Da oltre un anno Webuild, l’ex Salini Impregilo, colosso delle costruzioni presente in 50 Paesi, ha promosso “Progetto Italia” per la realizzazione di opere pubbliche. Creando un nuovo polo nazionale delle costruzioni e riunendo in una nuova azienda alcuni tra i maggiori player italiani del settore, in partnership con società in difficoltà.
“Alcuni cantieri sono già partiti in estate“, dice Nicola Meistro, Operations Director di Webuild. “Stiamo lavorando alla realizzazione dell’Alta Velocità Veneta (in cui impiegheremo oltre 3000 persone) e alla statale Jonica 106. Il cantiere del tratto Padova-Vicenza resterà aperto per 7 anni, come quello per il completamento del terzo lotto della Jonica, cantiere aperto a maggio“.
Il progetto ha previsto anche l’acquisizione di aziende in difficoltà, come la Astaldi ed è finalizzato alla creazione di un Gruppo con competenze uniche a sostegno di un settore strategico come quello delle costruzioni. Che, nel nostro Paese, vale 160 miliardi, pari all’8% del Pil e a un milione di posti di lavoro.
L’origine di “Progetto Italia”
Per capire il senso di questa operazione è utile tornare una volta ancora indietro nel tempo, al 3 aprile del 2019, quando Webuild (allora Salini Impregilo) acquista la Cossi Costruzioni, un’azienda storica, tra le migliori al mondo nel settore tunneling controllata però da Condotte, società in amministrazione controllata.
L’acquisizione di Cossi ha come razionale industriale il consolidamento e lo sviluppo dell’enorme patrimonio di competenze professionali nella realizzazione di grandi tunnel costruito in anni e anni di storia. Quando viene acquistato da Webuild il gruppo impiega 170 dipendenti, vanta clienti come l’AlpTransit San Gottardo SA e ha nel suo track-record lavori come il ripristino del traforo del Monte Bianco dopo l’incendio o la realizzazione di importanti lotti autostradali tra l’Italia e la Svizzera.
Grazie a questa operazione Cossi non solo evita il fallimento, ma i suoi lavoratori altamente specializzati vengono impiegati su alcuni dei progetti in carico a Webuild in giro per il mondo, primo tra tutti il nuovo Ponte di Genova. Quello di Cossi diventa un esempio di come eccellenze italiane del settore possano essere rilanciate associandosi a un grande gruppo attivo su grandi commesse, in Italia come all’estero. È questa la strada da seguire che, nel caso di Astaldi, porta ad un significativo salto dimensionale e mostra già dalle prime battute importanti sinergie industriali.
Le sinergie tra Webuild e Astaldi
L’ingresso di Webuild in Astaldi rappresenta un’operazione non solo finanziaria, ma supportata da solide basi industriali. Le sinergie tra Webuild e Astaldi sono numerose e tanti sono i grandi progetti in cui le due aziende italiane già oggi collaborano.
I due gruppi, che hanno firmato alcune delle più importanti opere infrastrutturali nel mondo, dal nuovo Canale di Panama al Terzo Ponte sul Bosforo, hanno in comune alcuni tra i più importanti contratti in fase di realizzazione oggi in Italia, ma anche all’estero.
Tutti progetti che testimoniano una sinergia esistente già prima del Progetto Italia, ma soprattutto che indicano la via da seguire per il futuro, dove i punti di forza di queste grandi aziende – e delle altre che si uniranno al progetto – concorrono insieme per dar vita a opere moderne, iconiche, efficienti e sostenibili.
L’ingresso del Gruppo Webuild in Astaldi non esaurisce da solo l’obiettivo finale del Progetto Italia. Ma implica una strategia di più ampio respiro: unirsi per essere più forti. Unirsi per vincere la sfida competitiva.
Al di là delle logiche costruttive e manutentive, che rispondono a reali e cogenti necessità del Paese, “Progetto Italia” è indubbiamente un’iniziativa solidale che sottolinea l’importanza di partnership win win. Che non solo rimettano in sesto le nostre infrastrutture, ma infondano nuova linfa vitale in aziende di forte know how che stanno vivendo sulla loro pelle (e su quella dei loro addetti) un oggettivo momento di difficoltà.