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Lo “Smart Attach” di Kramer

Kramer-Werke GmbH presenta un nuovo attacco a cambio rapido completamente idraulico, “Smart Attach”. Con questo ulteriore sviluppo brevettato e a prova di futuro, Kramer consentirà in futuro che interruzioni spontanee dovute a un cambio di attrezzatura non influenzino più il processo di lavoro pianificato: piena flessibilità con prestazioni di lavoro massime continue.

L’attacco a cambio rapido fa parte della dotazione standard delle pale gommate dal 1963 ed è ancora oggi un sistema assolutamente efficace. Il supporto collaudato continua a costituire la base per l’ulteriore sviluppo dell’attacco a cambio rapido ora completamente idraulico “Smart Attach”. Le dimensioni di entrambi i dispositivi di cambio rapido sono identiche, in modo che gli accessori esistenti possano essere ancora utilizzati.

Gli accessori ad azionamento idraulico possono essere accoppiati al nuovo dispositivo senza problemi, poiché il circuito idraulico è collegato automaticamente. L’accessorio si blocca facilmente  premendo un pulsante. L’indicatore di bloccaggio (verde) integrato nell’unità di accoppiamento mostra in qualsiasi momento se l’accessorio è collegato correttamente e in sicurezza alla macchina. Tutte le macchine che sono già dotate del nuovo cambio rapido visualizzano sul display anche il relativo simbolo illuminato.

Completa flessibilità

La piena flessibilità è la particolarità del nuovo e brevettato sistema “Smart Attach”. Da una parte, è ancora possibile utilizzare accessori senza funzione idraulica e accessori con il sistema di collegamento idraulico convenzionale. D’altra parte, i clienti possono installare  i vecchi accessori o utilizzare nuovi accessori, che sono già installati in fabbrica all’attacco a cambio rapido Smart Attach. Questa soluzione flessibile è unica sul mercato. Inoltre, il sistema brevettato con accoppiamento flottante garantisce l’assenza di usura sul supporto. I valori di potenza delle macchine rimangono ai massimi livelli, anche in abbinamento al nuovo attacco a cambio rapido “Smart Attach”. In tal modo, Kramer non solo garantisce che il processo di lavoro pianificato non debba essere costantemente interrotto, ma si distingue anche per il fatto che gli utenti possono utilizzare sempre in modo rapido e sicuro l’accessorio adeguato per l’applicazione corrispondente. La piena compatibilità con le massime prestazioni lavorative garantisce un aumento mirato dell’efficienza a fine giornata.

Inoltre, Kramer fornisce la dichiarazione di conformità CE per l’intero sistema, sia per macchine che accessori. Inizialmente, il sistema sarà offerto come opzione per la  serie 5 e in alcune macchine della serie Premium di Kramer, la serie 8. Oltre agli accessori già installati, vengono forniti di fabbrica anche opportuni kit di retrofit in modo che gli accessori esistenti possano essere integrati al sistema.

CASE CE al lavoro in una miniera di sale

Siamo nell’area nord-occidentale della Romania: le macchine CASE Construction Equipment sono protagoniste dei lavori presso la miniera di sale Ocna Dej. Si tratta di decine di pale gommate ed escavatori cingolati che contribuiscono ad aumentare l’efficienza e a migliorare la sicurezza presso la miniera di sale, sia a livello sotterraneo che di superficie.

Posizionata nella contea di Cluj, la salina Ocna Dej è una delle più importanti miniere di sale della Romania ed è specializzata nell’estrazione di salgemma. La miniera fa capo alla National Salt Society (SALROM), una delle prime dieci produttrici di sale d’Europa. Per quanto riguarda la Romania, conta sette postazioni di estrazione e cinque dei suoi siti vengono anche sfruttati come attrazione turistica: le saline Praid, Târgu Ocna, Slănic Prahova, Cacica e O.M Râmnicu Vâlcea.

SALROM ha acquistato, nel corso degli ultimi dieci anni, circa 40 macchine CASE, grazie a una collaborazione strategica a lungo termine tra il gruppo che gestisce le miniere di sale, il dealer Titan Machinery Romania e CASE.

Un’industria importante

Quello dell’estrazione del sale è stato per molto tempo un settore importante per la regione rumena della Transilvania, già dalla fine del Medioevo. In quel periodo, infatti, l’estrazione del sale veniva effettuata in camere sotterranee scavate a forma di cono, parallelepipedo o trapezio e avveniva a mano, con martello e scalpello.

Il processo di estrazione del sale era qualcosa di straordinario, un lavoro certosino e, per certi versi, lo è ancora oggi. Le pareti di sale vengono prima fatte saltare in aria e poi il processo è in gran parte meccanizzato, grazie al supporto di macchinari di misurazione ed estrazione e avviene all’interno degli impianti di lavorazione della miniera stessa.

