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Ultra Boom 1500AJP: piattaforma dei record 

Ultra Boom 1500AJP al lavoroÈ la JLG Ultra Boom 1500AJP – con i suoi 48,15 m la più alta al mondo – che abbiamo visto in azione presso lo stabilimento Unigrà a Conselice (Ravenna), noleggiata da LocaTop all’impresa Insolin.

Un’altezza vertiginosa. E’ quella raggiunta dalla nuovissima piattaforma marchiata JLG Industries. Disponibile da pochi mesi sul mercato, è già al lavoro per l’ampliamento del magazzino prodotti finiti dell’azienda romagnola, che si occupa di trasformazione alimentare.

La punta di diamante

Anche grazie alla JLG Ultra Boom 1500AJP, Isolin ha produzione giornaliera sempre superiore a 500 m2 al giorno

La piattaforma è la “punta di diamante” sia del marchio statunitense, sia della flotta LocaTop. Loca Top opera da 20 anni nel settore del sollevamento di persone e cose. Dispone di una flotta di oltre 600 mezzi per il lavoro in quota. Per il cantiere di Conselice la Ultra Boom 1500AJP è stata noleggiata all’impresa Isolin Isolamenti Industriali, impegnata nella realizzazione dell’involucro edilizio del magazzino.

“L’edificio ha un’altezza di circa 40 m. Abbiamo perciò bisogno di macchine prestanti, efficienti e sicure – spiega il capocantiere Riccardo Stradaioli. “La posa in opera dei pannelli termoisolanti, che assicurano la compartimentazione termica delle varie zone del magazzino, è un’operazione di estrema importanza da realizzare in pochi mesi. La JLG Ultra Boom 1500AJP è una macchina al top delle prestazioni. E’ stabile, sicura, versatile e semplice da usare. E’la soluzione ideale per questo cantiere molto particolare. Grazie a lei la produzione giornaliera è sempre superiore a 500 m2 al giorno, con punte di 700 m2 al giorno”.

Una collaborazione consolidata

La collaborazione fra Isolin e LocaTop è consolidata da 15 anni. “Siamo il riferimento per le imprese operanti in Emilia Romagna e nel Centro-Nord – afferma Omar Bertineschi, Responsabile commerciale LocaTop per la Romagna – interessate ad acquistare e a noleggiare i prodotti JLG. Si tratta di macchine notoriamente sinonimo di qualità, robustezza e sicurezza. Tramite le nostre sedi garantiamo supporto e service al postvendita e al noleggio. E forniamo una vasta gamma di servizi fra cui un’accurata manutenzione preventiva”.

La JLG Ultra Boom 1500AJP presenta una doppia portata nominale (270 kg; 450 kg) e permette di disporre di più materiali nell’area di lavoro (0,91 m x 2,44 m). L’operatività del braccio Quickstik con jib articolato riduce al minimo i tempi di posizionamento.

La stabilità del mezzo è affidata a all’ampia area d’appoggio al suolo e al sistema di smorzamento dei cilindri. Equipaggiata con i più moderni accessori, la JLG Ultra Boom 1500AJP è dotata di uno schermo lcd che assiste l’operatore in tutte le fasi di lavoro.

di Fabrizio Corbe

Baoli: la rete si incontra al dealer meeting

Oltre 50 rappresentanti delle organizzazioni di vendita Baoli sul territorio italiano si sono ritrovati nel quartier generale di Lainate. Per fare il punto su prodotti, strategie e obiettivi della società. Che a soli due anni dall’ingresso sul mercato italiano ha conquistato una quota dell’1,7% del mercato nazionale e conta 64 dealer.

Un momento di confronto

La crescita esponenziale del brand – spiega Massimo Marchetti, responsabile vendite di Baoli Italia – ci ha spinti ad organizzare questo dealer meeting. Finalizzato da un lato a dare il benvenuto alle nuove organizzazioni di vendita, dall’altro a creare un momento di ascolto e confronto con la rete. In particolare, siamo soddisfatti dei feedback che i concessionari stanno ricevendo dal mercato. I carrelli Baoli stanno dimostrando sul campo la loro qualità e affidabilità. I clienti sono molto soddisfatti e stanno diventando loro stessi i primi testimonial del marchio”.

Il quartier generale in Italia

Il dealer meeting di Baoli è stato occasione per fare conoscere alla rete Baoli la solida organizzazione EMEA. Il  quartier generale di Baoli EMEA è stato stabilito nel nostro Paese e tutti gli aspetti delle vendite, del postvendita e del marketing sono ora gestiti da Lainate (Mi). Questo è un grande vantaggio per la rete vendita italiana. Che può anche fare affidamento sul magazzino di 14.000 mq situato a Rolo. Esso funge sia da hub di distribuzione centralizzata,  (stock di oltre 100 carrelli pronta consegna), sia da area ricambi. E’una delle più grandi d’Europa con una superficie dedicata di oltre 10.000 mq. Molto apprezzati sono stati anche i tutorial di e-learning realizzati proprio da Baoli EMEA. Che consentono di approfondire numerosi aspetti dei prodotti e dell’assistenza e sono fruibili online in modo semplice e rapido.

