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DAF chiude un 2024 intenso

Massimo Dodoni

Nella tradizionale conferenza stampa di fine anno DAF Veicoli Industriali,  dopo aver presentato ufficialmente il suo nuovo Amministratore Delegato,  Massimo Dodoni, ha illustrato i risultati conseguiti nel 2024 e gli obiettivi che si prefigge di raggiungere nel 2025.

Massimo Dodoni si è laureato presso la Business School dell’Università di Bologna (BBS) ed ha conseguito un Executive MBA.

Durante la sua carriera, Massimo Dodoni ha ricoperto diverse posizioni con crescenti responsabilità nell’industria dei trasporti. Ha rivestito il ruolo di Direttore Generale presso Kögel Trailers in Germania ed è stato Sales & Marketing Manager presso SAF HOLLAND in Italia.

Iniziamo dai risultati conseguiti quest’anno da DAF  (che nel 2024 ha compiuto75 anni d’età ) hanno suggellato un anno intenso, contrassegnato non solo dalla presentazione di nuovi prodotti, ma anche dall’ampliamento delle rete di vendita e dall’allargamenti dei servizi.

Il Model Year 2025

Nel comparto dei veicoli industriali il progresso non ammette soste. DAF, dopo l’introduzione della Nuova Generazione di veicoli XF, XG e XG+ nel 2021 e l’inizio della commercializzazione della serie XD per collegamenti regionali e impieghi specifici, alza ancora l’asticella delle prestazioni e dell’efficienza dei consumi, con la promessa di un guadagno ulteriore del 3% rispetto ai precedenti modelli. Le principali innovazioni introdotte dalla Casa olandese, che arriveranno in Italia il prossimo anno, riguardano i componenti della catena cinematica. A cominciare dai motori Paccar MX-11 e MX-13 che, mediante una nuova fasatura delle valvole, funzionano adesso secondo il ciclo Miller. In pratica, con un rapporto di compressione inferiore rispetto al rapporto d’espansione (nel ciclo Otto o in quello ciclo Diesel i due parametri sono identici), si ottiene una fase di compressione più breve rispetto a quella d’espansione, il che permette di migliorare la quantità d’energia estratta sotto forma di pressione dal processo di combustione e di abbattere le emissioni (soprattutto quelle di ossidi di azoto). Il turbocompressore e il sistema di ricircolo dei gas combusti (EGR) sono stati aggiornati per adattarsi alla nuova fasatura delle valvole, mentre nuovi iniettori migliorano l’efficienza, l’affidabilità e la durata nel tempo. Gli MX-11 ed MX-13 sono, inoltre, dotati di un compressore dell’aria disinseribile mediante frizione e di una pompa del fluido refrigerante ad azionamento elettrico per le fasi di basso carico e a trascinamento a cinghia quando sono richieste elevate prestazioni. Altre novità di rilevo riguardano le strategie di cambiata dell’automatizzato TraXon, il miglioramento dell’efficienza dell’assale posteriore SR1344, l’introduzione del rapporto al ponte di 2,05:1 in abbinamento con le coperture 315/70 R 22.5, le dotazioni standard dei trattori e le funzionalità della piattaforma di servizi digitali Daf Connect.

Dodoni: puntare su Sostenibilità e Capillarità 

Dodoni si è anche soffermato sull’esigenza di mettere in strada (e in cava ovviamente) veicoli che siano sostenibili (quindi via libera all’elettrificazione e a tutte le soluzioni di propulsione alternative, HVO incluso). Un percorso ovviamente a medio/lungo termine che è però irreversibile: indietro non si torna. Per questo occorre visione, e una buona dose di coraggio oltre che di pazienza, auspicando che i Governi dei vari Paesi si organizzino in termini di strutture di rifornimento e di potenziamento delle reti di ricarica.

Va di pari passo il concetto di capillarità che sta molto a cuore a Dodoni secondo cui il successo è il potenziamento capillare dei centri di assistenza, indipendentemente dai volumi di vendita. L’esigenza prioritaria del cliente è sempre la stessa: un veicolo fermo in officina più del tempo necessario costituisce un problema, poiché il canone
del leasing deve essere comunque pagato. “Oggi abbiamo 84 centri di assistenza formati, in grado di intervenire su qualsiasi tipo di veicolo. Ritengo che questa rete debba subire un’accelerazione per migliorarne la capillarità.Anche le sedi dei concessionari aumenteranno. Adesso i dealer sono 16 in tutto. Nel 2025 vi saranno quattro impianti in più. L’ampliamento del network di assistenza è il miglior segnale che il Brand ha intenzioni serie. Non siamo soddisfatti di ciò che siamo oggi, perché occorre puntare sempre più in alto“.

Gli appuntamenti per il 2025

Per quanto riguarda l’iniziativa Plug & Play l’11 febbraio 2025 ci sarà una presentazione presso il Centro Usato Ovip di Piacenza mentre il 21 gennaio 2025 si parlerà dell’attività della scuola di formazione DAF all’ENAIP veneto, a Cittadella (Pd).

Per la divisione cava cantiere sarà fondamentale la partecipazione al Bauma di Monaco di Baviera dove verranno presentati i veicoli vocazionali, anche ad impiego misto, come quello da noi testato nei pressi di Milano.

I sollevatori Bobcat Waste Expert

I telescopici Bobcat Waste Expert serie R emergono come campioni sui mercati dello smaltimento e del riciclo nella regione EMEA.

I telescopici Bobcat Waste Expert offrono prestazioni eccezionali nella movimentazione di materiali nelle applicazioni più impegnative nei settori dello smaltimento dei rifiuti e del riciclo.

A complemento dei prodotti di successo dell’azienda per i settori edile e agricolo, Bobcat offre quattro macchine Waste Expert basate sui modelli TL35.70, TL34.65HF, TL38.70HF e TL43.80HF della nuova gamma serie R. Tutte le macchine sono dotate di motore Bobcat da 74 o 101 kW (99 o 135 HP) e hanno una capacità di sollevamento da 3,4 a 4,3 tonnellate e un’altezza di sollevamento da 6,3 a 7,5 metri.

Robusti, efficienti, facili da utilizzare

I telescopici Bobcat sono apprezzati per la loro robustezza, efficienza e facilità d’uso, caratteristiche essenziali per l’impiego nelle applicazioni industriali intensive tipiche dei mercati dello smaltimento dei rifiuti e del riciclo di materiali.

Clement Rousseau, Product Manager per i telescopici, commenta così la gamma Waste Expert: “La gamma Waste Expert si basa sulla nostra recente famiglia di telescopici serie R leader del mercato che offre macchine superiori che combinano comfort costante, massima produttività e affidabilità, funzioni intelligenti, una struttura robusta con un funzionamento intuitivo ed ergonomia a 360° gradi.

Le aziende di smaltimento e riciclo hanno bisogno di macchine versatili in grado di eseguire le attività più svariate, devono poter essere manovrate in spazi angusti e devono garantire la massima efficienza con la massima sicurezza per l’intera giornata di lavoro. Con il design più robusto del mercato, forza di strappo della benna eccezionale, impianto di raffreddamento efficiente, baricentro basso e passo lungo per migliorare stabilità e capacità di sollevamento, i nostri telescopici Waste Expert sono l’ideale per i mercati dello smaltimento e del riciclo.

“Come tutte le nostre macchine, i telescopici Waste Expert sono costruiti per i lavori più impegnativi, e offrono l’agilità e la versatilità necessarie per qualsiasi applicazione. I modelli HF sono molto robusti e hanno funzionalità per alta portata per garantire produttività di carico e capacità di sollevamento ineguagliate”.

I siti di smaltimento e riciclo dei rifiuti sono ambienti di lavoro difficili e pertanto le macchine che vi si impiegano devono essere all’altezza del compito. Ecco perché le macchine Waste Expert sono ancora più robuste, le più robuste del mercato, dotate di assali Dana Spicer per impieghi gravosi e ulteriore protezione rinforzata.

