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Samoter 2.0

Pe webI risultati positivi della 29° edizione di Samoter, quest’anno in combinazione con Asphaltica (Salone europeo internazionale alla filiera dell’asfalto), sono anche il frutto di un’efficace campagna web ha utilizzato in modo strategico e integrato tutti gli strumenti della comunicazione online, a partire dal social media marketing fino alle più tradizionali newsletter.

Per quanto riguarda i social media Samoter ha proposto la campagna La passione di costruire insieme” che coinvolgeva gli utenti chiedendo loro di inviare foto e frasi a tema. Numerosi i contenuti inviati dagli utenti, a dimostrazione di quanto il pubblico degli specializzati sia sensibile al tema, post che hanno generato un alto indice di interazione con i fan della pagina Facebook e i follower del profilo Twitter.

Samoter (la cui prossima edizione sarà dal 22 al 25 febbraio 2017),  ha inoltre potenziato l’interazione con gli utenti grazie all’implementazione di una campagna di social media marketing con post sponsorizzati Facebook ads che ha conquistato circa 5.000 nuovi fan. A conti fatti sono ben 1.362.089 le persone che hanno visualizzato i post Samoter su Facebook e 3.135.436 le visualizzazioni dei contenuti legati alla pagina.

Anche su Twitter Samoter ha guadagnato un suo posizionamento di tutto rispetto conquistando numerosi nuovi fan e un alto tasso di interazione con tweet, retweet e preferiti grazie a un piano editoriale strutturato che prevedeva contenuti legati al brand, virali e di intrattenimento, piano che è stato studiato ad hoc e implementato anche per la piattaforma Facebook.

Non solo social media: le newsletter mensili, strumento più classico ma certamente non meno efficace, sono state spedite a oltre 80.000 indirizzi nazionali ed internazionali.

Sono stati poi creati più di 100 banner pubblicati su siti di terzi e sono state inviate 30 DEM a target list di settore.

Non meno rilevanti sono le campagne visitatori svolte attraverso Google Adwords allo scopo di promuovere la registrazione online e l’acquisto in prevendita dei biglietti. La campagna per visitatori ed espositori ha coinvolto un network di centinaia di migliaia di siti di settore.

Genie. Un importante esordio ad Apex

Per webGenie ha introdotto una significativa aggiunta  alla propria linea di prodotti con  il lancio di un modello completamente nuovo di piattaforma  Z, leggera, compatta e ad azionamento elettrico, in occasione della manifestazione APEX, che si svolge in questi giorni nei Paesi Bassi.

Progettata per  l’uso in interventi di manutenzione sia in interni che in esterni,  la nuova piattaforma Genie ® Z™-33/18 è particolarmente adatta all’impiego in cantieri congestionati e con  pavimentazione sensibile .  I clienti possono ammirare il nuovo sollevatore Genie Z-33/18 presso gli stand 350 e 450 dell’APEX.

Fabbricata in Europa per soddisfare le esigenze dei clienti europei, questa nuova, versatile piattaforma articolata di Genie pesa solo 3640 kg ed ha un’altezza da terra di soli 15 cm. Particolarmente adatta all’impiego su pavimentazione sensibile quale quella di aeroporti, centri commerciali e teatri, oltre che alle normali attività di manutenzione in esterni, la nuova piattaforma Z-33/18 è ricca di caratteristiche che  la rendono ideale in cantieri congestionati.  Tra le principali troviamo gli pneumatici antitraccia adatti a diversi tipi di pavimentazione, lunghi cicli di lavoro grazie alla trasmissione a CA a basso consumo, un raggio di sterzata ridotto per un’eccellente manovrabilità, la possibilità di traslazione con il braccio completamente sollevato, oltre a tutti i vantaggi offerti dal sistema FastMast™ Genie ®, che consente di ridurre i tempi di sollevamento della piattaforma da terra all’ altezza massima di lavoro.

Sinistra“Si tratta di un modello completamente nuovo, progettato a partire da zero per offrire una combinazione ottimale di leggerezza, compattezza ed altezzadi scavalcamento, il tutto completato da una potente trazione. I nostri clienti ci chiedono piattaforme versatili, adatte al sollevamento in ambienti interni su superfici sensibili, ma anche in grado di muoversi con agilità in cantieri in esterni di manutenzione generica” afferma Carlo Forini, Direttore  Business Development & Product Management per Terex AWP EMEAR. “Sebbene questo prodotto sia stato sviluppato per il mercato europeo, si tratta di una navicella Genie di nuova generazione che offre caratteristiche ed applicazioni adatte per i clienti di tutto il mondo”.

Dotato di un interasse compatto di 1,9 m che permette il superamento di pendenze  del 30%, il sollevatore articolato Genie Z 33/18 vanta un’altezza di lavoro di 12 m, uno sbraccio di 5,6 m e un’altezza di scavalcamento di 4,28 m.  Con una piattaforma lunga 76 cm e larga 1,16 m, la navicella ha una capacità di sollevamento di 200 kg.

Per facilitare il trasporto, la piattaforma in posizione chiusa misura soltanto  1,50 m di larghezza e 4,17 m di lunghezza. Lavelocità di traslazione raggiunge i 6 km/h ed il braccio è azionato da una corrente da 48 V CC 315 Ah.

DestraGenie è rinomata per la capacità di progettare i propri prodotti nell’ottica della facilità di manutenzione e il nuovo prodotto non delude certo le aspettative.  Oltre alla facilità di accesso ai componenti della macchina, la nuova piattaforma Genie Z-33/18 presenta sensori di prossimità opportunamente protetti all’interno del braccio per evitare danni. Grazie all’uso dello stesso sistema di controllo impiegato su tutta la gamma delle piattaforme articolate Genie, i tecnici potranno sfruttare la propria esperienza  a  per una manutenzione ed una riparazione dei guasti più semplice e veloce.

Quali elementi distintivi di questa nuova generazione di prodotti Genie, la nuova piattaforma Z-33/18 presenta inoltre un look tutto nuovo e caratteristiche ergonomiche migliorate.

La nuova piattaforma articolata Genie Z-33/18 sarà disponibile in Europa, Medio Oriente, Russia ed Africa (EMEAR) nel corso del 4° trimestre 2014. La disponibilità in altre aree geografiche è prevista per il 1° trimestre 2015.

 

Prodotti su misura per Euroswitch

Per webEuroswitch di Sale Marasino (Bs) ha confermato nel tempo la propria vocazione ad essere un’azienda fortemente orientata alla customizzazione dei prodotti in funzione delle esigenze della clientela e delle richieste che provengono da un mercato in continua evoluzione.

L’azienda, com’è noto, progetta e produce Sensori di Livello, Pressostati, Termostati, Vuotostati, Sensori di temperatura e di Rotazione, di alta qualità per tutte le tipologie applicative.

Uno dei “plus” offerti è proprio la possibilità di “personalizzare” i prodotti in base alle specifiche della committenza. Spesso le soluzioni vengono adottate attraverso il confronto col cliente stesso e l’analisi della sua realtà produttiva, accompagnandolo in un percorso di ottimizzazione e di crescita del proprio business.

Prodotti “su misura”, quindi, secondo il lay-out con cui da anni Euroswitch ama identificare la sua campagna d’immagine. Prendiamo i Sensori di temperatura: Euroswitch propone una vasta gamma di Sonde e Sensori, personalizzati su richiesta del cliente, per qualsiasi necessità di controllo o regolazione della temperatura. I prodotti sono applicati nei seguenti settori: macchine agricole e movimento terra, refrigerazione, riscaldamento, macchine da caffè, distributori automatici di bevande, elettrodomestici,  automotive, strumentazione etc.

L’intervento della divisione Ricerca&Sviluppo consiste nel modificare e adattare aspetti quali il “case” (corpo”) del sensore, i materiali da cui è composto e la dimensione, la curva del varistore (NTC-PTC-PT100 etc.) ovvero gli elementi sensibili, il tipo di connessione elettrica.

Tra le tante novità che l’azienda ha lanciato recentemente, segnaliamo l’innovativo Sensore di Temperatura e Livello con uscite separate da 4-20mA, nato per soddisfare principalmente i costruttori di grandi centrali oleodinamiche, che vogliono avere in contemporanea il duplice controllo dei parametri di livello e di temperatura dell’olio utilizzato.

Il nuovo prodotto riunisce in un unico strumento, in grado di trasformare direttamente i segnali ohmici degli elementi sensibili in segnali  standardizzati da 4-20mA,  le prerogative di un sensore di temperatura e di un sensore di livello in continuo.

Mediante plc è possibile controllare in continuo il valore di temperatura e livello e regolare le eventuali soglie di intervento ed allarme.

Il prodotto annovera, tra i vantaggi, la facilità d’installazione ed il costo competitivo.