Spazio ai prodotti

Nel corso del meeting molto spazio è stato dato anche ai test di prodotto. I dealer hanno infatti avuto modo di provare tutti i principali carrelli della gamma Baoli. Dai transpallet agli stoccatori, dai frontali elettrici KBE ai frontali Diesel KBD. In particolare, hanno destato molta curiosità l’EP12W, un innovativo transpallet elettrico da 1,2t e il KBD 50, il diesel da 50 quintali ideale per gli impegni più gravosi.

La cosa più bella di questo meeting – conclude Marchetti – è stata misurare con mano la fiducia della rete nei confronti del progetto che stiamo portando avanti. Del resto a soli due anni dal lancio sul mercato Italiano, Baoli può fare affidamento su una rete di 64 concessionari e ha già consegnato 1.200 carrelli. Risultati molto superiori rispetto ai target che ci eravamo prefissi. Il prossimo obiettivo è consolidare la nostra presenza sul territori, conquistare il 2% del mercato e crescere nel noleggio. Dando anche vita ad un servizio di noleggio breve gestito direttamente da Lainate”.

I Big Data, questi sconosciuti

Dieci anni fa il futuro era a dieci anni, cinque anni fa era a tre anni, oggi il futuro è domani.

La realtà intorno a noi sta cambiando ad una velocità perfino superiore alla nostra possibilità di percepire la mutazione. E tutti noi oggi affrontiamo una sfida ben superiore a quella costituita dal semplice aggiornamento delle strategie e dei metodi operativi. Pur importanti che essi siano. La visione d’insieme e l’esatta percezione del cambiamento in atto diventano elementi fondamentali per avere le basi corrette per gestire, a qualsiasi livello, la propria attività. Di qui la necessità di conoscere gli strumenti che la rapida evoluzione tecnologica ha mezzo a disposizione. Che si chiamano design thinking, algoritmi e pattern di Big Data.

I trend che rivoluzioneranno le costruzioni

Gli esperti del mondo Construction sono concordi nell’individuare 3 principali trend che impatteranno il settore nei prossimi anni.
I Big Data sono emersi in tempi recenti come una risorsa di preziose informazioni con un incredibile potenziale per trasformare i processi del mondo Construction.
Ma cosa sono davvero? I Big Data in pratica sono la raccolta e l’analisi di un’enorme quantità di informazioni, per migliorare l’efficienza. Ci permettono di evidenziare un problema e trovare una soluzione nel tempo, attraverso l’analisi delle informazioni.

I dati, in special modo la tecnologia cloud computing e le informazioni raccolte dai droni, possono creare le opportunità per migliorare i modelli di progetto. Effettuare test e verificare le condizioni dei cantieri in tempo reale.

Insomma, ci permettono di fare delle cose che prima non era possibile fare. E prendere delle decisioni con la certezza che le condizioni alla base delle scelte effettuate accadranno.

Una scelta obbligata

Questo potrebbe cambiare il concetto di come progettiamo e costruiamo. Eppure c’è un grande gap tra le potenzialità dei software e lo stato pratico.  Secondo Terry Bennett, Senior Industry Strategist Autodesk per le infrastrutture civili,la colpa è nella “tendenza delle imprese ad innervosirsi circa le modalità di condurre gli affari”.  Che tradotto significa che le imprese sono diffidenti nei confronti delle nuove tecnologie.

Ma ben presto, sempre secondo Bennet,  non avranno altra scelta. “Le aziende dovrebbero cavalcare l’onda e cambiare i loro processi, o qualcun altro lo farà al posto loro.“

Bennett aggiunge inoltre che l’analisi dei Big Data è cruciale. Ed è fondamentale capire come sfruttarli per risolvere il problema specifico, senza perdersi nella miriade di informazioni disponibili.

L’importanza della gente

Questo fattore dimostra quanto siano importanti le persone all’interno del processo. Infatti solo loro possono selezionare ed analizzare i dati corretti per far emergere quelle informazioni che sono vitali per l’ambito delle costruzioni. “In questa epoca non è possibile basarsi solo sui dati del computer senza l’imput umano” continua Bennett “Combinando le due cose, si possono risolvere tutti i grandi problemi“.

Che una frase del genere venga detta da un guru dell’automazione è consolante. Ma sono proprio i numeri a dimostrare che i Big Data potranno anche creare nuovi posti di lavoro.

Un mercato in crescita

Quello dell’analisi dei Big data è un mercato in forte crescita: quest’anno l’incremento è stato del 22%, e ha fatto raggiungere un valore complessivo di 1,1 miliardi di euro. E’ uno dei risultati della ricerca dell’Osservatorio Big Data della School management del Politecnico di Milano. Realizzata intervistando 1.100 manager responsabili delle tecnologie di informazione e comunicazione. Quasi la metà delle grandi aziende ha già al proprio interno almeno un ‘data scientist’, cioè una figura professionale deputata ad analizzare i macrodati aziendali. Un dato in forte crescita, visto che è passato dal 31% delle imprese del 2016 all’attuale 45%. Le imprese che hanno un data scientist in organico dichiarano di volerne assumerne altri nei prossimi 12 mesi (+46%). E tra quelle che non l’hanno, il 29% prevede di introdurlo, in quasi la metà dei casi già entro l’anno prossimo.