Sono inoltre dotate di testa del braccio extra large, braccio in acciaio altoresistenziale, ammortizzazione del braccio e pistoni idraulici protetti sotto e all’interno del braccio. Come tutti i telescopici Bobcat, le macchine Waste Expert hanno un telaio scatolato saldato per soddisfare cicli di impieghi gravosi e offrono un’ottima luce verticale, con protezione sottoscocca sull’intera lunghezza per proteggere i componenti vitali.

Inoltre modelli Waste Expert hanno funzionalità aggiuntive per lavorare in condizioni difficili, tra cui:

  • Griglia protettiva per parabrezza e tetto
  • Protezione per luci di lavoro e luci di marcia
  • Protezione extra per i serbatoi di olio e carburante
  • Protezione antipolvere per il braccio interno
  • Protezione del cilindro di inclinazione
  • Comando marcia FNR su leva sterzo e joystick
  • Inversore automatico della ventola
  • Estintore
  • Allarme di retromarcia a banda larga

Cabina più spaziosa per un comfort migliore

Le macchine Bobcat Waste Expert hanno lo stesso design di cabina utilizzato per i telescopici serie R, che offre un ambiente di lavoro premium per l’operatore. Gli interni della cabina, di alta qualità e dal design contemporaneo, sono caratterizzati dal branding della serie R, dai colori e dalle texture che rispecchiano in modo chiaro il DNA di Bobcat. Dal design ergonomico, tutte le superfici sono state ottimizzate per offrire maggiore spazio e visibilità. I comandi retroilluminati sono a portata di mano e sono facilmente individuabili grazie al loro colore, che è sempre uguale, di giorno e di notte.

Particolare attenzione è stata data ai vani portaoggetti. Lo scomparto isotermico refrigerato o riscaldato rende più piacevole la giornata di lavoro. L’insonorizzazione generale della macchina è un altro aspetto su cui si è lavorato molto e il livello di rumorosità all’interno della cabina è stato ridotto della metà.

Il sedile a sospensione pneumatica riscaldato Grammer Maximo Dynamic è dotato di bracciolo a sospensione con joystick integrato e garantisce il massimo comfort di giuda e un utilizzo eccezionale. Il display LCD a colori offre informazioni interattive e intuitive ed è disponibile anche nella versione con touch screen più grande da 7 pollici, completo di radio incorporata e pagina dedicata al telefono che permette all’operatore di chiamare direttamente i contatti.

Per una maggiore sicurezza e una manovrabilità più semplice, il feed della telecamera posteriore viene visualizzato sul display non appena si innesta la retromarcia e lo specchietto elettrico laterale destro può essere rapidamente regolato dall’interno della cabina. Come tocco finale, il pacchetto di luci a LED completo offre una visibilità chiara a 360°, anche di notte.

Maggiore sicurezza con i Waste Expert

I telescopici Waste Expert Bobcat offrono un funzionamento efficiente, sicuro e semplice con trasmissione variabile intuitiva e freno di stazionamento automatico per ancora più sicurezza e comfort per l’operatore. Le modalità di lavoro di carico e movimentazione sono di serie, così come la modalità ECO, che mantiene prestazioni idrauliche ottimali senza usare la massima potenza del motore, regolando le funzionalità principali della macchina per ottenere un equilibrio tra massime prestazioni e ottimo rapporto prestazioni/consumo di carburante.

Un’importante caratteristica delle macchine “Waste Expert” è, ovviamente, il braccio telescopico, che offre uno sbraccio eccellente nonché la possibilità di usare diversi accessori, migliorandone la portata e la flessibilità. Le macchine possono così essere usate per svolgere molteplici attività in impianti di trasferimento e impianti per il recupero di materiali. La possibilità di trasportare, sollevare e posizionare balle o materiali ingombranti, oppure caricare tramogge e rimorchi con sponde alte, offre vantaggi reali per diversi settori di smaltimento e riciclo.

 “Waste Expert” ad alte prestazioni

Bobcat offre diversi tipi di pneumatici per le diverse superfici che si possono trovare nei siti di smaltimento e riciclo, tra cui Michelin 460/70R24 BIBLOAD, uno pneumatico rinforzato con fili d’acciaio e con battistrada a diamante che offre una maggiore resistenza all’usura e alle lacerazioni e un’eccellente fluidità di guida.

Un’altra alternativa è il nuovo Camso TLH 792S 13 R24, uno pneumatico pieno per impieghi gravosi con stabilità, durata e comfort ottimizzati, e che offre anche un’eccellente trazione. Con questo pneumatico montato, le macchine hanno una velocità di guida massima di 15 km/h e sono dotate di assali rinforzati per impieghi gravosi.

La tecnologia HF/High Flow (alta portata) disponibile sui modelli HF offre prestazioni e capacità idrauliche incredibili con una pompa di tipo Load Sensing da 190 l/min ai vertici della categoria e distributore di tipo Flow Sharing. L’operatore può così mantenere il motore a velocità notevolmente più basse, consumando meno carburante e sfruttando tempi di ciclo decisamente più rapidi. Per evitare il surriscaldamento dell’olio e la perdita di potenza, la pompa con rilevamento del carico eroga olio solo quando è necessaria potenza idraulica.

Manutenzione facile per il motore

Il facile accesso al vano motore facilita la manutenzione della macchina. Sotto il cofano, i telescopici Waste Expert serie R sono alimentati da versioni aggiornate del motore Bobcat D34, dotato di trattamento dei gas di scarico con filtro antiparticolato (DPF), la cui rigenerazione automatica non riduce le prestazioni della macchina e non viene percepita dall’operatore.

Garanzia di 3 anni di serie 

Come tutti i nuovi telescopici Bobcat, anche i modelli della gamma Waste Expert offrono ai clienti la massima tranquillità grazie alla garanzia di 3 anni (o 3 000 ore) di serie per l’intera macchina, che può essere estesa a 5 anni (o 5 000 ore). Bobcat è l’unico produttore a offrire di serie una garanzia di 3 anni, permettendo ai clienti di concentrarsi esclusivamente sullo sviluppo della loro attività senza preoccuparsi delle macchine.

Ecco i link alle testimonianze:

https://www.youtube.com/watch?v=urn_AnQx59I

https://www.youtube.com/watch?v=0jz8XmCs4Io

Sicurezza e Formazione secondo Bauer

Sicurezza. Manutenzione. Formazione.

Sono questi i tre pilastri fondamentali per un cantiere efficiente, produttivo e tranquillo sotto tutti i punti di vista. Ne abbiamo parlato con Saverio Santucci, After Sales & Technical Support Manager di Bauer Macchine Italia, che lavora nel settore delle fondazioni speciali dal 1992

La cultura della sicurezza  

Saverio Santucci

Ho iniziato a lavorare nel mondo delle perforazioni”, dichiara, “nel lontano 1992 e sono sempre stato molto sensibile a questo argomento, ma in Bauer Macchine Italia e nel Gruppo Bauer in genere, di cui faccio parte dal 2016, ho acquisito la vera cultura della sicurezza. Che poi, in sostanza, è la cosa che manca a livello nazionale. Ogni giorno ci sono morti sul lavoro e tantissimi infortuni, in pratica stiamo combattendo una guerra non dichiarata. Com’è possibile una cosa del genere, nel 2024? Fortunatamente in Bauer Macchine Italia siamo attentissimi a questi aspetti. Ci siamo imposti l’obbligo di denunciare non solo tutti gli incidenti, ma anche i cosiddetti near miss, i mancati incidenti. Questo è l’unico sistema per migliorare e porre rimedio a tutte le situazioni che possono creare un incidente. Questo modo di lavorare, di pensare e di trasmettere ai lavoratori la cultura della sicurezza è una cosa che mi piace moltissimo. Al nostro interno questa cultura si concretizza in specifiche riunioni e in piccoli corsi di formazione dedicati alla sicurezza, parliamo dei mancati incidenti con molta franchezza e libertà. Del resto il mancato incidente, anche se piccolo, è un segnale d’allarme, un segnale che si deve fare qualcosa per migliorare. Per incentivare la comunicazione dei near miss abbiamo anche istituito un apposito Premio della Sicurezza, e la cosa sta funzionando”.

