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CASE: un Roadshow all’altezza delle aspettative

Noi c’eravamo. Noi abbiamo visto. Noi abbiamo raccolto gli elementi utili per parlarne in termini di un evento di successo, in una location suggestiva (la Cava Vitali di Medolago, in provincia di Bergamo), in partnership con un dealer eccellente di CASE, la CMO dei fratelli Entrade…Gli ingredienti (e le garanzie) ci sono tutte per individuare nella tappa italiana del Roadshow CASE appena conclusasi, una pietra miliare del percorso del brand verso una più precisa consapevolezza identitaria e una più capillare affermazione sullo scenario europeo.

Rimandando alla rivista MACCHINE EDILI di giugno una più approfondita trattazione (con interviste ai responsabili di prodotto e di mercato e focus su prodotti e servizi), è necessario subito focalizzarsi sulle novità presentate in questo Roadshow 2023 che sono tutte Made in Italy e sulle quali puntiamo i riflettori.

12 EV, Made in Lecce

Interamente disegnata e costruita nello stabilimento CASE di Lecce il prototipo della 12EV (suffisso che accompagna tutte le macchine elettriche di CASE) sarà pronta per dicembre 2023.

Quella vista ad Roadshow monta una cabina provvisoria, che verrà sostituita da quella della Compact Weel Loader Evolution 221F (commercializzata dal luglio 2023  e pure prodotta a Lecce dal giugno 2023).

La 12EV vista al Roadshow  pesa 3,6 ton ed è equipaggiata da una batteria al litio da 23 kW. Questa macchina è stata testata in condizioni reali in Olanda, dove  ha lavorato per un mese impegnata in opere che andavano dal giardinaggio al cantiere stradale, dall’allevamento al residenziale.

La durata della batteria (targata Jungheinrich) va dalle 3 alle 6 ore a seconda dell’applicazione e, importante da sottolineare,  rispetto alle macchine ad alimentazione tradizionale quando non si lavora anche con la chiave in modalità on, non si registra alcun consumo.

I progettisti di Lecce hanno disegnato un braccio particolare, con aperture sghembe, per togliere il più possibile il peso non necessario dalla parte frontale della macchina. Una soluzione che fa risparmiare sui tempi di ricarica e presenta pure un design accattivante e inedito (ricorda a molti di noi il Meccano dell’infanzia).

Vincenzo Padula

L’ing. Vincenzo Padula, il “papà” della 12EV e Platform Manager per questa macchina ci ha detto: “Il punto vincente della 12EV è sicuramente il powertrain elettrico, che consente innanzitutto maggiore efficienza, un costo inferiore di utilizzo della macchina, bassissime emissioni sonore e la totale assenza di gas di scarico. Siamo su un territorio ancora poco esplorato ma ci sono enormi potenzialità“.

TL100: gioiellino tuttofare

Al Roadshow ha attirato l’attenzione di molti anche la TL100 alla sua seconda volta in pubblico dopo la tappa del Roadshow a Monaco di Baviera di alcune settimane fa. Progettata e costruita interamente negli stabilimenti CASE di San Piero in Bagno, lanciata al Conexpo e in Europa al Roadshow per la prima volta, monta un motore diesel Kubota da 18,5 kW  Stage V, flusso idraulico di 50 litri al minuto con pressione di 190 bar,  circuito idraulico aperto per braccio e benna e chiuso per la traslazione il peso è il 1700 Kg e capacità operativa di 450 Kg.  Ha la possibilità di essere accoppiata ad attrezzature idrauliche a pressione medio/bassa e verrà pronta per il primo trimestre del 2024.

Il grosso traino di volumi per prodotti di questo tipo arriva dal nord America, però se dobbiamo giudicare dai feedback ricevuti a Monaco e Medolago si può ipotizzare un buon riscontro per questo prodotto anche in Europa e in Italia. Ci sono molte applicazioni in cui la TL100 può essere utilizzata grazie alla sua compattezza: per esempio la manutenzione di impianti fotovoltaici e del paesaggio,  in agricoltura, nei lavori residenziali. Due le configurazioni: carro largo –  quello esposto al Roadshow di Medolago – e carro stretto (rispettivamente 1022 mm e 890 mm di larghezza).

La  spinta per produrre questo modello arriva dall’altra parte dell’Oceano, dove già esiste un mercato molto sviluppato per questa tipologia di prodotto, il mercato in Europa è ancora un po’ sotto traccia,  ma c’è. E il Roadshow, prima a Monaco e poi a Medolago, l’ha dimostrato.

Il polso del mercato. L’Italia….

Il Roadshow è stato anche l’occasione per parlare con due nuove, importanti figure all’interno dell’organigramma CASE, Alessandro Scopinich il nuovo  Business Director Italia e Central Eastern Europe per il marchio CASE Construction e Graziano Cassinelli, Responsabile vendite per l’Europa e responsabile noleggio per il Gruppo CNH per i brand New Holland e CASE (per saperne di più sulla loro esperienza clicca qui).

Alessandro Scopinich

In questo Roadshow portiamo tante novità“, spiega Scopinich. “La prima è costituita senz’altro dalle macchine elettriche: CASE sta continuando sulla strada dell’elettrificazione della sua gamma compatta e ha portato qui l’escavatore CX 15 elettrico che copre la gamma 1-2 ton che è quella più ampia per quanto riguarda il mercato dei mini-escavatori. Ed è solo l’inizio perché nel giro di pochi mesi uscirà un nuovo modello che sarà il 2,5 ton che copre la seconda fascia più importante del mercato, il CX 25, per poi arrivare alla compact wheel loader 12EV. Ma, come dicevamo, è solo l’inizio perché gli ingegneri CASE stanno già lavorando proprio in questi giorni, per ampliare nel più breve tempo possibile tutta la gamma compatta: nel brevissimo tempo quindi tutta la compact line di CASE avrà anche la versione elettrica. Un chiaro segno che il mercato sta iniziando a prendere una direzione, non semplice, non scontata, ma obbligatoria. L’elettrificazione si pone  all’interno dell’acquisto della fabbrica di Sampierana che ha permesso a CASE di andare a coprire in modo eccellente le esigenze del mercato con l’offerta probabilmente oggi più ampia di oltre 20 modelli di mini escavatori con una fabbrica al 100% made in Italy.

