezzato con telecamere, sensori, antenne per la comunicazione con la stazione base, garantisce elevatissimi livelli di affidabilità, resiste a condizioni ambientali critiche ed è a zero emissioni.

AXEL rientra tra le diverse esperienze di ricerca applicata del mondo Webuild, dove ogni progetto e ogni cantiere è vissuto come occasione di innovazione continua. Un approccio che si traduce in processi sempre più attenti alla sicurezza dei lavoratori, alla sostenibilità ambientale e all’efficienza.

Le nicchie di interscambio della galleria della Maddalena fanno parte delle opere anticipatorie del tunnel di base transalpino, l’ambizioso progetto di mobilità sostenibile europeo che permetterà di collegare Torino e Lione, sulla tratta Milano-Parigi, passando sotto le Alpi, con una linea ad alta velocità/alta capacità. Attraversamento di primaria importanza del corridoio mediterraneo della rete di trasporto transeuropea TENT-T, si estenderà per 65km e punta a spostare dalla strada alla ferrovia un numero di mezzi pesanti pari 3 milioni di tonnellate di CO2 l’anno.

Webuild è oggi impegnato anche su altre sezioni del progetto coordinato da TELT. Nel 2021, si è aggiudicato in raggruppamento di imprese il Lotto 2, Cantieri Operativi 6 (La Praz) e 7 (Saint-Martin-de-la-Porte), del valore complessivo di €1,43 miliardi, per lo scavo di 46km di tunnel – con due gallerie parallele e opere ausiliarie – tra le città di Saint-Martin-de-la-Porte e La Praz, su territorio francese. Nel 2020, ha vinto in raggruppamento di imprese il contratto per il Lotto 5A, del valore complessivo di €450 milioni, per la realizzazione dei lavori preparatori per il sito di messa in sicurezza a Modane, la costruzione di 4 pozzi di ventilazione per la galleria di base e per opere propedeutiche alla realizzazione di un hub logistico a 500m di profondità sotto il Massiccio dell’Ambin.

I nuovi monocilindrici Vanguard 160-200-400

Progettati per garantire una maggiore produttività. Prestazioni durevoli. Avvio più facile. Meno rumore. Meno vibrazioni. Maggiore comfort per l’utente. Il tutto con un costo totale di proprietà (TCO) ridotto.

Tutte le specifiche dei motori Vanguard sono conformi alle emissioni europee Stage V ed EPA-CARB Phase 3.

I motori Vanguard 160, Vanguard 200 e Vanguard 400 sono costruiti da zero per fornire tutto ciò di cui i clienti hanno bisogno per portare a termine il lavoro. Sono prodotti che presentano innovazioni esclusive progettate in base ai bisogni degli utilizzatori come TransportGuard™ – un controllo 3 in 1 che chiude automaticamente l’alimentazione del combustibile quando l’operatore spegne il motore per evitare la contaminazione tra olio e carburante -. Inoltre, avendo dimensioni e punti di fissaggio di uso comune è possibile una facile sostituzione, senza alcuna ri-progettazione dei macchinari.

I motori Vanguard sono un investimento perché garantiscono prestazioni avanzate e abbassano i costi di proprietà (TCO), favorendo la crescita delle aziende.

Vanguard 160

  • 3,7 kw lordi*
  • 169cc cilindrata
  • Monocilindrico a benzina

Vanguard 200

  • 6,5 kw lordi *
  • 203cc cilindrata
  • Monocilindrico a benzina

Vanguard 400

  • 10,4 kw lordi *
  • 408cc cilindrata
  • Monocilindrico a benzina

Le caratteristiche in dettaglio

• Partenza semplificata in 3 passaggi

Grazie alla tecnologia in continuo miglioramento di Vanguard è stato implementato un nuovo processo di avviamento ottimizzato in 3 fasi che agevola l’accensione del motore richiedendo una corsa più corta della fune di avvio e un conseguente minor sforzo. Il sistema è testato fino a -29 °C per garantire un facile avviamento a tutte le temperature.