E se le imprese di costruzioni vorranno essere sane, competitive, predittive e lungimiranti, dovranno (più prima che poi) fare i conti con questa nuova, potente e sconvolgente rivoluzione tecnologica. O qualcun altro, come dice Bennett, lo farà al posto loro.

Bosch: una fabbrica per l’eccellenza

A Dresda è stata posata una pietra miliare importantissima per la costruzione della fabbrica di wafer di ultima generazione del Gruppo Bosch. Si prevede che i lavori termineranno verso la fine del 2019, quando si darà inizio all’installazione dei macchinari produttivi.

“Oggi stiamo posando la prima pietra della fabbrica di wafer del futuro. E con essa stiamo creando le basi per migliorare la qualità della vita delle persone e la loro sicurezza sulla strada” ha dichiarato Dirk Hoheisel, membro del Board of Management di Bosch, durante la cerimonia formale a Dresda. “I semiconduttori sono la tecnologia chiave per l’Internet delle cose e la mobilità del futuro”.

Un investimento strategico

Peter Altmaier

Peter Altmaier, il Ministro tedesco dell’Economia, ha sottolineato la centralità di questo investimento Bosch: “Oggi stiamo facendo un importante passo avanti nel garantire la competitività futura della Germania come regione industriale. Il mondo della ricerca in Germania ed Europa è a livelli di eccellenza, ma non possiamo permetterci di dormire sugli allori. Nel campo della microelettronica, in Germania ed Europa abbiamo bisogno anche di competenze e know-how ingegneristici. In particolar modo di produzione e applicazione su scala industriale”.

Rendering del polo produttivo di Dresda

Bosch sta investendo circa un miliardo di euro nella sua nuova sede nella capitale della Sassonia. I primi collaboratori inizieranno a lavorare nel nuovo stabilimento agli inizi del 2020. Dopo Reutlingen, lo stabilimento di Dresda è la seconda fabbrica di wafer del Gruppo Bosch in Germania.

 

Un componente importantissimo

I semiconduttori vengono utilizzati in un numero sempre maggiore di
applicazioni in riferimento all’Internet delle cose e alle soluzioni di mobilità.
Secondo Gartner, la società specializzata in ricerche di mercato, le vendite di
semiconduttori nel mondo sono aumentate di circa il 22% solo nel 2017.

Il cantiere per il nuovo polo produttivo di Dresda

Otto Graf, che gestirà il nuovo stabilimento, ha dichiarato: “I lavori di costruzione
procedono secondo i tempi stabiliti. Durante la fase di costruzione, sposteremo
circa 7.500 carichi di terra, poseremo circa 80 chilometri di tubature e condotti e
misceleremo oltre 65.000 metri cubi di calcestruzzo – il contenuto di 8.000
betoniere”.

Otto Graf

Dopo la fase di lancio, la produzione pilota avrà inizio con tutta probabilità alla fine del 2021. Il lotto di terreno di circa 100.000 metri quadri,
approssimativamente 14 campi da calcio, ospiterà anche un edificio di circa 72.000 metri quadri a più piani adibito sia per uffici sia come spazio produttivo. Il processo altamente automatizzato per la produzione di chip coinvolgerà fino a 700 collaboratori, impegnati nella pianificazione, nella gestione e nel
monitoraggio della produzione.

Tecnologie per il futuro

La fabbricazione di chip semiconduttori inizia sempre con un disco di silicone,
conosciuto come wafer. Più ampio è il diametro del disco, più chip possono
essere fabbricati in ogni ciclo produttivo. Questo è uno dei motivi per cui la nuova
fabbrica di Bosch si dedicherà alla produzione di wafer da 300 mm. Rispetto alle
fabbriche di wafer da 150 e 200 mm convenzionali, la tecnologia wafer da 300
mm consente la creazione di economie di scala. I semiconduttori sono circuiti
integrati piccolissimi con strutture misurate in frazioni di un micrometro. Per
produrli è necessaria una procedura altamente automatizzata e molto complessa,
composta da diverse centinaia di singoli passaggi eseguiti in alcune settimane. Si
svolge in camere bianche, perché perfino le particelle più piccole presenti nell’aria
possono danneggiare questi delicati circuiti.

Produzione connessa

La produzione di wafer è uno dei precursori della produzione connessa. Si
prevede che lo stabilimento di Dresda genererà dati di produzione equivalenti a
500 pagine di testo al secondo, scritte su carta. Ovvero più di 42 milioni di pagine
al giorno, pari a un peso di 22 tonnellate. Ecco perché l’intelligenza artificiale
svolgerà un ruolo speciale nella produzione di chip nella fabbrica. Le unità
produttive altamente automatizzate analizzano i dati al fine di ottimizzare i
processi. Di conseguenza, la qualità dei chip aumenta, mentre i costi di
produzione calano.