L’obiettivo è quello di raggiungere una quota significativa  in un mercato che in Italia conta più del 40%”.

…e L’Europa

Graziano Cassinelli

Graziano Cassinelli ha la responsabilità di un mercato, quello europeo, che non solo è ricco di opportunità ma anche molto diversificato, con esigenze diverse. Occorre quindi adottare un approccio non univoco ma mirato, quali sono perciò le strategie?

Sono ovviamente differenziate Paese per Paese perché i profili dei clienti sono territorialmente diversi, ogni Paese ha le proprie caratteristiche, esigenze e sensibilità che cerchiamo di assecondare. Il prodotto è ovviamente standardizzato, ma quelle che noi offriamo sono tutte macchine customizzabili, possiamo apportare modifiche, sia in fabbrica (factory fit), sia affidandole a una serie di fornitori validati e certificati che operano con il Gruppo da anni che ci forniscono prodotti con le specifiche di fabbrica (battipalancole, vibratore etc). Dal punto di vista del dinamismo del mercato Europeo, l’Italia è tuttora al primo posto, anche trainata dalle agevolazioni di Industria 4.0. Segue poi la Francia, il mercato dell’est Europa (ora ridimensionato dal fattore bellico), la Gran Bretagna e il Benelux. In Portogallo abbiamo recentemente incorporato un nuovo importatore (Entreposto) che ha acquisito il nostro importatore storico e contiamo anche qui di aumentare la nostra quota di mercato“.

Europa terra di conquista per CASE, quindi. O meglio sarebbe dire di RIconquista, visto che di fatto il vecchio Continente è stata un’area in cui CASE era tradizionalmente molto presente e dove ha visto progressivamente appannarsi le sue quote di mercato che ora però sono in fase di recupero. L’obiettivo di CASE è quello di rientrare  tra i principali player nel movimento terra in tempi brevi. In altri Paesi (vedi nord America) è piazzata già tra i primi 3, così come nell’America Latina, India, sud Africa . Ora l’obiettivo è l’Europa che sta battendo Paese per Paese, partendo da una qualità decisamente migliorata delle proprie macchine, da una linea di prodotti molto ampia e da una serie di servizi veicolati da un network distributivo capillare, formato, digitalizzato e professionale.

Quello che abbiamo visto ci porta ad affermare che la RIconquista è iniziata.

I mezzi Bobcat al lavoro a Pompei

Ad entrare nel Parco Archeologico di Pompei si resta attoniti aggirandosi in quella sorta di istantanea che l’eruzione del 79 d.c. ha consegnato alla Storia dell’Umanità. È un ambiente delicato che necessita una perfetta sinergia tra le risorse umane di altissimo profilo e quelle tecniche e tecnologiche che operano nel sito, Patrimonio dell’Umanità.

L’azienda Lucci Salvatore srl, con Sede a Bacoli (NA), opera da oltre 40 anni in ambito edile ed ha acquisito competenze specifiche nel settore archeologico tanto che tutte le risorse umane impiegate vantano profili altissimi in termini di formazione dedicata. Questo ha consentito alla Lucci Salvatore di diventare leader in questo settore.

Salvatore Lucci, 34 anni, alla guida della quarta generazione dell’azienda, dichiara: “La ricerca di partner di eccellenza è di vitale importanza per la natura dei nostri interventi. Fin dalle nostre origini abbiamo scelto Bobcat come brand di indiscussa qualità. I mezzi Bobcat, innovativi e tecnologicamente avanzati, sono risultati essenziali per la nostra mission, permettendoci di operare in tranquillità e sicurezza nei contesti delicatissimi del nostro core business. Posso dichiarare con convinzione che da quando è nata la Lucci, non c’è cantiere senza Bobcat”.

La flotta della Lucci Salvatore consta di oltre 20 tra minipale e mini escavatori Bobcat, macchine ideali per muoversi con delicatezza ed efficienza negli stretti passaggi di scavi archeologici.

A Pompei Bobcat scava nella storia

Di recente la Lucci Salvatore ha eseguito un importante intervento di risanamento e messa in sicurezza di ambienti interni ed esterni dell’“Insula Occidentalis” di Pompei con la finalità di renderla fruibile e visitabile.

Su committenza del Ministero dei Beni Culturali, nel 2021 inizia il cantiere per la messa in sicurezza dell’area, un ambiente mai aperto al pubblico a causa di una situazione precaria non solo per l’eruzione del 79 ma anche per il grande terremoto del 62 che sconvolse la città e per i crolli dovuti ai bombardamenti avvenuti nel 1943. La caratteristica di quest’area è un’architettura ricca e alta (palazzine di due piani) e non popolare come altre aree della Pompei antica e le sue botteghe.

Sono quindi stati realizzati scavi dell’area, gran parte della quale era completamente coperta da materiale vulcanico. Gli scavi hanno fatto rinvenire spaziosi ambienti perfettamente conservati con ampi mosaici completamente integri, affreschi in ottimo stato di conservazione, grazie al fatto che sono stati sigillati per oltre 2000 anni, senza l’ossigeno che ossida le malte.

I mezzi Bobcat sono stati impiegati in tutte le fasi del cantiere. Si sono infatti occupati delle primissime opere di cantierizzazione, della movimentazione, il carico e scarico delle forniture sui pallet.