• Elimina la contaminazione tra olio e carburante

L’esclusivo sistema TransportGuard previene inutili sprechi di olio, tempi di fermo delle apparecchiature e produttività ridotta. Spostando semplicemente la leva di comando 3 in 1 in posizione STOP, l’accensione del motore e l’alimentazione del carburante vengono interrotte contemporaneamente, risolvendo il principale problema di reso delle macchine nel campo del noleggio.

• Gestione ottimizzata della potenza

Grazie alla regolazione dedicata del minimo il motore dispone di una maggior potenza ai giri minimi, una maggiore precisione nella regolazione della velocità e una migliore risposta al carico.

• Meno cambi di filtro dell’aria

Costo totale di proprietà (TCO) ridotto grazie a intervalli di sostituzione del filtro dell’aria di 600 ore, resi possibili da un sistema ciclonico di filtrazione.

• Motori progettati per ridurre la rumorosità e le vibrazioni

Filtro dell’aria, serbatoio del carburante e marmitta ottimizzati per ridurre il rumore e offrire una migliore qualità acustica. Il livello di rumorosità e di vibrazioni notevolmente inferiore aumenta il comfort dell’operatore per una maggiore produttività.

 • Copertura della garanzia globale di 3 anni

Garanzia commerciale di tre anni sul motore per tutte le applicazioni. (Per maggiori informazioni e dettagli leggere il manuale dell’operatore del motore).

• Prestazioni straordinarie su tutti i terreni (opzionale: High Inclination)

Pacchetto opzionale “ad alta inclinazione” (High Inclination)  significa che il tuo equipaggiamento funziona dove gli altri non possono. Vanguard opera con facilità su inclinazioni fino a 45 gradi ** in qualsiasi direzione, dando alla tua attrezzatura un notevole vantaggio competitivo.

•Raffreddamento motore

Ventola volano, autoavvolgente e schermature appositamente progettate per aiutare il motore a funzionare più a lungo senza problemi di surriscaldamento.

• Intervalli di manutenzione più lunghi

Gli intervalli di manutenzione dell’olio motore più lunghi riducono il costo totale di proprietà con un minore spreco d’olio e una riduzione dei relativi costi di smaltimento. Il tempo di attività delle vostre apparecchiature risulta aumentato mentre i tempi e i costi di manutenzione sono ridotti.

• Protezione del motore avanzata

Il sensore livello olio protegge il motore dalle condizioni di basso livello dell’olio.

• Marmitta a ingombro ridotto (opzionale)

Il profilo esterno della marmitta rientra nelle dimensioni di ingombro del monoblocco motore.

•Sistema di filtraggio avanzato

Il sistema di filtraggio è composto da un elemento filtrante Kuss ® Nano Media in cellulosa multistrato. Questo filtro, appositamente studiato per i motori Vanguard, trattiene il 120% della sporcizia trattenuto dai normali filtri.

• Carburatore di tipo professionale

Carburatore ottimizzato per garantire un avviamento affidabile e un funzionamento regolare su un’ampia gamma di carichi.

• Guarnizione liquida siliconica del coperchio PTO

Fornisce una tenuta migliore.

•Resistenza al carburante stantio

Il sistema di alimentazione è stato appositamente disegnato per resistere meglio alle contaminazioni da carburante stantio

*Potenza espressa in kW lordi per SAE J1940 come rilevati da Briggs & Stratton

** Fare riferimento al manuale dell’operatore dell’attrezzatura per le istruzioni d’uso.

MAN TGS: un leone in cava

Ampia e articolata è l’offerta di mezzi da cantiere della New Truck Generation di MAN, appartenenti alle gamme TGL, TGM, TGX e TGS. Tuttavia, è all’interno della serie TGS che si trovano i camion del segmento pesante a elevata motricità, progettati in modo specifico per le missioni off-road più gravose e impegnative. I TGS adottano, secondo i modelli, i propulsori Euro VI E a sei cilindri in linea D26 di 12,4 litri di cilindrata o il D15 di 9 litri, che coprono un ampio intervallo di potenze fra 330 e 510 CV. Il D1556, in particolare, è disponibile con tarature di 330 CV, 360 Cv e 400 CV, mentre per il D2676 i livelli di potenza sono di 430 CV, 470 Cv e 510 CV, cui corrispondono coppie di 2.200, 2.400 e 2.600 Nm.