 

Nuovo Customer Center per Volvo CE in nord America

Da sinistra Brad Stimmel,  Presidente di  Volvo CE Dealer Advisory Council, Björn Lyrvall,  ambasciatore svedese in Usa, Scott Perry, rappresentante del Congresso Usa,  Göran Lindgren, Presidente di Volvo CE America,  Bill Shuster, rappresentante del Congresso Usa, Lou Barletta, rappresentante del Congresso Usa, Richard Alloway, senatore della Pennsylvania, e  Rob Kauffman, Rappresentante della Pennsylvania
Da sinistra Brad Stimmel, Presidente di Volvo CE Dealer Advisory Council, Björn Lyrvall, ambasciatore svedese in Usa, Scott Perry, rappresentante del Congresso Usa, Göran Lindgren, Presidente di Volvo CE America, Bill Shuster, rappresentante del Congresso Usa, Lou Barletta, rappresentante del Congresso Usa, Richard Alloway, senatore della Pennsylvania, e Rob Kauffman, Rappresentante della Pennsylvania

Volvo Construction Equipment (Volvo CE) ha inaugurato a  Shippensburg (Pennsylvania)  il suo nuovo Customer Center per il  nord America, un investimento di 100 milioni di dollari che aveva annunciato nel 2011 e che conferma l’impegno a lungo termine della compagnia nei confronti del mercato nord americano. L’inaugurazione di questa struttura rappresenta il consolidamento delle attività di Volvo CE sul territorio e comprende anche il trasloco del quartier generale dedicato alle vendite dal nord Carolina alla Pennsylvania e la localizzazione produttiva  a Shippensburg.

“L’investimento che abbiamo fatto dimostra che Volvo è più che mai in grado di supportare i propri dealer e di offrire prodotti e Servizi di prim’ordine ai propri clienti”, ha affermato Göran Lindgren, presidente di Volvo CE per l’America.

Il Customer Center, che sorge su un’area di 40 acri, è uno spazio che abbina le attività di vendita con quelle formative ed è attrezzato per le visite di dealer e clienti e per l’organizzazione di eventi su larga scala come gli ormai famosi Volvo Days.

Comprende uno spazio di 1,858 m² denominato  Customer Event Facility  ed espressamente dedicato ai visitatori e  un’area demo in cui è possibile vedere oltre 70 modelli  macchine in reali condizioni operative, oltre a uno shopping corner e alla Heritage Hall, che illustra la storia di Volvo. Prossimamente vi sarà anche un Road Institute per la formazione specifica degli operatori.

Lo stabilimento di Shippensburg produce oltre 50 modelli di macchine  che comprendono pale gommate, macchine per la compattazione del terreno , grader, finitrici e impiega circa 1000 persone.

BSM: il cuore oltre l’ostacolo

Per web

di Costantino Radis

In un mercato completamente impazzito sono pochi i valori che resistono all’onda anomala che sta travolgendo il settore delle costruzioni. Fra questi la professionalità e la voglia di continuare a essere un sicuro punto di riferimento. Due punti essenziali su cui punta la BSM  (Brescia Macchine MovimentoTarra) di Brescia

Bisogna risalire al lontano 1973, ben quattro decenni fa, per vedere la nascita della BSM.

A San Zeno sul Naviglio, all’inizio della piana bresciana, prendeva vita una delle realtà che nel tempo si è maggiormente affermata nel settore della vendita e assistenza di macchine per le costruzioni con un DNA che l’ha portata, fin da subito, a impegnarsi con convinzione nel movimento terra pesante.

Massey Ferguson, Hanomag, Fiatallis, Simit, Fiat-Hitachi. Questi sono i marchi principali che, dalla fondazione fino al 2003, hanno accompagnato la storia di questa azienda conosciuta e stimata anche fuori dai confini regionali.

Dal 2003 in poi la BSM ha legato il proprio nome al colore arancio di Hitachi e, dall’inizio del 2013, ha associato ai prodotti del costruttore giapponese anche l’ampia gamma di macchine per edilizia di Wacker Neuson.

Parlare di BSM significa per forza di cose parlare della famiglia Tempini, con il sig. Sergio fra i fondatori dell’azienda, sempre in prima linea a supporto di clienti e collaboratori.

Nel tempo è divenuto il cuore e il cervello della BSM che oggi gestisce insieme al figlio Marco, responsabile commerciale.

Una storia di competenza, professionalità e passione per il proprio lavoro che ha portato la BSM a divenire un punto di riferimento non solo per le imprese che operano nel settore edile ma anche per le grandi cave del Botticino e, più in generale, delle valli lombarde, per le grandi industrie siderurgiche, per gli impianti di selezione e vagliatura inerti, i produttori di calcestruzzo e le cementerie.

Ma non solo.

Uno sguardo su altri orizzonti

A destra Sergio Tempini, co-fondatore della BSM nel 1973, insieme al figlio Marco, attuale direttore commerciale:
A destra Sergio Tempini, co-fondatore della BSM nel 1973, insieme al figlio Marco, attuale direttore commerciale:

La professionalità della BSM ha quella necessaria visione per riuscire a superare la forte crisi economica, che tutti stiamo vivendo, con una apertura verso quei mercati che possono offrire nuove opportunità di business.

Tra questi anche lo scenario legato all’agricoltura.

La piana che parte da Brescia e va verso Mantova, altra storica provincia di attività della BSM, è piena di aziende agricole che stanno sempre più scoprendo le potenzialità delle macchine movimento terra.

«Si tratta di andare incontro alle esigenze di un largo bacino di utenza» ci spiega Marco Tempini «che sta allargando il proprio campo di azione verso settori collaterali all’agricoltura strettamente intesa».

E continua «Impianti di biogas, sfruttamento di legname che prima non era economicamente interessante, esigenze manutentive più stringenti rispetto al passato per consentire un uso sempre più intenso dei trattori: tutte queste necessità spingono le aziende agricole verso macchine diverse rispetto al classico trattore».

La scelta di stringere accordi con dei partner di alto profilo che non siano strettamente presenti solo nel classico settore delle costruzioni è quindi un obbligo per riuscire a dare delle risposte professionali.

Per web«Ovviamente il nostro core business rimangono sempre le costruzioni» ribadisce Tempini «anche perché sappiamo molto bene che non ci si può improvvisare esperti dall’oggi al domani. Rimane però indubbio che ci siano macchine e soluzioni tipiche del movimento terra che meglio di altre si adattano per risolvere problematiche tipicamente agricole».

«Cercare nuove nicchie di mercato» ci spiega Sergio Tempini «è una delle necessità professionali di oggi. Quando iniziai questo lavoro la situazione era completamente diversa rispetto a oggi: il paese era in piena crescita, c’era molto da fare, il problema era di essere presenti e tempestivi per andare incontro alle esigenze dei clienti in continua espansione».

«Oggi occorre un continuo aggiornamento tecnico e professionale» gli fa eco il figlio Marco «per riuscire a capire quale prodotto potrebbe essere la soluzione migliore per il cliente specifico. Occorre poi saperlo proporre e spiegare in modo che le idee e i preconcetti svaniscano e si agisca sulla convenienza economica per spingere le persone a effettuare l’investimento».

E a volte non basta.

Partner di primo piano

FOTO_005Non è un caso se, per portare a casa dei risultati anche in periodi così difficili, la BSM abbia consolidato alleanze commerciali con marchi che fanno della qualità la propria bandiera.

«Abbiamo sempre cercato di puntare a prodotti di valore» ci spiega Sergio Tempini «fin dai tempi della fondazione della BSM nel 1973. Se oggi abbiamo marchi come Hitachi, Wacker Neuson, Wirtgen, Metso, OMG (carrelli elevatori nda), Socomec, Simex e Holder (veicoli portattrezzi multifunzione nda) non è un caso».

La scelta dei partner commerciali è infatti la base per poter proporre soluzioni personalizzate e di qualità. Per contro, il costruttore di qualità non si affida a strutture che non abbiano una comprovata esperienza nel settore e una tradizione di serietà che sia garanzia di un lavoro svolto nell’interesse comune.

WN_001«L’alleanza stretta con Wacker Neuson» ci spiega Marco Tempini «rientra perfettamente nella strategia aziendale di proporre soluzioni alternative e di qualità ai nostri clienti. Ci sono alcuni ritrovati tipici del marchio, come per esempio il Vertical Digging System (VDS) che stanno raccogliendo un grande consenso e che, in agricoltura, risolvono problematiche che comportano tempi e costi aggiuntivi non da poco».

«Grazie a questa e ad altre soluzioni specifiche» ci spiega Tempini «come per esempio gli escavatori gommati compatti 6503 e 9503, o il cingolato 14504 che ha il brandeggio pur essendo una macchina da 15 tonnellate, possiamo realmente proporci al mercato in modo diverso rispetto a molti concorrenti».

 

Il cuore oltre l’ostacolo

HITACHI_002Dialogare con il mercato in un periodo così contrastante non è sicuramente cosa semplice.

Anche per dei professionisti di lunga data come Sergio e Marco Tempini.