Edificio 4.0: costruire digitale. Come?

Federica Brancaccio, Presidente di Federcostruzioni

È possibile pensare a una crescita felice del nostro Paese, in cui la diffusione delle nuove tecnologie possa consentire di vivere meglio, con costi minori per il cittadino e per la Pubblica Amministrazione? In edifici e città più sostenibili e sicure, in un sistema generale più organizzato e trasparente?

L’Edificio intelligente integrato in un Quartiere intelligente, che fa parte di una Città intelligente può consentire il monitoraggio e la raccolta di informazioni utili per una gestione più sostenibile di energia, mobilità, inquinamento, sicurezza sociale, sicurezza strutturale, servizi idrici, manutenzione privata e pubblica … con un risparmio per il cittadino che può essere anche molto importante.

L’applicazione del BIM (Building Information Modeling)  in fase di progettazione e gestione dei cantieri, così come di tutte le tecnologie digitali, dal rilievo laser al monitoraggio tramite sensori di sicurezza, materiali e componenti, alla gestione delle macchine, fino alla esecuzione dei controlli tramite realtà aumentata, può consentire di ridurre in modo sostanziale gli errori di progettazione e costruzione. Riducendo i tempi di realizzazione e i costi di un’opera e fornendo le basi per una migliore successiva gestione.  L’uso di idonee piattaforme digitali e di standard di comunicazione riconosciuti possono poi essere gli elementi chiave per una gestione trasparente ed efficiente degli appalti.

Un importante Manifesto

Questi sono i temi di fondo che hanno portato Federcostruzioni a realizzare un Manifesto in cui, attraverso 10 proposte si evidenzia come oggi, attraverso una applicazione diffusa della digitalizzazione sia possibile perseguire tutti questi importanti obiettivi.

Il Manifesto sarà presentato nel corso dell’evento “EDIFICIO 4.0: COSTRUIRE DIGITALE PER UN’ITALIA  PIU’ SOCIALE, PIU’ SICURA, PIU’ SOSTENIBILE” che si terrà a Roma, alle ore 10, il 4 luglio 2018 presso Ance, Associazione Nazionale Costruttori Edili, in via Guattani 16.

I contenuti del Manifesto saranno presentati dal Presidente di Federcostruzioni Federica Brancaccio e dal vice Presidente Paolo Perino. All’interno dell’evento sono previste Key notes di esperti su Sociale 4.0, Città 4.0, Edifici 4.0, Industria 4.0, Costruire 4.0., Industria 4.0 a cui seguirà una tavola rotonda a cui sono stati invitati a partecipare alcuni rappresentanti del mondo della committenza pubblicata e privata.

È stato invitato a concludere l’evento il Ministro Danilo Toninelli.

Il Programma

Ore  9.30  – Accredito Partecipanti

Ore 10.00 Digitalizzazione e Costruzioni: i pareri di Federcostruzioni –  Saluti Federica Brancaccio, Presidente Federcostruzioni

Ore 10.15 Federcostruzioni: un Manifesto per la Digitalizzazione delle Costruzioni Proposte per la Rigenerazione Urbana e una Riqualificazione Immobiliare del Paese Paolo Perino, vice Presidente Federcostruzioni

Ore 10.45 – Key Lectures Vivere 4.0 Maurizio Tira, Presidente CENSU (Centro Nazionale Studi Urbanistici) e SIU (Società Italiana degli Urbanisti) Città 4.0 Gianni Dominici, Direttore Generale Forum PA Edificio 4.0 Gian Marco Revel, Università Politecnica delle Marche Costruire 4.0 Alberto Pavan, Politecnico di Milano Sicurezza 4.0 Paola Marone, Presidente Fondazione Ordine Ingegneri Napoli Industria 4.0 Giuseppe Padula, Università di Bologna

Ore 12.00 – Tavola rotonda EDIFICIO 4.0: Costruire digitale per un’Italia più sicura e sostenibile. Partecipano Federica Brancaccio, Presidente FEDERCOSTRUZIONI Gabriele Buia, Presidente ANCE Gabriele Scicolone, Presidente OICE Piero Torretta, Presidente UNI Alessandro Almadori,Presidente ATER Umbria Delegato ANCI* Pietro Baratono, PROVVEDITORATO OOPP Regioni Lombardia ed Emilia Romagna Marco San Giorgio, Presidente Comitato Rigenerazione Urbana – ASSOIMMOBILIARE Modera: Alessandro Banfi Conclusioni Danilo Toninelli, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti   * in attesa di conferma

SAIE: gestire l’edificio e riqualificare

Il mercato delle costruzioni è in una fase di trasformazione. Non solo prodotti e tecnologie ma anche servizi per l’ambiente costruito. Tutta la filiera delle costruzioni sta vivendo questa fase di transizione verso nuovi mercati e nuove modalità di produzione.