Sicurezza in cantiere

Questo quanto viene fatto in Bauer Macchine Italia, ma cosa accade verso l’esterno?  “Ovviamente”, riprende Santucci, “non possiamo intervenire sulla sicurezza dei clienti, è un argomento delicato, però il nostro personale in cantiere sa che l’obiettivo finale non giustifica i mezzi con cui lo si raggiunge. Quindi, per fare un esempio, se un nostro collaboratore deve andare in alto sulla macchina per fare un certo lavoro, chiederà la piattaforma. Tutti i lavori di manutenzione sono eseguiti seguendo pratiche di assoluta sicurezza. Questo, me lo auguro, dovrebbe essere anche di esempio per i nostri clienti. Ovviamente questo modo di lavorare non è improvvisato, i clienti sono sempre avvisati in precedenza in modo che in cantiere si trovino tutte le attrezzature necessarie per l’intervento. Abbiamo anche acquistato e distribuiamo in cantiere una collana di libretti, di poche pagine e di piccole dimensioni, dedicati a vari argomenti sulla sicurezza. Sono pubblicazioni brevi, facili da leggere, molto interessanti perché contengono molti argomenti per il cantiere, per i lavori in quota, ma anche per gli addetti dell’ufficio”.

Manutenzione: un altro importante pilastro

Strettamente collegato al tema della sicurezza è quello della manutenzione. Infatti per lavorare con macchine intrinsecamente sicure non è sufficiente affidarsi ad attrezzature di alta qualità, ma queste ultime vanno sempre tenute nella massima efficienza, utilizzando ricambi originali ed eseguendo tutti i tagliandi previsti. “Sul territorio italiano”, continua Santucci, “attualmente abbiamo al lavoro oltre 60 macchine tra perforatrici Bauer, Klemm, frese e gru. Quindi si tratta di un parco macchine notevole, da seguire con estrema attenzione. Attrezzature che vengono monitorate con tutti gli strumenti informativi che Bauer ci mette a disposizione”. Le macchine vengono infatti costantemente seguite durante il loro lavoro e quindi Bauer Macchine Italia sa esattamente quando devono essere fatti i vari tagliandi e come vengono utilizzate le macchine attraverso la visualizzazione di molti parametri: i consumi, le ore di lavoro, le pause durante la giornata, le ore di funzionamento del motore, la posizione della macchina e, ovviamente, anche tutti gli allarmi.

Il concetto che ci muove”, riprende Santucci, “è molto semplice: le ditte di fondazioni speciali devono fare i pali, noi dobbiamo fare in modo che le macchine di questi clienti non si fermino. Per raggiungere questo scopo il metodo migliore, il più affidabile e anche il più economico, in quanto mette al riparo da rotture improvvise, è quello di stipulare appositi contratti di service, attraverso i quali la gestione della macchina è completamente a carico di Bauer Macchine Italia. Quindi l’impresa fa i pali, noi facciamo tutto il resto, ad esempio un tagliando o la sostituzione di una fune o di un componente usurato. Nel prezzo del servizio possono essere inseriti anche i ricambi e quindi il cliente non si trova sorprese, in pieno stile automotive. Ovviamente questi contratti si basano sulle ore di lavoro della macchina, e altrettanto ovviamente mirano a salvaguardare la macchina nel tempo e quindi a mettere a disposizione del cliente non solo una perforatrice sempre prestazionale, ma anche sempre sicura”.

Il mercato risponde così

Com’è logico che sia”, conferma Santucci, “i clienti sono molto attenti alle spese, ma osservando i registri di manutenzione spesso ci accorgiamo come la soluzione fai da te non sia la migliore. Eppure il registro di manutenzione è uno dei documenti più importanti che deve stare sulla macchina, deve essere aggiornato. Dalla sua compilazione approssimativa si evince come spesso le manutenzioni non vengano effettuate correttamente e questo provoca successive rotture o problematiche che potevano essere evitate. Quindi scegliere la manutenzione programmata è una scelta quasi obbligata, è il metodo migliore per salvaguardare il proprio investimento, per lavorare con macchine sicure e affidabili e conservare un elevato valore residuo della macchinario. E devo dire che a piccoli passi il mercato sta andando in questa direzione a prescindere dalle dimensioni delle aziende. Per supportare questo servizio stiamo anche cercando di ampliare sempre di più il comparto dell’assistenza tecnica che al momento annovera due tecnici in officina, due tecnici itineranti e due persone in ufficio”.

Last but not least…la formazione

Il discorso sicurezza non può dirsi concluso se non si tratta di un altro elemento cardine: la formazione. “L’elettronica è ormai su tutte le macchine”, conclude Santucci, “e spesso si tratta di perforatrici che hanno la possibilità di fare molteplici tecnologie. Quindi la formazione degli operatori è divenuta un’urgenza. Non possiamo pensare che ogni operatore sappia a memoria il manuale di uso e manutenzione. Ci vuole la sensibilità di spiegare l’utilizzo delle varie macchine non con la complessità ingegneristica, ma in modo semplice e al contempo efficace. Ovviamente in Bauer abbiamo i simulatori, che del resto portiamo anche in fiera, ma non basta. È necessario organizzarci con una vera e propria scuola di formazione, anche perché la professionalità degli operatori sta diminuendo vertiginosamente. E ancora una volta questo aspetto si riflette sulla sicurezza e anche sull’integrità della macchina stessa, infatti molte rotture discendono direttamente da utilizzi scorretti. Il Bauer Training Center è rivolto prima di tutto ai collaboratori Bauer, ma anche ai nostri clienti. Però poi ci sono le difficoltà linguistiche, che sono importanti, c’è la trasferta. Per questo è necessario organizzarci con corsi pensati e realizzati in Italia. In questo senso nel 2025 Bauer Macchine ha in programma di dotarsi di un simulatore Bauer Foundation che permetta ai clienti di familiarizzare con la tecnologia e le metodologie di lavoro Bauer nella completa sicurezza della realtà virtuale restando in Italia. Questa possibilità andrebbe quindi a semplificare la vita degli operatori e a farli lavorare con più serenità in un’ottica di potenziamento della sicurezza e della confidenza dell’operatore verso le nostre macchine”.

Nuove opzioni per le Develon DL-7

Develon ha annunciato molte nuove caratteristiche e opzioni per la sua pluripremiata gamma di pale gommate Develon DL-7.

Composta da undici modelli, che vanno dal più piccolo DL200-7 fino al modello top di gamma DL580-7, la gamma DL-7 è progettata per consentire un caricamento più facile e veloce, con capacità massime della benna da 2,0 a 6,4 m3, garantendo una maggiore produttività in un’ampia varietà di applicazioni di movimentazione dei materiali.

Queste includono il trasporto e lo scarico di terra, sabbia, aggregati e altri materiali in applicazioni industriali, nel riciclo e smaltimento dei rifiuti, nei lavori di costruzione o demolizione e nelle attività estrattive in cave e miniere. Develon ha inoltre ampliato la sua offerta di opzioni in modo da fornire strumenti da lavoro ancora più adatti alle singole applicazioni, a tutto vantaggio della produttività.

Sollevamento parallelo per le piccole DL-7

Una delle principali modifiche apportate alla gamma DL-7 è il nuovo sistema di sollevamento parallelo ora adottato come standard nei sei modelli più piccoli, che vanno dal DL200-7 al DL380-7.