Il direttore tecnico della salina Ocna Dej, Francisc Torpenyi, ci racconta qualcosa di più sull’evoluzione dei macchinari e dei processi di estrazione: “Ricordo che, nelle vecchie miniere, utilizzavamo autocarri con cassone ribaltabile dotati di nastri autocaricanti e mezzi per il trasporto prodotti da case rumene. Per quanto riguarda l’estrazione del sale a livello sotterraneo, avevamo addirittura una macchina progettata e brevettata da un ex direttore della salina Ocna Dej, una trivellatrice “Rada Dej”. Era ancorata a un altro macchinario e, per questo motivo, mobile. Doveva essere spostata da una posizione all’altra ed era utilizzata per scavare le buche dove inserire le cariche esplosive. Tra il 1992 e il 1993 abbiamo iniziato a utilizzare le prime trivellatrici moderne, il che è stato un bel passo avanti: si spostavano autonomamente ed erano elettriche. Una di queste viene utilizzata ancora oggi, mentre le altre sono state ricollocate presso la miniera Slănic”.

Il ruolo delle macchine CASE

Una buona parte di questa evoluzione è avvenuta grazie all’utilizzo delle macchine CASE, sia a livello sotterraneo che di superficie. Le prime macchine CASE sono state acquistate nel 2011, con un bando di gara tenutosi a livello aziendale: si trattava di 12 pale gommate modello 821 e 1221. Continua Torpenyi: “Da allora abbiamo acquistato molte altre macchine CASE, non saprei nemmeno dire quante. Nel 2014 abbiamo acquistato due pale gommate CASE 821 e nel 2017 abbiamo acquistato altre quattro pale gommate, 921F e 921G, per le operazioni sotterrane e una minipala gommata CASE SR160. Nel 2016 e nel 2020 abbiamo acquistato due escavatori cingolati da utilizzare per le operazioni sotterranee. Il nostro parco macchine è stato completato con l’acquisto di altre due pale gommate CASE 1121, per le operazioni di superficie, nel 2017 e nel 2019”.

Il responsabile del servizio tecnico della salina Ocna Dej, Gabriel Racz, nel valutare le prestazioni delle macchine, si è espresso così: “In confronto alle macchine che usavamo in passato, quelle di CASE sono molto più efficienti, molto più produttive, molto più economiche e molto più avanzate tecnologicamente. Se confrontiamo le macchine CASE con altre dello stesso peso, possiamo notare che le macchine CASE consumano la metà. In termini di mobilità, potenza e capacità di distribuzione, siamo davvero molto soddisfatti.”

Torpenyi parla poi delle modalità di utilizzo dei mezzi da costruzione da parte degli operatori: “I nostri operatori sono ormai dei veri esperti di queste macchine. Dal momento che le macchine funzionano tramite un joystick, ciò permette agli operatori di sviluppare al meglio le proprie competenze e la propria produttività. Per esempio, parlando di operazioni di livellamento sotterranee, cioè la pulizia di soffitti e pareti di sale che tendono a crollare, utilizziamo una speciale fresa montata sull’escavatore CASE CX210D e, sebbene non lo facciamo spesso, gli operatori svolgono queste operazioni con la massima efficienza”.

La collaborazione con il dealer

Le operazioni della miniera sono meccanizzate per l’80-90% e le macchine CASE permettono di aumentarne la produttività e l’efficienza. Infatti, oltre all’alta qualità e alle ottime prestazioni dei mezzi CASE, un motivo fondamentale per cui la salina Ocna Dej ha acquistato negli anni così tante macchine CASE è la collaborazione con il dealer Titan Machinery Romania. Torpenyi spiega: “Questa collaborazione si è evoluta in modo direttamente proporzionale allo sviluppo della partnership. Siamo molto soddisfatti, perché tutto procede al meglio. Se dovesse insorgere un qualsiasi problema, sappiamo che la risposta e la soluzione verranno fornite tempestivamente. La comunicazione è eccellente e questo ci fa dormire sonni tranquilli”.

Il direttore commerciale della concessionaria Titan Machinery Romania Construction Equipment, Adrian Călina, non potrebbe essere più d’accordo: “SALROM è uno dei nostri partner più importanti. Come con ogni cliente del nostro portfolio, vogliamo sempre presentare la migliore offerta possibile, in modo da continuare la collaborazione in maniera proficua.”

Il responsabile regionale di Titan Machinery Romania Construction Equipment, Bogdan Marian, approfondisce i servizi offerti da Titan: “La comunicazione è una delle caratteristiche vitali della nostra partnership. Le risposte alle richieste sono sempre molto rapide e la soluzione a eventuali problemi arriva sempre per tempo. Sono sicuro che, con le macchine sempre perfettamente funzionanti e con le giuste offerte, la collaborazione continuerà a essere positiva anche in futuro”.

Il futuro della miniera di sale

Di che futuro si parla? Torpenyi spiega: “Nessuna miniera, che sia di sale o carbone, ha un ciclo di vita infinito.  Dal punto di vista delle prospettive di investimento, cerchiamo e proviamo a proporre le tecnologie più all’avanguardia, al fine di ridurre i costi e aumentare l’affidabilità. Non esistono macchine specificatamente progettate per le miniere di sale. Piuttosto, vengono adattate da altre attività come costruzioni, estrazione del carbone, scavi e via dicendo. Trovare la soluzione ottimale è sempre problematico, anche per chi si occupa di macinare o trasportare il sale”. Per nostra fortuna, pare proprio che la salina Ocna Dej abbia trovato in CASE il partner ideale per riuscire a raggiungere questi obiettivi di redditività e affidabilità.