Con lo Step E della normativa antinquinamento Euro VI vengono stabiliti limiti più severi per le emissioni durante le partenze a freddo, per il monitoraggio degli inquinanti dei veicoli su strada mediante apparecchiature portatili (PEMS, portable emission measurement system) e per il conteggio del numero di particelle emesse. Già in occasione dell’introduzione delle motorizzazioni Euro VI Step D, la Casa tedesca ha completamente rivisto il proprio modello di maggior successo commerciale per i segmenti del lungo raggio e del cantiere, il D26. Numerose le migliorie apportate, che garantiscono maggiore potenza (+10 Cv) e coppia (+100 Nm), una riduzione del peso di 70 chilogrammi e un consumo di carburante decisamente inferiore. Sui D26 la coppia di picco è disponibile già a partire da 930 giri al minuto, fino a 1.350 giri al minuto. Prestazioni elevate e consumi ridotti dipendono anche dalle migliorie apportate alla geometria della camera di combustione, caratterizzata da un maggior rapporto di compressione e da una ridotta percentuale di ricircolo dei gas combusti (EGR). Ciò assicura una combustione più efficiente con temperature di punta più elevate e un rendimento ottimale. Un contributo all’incremento dell’efficienza viene dal nuovo sistema d’iniezione, basato su iniettori di elevata portata e precisione, dalle misure per la riduzione degli attriti interni, nonché dall’abbattimento delle perdite per scambio gassoso.

Soft-EGR e sovralimentazione monostadio

Il turbocompressore monostadio del D26 abbina all’efficienza energetica la robustezza strutturale. Inoltre, il modulo per il ricircolo dei gas di scarico è stato specificamente progettato per garantire la sovralimentazione monostadio e l’utilizzo di una minore percentuale di EGR. Soluzione, questa, denominata dalla Casa tedesca ‘Soft-EGR’. Una valvola wastegate ad azionamento elettrico provvede, invece, a regolare la pressione di sovralimentazione, permettendo di innalzare la pressione di accensione a 220 bar e di ridurre ulteriormente il consumo di carburante. Anche la presenza di un sistema di raffreddamento diretto dell’aria di sovralimentazione contribuisce a incrementare il rendimento del motore, grazie all’eliminazione dei componenti del radiatore a bassa temperatura. Il che rende il propulsore più leggero ed efficiente, rispetto alle precedenti soluzioni. Una migliore gestione termica garantisce, inoltre, una temperatura operativa ottimale, indispensabile per il funzionamento del motore e del dispositivo di post-trattamento dei gas di scarico. L’elemento centrale è rappresentato dalla valvola a farfalla ad azionamento elettrico (con sensore di posizione) sul condotto di scarico, in grado di regolare in modo rapido e preciso la pressione e la temperatura dei gas di scarico. La valvola, in sinergia con la pompa del circuito di raffreddamento, con il sensore del numero di giri della ventola del radiatore e con lo scambiatore di calore dell’olio dotato di termostato, garantisce un livello termico costante. Il D26, infine, adotta numerose soluzioni comuni a tutti i motori Euro VI della nuova generazione. I compressori dell’aria ‘intelligenti’, per esempio, riducono l’assorbimento energetico, contribuendo ad abbattere i consumi di gasolio. Il filtro a doppio stadio del carburante e il dispositivo d’iniezione diretta dell’AdBlue per il post-trattamento dei gas ottimizzano ulteriormente le prestazioni del motore. I D26 utilizzano lubrificanti di ultima generazione a bassa viscosità 5W-20, conformi alla specifica MAN 3977, a basso contenuto di fosforo, zolfo e ceneri solfatate (Low Saps), che riducono gli attriti interni. Il 12,4 litri, nella taratura di potenza di 510 Cv, è una delle motorizzazioni più gettonate dal mercato italiano per equipaggiare i mezzi d’opera a quattro assi (TGS 41.510 8×4 BB CH).