Gli escavatori Bobcat E35 ed E62, sono quindi stati utilizzati per lo scotico, ovvero l’esportazione del primo strato superficiale di terreno, coadiuvati dalle pale Bobcat S66 e S76 per lo spostamento del materiale sciolto proveniente dallo scavo e il suo stoccaggio dopo un processo selettivo di ogni strato di materiale: lo strato superficiale/riporto, lo strato piroclastico (cenere consolidata, il cd. “tuono”) e lo strato lapillo vulcanico.

In particolare la pala S76 ha lavorato in sinergia con una gru alta 40 metri, che non era mai potuta entrare all’interno degli scavi di Pompei. La gru e la pala Bobcat S76 si sono rivelate un binomio perfetto per garantire efficienza e tutela dei luoghi.

Gli scavi interni agli ambienti rinvenuti sono stati realizzati dall’E10, l’unico mezzo in grado di accede a spazi molto angusti. Attraverso l’apertura di tunnel al di sotto e dentro questo materiale vulcanico, con l’assistenza della sovraintendenza di un archeologo, l’E10 è riuscito a eseguire i più piccoli interventi, quasi “pettinando” il terreno in modo delicato per valutare la presenza di qualche reperto che poteva affiorare.

Gli scavi hanno portato alla luce importantissimi tesori del passato che gli archeologi e la sovraintendenza stanno studiando. Dalle varie stratigrafie si possono leggere diversi momenti storici, dall’epoca romana, ai tombaroli dell’800, ai più recenti bombardamenti della seconda guerra mondiale.

Una volta completati gli scavi archeologici, anche le ultime lavorazioni del cantiere verranno effettuate con mezzi Bobcat che saranno utilizzati per lo sgombero dello stesso.

Dal 2017 quasi tutta la flotta Bobcat di proprietà della ditta Lucci Salvatore è stata coinvolta in molteplici e complesse attività di restauro e manutenzione a Ercolano, Paestum e Pompei con diversi interventi tra i quali spicca l’intervento Regio Quinta che ha riscritto la data dell’eruzione grazie al ritrovamento di un graffito a carbone che cristallizza la data di ottobre anziché agosto.

Una partnership di successo

da sx: Gianpaolo Ruotolo, sales manager della concessionaria Esposito spa; Salvatore Lucci, amministratore della Lucci Salvatore srl e Domenico Lucignano, capocantiere della Salvatore Lucci.

Oltre alla piena soddisfazione per i mezzi, La Lucci Salvatore è legata da anni a Bobcat grazie alla competenza e affidabilità della concessionaria Esposito spa, distributore esclusivo Bobcat per la Campania.

Salvatore Lucci afferma: “Siamo fortemente legati alla concessionaria Esposito e in particolare alla collaborazione tecnica del consulente di vendita Gianpaolo Ruotolo, per la profonda attenzione verso la nostra azienda, per la prontezza in ogni necessità, per i servizi di assistenza e noleggio in occasione di più cantieri contemporanei. Il rapporto con Esposito è continuo, sappiamo di poter contare sul team, in ogni momento ed in qualsiasi modo. Esposito ci è risultata immediatamente affine per l’approccio moderno e strutturato. Non abbiamo mai percepito la scissione tra vendita ed assistenza. Con Esposito sappiamo di poter contare su un partner e non solo su un fornitore di beni e servizi”.

Gianpaolo Ruotolo, sales manager della concessionaria Esposito spa, commenta: “Lucci Salvatore rappresenta una delle più grandi aziende della Campania, ma anche del Sud Italia, per scavi archeologici e restauri. Un’azienda storica e di gran prestigio, con una precisa suddivisione dei ruoli tra Salvatore Lucci, che segue la strategia aziendale, il coordinamento dei cantieri oltre alle relazioni istituzionali e commerciali, e la sorella Ilaria Lucci che si occupa delle gare di appalto. La Lucci Salvatore è un’azienda pionieristica che Esposito è orgogliosa di poter servire con tutti i mezzi, le attrezzature e le soluzioni innovatore che Bobcat offre. Continueremo a proporre i nuovi prodotti incluso i GME, necessari per la manutenzione nei terreni nei cantieri archeologici.”

Scania Charging Access: ricarica per tutti

Scania 25 P BEV
Charging

Scania ha sviluppato Charging Access, accesso rapido e semplice ad una rete di ricarica europea adatta a flotte sia di camion che di bus, al fine di semplificare il processo di elettrificazione e offrire soluzioni di ricarica adatte alle esigenze dei propri clienti. Scania Charging Access offrirà costi stabili e prevedibili, con costi trasparenti, tramite un comodo sistema di fatturazione. I clienti potranno pianificare, gestire e pagare la loro ricarica pubblica attraverso un unico servizio. A partire da ottobre 2023, Scania Charging Access sarà lanciato in diversi paesi europei e verrà esteso per coprire le reti di ricarica pubbliche.

Scania Charging Access aiuterà a superare gli ostacoli e le difficoltà al momento della ricarica, offrendo una vasta rete e una gestione senza problemi”, afferma Fredrik Allard, Senior Vice President and Head of E-mobility di Scania. “Questo servizio sarà sicuramente accolto con favore dai trasportatori e dai loro clienti e contribuirà al successo dell’elettrificazione su larga scala di bus e veicoli industriali per trasporto merci in diverse applicazioni in Europa”.

I clienti potranno accedere al servizio attraverso My Scania (il portale Scania di gestione della flotta) e alla nuova app per conducenti Scania Driver. Con Scania Charging Access, disponibile anche per clienti con flotte miste, sarà possibile localizzare i punti di ricarica, calcolare la distanza da essi e monitorare le tempistiche di ricarica attraverso la funzione Range Support che permette di definire l’autonomia di un veicolo per raggiungere una determinata destinazione.

Valore aggiunto per tutti

Con questa iniziativa, miriamo a creare un servizio per la ricarica che rappresenti un valore aggiunto per il cliente grazie a informazioni affidabili e pertinenti su dove trovare le stazioni di ricarica adatte agli autocarri ed essere sicuri di pagare prezzi equi. Finora, i clienti hanno avuto difficoltà con diverse app, condizioni e fatture, non dissimili dal caos che gli utenti hanno sperimentato sul lato dei veicoli passeggeri”, afferma Allard.