In conclusione, Torpenyi osserva: “Naturalmente, la nostra strategia a lungo termine resta legata alla domanda che, comunque, è relativamente costante. Perlomeno, lo è la domanda di sale alimentare: ognuno di noi consuma, infatti, dai tre ai sette grammi di sale al giorno. Cerchiamo poi di restare sempre al passo con la tecnologia e, in linea di massima, lo facciamo in base a quelle che sono le nostre esigenze e le nostre attività”.

Mecalac aggiorna la gamma dei dumper MDX

Dopo il successo globale della sua gamma MDX e il recente lancio del modello 3.5MDX da 3,5 tonnellate, prodotti che hanno fissato nuovi standard sul mercato dei dumper in termini di sicurezza, comfort e prestazioni, Mecalac ha annunciato una serie di importanti evoluzioni nella sua gamma di dumper. La prima riguarderà i nuovi modelli 6MDX da sei tonnellate e 9MDX da nove tonnellate, dotati di trasmissione idrostatica come optional. La seconda evoluzione consiste nella disponibilità del rollbar pieghevole ROPS (Roll-Over Protective Structure), che rende la cabina opzionale su questi nuovi modelli.

La trasmissione idrostatica migliora comfort e sicurezza

Ampiamente utilizzata nel settore delle macchine da cantiere, la trasmissione idrostatica sostituisce la trasmissione meccanica con rapporti fissi. Essa assicura manovre più facili senza cambio di marcia e fornisce il vantaggio aggiuntivo di una frenata dinamica reattiva.  I nuovi 6MDX e 9MDX idrostatici sono quindi perfetti sia per le flotte di noleggio sia per le imprese che cambiano frequentemente gli operatori.

La trasmissione idrostatica garantisce anche un migliore comfort per l’operatore, grazie a un’accelerazione fluida e costante. L’eliminazione della leva del cambio comporta una postazione più spaziosa per l’operatore, mentre un minor numero di componenti significa meno manutenzione e meno usura generale, con un conseguente costo totale di gestione inferiore. Sia il 6MDX sia il 9MDX offrono un elevato livello di prestazioni, con coppia e trazione eccezionali, in particolare sulle salite ripide dove i cambi di marcia possono spesso causare una perdita di velocità.

Cabina chiusa o rollbar ripiegabile ROPS

Oltre alla trasmissione idrostatica, entrambi i nuovi modelli saranno disponibili con l’opzione di una cabina integrata o del nuovissimo rollbar pieghevole ROPS. Portatori di nuovi standard di sicurezza in cantiere e contraddistinti da un elegante design, i nuovi modelli ROPS sono facili da trasportare da un cantiere all’altro e consentono agli operatori di lavorare con facilità in luoghi caratterizzati da altezze ridotte.

La struttura è facilmente ripiegabile grazie a una maniglia e a un pistone a gas, il che significa che l’abbassamento e il sollevamento del rollbar ROPS si eseguono in totale sicurezza e senza sforzo manuale. Poiché il rollbar ROPS ha molti meno componenti di una cabina, costituisce una scelta economica, ma offre comunque una protezione ottimale per l’operatore.

Per maggiore sicurezza e comfort i modelli 6MDX e 9MDX possono essere dotati dell’esclusiva cabina isolata MDX che riduce al minimo le vibrazioni e il rumore, mentre la climatizzazione opzionale offre un benessere eccezionale all’operatore in qualsiasi condizione atmosferica. Per garantire un livello superiore di protezione dell’operatore in ogni situazione, la cabina MDX certificata ROPS/FOPS è stata inoltre progettata e testata da Mecalac per resistere agli impatti durante il caricamento del cassone.

MAN : soccorsi per l’alluvione in Germania

 

Aiuto tempestivo presso le zone colpite dall’alluvione, ma anche sostegno a lungo termine per la ricostruzione, questi sono gli obiettivi delle iniziative intraprese da MAN Truck & Bus per contrastare gli effetti disastrosi causati dalla recente alluvione. Dalla scorsa settimana la rete MAN si è attivata per fornire il necessario supporto ai soccorritori, dando la priorità, in termini di manutenzione, riparazione e assistenza 24 ore su 24, a tutti i veicoli impiegati dai soccorritori per combattere l’inondazione e gli ingenti danni da essa causati.

Anche allestimenti speciali

Allo stesso tempo, MAN mette a disposizione localmente e gratuitamente i propri veicoli, a seconda della disponibilità, sia ai vigili del fuoco sia ai comuni per l’assistenza nei lavori di pulizia o per il trasporto delle persone soccorse. Ad esempio, sono 17 i veicoli MAN con allestimenti speciali che stanno attualmente lavorando a turno nella zona colpita dall’alluvione con il supporto anche di dipendenti che sono stati autorizzati a dare il proprio supporto e contributo alla missione di soccorso.

Oltre ad aiutare i soccorritori sul posto, è stata lanciata anche una campagna interna per i colleghi colpiti.