Per dare risposte concrete ai nuovi bisogni dei professionisti e per accompagnare l’evoluzione del cantiere, SAIE 2018 ha previsto il PERCORSO GESTIONE EDIFICIO E RIQUALIFICAZIONE EDILIZIA.

Un percorso dedicato alle tecnologie, ai servizi e ai sistemi per il recupero energetico e sostenibile degli immobili, e alla loro gestione e manutenzione.

Un percorso diversificato

il percorso copre uno spettro di settori diversi (dai materiali e componenti edilizi alle tecnologie digitali e agli impianti tecnici) e interconnessi. Prevede aree dimostrative dedicate ai sistemi integrati di Smart Home, Smart Building, e con casi di eccellenza di edifici NZEB.

Le aree tematiche

  • Finiture e partizioni interne
  • Impermeabilizzazioni, chimica per l’edilizia
  • Isolanti e sistemi di finitura per esterni
  • Involucro esterno
  • Manutenzione e amministrazione degli edifici
  • Digital Building & Smart Home

Le iniziative speciali

  • Piazza del colore e dell’edilizia leggera, dedicata a materiali e sistemi di riqualificazione dell’involucro
  • Piazza del Laterizio e della Ceramica, in collaborazione con ANDIL
  • Condominio, area speciale legata alla Gestione dell’Edificio con incontri e seminari dedicati alla gestione degli immobili

I luoghi dell’eccellenza

Si tratta di aree speciali in cui presentare opere di eccellenza attraverso il processo di progettazione, la realizzazione, le tecnologie e i prodotti che hanno partecipato alla loro realizzazione. Dagli strumenti di progettazione (BIM) alle strutture (in legno o altri materiali) ai serramenti, ai sistemi di involucro e agli impianti.

  • Sostenibilità, Greenbuilding e integrazione impiantistica. La strategia per la riqualificazione energetica del parco immobiliare nazionale prevede la costruzione e la trasformazione degli edifici esistenti in edifici a energia quasi zero “NZEB”. Esempi di edifici sostenibili, ad elevata integrazione impiantistica, a basso impatto ambientale e a zero energia saranno il cuore di quest’area
  • Sistemi ecologici, naturali, sicuri e a basso impatto. Edifici passivi o a basso impatto, con sistemi strutturali naturali e antisismici.  Saranno presentati i loro progetti, evidenziandone l’integrazione impiantistica, i sistemi di involucro trasparente, i sistemi strutturali antisismici che ne fanno un esempio di eccellenza

L’universo a emissioni zero di Wacker Neuson

Dal 16 al 21 giugno 2018 Wacker Neuson ha dimostrato cosa è già oggi possibile nel settore della tecnologia meccanica e cosa sarà possibile in futuro.

Nello stabilimento produttivo austriaco di Hörsching, a Linz, clienti, si sono dati appuntamento rivenditori ed esperti di tutta la regione EMEA. E hanno imparato a conoscere le più recenti macchine zero emission, provare prodotti e soluzioni digitali e scambiarsi idee.

Uno stabilimento all’avanguardia

Gli escavatori e i dumper Wacker Neuson vengono sviluppati e prodotti nello stabilimento di Hörsching. Dalla sua costruzione nel 2012, lo stabilimento è considerato fra i più moderni al mondo nel settore della meccanica. Ogni anno vengono prodotte circa 17.000 macchine.

Siamo lieti che siano venuti ospiti da tutta la regione EMEA per vivere personalmente l’universo Wacker Neuson. Dalla produzione alle più recenti macchine zero emission, fino alle possibilità di assistenza e alla realtà virtuale. La vicinanza ai nostri clienti, rivenditori e partner fa parte del DNA dell’impresa e questo evento sottolinea quanto sia importante lo scambio di idee” riassume Alexander Greschner, Responsabile della distribuzione di Wacker Neuson SE.

Zero emission: il futuro è adesso

Già oggi Wacker Neuson è molto più avanti rispetto alle disposizioni di legge sulla riduzione delle emissioni. Accanto alle macchine convenzionali, le cui emissioni sono già più ridotte di quelle di un’auto, offre già oggi un’intera linea zero emission. Che consente di gestire un cantiere cittadino completamente senza emissioni e con poco rumore.

La coerente trasformazione della linea a emissione zero di Wacker Neuson è una logica conseguenza se si guarda al futuro. Le disposizioni di legge si stanno evolvendo in direzione per ridurre le emissioni anche nell’ambito dei macchinari di costruzione. Noi andiamo ancora oltre e offriremo almeno un prodotto zero emission in ogni gruppo di prodotti principale” dichiara Martin Lehner, AD del Wacker Neuson Group. “Il requisito per l’introduzione sul mercato è che si possa contare sulla macchina per l’intera vita utile. E che la sua gestione sia economica. Per questo la carica della batteria deve essere sufficiente per un’intera giornata di lavoro”.

Macchine elettrizzanti

Il miniescavatore Zero Tail completamente elettrico EZ17e ha suscitato molti consensi ed entusiasmo. Il mini da 1,7 tonnellate si adatta particolarmente agli ambienti nei quali è necessario evitare quanto più possibile emissioni di gas di scarico e di rumori. Per esempio in città, durante i lavori negli edifici e gallerie o nelle vicinanze di scuole e ospedali.