Queste pale gommate sono ora dotate di un sistema di sollevamento parallelo con compensazione elettro-idraulica, progettato specificamente per mantenere le forche per pallet in posizione orizzontale durante il sollevamento. Questo sistema avanzato regola automaticamente le forche in modo che restino parallele mentre si alzano e si abbassano, garantendo che i carichi rimangano stabili e bilanciati in modo sicuro. Ideale per una gestione precisa dei pallet, il sollevamento parallelo semplifica le operazioni di carico e scarico e riduce il rischio di rovesciamento o danneggiamento. Questo miglioramento aumenta non solo la sicurezza operativa, ma anche la produttività, consentendo agli operatori di gestire i materiali con maggiore sicurezza ed efficienza in qualsiasi ambiente operativo.

Sterzo elettrico comandato da joystick esteso

Lo sterzo elettrico comandato da joystick integrato sul bracciolo, una caratteristica già rodata sulle pale gommate Develon di grandi dimensioni, è ora disponibile anche per i modelli più piccoli, dal DL200-7 al DL280-7.

Lo sterzo elettrico comandato da joystick aiuta gli operatori a mantenere la concentrazione e riduce lo stress. Questo pratico sistema consente agli operatori di guidare la macchina più facilmente, soprattutto in caso di azioni ripetitive e spazi ristretti. Il design ergonomico del joystick, progettato per fornire all’operatore un controllo più preciso grazie a una corsa della leva più breve che garantisce un minore affaticamento, offre la possibilità di impostare la sensibilità modificandola in base alle preferenze dell’operatore tramite il monitor touchscreen SmartTouch.

Intuitivo e facile da leggere in qualsiasi condizione, il touchscreen fornisce tutte le impostazioni e informazioni importanti di cui ha bisogno l’operatore in un unico posto.

Visibilità completa sulle DL-7

Un altro upgrade apportato a tutti i modelli della gamma DL-7 è un pacchetto completo di illuminazione a LED, progettato per migliorare la visibilità, la sicurezza operativa e il comfort dell’operatore. Questo nuovo pacchetto include luci di lavoro a LED avanzate, che forniscono un’illuminazione potente per una visibilità ottimale durante i turni di notte o in condizioni di scarsa illuminazione, garantendo che i lavori vengano completati in modo sicuro ed efficiente.

Le luci stradali a LED aggiungono un ulteriore livello di sicurezza durante il trasporto di materiali, migliorando la visibilità sulle strade e nelle aree di lavoro trafficate.

Oltre ai miglioramenti dell’illuminazione, questo pacchetto include anche specchietti retrovisori riscaldabili e regolabili elettricamente. La funzione di riscaldamento serve ad assicurare una visibilità chiara in condizioni di freddo o gelo, impedendo l’appannamento e la formazione di ghiaccio. Il regolatore di potenza consente all’operatore di impostare l’angolazione ottimale senza mai uscire dalla cabina, offrendo maggiore comfort e facilità d’uso.

Grazie al pacchetto completo di illuminazione a LED, le pale gommate Develon possono affrontare e operare in qualsiasi ambiente con maggiore sicurezza, funzionalità ottimizzate e un controllo più ampio da parte dell’operatore.

Cabina: design ergonomico

All’interno della cabina, su tutti i modelli è disponibile come optional un nuovo sedile in similpelle che include la finzione di riscaldamento e ventilazione. Il sedile offre di serie sospensioni orizzontali e verticali completamente regolabili e un supporto lombare pneumatico. È presente una cintura di sicurezza a 3 punti con icone di avvertenza sul nuovo monitor touchscreen SmartTouch e sul quadro indicatori, quest’ultimo dotato di un layout chiaro e di vetro antiriflesso.

Le pale gommate DL-7 offrono un comfort sensibilmente rafforzato, un impianto di sterzo migliorato e comandi elettronici avanzati. Con il nuovo pannello di comando completo di sistema Develon Smart Key nella cabina, l’operatore può avviare la macchina tramite un semplice dispositivo senza chiave, utile anche come antifurto. Il sistema Smart Key permette il controllo in remoto della porta della cabina, il blocco e lo sblocco della porta, il rilascio della porta, la ricerca della macchina e altre funzioni. Il pannello di comando è dotato di due porte USB.

Nuovo attacco rapido e 3ª valvola a spola

Gli impianti idraulici e le linee idrauliche ausiliarie delle pale gommate DL-7 reagiscono prontamente ai comandi, ma con una risposta sempre dolce. Tutte le pale gommate DL-7 recentemente aggiornate hanno di serie la 3ª funziona ausiliaria con portata regolabile e la funzione di detent, per garantire una portata costante degli accessori ad azionamento idraulico. L’interruttore proporzionale sul joystick permette un controllo pratico e semplice degli accessori idraulici.

I modelli DL200-7, DL220-7, DL250-7 e DL280-7 hanno ora di serie persino le tubazioni sia dell’attacco rapido sia della  3ª funzione ausiliaria, mentre queste nuove caratteristiche sono optional per i modelli più grandi.

Il DAF XF 480 FAD 8×4

Il tema di questa puntata del nostro Podcast si focalizza sull’approfondimento del test sul veicolo DAF XF 480 FAD 8×4 che abbiamo effettuato nell’hinterland milanese.

Le differenze fra i veicoli per i compiti off-road e i camion d’impostazione stradale non sono più così nette come in passato. Il mezzo d’opera XF 480 FAD di DAF abbina una configurazione cantieristica ad alcune caratteristiche specifiche dei cabinati on-road.

podcast_macchine_edili_13Una doppia personalità

La prima ‘personalità’ è testimoniata dal doppio asse trattivo, dal cambio automatizzato ZF TraXon con programma di cambiata Offroad, dall’allestimento con ribaltabile posteriore Cantoni FV Mark con apertura ad ala di gabbiano, dalla gommatura 13 R 22.5 e, soprattutto, dall’omologazione a 40 tonnate di massa totale a terra. L’impostazione stradale è evidente, invece, nelle sospensioni pneumatiche a quattro soffietti sul tandem da 26 tonnellate SR1360T a singola riduzione e nella barra para-incastro anteriore, richiesta per legge su questa tipologia di veicoli. Si tratta, in sintesi, di un 8×4 non tradizionale da abbinare a un ribaltabile o a una betoniera, ideato per missioni prevalentemente su fondi asfaltati, ma con capacità offroad per l’approccio al cantiere e per il disimpegno su superfici sterrate per il conferimento di materiali da demolizione o il carico di sfusi e di calcestruzzo pre-confezionato per l’edilizia.

Il veicolo in prova è equipaggiato con l’abitacolo Day – corto a tetto basso, di 2.030 mm di lunghezza e 1.300 mm in altezza – appartenente alla nuova generazione di veicoli (NGD) del costruttore olandese. Nell’ambito della gamma XF, lanciata sul mercato quattro anni fa insieme agli XG e XG+, l’offerta di cabine comprende, oltre alla Day, anche i modelli Sleeper (lunga a tetto basso, di 1.300 mm di luce interna) e Sleeper High (lunga a padiglione alto di 1.750 mm di altezza). In tutti e tre i casi, si tratta di abitacoli progettati in base alla normativa UE 2015/79 (che sostituisce la 96/53) in tema di pesi e dimensioni dei veicoli e delle loro combinazioni. L’allungamento della cabina rispetto ai modelli precedenti, l’utilizzo di un parabrezza ricurvo di ampia superficie (2,3 metri quadrati), l’ottimizzazione del flusso d’aria incidente diretto al motore e sotto il telaio e l’impiego di lamierati a profilo ellittico per i pannelli laterali determinano molteplici vantaggi. Queste soluzioni permettono, da un lato, di migliorare la volumetria interna disponibile e, dall’altro, di abbattere la resistenza all’avanzamento, con positivi effetti sui consumi di carburante e, quindi, sul contenimento delle emissioni di anidride carbonica (CO2). Sul versante dei dispendi di gasolio, la riduzione della resistenza si traduce in una diminuzione fino al 6,3% dei consumi in confronto alla precedente generazione di veicoli nelle applicazioni prevalentemente autostradali. Questo risultato è ottenuto grazie anche all’adozione di telecamere esterne al posto dei tradizionali specchi retrovisori laterali presenti, invece, sul mezzo d’opera in prova. L’8×4 monta il sistema di visione digitale anteriore grandangolo Corner view in sostituzione dello specchio frontale e di quello posto sul fianco destro del veicolo. Ai benefici prodotti dall’affinamento aerodinamico, si sommano i contributi dovuti al miglioramento dell’efficienza energetica dei componenti della catena cinematica (motore MX-13, cambio automatizzato TraXon, assali e sistema di post-trattamento dei gas), dell’elettronica (Cruise control predittivo di terza generazione) e del circuito di raffreddamento, che determinano un altro 3% di vantaggio in termini di consumi.