Ogni mese, MAN Truck & Bus raccoglie le donazioni provenienti dai dipendenti “residual cent account”. Il consiglio dei lavoratori e il comitato

MAN Truck & Bus è tra i produttori di veicoli commerciali e fornitori di soluzioni di trasporto più importanti a livello europeo con un fatturato annuo di circa 9,5 miliardi di euro (2020). Il portafoglio di prodotti comprende furgoni, camion, autobus, motori a gas e diesel nonché servizi per il trasporto di persone e merci. MAN Truck & Bus è un’azienda di TRATON SE e conta oltre 37.000 dipendenti in tutto il mondo.

SAIE-ANCE: in arrivo €107,7 miliardi per l’edilizia

Dal PNRR in arrivo €107,7 miliardi per l’edilizia, circa metà dei fondi del piano. Nessuno in Europa investirà di più. Boom degli interventi legati al Superbonus 110% al 1° luglio (+39,7%) per un valore totale di 3 miliardi e mezzo. Per il mondo delle costruzioni il 2021 può essere l’anno della rinascita: l’Italia punta su edilizia pubblica e privata per trainare la ripresa. SAIE Bari (Nuova Fiera del Levante, 7-9 ottobre 2021) sarà il punto di riferimento per una filiera sempre più centrale per l’economia del Paese

Per supportare la ripresa dell’Italia occorre puntare sul sistema delle costruzioni. Gli investimenti previsti dal PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza approvato poche settimane fa, hanno rimesso l’edilizia pubblica al centro della vita economia del Paese. E con il Superbonus 110%, anche l’edilizia privata sta vivendo una stagione di rinascita, spinta dalla ripresa del mercato immobiliare residenziale (le compravendite sono aumentate del +17% nel I trim. 2021 rispetto al I trim. 2019[1]).

Secondo la fotografia di SAIE Bari, la principale fiera delle costruzioni in Italia (dal 7 al 9 ottobre 2021 presso la Nuova Fiera del Levante di Bari), sulla base dei dati elaborati dall’ANCE, dei 222 miliardi di euro di investimenti del PNRR, quasi metà (48%) riguardano il settore delle costruzioni. Parliamo di 107,7 miliardi destinati interamente all’edilizia per accompagnare l’Italia verso la rivoluzione verde e digitale delle infrastrutture. Allo stesso tempo, si fanno sentire gli effetti del Superbonus 110%, grazie agli oltre 24 mila interventi effettuati al 1° luglio per un valore totale di quasi 3,5 miliardi di euro (+39,7% rispetto a maggio). SAIE Bari, sostenuta attivamente da ANCE e da oltre 40 associazioni del settore, è la manifestazione di riferimento per l’intera filiera delle costruzioni: evento essenziale per conoscere, mostrare, fare networking e superare le difficoltà che ne hanno ostacolato la crescita.

L’edilizia al centro del Piano

Partiamo dall’analisi dei fondi previsti dal PNRR per l’edilizia. Ammontano, quindi, a 107,7 miliardi di euro gli investimenti che interessano il settore, di cui 63,5 miliardi che riguardano nuovi interventi. Si tratta, appunto, di circa la metà (48%) dell’intero piano, come nessuno tra i maggiori paesi europei. Basti pensare che Francia e Germania hanno destinato risorse pari al 21% e al 23% dei rispettivi piani. Nel periodo 2021-2026 si prevede poi che il PNRR possa determinare per il comparto costruzioni una crescita di 3,3 punti percentuali: nessun altro settore godrà di un effetto positivo così forte.

Ma quali sono gli interventi previsti? Riguardano soprattutto l’efficienza energetica e la riqualificazione degli edifici (29,55 miliardi di euro) e l’alta velocità di rete e manutenzione stradale 4.0 (28,3 miliardi di euro). Ma, tra gli altri, ci sono anche fondi per la digitalizzazione, la sicurezza sismica e l’edilizia scolastica (con, ad esempio, il “Piano di messa in sicurezza e riqualificazione dell’edilizia scolastica” e il “Piano asili nido e scuole dell’infanzia”). L’alta velocità ferroviaria merita un discorso a parte. Verranno migliorate le infrastrutture che collegano il Nord con il resto d’Europa (la Brescia-Verona-Vicenza, la Liguria-Alpi e la Verona-Brennero) e quelle del Sud (la Napoli-Bari, la Palermo-Catania-Messina e la Salerno-Reggio Calabria). Tutti questi lavori verranno ultimati entro il secondo trimestre 2026 e avranno un impatto diretto sul territorio e sulla vita dei cittadini.

Superbonus 110%: crescono gli interventi

Il Superbonus 110% rappresenta un successo per due motivi: ha contribuito a rilanciare la filiera edile, che veniva da un periodo complicato, e sta aiutando il Paese a raggiungere gli obiettivi di sicurezza sismica e di efficienza energetica. La misura ha riscosso grande partecipazione: secondo i dati Enea-Mise, al 1 luglio 2021, risultano 24.503 interventi legati al Superbonus per un valore di quasi €3,5 miliardi. Rispetto al monitoraggio di maggio emerge inoltre un aumento del +32% in termini di numero e del +39,7% nell’importo.