Il più recente membro della famiglia zero emission è il dumper gommato elettrico DW15e con trazione integrale e carico utile di 1,5 tonnellate. È particolarmente adatto per il trasporto di materiali, soprattutto dove i lavori devono essere eseguiti senza emissioni e possibilmente con poco rumore. Il DW15e è equipaggiato con un proprio motore elettrico per la trazione e per l’idraulica di lavoro. Serve a gestire le prestazioni in base al fabbisogno e in modo indipendente e per minimizzare il consumo di energia. Durante la frenata nella macchina o in discesa, l’energia viene nuovamente alimentata nell’accumulatore. La batteria esente da manutenzione viene fornita con caricabatterie integrato, che può essere inserito in una presa domestica tradizionale. Sia il modello EZ17e sia il DW15e saranno disponibili dal 2019.

Mente digitale

Da Wacker Neuson la digitalizzazione ha preso piede da tempo. Ad esempio nello sviluppo dei prodotti, nella produzione o in forma di soluzioni intelligenti per i clienti. I visitatori hanno potuto accertarsene personalmente durante la presentazione dei servizi e Hololens. La nuova soluzione telematica con propria app per un servizio assistenza ottimale è stata accolta favorevolmente. Così come l’offerta digitale nel settore della manutenzione e riparazione. Un intervento assistenziale simulato ha dimostrato in modo impressionante come esperti in remoto possono guidare l’intervento di un tecnico dell’assistenza direttamente sulla macchina per ripararla. Tramite simulatori di realtà virtuale un’altra stazione ha consentito ai clienti di vedere e utilizzare prodotti in uno stadio di sviluppo molto precoce per poter così fornire un feedback diretto.

Un video a 360° ha completato l’esperienza digitale. E ha consentito ai visitatori di immergersi virtualmente nel mondo zero emissioni di Wacker Neuson e di ammirare come sia possibile gestire un cantiere in aree sensibili come uno zoo in modo silenzioso e senza emissioni.

Novità da toccare con mano

Wacker Neuson ha anche presentato per la prima volta la nuova pala gommata da 9 tonnellate WL95. La più grande pala gommata nell’assortimento consente di movimentare materiali particolarmente pesanti, come richiesto in particolare da grandi imprese edili e aziende di riciclaggio. Con il nuovo cambio ecospeedPRO, un cambio idrostatico continuo, la WL95 può circolare senza cambi di marcia fino a 40 km/h. E possiede inoltre una forza di trazione superiore rispetto ai modelli comparabili. La WL95 sarà disponibile da ottobre.

Inoltre è stato possibile testare per la prima volta i nuovi dumper gommati dual view di Wacker Neuson, che saranno disponibili nella classe da sei e dieci tonnellate. Dual view è l’innovativo concetto di sedile girevole che ridefinisce la sicurezza nei cantieri. Grazie a una rotazione di 180° gradi dell’intera console di comando e del sedile, l’utente ha sempre una perfetta visibilità in direzione di marcia, durante il trasporto, il carico e lo scarico. I dumper gommati di Wacker Neuson possono svolgere tutte le classiche operazioni di trasporto, ma offrono anche ulteriori vantaggi. Grazie al loro giunto articolato oscillante sono nettamente più maneggevoli e adatti a tutti i tipi di terreno di un camion. Anche a pieno carico e soprattutto su fondi sconnessi mantengono sempre il contatto con il terreno e un’ottima trazione.

Prestazioni eccezionali per la Liebherr LR 1800-1.0

Liebherr ha presentato al Kundentag una nuova gru cingolata da 800 tonnellate – LR 1800-1.0 – ai clienti di tutto il mondo. Capacità di portata notevoli e logistica di trasporto intelligente sono le caratteristiche principali di questa nuova gru di grandi dimensioni. È stata concepita in particolare per l’utilizzo nel settore  industriale. Per lavori in cui siano necessari falcone variabile e sistema derrick, per esempio per la costruzione di centrali elettriche e nell’industria petrolchimica. Per la prima volta il sistema braccio è stato realizzato con tralicci di tre dimensioni diverse che possono essere inseriti l’uno nell’altro per ottimizzarne il trasporto.

Una nuova denominazione

Al Kundentag, Liebherr ha esposto anche modelli di gru nuovi e innovazioni tecniche relative sia alla gamma delle autogrù che alla gamma delle gru cingolate

Con questo nuovo modello di gru Liebherr ha introdotto nella denominazione delle gru cingolate un nuovo suffisso numerico. L’ “1” dopo il trattino sta per il primo modello di gru cingolata da 800 tonnellate. Lo “0” dopo il punto significa la prima versione. Questo numero aumenterà di 1 ogni volta che in futuro verranno introdotte delle modifiche tecniche al modello.

