Analisi di mercato

Costruzioni: ecco la tempesta perfetta

Il 23 dicembre scorso è apparso sul Sole 24 Ore un interessante intervento di Leonardo Dorini, vice presidente del Consorzio Cooperative Costruzioni CCC di Bologna.

Secondo il quale la crisi che ha colpito il settore delle costruzioni ha tutte le caratteristiche per essere definita come “la tempesta perfetta”. Nel corso del 2018, infatti, sono stati parecchi i dissesti nel settore.

Qualche esempio

Astaldi, Condotte, Grandi Lavori Fincosit, Mantovani e CMC Ravenna sono entrate in una delle procedure concorsuali previste dall’ordinamento: l’Amministrazione Straordinaria per Condotte, il Concordato Preventivo per le altre.

Negli anni precedenti non sono mancati altri importanti casi: UNIECO, Coopsette, CDC Modena e CoopCostruzioni Bologna, solo per parlare dell’Emilia.  Ma purtroppo molte aziende del settore Costruzioni hanno dovuto rinunciare alla continuità aziendale e talvolta cessare le attività.

Il rischio

In questo settore il rischio è quello di perdere importanti asset industriali del nostro Paese, forse irrimediabilmente. Semplificando, quello che si è verificato è stata la chiusura progressiva di tutte le fonti di profittabilità, e quindi di flussi finanziari, in pochi anni. Causata da parecchi fattori. Per esempio la riduzione degli investimenti infrastrutturali. Poi la sempre maggiore criticità degli aspetti relativi alla definizione dell’enorme mole di contenzioso fra i costruttori e le stazioni appaltanti. Anche passando dagli appalti pubblici a quelli privati vediamo che anche lì il business si è molto ridotto. Una serie di fattori ha quindi determinato l’implosione di questo settore. Che ora vive un nuovo momento di grande tensione e difficoltà. Non dimentichiamo che la ripresa degli investimenti edilizi ed infrastrutturali può trainare anche altri settori (dalla siderurgia, ai trasporti, alle macchine operatrici, all’arredamento, ai materiali) insieme a quello delle costruzioni. Le stime di questa “tempesta” convergono sul valore di almeno mezzo punto di PIL di mancata crescita. Non poco.

“Ricostruire i costruttori”

È forse per questo che l’ANCE, all’inizio del 2018 aveva inteso riportare il settore al centro del dibattito, pubblicando un “Manifesto” per far tornare le costruzioni ad essere “motore del Paese”. “Le ricette sono sempre quelle e non bisogna inventare nulla“, conclude Leonardo Dorini.  “Snellimento della burocrazia, interventi a favore di lungimiranti politiche di utilizzo dei suoli e di riconversione. Un codice appalti finalmente condiviso e definito, la ricerca degli stimoli giusti a livello di politica fiscale. La creazione di tavoli “intelligenti” con le principali committenze pubbliche, al fine di gestire la continuità sui cantieri diminuendo il grado di conflittualità. Sarà un percorso non breve, ma a nostro parere necessario. Per provare, potremmo dire, a “ricostruire i Costruttori.

E, insieme a loro, aggiungiamo noi, il nostro Paese. Proviamoci.