Tra le regioni spicca la Lombardia (con 3.293 interventi per un valore di €507 mln), seguita dal Veneto (3.111; €353 mln) e dal Lazio (2.383; €310 mln). Buone le performance delle quattro regioni meridionali più popolose: Sicilia, Puglia, Campania e Calabria, tutte nella top10. L’elaborazione ANCE su dati Enea ci restituisce la fotografia di un incentivo che piace sia quando si tratta di edifici condominiali – che determinano il 43% circa del valore degli interventi che sono caratterizzati da un importo medio che supera i 500mila euro – sia quando si tratta di edifici unifamiliari (35%) che di unità immobiliari indipendenti (22%).

La priorità, adesso, è rendere il Superbonus sempre più sistemico con una proroga almeno fino al 2023. Solo così si potrà evitare di perdere importanti opportunità, incentivare nuove iniziative e, soprattutto, coinvolgere nella maniera più efficace gli istituti bancari, essenziali per finanziare gli interventi. Proprio questi saranno i temi che animeranno il convegno inaugurale di SAIE dal titolo “Stati Generali del Superbonus 110% e degli altri incentivi fiscali” e tanti altri momenti di condivisione e approfondimento. Inoltre, grazie al suo format innovativo che combina esposizione, workshop e convegni, per le imprese la fiera sarà il momento ideale per promuovere tutte le soluzioni che permettono di accedere al Superbonus 110% e agli altri bonus.

I commenti

Gabriele Buia

Il Presidente di ANCE, Gabriele Buia, ha dichiarato: “Abbiamo davanti una delle sfide più impegnative della nostra storia: il Recovery plan, che con 107,7 miliardi sui 222 stanziati vede il settore delle costruzioni protagonista dei progetti di crescita e ammodernamento del Paese. Un treno in corsa sul quale dobbiamo essere capaci di salire, con un grande lavoro di squadra tra imprese e istituzioni. Le cose da fare sono tante, a partire dalla manutenzione e dalla rigenerazione di città e territori che attendono da anni interventi necessari e non più rinviabili. Occorre avere notizie certe sulla proroga del Superbonus, la cui decisione è slittata alla Legge di Bilancio: si tratta di una misura indispensabile per la crescita e per la riqualificazione degli edifici che propria ora dopo una partenza faticosa sta accelerando con oltre 3,5 miliardi di interventi avviati. Così come bisogna sostenere le imprese e dare loro strumenti necessari per poter operare in un mercato aperto, trasparente e concorrenziale.”

Emilio Bianchi

Il Direttore di SAIE, Emilio Bianchi, ha commentato: “Da quando è tornata centrale nell’agenda politica, la filiera delle costruzioni ha dimostrato di poter fare da traino all’economa del Paese. Il 2021 sarà un anno fondamentale per la ripartenza e per gettare le basi per il prossimo quinquennio. Con il PNRR e il Superbonus 110%, le Istituzioni puntano decisamente sull’edilizia per rinnovare e rendere più green e digitale il parco infrastrutturale pubblico e privato. Non a caso sostenibilità, efficientamento energetico, innovazioni tecnologiche e trasformazione digitale sono proprio i focus principali della nuova edizione barese di SAIE, la storica fiera delle costruzioni in Italia. La nostra prima volta a Bari, nel 2019, è stato un grande successo e quindi torniamo con la certezza della risposta della Puglia e del Sud d’Italia, cruciali per gli investimenti del PNRR, per inaugurare una nuova stagione. SAIE Bari vuole essere il luogo in cui Istituzioni, associazioni, imprese e professionisti si incontrano per discutere, approfondire e mostrare il meglio del Made in Italy per l’edilizia.”

[1] Fonte dati: Osservatorio del Mercato Immobiliare delle Agenzie delle Entrate, giugno 2021

Una TBM per Toto Costruzioni Generali

Toto Costruzioni Generali, in occasione della visita presso il cantiere di Cefalù del Sottosegretario alle Infrastrutture e alla Mobilità sostenibili, Giancarlo Cancelleri, ha annunciato l’arrivo, presso il porto di Termini Imerese, della TBM (Tunnel Boring Machine) che sarà utilizzata nell’ambito del progetto di raddoppio e velocizzazione della direttrice ferroviaria Palermo – Messina. Sono state già avviate le complesse operazioni di preparazione ed assemblaggio della TBM per consentire alla macchina di avviare gli scavi delle due canne della Galleria Cefalù, per una lunghezza complessiva di circa 13 km.

L’opera in dettaglio

Si tratta di Un’opera fondamentale per il completamento del raddoppio della tratta ferroviaria Cefalù Ogliastrillo – Castelbuono.
Nel dettaglio, il tracciato ferroviario relativo al progetto di raddoppio del tratto Cefalù Ogliastrillo-Castelbuono ricade interamente nella Provincia di Palermo, attraversando i territori dei comuni di Cefalù e Pollina e fa parte della linea Palermo – Messina.
Toto Costruzioni Generali sta eseguendo i lavori per conto di RFI; il progetto ha una estensione complessiva di circa di 17 km ed è in variante rispetto alla linea storica per tutto il suo sviluppo. Oltre alla costruzione della galleria “Cefalù” a doppio fornice, prevede anche la realizzazione della “Galleria Sant’Ambrogio”, una galleria monocanna a doppio binario per una lunghezza di circa 4 km, e la “Malpertugio” di circa 180 metri. Queste ultime verranno scavate con metodo tradizionale. Completano il progetto la fermata che sarà realizzata in caverna sotto la città di Cefalù ed i due viadotti di raccordo tra le gallerie. La commessa ha un valore di circa 380 milioni di euro.
Il raddoppio della linea nell’area di Cefalù rappresenta un’infrastruttura di grande valore in quanto consentirà di migliorare il traffico ferroviario in termini di velocità e qualità, in un territorio strategico sia per il turismo sia per le attività produttive.

