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Atlas Copco: qualità cristallina

OLYMPUS DIGITAL CAMERAdi Cristiano Pinotti

Presso le Cave di Campiglia abbiamo osservato al lavoro un Atlas Copco FlexiROC T40, con perforatrice COP 2560+, alle prese con un calcare purissimo e ricercato in molteplici applicazioni industriali

OLYMPUS DIGITAL CAMERAUn calcare bianco, massiccio e microcristallino. Sono queste le qualità che fanno del carbonato di calcio delle Cave di Campiglia, in provincia di Livorno, un materiale speciale, perfetto per un utilizzo nelle più diverse produzioni industriali che possono spaziare dalla farmaceutica al vetro, dalla calce alla desolforizzazione delle centrali ENEL, alla produzione del bicarbonato per uso domestico. In questo contesto abbiamo visto all’opera un nuovissimo Atlas Copco FlexiROC T40 che in pochi mesi ha saputo conquistare il cuore degli operatori e farsi valere sotto il profilo produttivo.

La cava e il materiale

OLYMPUS DIGITAL CAMERAAccompagnati da Massimiliano Righini – Sales Area Manager di Atlas Copco Divisione Ingegneria Civile, Costruzioni e Strade – percorriamo la strada che in pochi chilometri abbandona la costa tirrenica e sale a un’altitudine di 500-600 m. Lo spettacolo grandioso della cava si staglia in tutta la sua imponenza sul mare e la volata, sebbene di notevole dimensione, appare uno sbuffo; mentre la perforatrice Atlas Copco e gli escavatori sembrano modellini persi nel bianco abbacinante e nella moltitudine dei calcari. Del resto, ci spiega l’Ing. Antonio Barca, Direttore Tecnico di Cave di Campiglia, “in cava c’è tutta la gamma toscana dei calcari. Il pregiato calcare bianco massiccio microcristallino è sovrastato dal calcare rosso ammonitico, dal calcare selcifero e da quello marnoso. Una varietà di materiali dipendente dal tenore di carbonato di calcio: nel bianco microcristallino  supera il 99%”.

Da sinistra Mauro Redaelli e Antonio Barca
Da sinistra Mauro Redaelli e Antonio Barca

Il materiale meno pregiato viene utilizzato soprattutto in ambito edile per sottofondi stradali, riempimenti, come inerte in varie pezzature dalla sabbia per calcestruzzo ai pietrischi, agli stabilizzati e breccioni fino ai blocchi da scogliera. “Il nostro prodotto di punta – interviene Mauro Redaelli, Amministratore Delegato di Cave di Campiglia – è il calcare microcristallino che si indirizza verso un preciso mercato industriale in cui conta non solo la granulometria, ma soprattutto la raffinazione. Un settore che stiamo valutando di spingere ulteriormente, anche in funzione di interessanti contatti con varie multinazionali che ci darebbero la possibilità di ampliare i nostri orizzonti entrando in nuovi settori industriali”.

OLYMPUS DIGITAL CAMERAUn prodotto che beneficia di notevoli investimenti per l’impatto ambientale (attualmente è in atto la certificazione dell’intero processo), per gli impianti e le macchine. Il parco macchine comprende cinque dumper rigidi, un dumper articolato, due escavatori e una pala da fronte, tre pale gommate per il carico degli autocarri, due ulteriori escavatori per il carico blocchi e l’alimentazione del mulino mobile, oltre due macchine di perforazione Atlas Copco (un ROC D7 del 2001 e il nuovo FlexiROC T40). A queste attrezzature si aggiunge l’impianto di proprietà adibito alla trasformazione del materiale e un laboratorio per le prove day by day. La società ha invece esternalizzato i trasporti e le prove di laboratorio più specializzate per la certificazione dei materiali.

 

La scelta delle macchine

OLYMPUS DIGITAL CAMERATutte le macchine che operano in cava sono monitorate dal punto di vista dei consumi, dei costi manutentivi e in relazione al lavoro effettivamente svolto. Il cambio delle attrezzature è quindi il risultato di un’attenta analisi dei costi. “Una volta selezionati i fornitori – riprende Barca – andiamo sempre sul campo a provare le macchine. Fatte tutte le valutazioni in merito ai costi, ci teniamo che gli operatori ci dicano le loro impressioni, non solo per le perforatrici ma per tutte le macchine che entrano in cava. ovviamente anche il servizio è molto importante”.

Danilo Simoni
Danilo Simoni

L’approccio della direzione è decisamente apprezzato dagli operatori del T40, in particolare da Daniele Bianchi, il veterano, Sandro Masi e da Danilo Simoni, più giovane ed esuberante, che commenta: “questa macchina è un vero salto tecnologico. Noi abbiamo sempre usato perforatrici Atlas Copco, ma devo dire che il T40 ha davvero tutto, con una cabina molto più grande e la telecamera posteriore perfetta per affrontare i nostri gradoni un po’ stretti. Anche con aste grandi e gradoni da 21 m la perforatrice ci permette di andare più dritti nel foro con l’opportuna inclinazione. Se in orizzontale ci fermiamo ai 6 m, in verticale facciamo rilevaggi da un’asta fino a fori da 6-7 aste. La produzione è impressionante: facciamo un foro da 24-25 m in 30 minuti”. L’entusiasmo di Simoni non si ferma alla mera produttività, ma coinvolge la perforatrice nella sua interezza. Continua: “nelle macchine più vecchie ci voleva tanto orecchio, quello che ha il mio collega capace di sentire con immediatezza se un’asta è rotta. Il T40 invece è molto più facile da utilizzare e ha una velocità decisamente superiore”.

