Cantieri

Demolizioni d’altri tempi

per webdi Claudio Guastoni

In provincia di Brescia la demolizione di un antico centro di stoccaggio di concimi e fertilizzanti risalente agli anni ’20.

Nel comune di Bagnolo Mella (Bs) si sta avviando al termine la demolizione di alcuni fabbricati in cui venivano stoccati concimi e fertilizzanti. L’intervento è stato affidato a Corbat spa, un Gruppo con sede a Flero (BS) che, oltre a essere tra i leader nel settore demolizioni, si occupa anche di bonifiche e costruzioni edili. L’insieme delle strutture da demolire, risalente agli anni ’20 e ormai dismesse da molti decenni consisteva in tre fabbricati in latero-cemento com’era tipico in quel periodo storico. Il primo edificio, un tempo utilizzato come ricovero di attrezzi, e che in passato ha subìto alcuni crolli, dalle analisi effettuate non dava tracce di inquinanti, perciò è stato abbattuto senza difficoltà. Stessa sorte per il secondo, destinato a magazzino, in cui non sono state riscontrate sostanze chimiche pericolose. Il terzo edificio, il più esteso, consisteva in un unico blocco lungo e stretto in cui un tempo erano prodotti fertilizzanti e concimi cuocendo materiali all’interno di un forno, anch’esso degli anni ’20, costruito a 3 metri di altezza. Contrariamente agli altri due fabbricati, le analisi hanno rilevato, proprio nel forno, la presenza di arsenico, piombo e altre sostanze inquinanti assorbite dai mattoni refrattari durante la cottura dei materiali.

SinistraLa demolizione tradizionale delle pareti di quest’ultimo fabbricato è stata ovviamente preceduta dallo smantellamento “chirurgico” del forno, portato a termine con molta cura da due piccoli escavatori di 80 quintali, un TB 180 e un 175 della Takeuchi. Queste due macchine, con dimensioni adatte a muoversi agilmente all’interno dell’edificio, erano dotate di opportuni filtri antiparticolato e montavano pinze demolitrici-selezionatrici. Le macerie del forno demolito, circa 250 ton, sono state posizionate sui teli stesi in precedenza per precauzione sulla pavimentazione in cemento, e in seguito sono state portate all’esterno con piccole pale cingolate su un’apposita piazzola per creare un cumulo omogeneo separato dalle altre macerie “incontaminate”. Dopo ulteriori analisi che hanno confermato l’assenza di polveri pericolose sparse, si è proceduto alla demolizione delle murature in latero-cemento di quel fabbricato con un escavatore 924 Liebherr da 340 q con braccio da 17 m. Questa macchina, la più grande in cantiere, è stata utilizzata anche per demolire i primi due edifici. Al posto delle normali pinze per il cemento armato, essenziali nella demolizione primaria per la pressione che le due ganasce esercitano sul materiale, era dotata di pinze demolitrici-selezionatrici, preferibili alle prime perché offrono una maggiore sensibilità, un maggior controllo sui mattoni poco coesi tra loro, e sono più adatte a demolire anche le coperture in legno.