La futura sinergia tra la rete di concessionari del Grifone e i principali fornitori di sistemi di ricarica per auto, permetterà ai clienti di sfruttare tutto il potenziale disponibile nei sistemi Scania Charging Access.

Il mondo dei trasporti sta aspettando un’evoluzione nella rete di ricarica pubblica. Scania Charging Access rappresenta una delle condizioni necessarie per una vera trasformazione dell’E-mobility nella nostra industria. L’obiettivo principale è infatti anche sviluppare l’infrastruttura e i servizi necessari per un trasporto sostenibile. Sono fiducioso che anche altri produttori di veicoli sosterranno questo sviluppo, attraverso l’introduzione di reti condivise per flotte miste per poter offrire ai clienti accesso alla rete di ricarica più ampia possibile in Europa”, afferma Allard.

Scania Charging Access sarà lanciato in ottobre, semplificando la ricarica e dando uno slancio ulteriore al processo di elettrificazione dei trasporti in tutta Europa.

Presentato in Portogallo l’eCanter Next Generation

Dopo l’anteprima europea all’IAA Transportation di Hannover, avvenuta a settembre del 2022, l’affiliata di Daimler Truck FUSO festeggia l’avvio della produzione in Europa  dell’eCanter, il truck leggero completamente elettrico. L’evento, svoltosi nello stabilimento di produzione di Mitsubishi FUSO Europe (‘MFTE’) di Tramagal, in Portogallo, ha visto la partecipazione di rappresentanti dell’Azienda e di ospiti del mondo della politica e dell’economia, riuniti per festeggiare l’uscita del primo esemplare di eCanter Next Generation dalle linee di montaggio europee.

Durante l’evento, Karl Deppen, CEO di Daimler Truck Asia, insieme ad Arne Barden, CEO di MFTE, hanno annunciato con orgoglio un’altra straordinaria pietra miliare dello stabilimento di Tramagal: il traguardo di 250.000 FUSO Canter prodotti in loco. Arne Barden: “Il team MFTE è orgoglioso di costruire qui a Tramagal l’iconico FUSO Canter, giunto ormai alla sua quinta generazione! Un sentito ringraziamento a tutta la squadra, che con impegno e maestria ha affrontato e superato a pieni voti le sfide connesse all’avvio della produzione dell’eCanter Next Generation.” Lo stabilimento MFTE di Tramagal costruisce il FUSO eCanter dal 1980.

Alla vigilia dell’evento, i rappresentanti dei media hanno avuto l’opportunità di osservare da vicino i nuovi veicoli durante una visita allo stabilimento e un esclusivo evento di guida sull’Autódromo do Estoril e sulle strade pubbliche circostanti, nonché di sperimentare in prima persona le prestazioni dell’eCanter Next Generation. Durante l’evento di guida, gli esperti di FUSO Europe hanno illustrato dettagliatamente le molteplici applicazioni possibili del nuovo veicolo e hanno fornito informazioni sulle soluzioni personalizzate per la mobilità elettrica.

L’eCanter Next Generation: pioniere di sostenibilità

Dall’introduzione dell’eCanter, avvenuta nel 2017, il marchio FUSO, affiliato giapponese di Daimler Truck, è considerato un pioniere ed un precursore dei truck elettrici e lavora costantemente all’implementazione di soluzioni di trasporto sostenibili. Sono ormai più di 550 gli eCanter FUSO impiegati nel lavoro dai Clienti di Europa, Giappone e Stati Uniti, nonché di Australia e Nuova Zelanda. La distanza totale percorsa dalla flotta globale di eCanter in modalità completamente elettrica, quindi a fronte di zero emissioni locali, ammonta ormai a oltre otto milioni di chilometri, pari a circa 200 circumnavigazioni del globo. L’eCanter Next Generation prosegue ora questa storia di successo e la eleva ad un livello nuovo. La produzione dell’autocarro leggero elettrico è iniziata nello stabilimento gemello di Kawasaki, in Giappone, già nel primo trimestre del 2023. Kawasaki fornisce il FUSO eCanter Next Generation in Giappone e in tutti gli altri mercati extraeuropei del mondo.

In Europa, il FUSO eCanter Next Generation sarà inizialmente in vendita in 17 mercati (Francia, Spagna, Portogallo, Italia, Regno Unito, Irlanda, Germania, Austria, Svizzera, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Svezia, Finlandia, Slovacchia, Grecia e Polonia).

Più varianti, più flessibilità

Per soddisfare ancor meglio le esigenze dei Clienti, FUSO ha fatto confluire nell’eCanter Next Generation diverse modifiche e perfezionamenti. Se finora l’autocarro elettrico era disponibile esclusivamente nella versione da 7,49 tonnellate con un passo di 3.400 millimetri, ora i Clienti possono scegliere fra sei passi compresi tra 2.500 e 4.750 millimetri e un peso totale ammesso compreso tra 4,25 e 8,55 tonnellate. La capacità di carico del telaio può raggiungere le 5 tonnellate. L’eCanter Next Generation viene azionato da un motore elettrico da 110 kW (varianti con peso complessivo 4,25 e 6 tonnellate) o 129 kW (varianti con peso complessivo 7,49 e 8,55 tonnellate) con catena cinematica ottimizzata e una coppia di 430 Nm; la velocità massima raggiunge gli 89 km/h (autolimitata).

