Prova sul campo

Test. Il nuovo ZX240 N-7 di Hitachi

Il nuovo ZX240 N-7di Roberto Negri

Lo scorso anno la nuova generazione di escavatori medi Zaxis 7 Hitachi è sbarcata in Europa e oggi cresce con il nuovo ZX240 N-7. Una macchina di taglia tradizionalmente premiata dal mercato italiano, che in questa nuova versione mantiene tutti i punti di forza del costruttore giapponese portandoli a nuovi livelli di efficienza operativa.

Pur eccellendo anche in altri segmenti, Hitachi ha legato indissolubilmente il suo nome all’escavatore cingolato. Più precisamente, a un concept di escavatore cingolato solido, affidabile, produttivo, particolarmente incline ai contesti operativi più impegnativi. Una fama guadagnata serie dopo serie, che ha fatto del brand nipponico la scelta d’elezione per l’utilizzatore alla ricerca di una qualità senza compromessi e di contenuti tecnologici avanzati, non disgiunti da una facilità di gestione della macchina orientata a trasversalità di utilizzo e ottimizzazione del suo rendimento. Lo scorso anno il costruttore aveva compiuto un nuovo passo nell’evoluzione del suo prodotto di punta con il lancio dei primi modelli della nuova serie Zaxis 7, lo ZX250-7, lo ZX300-7 e lo ZX350-7, contraddistinta da una serie di miglioramenti rispetto alla precedente serie 6 che hanno coinvolto cabina, comandi e consumi. E oggi segna un’ulteriore tappa con le prime consegne in Italia dello ZX240 N-7, macchina appartenente a una fascia di peso, quella delle 24 tonnellate, che tradizionalmente è un best seller nel nostro paese e trova così un nuovo interprete con tutte le carte in regola per ribadirla.

Costruzione al top

Il nuovo ZX240 N-7 al lavoroIl nuovo nato della gamma Zaxis 7 riprende quelli che sono i tradizionali punti di forza dell’architettura costruttiva Hitachi, già implementati nei fratelli maggiori e qui declinati all’interno di una macchina con tutti i crismi per diventare un versatile tuttofare, tanto negli impieghi heavy duty quanto nelle più tradizionali operazioni di scavo e movimento terra. Caratterizzato da un peso in ordine di lavoro di 23.300 chilogrammi, lo ZX240 N-7 adotta il classico telaio D-Frame ad alta resistenza alla deformazione, accoppiato a un solido sottocarro a due rulli superiori e otto inferiori lubrificati, perni di collegamento trattati termicamente e dotati di guarnizioni antipolvere e tendicingoli idraulici con molle ammortizzanti.

Ogni cingolo è azionato da un motore idraulico a pistoni assiali a due velocità di traslazione – alta, da 0 a 5,5 km/h, e bassa, da 0 a 3,5 km/h – dotato di freno di stazionamento a disco con azionamento a molla e rilascio idraulico, caratteristiche che si traducono in una forza di trazione massima di 203 kN e una pendenza massima superabile del 70%.

Per la parte motoristica Hitachi ribadisce la sua consolidata partnership con Isuzu, presente sullo ZX240 N-7 con l’evoluto 4HK1, un quadricilindrico Stage V turbocompresso con turbina a geometria variabile, intercooler e EGR da poco più di cinque litri di cilindrata che adotta una soluzione di trattamento delle emissioni inquinanti DOC+CSF+SCR. Notevole l’erogazione di potenza, che tocca i 128,4 kW a 2000 giri/minuto, cosi come la coppia massima erogata, attestata sul notevolissimo valore di 670 Nm a 1600 giri/minuto. L’idraulica è da sempre un pezzo forte di Hitachi, e anche lo ZX240 N-7 non fa eccezione alla regola. L’architettura dell’impianto è basata su tre pompe a pistoni assiali a cilindrata variabile, di cui due da 212 litri/minuto di portata e una da 184 litri/minuto, integrate da un’ulteriore pompa a ingranaggi da 33,7 litri/minuto, una dotazione che lascia intuire generose prestazioni anche sotto carichi importanti e con più utilizzi contemporanei. Parlando di utilizzi, oltre a traslazione e braccio l’idraulica alimenta un motore a pistoni assiali con riduttore epicicloidale a bagno d’olio per la rotazione della torretta, che raggiunge la notevole velocità di 11,4 giri/minuto per una coppia di rotazione di 68 kNm. La macchina è disponibile in diverse configurazioni del braccio, sia monoblocco che triplice, che offrono un raggio operativo superiore ai 9 metri e una profondità di scavo intorno ai 6 metri a seconda dell’allestimento.