Focus sulla TBM

La TBM, lunga 140 metri, ha un peso complessivo di circa 2200 tonnellate per una potenza di oltre 5600 kW, è stata costruita negli stabilimenti della CREG in soli 10 mesi ed è stato necessario 1 mese di navigazione per approdare al porto di Termini Imerese. In circa 4 mesi gli uomini della Toto Costruzioni Generali assembleranno la TBM con l’ausilio di imponenti mezzi di sollevamento. L’avvio delle operazioni di scavo è previsto per i primi giorni di dicembre. La talpa di Cefalù sarà in grado avanzare 14 metri al giorno e verrà assistita da una squadra di 100 persone, tra coloro che svolgeranno il lavoro in sotterraneo e in superficie.
Complessivamente sul progetto saranno impiegate oltre 400 maestranze e circa 30 tecnici altamente qualificati per la conduzione del progetto e la data di completamento dello stesso è fissata ad aprile 2024.

Toto spa Costruzioni Generali opera da sessanta anni nelle costruzioni di infrastrutture complesse, stradali e ferroviarie, come EPC contractor. E’ fra le aziende italiane più dinamiche nell’attività di tunnelling, sia con metodi tradizionali che con tecnologia meccanizzata. Toto vanta una consolidata esperienza nella costruzione di ponti e viadotti con tecniche innovative. Lavora per i maggiori committenti pubblici e privati, sia in Italia sia all’estero.

Multitel Pagliero si riorganizza

L’Assemblea straordinaria degli Azionisti della Multitel Pagliero spa, con delibera assunta all’unanimità, ha approvato l’operazione di scissione societaria che determinerà la separazione delle attività imprenditoriali dei fratelli Renzo e Sandro Pagliero.

L’atto di scissione avrà luogo a fine ottobre 2021 decorsi i termini previsti dalla normativa vigente.

Il ramo familiare che fa capo a Renzo Pagliero proseguirà l’attività industriale e commerciale afferente la progettazione, la produzione e la commercializzazione in tutta Europa di piattaforme per il lavoro in altezza su automezzi e cingolati.

Il ramo familiare che fa capo a Sandro Pagliero proseguirà invece l’attività immobiliare e di investimento mobiliare condotta in questi ultimi anni dalla Società.

Entrambi i progetti imprenditoriali hanno un orizzonte temporale di lungo periodo in quanto vedono già coinvolti con ruoli di responsabilità i figli di Renzo e di Sandro Pagliero, ossia la quarta generazione della famiglia.

 

Una lunga storia

Il marchio Multitel venne creato verso la fine degli anni ’70 per contraddistinguere una gamma di attrezzature per il lavoro aereo prodotte dalla Multitel Pagliero spa, un’azienda la cui nascita risale al 1911 e che vanta un’esperienza più che cinquantennale nel campo dell’oleodinamica applicata ad appparecchi di sollevamento.

E’ proprio negli anni settanta che si sviluppa la richiesta di attrezzature che consentano in modo rapido e sicuro di portare del personale ad effettuare lavori in quota. La Mulgtitel Pagliero spa, forte dell’intraprendenza che l’ha sempre contraddistinta e della grande esperienza acquisita, affronta con determinazione questa richiesta e trasferisce nella nuova produzione la filosofia aziendale costantemente perseguita, cioè offrire prodotti affidabili e con grandi margini di operatività e di sicurezza.

Nel corso della sua evoluzione produttiva, Multitel Pagliero ebbe una grande intuizione: l’alluminio. Grazie alla storica esperienza nel settore dell’oleodinamica applicata agli apparecchi di sollevamento, negli Anni ’80 progettò i primi automezzi con elementi strutturali in alluminio.

CIFA K36L-5: un gioiello di pompa

CIFA ha presentato un nuovo modello della gamma di pompe autocarrate: K36L-5. Il nome, coerentemente con gli altri prodotti CIFA, indica con “K” la tipologia pompa autocarrata, “36” la lunghezza in metri del braccio, “L” la linea Steeltech (che si caratterizza per l’alta possibilità di configurazione) e infine “5” il numero di sezioni del braccio.

Il nuovo modello è stato presentato  durante uno show di lancio online dedicato ai clienti italiani, con lo slogan “5 arms like never before” per sottolineare la peculiarità di questa macchina, “una 5 sezioni mai vista prima”: una pompa unica nel segmento dei 30-40 metri, grazie a un braccio dalla flessibilità senza limiti e a un peso complessivo molto ridotto (inferiore a 26 tonnellate).

