Digitalizzazione

I Big Data, questi sconosciuti

Dieci anni fa il futuro era a dieci anni, cinque anni fa era a tre anni, oggi il futuro è domani.

La realtà intorno a noi sta cambiando ad una velocità perfino superiore alla nostra possibilità di percepire la mutazione. E tutti noi oggi affrontiamo una sfida ben superiore a quella costituita dal semplice aggiornamento delle strategie e dei metodi operativi. Pur importanti che essi siano. La visione d’insieme e l’esatta percezione del cambiamento in atto diventano elementi fondamentali per avere le basi corrette per gestire, a qualsiasi livello, la propria attività. Di qui la necessità di conoscere gli strumenti che la rapida evoluzione tecnologica ha mezzo a disposizione. Che si chiamano design thinking, algoritmi e pattern di Big Data.

I trend che rivoluzioneranno le costruzioni

Gli esperti del mondo Construction sono concordi nell’individuare 3 principali trend che impatteranno il settore nei prossimi anni.
I Big Data sono emersi in tempi recenti come una risorsa di preziose informazioni con un incredibile potenziale per trasformare i processi del mondo Construction.
Ma cosa sono davvero? I Big Data in pratica sono la raccolta e l’analisi di un’enorme quantità di informazioni, per migliorare l’efficienza. Ci permettono di evidenziare un problema e trovare una soluzione nel tempo, attraverso l’analisi delle informazioni.

I dati, in special modo la tecnologia cloud computing e le informazioni raccolte dai droni, possono creare le opportunità per migliorare i modelli di progetto. Effettuare test e verificare le condizioni dei cantieri in tempo reale.

Insomma, ci permettono di fare delle cose che prima non era possibile fare. E prendere delle decisioni con la certezza che le condizioni alla base delle scelte effettuate accadranno.

Una scelta obbligata

Questo potrebbe cambiare il concetto di come progettiamo e costruiamo. Eppure c’è un grande gap tra le potenzialità dei software e lo stato pratico.  Secondo Terry Bennett, Senior Industry Strategist Autodesk per le infrastrutture civili,la colpa è nella “tendenza delle imprese ad innervosirsi circa le modalità di condurre gli affari”.  Che tradotto significa che le imprese sono diffidenti nei confronti delle nuove tecnologie.

Ma ben presto, sempre secondo Bennet,  non avranno altra scelta. “Le aziende dovrebbero cavalcare l’onda e cambiare i loro processi, o qualcun altro lo farà al posto loro.“

Bennett aggiunge inoltre che l’analisi dei Big Data è cruciale. Ed è fondamentale capire come sfruttarli per risolvere il problema specifico, senza perdersi nella miriade di informazioni disponibili.

L’importanza della gente

Questo fattore dimostra quanto siano importanti le persone all’interno del processo. Infatti solo loro possono selezionare ed analizzare i dati corretti per far emergere quelle informazioni che sono vitali per l’ambito delle costruzioni. “In questa epoca non è possibile basarsi solo sui dati del computer senza l’imput umano” continua Bennett “Combinando le due cose, si possono risolvere tutti i grandi problemi“.

Che una frase del genere venga detta da un guru dell’automazione è consolante. Ma sono proprio i numeri a dimostrare che i Big Data potranno anche creare nuovi posti di lavoro.

Un mercato in crescita

Quello dell’analisi dei Big data è un mercato in forte crescita: quest’anno l’incremento è stato del 22%, e ha fatto raggiungere un valore complessivo di 1,1 miliardi di euro. E’ uno dei risultati della ricerca dell’Osservatorio Big Data della School management del Politecnico di Milano. Realizzata intervistando 1.100 manager responsabili delle tecnologie di informazione e comunicazione. Quasi la metà delle grandi aziende ha già al proprio interno almeno un ‘data scientist’, cioè una figura professionale deputata ad analizzare i macrodati aziendali. Un dato in forte crescita, visto che è passato dal 31% delle imprese del 2016 all’attuale 45%. Le imprese che hanno un data scientist in organico dichiarano di volerne assumerne altri nei prossimi 12 mesi (+46%). E tra quelle che non l’hanno, il 29% prevede di introdurlo, in quasi la metà dei casi già entro l’anno prossimo.

E se le imprese di costruzioni vorranno essere sane, competitive, predittive e lungimiranti, dovranno (più prima che poi) fare i conti con questa nuova, potente e sconvolgente rivoluzione tecnologica. O qualcun altro, come dice Bennett, lo farà al posto loro.