 

Gli operatori del settore cantieristico lo abbinano al TipMatic a 12 rapporti con rallentatore primario PriTarder o retarder idraulico integrato al cambio. Alcuni optano, invece, per il tradizionale cambio manuale a 16 marce. Fra i principali equipaggiamenti prescelti dalle imprese nazionali figurano il dispositivo EasyStart per agevolare le partenze in salita, l’Easy control per la presa di forza (attraverso un pulsante collocato sulla portiera lato guida) e le funzioni ABS per impieghi offroad e di pendolazione. Accanto al D26, il D15 con una cilindrata di 9 litri e tarature di 330 CV, 360 CV e 400 CV, coniuga potenza e leggerezza, grazie alla sua struttura compatta. Già ai bassi regimi, è in grado di generare una coppia massima compresa tra 1.600 e 1.800 Nm. Con la sua tara contenuta, il D15 è il propulsore di scelta per le applicazioni del settore edilizio sensibili al fattore peso, che richiedono di massimizzare la portata utile.

Automatizzato TipMatic e programmi dedicati

Un altro componente chiave della catena cinematica dei TGS da cantiere è il cambio automatizzato TipMatic a 12 rapporti, oltre a due retromarce. E’ disponibile sia nella versione con l’ultimo rapporto in presa diretta (Directdrive), sia nella variate overdrive. L‘innovativa funzione SmartShifting assicura passaggi marcia particolarmente rapidi, con minime interruzioni del flusso di coppia alle ruote a favore del miglioramento dell‘efficienza della driveline. Ampia la disponibilità di programmi dedicati alle missioni fuoristrada e cantieristiche. Il TipMatic Offroad è uno di questi. Attivabile con il selettore posto sulla leva multifunzione sul lato destro della colonna dello sterzo, comporta una commutazione del software che può avvenire sia a veicolo fermo, sia durante la marcia. L’Offroad è concepito per affrontare fondi non compatti o sconnessi, quando è richiesta un’elevata motricità, oppure in presenza di forti pendenze. I cambi marcia avvengono più velocemente e a regimi più elevati. Nei veicoli con ripartitore di coppia, il programma Offroad è dotato di software aggiuntivo Low Range. Selezionando Low Range – sempre dal selettore sulla leva di comando – nel ripartitore viene inserita la marcia fuoristrada attraverso giunti a innesti frontali azionati meccanicamente. Per questa ragione, il Low Range può essere attivato e disattivato solo a veicolo fermo. Per le manovre a bassa velocità sui fondi pianeggianti il conducente ha a disposizione il programma TipMatic Manouvre. Serve per partenze dolci nel caso di avvicinamento alle rampe di carico, a cassoni scarrabili a rullo o a casse mobili, riducendo l’usura della frizione grazie a un’adeguata regolazione della coppia. Oltre a questi programmi, la Casa tedesca propone i software TipMatic Efficiency, orientato al comfort di marcia e all’economia d’esercizio, e Performace. Quest’ultimo prevede una strategia d’innesto dei rapporti agile, focalizzata sulle prestazioni. Ciò consente rapide accelerazioni in uscita dalle curve e una ridotta perdita di velocità in salita. Un’altra funzione molto utile sui fondi a bassa aderenza per la presenza di fango, sabbia o neve è la pendolazione. Permette il disimpegno del camion in fase di partenza, facendolo muovere ‘a pendolo’ in avanti e all’indietro per conferire uno slancio sufficiente a vincere l’impantanamento.