ZX240 N-7: specie evoluta

La precedente Zaxis-6 era già stata una serie di notevole successo e con un ampio gradimento da parte degli utilizzatori, ma con la nuova serie Zaxis-7 Hitachi ha compiuto un nuovo passo avanti concentrandosi in particolare su alcuni aspetti che hanno un impatto importante sull’esperienza di utilizzo. L’elenco inizia da una cabina che ha guadagnato nettamente in spazio e abitabilità, offrendo livelli di comfort davvero elevati, una rumorosità tra le più basse sul mercato e, secondo le stime del costruttore, livelli di vibrazioni diminuiti del 20% rispetto alla serie precedente. Le nuove caratteristiche comprendono il movimento sincronizzato del sedile e del quadro comandi per ridurre l’affaticamento dell’operatore e, sempre per quanto riguarda il quadro comandi, una apprezzabile funzione di regolazione dell’altezza su tre diversi livelli.

Eccellente la visibilità grazie alle ampie superfici vetrate, che è supportata da una avanzata feature tecnologica come il sistema di rilevamento Aerial Angle, che tramite un sistema di videocamere offre un’immagine dell’area di lavoro estesa a 270 gradi; grazie a questa funzionalità l’operatore può scegliere tra sei opzioni di visualizzazione dell’ambiente circostante la macchina, a tutto vantaggio della sicurezza propria e del personale presente in cantiere. La visibilità risulta migliorata anche grazie alle nuove luci di lavoro a LED, a un tergicristallo che pulisce un’area più larga e alle ampie strisce catarifrangenti sul contrappeso. Ulteriore esempio della particolare attenzione dedicata ai dettagli della nuova cabina è la nuova posizione assegnata alla leva di neutralizzazione del circuito di pilotaggio, sempre a portata di mano ma collocata in modo da evitarne l’azionamento per errore.

In termini di efficienza operativa lo ZX240 N-7 evidenzia tutti gli sforzi compiuti da Hitachi per arrivare a un equilibrio ottimale fra prestazioni e consumi, che grazie all’evoluta motorizzazione Stage V, a una combustione ottimizzata e a una gestione avanzata dell’idraulica risultano secondo quanto dichiarato dal costruttore inferiori del 10% rispetto alla serie precedenti. Uno degli artefici di questo brillante risultato è il sistema di gestione idraulica TRIAS III, l’esclusiva soluzione Hitachi che, oltre a ridurre emissioni e consumi di carburante, consente di ottimizzare il comportamento dell’escavatore in funzione del tipo di lavorazione anche grazie al supporto di un nuovo indicatore ECO, chiaramente visibile sul monitor multifunzione da 8 pollici, che permette di monitorare nel dettaglio l’efficienza della macchina. Le modalità di lavoro preselezionabili esaltano la versatilità dell’escavatore insieme a una sostituzione degli attrezzi di scavo oggi ulteriormente velocizzata grazie al sistema di aggancio rapido potenziato, integrato sul monitor e da qui impostabile in pochi semplici passaggi. Proprio la personalizzazione è uno dei punti forti dello ZX240 N-7 e dell’intera serie 7; la macchina è infatti rapidamente impostabile nei suoi parametri operativi per adeguarsi alle preferenze dell’operatore e alle esigenze operative, garantendo una produttività ottimale con un minore consumo di carburante.

Una particolare nota di merito, come tradizione della produzione Hitachi, va a una qualità costruttiva improntata alla massima durabilità e a una manutenibilità che privilegia facilità e rapidità al fine di massimizzare la disponibilità operativa. Sulla serie 7 troviamo in particolare alcuni nuovi componenti, fra cui spicca un filtro idraulico ad alte prestazioni che cattura la polvere nell’olio e contribuisce a ridurre i costi di esercizio, e accorgimenti come la presenza di un sezionatore a due vie, che permette di disattivare l’energia mantenendo la possibilità per la macchina di continuare a trasmettere dati per 72 ore e staccare completamente la batteria per gli interventi di manutenzione.