«Non è assolutamente semplice» ci racconta Marco «affrontare le difficoltà attuali non solo del mercato in se’ e per se’ ma di un intero sistema paese che non accenna a dare chiari segnali di svolta».

FOTO_004«Le crisi di settore hanno sempre avuto un andamento ciclico» continua «e ogni imprenditore lo sa molto bene. Ma la situazione che viviamo oggi è del tutto paradossale e va oltre ogni ragionevole logica economica».

È proprio per questo che dietro la quotidianità della BSM c’è molto di più di quella passione, professionalità e perseveranza che sono il bagaglio quotidiano di ogni imprenditore che lavori in Italia.

«Ci muove una grande voglia di fare» ribadiscono «e la massima fiducia che le azioni intraprese porteranno un risultato positivo. Anche se i segnali da parte del mercato e delle aziende sono discordanti, l’impegno costante e la fiducia dei clienti rimangono un nostro punto di forza».

«Il noleggio è una delle attività aziendali che ci consente di rimanere accanto ai nostri clienti anche in periodi in cui l’acquisto è meno frequente» spiega Marco Tempini «e la gamma di macchine della Wacker Neuson ci sta permettendo di essere presenti anche in attività che prima non curavamo. Ogni singola azione è mirata ad allargare il nostro campo di azione e non ci stanchiamo mai di cercare nuove opportunità».

E continua «La nostra grande officina e l’assistenza di alta qualità sono un altro fattore positivo che i clienti apprezzano e che ci consente di essere presenti ogni qualvolta ne abbiano bisogno.

Una azione capillare e continua, svolta su più fronti, che appare chiaramente come la soluzione migliore per affrontare la crisi: gettare il cuore oltre l’ostacolo per andare a riprenderlo.

Giovane Strada

GiovaneStrada_1di Cristiano Pinotti

Le macchine per i lavori di pavimentazione stradale sono le assolute protagoniste della visione tecnica e imprenditoriale di Giovane Strada srl. In queste pagine la filosofia dell’impresa romagnola in cui spicca l’estrema attenzione per la qualità e per l’assistenza tecnica

Giovane Strada srl – un nome benaugurante che, nel 1974, faceva riferimento alla verde età dei suoi soci fondatori – quest’anno festeggia il suo quarantesimo compleanno. Una data importante, che comporta un altrettanto rilevante bagaglio di esperienze su molteplici tipologie di macchine, su tutte quelle per i lavori prettamente stradali: finitrici, rulli e frese.

Come si scelgono le macchine

GiovaneStrada_9Trattandosi di un’impresa stradale la scelta delle macchine corre su un doppio binario: le attrezzature specifiche per la pavimentazione e le macchine movimento terra propedeutiche alla realizzazione dei lavori.

«Nello stradale – esordisce Annibale Tampellini, legale rappresentante della società – siamo clienti fidelizzati Bomag. Prima di tutto perché si tratta di un ottimo prodotto, inoltre sono macchine realizzate a poca distanza dalla nostra sede, da un costruttore con cui abbiamo sempre avuto un rapporto diretto molto buono, fatto di grande collaborazione. Ma soprattutto quando scegliamo le macchine guardiamo chi fa l’assistenza. Avere un buon prodotto senza l’assistenza adeguata non serve a nulla. Soprattutto nelle macchine più recenti e avanzate, in cui c’è tanta elettronica, è fondamentale avere dei riferimenti tecnici che, in oltre il 70% dei casi, sappiano risolvere i problemi semplicemente con una telefonata. Questo è fondamentale perché dietro una finitrice c’è una squadra di almeno cinque persone e camion di conglomerato che costa migliaia di euro». Quindi non ci si possono permettere dei fermi macchina o, per lo meno, devono essere ridotti al minimo. Ovviamente anche il prezzo vuole la sua parte, ma la scelta per Giovane Strada è fortemente legata alla qualità della macchina e all’assistenza tecnica garantita dal costruttore.

GiovaneStrada_12_BF600«A livello tecnico – continua Tampellini parlando delle sue Bomag – posso dire che sono sempre stato pienamente soddisfatto. Sulla finitrice non ho alcun dubbio, per me è la migliore in assoluto. Il ferro da stiro per il conglomerato offre una qualità finale di altissimo livello. La velocità, invece, non dipende dalla macchina in quanto in Italia stendiamo i conglomerati con una rapidità tre/quattro volte superiore rispetto alla Germania, ma non è una questione di macchina. Spesso dobbiamo lavorare sottocosto e quindi siamo obbligati a correre. In realtà i conglomerati andrebbero stesi a non più di 5-7 m/min. Il problema è quindi ribaltato: le attrezzature sono quasi ininfluenti e l’inghippo è tutto nei costi, come vengono fatti e gestiti gli appalti. Purtroppo siamo sempre strozzati, con appalti sottocosto, cosa che non avviene in Germania, e le imprese tedesche possono permettersi di operare in maniera diversa. In ogni caso, a parità di velocità di stesa, Bomag a mio parere stende meglio».

BOX 4Ma cambiano le cose se andiamo ad analizzare le altre macchine stradali, frese e rulli? Continua Tampellini: «nelle frese, altri marchi in particolari situazioni potrebbero essere superiori, ma nello specifico della tipologia di macchina che abbiamo noi, cioè con il tamburo da 1.300 mm, per me Bomag è ottimale, perché è versatile, nel suo insieme abbastanza compatta e permette di operare sul piccolo come sul grande. Sui rulli, invece, a mio avviso non c’è storia, si tratta di prodotti eccellenti, e lo vediamo quando si vanno a rivendere: offrono sempre un valore residuo interessante».

Un amore viscerale, che si sofferma anche su particolari tecnici che influiscono sulla scelta. «Da un punto di vista generale non voglio macchine troppo sofisticate per quanto riguarda l’elettronica, sono sempre mezzi da cantiere! Le pulsantiere, per esempio, devono essere robuste, funzionali e non possono costare una follia. Questi particolari quando si acquista una macchina vanno tenuti in considerazione. Il digitale è bello finché funziona, ma quando ci si mettono le mani sono dolori e va guardato il lato pratico: dare una botta a una pulsantiera quando si lavora a filo muro è un attimo».

Civetta«Sono un appassionato di macchine, a 7-8 anni guidavo già gli escavatori. Mi piace non solo possedere le macchine ma utilizzarle, anche se purtroppo il tempo per farlo è sempre meno e la manualità non è quella dei miei ragazzi. Possedere un buon parco macchine permette di essere concorrenziali, di fare produzione, di avere buone rese, di realizzare lavori ben fatti e di fare sempre bella figura».

Annibale Tampellini, legale rappresentante di Giovane Strada srl

 

 

 

 

 

 

Come si selezionano le attrezzature e le macchine per il movimento terra

GiovaneStrada_4Macchine esterne al core business aziendale, anche pale gommate, escavatori e skid loader rivestono molta importanza. «Per il movimento terra e per gli escavatori in modo particolare – riprende Tampellini – l’approccio all’acquisto dipende da molti fattori: la velocità della macchina, i consumi (che soprattutto sulle grandi dimensioni sono molto importanti), ma anche la collaborazione con il venditore è importante. Per il movimento terra devo ammettere di essere più legato al venditore che al prodotto. Ovvio però che i marchi proposti debbano essere adeguati e che l’assistenza tecnica sia all’altezza». L’assistenza è al primo posto anche per quanto concerne gli attachement. «Anche per le attrezzature – continua il rappresentante di Giovane Strada srl – cerchiamo di stare su prodotti che non implichino problemi a livello di ricambi e di assistenza tecnica. Quindi propendiamo per la qualità più che per il prezzo. In taluni casi l’attrezzatura, soprattutto quando parliamo delle frese da asfalto, ha poi condizionato la scelta della macchina portante, lo skid loader».

Macchine a confrontoKONICA MINOLTA DIGITAL CAMERA

Benché la fidelizzazione verso Bomag sia pressoché assoluta per quanto concerne lo stradale, questo non toglie la possibilità di valutare altri marchi al fine di selezionare la macchina più adatta alle proprie esigenze. «Quando siamo in odore di acquisti – entra nel merito Tampellini – un giro sul mercato lo facciamo sempre, ma alla fine, per quanto riguarda lo stradale, finiamo sempre per comprare Bomag. Del resto nei rulli è leader indiscusso e non è certo una mia opinione personale; per quanto riguarda le frese o le finitrici compete invece con pochissimi altri marchi. Abbiamo provato varie macchine, ma alla fine i miei operatori, i miei soci e io stesso propendiamo sempre per Bomag». Lo stesso avviene per le macchine movimento terra. «Anche in questi casi – conclude Tampellini – procediamo con prove preventive e confrontiamo le prestazioni nuove con le vecchie. Se possibile paragoniamo i consumi e, con un occhio di riguardo per gli operatori, cerchiamo macchine che diano un comfort elevato».