Tanti tipi di trazione, compresa quella ‘on demand’

La gamma TGS propone un ampio ventaglio di modelli e schemi di trazione: trattori stradali o autotelai cabinati 4×2 e 6×2, i tradizionali 6×4, 8×2 e 8×4 per svariati campi d’applicazione, nonché gli specialisti dell’off-road duro con le soluzioni 4×4, 6×6, 8×6 o 8×8. Se la maggior parte delle percorrenze avviene su strade asfaltate ed è richiesta una trazione supplementare solo in casi particolari, è possibile optare per il sistema HydroDrive, disponibile come optional su veicoli a due, tre o quattro assi. Si tratta di una trazione anteriore idrostatica inseribile, adatta a superare tratti su fondi dissestati, superfici a bassa aderenza o percorsi caratterizzati da pendenze accentuate. L’HydroDrive è basato su una pompa idraulica flangiata all’uscita del cambio. Attraverso appositi condotti, il fluido in pressione è trasferito ai motori ai mozzi ruota, all’interno dei quali si genera una coppia motrice massima di 14.500 Nm per asse.

Il dispositivo può essere attivato anche durante la marcia sotto carico. Se la celerità di marcia supera 28 km/h, la trazione anteriore idrostatica si disinnesta automaticamente, mentre se velocità scende al di sotto di 22 km/h l’HydroDrive si riattiva autonomamente. Per i percorsi fuoristrada la Casa tedesca mette anche a disposizione un particolare sistema di antibloccaggio delle ruote in frenata (ABS) – attivabile mediante un pulsante sul cruscotto – studiato per i fondi non consolidati in presenza di sabbia, ghiaia o fango. La logica d’intervento dell’ABS offroad prevede la completa disattivazione della funzione di antibloccaggio fino a 15 km/h, mentre da 15 a 40 km/h il bloccaggio avviene per intervalli di tempo più lunghi rispetto agli utilizzi stradali.

Di tutto per frenare in sicurezza

I MAN da cantiere montano il dispositivo di gestione freni MAN BrakeMatic, che ingloba le funzioni di antibloccaggio delle ruote (ABS) e di controllo elettronico della frenatura (Ebs). Il sistema riconosce anche, attraverso l’intensità e la rapidità di attivazione del pedale del freno, la presenza di un’eventuale situazione emergenza. In questa circostanza mette a disposizione del conducente la massima coppia frenante. Utili nelle applicazioni off-road anche il freno motore a decompressione a controllo elettronico (EVBec) con potenza frenante fino a 325 kW. Ampia l’offerta di rallentatori, che include il retarder idraulico secondario Intarder, integrato al cambio, e il retarder idrodinamico primario PriTarder. Quest’ultimo, collegato all’albero motore all’estremità anteriore del propulsore, produce un effetto frenante che dipende dal regime di rotazione, ma non dalla velocità del veicolo. L’energia generata in frenata, trasformata in calore, affluisce direttamente nel circuito di raffreddamento del motore. Pertanto non è necessario uno scambiatore di calore acqua-olio, come accade per un rallentatore idraulico secondario.

Tre tipologie di cabine

Sulla gamma TGS il line-up delle cabine comprende i modelli TM, stretta (2.240 mm), lunga (2.280 mm) di altezza media (1.930 mm), TN con la stessa larghezza e profondità della TM ma alta 1.650 mm, e NN profonda 1.880 mm della stessa altezza della TN. La TM, che ha due posti letto, è adatta per impieghi specifici nei quali è richiesto un elevato carico utile, mentre la TN, oltre ai trasporti a corto raggio, trova applicazione negli impieghi cantieristici, così come la NN che è ideale anche per i mezzi per compiti municipali.

Sui TGS il tradizionale cluster strumenti è stato sostituito da un display principale di 12,3 pollici che, nella videata standard, presenta il tachimetro (sul lato sinistro), il contagiri (a destra) e un’aerea centrale con le informazioni relative ai sistemi di assistenza alla guida. Non mancano, infine, le icone relative ai bloccaggi dei differenziali e l’indicazione del programma di cambiata inserito fra quelli disponibili. Sul display possono anche essere visualizzati, attraverso i comandi del volante multifunzione, menu a tendina, che forniscono informazioni aggiuntive sui parametri di funzionamento del veicolo, sui settaggi dei dispositivi di bordo, sui tempi di guida e sui chilometri percorsi. Navigazione appositamente concepita per gli autocarri, stazioni radio standard e digitali, funzione video, telefono e molto altro sono le caratteristiche del sistema multimediale dei TGS, attorno al quale ruotano le funzioni di comunicazioni e d’intrattenimento. Il dispositivo è offerto in cinque varianti: dalla Base alla più completa e sofisticata Media System Navigation Professional. Per una visuale ottimale sono disponibili schermi secondari da 7 pollici o da 12,3 pollici, tutti in alta definizione.