Una scelta dettata dal mercato

Ma perché DAF ha optato per un veicolo “con doppia personalità”? Quali sono state le motivazioni che hanno spinto il costruttore olandese a immettere sul mercato un mezzo adatto sia all’utilizzo stradale che off road?  In questo Podcast Alessandro Chiodini, Product & Commercial Training Manager di DAF, che abbiamo intervistato direttamente a bordo cabina, ci spiega perché e anche le ragioni per le quali, secondo lui, si è trattato di una scelta vincente.

 

Imprese italiane: sostenibilità sociale è prioritaria

Negli anni scorsi le campagne globali di sensibilizzazione sul clima avevano portato la sostenibilità ambientale in cima alle preoccupazioni degli italiani. Oggi – con l’intensificazione della pressione sulle filiere produttive in tutto il mondo –  lo scenario è leggermente cambiato: l’impronta green delle aziende resta tra le prime tre priorità degli italiani (66,6%) ed è scavalcata soltanto dall’attenzione verso la sostenibilità sociale, che occupa il primo posto nella classifica di cosa gli italiani si aspettano da una “Good Company”.

È questa una delle principali evidenze emerse dalla ricerca promossa da TESYA, Gruppo internazionale leader nella fornitura di servizi e soluzioni integrate B2B presente in diversi settori (dalle costruzioni alla transizione energetica, fino alla gestione di cantieri e logistica), in collaborazione con AstraRicerche, che ha coinvolto 4.031 intervistati, presenti nella maggior parte dei Paesi in cui il Gruppo opera (Portogallo, Spagna, Italia, Slovenia e Croazia). L’obiettivo della ricerca è indagare l’ambito della CSR e il sentiment intorno alle Good Companies, quelle aziende che scelgono di integrare nel proprio modello di business la Corporate Social Responsibility, assumendosi una responsabilità nei confronti della comunità e dell’ambiente in cui operano.

Il 70% degli italiani ritiene, infatti, che unaGood Company”, per dichiararsi tale, debba prestare massima attenzione al rispetto dei diritti dei propri collaboratori, attraverso una retribuzione adeguata, la creazione di un ambiente che promuova il work life balance e valori come equità, diversità e inclusione.  Al secondo posto della classifica delle priorità compare il “dare pari dignità ai dipendenti” (67,2%), tema che precede di pochissimo l’attenzione all’ambiente. Secondo l’indagine, la sostenibilità ambientale – perseguita ottimizzando l’utilizzo delle risorse, riducendo gli sprechi e realizzando progetti di sviluppo ecocompatibili – resta tra i principi cardine di una Good Company, occupando il terzo posto (66,6%).

Anche negli altri Paesi coinvolti nella ricerca le preferenze espresse dal campione intervistato hanno restituito un risultato analogo: la priorità è rivolta ai diritti dei lavoratori anche in Portogallo (72,8%), in Spagna (67,4%), in Slovenia (63,3%) e in Croazia (71%).

In tutti i Paesi, inoltre, più di un rispondente su due (57,8%) associa al concetto di Good Company l’impresa capace di avere prospettive economiche positive di lungo termine, rendendo possibile la continuazione dell’attività aziendale per molto tempo (Italia 57,1%; Portogallo 59,6%; Spagna 58,3%; Slovenia 48%; Croazia 62,2%).

Il commento

Lino Tedeschi

“Oggi le persone si aspettano che i valori che guidano un’azienda rispecchino i propri: desiderano lavorare per quelle organizzazioni capaci di generare nel medio e lungo periodo ricchezza e impatti positivi per le comunità, di cui andare orgogliose, e di essere chiamate in causa nei processi e nelle iniziative aziendali. Il 67% degli intervistati è attratto dalle “Good Company”: un dato che stimola le imprese ad accelerare sull’innovazione e a rinsaldare il rapporto con i propri dipendenti, favorendo  livelli crescenti di benessere organizzativo, puntando sulla formazione continua e sull’aggiornamento costante delle competenze, essenziali per affrontare con efficacia le sfide del futuro; anche perché tutti questi temi stanno diventando sempre più rilevanti proprio per la generazione Z che costituirà un terzo della forza lavoro entro il 2030. Investire nella capacità di attrarre e trattenere i talenti è determinante per generare un impatto positivo sulla competitività delle imprese e dei sistemi economici” – ha dichiarato Lino Tedeschi, CEO e Presidente del Gruppo TESYA.

Le “Good companies” piacciono al 72% degli italiani

Essere una Good Company rafforza in positivo la fiducia verso l’organizzazione. Seguire condotte sostenibili non farebbe bene soltanto alla comunità e all’ambiente, ma avrebbe infatti anche dei riflessi positivi sulle imprese stesse, aumentando la loro attrattività. Alla domanda “Quando una azienda si presenta come ‘good company’ e agisce in effetti come tale”, infatti, è emerso che:

  • il 67% del campione (72% Italia, 63% Portogallo, 62% Spagna, 48% Slovenia, 69% Croazia) considera rilevante lavorare per loro, prendendo in considerazione una candidatura;
  • il 66% dei rispondenti (71% Italia, 66% Portogallo, 63% Spagna, 38% Slovenia, 63% Croazia) è condizionata positivamente nelle proprie scelte di consumo e di acquisto di prodotti e servizi.

Ma non tutti i mercati sono uguali

La condotta sostenibile delle aziende non riesce a convincere appieno i rispondenti all’indagine, nei quali è diffuso un sentimento di diffidenza: in media secondo il 45% di essi si tratterebbe di una moda, una dichiarazione di impegno che non sempre trova corrispondenza nelle azioni reali (46% Italia, 43% Spagna, 43% Portogallo, 30% Slovenia, 52% Croazia). Questa diffidenza è rafforzata dall’opinione che i brand maggiormente attenti alle tematiche sostenibili incontrano non poche difficoltà nel proprio operato:

  • Per il 45% in media (50% Italia, 46% Portogallo, 38% Spagna, 33% Slovenia, 50% Croazia) una Good Company potrebbe avere difficoltà a trovare altre realtà con cui collaborare che si allineano ai suoi valori;
  • Per il 45% dei rispondenti (51% Italia, 40% Portogallo, 39% Spagna, 33% Slovenia, 44% Croazia) per le Good Company potrebbe rivelarsi difficile operare in alcuni mercati, contesti e territori perseguendo determinati principi;
  • Infine, il 38% (44% Italia, 32% Portogallo, 33% Spagna, 27% Slovenia, 45% Croazia) crede che una Good company potrebbe riscontrare difficoltà ad essere competitiva e avere accesso sul mercato.

Su cosa puntare?