Chi è Giovane Strada srl

AperturaGiovane Strada  srl nasce nel 1974 ed è specializzata nella realizzazione di pavimentazioni in conglomerato bituminoso; fognature nere o bianche, a gravità e a pressione; impianti di sollevamento delle acque nere; pavimentazioni in masselli autobloccanti; canalizzazioni per reti telematiche ed elettriche; acquedotti e gasdotti; verde e arredo urbano. Nel 2002 si è certificata SOA (Società Organismi di Attestazione – documento necessario per comprovare la capacità dell’impresa di sostenere ogni appalto pubblico di fornitura e posa in opera con importo a base d’asta superiore a € 150.000,00 sia esso in appalto o in subappalto) e crescendo costantemente fino a oggi ha potuto ottenere le seguenti categorie di lavorazione: OG1 classe II – €. 516.000,00; OG3 classe IV bis – €. 3.500.000,00; OG6 classe IV bis – €. 3.500.000,00. Nel gennaio 2007 si è certificata ISO 9001:2008. Nel 2012 ha ottenuto la certificazione OHSAS 18001 (Occupational Health and Safety Assessment Series – uno standard internazionale per un sistema di gestione della Sicurezza e della Salute dei Lavoratori). La società è certificata anche 14.001. Attualmente il personale, tra soci e dipendenti, raggiunge le 20 unità. I soci, in totale quattro, sono tutti operativi e tre sono capocantiere.

Recapiti: Sede Legale/Amministrativa, Ufficio Tecnico e Magazzino Via della Croce n. 8 – 47122 Forlì Tel/fax. 0543780585

E-mail: giovanestrada@tin.it  

il parco macchine

KONICA MINOLTA DIGITAL CAMERAConsiderando anche le attrezzature di piccole dimensioni il parco macchine di Giovane Strada si aggira attorno alle 40 unità. Si compone di tre autovetture, 10 autocarri da 2 a 4 assi, sei escavatori da 17 a 160 q, due skid loader, due pale gommate, tre rulli ferro-ferro per conglomerati da 15 a 85 q, un grader di piccole dimensioni, due finitrici, una scarificatrice, due frese da applicare agli skid loader, due martelli idraulici, un impianto well-point con 50 aghi utilizzato in caso di falde acquifere molto alte, vari generatoti di corrente da 3 a 6 kW, piastre vibranti, vibrocostipatori, compressori aria, una spazzatrice, un frantoio semovente e molteplici piccole attrezzature come tagliasfalti e saldatrici. Un parco macchine decisamente ampio soprattutto se messo in relazione al numero di addetti presenti in azienda. Operando su molti fronti e credendo poco al noleggio, il parco macchine si amplia in modo quasi naturale, comportando una spesa maggiore, ma dando la sicurezza di avere sempre la macchina corretta per qualsiasi lavoro.  

La manutenzione

GiovaneStrada_11La manutenzione viene eseguita internamente, in modo pressoché autonomo anche nel caso di piccole riparazioni e non solo per la routine quotidiana. In caso di grandi rotture, che accadono di rado proprio per l’estrema attenzione alla manutenzione, la società si affida invece a officine esterne e alle case costruttrici. In linea generale c’è una grande attenzione per il personale che viene invogliato a fare una manutenzione continua e costante. «Il tempo utilizzato per la manutenzione non è mai tempo perso – afferma Tampellini – le macchine devono essere sempre efficienti, per non perdere tempo e, qundi, non perdere soldi. Le macchine mi piacciono in ordine anche sotto il profilo estetico, devono essere sempre belle e pulite. Una delle nostre finitrici ha 4-5 anni di vita, ma soprattutto oltre 5.000 ore di lavoro ma è perfetta, sembra nuova. E tener bella una finitrice non è facile. Il merito, ovviamente, è dei nostri operatori».

Le principali referenze

GiovaneStrada_6Giovane Strada srl opera essenzialmente in Romagna, nello specifico nelle province di Ravenna, Forli-Cesena e Rimini, benché non disdegni qualche puntata nelle aree limitrofe. Azienda specializzata nello stradale, talvolta realizza anche opere edili industriali e commerciali, manutenzioni e manufatti in cemento armato. Per lo stradale la società collabora attivamente con il Gruppo Hera ed è impegnata con molteplici amministrazioni pubbliche e alcuni clienti privati. Tra le opere più significative spiccano tutte i lavori edili per un impianto di biogas situato in provincia di Ravenna e che ha richiesto oltre 18 mesi di lavoro. Per quanto concerne il lavoro prettamente stradale nel 2012-2013 Giovane Strada ha vinto la manutenzione stradale straordinaria (quindi in prevalenza tappeti) per la provincia di Forlì-Cesena.

World Wide Work: un nuovo marchio per i DPI

Titelbild  World Wide Work by MEWA Katalog für Arbeitsschutz 2014/2015MEWA eleva il profilo della sua offerta di dispositivi per la protezione individuale: in futuro la gamma di DPI di qualità verrà presentata con il nome “World Wide Work by MEWA”. Il nome è programmatico: con i suoi numerosi marchi internazionali di calzature di sicurezza, guanti e Co., l’azienda intende offrire al mondo del lavoro, sia nell’industria che nel commercio,  una gamma di prodotti ancora più specifici, migliori e adatti a qualsiasi esigenza. “Con il marchio  World Wide Work  presentiamo un’offerta talmente completa e articolata, da non lasciare insoddisfatta nessuna richiesta. Nel nostro catalogo i nostri clienti trovano il meglio dell’offerta del mercato mondiale, presentata in modo chiaro e sintetico“, spiega Margharet Feldgiebel, responsabile della Divisione Dispositivi per la Protezione Individuale MEWA. Per  essere in grado di soddisfare in modo ottimale le necessità del multiforme mondo del lavoro, l’offerta è stata ulteriormente ampliata.

L’offerta MEWA di prodotti a marchio “World Wide Work” si avvale di una rete internazionale di oltre 250 noti produttori. Margharet Feldgiebel ne riassume i vantaggi: “Oltre  60.000 clienti in 15 paesi europei apprezzano l’assortimento moderno dei nostri prodotti e il nostro servizio di consulenza. Possono anche contare su una perfetta tempistica di consegna. Se però per caso un determinato articolo non dovesse essere disponibile, possiamo sempre proporre delle alternative.“

Con il marchio “World Wide Work” l’azienda intende contemporaneamente differenziare in modo netto i prodotti in vendita dall’attività di gestione di servizi tessili. „Il nome MEWA è strettamente legato alla nostra tradizionale attività di gestione di prodotti tessili: abbigliamento professionale e panni “ – a spiegare questo passo è Jürgen Gerdum, del consiglio direttivo Clienti & Organizzazione del Gruppo MEWA. “Con il marchio  World Wide Work by MEWA offriamo ai nostri clienti un marchio ben definito che caratterizza la vendita dei dispositivi di protezione individuale. Contemporaneamente però i clienti continuano a beneficiare dell’affidabilità e della competenza logistica MEWA”.  Il  1°settembre 2014 uscirà il nuovo Catalogo di Dispositivi Individuali, con il nuovo marchio World Wide Work by MEWA ed un nuovo look.

Cave stellari

Apertura

di Ferdinando Tagliabue

Otto mezzi d’opera messi a disposizione da Mercedes Benz per i test in cava in occasione del Samoter. Tutti i veicoli con allestimenti ribaltabili italiani e a pieno carico con portate italiane, su un percorso impegnativo ma fatto apposta per mettere in risalto le immense doti di questi veicoli.

Non capita tutti i giorni di avere a disposizione otto mezzi d’opera dell’ultimissima generazione, Euro 6, a pieno carico e per giunta con allestimenti italiani, da provare in una cava prestigiosa come la Cava Prati, su un percorso impegnativo in grado di mettere in risalto le doti del mezzo.

Non sono in molti a possedere le qualità necessarie a organizzare un evento del genere ma Mercedes è sicuramente tra le poche che questa capacità, assieme a numerose altre, la possiede.
In questa edizione del Samoter la Casa di Stoccarda, da sempre presente a Verona sia con stand interno sia con una cava per i test, pur non rinunciando alla presenza diretta al Salone (con uno stand di oltre 400 mq) ha deciso di privilegiare l’aspetto pratico e la presa di contatto con il veicolo. Il bilancio a fine manifestazione le ha dato ragione tanto che, come ha tenuto a precisare Enrico Ferraioli responsabile marketing Trucks di Mercedes Benz, il risultato dell’operazione è stato molto positivo, con oltre 300 test drive in cava e numerosi contatti commerciali.