A seconda del passo, sono disponibili tre diversi pacchetti batteria: S, M e L. Le batterie utilizzano la tecnologia delle celle al litio ferro fosfato (LFP). Queste sono caratterizzate soprattutto da lunga durata e da una maggiore energia utilizzabile. Il pacchetto batteria della variante S ha una capacità nominale di 41 kWh e consente un’autonomia fino a 70 chilometri. La capacità nominale della variante M è di 83 kWh e l’autonomia raggiunge i 140 chilometri. Come pacchetto più potente, la variante L offre una capacità nominale di 124 kWh e autonomie fino a 200 chilometri. Si tratta di una percorrenza di gran lunga superiore a quelle solitamente effettuate giornalmente per i servizi di distribuzione leggera. Attraverso il recupero di energia, è possibile aumentare ulteriormente l’autonomia e, allo stesso tempo, ridurre al minimo le interruzioni per le ricariche. Tanto per rendere l’idea: prima di oggi, l’eCanter offriva solo un’opzione di batteria, con capacità nominale di 81 kWh e un’autonomia massima di 100 chilometri.

Per quanto concerne la ricarica delle batterie, l’eCanter Next Generation è compatibile con tutte le tensioni di rete dei principali mercati. L’unità di ricarica supporta la ricarica sia a corrente alternata (AC) che a corrente continua (DC). Lo standard di ricarica è il Combined Charging System CCS ed è possibile la ricarica fino a 104 kW. La ricarica rapida in corrente continua dal 20 all’80% della capacità è possibile in circa 24 (S), 26 (M) e 39 minuti (L), a seconda del pacchetto batterie. La ricarica in corrente alternata (11 e 22 kW) richiede da quattro a sei ore circa, a seconda del pacchetto batteria.

Lo Stabilimento di Tramagal

Nell’ambito della sua strategia globale per la sostenibilità, lo stabilimento MFTE di Tramagal ha già ridotto le sue emissioni di CO2 passo dopo passo negli anni scorsi, riuscendo a raggiungere la neutralità carbonica della produzione alla fine del 2022. Per raggiungere questo traguardo, lo stabilimento MFTE ha, tra l’altro, ampliato costantemente l’uso di fonti di energia rinnovabili e ha effettuato il passaggio a fonti di energia verde. 1.200 pannelli solari sui tetti dei padiglioni producono fino a 350 megawatt di elettricità all’anno. Per il futuro, l’obiettivo è di produrre fino a 600 megawatt di elettricità. Oltre all’ampliamento degli impianti fotovoltaici, la sede di produzione sta anche testando tecnologie per la produzione locale di idrogeno verde.

La riduzione del consumo di acqua è un’ulteriore misura di sostenibilità su cui lo stabilimento sta concentrando i suoi sforzi: il nuovo impianto di trattamento delle acque dell’Azienda tratta già oltre il 60% dell’acqua industriale e la restituisce al ciclo produttivo. Allo stesso tempo, è in fase di realizzazione un sistema ottimizzato di raccolta dell’acqua piovana per un’irrigazione più sostenibile degli spazi verdi.

Mitsubishi FUSO Europe impiega nella sede di Tramagal circa 500 persone. L’Azienda è il più grande datore di lavoro della regione. Partendo dal Portogallo, i veicoli raggiungono 32 Paesi europei e il Marocco. Mitsubishi FUSO Truck Europe è un’importante industria esportatrice nonché il terzo costruttore di veicoli in Portogallo.

Per l’eCanter Next Generation di FUSO, ‘Made in Europe’ non si riferisce solo all’assemblaggio del veicolo a Tramagal: oltre il 50% dei componenti del truck elettrico proviene da oltre 90 diversi fornitori europei. In linea con la produzione del veicolo completamente elettrico FUSO eCanter, dall’anno scorso lo stabilimento MFTE sta convertendo gradualmente alla mobilità elettrica a zero emissioni l’intera flotta interna destinata alla logistica e allo stoccaggio.

Jekko espone all’APEX di Maastricht

Altro importante appuntamento fieristico per Jekko che dal 6 all’ 8 giugno parteciperà, assieme a più di 150 espositori, alla decima edizione di APEX che si terrà presso il complesso fieristico MECC di Maastricht, in Olanda.

I 120 mdello stand n°640, situato nell’area espositiva interna, ospiteranno i seguenti modelli Jekko:

Le mini gru della linea SPX saranno presenti  ad APEX in versione elettrica con:
SPX328 il modello dalla capacità massima di 2800kg lanciato su mercato lo scorso ottobre con una la sua interfaccia utente del tutto rivoluzionaria su schermo touch da 10’’.
SPX532 SPX650 modelli di taglia superiore e ormai consolidati come prodotti di punta, dalla capacità massima rispettiva di 3200kg e 5000kg.

Per la gamma dei minipicker, ad APEX verranno esposti MPK06 e MPK10.
Rispettivamente i due minipicker dalla capacità massima di 600 e 900 kg, utilizzabili al tempo stesso come gru a gancio e robot per vetro tramite il manipolatore a ventose.

Per la linea Accessori non mancherà invece JVM800manipolatore per vetro dalla capacità massima di 800 kg, installabile su qualsiasi tipo di gru e dotato di radiocomando indipendente per la movimentazione.

SPX328 una macchina all’avanguardia

Jekko con questo nuovo modello lancia un prodotto moderno, innovativo, funzionale  pratico, che necessita di formazione minima e che accompagna l’operatore in tutte le fasi di lavoro, semplificandone i processi e rendendo facile anche il lavoro più difficile. Dalla stabilizzazione alla manovra,il gruista viene guidato in modo chiaro ed esplicativo per tutta la durata del lavoro. Il concetto “User-Friendly” di questo modello è racchiuso nello schermo touch che permette di impostare il lavoro in modo guidato.

È proprio questo l’elemento primario di SPX328, ideata e sviluppata sia per gli operatori entry level che per gli utilizzatori esperti e adatta soprattutto alle flotte di grandi noleggiatori.

Si tratta di una minigru cingolata da porta singola, con capacità massima di 2800 kg, alimentata con batterie agli ioni di litio LiFe-PO4.