Progressione vincente

Abbiamo visto all’opera il primo ZX240 N-7 in assoluto consegnato in Italia. Le impressioni? Decisamente positive, sia sotto il profilo delle prestazioni che in termini di impostazione generale della macchina. Che compie un ulteriore passo avanti.

Quello delle 24 tonnellate è un segmento tradizionalmente gettonato nel mercato italiano, alle cui peculiarità si adatta in modo particolarmente efficace. Un’aurea taglia intermedia, che lo rende adatto sia come macchina d’appoggio nei cantieri più grandi, sia come macchina principale in una vastissima serie di applicazioni, che vanno dall’edilizia al movimento terra puro passando per le attività estrattive leggere. Una versatilità che, soprattutto per le realtà più piccole, rappresenta non solo la risposta a svariate esigenze operative, ma soprattutto consente di operare in più rami d’attività con la medesima efficienza e produttività. Ed è proprio una di queste aziende, che rappresentano la spina dorsale della filiera edile italiana, il primo acquirente a mettere le mani sul nuovo ZX240 N-7, la Rainoldi di Lanzo d’Intelvi (Co), storica azienda del comprensorio comasco nata intorno all’attività di estrazione d’inerti che via via ha ampliato i suoi rami d’attività al ritiro e riciclaggio dei materiali da cantiere, ai servizi di scavo e movimento terra e alla distribuzione di materiali edili. Cliente Hitachi ormai da diversi anni l’azienda, in cui oltre al fondatore tuttora in attività lavorano i figli Giorgio e Laura, opera in un territorio che alle esigenze tipiche del settore unisce una geografia tale da richiedere l’utilizzo di macchine in grado di operare in condizioni difficili, su molteplici lavorazioni e non di rado in spazi di difficile accesso. “La progressiva espansione dei nostri rami di attività”, ci racconta Giorgio Rainoldi, “ha comportato uno speculare ampliamento del nostro parco macchine che oggi comprende, oltre a un impianto di frantumazione fisso e uno mobile che utilizziamo nella cava di nostra proprietà, una serie di mezzi d’opera che hanno come protagonisti in particolare gli escavatori cingolati. Siamo da molti anni clienti Hitachi, con macchine che nonostante l’età sono tuttora al lavoro e in perfetta efficienza; quindi, quando abbiamo deciso di ampliare il parco la scelta era già indirizzata verso questo marchio; allo stesso tempo, viste le particolarità del nostro territorio, eravamo alla ricerca di un modello di gamma intermedia, tecnologicamente aggiornato, allestibile in funzione delle nostre esigenze e facile da gestire. In questo senso lo ZX240 N-7, che abbiamo acquistato nella versione con braccio triplice, ha rappresentato una quadratura del cerchio ideale sia per taglia che per prestazioni operative. E, non ultimo, costi di gestione, sia sotto il profilo dei consumi che per quanto riguarda la manutenzione”.

La macchina al lavoro

Da sinistra Giorgio e Andrea Rainoldi e Luigi Plebani di Scai Milano

Abbiamo visto all’opera lo ZX240 N-7 nella cava d’inerti di proprietà della famiglia Rainoldi, situata a Lanzo d’Intelvi, dove l’azienda gestisce anche un centro di riciclaggio di materiali edili provenienti da scarto e demolizioni. Al momento della nostra visita l’escavatore era stato consegnato da circa tre settimane; quindi, con un tempo di utilizzo all’attivo ancora molto limitato ma nel corso del quale la macchina ha avuto l’occasione di mettere in mostra tutte le sue doti, in particolare sotto gli aspetti su cui i progettisti Hitachi hanno maggiormente concentrato gli sforzi nello sviluppo della nuova serie 7.