Potenza per l’industria

La nuova LR 1800-1.0 amplia la gamma di gru cingolate Liebherr nella classe inferiore alle 1000 tonnellate, particolarmente adatte in ambito industriale. Questi tipi di applicazioni necessitano solitamente del falcone variabile e del derrick. L’ obiettivo, durante la progettazione di questo prodotto, era raggiungere il massimo della portata per questo tipo di applicazioni. E riuscire contemporaneamente a ridurre i costi per il trasporto su qualsiasi strada, in tutto il mondo. La nuova LR 1800-1.0 è attualmente la gru cingolata più potente sul mercato nonostante la sua macchina base sia larga solamente 3 metri. La struttura, particolarmente robusta, ha permesso di estendere la progettazione delle altezze di sollevamento. La connessione rapida che serve a sollevare la struttura superiore per il trasporto è di serie.

Il trasporto è low cost

Il concetto del sistema braccio è completamente nuovo – per il trasporto tre sezioni tralicciate vengono inserite una nell’altra. Questo principio è stato applicato per la configurazione standard con braccio principale da 84 m e falcone variabile da 84 m. I tralicci di sezione più grandi si trovano nella parte iniziale del braccio principale. Quelli di media sezione nella parte finale del braccio principale e nella parte iniziale del falcone variabile. I tralicci di sezioni inferiori sono montati nella parte finale del falcone variabile. Aggiungendo solo due mezzi di trasporto la lunghezza standard può raggiungere la massima dimensione del sistema braccio di 102 m di braccio principale più 102 m di falcone variabile.

Un’altra caratteristica che riduce i costi di trasporto è la larghezza della macchina base: 3 metri con un peso massimo di trasporto pari a 45 t. Anche il peso del cingolo da 60 t può essere ridotto per il trasporto a meno di 45 t rimuovendone la catenaria. I cingoli hanno una larghezza standard di 2 m per mantenere al minimo la pressione sul terreno.

Zavorra derrick innovativa

La nuova LR 1800-1.0 presenta anche l’innovazione VarioTray. Dopo che il braccio tralicciato viene sollevato tramite la zavorra Derrick completa, la parte della zavorra che in seguito non serve più, può essere sganciata in modo semplice e veloce. Generalmente è necessaria solo una piccola parte della zavorra per i sollevamenti effettuati con bracci innalzati totalmente o quasi. Questo evita il fastidioso lavoro di impilare e poi togliere le piastre di contrappeso del derrick.

Un nuovo tipo di sistema di zavorramento è usato per la zavorra sospesa. Un telaio regolabile idraulicamente permette di adattare il raggio di zavorra fino a 23 m. Ciò significa che non è più necessario un sistema di zavorramento fisso per i raggi più ampi.

La zavorra è costituita da piastre standard Liebherr da 10 t.  Il vantaggio è che possono essere usate universalmente su tutti i modelli di cingolate Liebherr. La LR 1800-1.0 lavora con un massimo di 230 t di zavorra della piattaforma girevole, 70 t di zavorra centrale e fino a  400 t di zavorra derrick.

Il carro cingolato è fornito di serie con 4 motori di traslazione. La LR 1800-1.0 è dotata di un motore Liebherr V8 diesel con potenza 455 kW / 610 CV in linea con gli standard di emissioni gassose Stage V.

Infine i moderni comandi del LICCON2 ottimizzano le possibilità di allestimento e controllano le fasi di montaggio della LR 1800-1.0.

 

Volvo Connect: nuova interfaccia digitale

Tra i proprietari di veicoli pesanti e i trasportatori è sempre più diffuso l’uso di servizi
telematici e digitali. Per aumentare la produttività e l’efficienza delle proprie
attività. Questo implica, tuttavia, un maggior numero di sistemi e interfacce.

Il lancio da parte di Volvo Trucks di Volvo Connect permetterà di combinare un insieme di servizi digitali e connessi in un unico portale semplice e intuitivo. Volvo Connect verrà presentato nel settembre del 2018 e verrà aggiornato e ampliato regolarmente nel corso dei prossimi anni.

Si può personalizzare

“Volvo Connect offre la possibilità di accedere da un unico punto a informazioni e servizi
necessari per gestire e sviluppare le attività quotidiane”, dichiara Carina
Holm, Project Manager, Volvo Connect. “Fornirà infatti supporto non solo per la
gestione della flotta e la pianificazione della manutenzione. Ma anche per molti altri
aspetti legati alle attività. Gli utenti potranno personalizzare l’interfaccia in modo per accedere in modo più rapido e semplice alle informazioni e ai servizi che reputano più importanti”.

Per le flotte miste c’è Accesso Dati Veicolo

Oltre a Volvo Connect, Volvo Trucks sta lanciando anche-Accesso Dati Veicolo. E’ un
nuovo servizio che consente di archiviare e consultare nel cloud i dati relativi ai veicoli
come previsto dallo standard Remote FMS (rFMS). Questo permette di integrare i dati
nei sistemi esistenti dei clienti. Che possono utilizzarli per agevolare le attività di
trasporto basate sull’uso di flotte miste, indipendentemente da marchio o modello.
I nuovi servizi digitali includono inoltre Rapporto Sicurezza e Condizioni Veicolo.
“Per iniziare, Volvo Connect offrirà questi tre servizi e alcuni servizi aggiuntivi, tra cui
Dynafleet e Programma di Manutenzione”, continua Carina Holm. “In futuro,
amplieremo i contenuti disponibili. E i clienti potranno scegliere tra una vasta gamma di
informazioni, funzionalità e servizi, creati sia da noi che da sviluppatori esterni”.

