Cantieri

Demolire nel cuore della città

Safond per webdi Claudio Guastoni

Si è da poco concluso l’intervento di scavo e demolizione per realizzare 5 piani di parcheggi interrati ubicati al di sotto del sedime della Via Privata Fratelli Gabba, a Milano a pochi passi dal Duomo.

L’operazione è stata realizzata da Safond-Martini, azienda vicentina da oltre 30 anni impegnata nel settore delle bonifiche ambientali, nel trattamento e smaltimento dei rifiuti industriali e nella riqualificazione di aree dismesse. Le attività, iniziate nel 2009 e ormai concluse, sono consistite nello scavo e movimentazione di oltre 15.000 tonnellate di terreni contaminati (in regime di bonifica ambientale) e di oltre 35.000 tonnellate di terre e rocce (in regime di piano scavi). Safond Martini ha condotto l’intervento coordinando anche le altre imprese specializzate esecutrici delle altre attività, tra cui le fondazioni speciali, gli impianti, ecc.

TestoPoiché era importante mantenere attiva la viabilità principale e il contesto urbano in cui era inserito il cantiere, è stato necessario adottare metodologie di scavo particolarmente complesse quali l’avanzamento con la tecnica del “Top Down”. Il metodo consiste nel sostituire progressivamente la viabilità principale con una provvisoria consentendo di operare al di sotto del piano stradale senza interferire con il traffico veicolare ordinario. La viabilità provvisoria è stata realizzata tramite la posa di un ponte in carpenteria metallica sostenuto da 16 pilastri costituiti da gruppi di micropali spinti fino a una profondità di 24 m dal piano campagna. Al di sotto della struttura creata, la macchine escavatrici movimentavano il terreno scavato che veniva successivamente accumulato in aree specifiche per poi essere caricato sugli autocarri in uscita dal cantiere. Gli esigui spazi di manovra interni e la gestione delle interferenze con le numerose imprese presenti entro l’area d’intervento hanno rappresentato notevoli difficoltà per la logistica del cantiere. Contemporaneamente alle fasi di scavo sono state demolite le strutture in calcestruzzo armato presenti nell’ambito dell’escavazione.

Testo 2Anche in questo caso il contesto del cantiere non ha consentito di utilizzare le classiche metodologie di demolizione a causa dell’impatto che queste avrebbero avuto con l’ambiente circostante. Per questo motivo è stata eseguita una demolizione chirurgica dei cementi armati, tagliati quasi esclusivamente con dischi diamantati alimentati da centraline elettriche. I conci così tagliati venivano poi imbragati e caricati sugli autocarri tramite autogru di peso operativo di 40 tonnellate. Per raggiungere la quota finale di scavo di 16 m dal piano campagna, è stato necessario l’utilizzo di escavatori a benna mordente attrezzati con braccio telescopico posizionati su un’area di carico appositamente predisposta. Per adattarsi agli esigui spazi di manovra, il principale escavatore, un Hitachi ZAXIS EX 165, è stato modificato strutturalmente, attrezzandolo con avambraccio a triplice snodo munito di braccio telescopico con benna mordente. Tra le altre macchine utilizzate, un escavatore Hitachi  ZAXIS 50U e una minipala cingolata New Holland C185.

 

 

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