Il commento

 

Marco Polastri

Marco Polastri, Direttore Sales Aftersales & Marketing: “La K36L-5 è stata progettata da CIFA per essere la pompa per calcestruzzo perfetta per ogni cantiere – soprattutto per quelli con limitata disponibilità di spazio – e per ogni operatore, perfino i meno esperti. È la risposta alle esigenze operative dei lavoratori e delle aziende, per i quali la facilità di utilizzo di un mezzo e il risparmio del tempo che ne deriva sono due aspetti essenziali, ora più che mai. Questo nuovo prodotto si inserisce in una strategia di CIFA che punta a razionalizzare l’offerta in virtù delle nuove esigenze del cantiere.”

Braccio intelligente e flessibile

La Steeltech K36L-5 ha un braccio davvero smart: permette di pompare in qualsiasi situazione, anche nei posizionamenti più difficoltosi. Tutto ciò è possibile grazie alle 5 sezioni ma soprattutto al nuovo giunto a rotazione continua sull’ultima sezione. L’enorme differenza nell’utilizzo di un rotore è in termini di semplicità d’uso e risparmio di tempo: più facile da aprire e configurare anche nei cantieri al chiuso, perché lo snodo permette qualsiasi posizionamento e rotazione del braccio in entrambe le direzioni.

Progettata per spazi ristretti

Il telaio della K36L-5 è stato riprogettato da zero per ottenere compattezza e leggerezza. La stabilizzazione lineare posteriore rende possibile qualsiasi posizionamento, anche il più complesso perché la macchina – rispetto all’uso di stabilizzatori a “X” – occupa molto meno spazio. Inoltre, la K36L-5 è stata creata per essere montata su telai a 3 assi con passi corti da 4 a 4,5 metri, rendendo la macchina sempre manovrabile anche nei centri urbani o nelle zone montane.

Pensa lei a tutto

La K36L-5 può essere dotata del sistema di gestione elettronico Smartronic®, che significa poter sfruttare al massimo le potenzialità della macchina senza trascurare la sicurezza d’uso. Questo grazie alle nuove funzionalità di Smartronic®, ASC e MBE:
• ASC – Advanced Stability Control rappresenta il miglior sistema di stabilità sul mercato, permette di ottenere il massimo dall’utilizzo della macchina. Il sistema è intelligente e massimizza l’area di lavoro in funzione dell’effettiva apertura degli stabilizzatori; quando ci si avvicina a una situazione al limite della stabilità, entra in azione: prima rallentando la movimentazione del braccio, e alla fine fermandolo prima di raggiungere una configurazione critica.
• MBE – Max Boom Extension è un sistema predittivo che dà all’operatore la distanza massima che si può raggiungere con il braccio in caso di apertura parziale della stabilizzazione. Quando l’operatore arriva in cantiere, prima di aprire il braccio può vedere sul display della macchina l’effettiva apertura massima raggiungibile in tutta sicurezza: il risparmio di tempo è garantito.
Come tutte le macchine CIFA, anche la K36L-5 può essere configurata con il software di gestione e monitoraggio da remoto CIFA Vista, che grazie all’opzione 4.0 ready permette di accedere ai contributi previsti dall’industria 4.0.

Chi è CIFA

Parte del gruppo industriale cinese Zoomlion dal 2008, CIFA  è un produttore di macchinari e attrezzature per il calcestruzzo, leader nel mercato italiano e uno dei principali attori a livello globale. E’ un’azienda altamente internazionale con reti di vendita e supporto in tutti i continenti e in grado di offrire ai clienti non solo una gamma di prodotti affidabili e di qualità, ma anche un supporto finanziario tramite Zoomlion Capital Financial Services.

 

Gold Level per FPT a Bourbon-Lancy

Lo stabilimento di produzione di motori FPT Industrial di Bourbon-Lancy, in Francia, ha ottenuto la certificazione Gold Level nell’ambito del programma World Class Manufacturing (WCM). Bourbon-Lancy diventa così il terzo stabilimento CNH Industrial N.V. (NYSE: CNHI / MI: CNHI), dopo quelli IVECO di Madrid e Valladolid in Spagna, ad acquisire tale status.
Lo stabilimento è specializzato nella fabbricazione della gamma di motori Cursor, che consta di ben 77 varianti tecniche e oltre 5.700 opzioni diverse. Forte di una capacità di produzione di circa 80.000 motori all’anno, il sito impiega quasi 1.200 dipendenti. Lo stabilimento di Bourbon-Lancy è considerato un centro di eccellenza per i motori diesel e a gas naturale, e produce una gamma di motori concepiti su misura per soddisfare gli specifici requisiti di una serie di applicazioni, dai veicoli per il trasporto stradale e off-road, agli impieghi nel settore marittimo e della generazione di potenza.

