Cantieri urbani

Il restyling del Palasport di Genova

Il Palazzetto dello Sport di Genova si trova all’interno dell’Area Fieristica di Genova, allo sbocco del torrente Bisagno, una zona di grande rilevanza economica per la città (si pensi solo alla Fiera Nautica Internazionale di Genova). L’area della Fiera è oggetto di imponenti progetti, come già quella del Porto Antico che è stata completamente trasformata dall’architetto Renzo Piano negli anni 1992-2004. (Nel 1992 Genova ha visto le celebrazioni per i 500 anni della scoperta dell’America e nel 2004 la città è stata dichiarata Capitale Europea della Cultura). Oggi ospita una celebre serie di strutture che trainano l’economia genovese, la cultura e il turismo, noti in tutto il mondo e vanto della città: il Museo del Mare, l’Acquario, la Biosfera, il Bigo, la Città dei Bambini, che portano tutti la firma del grande architetto genovese.

Renzo Piano

Nel 2017 Renzo Piano ha donato al Comune di Genova un altro progetto: il disegno del Waterfront di Levante, che corrisponde all’intero quartiere fieristico. Nella visione dell’architetto c’è la radicale trasformazione della Fiera e della viabilità connessa, la realizzazione di una nuova Darsena e il rilancio del quartiere fieristico. Per il Palazzetto dello Sport sono previsti i lavori di recupero e riqualificazione.

I lavori sono promossi da CDS Waterfront per il Comune di Genova; la progettazione architettonica è di Starching (Milano), il concept architettura di Open Building Research (Milano), il concept interior dello studio L35 architects di Barcellona.

Il rendering del progetto

Per quanto riguarda il cantiere, il Committente dei lavori è CDS Costruzioni, Impresa di costruzioni della Holding che si è aggiudicata la gara. Responsabile dei lavori e Coordinatore della Sicurezza in fase di progettazione e di esecuzione è l’arch. Giorgio Valentini dello studio Vbaa. La Direzione dei lavori è affidata all’arch. Maurizio Riccardi di CDS Costruzioni. I lavori sono affidati ad Armofer, sotto la direzione tecnica di cantiere di Stefano Cinerari.

Il manufatto

Il “padiglione S” della Fiera di Genova, icona genovese nota come “disco volante”, è una moderna struttura in cemento armato dei primi anni Sessanta. Si tratta della prima grande tensostruttura realizzata in Europa, un’arena coperta inaugurata nel 1962, progettata per ospitare circa 10.000 spettatori. L’edificio è articolato su tre livelli, ha un diametro di 160 metri, possiede due gallerie e copre una superficie espositiva di circa 31.000 m², che lo rende tra le più grandi strutture indoor dedicate allo sport mai costruite in Italia. L’edificio è dismesso da diversi anni.

La pianta è circolare, con diametro esterno di 160 m; è costituito da 47 coppie di pilastri circolari disposti su cerchi di 132 m e di 113 m di diametro. In corrispondenza dell’ingresso Nord la 48° coppia di pilastri non è stata realizzata e la struttura superiore è “appesa” a tiranti, anziché sorretta da pilastri. I pilastri hanno diametro 105 cm (cerchio esterno) e 95 cm (cerchio interno). Nell’ambito del progetto di riqualificazione, previsto dal progetto dell’architetto Renzo Piano per il Genova Waterfront di Levante e donato al Comune di Genova nel 2017, è inserita anche la riqualificazione del Palazzetto.

 Le demolizioni

Le attività previste per l’intervento e i lavori affidati ad Armofer riguardano la demolizione dei corpi scale di emergenza esterni e delle tribune all’interno del palasport, oltre a interventi di stripout interno e di bonifica ambientale degli impianti ormai obsoleti.

Le demolizioni dei vani scale in cemento armato sono affrontate con tecnica top-down, con l’ausilio di escavatori cingolati in allestimento da demolizione, con bracci di altezza opportuna per poter mantenere la distanza di sicurezza dal fronte di demolizione, e pinze idrauliche da calcestruzzo. Con il medesimo equipaggiamento è prevista anche la rimozione delle tamponature di rivestimento esterne alla struttura (pannelli in fibra di legno rivestiti in lastre di metallo).

Durante tutte le fasi della demolizione Armofer interviene osservando rigorose procedure di controllo ambientale volte a contenere proiezioni e polveri e minimizzare l’impatto con l’ambiente circostante.