SPX328 è la prima minigru al mondo a disporre di jib elettrico, dalla portata massima di 500 kg. Un prodotto che, come tutti gli altri di Jekko, verrà particolarmente apprezzato ad APEX.

Il cantiere a impatto zero secondo Tesmec

Lo staff di Tesmec presente al Samoter

Il Gruppo Tesmec, leader nel mercato delle tecnologie dedicate alle infrastrutture (reti aeree, sotterranee e ferroviarie) per il trasporto di energia elettrica, dati e materiali (petrolio e derivati, gas e acqua), nonché delle tecnologie per l’estrazione in cave e miniere di superficie, ha mostrato al Samoter la propria proposta di soluzioni sostenibili e innovative, due elementi che più di ogni altro emergono quale binomio vincente tra sviluppo tecnologico e rispetto delle politiche ambientali.In questa prospettiva si inserisce quindi perfettamente una grande novità che è stata presentata ufficialmente alla fiera: l’e-Sidecut, il primo concept di trencher Tesmec full electric, progettato per l’implementazione di reti di fibra ottica e primo passo verso una nuova gamma completa di trencher a zero emissioni. La nuova architettura modulare elettrica, inoltre, raddoppia l’efficienza da serbatoio a ruota del nuovo trencher rispetto alle macchine tradizionali basate su motore a combustione e riduce notevolmente l’impatto acustico e il costo del lavoro.

Un nuovo trencher radiocontrollato

Tesmec ha presentato anche un’altra macchina innovativa e versatile: MCT 400, un nuovo trencher radiocontrollato, utilizzato per lo scavo di trincee per l’installazione di fibra ottica e di reti di distribuzione. Il nuovo trencher è stato progettato da Tesmec per affrontare le sfide più impegnative e complesse del settore, consentendo ai clienti di aumentare la produttività e migliorare la qualità del lavoro. Grazie ai gruppi di scavo intercambiabili, inoltre, MCT 400 può essere utilizzato per più applicazioni, sia in contesti urbani sia extraurbani. Inoltre, il modello è predisposto anche per la posa meccanizzata di cavi e tubi, grazie al kit di rulliere, porta bobina e cassone di posa. In linea con la filosofia Tesmec di digitalizzazione del prodotto intrapresa negli anni, il nuovo MCT 400 è inoltre dotato di TrenchIntel, SmartTracker, TrenchTronic 5.0 e sistema Re.M, tecnologie atte alla semplificazione d’uso quotidiano e alla gestione da remoto.

Nell’ottica di integrare il pacchetto tecnologico per un cantiere all’avanguardia, Tesmec ha presentato inoltre le più recenti tecnologie di mappatura e rilevamento dei sottoservizi e di digitalizzazione di strade e opere pubbliche, tra cui il Georadar Explorer 3.0, un dispositivo mobile lidar e alcuni droni. 

FPT Industrial ed Edison Next per la sostenibilità

FPT Industrial, brand Iveco Group dedicato alla progettazione e produzione di soluzioni per la mobilità a basso impatto ambientale, ed Edison Next, società del Gruppo Edison che accompagna aziende e territori nel loro percorso di decarbonizzazione, annunciano la realizzazione della prima stazione di biomonitoraggio attraverso le api nel comprensorio FPT Industrial di Torino Stura. FPT Industrial prosegue il suo impegno nei confronti della sostenibilità, che si traduce nella riduzione costante dell’impatto dei prodotti e dei processi sull’ambiente circostante e nei numerosi progetti di supporto alle comunità locali. Edison Next è costantemente impegnata nello sviluppo di percorsi di transizione energetica che tutelino l’ambiente, oltre che attraverso un utilizzo efficiente delle risorse, anche salvaguardando gli ecosistemi e la biodiversità.

Le api sono considerate “sentinelle della qualità dell’aria” perché costituiscono un indicatore biologico affidabile dello stato di salute dell’ambiente e svolgono una funzione strategica per la salvaguardia della biodiversità. Sono infatti creature molto sensibili ai cambiamenti ambientali causati da agenti inquinanti e, insieme ai loro prodotti (miele, cera, polline, propoli, pappa reale), sono un biosensore completo, in grado di fornire una mole notevole di informazioni sullo stato di salute dell’ambiente. Attraverso l’impollinazione, inoltre, le api svolgono un ruolo importante per la conservazione della flora.

Uno stabilimento a emissioni zero

Per FPT Industrial, e in particolare presso questo comprensorio, Edison Next gestisce i servizi energetici e ambientali: dalla produzione e distribuzione di energia termica ed elettrica, alla produzione di vapore e acqua per il riscaldamento e il raffrescamento, fino agli scarti di produzione e alle acque reflue.

Nello stesso sito, Edison Next ha contribuito alla realizzazione, con soluzioni energetiche innovative, del nuovo stabilimento ePowertrain, inaugurato lo scorso ottobre e interamente dedicato alla produzione della gamma elettrica di FPT Industrial. Il nuovo stabilimento ha segnato un’altra tappa importante nel percorso di decarbonizzazione del brand e nella sua strategia verso il raggiungimento di zero emissioni nette di CO2 per i suoi prodotti e per tutte le sue attività industriali.

Il nuovo sito produttivo è il primo stabilimento totalmente carbon neutral di Iveco Group e genera energia rinnovabile grazie ai pannelli solari applicati sulla facciata e a tecnologie innovative come la “mini Wind Tower” e lo “Smartflower”, installati da Edison Next. Al suo interno è stato anche realizzato l’Iveco Group Sustainability Garden, un’area di 6.000 mq piantumata con 100 piante di specie autoctone resistenti alla siccità, con un’ottima capacità di assorbimento di CO2.

