Al Cantiere

Per ogni occasione

di Costantino Radis

Spazi ridotti? Muri che opprimono? Strade affollate? Non è detto che un escavatore cingolato short-radius debba per forza operare in luoghi sempre sacrificati. Lo abbiamo visto testando il nuovo New Holland Construction  E140CSR, un escavatore per ogni occasione che ha messo in luce notevoli qualità in uno splendido contesto alpino

I vantaggi di avere un escavatore con ingombri ridotti sono apprezzabili in ogni contesto. E fa decisamente specie vedere come questi modelli siano particolarmente apprezzati e diffusi proprio in quei contesti in cui si penserebbe di operare con macchine più consuete.

Non è un caso che l’azienda Escavazioni Val Pellice sia stato il primo cliente italiano a essere convinto delle caratteristiche eccellenti del nuovo short-radius New Holland E140CSR.

Siamo in quella Val Pellice protesa fra Piemonte e alta Provenza, propaggine estrema del territorio di Pinerolo (in provincia di Torino), dove i Valdesi si erano rifugiati ai tempi delle persecuzioni  religiose (terminate nel 1848 con il famoso editto di Carlo Alberto) e dove ancora oggi la comunità fondata da Pietro Valdo vive e lavora in pace e prosperità. Un contesto alpino splendido in cui si pensa che operare con macchine tradizionali sia la normalità. Eppure la famiglia Monnet è rimasta conquistata dalle doti del nuovo medio New Holland  Construction che, proprio qui, sta mettendo in luce tutte le notevoli doti di equilibrio, compattezza, forza e agilità.

Lo abbiamo toccato con mano in un lavoro stradale molto particolare in cui scavare nella roccia si alterna alla posa di grandi massi e alla successiva finitura superficiale. Una macchina poco impattante che ben si adatta a svolgere tutti quei lavori di salvaguardia e difesa del territorio che in queste zone sono particolarmente graditi dopo la recente alluvione del pinerolesedel 2008.

Un escavatore per ogni occasione in cui la compattezza non è un limite operativo ma, al contrario, un pregio che ne aumenta il valore in ogni contesto.

 

Posto guida: la cabina EVO è una certezza

 

 

Ne avevamo parlato circa un anno fa, in occasione del test del New Holland E215C. E rimane ancora oggi uno dei punti di svolta del nuovo corso del costruttore di Torino.

La cabina EVO rimane una certezza nel panorama attuale degli escavatori idraulici: comoda, spaziosa, ben concepita e realizzata, servocomandi sensibili e piacevoli da utilizzare. Una eredità che troviamo anche nel nuovo E140CSR e che si pongono come una delle frecce migliori nell’arco di New Holland Construction.

La torretta molto compatta presuppone ingombri in altezza importanti ma nonostante questo la visibilità rimane più che buona in ogni direzione. La telecamera posteriore è di serie , per una precisa scelta di New Holland Construction, ma si potrebbe tranquillamente farne a meno usando un rimando di specchi: safety first…ovviamente.

Trovare la posizione di guida più consona alla propria corporatura è immediato grazie alla numerose regolazioni (ivi compresi i poggiabraccia). Il nuovo monitor a colori multifunzione è ben visibile in tutte le condizioni di luce grazie alla dimensione generosa e alle protezioni antiriflesso.

La visibilità sul lato destro è ottima grazie al vetro dalla linea molto bassa che consente di vedere fino alla base dei cilindri di sollevamento. La silenziosità è sicuramente merito del brevetto iNDr ma la EVO ha, dalla sua, un progetto di base che già sui modelli construction ha portato la pressione sonora a porte chiuse ai minimi del mercato e che, in questo caso, arriva a soli 65 dB(A)…un valore bassissimo che accomuna l’E140CSR alla Maserati Quattroporte GTS a velocità di crociera.

La grande semplicità generale non deve trarre in inganno: tutto è molto razionale e ordinato e forse l’unica cosa che potrebbe essere rimarcata è l’assenza di una manopola a roto pressione per comandare rapidamente il monitor senza staccare la schiena dal sedile. Liebherr lo fornisce in opzione, mentre per Doosan e Hidromek si tratta di una dotazione di serie. Sarebbe una vera e propria ciliegina sulla torta.

Se si confrontano gli altri mezzi della stessa categoria, ci sono pochi paragoni con la cabina EVO in quanto a spazio e dotazioni. Nonostante qualche centimetro in meno rispetto ai modelli più grandi per rientrare più comodamente nella torretta «small» non si rinuncia a niente e dietro al sedile trova comodamente spazio una grande borsa frigo che permette  all’operatore di rifocillarsi anche nelle zone più impervie come il cantiere della alta Val Pellice in cui abbiamo testato l’E140CSR.

