Dati di mercato

Quali medaglie per il mercato italiano?

per webIn quest’estate 2016 che ha (politicamente e socialmente parlando) i colori del piombo (e poco consolano i metalli nobili delle medaglie conquistate alle Olimpiadi di Rio), qualche speranza, seppure flebile, sembra arrivare dal mondo europeo delle macchine da costruzione.

Se ne vedono in giro tante al lavoro, sia al mare che in montagna che in città. E questo è già di per sé un segnale positivo. Ma non sarebbe sufficiente se non fosse confermato dai dati  numerici (e quindi non soggettivi), che escono dall’ultimo Osservatorio Cresme, Confcommercio, Ascomac.

centroI dati relativi al 2° trimestre 2016 ci restituiscono un mercato interno delle macchine movimento terra in forte espansione. Nei primi tre mesi del 2016 sono state vendute o noleggiate 1990 macchine pari al +24,1% rispetto al 1° trimestre 2015 e al + 43,2 % rispetto al 1° trimestre 2014 e, a seguire, nel 2° trimestre ben 2848 macchine in crescita rispetto al 2° trimestre 2015  del +17,3%  e del 64,6% rispetto al corrispondente periodo 2014. Nel 1° semestre di quest’anno sono state vendute/noleggiate 4838 macchine pari a +20,0% rispetto al 1° semestre 2015 e al + 55,0% rispetto a quello del 2014.

Quindi, nonostante i segnali di incertezza che caratterizzano l’economia italiana e il settore delle costruzioni, la vendita di macchine movimento terra continua a crescere. Sintomo che qualcosa si sta muovendo nel mercato. E continua a crescere anche il valore delle macchine esportate (+3,3%), con un saldo commerciale in attivo di 487 milioni di euro.

Le imprese italiane quindi dovrebbero essere abbastanza soddisfatte, e così gli operatori e, ovviamente, i costruttori. Eppure non è così. L’Italia, a differenza di tutti gli altri Paesi europei dove pure una ripersa del comparto si è verificata (anche se a macchia di leopardo), continua a lamentarsi: il lavoro manca, le macchine non si vendono, tutto è fermo, non si batte chiodo…

NuovaIn Francia, cui si riferisce la foto postata qui sopra e quella sotto a sinistra, il sentiment è completamente diverso: le imprese e gli operatori intervistati si rallegrano che qualcosa si stia muovendo, sono felici anche dei lavori più piccoli, lavorano con alacrità anche il 15 di agosto (data in cui solo in Italia è quasi tutto chiuso per ferie).

Lo stesso succede in Germania, Spagna, UK. Perché?

Certo siamo ben lontani dal mercato italiano del 2007 dove bastava alzare un dito per trovare un lavoro, per guadagnarci e fare profitti.

sinistraMa sottovalutare i segnali di ripresa, ignorare le mutate dinamiche in atto, lamentarsi in continuazione rimpiangendo i bei tempi andati che non torneranno più, non solo è inutile, ma dannoso,

Impariamo quindi a leggere e interpretare i dati, a proiettarli nel medio e lungo termine, a trasformarli in possibilità  di cogliere il business prima che altri lo facciano.

Come sempre, anche qui come in quasi tutti i comparti, chi conosce le cose e mette a frutto le informazioni ricevute può sfruttarle al meglio. E se nel 2017 forse il mercato italiano non salirà sul podio per l’oro o per l’argento, magari un pur dignitosissimo bronzo possiamo pure aspettarcelo.