Il progetto del bracciale
In sostanza, spiegano i tecnici che hanno elaborato il progetto, le tecnologie permetteranno di raccogliere parametri fisiologici dei lavoratori come il ritmo cardiaco, la frequenza cardiaca, la frequenza respiratoria, la pressione arteriosa, l’ossigeno e il glucosio nel sangue, la temperatura corporea, il livello di stress, la qualità del sonno, le calorie bruciate, le scale salite/scese e altri ancora. E al tempo stesso saranno rilevati anche parametri ambientali come la qualità dell’aria, la pressione barometrica, le perdite di gas, l’umidità, la temperatura, l’illuminazione.
Coinvolte anche le macchine
Il terzo livello sarà “il rilevamento di prossimità e la geolocalizzazione, tramite dispositivi di protezione individuale o altri dispositivi controllabili da remoto”. Come sappiamo in un cantiere edile spesso molto spesso gli incidenti si verificano per la presenza dell’operatore in zone in cui già operano altri macchinari o attrezzature, o in zone a rischio di caduta o interdette, o ancora per la mancanza di dispositivi di protezione sull’operatore o sui macchinari utilizzati. La connessione di uomini e macchine attraverso sensori, quindi, può “tenere sotto controllo il macchinario stesso e fermarlo o rallentarlo in caso di pericolo”.
Non solo: i chip elettronici potranno anche “individuare chi stia salendo a bordo della macchina e se sia stato abilitato” e in caso contrario impedirne addirittura l’avviamento. “La stessa cosa potrà succedere quando un lavoratore si avvicina a zone interdette o di pericolo”. Oppure “nel caso in cui una macchina si avvicini a un operatore che non si è accorto della sua presenza, o non è stato visto dal guidatore. Se la distanza diminuisce provvede a una frenata di emergenza o a spegnere la macchina”.
Mai come in questo caso la connessione tra uomo e macchina (favorita dalla tecnologia) è così intima, personalizzata e, speriamo, efficace. Ne riparleremo quando la sperimentazione sarà finita per verificare i risultati ottenuti.