Come detto…la EVO è ormai una certezza.

Manovrabilità e precisione

Già nella precedente Serie B il New Holland Construction  E135BSR aveva messo in luce una maturità idraulica che i modelli più grandi avrebbero raggiunto solo con la attuale Serie C.

Una eredità pesante che il nuovo E140CSR non solo ha mantenuto in pieno ma, se possibile, ha ulteriormente migliorato.

Il cantiere della Escavazioni Val Pellice consisteva infatti nel rifacimento di una strada di alta montagna con caratteristiche particolari: il piano stradale doveva essere realizzato con blocchi in pietra di Luserna (cavata a pochi chilometri da lì) di forma allungata e appiattita, adeguatamente sistemati e successivamente sigillati.

La Pietra di Luserna è  una roccia metamorfica  scistosa appartenente al gruppo degli “gneiss”, usata come materiale da costruzione fin dai tempi più remoti, la cui estrazione è documentata dalla metà del XVII secolo.  La lavorazione tipica era, ieri come oggi, la spaccatura dei blocchi in lastre e la loro successiva riquadratura in prodotti da pavimentazione urbana, da costruzione e da copertura (le famose “lose” da tetto) . La Pietra di Luserna ha avuto anche impieghi nobili: le pavimentazioni esterne dei palazzi reali di Torino, Racconigi e Venaria Reale o la copertura a lose voluta dall’architetto Alessandro Antonelli  per la Mole Antonelliana di Torino. La Mole, al tempo della sua costruzione, era infatti il più alto edificio al mondo in muratura e nella sua struttura furono intercalate lastre di Pietra di Luserna tra i corsi di mattoni, allo scopo di dare maggiore solidità all’edificio.

Pertanto il lavoro stradale con pietra di Luserna della  Escavazioni Val Pellice si inseriva nel solco di una grande tradizione: un lavoro certosino che richiedeva una grande dose di calma. Oltre, ovviamente, a un escavatore agile e compatto ma al contempo forte, equilibrato e preciso…come il New Holland Construction E140CSR. Il lavoro di posa consisteva nel livellamento del sottofondo, nella posa dei blocchi e, dove necessario, della sagomatura ulteriore per fare spazio ai singoli elementi (di spessore diverso) in modo da avere il piano di scorrimento stradale il più omogeneo possibile. Modalità idraulica ECO inserita, potenziometro al 85% della corsa e il gioco è fatto. La precisione dei manipolatori e la fluidità dei comandi hanno consentito di «scolpire» il terreno con precisione ripetendo le sequenze di manovra più volte per ottenere il risultato voluto.

Il primo passo è consistito nel prendere il blocco (la benna da roccia con gengiva lunga e rostro posteriore è stata fondamentale), posarlo, capire in che zona scavare o riportare terreno, poi toglierlo, modellare il terreno, riprendere il blocco e posizionarlo nuovamente eseguendo gli ultimi aggiustamenti quando necessario. L’idraulica precisa e forte ha permesso di prendere anche blocchi dal peso importante (scaricati a lato della strada), trasportarli usando in contemporanea traslazione, braccio e benna per districarsi fra i rami di qualche albero, e posarli nella loro futura sede. Fondamentale la presenza del braccio posizionatore che ha permesso di prendere i blocchi con la facilità disarmante di un triplice. La silenziosità dell’E140CSR è un altro fattore che aiuta nella concentrazione e nel relax generale  l’operatore e permette di dialogare senza problemi con la persona a terra che aiutava nelle operazioni di posa. Un déja vu che mi ha riportato alla soddisfazione  provata nel 2010 usando e testando l’E135B SR e a quella ancor maggiore che mi ha dato l’E215C, prodotto a San Mauro Torinese, che ho visto e provato con vero piacere, un anno fa (vedi Macchine Edili n° 6, luglio 2012).

 

Scavo: compatto con forza

Un braccio posizionatore con un avambraccio lungo (2.38 m) su una struttura short-radius mette a dura prova sia la forza che la stabilità di un escavatore. Se aggiungiamo un attacco rapido ai perni le cose si complicano ulteriormente.

Una configurazione versatile e intelligente che non ha compromesso il comportamento dell’E140CSR: è stato più che convincente anche nella roccia delle montagne piemontesi.