Ma cosa dovrebbe fare un’impresa per perseguire in modo credibile il proprio impegno  sostenibile? Una persona su due (55% Italia, 41% Portogallo, 45% Spagna, 36% Slovenia, 54% Croazia) concorda che le organizzazioni dovrebbero concentrarsi in pochi ambiti, poiché non sarebbero credibili se si mostrassero avanzate in tutti

“L’idea del ruolo delle aziende nella società occidentale sta cambiando in modo sempre più veloce: la cittadinanza – di fronte a difficoltà sociali, economiche, ambientali e di altro tipo – auspica e si aspetta che le aziende si attivino per avere comportamenti migliori non solo in merito alla propria area di business (e quindi verso i clienti o i consumatori) ma anche verso tutti gli stakeholders, e di certo non soltanto come modo per migliorare l’immagine aziendale, ma con azioni concrete e caratterizzate da una visione di lungo periodo; il dato più interessante che emerge – in tutti i Paesi dove abbiamo svolto lo studio – è il ‘sorpasso’ della dimensione sociale su quella ambientale: l’impatto sui lavoratori – non solo quelli dell’azienda ma quelli della filiera intera – è sempre più oggetto di attenzione da parte del cittadino; la sfida ora non è solo quella di essere una Good Company per davvero, ma anche di saperlo comunicare in modo efficace e convincente, visto che la diffidenza è decisamente elevata” conclude Cosimo Finzi, Direttore di AstraRicerche.

A Mollo la Divisione Noleggio di Sovecar

Mollo Noleggio, leader nel settore del nolo di attrezzature professionali per l’edilizia, l’industria, l’agricoltura e gli eventi annuncia l’acquisizione della divisione noleggio del Gruppo Sovecar.

Con questa nuova acquisizione il Gruppo guidato dai fratelli Mauro e Roberto Mollo continua ad ampliare la sua presenza in Italia approdando per la prima volta in Trentino.

Da oltre 40 anni Sovecar, storica azienda del Trentino è punto di riferimento sul territorio con la sua sede a Trento e le due filiali a Isera (Rovereto) e Arco: 3 centri diventati oggi a tutti gli effetti filiali Mollo Noleggio, pronti a garantire un servizio accurato, al passo con i tempi e basato su fiducia e professionalità.

Questa nuova acquisizione segna un momento di crescita importante per il Gruppo Mollo, che approda per la prima volta in Trentino, rafforzando la sua rete in Italia con un totale di 66 centri noleggio operativi e oltre 600 collaboratori.

I clienti della divisione noleggio del Gruppo Sovecar potranno contare su una vasta gamma di attrezzature all’avanguardia e servizi di alta qualità, avranno accesso a tecnologie digitali avanzate e a un servizio di assistenza tecnica con personale altamente specializzato, che garantirà i più elevati standard di sicurezza e manutenzione delle attrezzature. Beneficeranno inoltre di un potenziamento dell’offerta e della qualità del servizio, potendo accedere alla rete consolidata del Gruppo Mollo.

Il commento di Mauro Mollo

Mollo Noleggio vuole continuare a crescere acquisendo realtà specializzate nel noleggio, fortemente radicate nel territorio di appartenenza” – ha dichiarato Mauro Mollo, Presidente del Gruppo Mollo. “Sovecar da oltre 40 anni basa la propria essenza sulla famiglia, sulla fiducia e sulla professionalità, lavorando costantemente per offrire la migliore esperienza possibile ai propri clienti. Condivide con noi la stessa visione orientata alla crescita, alla qualità e alla soddisfazione del cliente. Siamo felici di dare il benvenuto nella famiglia Mollo al team della divisione noleggio del Gruppo Sovecar, certi che insieme potremo sviluppare importanti sinergie e incrementare le competenze reciproche, con l’obiettivo di migliorare continuamente il servizio ai nostri clienti e raggiungere traguardi sempre più ambiziosi”.

Hyundai: focus sul supporto al cliente

HD Hyundai Construction Equipment sta investendo in una nuova struttura di gestione regionale, in nuovi centri di operatività e personalizzazione delle macchine e in una nuova area di dimostrazione e prova dei propri prodotti, come parte di un’ampia riorganizzazione delle sue attività europee.

Questo riassetto avvicinerà l’azienda al mercato, migliorando il processo di approvvigionamento delle nuove macchine, riducendo sensibilmente i tempi di consegna e offrendo una gamma con un’ampia scelta di opzioni e personalizzazioni specifiche per il cliente. Inoltre, sarà possibile garantire la massima disponibilità dei pezzi di ricambio originali e potenzierà ulteriormente i livelli di assistenza e di supporto.

Miglioramento a livello strutturale

Nell’ambito del motto “Growing Closer Together” il produttore coreano sta creando una nuova struttura organizzatrice che farà capo a tutte le operazioni di vendita e di post-vendita, al fine di promuovere una partnership ancora più stretta con i propri concessionari e i propri clienti di ogni regione e di essere sempre più in contatto con le diverse esigenze di mercato.

Utilizzando gruppi interfunzionali e intersettoriali, HD Hyundai adotterà un approccio più collaborativo ai diversi mercati, garantendo una maggiore flessibilità e responsabilità grazie ad un più efficiente utilizzo delle risorse e delle competenze aziendali.

La nuova struttura regionale vedrà la nascita di 5 aree geografiche di vendita e di supporto:

  • DACH (Germania, Austria e Svizzera)
  • Francia/Benelux
  • Regno Unito/Irlanda
  • Italia/Sud Europa
  • Europa orientale / settentrionale

Con questa nuova struttura gestionale regionale, l’azienda migliorerà il contatto, la collaborazione e lo scambio di informazioni tra concessionari, clienti e produttore, consentendo un processo decisionale più rapido, basato su una profonda comprensione dei singoli mercati. Una migliore comunicazione e un più stretto lavoro di squadra tra le diverse funzioni si tradurranno in una gamma di soluzioni innovative e in una maggiore flessibilità all’interno del Team.

Dr. Hubertus Muenster

“Questo nuovo modello gestionale migliorerà notevolmente non solo il nostro rapporto con il mercato, i concessionari e i clienti, ma ci permetterà di comprendere fino in fondo le diverse esigenze di ogni singolo mercato. Inoltre, ci fornirà un nuovo livello di flessibilità e responsabilità, fornendo ai nostri clienti una comunicazione migliore e un supporto più tempestivo”, ha affermato il Dr. Hubertus Muenster, Direttore Vendite e Marketing di HD Hyundai Construction Equipment Europe.

Il Centro di customizzazione EU-CUP

HD Hyundai sta consolidando il successo del suo centro di customizzazione delle macchine EU-CUP di Anversa, in Belgio. Tradizionalmente, gli escavatori e le pale gommate venivano spediti dalla Corea del Sud al centro di Anversa, con bracci e attacchi trasportati separatamente, per poi essere successivamente installati. Una soluzione che però vedeva la macchina come un’unità a magazzino con poca flessibilità.

Con il nuovo sistema, HD Hyundai importerà macchine standard senza bracci e attacchi, che verranno spediti successivamente in base alle esigenze specifiche dei diversi mercati. Questa nuovo approccio consentirà una nuova flessibilità: infatti, quando i concessionari effettueranno gli ordini di singoli modelli, il centro di customizzazione sarà in grado di mescolare e abbinare i telai di escavatori e pale con bracci e altri componenti.

Ciò ridurrà sensibilmente i tempi di consegna e permetterà ai concessionari di soddisfare al meglio la richiesta dei clienti, anche nelle configurazioni più particolari e meno comuni. Il nuovo concept includerà diverse opzioni, sia in termini di offerta dei prodotti HD Hyundai sia in termini di fornitori terzi per la preparazione e l’istallazione di sistemi di guida e di controllo della macchina.

L’azienda sta inoltre implementando un sistema di pianificazione di approvvigionamento dei materiali che includerà anche la domanda dei ricambi in base alle previsioni di vendita e ai programmi di assemblaggio. Assicurando in anticipo la fornitura dei ricambi, l’azienda sarà in grado di ridurre drasticamente eventuali ritardi e aumentare la soddisfazione del cliente.

Il centro di customizzazione continuerà ad essere il punto di riferimento per i concessionari, offrendo personalizzazioni in grado di soddisfare le specifiche dei clienti, grazie alle officine e alle cabine di verniciatura.

