Non sono d’accordo con chi afferma che i social network non permettono incontri sinceri e amicizie virtuali che possono nascondere stima sincera.
Come nella vita reale, spesso, le amicizie più profonde nascono da scontri e divergenze.
A mio avviso succede così perché significa che da entrambe le parti, se si è sinceri, ci sono dei valori che fondano personalità leali e animate da buone intenzioni.
Ho conosciuto Dario in una di queste occasioni di forte scontro. E sono rimasto affascinato dalle cose che dice e che fa.
Dario è un sindacalista del nostro settore e raccoglie oggi, nella segreteria nazionale della sua organizzazione, una grande responsabilità verso i propri colleghi di lavoro.
Mi sono ritrovato, ieri mattina molto presto, a fare colazione e guardare le notizie principali dal mio tablet ascoltando, in cuffia, un suo intervento in merito alle regole assurde che regolano oggi l’aggiudicazione degli appalti in Italia.
Un altro argomento su cui sia Dario che io ci troviamo perfettamente d’accordo.
Anche se partiamo da una formazione e da esperienze completamente diverse rimane, infine, sempre e solo un elemento concreto: il lavoro.
Il lavoro permette alle persone di realizzarsi, di inseguire i propri ideali, di portarli a compimento e dare alla propria vita un senso compiuto.
Il lavoro di chi opera nel nostro settore è oggi più che mai a rischio non solo per le drammatiche condizioni in cui versa il comparto delle costruzioni, ma anche per le assurde regole per l’affidamento degli appalti pubblici.
Il massimo ribasso, che porta all’aberrazione di opere non finite, di lavori mal eseguiti e di contenziosi infiniti, costituisce una anomalia tutta italiana grazie alla quale le nostre opere pubbliche costano mediamente molto più che nell’Unione Europea a fronte di una qualità molto scadente.
Come sempre, a valle di un ciclo malato, i costi effettivi si scaricano sui soggetti più deboli e che non hanno un effettivo potere contrattuale.
I lavoratori. Tutti coloro che sono costantemente impegnati nel ciclo produttivo e che vedono, fianco a fianco ogni giorno, operai, piccoli professionisti, piccoli imprenditori, tecnici di ogni genere.
Un cortocircuito in cui malaffare e corruzione entrano dal portone di ingresso e manipolano cifre che provengono dalle tasche dei contribuenti e non portano ne’ progresso, ne’ lavoro duraturo, ne’ servizi effettivi a tutti quei cittadini che se li aspettano giorno dopo giorno.
Sono altrettanto convinto, però, che nel nostro paese ci sia un tessuto imprenditoriale serio che sa dialogare in modo costruttivo con i lavoratori e con i sindacalisti come Dario.
Quando dalla bocca dei protagonisti del lavoro escono parole di unione in cui il dialogo sia indirizzato verso regole chiare, efficaci e rispettate non si può non essere dalla parte di chi, come Dario, si fa portatore di un cambiamento positivo del terribile scenario attuale.
Il sonno delle regole genera mostri.
Tocca a noi, ognuno per quel che può fare, cercare di dare un panorama in cui questi mostri siano definitivamente cacciati via.
E allora buon lavoro Dario. L’obiettivo è chiaro.
Cerchiamo di raggiungerlo tutti insieme. Ognuno con le proprie capacità e secondo le proprie possibilità.