Demolizioni urbane

Armofer demolisce per CityLife

ArmoferArmofer sta demolendo gli ultimi lotti della ex Fiera Campionaria di Milano, oggi in pieno centro, all’ombra del grattacielo di Arata Isozaki la cui costruzione ha raggiunto i 50 piani di altezza. Oltre 10.000 mq di capannoni con struttura mista in ferro, c.a. e c.a.p sono stati demoliti per lasciare posto alla grande area verde nel cuore del progetto CityLife. In campo la flotta rossa per una demolizione esemplare portata a termine in circa un mese e mezzo grazie alla particolare attenzione posta al coordinamento dei lavori fra i molti attori e vincoli ambientali che il cantiere impone.

L’azienda pavese, da sempre (sin dai primi interventi negli anni Sessanta) opera a Milano in situazioni ambientali estremamente delicate. Gli interventi in contesti sensibili che richiedono particolare abilità tecnica, controllo assoluto delle tecnologie e particolare capacità gestionale e di coordinamento del cantiere hanno portato Armofer negli anni ad acquisire un know how specifico per questo segmento particolare del mondo delle demolizioni.

TestoL’intervento di Armofer, in fase estremamente avanzata dei lavori di costruzione di importanti strutture ingegneristiche e opere di riqualificazione urbana, compreso lo scavo meccanizzato con le TBM della linea 5 del Metro, è stato particolarmente complesso.  La tenacia delle strutture portanti in ferro ha richiesto macchine importanti equipaggiate con cesoie da ferro; la delicatezza ambientale fra il traffico e le attività insediate nei pressi del cantiere è stata fuori dal comune. Si pensi solo che la demolizione si è svolta a pochi metri dal Nuovo Centro Congressi che in quei mesi ospitava le continue riunioni del Semestre Europeo.

Terzo, ma non certo ultimo, fattore che ha caratterizzato questo intervento di demolizione è stata la complessità logistica, in particolare il coordinamento con le attività di costruzione in corso in cantiere: le tre torri di altezza elevata e lo scavo meccanizzato con le TBM al di sotto dell’area. Un altro fattore determinante per la gestione del cantiere di demolizione è stato quello della viabilità pubblica. Il cantiere di Armofer confinava direttamente con le arterie urbane di elevato traffico, viale Eginardo e piazzale Arduino.

OLYMPUS DIGITAL CAMERAE’ stato dunque necessario impostare sin dall’inizio i lavori cercando di ridurre al minimo l’emissione di polveri, rumore e vibrazioni e mettendo in campo tutte le tecnologie possibili per operare con il massimo controllo dei parametri ambientali. Il know how messo in campo dall’Azienda pavese ha consentito la corretta esecuzione dei lavori nei tempi previsti dal cronoprogramma, senza necessità di particolari sospensioni dei lavori (se non quelle programmate, che hanno riguardato tutte le attività aperte in zona e il transito stessi dei mezzi pubblici).

La demolizione meccanica primaria ha richiesto circa un mese di tempo. Essa è iniziata intorno alla metà di giugno 2014, dopo la fase di bonifica delle passività ambientali riscontrate e alla data del 17 luglio tutte le strutture erano a terra. A seguire sono continuate le attività di demolizione secondaria e deferrizzazione, il taglio dei materiali ferrosi e la campagna di frantumazione delle macerie. Il termine dei lavori che vedranno Armofer impegnata in cantiere è fissato per la fine del 2014.

Il coordinamento degli interventi e la gestione del cantiere è affidata per Armofer, a Danilo Caselli.

La flotta in campo

OLYMPUS DIGITAL CAMERAArmofer ha messo in campo per questa demolizione una macchina molto importante: un escavatore cingolato del peso di 1400 ton (completamente allestito per demolizione), Liebherr 974, equipaggiato con braccio lungo da demolizione in grado di raggiungere i 30 m di altezza e portare al perno una cesoia da ferro del peso di 30 q. Con Andrea Cinerari in cabina, questa macchina ha potuto tagliare in quota le travi reticolari costituite da putrelle di notevole e spessore che costituivano la struttura portante dei padiglioni. L’altezza degli edifici da abbattere raggiungeva la quota di 14,70 m (per i padiglioni 7 e 8) e di 10 m per il padiglione 10. In campo altri 3 escavatori cingolati per demolizione primaria e secondaria: escavatore Hitachi 520 con frantumatore per calcestruzzo MBI RP 50 in alternanza con pinza per calcestruzzo ; l’escavatore Komatsu PC 450 con cesoia da ferro da 40 q; Caterpillar 330 con pinza da demolizione per calcestruzzo e, alternativamente, martello demolitore idraulico. Al servizio delle macchine per demolizioni è stata scelta la pala gommata Liebherr 967 e per il controllo dei parametri ambientali, due cannon fog per abbattimento polveri, fra cui il modello silenziato V 12 S di Emicontrols.

destraLa struttura da abbattere, organizzata per campate modulari, è stata affrontata da Cinerari con l’escavatore di maggior potenza e altezza, demolendo, campata dopo campata, le strutture della copertura prima e le travi in ferro in quota, all’altezza di circa 15 m.

Una volta a terra le grosse travi metalliche venivano  sezionate dal cingolato equipaggiato con cesoia di maggior potenza, del peso di 40 q, mentre l’escavatore maggiore demoliva i pilastri strutturali fortemente armati, in c.a.

Al termine della demolizione primaria in altezza, tutti i cingolati hanno collaborato alla demolizione secondaria e frantumazione del materiale di risulta.

L’escavatore Liebherr 974 è stato equipaggiato del suo potente braccio da scavo e benna di grandi dimensioni per affrontare la demolizione delle pavimentazioni in c.a., mentre le altre tre macchine (più la pala gommata a servizio) hanno demolito e frantumato le macerie di risulta. Nelle foto che documentano l’operatività di cantiere si possono notare, alle spalle della macchina primaria, i cingolati diversamente equipaggiati che lavorano insieme e contemporaneamente con pinza per calcestruzzo, cesoia da ferro e frantumatore. Il cumulo è stato dunque processato e rimosso in tempi brevi.