Il primo approccio alla macchina è decisamente positivo, con una cabina straordinariamente accogliente sia per dimensioni che per disposizione dei comandi: l’abitabilità è ottima, e di livello superiore alla media degli escavatori di pari taglia. Le note positive continuano all’accensione del motore, che gira silenzioso e senza vibrazioni a confermare il buon trattamento acustico della cabina e il suo efficiente isolamento dal corpo macchina. Più che positivo anche il feeling con la disposizione dei comandi e la strumentazione, che oltre a risultare ergonomicamente azzeccata trasmette una positiva sensazione di docilità e prontezza di risposta che sarà confermata una volta al lavoro. Una nota di merito per il display, ampio e con una visibilità ottimale, da cui oltre a verificare i parametri di funzionamento della macchina è possibile impostare e personalizzare le modalità operative dell’escavatore.

La traslazione della macchina verso l’area di lavoro risulta fluida e ben controllabile anche grazie a comandi che, come anticipato, risultano progressivi e ben dosabili, una dote che una volta al lavoro si esprime al meglio. Equipaggiata con una benna da 1,20 metri cubi, la macchina affronta con la massima disinvoltura la movimentazione degli inerti lavorati in cava, risultando rapida nei movimenti di rotazione, estensione e richiamo del braccio senza essere nervosa, segno di una configurazione idraulica generosamente dimensionata ma allo stesso tempo ben dosabile in funzione del carico di lavoro richiesto e correttamente pilotata dal sistema TRIAS III Hitachi.

L’allestimento con braccio triplice, necessario nel contesto operativo in cui lavora l’azienda, presenta vantaggi e vantaggi rispetto al più classico mono, ma nell’utilizzo in cui abbiamo testato la macchina è veramente difficile rilevare differenze nel comportamento, nella produttività e nell’equilibrio complessivo dell’escavatore, offrendo in più le opportunità di un angolo di richiamo che arriva agevolmente all’anteriore della macchina. Anche con la benna a pieno carico e al massimo sbraccio l’escavatore mantiene un perfetto equilibrio, frutto di una corretta distribuzione dei carichi, di un sottocarro dall’impronta generosa senza essere eccessivamente ingombrante e di un contrappeso da 4,7 tonnellate ben integrato nel profilo della macchina. In termini di comfort di utilizzo si lasciano apprezzare, oltre ai comandi e al posto guida, l’ottima visibilità offerta dalle vetrature della cabina, una silenziosità che, anche quando il motore sale di giri, risulta contenuta sia all’interno che all’esterno, oltre a una pressurizzazione particolarmente efficiente anche in ambienti polverosi. Bene anche la gestione degli attachment che sullo ZX240 N-7, oltre a riconoscere automaticamente le attrezzature idrauliche e le relative richieste di flusso, estende questa funzionalità anche alle normali benne rendendo l’impostazione della macchina ancor più semplice e funzionale. Dato l’ancora limitato utilizzo della macchina in termini di ore lavorate non abbiamo a disposizione uno storico dei consumi sufficientemente significativo, ma in base alle prime impressioni del cliente questi risultano contenuti e in linea con il carico di lavoro applicato. La nostra preview della macchina si completa con un rapido giro dei punti di ispezione e manutenzione. Le cofanature sono ampie, solide e comodamente accessibili da terra per le operazioni di routine. La salita in torretta è agevole e dà accesso a distributori e livelli olio, mentre due ampie cofanature consentono l’ispezione e la pulizia di radiatori e ventole di raffreddamento.

Supporto a 360 gradi

Una voce importante nelle decisioni d’acquisto di una macchina è il supporto fornito dal costruttore in termini di assistenza, che oggi comprende anche una serie di strumenti digitali per il monitoraggio a distanza, un fronte su cui Hitachi è da tempo all’avanguardia. Come ci conferma Giorgio Rainoldi, la casa giapponese riafferma la sua riconosciuta presenza e puntualità: “abbiamo ormai diversi anni di esperienza con Hitachi anche per quanto riguarda il supporto post-vendita, per il quale oggi siamo assistiti dalla sede centrale di Milano. Oltre all’istruzione degli operatori al momento della consegna della macchina, il costruttore ci affianca da sempre per ogni necessità con la massima puntualità nonostante la logistica del nostro territorio grazie a un’officina mobile che interviene direttamente in sito, spesso con un quadro già chiaro sullo stato di salute della macchina grazie al suo monitoraggio da remoto”.