Forte di una solida e lunga tradizione di intervento di demolizione di strutture in contesti delicati o sensibili, come ospedali, strutture storiche, contesti urbani, interventi lungo pubbliche infrastrutture come strade, autostrade, ferrovie, Armofer può offrire oggi in tutti i cantieri i più elevati standard di controllo ambientale.

L’approccio stesso al cantiere in contesto urbano è basato sulla delicatezza degli interventi, la necessità prioritaria di evitare collassi strutturali difficilmente controllabili. La demolizione si configura in questi contesti come uno smontaggio controllato, spesso preceduto dalla rimozione selettiva di parti specifiche per tipologie (in modo da facilitare la cernita del materiale di risulta) e in entrambi i casi evitando proiezioni di materiale: i blocchi o pezzi di struttura vengono letteralmente “accompagnati” a terra e messi a cumulo, in particolare per i blocchi di cemento armato, per contenere la proiezione di polveri. Il controllo ambientale è comunque garantito anche da cannon fog a basso consumo idrico.

L’escavatore procede dunque allo smontaggio e rimozione della lamina in alluminio che ricopre le facciate; in seguito demolisce la tamponatura leggera e il suo sostegno metallico, separando già i materiali per il coretto recupero.

Successivamente, all’interno della struttura sportiva, Armofer procede con lo stripout dei vecchi impianti e degli arredi (i sedili delle tribune) e in ultimo con la demolizione delle tribune, le quali devono essere prima bonificate, per la presenza di tubazioni di areazione in manufatti di cemento-amianto in matrice compatta, annegato nel cemento delle tribune stesse. La demolizione delle tribune è sicuramente la parte più spettacolare ed emozionante dell’intero intervento: alla complessità tecnica dovuta all’altezza della struttura, si contrappongono i tanti ricordi, cari agli sportivi genovesi, che la struttura stessa custodisce e porta con sé.

Durante i lavori e al termine della demolizione tutto il materiale di risulta viene accuratamente frantumato con escavatori idraulici muniti di frantumatori idraulici al fine di separare il cemento dal ferro e avviarli correttamente al recupero.

La Bonifica

Per garantire la massima sicurezza durante le operazioni di bonifica ambientale, Armofer allestirà in cantiere, al centro del palazzetto una ampia camera di confinamento, realizzata con strutture in acciaio a tubo e giunto e confinata a norma di legge con doppio telo in PVC e infine collaudata perché sia perfettamente a tenuta. La camera, sufficientemente grande per poter lavorare all’interno anche con i mezzi meccanici, sarà confinata staticamente e dinamicamente, ovvero mantenuta in leggera depressione interna, grazie a impianti industriali di estrazione forzata dell’aria e opportuna filtrazione.

All’interno di questa struttura, dotata conformemente alle normative di sicurezza, di unità di trattamento materiali (UDM) e di unità di trattamento del personale (UDP) verranno comodamente bonificate fuori opera, secondo rigorose procedure, tutte le tubazioni di areazione e gli impianti ed eventuali altri materiali rimossi contenenti amianto (MCA).

Tecnologie e mezzi d’opera

Per affrontare la demolizione primaria del cemento armato Armofer ha scelto di portare in cantiere uno dei mezzi più nuovi dell’ampia flotta Armofer. Si tratta di un escavatore idraulico UHD (Ultra High Demolition), Caterpillar 340 che raggiunge l’altezza operativa di 22 m al perno, classe di peso 45 ton, con cabina tiltabile per agevolare il controllo dell’operatività in altezza. L’escavatore è equipaggiato con pinza idraulica per il calcestruzzo. La macchina monta a bordo anche un sistema integrato di controllo dei parametri di sicurezza per l’operatore in cabina con regolazione del braccio e della distanza operativa dal fronte di demolizione. In questo modo, con macchine sempre aggiornate e dotate dei sistemi di controllo di ultima generazione, Armofer è in grado di garantire elevati standard di sicurezza.

Lo stesso escavatore, una volta demolite le scale esterne alla struttura è stato impiegato per lo smontaggio selettivo degli elementi di facciata. Dapprima ha rimosso le lamine metalliche che ricoprono la facciata, posate verticalmente lungo l’intera circonferenza del “disco volante” quindi ha rimosso i pannelli di tamponamento leggero e la sottostante struttura metallica di sostegno degli stessi. In questo modo è stata messa a punto l’elegante struttura portante in cemento armato che sarà mantenuta nel nuovo progetto.

I lavori si concluderanno nei prossimi mesi con la demolizione delle tribune interne al di sotto della bellissima e leggerissima tensostruttura di copertura.