FPT Industrial monitora l’impatto ambientale dei propri siti produttivi anche tramite l’applicazione della metodologia BRE – Biodiversity Risk Evaluation. Messa a punto nel 2018, fornisce informazioni sulla biodiversità nei dintorni dello stabilimento, misura i rischi associati all’attività industriale e definisce un quadro di interventi capaci di limitare i fattori che possono influire negativamente sul mantenimento della biodiversità. Nel comprensorio FPT Industrial di Torino, la BRE è stata applicata da novembre 2021 attraverso osservazioni delle aree naturali protette circostanti, come il Parco del Meisino, alla confluenza tra il Po e la Stura di Lanzo.

Le stazioni di biomonitoraggio sono uno dei molti elementi della strategia FPT Industrial mirata a realizzare, attraverso processi e prodotti sempre più sostenibili, azioni concrete di contrasto all’inquinamento, protezione ambientale e salvaguardia delle risorse naturali.

Alessandro Scopinich nuovo BD di CASE

Alessandro Scopinich

CASE ha annunciato la nomina di Alessandro Scopinich a Business Director per l’Italia e per l’Europa Centro-Orientale.

Il nuovo responsabile, laureato a Genova in ingegneria meccanica, vanta una lunga esperienza nel settore del movimento terra, dove ha ricoperto posizioni dirigenziali a livello Sales, Service, Rental e Gestione grandi clienti.

Alessandro Scopinich ha affermato: “Sono entusiasta e onorato del nuovo incarico. CASE ha una squadra molto affiatata e una gamma completa e tecnologicamente avanzata di macchine e servizi. La rete dei dealer CASE, alla quale cercherò di integrare tutta la mia esperienza fatta sul campo in questi anni, è l’altro punto di forza del brand e assieme a loro mi auguro di superare le aspettative dei nostri clienti.”

Alessandro Scopinich sostituisce Barbara Caporali che ricopre ora la posizione di Head of Network Development Europe, presso CNH Industrial.

Cassinelli nuovo Head of Sales Europa

Graziano Cassinelli

La nomina di Alessandro Scopinich segue quella di Graziano Cassinelli che il mese scorso era stato nominato CASE  Head of Sales Europa per i marchi Construction di CNH Industrial. L’incarico si aggiunge a quello di Responsabile Global Rental & Used e a quello di Responsabile dei Key Account per il segmento construction.
Cassinelli porta in questo ruolo un bagaglio di conoscenze ed esperienze che contribuiranno a incrementare l’attività dei concessionari. Cassinelli ha ricoperto ruoli di responsabilità per diversi costruttori di macchine movimento terra in Europa e in Estremo Oriente; inoltre, ha sviluppato e gestito reparti dedicati al noleggio e all’usato.
Subentra nel nuovo ruolo a Nicola D`Arpino che cambia posizione all’interno dell’azienda.

La nuova MXE 170 su Piaggio Porter NP6

La nuova piattaforma articolata MXE 170  di Multitel Pagliero  montata su un veicolo Porter NP6 di Piaggio si conferma regina dei piccoli spazi. 

Il 2022 di Multitel Pagliero è stato straordinario: 2.220 le piattaforme autocarrate prodotte. Risultato raggiunto con un incremento della produttività da 41 (gennaio) a 51 (novembre/dicembre) unità a settimana. Uno sforzo organizzativo globale che ha permesso la consegna di 2.255 macchine, di cui 70% all’estero e 30% in Italia.

Archiviato l’anno, l’azienda si è concentrata su nuovi obiettivi, il primo dei quali è il lancio della piattaforma articolata MXE 170 su Piaggio Porter NP6 Long Range, con alimentazione GPL e benzina. Un’autocarrata con altezza di lavoro di 16,90 m, sbraccio orizzontale di 7,50 m, UP&OVER a 6,8 m e portata massima in cesta di 250 kg (2 persone).

Ideale in spazi ristretti

Le caratteristiche sono quelle di una macchina studiata per l’impiego nelle strette vie dei centri urbani o storici e, genericamente, nelle aree di lavoro con poco spazio. Contenuto il peso con un PTT di 2800 kg, che consente di muoversi su superfici delicate, ridotta la lunghezza (5.850 mm), mentre la stabilizzazione è di soli 1.800 mm.

Alla complessiva compattezza si abbina la ridotta altezza (2.550 mm) che ne fa una delle piattaforme più compatte su Piaggio NP6.

La scelta del GPL, oltre a garantire il risparmio dei costi e minor inquinamento, permette la circolazione urbana in tutte le ore del giorno, senza i vincoli dovuti ai blocchi del traffico. Semplice da usare, può essere impiegata per lavori edili, manutenzioni, installazione e posa, ristrutturazione e pulizia oltre a lattoneria, potatura e molto altro ancora.

L’operatore può aggirare eventuali ostacoli e posizionarsi con precisione sull’area di lavoro, grazie alla rotazione della torretta di 400° e la cesta autolivellante da 1,20 x 0,70 m in grado di ruotare 50°+50°.

Lo sbraccio, con il limitatore di momento, è in funzione del carico e garantisce sicurezza nei movimenti. EVE, l’elettronica evoluta Multitel Pagliero assicura velocità, linearità e fluidità dei movimenti verticali e orizzontali. Perciò niente strappi, ma fuoriuscita degli sfili e sollevamento del braccio sempre in perfetto equilibrio e correzioni immediate. Opzionale la telemetria, con localizzazione GPS, visualizzazione dello stato della macchina, parametrizzazione e diagnosi a distanza.

Il noleggio? A qualcuno piace freddo

Autovictor, al fine di offrire un servizio realmente a 360°, sta investendo tantissimo nell’ampliamento della flotta dedicata al noleggio a freddo, che attualmente comprende circa 210 mezzi tra piattaforme aeree, sollevatori telescopici, pick&carry, autogrù fuoristrada e carrelli elevatori.

Nel mondo del sollevamento Autovictor è molto conosciuta e apprezzata per il noleggio con operatore delle sue potenti autogrù, attività seguita in tutti i dettagli: dalla progettazione dell’intervento alla sua attuazione. Ma Autovictor non è solo autogrù, è una società poliedrica che negli anni ha implementato sempre più il noleggio a freddo, grazie a una flotta particolarmente fresca e aggiornata a livello tecnico, cui si aggiunge un servizio di prim’ordine.