Una scelta difficile

ok in movimento 77Otto veicoli, sette se si esclude lo «stellare» 8×8, pongono comunque una certa difficoltà per scegliere il veicolo «da provare», cui dedicare più tempo. L’elenco comprende come abbiamo già detto solamente «mezzi d’opera» ma ci sono sia carri sia un trattore. E qui già facciamo una prima scelta: carro! Non perché si abbia nulla in contrario con l’impiego del trattore con semirimorchio in cantiere ma perché il carro, almeno sui percorsi più tormentati e stretti, con forti pendenze e discese ripide, si trova sicuramente più a suo agio.
La scelta si circoscrive a sei carri (un 6×4 e cinque 8×4) e ancora una volta ci gettiamo nel mucchio composto da due con motore da 510 CV, due da 480 e uno da 430 CV.
Sulle motorizzazioni più potenti (510 e 480 CV) è disponibile anche il cambio manuale mentre gli altri sono equipaggiati con il PowerShift 3.
A questo punto una scelta va fatta e puntiamo in alto, sul 4151 8×4 con cambio PowerShift 3.

Potenza e Powershift

ok in salita 38Ottima scelta sicuramente anche in considerazione del fatto che il percorso presenta una serie di salite piuttosto impegnative e avere a disposizione qualche cavallo in più sicuramente non guasta, anche pensando alle discese.

Prima di salive a bordo del veicolo e iniziare il test è doveroso un breve esame esteriore in cui emerge, almeno a una prima occhiata, un look che richiama fortemente quello degli altri pesanti del costruttore tedesco. Ma si tratta di una somiglianza generica perché se osservato nel dettaglio l’Arocs presenta tratti originali e specifici, come nel caso della mascherina radiatore «a dente di benna» che identifica inequivocabilmente l’uso cui è destinato il veicolo e trasmette una buona dose di forza e robustezza, così come l’acciaio dei paraurti, la protezione antincastro e i predellini oscillanti, dettagli che pongono fortemente l’accento sullo specifico impiego del veicolo.
Tante cabine a disposizione

CabinaQuanto conta la cabina su un veicolo cava cantiere? Difficile da dirsi. Può contare tanto ma anche poco. Di sicuro possiamo dire che Gli Arocs hanno a disposizione una gamma di cabine pressoché infinita con sette tipi di cabina disponibili in quattordici varianti, tra cui prevalgono quelle con larghezza di 2,3 metri, in versione corta o media e con altezze variabili per quanto concerne accesso e tunnel motore.
L’accesso al veicolo è sostanzialmente uguale per tutti i modelli. Si sale con una certa fatica con il primo gradino piuttosto distante dal suolo a cui seguono gli altri a distanza più ravvicinata.
Gli interni, in cui prevale il color antracite, sono improntati alla massima robustezza e facilità di pulizia, come è giusto che sia per un veicolo destinato a impieghi gravosi e soprattutto in cui fango e polvere fanno parte del quotidiano.
Il volante multifunzionale, la strumentazione e la logica degli interruttori ricalcano quella già vista sui pesanti stradali Actros; il display a colori e la strumentazione permettono di avere tutto sotto controllo, specialmente per quanto concerne le informazioni fondamentali sul corretto funzionamento del veicolo e sulle condizioni di esercizio, come per esempio indicatori supplementari, consumo momentaneo e bloccaggio dei differenziali attivati.
Tutto sotto controllo
I sedili sono pressoché del tutto analoghi a quelli destinati alla gamma pesante da linea e la posizione di guida ideale si trova con una certa facilità. Tutto si può regolare, sedile in altezza e longitudinalmente, peso e ammortizzamento, inclinazione del volante. A questo punto basta una sistemata agli specchi retrovisori e si parte per il primo giro di perlustrazione del percorso.
ok movimento 28Procediamo con una certa cautela, i veicoli sul percorso sono tanti e i punti in cui è pressoché obbligatorio fermarsi per affrontare il tratto più difficoltoso impongono soste e tratti a velocità contnuta, tutte situazioni che permettono di conoscere in maniera più approfondita.
La prima sensazione è più che positiva e ce la offre il cambio Mercedes PowerShift 3 che ci mostra subito quanto sia in grado di facilitare la guida (e la vita) di chi deve guidare un veicolo pesante da cava cantiere.
Poiché la parte iniziale del percorso è pianeggiante viaggiamo in modalità normale, riservandoci quella Power per quando servirà davvero. Ma già in questa fase riusciamo ad apprezzare la grande rapidità degli innesti, sensibilmente migliorati rispetto alla generazione precedente. Nella parte più impegnativa passiamo alla modalità offroad lasciando il cambio libero di agire a suo piacimento e la scelta si rivela subito corretta.
Prima di affrontare la parte più impegnativa effettuiamo qualche manovra e qui abbiamo modo di apprezzare come questo cambio contribuisca a facilitare l’esecuzione di manovre con una grande sensibilità e precisione. Inoltre la possibilità di passaggio diretto tra retromarcia e prima non richiede la messa in folle del cambio, un bel vantaggio e tanta fatica in meno almeno quando si devono effettuare operazioni di avanti e indietro con grande frequenza. Ci informano anche che sono disponibili retromarce molto veloci, utili quando ci si trova a operare su cantieri autostradali dove magari i percorsi in retromarcia sono parecchio lunghi.
Una delle doti del Mereceds PowerShift 3 è che il suo sistema di sensori cambio assicura, sempre, la selezione della marcia più adatta a quella situazione in cui ci si trova e al carico che si ha. A tutto ciò va anche aggiunto che il cambio ha la capacità di riconoscere la fase di rilascio in discesa mantenendo la marcia inserita e quindi contribuendo a innalzare il livello di sicurezza e il controllo sul veicolo in una fase delicata.
Facile anche nel difficile
ok discesa ripida 74E nelle fasi delicate ecco la risorsa dei bloccaggi dei differenziali che contribuiscono a migliorare la trazione. Il comando del bloccaggio avviene attraverso un semplice interruttore e per tutti i modelli, indipendentemente dalla configurazione della catena cinematica, la sequenza è sempre la stessa, ovvero bloccaggio longitudinale, bloccaggio degli assali motori e, se disponibili ma non era il nostro caso, bloccaggio degli assi motore anteriori.
Gli assali in tandem con carico superiore alle 26 tonnellate sono equipaggiati con sospensioni in tandem specifiche per questo genere di veicoli, e dotate di supporti flangiati. Il loro comportamento è ineccepibile, almeno viaggiando a pieno carico come nel nostro caso. Non sembra di essere in autostrada, sarebbe strano se fosse così, ma le sospensioni lavorano davvero in maniera egregia e assorbono tutto quello che c’è da assorbire, senza incertezze ne inceppamenti e senza trasmettere fastidi allo sterzo.
E sullo sterzo è obbligatorio soffermarsi. Si tratta di una importante novità che al di la dei pregevoli aspetti tecnici fornisce a chi è alla guida straordinarie sensazioni. Stiamo parlando dello sterzo elettroidraulico Serotwin, pensato specificamente per veicoli a 4 assi e caratterizzato dalla servo assistenza elettronica alla sterzata in funzione attiva di ritorno dello sterzo. Tutto ciò si traduce in un innalzamento del livello di comfort e in una grandissima precisione; inoltre il ritorno dello sterzo è preciso, rapido e naturale, cosa che abbiamo modo di apprezzare specialmente quando alla fine di un tratto in discesa ci troviamo a dover affrontare curva e controcurva in rapida successione. Il tutto avviene con grande rapidità ma anche naturalezza e senza incertezze ma neppure richiami eccessivamente bruschi. Insomma perfetto o quasi.
Maneggevole e sicuro
ok in curva 39L’altezza libera da terra è notevole e gli ostacoli del percorso vengono superati in scioltezza e senza grandi problemi; anche i dossi appositamente sistemati per far lavorare sospensioni e telaio in maniera gravosa, si superano con facilità, affrontandoli d bassa velocità anche per poter apprezzare la marcia super lenta per poi sentire l’assale anteriore sollevarsi e poi ridiscendere e riprendere saldamente il contatto con il terreno.
Insomma grandi prestazioni, e non potrebbe essere altrimenti data la grande generosità del motore che vanta una cavalleria ragguardevole ma soprattutto oltremodo docile ma che alla bisogna sa mostrare la giusta grinta, una coppia generosissima e una fluidità nell’erogazione che rendono tutto molto facile e che ci permettono di affrontare anche le salite più impegnative con l’assoluta certezza di avere a disposizione quei cavalli che possono permettere di risolvere ogni situazione non solo in salita dove i cavalli vengono messi alla frusta ma anche sulle lunghe e pendenti discese dove i cavalli sono al lavoro per frenare quelle 40 e passa tonnellate che vorrebbero prendere il sopravvento ma in cui le briglie strette permettono di scendere in assoluta sicurezza e pronti per nuovi e più impegnative situazioni.
Ed è proprio quella grande sensazione di sicurezza quella che emerge stando alla guida di questo mezzo sul quale, pur nella piena consapevolezza dei pesi, delle, dimensioni, delle pendenze, non ci abbandona mai, permettendoci di scendere dal veicolo con una sola grande voglia…quella di risalirci al più presto.