Il lavoro di sistemazione della strada doveva procedere in modo da non interrompere il traffico di agricoltori e turisti e quindi occorreva poco alla volta scavare, posare le pietre e sistemare il fondo svolgendo le opere in fasi ravvicinate.

Nello scavo della fondazione stradale l’E140CSR ha messo in luce l’anima tipicamente New Holland  Construction con una forza idraulica che non solo ha consentito di procedere speditamente ma, dovendo contenere la profondità a quella di progetto, ha spesso dovuto intervenire con precisione anche in strati rocciosi duri ma che non potevano essere completamente asportati.

L’attacco rapido non ha costituito una penalizzazione rilevante e gli oltre 9.000 daN di forza di strappo alla benna si sono fatti sentire. L’avambraccio lungo ha mantenuto una forza di strappo di 6.400 daN contro i 7.190 daN di quello corto…valori comunque significativi per un escavatore di questa classe. Il braccio posizionatore in questi casi è un valido aiuto perché consente di avvicinare la benna alla torretta ottimizzando le geometrie di lavoro.

Compattezza e forza sono un connubio che valorizza le qualità intrinseche di una macchina che ha dei numeri per poter essere protagonista di primo piano.

Escavazioni Val Pellice e Orecchia
Squadra al gran completo: da sinistra Daniele Monnet, suo figlio Manuel, il genero Gianni Verné, Diego Fillidani (dipendente della Escavazioni Val Pellice), Massimiliano Ponzetti (referente di zona di Orecchia) e infine Matteo Monnet, nipote di Daniele

Daniele Monnet ha fondato la Escavazioni Val Pellice nell’anno 2000. Sono passati tredici anni e in azienda ci sono oggi anche i figli Manuel e Miriam. Lui in cantiere e lei in amministrazione. A cui si è aggiunto anche il marito di Miriam, Gianni Verné, a rendere ancora più robusta la struttura familiare dell’azienda. Quasi una decina di dipendenti e un parco macchine composte da automezzi sia Iveco che Volvo e macchine movimento terra New Holland Construction: una pala gommata compatta (o CWL)  W70B e una più grande pala  W110, un miniescavatore E50SR, l’escavatore E140CSR, protagonista della prova, e altri tre escavatori cingolati  E175B,  E215B ed  E305, prodotti nello stabilimento di San Mauro Torinese.

«Lavoriamo sia per enti pubblici che per privati» ci spiega Daniele «e anche nel trasporto a valle dei blocchi di pietra per le cave di Luserna. Preferiamo operare in valle Pellice e sulle montagne della zona perché l’esperienza acquisita nei lavori particolari come quello in cui è impegnato l’E140CSR è per noi fondamentale per distinguerci e far valere la qualità di esecuzione e la nostra professionalità».

L’entrata in azienda delle giovani leve come i figli Miriam e Manuel e il genero Gianni ha consentito a Daniele Monnet di pianificare la crescita aziendale con più serenità sapendo di essere appoggiato da ragazzi giovani, coscienziosi e con tanta voglia di fare. «Sapere che ci sono anche loro mi permette di concentrarmi di più sugli aspetti imprenditoriali perché so che in ufficio c’è una persona di cui mi fido e nei cantieri c’è sempre qualcuno a cui fare riferimento. Muoversi fra le montagne non è semplice ne’ rapido e quindi avere degli aiuti motivati mi consente di risolvere gli eventuali problemi rapidamente».

Uno degli Iveco Trakker in forza alla Escavazioni Val Pellice

Il rapporto con il gruppo Fiat è cominciato fin dalla fondazione dell’azienda ed è continuato fino a oggi con il concessionario Iveco Orecchia il cui referente di zona  per New Holland Construction è Massimiliano Ponzetti.

«Il rapporto con Massimiliano» ci spiega Daniele Monnet «dura da molti anni ed è basato sul fatto che non ha mai tradito le nostre aspettative. È sempre stato presente quando ne avevamo bisogno, come nel caso dell’alluvione del 2008 in cui si è subito reso disponibile con le macchine che ci servivano. Ci segue da vicino e ha sempre risolto i problemi che potevano nascere con le macchine. Anche quest’ultimo acquisto, che ci ha visti essere la prima impresa in Italia a comprare l’E140CSR, è nato da una sinergia di intenti che raramente ho incontrato nella mia carriera professionale». Ma si sa che, nelle montagne, i rapporti personali hanno ancora un valore fondamentale.

    Richiedi maggiori informazioni










    Nome*

    Cognome*

    Azienda

    E-mail*

    Provincia

    Telefono

    Oggetto

    Messaggio

    Ho letto e accetto l'informativa sulla privacy*