A freddo conviene

Alessandro Gino

Il noleggio a freddo, soprattutto per quanto concerne i sollevatori telescopici e le piattaforme aeree”, spiega Alessandro Gino, direttore operativo di Autovictor, “è una soluzione strategica. È un vero e proprio plus per i nostri clienti, verso i quali possiamo offrire un servizio a 360°. In questo modo, infatti, ogni cliente di Autovictor beneficia di un unico interlocutore. Parlando con noi ogni cliente può avvalersi infatti dei servizi a caldo, del trasporto e anche del noleggio a freddo. Spesso, nei cantieri in cui operiamo con i mezzi più grandi, serve anche un sollevatore telescopico per le attività di assemblaggio, oppure necessita una piattaforma aerea per portare in quota il personale a posizionare i vari pezzi movimentati. Di conseguenza grazie alla nostra flotta a freddo anche per i cantieri più complessi ogni cliente ha la possibilità di rivolgersi ad Autovictor con la certezza di avere un servizio completo e professionale sotto tutti i punti di vista”.

Ovviamente il noleggio a freddo non concerne solo i grandi cantieri, ma spesso ha altre caratteristiche, legate a tempi brevi e a interventi “mordi e fuggi”, ad esempio nel caso dell’impiantistica, della lattoneria, dell’imbiancatura e via di questo passo.

Anche per queste situazioni”, riprende Gino, “Autovictor è una scelta vincente, perché abbiamo sempre creduto in questa tipologia di noleggio, che abbiamo iniziato nei primi anni Novanta. Siamo stati fra i primi a inserire le piattaforme aeree montate su patente B come alternativa al ponteggio e nel tempo abbiamo strutturato una flotta che è in continuo ampliamento e miglioramento con l’introduzione di nuovi mezzi”.

Flotta diversificata e tecnologica

Come si conviene a un noleggiatore che prende molto sul serio la propria attività, la flotta di Autovictor è decisamente numerosa e qualitativamente ineccepibile.

Per tutte le nostre macchine abbiamo puntato esclusivamente su marchi di primissimo livello”, continua il Direttore Tecnico. “Iniziando dalle piattaforme aeree, la nostra flotta comprende parecchie autocarrate Socage patenti B, da 20 a 27 m di altezza, cui seguono le patenti C, sempre Socage, da 28, 30, 37, 50 e 54 m. Per quanto concerne le piattaforme semoventi, tutte a marchio JLG e Haulotte, abbiamo gli scissor da 15 a 18 m, e parecchie piattaforme articolate e telescopiche in versione diesel o elettrica, che vanno da un minimo di 7 m a un massimo di 60 m, per un totale di circa 110 unità. Decisamente importanti anche i sollevatori telescopici, fissi e rotativi, tutti a marchio Manitou o Magni. Una sessantina di macchine che nelle ultime settimane sono state implementate con alcuni nuovi telehandler: due Manitou MRT 2260 da 6.000 kg di portata e 21,80 m di altezza, e altrettanti Magni RTH 6.21 da 6.000 kg di capacità di sollevamento e 20,80 m di altezza massima”.

La flotta disponibile per il noleggio a freddo si completa con i carrelli elevatori tradizionali, elettrici e diesel, le minigrù e una decina di autogrù fuoristrada dalle 30 alle 60 t di portata.

Un approccio diversificato

Autentico specialista del settore, Autovictor sa quindi destreggiarsi in entrambi i mondi che contraddistinguono il noleggio. “Il noleggio a caldo e quello a freddo”, puntualizza Alessandro Gino, “si configurano con caratteristiche, organizzazione, attenzione al cliente e servizio molto differenti. Focalizzandoci sul noleggio a freddo si devono avere mezzi nuovi ed efficienti, rispondere alle caratteristiche richieste dal cliente e saperlo consigliare nel definire il tipo di mezzo più idoneo a quanto deve fare. Poi è necessario dare un servizio costante di assistenza e seguire il cliente per tutti gli aspetti che concernono la formazione del suo personale (e per questo abbiamo messo a punto un’attività formativa di tutto rispetto e decisamente apprezzata). Infine è d’obbligo il pronto intervento in caso di guasto, non solo per eventuali avarie del mezzo a noleggio, ma anche nel caso in cui sia lo stesso cliente ad aver danneggiato la macchina. In entrambe le situazioni Autovictor offre sempre un mezzo sostitutivo, durante il periodo in cui la macchina è in riparazione”.

Il noleggio a freddo di Autovictor attraverso le varie filiali copre un’area particolarmente estesa che comprende l’intero nord e centro Italia. “Il nostro”, conclude Alessandro Gino, “è un noleggio estremamente specializzato sul sollevamento, infatti non abbiamo alcuna intenzione di entrare nel settore del movimento terra. Siamo in grado di seguire noleggi a breve, medio e lungo termine. Per quest’ultima opzione c’è una grande sinergia con i nostri clienti: in molti casi dopo esserci confrontati con il cliente andiamo ad acquistare esattamente il mezzo che risponde a quella determinata applicazione e quindi operiamo un noleggio di 24/36 mesi. Proprio questa nostra disponibilità e specializzazione è molto apprezzata sul mercato, così come ci viene riconosciuto l’impegno nel creare una flotta numerosa e tecnicamente molto avanzata. Certo la fama di Autovictor è ancora molto legata al nolo a caldo, ma sono certo che i nostri sforzi sul noleggio senza operatore saranno ancor più premiati da un mercato che sta diventando sempre più maturo e consapevole e che ricerca un’elevata professionalità”.

Autovictor è sa tempo associata ad Assodimi/Assonolo, punto di riferimento in Italia per l’intero mondo del noleggio a freddo.