Uno sguardo tecnico

OLYMPUS DIGITAL CAMERAVediamola allora da vicino questa macchina che ha saputo conquistare operatori di così differente esperienza. Con un peso totale di 15,5 t, il nuovo FlexiROC T40 presenta un design rinnovato e una più corretta distribuzione del centro di gravità. Le cingolature sono heavy duty, di tipo FL6, con larghezza dei pattini di 330 mm per più grip e maggiore pressione al suolo. Il braccio è a sezione quadrata e offre la possibilità di forare 7+1 aste T51 da 3.660 mm (la prima può essere anche da 4.880 mm). La macchina è equipaggiata con la perforatrice COP 2560+ capace di erogare 25 kW di potenza e 44/55 Hz di frequenza, ideale per i grossi diametri anche in roccia tenera. A tale proposito vale la pena di ricordare come tutte le perforatrici della serie COP siano progettate e prodotte dalla Rocktec, un’apposita divisione Atlas Copco. Tutte le COP si avvalgono del Double-dampening system brevettato per lo smorzamento delle vibrazioni e di un pistone lungo e snello dello stesso diametro dell’impugnatura. Ogni unità di perforazione prevede il sistema di controllo della Rotazione e Spinta (RPCF), quello di controllo dell’intesto (DPCI), il sistema per la gestione del doppio spurgo aria e l’anti-incaglio (Anti jamming).

La macchina vista a Campiglia beneficia inoltre della slitta BMH 6000 in alluminio che associa alla leggerezza la rigidità flessionale e una notevole indeformabilità agli urti. Il suo particolare profilo permette di alloggiare in zona protetta il cilindro d’avanzamento idraulico che non necessita dei tradizionali sistemi di avanzamento a catena e garantisce una perfetta e costante trasmissione dell’energia. Le funzioni d’avanzamento e ritorno della culla della perforatrice e del tenditubi avvengono con un rinvio a carrucole e funi d’acciaio. Inoltre particolare cura è stata posta all’accoppiamento della culla della perforatrice con la slitta: sulla sagoma in alluminio sono fissati, a molla, appositi profilati d’acciaio intercambiabili sui quali scorre, per mezzo di pattini sintetici, la culla della perforatrice. A tutto vantaggio della linearità del foro e della manutenzione.

OLYMPUS DIGITAL CAMERAIl cambio dell’asta è assicurato dal magazzino/scambiatore RHS89 che può essere equipaggiato con 7 aste MF. Mentre la doppia morsa frontale con cappa mobile idraulica contribuisce alla realizzazione di un foro rettilineo e agevola l’innesto del foro stesso.

OLYMPUS DIGITAL CAMERAIl motore, montato trasversalmente per facilitare la manutenzione di pompe e compressore, è un Cat C7.1 Tier 4 Final da 7.200 cc e 168 kW di potenza, con sistema DEF e SCR. L’urea è gestita in modo automatico dal PETU, Pump Electronics Tank Unit.

Di serie la macchina prevede l’impianto di ingrassaggio centralizzato, inclinometro, profondimetro, pre-filtro separatore polveri e kit fori di rilevaggio. In via opzionale è invece proposto l’impianto Water Mist per forare con acqua e polimeri additivi. La T40 è anche prodotta in versione R, cioè senza cabina e dotata di radiocomando per forare in terreni particolarmente accidentati, dove è praticamente impossibile arrivare.

La cabina

OLYMPUS DIGITAL CAMERAMerita un discorso a se stante la nuova cabina MKII-Bosal certificata ROPS-FOPS alla quale si accede con una scaletta in gomma antiurto con gradini in alluminio antiscivolo. All’interno si nota l’inclinazione del vetro anteriore che  garantisce sicurezza in caso di caduta massi ed elimina la necessità delle fastidiose griglie frontali. Gli ampi vetri laterali garantiscono grande visibilità e conferiscono particolare luminosità all’ambiente di lavoro, mentre il cristallo superiore è protetto da una robusta griglia. Tutti i vetri sono atermici, anti-sfondamento con spessore di 8 o 10 mm, oscurati e anti-riflesso. Il sedile è rivestito in eco-pelle ed è completamente regolabile. Anche il poggia-piedi è regolabile in altezza. Il nuovo touch-panel è adibito al controllo di tutte le funzioni e i servizi cabina quali plafoniera, luci di lavoro, ventola aria e temperatura del condizionatore, tergicristalli. Tutte le operazioni di perforazione sono gestite attraverso il joystick, mentre il posizionamento dei manometri di lavoro sulla destra del telaio frontale assicura di avere tutto sempre sotto controllo. Così come alle esigenze di sicurezza fa capo la telecamera posteriore, che può essere combinata con radio-DVD.