Il Centro operativo

L’azienda sta creando un centro operativo europeo, presso la sede centrale di Tessenderlo, che massimizzerà gli innumerevoli dati operativi che attualmente vengono raccolti attraverso il sistema di monitoraggio telematico Hi-Mate. Disponendo di numerose informazioni operative in tempo reale di tutte le macchine distribuite in Europa, HD Hyundai sarà in grado di contattare proattivamente i clienti ogni qual volta sia necessario effettuare interventi di assistenza o riparazione.

L’azienda avrà la possibilità di seguire le riparazioni in corso delle macchine, garantendo la disponibilità dei ricambi e fornendo rapporti mensili sullo stato dei propri modelli a tutti i clienti con contratti di assistenza.

Il nuovo centro operativo di HD Hyundai monitorerà, raccoglierà e analizzerà in tempo reale i dati della propria flotta di macchine attraverso sistemi telematici avanzati”, ha dichiarato Edsel Trindade, Manager, Uptime e Product Support.

Questo approccio basato sui dati consentirà di anticipare l’identificazione di potenziali problemi delle macchine prima che diventino critici, assicurando una manutenzione e riparazione tempestive. Attraverso sistemi telematici, HD Hyundai è in grado di offrire informazioni complete sullo stato delle macchine, sul consumo di carburante, sui modelli di utilizzo e molto altro ancora.

Grazie a questi sistemi, il centro operativo di HD Hyundai terrà traccia della posizione della macchina, dei tassi di utilizzo e dell’efficienza del carburante, consentendo ai clienti di ottimizzare le operazioni e di ridurre al minino il rischio di fermo macchina”, ha spiegato Edsel Trindade.

L’Area dimostrativa

Sempre a Tessenderlo, in Belgio, HD Hyundai sta costruendo un’area dimostrativa che potrà ospitare tutta la gamma di attrezzature del gruppo coreano. Quest’area sarà disponibile per ospitare rivenditori e clienti, eventi mediatici, formazioni aziendali e lanci di prodotti.

Dalla tribuna si potrà godere di una vista panoramica sul cantiere di 3.300 mq, dove gli operatori potranno toccare con mano le ultime novità della gamma HD Hyundai

Abbiamo esaminato attentamente ogni aspetto della nostra attività in Europa per trovare il modo di lavorare al meglio con i nostri concessionari e soddisfare i nostri clienti. La nostra attenzione è sempre rivolta al cliente, dal primo ordine della macchina, attraverso la personalizzazione delle attrezzature, fino al funzionamento e  alla gestione della flotta. Il nostro obiettivo è quello di massimizzare i tempi di attività per la nostra clientela, assicurando il miglior ritorno sul proprio investimento”, ha concluso il Dr. Muenster.

Il primo eTruck MAN per Duvenbeck

Con la consegna del primo eTruck MAN al Gruppo Duvenbeck, MAN Truck & Bus mette a segno un altro successo nell’elettrificazione del trasporto merci. Il trattore per semirimorchio eTGX ultraribassato, sviluppato appositamente per i requisiti di volume di carico della logistica automobilistica, è pronto per rendere la logistica degli stabilimenti Volkswagen particolarmente rispettosa del clima in futuro. In conformità alla lettera di intenti firmata da entrambe le parti, Duvenbeck intende mettere in servizio fino a 120 MAN eTGX entro il 2026. Duvenbeck impiegherà l’eTruck di MAN in diverse aree della regione Reno-Ruhr e BeNeLux come parte della logistica dello stabilimento VW.

Con l’eTruck ultraribassato, MAN ha sviluppato una soluzione che si adatta perfettamente alle esigenze dell’industria automobilistica. Nessun altro trattore elettrico per semirimorchio prodotto in serie è in grado di trainare rimorchi con un’altezza interna di tre metri. Questo lo rende la scelta ideale per trasporti che richiedono elevati volumi”, spiega Friedrich Baumann, Chief Sales & Customer Solutions Officer di MAN Truck & Bus. “Siamo lieti di avere al nostro fianco due partner forti come Duvenbeck e Volkswagen per portare questa innovazione su strada”.

Duvenbeck: partner per la logistica green

Alexander Vlaskamp, CEO MAN Truck & Bus, Bernd Reining, Senior Director Procurement, Duvenbeck, Friedrich Baumann, Chief Sales & Customer Solutions Officer at MAN Truck & Bus e Simon Motter, Head of Volkswagen Group Logistics (da sinistra a destra) alla consegna del primo eTruck MAN al Gruppo Duvenbeck.

La sostenibilità è da anni un elemento chiave nella strategia aziendale di Duvenbeck. Con l’iniziativa “Green Logistics”, l’azienda si concentra su soluzioni di trasporto volte alla riduzione delle emissioni e al risparmio delle risorse. “L’eTruck di MAN è un importante passo verso la logistica a zero emissioni. Ci aiuta a soddisfare le esigenze dei clienti e proteggere l’ambiente contemporaneamente. La sostenibilità è parte della nostra pratica quotidiana”, sottolinea Bernd Reining, Senior Director Procurement di Duvenbeck.

Duvenbeck attua continuamente misure per ottimizzare l’efficienza energetica e salvaguardare le risorse. Queste includono l’uso di sistemi di trazione alternativi, riduzione dei viaggi a vuoto e concetti di ricarica innovativi. L’utilizzo del camion elettrico di MAN segna un ulteriore contributo alla riduzione delle emissioni di CO2 nella catena di approvvigionamento.

Duvenbeck utilizzerà l’eTruck MAN per rifornire la produzione di Volkswagen in futuro. Simon Motter, Head of Volkswagen Group Logistics, sottolinea l’importanza del Progetto: “Il nostro partner Duvenbeck sta compiendo un importante passo avanti: per la prima volta vengono usati camion elettrici MAN presso lo stabilimento Volkswagen di Wolfsburg. Ciò significa che l’idoneità della tecnologia per l’uso quotidiano e l’efficienza dei costi possono essere dimostrate. L’impiego di veicoli elettrici MAN è parte del programma logistico a impatto zero goTOzero, con cui Volkswagen ha intrapreso un percorso verso una logistica sempre più rispettosa del clima. A lungo termine, l’uso di camion elettrici è la leva più importante per ridurre le emissioni di CO2 nel trasporto su strada. Nel caso di mancanza di connessioni ferroviarie, si preferiscono i camion BEV ad energia pulita. Nel concetto di cross-modalità, essi vengono utilizzati a seconda dei loro punti di forza: la ferrovia sulle tratte a lunga percorrenza, camion a basso impatto per gli spostamenti da e per gli hub intermodali, nonché per i percorsi a breve e media distanza“.

L’innovazione tecnologica come focus

L’eTruck MAN ultraribassato è un pioniere nella sua categoria: con un’altezza del semirimorchio di soli 950 mm, un passo molto corto di 3,75 metri e massima capacità della batteria, offre un’autonomia di circa 500 chilometri. Questo lo rende perfetto per l’impiego nella logistica automobilistica, dove il volume di carico massimo fino a tre metri di altezza è più importante di un elevato peso di carico. Grazie alla batteria modulare con una scelta tra quattro, cinque o sei pacchi batteria e livelli di potenza di 449 e 544 CV, può essere adattato in modo ottimale a qualsiasi tipo di trasporto. Oltre alla tecnologia di ricarica CCS standard (fino a 375 kW), può essere ordinato anche con il nuovo standard MCS con una potenza di ricarica fino a un megawatt, che permette una ricarica intermedia ancora più veloce durante le pause di guida del conducente.

Nel passaggio alla mobilità elettrica, anche le aziende di trasporto beneficiano della consulenza eMobility a 360 gradi di MAN: la consulenza sul passaggio alla mobilità elettrica comprende analisi specifiche per i clienti sulla distribuzione dei veicoli e sui requisiti delle infrastrutture di ricarica. Inoltre, come per gli autocarri a trazione tradizionale, sono disponibili contratti di servizio e soluzioni di finanziamento appositamente studiate per la mobilità elettrica, nonché numerosi servizi digitali. Tra questi c’è il MAN eReadyCheck, con cui i clienti possono verificare come percorrere elettricamente i loro itinerari, e anche il servizio di ricarica MAN Charge & Go comprensivo di scheda di ricarica, che semplifica la gestione delle ricariche e la fatturazione.