Sostenibilità in primo piano

Il sito di Bourbon-Lancy è noto nella regione per il suo impegno a favore della sostenibilità. Oltre a produrre i motori a gas naturale di maggior successo sul mercato, lo stabilimento ha anche avviato una serie di progetti tesi a minimizzare l’impatto ecologico delle proprie attività industriali e a tutelare la biodiversità dell’ambiente circostante.
Il World Class Manufacturing è uno dei più prestigiosi standard del settore manifatturiero globale per la gestione integrata degli stabilimenti e dei processi di produzione. Consiste in un sistema strutturato in pilastri, basato sul miglioramento continuo e progettato per eliminare sprechi e perdite dal processo produttivo attraverso l’identificazione di obiettivi quali zero infortuni, zero difetti, zero rotture e zero sprechi. Per certificare i miglioramenti ottenuti, il sistema prevede una serie di audit periodici indipendenti su tutti i pilastri del WCM. L’esito dei controlli determina l’assegnazione di un punteggio e tre livelli di certificazione: Bronzo, Argento e Oro.
L’audit WCM effettuato a Bourbon-Lancy ha evidenziato progressi ed elevati livelli di compliance in svariate aree, dalla produzione alla gestione manageriale, inclusi Cost Deployment e Autonomous Maintenance Workplace Organization, che hanno aperto la strada al conseguimento della certificazione di livello Gold.

Vitali demolisce termovalorizzatore a Bolzano

Ha i giorni contati il vecchio termovalorizzatore di Bolzano, sulla sponda sinistra del fiume Isarco, nell’area industriale collocata a Sud-Est della città.

I lavori di demolizione del termovalorizatore, commissionati dalla Provincia Autonoma di Bolzano per un valore di 2,7 milioni di euro, sono stati affidati a Vitali spa, gruppo leader specializzato nel decommissioning industriale in RTI con Erdbau srl di Merano, impresa di riferimento in Alto Adige nel settore delle demolizioni e del movimento terra.

Il termovalorizzatore, non più in funzione dal 2013 e messo in sicurezza nel 2015, è composto da due linee di incenerimento, la prima avviata nel 1988, la seconda nel 1996, costituite ognuna da un sistema di incenerimento rifiuti e recupero di calore, da una sezione di depurazione fumi e da un ciclo termico per la produzione di energia.

Le fasi dei lavori

Il progetto prevede: lo smontaggio e la bonifica degli impianti facenti parte delle linee di incenerimento del vecchio termovalorizzatore; la demolizione delle strutture e i movimenti di terra, con la realizzazione degli scarichi delle acque bianche, lo spostamento di una condotta del gas di media pressione e l’impermeabilizzazione superficiale.

I lavori saranno eseguiti senza nessun intralcio al nuovo impianto, adiacente al cantiere, in modo da garantire il continuo funzionamento del nuovo termovalorizzazione, la viabilità lungo l’Autostrada del Brennero e via Lungo Isarco Sinistro, l’accesso al personale addetto ai magazzini Seab. Inoltre, nei lavori si porrà particolare attenzione a tutte le componenti possibilmente inquinanti: polveri e ceneri residuali, anche sotto forma di incrostazioni, prodotte dal ciclo termico; materiali coibenti contenenti fibre minerali o similari su tubazioni, serbatoi, parti di impianto ecc. e materiali refrattari presenti nella camera di combustione e di post-combustione, nel camino e su altre parti dell’impianto. La demolizione dell’impianto partirà infatti solo dopo lo smontaggio e la bonifica in ambiente protetto di tutte le componenti impiantistiche delle due linee di incenerimento.

Demolire rispettando l’ambiente

Un esempio concreto per sottolineare la grande attenzione alle tematiche legate alle tecniche di demolizione atte a minimizzare l’impatto con l’ambiente, e in particolare per separare fin dall’origine i rifiuti prodotti e avviarli a recupero per quanto possibile è l’utilizzo di un’attrezzatura specifica per la demolizione dei materiali refrattari all’interno del camino. Infatti, questa particolare attrezzatura, montata su un braccio gru, verrà calata all’interno del camino e demolirà progressivamente i materiali refrattari facendoli cadere al suolo per poterli meglio recuperare e smaltire. Una volta demolita la parte interna della ciminiera si provvederà ad abbattere il resto con un particolare mezzo da demolizione con un braccio oltre i 50 mt radiocomandato e radiocontrollato.

Riguardo invece le strutture in acciaio oggetto della demolizione e considerata la loro particolarità, verrà utilizzato un mezzo da demolizione da 70 ton appositamente studiato per questo intervento atto all’utilizzo di una cesoia idraulica da 7,5 ton ad un altezza di 18 metri ed un’altra pinza idraulica da 3.5 ton che lavorerà ad un altezza superiore ai 30 metri.

Il cantiere presenta, sul piano tecnico, altri due aspetti sfidanti: la necessità di salvaguardare l’asse autostradale A22 Modena-Brennero, per il quale non si prevede alcun disservizio, e la necessità di tutelare l’asse fluviale dell’Isarco, che dovrà essere protetto da ogni forma di sversamento. Sia l’autostrada che il fiume corrono immediatamente adiacenti al cantiere e, di fatto, lo abbracciano.

Una volta liberata l’area dagli impianti e dagli edifici, infine, si provvederà alla messa in sicurezza del sottosuolo mediante l’impermeabilizzazione della superficie con la posa di una pavimentazione bituminosa a conclusione dell’opera.

I lavori dureranno circa 8 mesi.