Tutto sotto controllo

Anche sui TGS è disponibile il MAN OptiView, l‘innovativo sistema che sostituisce gli specchietti principali e grandangolari con telecamere digitali installate ai lati del tetto.

Le immagini acquisite vengono trasmessa direttamente ai due display di grandi dimensioni vincolati ai montanti anteriori della cabina (A-pillar).

Con l’OptiView gli angoli morti non sono più un problema, poiché le telecamere regolano automaticamente il campo visivo affinché il conducente abbia sempre una panoramica ottimale.

Il sistema OptiView prevede quattro modalità di visualizzazione: Standard, che riproduce la stessa vista degli specchietti convenzionali, Ingrandita, quando la velocità di marcia supera i 60 km/h, Grandangolare, per l’inserimento in curva e le manovre in retromarcia, e Monitoraggio per il controllo dell’area adiacente al veicolo durante le soste.

Nuove novità a catalogo, la gamma Cangini continua ad allargarsi

Aumentano le esigenze del mercato e Cangini si adegua allargando la sua selezione di prodotti attualmente a catalogo, per riuscire a soddisfare richieste sempre più ampie e variegate da parte degli utilizzatori.

Si amplia la gamma delle pinze selezione

La serie di pinze selezione Cangini amplia la sua disponibilità di modelli, ora applicabili su un range di escavatori da 1.2 ton fino a 25 ton. I nuovi modelli entrati a catalogo sono la pinza PF-PG 1000 per escavatori da 14 a 18 ton e la versione PF-PG 1500 per tonnellaggi da 18 a 25 ton. Le loro caratteristiche rimangono invariate, progettate per più usi dalla movimentazione di diversi materiali e anche per piccole demolizioni grazie alla sua struttura robusta.

Anche sui tonnellaggi più grandi, le pinze selezione si presentano in due possibili configurazioni: versione PF caratterizzata da chele asolate e la versione PG con chele “grigliate” e resistenti, adatte a lavori gravosi.

Le pinze selezione sono dotate anche di rotazione idraulica 360° di serie su tutti i modelli conferendo una grande agilità nei movimenti per poter operare anche in zone difficili.

New entry in Cangini: la benna mordente

Alla categoria di attrezzature si aggiunge la benna mordente CH per escavatore che copre tonnellaggi da 1 ton a 12 ton. La benna mordente si qualifica come l’attrezzatura ideale per la movimentazione di materiali sfusi e per il carico di rifiuti. Terra, sabbia, ghiaia e altri materiali inerti non sono un problema, grazie al suo design compatto che garantisce un’elevata capacità di carico e una grande forza di chiusura. La sua resistenza è garantita dai bordi di taglio in materiale HB500.

Scopri la gamma ai prossimi eventi !

La vicinanza all’utilizzatore per Cangini è fondamentale, per questo ogni momento per ritrovarsi insieme è importante. Cangini promuoverà i suoi nuovi prodotti e quelli storici nei prossimi saloni fieristici.

Una grande opportunità per presentare al meglio l’ampia gamma in continua espansione che coinvolge diversi settori, per promuovere l’innovazione e ascoltare le esigenze degli utenti.

Il prossimo evento in programma è il Machine Village a Poggio Marino (Napoli) dal 6 all’8 Maggio 2022 , l’evento è dedicato a tutti gli appassionati ed i professionisti per Macchine Movimento Terra e Macchine Operatrici. Cangini Benne sarà presente con attrezzature statiche e anche in area demo per vederle anche in azione. Per maggiori informazioni e per registrarsi all’evento: https://www.machinevillage.it/registrazione/

Mentre ad ottobre, tutto lo staff vi accoglierà alla fiera internazionale Bauma di Monaco dal 24 al 30 Ottobre.