Gruppo TIP: flessibilità attraverso il noleggio

Il Gruppo TIP fornisce il MAN eTGX utilizzato da Duvenbeck. Si tratta di una delle principali aziende indipendenti che tratta la fornitura di servizi e il noleggio di veicoli commerciali per il comparto dei trasporti e della logistica. Tramite la fornitura del camion elettrico MAN, TIP permette ad aziende come Duvenbeck di reagire in maniera flessibile e rapida alle crescenti richieste di una logistica sostenibile.

Il nostro obiettivo è quello di dotare i nostri clienti di veicoli moderni ed ecologici, e di supportarli nel loro percorso verso una maggiore sostenibilità”, spiega Oliver Bange, Vicepresidente della Regione Europa Centrale del Gruppo TIP.

Il Gruppo TIP è fortemente impegnato nella costruzione di un futuro più sostenibile nel settore della logistica. Grazie alla sua focalizzazione sul noleggio di veicoli a zero emissioni, TIP sta giocando un ruolo fondamentale nell’introduzione di soluzioni sostenibili. Questo approccio innovativo non solo supporta la decarbonizzazione del settore, ma guida anche con coerenza la trasformazione verso una logistica più ecologica e attenta all’ambiente.

Edison Next e Michelin Italia per la decarbonizzazione

Il sistema di interventi realizzato da Edison Next per abbattere l’impronta carbonica dello stabilimento Michelin di Cuneo ne riduce le emissioni annue di CO2 di 18.000 tonnellate, rendendolo sempre più sostenibile.

 Edison Next e Michelin Italiana hanno inaugurato un sistema di impianti per la decarbonizzazione e l’ottimizzazione dei consumi energetici dello stabilimento di Cuneo, il più grande sito del Gruppo in Europa occidentale per la produzione degli pneumatici, abbattendone le emissioni di CO2 di circa 18.000 tonnellate l’anno. All’inaugurazione hanno partecipato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e il sindaco di Cuneo Patrizia Manassero.

Il sistema di interventi realizzati da Edison Next, la società del Gruppo Edison che accompagna clienti e territori nel loro percorso di decarbonizzazione e transizione energetica, permetterà allo stabilimento Michelin di Cuneo di anticipare il raggiungimento dell’obiettivo al 2030 di riduzione delle emissioni del 50% rispetto al 2010 e di avanzare verso il successivo target di neutralità carbonica entro il 2050 potendo contare su un impianto già predisposto all’utilizzo di biometano e idrogeno.

Verso la decarbonizzazione

“Il nuovo impianto di trigenerazione realizzato da Edison Next è un passaggio fondamentale nel percorso di decarbonizzazione dello stabilimento di Cuneo. Siamo già vicini all’obiettivo che il Gruppo ci ha dato a orizzonte 2030, ovvero dimezzare le emissioni di CO2 rispetto al 2010 – oggi siamo a -47% – e questo impianto ci permetterà di raggiungere questo traguardo con largo anticipo e di mettere nel mirino i prossimi obiettivi. Dopo aver festeggiato i 60 anni di attività lo scorso anno ed avere inaugurato l’Hub Innovazione del CIM4.0, questa nuova tappa è un’ulteriore conferma dello spirito innovativo dello stabilimento di Cuneo, che continua a recitare un ruolo di primissimo piano all’interno del Gruppo Michelin e nel panorama manufatturiero italiano”, ha affermato Simone Rossi, Direttore stabilimento Michelin Cuneo.

“Siamo molto lieti di aver raggiunto un’altra importante tappa del percorso che abbiamo avviato con Michelin Italiana circa 3 anni fa. La messa in esercizio di questi impianti presso lo stabilimento Michelin di Cuneo, infatti, rappresenta la dimostrazione concreta di come, lavorando in partnership, sia possibile dare vita a dei percorsi che rispondano agli obiettivi di sostenibilità delle singole aziende e che trasformino la decarbonizzazione in uno strumento per aumentare la loro competitività sui mercati di riferimento. Per questo progetto Edison Next ha attivato sinergie territoriali e messo in campo la propria piattaforma di servizi e competenze con l’obiettivo di mettere a disposizione di Michelin tutte le tecnologie necessarie per traguardare gli obiettivi di medio periodo, integrando già la flessibilità necessaria per poter rispondere a quelli di lungo”, ha dichiarato Giovanni Brianza, CEO di Edison Next.

Un impianto ad alta efficienza

Il taglio del nastro all’inaugurazione del nuovo stabilimento di Cuneo

Presso lo stabilimento Michelin di Cuneo, in grado di produrre 13 milioni di pneumatici per vetture all’anno, Edison Next ha installato e messo in esercizio un impianto di trigenerazione ad alta efficienza e flessibilità di potenza pari a 23 MWe in grado di generare contemporaneamente energia elettrica, vapore per la produzione degli pneumatici e acqua destinata al riscaldamento e raffrescamento. A questo impianto di trigenerazione si aggiunge un sistema integrato di produzione di energia termica tramite un gruppo di caldaie, di cui una alimentata a biomassa legnosa da filiera corta certificata, valorizzando così le risorse e le sinergie a livello territoriale e contribuendo ulteriormente agli obiettivi di sostenibilità del progetto. Edison Next ha inoltre installato tre impianti fotovoltaici – uno a terra e due sulle pensiline dei parcheggi – che alimentano la rete elettrica dello stabilimento.

L’insieme di questi impianti, gestiti e operati da Edison Next, consentono allo stabilimento produttivo di essere sostanzialmente autonomo da un punto di vista del fabbisogno energetico: il 97% dell’energia necessaria è infatti autoprodotta e circa il 16% proviene da fonti rinnovabili, permettendo una riduzione delle emissioni di CO2 di circa 18.000 tonnellate all’anno[1]. Inoltre, gli impianti sono già stati pensati per aumentare nel tempo la quota green: in particolare, l’impianto di trigenerazione è già predisposto per l’impiego di biometano al 100% e di idrogeno al 10%.

Il settore industriale piemontese è più «energivoro» della media nazionale con quasi il 23% dei consumi finali assorbito dal segmento manifatturiero a fronte di una media nazionale del 21%. È quanto emerge dallo studio “Energia, competitività e decarbonizzazione delle imprese piemontesi”, promosso da Edison e realizzato da Fondazione Edison con Politecnico di Milano e Politecnico di Torino. Lo studio rivela che il sistema industriale del Piemonte può abbattere i propri consumi energetici di circa il 20% rispetto allo scenario 2019, evitando l’emissione in aria di 1,7 milioni di tonnellate di CO2 all’anno e permettere così un risparmio di 830 milioni di euro annui in bolletta, pari a una riduzione del 35% rispetto allo scenario 2019. Un potenziale che può essere liberato introducendo sistemi di autoproduzione, meccanismi virtuosi di condivisione dell’energia (teleriscaldamento e comunità energetiche rinnovabili) e tecnologie innovative negli ambiti energivori, i cosiddetti hard-to-abate.

Presente in Italia dal 1906, Michelin è oggi, con circa 3800 dipendenti, il primo produttore di pneumatici del Paese con due importanti stabilimenti produttivi: Cuneo, pneumatici vettura; e Alessandria, pneumatici autocarro. La Sede Centrale è a Torino insieme ad un’attività di produzione di semi finiti e ad un importante Centro Logistico. Un altro Centro Logistico è situato a Roma, mentre la Direzione Commerciale è a Milano.

[1] Il calcolo, effettuato tramite coefficienti emissivi standard, si basa sulla riduzione di emissione di CO2 nella nuova configurazione (Trigenerazione + Fonti rinnovabili) rispetto alla situazione ex-ante dei sistemi di produzione presenti in sito.