8X8? UNO

BOX 1La matematica non è un’opinione e da liceale sostenevo anche che non era il mio mestiere ma in questo caso la matematica lascia spazio a interpretazioni personali in quanto degli otto veicoli messi a disposizione da Mercedes per i test della Cava Prati, uno solo era un 8×8 (un carro 4151 AK 8×8/4) che oltre alla particolarità dell’architettura, non troppo diffusa in Italia, era equipaggiato con la frizione Turbo Retarder, dispositivo che, a richiesta, può equipaggiare gli Arocs, preferibilmente quelli più potenti e destinati a impieghi particolarmente gravosi. La frizione Turbo Retarder assolve alle funzioni di una frizione di avviamento idrodinamica ma anche a quella di un retarder (peraltro particolarmente efficiente), il tutto in unico componente con evidenti vantaggi in termini di leggerezza. Un altro importante vantaggio è costituito dalla sensazione di «morbidezza» e dalla assenza di usura. Dopo la fase di spunto, che su forti pendenze risulta davvero impressionante, la frizione con Turbo Retarder viene esclusa e l’olio convogliato all’esterno del corpo frizione grazie alla forza centrifuga. Dopo questa fase l’accoppiamento motore/cambio avviene in modo tradizionale e, secondo il carico, la pendenza e il programma selezionato, il veicolo, anche se a pieno carico, stabilisce se partire in prima o seconda. Va ancora ricordato che la frizione Turbo Retarder è equipaggiata con specifici sistemi di regolazione. In presenza di forti pendenze con la marci in avanti inserita il veicolo carico ha la possibilità di arretrare lentamente allo scopo di eseguire le manovre del caso e intensità viene regolata dal pedale dell’acceleratore, consentendo quindi in questo modo un arretramento «mirato» che non necessita di chiamare in causa i freni e quindi senza consumo di aria compressa. Chi opera nel cava cantiere e in special modo chi si trova spesso a lavorare in condizioni difficili per portata, terreno o pendenza sa perfettamente che la potenza frenante è molto più importante di quella del motore. Ebbene il retarder primario integrato della frizione con Turbo retarder è in grado di sviluppare un massimo di 350 kW (476 CV) che, aggiunti alla potenza frenante dei motori OM, permette di avere a disposizioni livelli di potenza incredibili.


PICCOLI CANTER CRESCONO…IN EFFICIENZA

Box 2A far compagnia agli otto Arocs c’era anche un Fuso Canter, il leggero commercializzato dalla rete Mercedes proposto per l’occasione nella sua versione 6C18 4×4, perfettamente a proprio agio anche sui terreni più impervi. Questo modello, che ha un PTT di 6,5 t, cabina Comfort da 2 metri di larghezza e una teorizzazione che sviluppa una potenza massima di 175 CV (129 kW); la trazione integrale è facilmente inseribile all’occorrenza tanto così come risulta agevole agire sul differenziale autobloccante sull’asse posteriore con azione bloccante al 70%. La cabina del modello in prova è di tipo singolo (ma è disponibile anche quella doppia) e due sono anche i passi 3415 mm (il nostro) e 3865 mm. L’accesso alla cabina, nonostante la notevole altezza da terra è agevole, grazie al gradino supplementare e agli appigli che aiutano. L’altezza da terra (320 mm) è di tutta sicurezza anche nelle peggiori situazioni e l’angolo di attacco anteriore di 35° e quello posteriore di 24° mettono al riparo di sgradite sorprese anche affrontando dossi appositamente preparati per mettere in difficoltà. La maneggevolezza è una delle doti di questo veicolo, si gira ovunque e le dimensioni contenute della cabina si fanno apprezzare in più occasioni. La visibilità è buona in ogni direzione e le superfici vetrate ampie aiutano anche nelle manovre di avvicinamento e ne assaggi più stretti. Molto bene anche il motore che prende giri con grande rapidità e dispone di una riserva di potenza che onestamente ci è parsa anche superiore al necessario. Anche affrontando rampe di notevole pendenza con partenza da fermo (e viaggiavamo a pieno carico) basta muoversi e tenere il motore sui 2000 giri/min e non ci sono ostacoli che tengano. Abbiamo provato più volte una tratto in salita in cui il terreno dopo numerosi passaggi era inevitabilmente smosso ma anche in queste condizioni la trazione «morde» con grande decisione. Anche in discesa ci accompagna una sensazione di massima sicurezza. Il freno motore ha una sola posizione ma che ci è parsa più che sufficiente e la sua potenza offre anche su lunghe pendenti discese una sensazione di sicurezza: mani ben salde al volante e piedi lontani dai pedali, tanto c’è il freno motore che lavora e lavora molto bene. Unico neo ma forse si tratta di una sensazione strettamente personale e riguarda una certa resistenza da parte del cambio negli inserimenti delle marce nel quadro superiore (II-III e IV – V) mentre i passaggi al quadro inferiore risultano più morbidi. Si tratta comunque di una sensazione di «durezza» che non ha mai comunque comportato errori o il mancato inserimento della marcia e che comunque si traduce in una assoluta precisione degli innesti. Due parole infine sul comfort. Il Fuso Canter non è una berlinona e del resto il terreno operativo sul quale ci siamo cimentati non era propriamente adatto a una gita. Una certa rigidità delle sospensioni si avverte, specie nei tratti pianeggianti ma quando il fondo diventa sconnesso ecco che quella apparente rigidità si trasforma in capacità di assorbimento che contribuisce alla generale sensazione di sicurezza che questo piccolo 4×4 è in grado di trasmettere sempre.


BRIDGESTONE: UN GRANDE PARTNER

Box 3Bridgestone è stata presente al Samoter 2014 in qualità di partner di Mercedes-Benz, ruolo che la vede impegnata da tempo e su larga scala con il costruttore tedesco. La novità proposta durante questa edizione del Samoter è stata la presenza di Bridgestone in cava Prati con una presenza costituita dai propri prodotti dedicati alle flotte per impieghi cava/cantiere e che ha visto schierati i pneumatici truck on/off-road nuovi e ricostruiti, il pneumatico movimento terra VJT per pale cantiere e il programma Total Tyre Care. Gli pneumatici Bridgestone M840, per tutte le posizioni per applicazioni cava/cantiere, grazie alle loro doti di robustezza, resistenza ai taglia e alle lacerazioni, sono in grado di garantire eccellenti prestazioni in termini di affidabilità e durata. Il Bandag BDM1 è invece un pneumatico ricostruito destinato a equipaggiare assi trattivi per uso misto su strada e fuoristrada. Queste coperture sono in grado di assicurare non solo una elevata resa chilometrica ma anche un’ottima trazione su tutte le superfici e un’eccellente resistenza a tagli e perforazioni. Veniamo infine allo pneumatico movimento terra VJT per pale caricatrici, un prodotto profettato specificamente per questo tipo di macchine utilizzate nel settore edilizio e per impieghi gravosi e in grado di garantire prestazioni elevate senza compromessi in termini di comfort di guida, trazione, stabilità, durata e sicurezza.

Utilitaria di lusso

Aperturadi Costantino Radis

Il nuovo skid-steer loader Bobcat S450 è il degno erede di una famiglia di macchine su cui il costruttore del Minnesota ha basato la propria reputazione.

Prestazioni e comfort ai massimi livelli pur con la stessa compattezza del predecessore S130.

Come una vera utilitaria di lusso.

Immaginatevi di trovare su uno skid-steer loader di taglia media lo stesso comfort di una macchina al top di gamma.

Immaginatevi di poter avere tutti i controlli elettronici dell’impianto e le stesse performance di raffreddamento di una macchina di categoria superiore.p

Immaginatevi di essere su una mini pala da poco più di 2,0 ton e stare in una cabina identica a un modello da quasi 6,0 ton.

Tutto questo è oggi possibile grazie alla Bobcat S450 che, grazie a un progetto completamente nuovo, riscrive i parametri di confronto nella sua specifica categoria.

Una macchina che, sulla carta, ha messo in evidenza caratteristiche di prim’ordine in cui si privilegia l’agilità, la mobilità e la capacità di carico.

Rapporto potenza/peso migliorato grazie alla cura dimagrante di ben 222 kg a fronte di una disponibilità invariata di cavalli. Punto di cerniera del braccio abbassato per un migliore equilibrio durante il lavoro ma con invariate altezze di scarico. Stesse dimensioni. Stesso passo. Cabina delle serie superiori. Possibilità di avere la stessa gestione elettronica dell’impianto. Impianto di raffreddamento del motore con tutti i miglioramenti che abbiamo già visto nei modelli più grandi.

Mancano solo due cose: una versione cingolata e la possibilità di avere un impianto high-flow che, vista la grinta messa in campo, non stonerebbe assolutamente anche su una mini pala di queste dimensioni.

Una vera utilitaria di lusso per coloro che devono scegliere dimensioni inferiori solo per motivi di spazio ma non possono rinunciare ad avere una macchina con il comfort e la tecnologia dei modelli più grandi.