Pronti per un futuro digitale

L’introduzione di Volvo Connect avviene in un momento in cui la digitalizzazione sta
cambiando il modo di vivere e lavorare delle persone e il settore dei trasporti non fa
eccezione.
Volvo Connect è stato sviluppato come soluzione a lungo termine considerando proprio
questa rapida trasformazione. Le aziende potranno così entrare senza difficoltà in un nuovo ed entusiasmante futuro digitale.
L’introduzione di Volvo Connect e dei contenuti disponibili seguirà una tempistica
diversa nei vari mercati
Volvo Connect è stato sviluppato in collaborazione con Connected Solutions,
un’organizzazione interna al Volvo Group, che gestisce lo sviluppo e le attività legate alle
soluzioni e ai servizi connessi.

Pale compatte: una Lince T590 allo Zoo

Una nuova pala compatta cingolata Bobcat T590 è stata acquistata per essere utilizzata nel Progetto Elefante dello zoo di Blackpool, nell’omonima e nota località balneare britannica.

Il “Progetto Elefante” è una delle tappe e il maggiore investimento singolo finora realizzato nell’ambito del processo di miglioramento continuo dello zoo. Ne ha infatti  ampliato la superficie totale di circa 1,2 ettari, creando una nuova casa per assicurare il futuro degli elefanti nel parco zoologico.

Una soluzione ideale…

La bassa pressione al suolo e la stabilità del carro cingolato della T590 offrono la soluzione perfetta per lavorare sulla sabbia fine e profonda che ricopre gran parte della superficie del nuovo recinto per gli elefanti.

Fino al momento della dimostrazione della T590, individuare la macchina giusta si era rivelato un problema spinoso per Luke Minns, curatore capo dello zoo e per Adam Kenyan, responsabile della sezione mammiferi.  La Bobcat T590 ha dimostrato le sue ottime prestazioni senza sforzo e con ottimi risultati. Quella tra la T590 e gli accessori Bobcat acquistati insieme alla macchina, tra cui una benna grigliata, forche per pallet e punte per balle di fieno, si è rivelata una combinazione potente e versatile. Non solo per i lavori all’interno del recinto degli elefanti, ma anche nel resto dello zoo.

…per un lavoro particolare

La prova sul campo della Bobcat T590 nello zoo ha mostrato chiaramente che questa era proprio la macchina perfetta per il lavoro. Alla prova ha partecipato non solo il personale dello zoo di Blackpool, ma anche quello proveniente da altri zoo della zona. Tutti sono rimasti positivamente colpiti. Lo staff dello zoo ha provato la macchina e ne ha apprezzato il funzionamento e la semplicità d’uso. La macchina si è comportata bene sulla sabbia fine, manovrando su e giù lungo le superfici in pendenza e livellando la sabbia con facilità.

Luke Minns ha commentato: “Sono rimasto molto colpito dalla qualità costruttiva e dalla facilità d’uso ottimale per operatori con differenti livelli di esperienza. Pulire il recinto degli elefanti e curare la manutenzione delle superfici in sabbia è molto più efficiente con la macchina Bobcat. Personalmente apprezzo molto il sistema di accensione con codici di accesso individuali per gli operatori che ci consente di risparmiare un bel po’ di scartoffie!”.

Un optional intelligente

La T590 dello zoo di Blackpool è dotata di cruscotto opzionale Deluxe. Ha un sistema di sicurezza con accensione senza chiave e possibilità di memorizzare sino a otto codici di accensione individuali a 10 cifre. E’ utile non solo in funzione antifurto, ma anche per il monitoraggio e il tracciamento dell’utilizzo della pala.

Luke Minns ha aggiunto: “La macchina sarà utilizzata per lo scarico di fieno e paglia, la distribuzione del mangime, la movimentazione delle casse di animali. Ma anche per i lavori di manutenzione del suolo dei recinti e per la pulizia delle lettiere degli animali, nonché per gli altri lavori di manutenzione all’interno dello zoo“.

Il progetto Elefante

Il Progetto Elefante è una struttura all’avanguardia. Ospiterà un allevamento di elefanti asiatici. Una specie a rischio di estinzione che probabilmente è tra le più iconiche negli zoo di tutto il mondo.

Gli elefanti asiatici sono di casa allo zoo di Blackpool dalla sua apertura nel 1972. Il Progetto Elefante ospita ora anche un branco di elefanti asiatici dello zoo di Twycross, un altro giardino zoologico britannico.

Il recinto per gli elefanti è stato appositamente progettato per soddisfare le complesse esigenze di benessere di questi animali. E offrirà ai visitatori una piattaforma di osservazione sopraelevata coperta.