POSTO GUIDA: NEL MONDO DELLE TOP CLASS

DCIM100GOPROIl posto guida della Bobcat S450 è oggi un punto di riferimento per la sua categoria. Disponendo della stessa cabina delle mini pale Bobcat di classe superiore risulta fra i più comodi e spaziosi del mercato. Non ho mai fatto segreto della mia avversione epidermica verso le mini pale proprio a causa dei moduli guida che risultano spesso scomodi, insicuri a causa della scarsa visibilità e scomodi nell’accesso frontale che, tranne un solo caso, costringono a scavalcare la benna con tutti i rischi del caso. Soprattutto quando si lavora con gli scarponi infangati. La nuova cabina pone sul piatto della bilancia un accesso molto più comodo e agevole in cui l’accesso con scavalco è diventato molto più sicuro. Una volta seduti al posto guida ci si immerge pienamente nel mondo Bobcat grazie al cruscotto elettronico unificato che sta equipaggiando tutte le nuove macchine del marchio. Lo spazio a bordo è più che sufficiente per consentire di muoversi bene alle persone di corporatura robusta e trovare la migliore posizione di guida anche grazie agli spaziosi portaoggetti. La disponibilità opzionale di avere il sedile Air-Ride consente di aumentare il comfort e ottemperare alle normative che limitano le vibrazioni trasmesse all’operatore e che, su queste macchine, sono spesso un punto dolente. Il punto di cerniera del braccio, abbassato di molto rispetto alla precedente S130, facilita la visibilità nella zona posteriore e laterale migliorando di molto la percezione degli spazi grazie anche alle dimensioni compatte della macchina. Abbiamo già parlato più volte della nuova cabina delle mini pale Bobcat ma vale la pena riprendere i punti forti che si fanno apprezzare una volta alla guida. BOX_01_003_AIl livello delle finiture è elevato, con plastiche di qualità e piacciono alcuni particolari come la chiusura e apertura dello sportello di accesso, la possibilità di rimuovere il vetro anteriore semplicemente con due maniglie in caso di necessità, il lunotto superiore vetrato con protezione FOPS che permette di avere una maggiore percezione dello spazio di lavoro. I comandi avanzati ACS (in opzione) permettono un controllo estremamente comodo di tutte le funzioni idrauliche della macchina. Inutile sottolineare che, anche se i puristi Bobcat storceranno il naso, preferisco i comandi ISO rispetto a quelli originali con i pedali per muovere benna e braccio e con le leve per la traslazione. Al proposito occorre ricordare che Bobcat offre in opzione anche i comandi SJC (a joystick selezionabile) in grado di operare in entrambe le modalità. Le routine di controllo delle varie funzioni sono semplici e intuitivi e – consultando il manuale di uso e manutenzione – si impara a usarle in poco tempo. Nel complesso una cabina che porta il mondo delle top class anche in questa fascia di peso e potenza con pochi paragoni oggi disponibili sul mercato.    

 

SCAVARE E CARICARE: NON SOFFRE DEL COMPLESSO DI INFERIORITÀ

BOX_02_001_ALe dimensioni compatte non sono per forza inficianti nei confronti delle prestazioni. Ovvio. Non si avranno i valori delle grandi macchine ma occorre sempre fare le debite proporzioni con il tipo di impiego a cui sono destinate. L’obiettivo di Bobcat con la nuova S450 è chiaro: avere una macchina compatta, con un elevato rapporto potenza/peso, migliorare i consumi rispetto alla serie precedente e mantenere le stesse prestazioni in scavo e carico grazie a un equilibrio generale ben studiato e che si basa su un nuovo telaio e un nuovo braccio. L’obiettivo è stato pienamente centrato e la prima ritrosia che mi colpisce ogni volta che devo usare una mini pala gommata è stata subito dimenticata non appena ho iniziato a usarla. Il passo di 90 cm si sente quando si marcia su terreni irregolari (non è un caso se preferisco di gran lunga le mini pale cingolate) ma non è assolutamente penalizzante nelle operazioni di scavo. L’equilibrio dinamico della S450 è infatti veramente ben studiato e lo abbiamo visto quando, nel cumulo in cui si stava operando, abbiamo movimentato un blocco in calcestruzzo che ci ha dato più problemi per le sue dimensioni che non per il peso. Non che fosse leggero ma la S450 lo ha movimentato senza problemi nonostante la massa. Forza di sollevamento e forza di strappo, infatti, sono stati decisamente all’altezza della situazione operativa sia scavando che movimentando il materiale a cumulo in modo molto aggressivo. BOX_02_003_ANon sempre, usando mini pale gommate, abbiamo avuto comportamenti così simili a una macchina cingolata che, per quanto mi riguarda, rimane il metro di paragone fisso per valutare l’efficienza in scavo di mezzi compatti di questa categoria. Il sollevamento è rapido e l’impianto idraulico permette di modulare molto bene i movimenti fra benna e braccio consentendo di imbennare anche materiale compatto. La traslazione fa bene il suo dovere e l’impressione avuta è che il limite sia dato più dal grip di gomme e terreno piuttosto che dalle potenzialità della macchina che appare sovradimensionata e scattante. I comandi sono precisi e morbidi permettendo di tenere sempre sotto controllo i movimenti nonostante l’esuberanza della S450 che, di sicuro, non soffre di complessi di inferiorità.    

SPIANARE E SISTEMARE: IDRAULICA E VELOCITA'

BOX_03_001_DPer quanto riguarda le sistemazioni superficiali e gli spianamenti la S450 pone come proprie armi principali un impianto idraulico gestibile in modo comodo e sensibile e una velocità operativa che si fa apprezzare in ogni situazione. La portata di 64 l/min – che sulla carta appare non eccessiva – si rivela più che sufficiente per quanto riguarda le operazioni convenzionali di scavo, carico, spianamento, trasporto. Non abbiamo avuto modo di testare la S450 con una fresa o con una attrezzatura idraulica ad alta capacità. Di sicuro – anche se a mio parere sarebbe necessario un impianto ad alta capacità per le applicazioni particolari – la portata d’olio di serie rende questa mini pala decisamente godibile e rapida nei lavori ordinari. Nei lavori di spianamento si riescono a supplire i limiti classici delle mini pale gommate (strisciamento degli pneumatici e difficoltà nel tenere il piano stabilito a causa del passo corto) grazie alla velocità dell’idraulica che permette manovre rapide e piccoli aggiustamenti. In questi lavori occorre fare valere la dinamicità che i progettisti Bobcat hanno fornito alla S450 in ampie dosi. I comandi sensibili e precisi sono infatti di grande aiuto per compiere tutte quelle piccole manovre di precisione che servono – con macchine così piccole e leggere – per riuscire a lasciare il piano ben livellato. BOX_03_003_BSe con mini pale più pesanti si può giocare sulla massa e la lunghezza del mezzo, con la S450 occorre riempire un po’ la benna per avere più peso sull’anteriore e poi sfruttare la velocità per livellare ed eventualmente rimuovere quelle piccole pietre che possono dare fastidio. Più difficile a dirsi che a farsi. La nuova mini pala Bobcat gioca infatti sull’intuitività e su reazioni molto sincere che fanno capire immediatamente cosa si può o non si può fare. Di sicuro la S450 non sarà usata per grandi spianamenti ma, nei lavori di urbanizzazione, sotto i capannoni, negli scantinati, potrà svolgere con efficienza le opere di sistemazione superficiale proprio grazie a una idraulica veloce ed efficiente. Abbiamo constatato come l’equilibrio complessivo della nuova mini pala sia comunque più che buono riuscendo a operare bene anche su forte dislivello (ovviamente in discesa) e con una sensazione di sicurezza e pronta risposta del mezzo. L’abbassamento del punto di cerniera del braccio ha comportato l’abbassamento del baricentro aumentando di parecchio la mobilità in situazioni particolari. Sottolineando ulteriormente la vocazione della S450 sia per i lavori di precisione che per il disimpegno nei cantieri più complessi come qualità e difficoltà degli spazi.    

La leggenda continua

Apertura

di Costantino Radis

La nuova Bobcat S450 prosegue la leggenda della 743/753 e della S130. Un ruolo difficile da sostenere ma che non fa tremare i polsi alla nuova nata della casa della lince.

Ben saldo sui punti forti del passato, il nuovo skid-steer loader migliora notevolmente un progetto che ha fatto la fortuna del costruttore

 

Replicare un successo non è cosa facile. In pochi ci sono riusciti, soprattutto nel settore industriale, e un nome come Bobcat non poteva essere al di fuori di questa ristretta élite.

Arriva il nuovo skid-steer loader S450 che sostituisce il vecchio S130 con l’arduo compito di proseguire il successo iniziato diversi anni fa con i modelli 743 e 753.

Con un peso operativo da 2.240 kg, una potenza di 36,4 kW (49 CV) e una portata nominale di 608 kg, la Bobcat S450 si colloca proprio nella fascia di macchine più vendute. Quel segmento in cui la competizione è aspra e combattuta e in cui si gioca la credibilità di un costruttore di mini pale.

I miglioramenti sono tanti, a partire dalla cabina di guida che diventa più grande e confortevole adottando soluzioni introdotte nei modelli più grandi, per passare al telaio che è stato completamente riprogettato, fino al braccio, al motore e all’impianto idraulico.

Insomma…una macchina completamente nuova che mantiene intatti tutti i punti di forza del vecchio modello e ne migliora i punti deboli sulla base delle indicazioni dei clienti Bobcat sparsi in tutto il mondo.

La capacità di saper ascoltare è infatti alla base del successo di un modello che possa continuare la storia positiva dei suoi predecessori e far sì che una tradizione possa continuare nel tempo.

E se Bobcat ha inventato la mini pala fino a portarla ai giorni nostri, significa che alla base di un prodotto c’è molto di più che non un semplice progetto ben riuscito: c’è una leggenda che continua.

 

CABINA: SQUADRA CHE VINCE NON SI CAMBIA

BOX_01_002La cabina della Bobcat S450 è la stessa che abbiamo già visto su tutti i nuovi modelli del costruttore delle serie 800, 700, 600 e 500 sia gommate che cingolate. Rispetto alla S130, quindi, Il volume complessivo è aumentato del 10% agevolando l’accesso al posto guida e quindi migliorando la vita a bordo sia con maggiore spazio a disposizione dell’operatore che con una visibilità aumentata in ogni direzione. La porta anteriore ha infatti una superficie aumentata del 45% (quasi la metà in più rispetto alla S130), il finestrino vetrato sul tetto (protetto con una griglia metallica) è stato aumentato del 43%, i due finestrini laterali del 16% e quello posteriore del 14%. Gli interni sono ovviamente tutti diversi allineandosi alle nuove serie di mini pale Bobcat e portando anche in questa classe tutte le soluzioni già adottate per i modelli più grandi. Il cruscotto digitale, che sta equipaggiando tutti i nuovi modelli di macchine Bobcat (mini pale, mini escavatori, sollevatori telescopici) man mano che vengono rinnovati, permette una gestione più evoluta delle potenzialità del mezzo. DCIM100GOPROCollocato in alto a destra, si consulta facilmente grazie alla grafica chiara, ben leggibile e alla luminosità che permette di leggere bene anche con luce molto forte. Le opzioni disponibili, soprattutto tenendo conto della classe della macchina, sono numerose e conferiscono elevato valore aggiunto alla nuova nata di casa Bobcat. È infatti disponibile il sedile a sospensione pneumatica, i comandi avanzati (ACS) o a joystick selezionabile (SJC) ma, soprattutto, la possibilità di avere la cabina pressurizzata. La predisposizione per la pressurizzazione comporta non solo un incremento del 35% nel raffreddamento dell’abitacolo e un incremento del 15% nel riscaldamento ma anche una riduzione della rumorosità di ben 5 dB(A) che porta la Bobcat S450 al vertice della sua categoria. Si attesta oggi a 87 dB(A) con una pressione sonora fra le più basse della categoria. Si tratta di una scelta che si ritiene particolarmente indovinata visto l’impiego sempre più diffuso delle mini pale di questa classe sia nei cantieri stradali che in quelli di demolizione e recupero dove la polvere è il principale nemico dell’operatore. Sono state incrementate anche le prestazioni delle luci di lavoro garantendo elevati livelli di illuminamento per operare in sicurezza anche negli spazi chiusi, durante i cantieri di emergenza notturna, all’interno delle stive delle navi. Si tratta di risultati di grande rilievo per una mini pala di queste dimensioni e che sono stati ottenuti grazie a un lavoro di engineering che ha consentito l’uso, su una mini pala da 2.240 kg come la S450, della stessa cabina usata su una mini pala cingolata da 5.751 kg come la T870. Tutto questo è stato ottenuto grazie a una progettazione della macchina partendo dal classico foglio bianco. E anche questo è un altro valore aggiunto che Bobcat è in grado di offrire ai suoi utilizzatori.    

MOTORE E IDRAULICA: PUNTA VERSO L’ALTO

BOX_02_002Macchina nuova. Tutto nuovo. Sembra ovvio ma non è sempre così. L’aggiornamento motoristico ha spinto infatti Bobcat a rinnovare completamente la S130 sviluppando la nuova S450. La potenza è allineata ai modelli S510 ed S530. Il motore Kubota V2203M-DI-E2B-BC-3 da 2.196 cm3 sviluppa 36,4 kW (49 CV) per una coppia massima di 150 Nm. L’impianto idraulico è stato completamente rivisto per aumentare le prestazioni sia in traslazione che in scavo e carico. La traslazione può infatti adottare due velocità (11,4 km/h e 14,8 km/h) e l’impianto idraulico fornisce 64,0 l/min così da poter sfruttare al massimo la proverbiale versatilità delle macchine Bobcat. La pressione di lavoro è aumentata di 20 bar passando da 210 a 230 e permettendo di lavorare con maggiore scioltezza con attrezzature impegnative come frese o trenhcer. Lo schema è ovviamente molto semplice ma i tecnici Bobcat hanno agito su tutti quegli elementi che allungano la vita utile della macchina e ne aumentano l’affidabilità. In primis è stata aumentata del 15% la capacità raffreddante adottando le stesse soluzioni dei modelli più grandi. Tutti gli elementi sono ora in alluminio e lo SmartFan System consente in pochi secondi di rendere completamente accessibile le masse radianti agevolando l’uso di una idropulitrice. I flussi di aria che trovano sfogo privilegiato verso l’alto consentono di ridurre il rumore che, in macchine di questa taglia, è un aspetto fondamentale sia per l’operatore che per coloro che lavorano in cantiere. BOX_02_006Le cinghie di trasmissione hanno il pretensionatore automatico così da allungare i tempi di manutenzione e aumentare la durabilità nel tempo. I filtri dell’olio idraulico sono a lunga durata allungando gli intervalli di sostituzione e aumentando la vita utile dell’impianto. L’impianto idraulico ausiliario è di serie di tipo proporzionale ad azionamento elettrico. Tutta la gestione può sfruttare le stesse peculiarità delle macchine più grandi sfruttando l’elettronica presente nei comandi avanzati ACS. L’obiettivo di Bobcat è di portare in questa classe di macchine tutte le migliori caratteristiche operative dei modelli superiori. Solo le dimensioni sono compatte. Per il resto la S450 punta verso l’alto.

 

CARRO E BRACCIO: UN PROFONDO RINNOVAMENTO

DCIM100GOPROTutti i miglioramenti che la S450 porta con se’ derivano da una progettazione ex novo in cui il telaio è l’elemento fondamentale attorno a cui ruotano tutti i punti forti. Il peso operativo è stato ridotto di 222 kg favorendo la flessibilità di trasporto sui piccoli mezzi. Per contro il carico utile è aumentato di 20 kg passando a 610 kg. Le dimensioni sono rimaste pressoché invariate. Si parla di pochi mm di differenza sulla larghezza (-2 mm rispetto alla S130), identico passo (900 mm), una maggiore altezza libera da terra (+ 26 mm rispetto alla S130), una maggiore altezza filo cabina (+ 26 mm rispetto alla S130), identica altezza al perno (2.781 mm) nonostante il punto di cerniera sia più in basso, un migliore angolo di chiusura benna (26°). Il nuovo telaio ha quindi permesso di razionalizzare e incrementare al massimo le potenzialità della S450 permettendo anche di avere un serbatoio di 54,5 l (+4,2 l rispetto alla S130) aumentando quindi l’autonomia giornaliera. BOX_03_003Il fatto di poter usare la stessa cabina delle serie maggiori è un altro grande risultato di razionalizzazione ingegneristica. Il nuovo braccio ha sezioni maggiori e un disegno frontale che privilegia la visibilità grazie a una traversa più bassa e ai due cilindri collocati lateralmente che sostituiscono, aumentando la forza di strappo, il cilindro in posizione centrale. Il passaggio dei tubi dell’impianto ausiliario è stato rivisto in modo da ottimizzarne il passaggio in zone protette. Posteriormente è stato utilizzato un robusto portellone in acciaio che, insieme al paraurti inferiore, aumenta la durata dei componenti meccanici e riduce i danni alla carrozzeria. Dulcis in fundo, anche la S450 adotta il portellone incernierato a sinistra con tappo del serbatoio a destra per facilitare il riempimento del serbatoio carburante da posizione comoda. Un progetto ex novo che costituisce un profondo rinnovamento e in cui ogni dettaglio è stato considerato in modo ottimale tanto da far pensare a un progetto destinato a durare a lungo.      

 

PREGI & DIFETTI

PREGI • progetto ben riuscito • comfort al top • struttura robusta • ampio ventaglio di opzioni

DIFETTI • manca una versione high-flow • manca una versione cingolata