Demolizioni strutturali

Ponte Morandi di Genova: ultimo atto

Questo il titolo di un articolo a firma Michela Bompani apparso oggi sul quotidiano Repubblica. Si riferisce all’esplosione delle pile strallate 10 e 11  che avverrà a 10 mesi di distanza dal crollo del ponte Morandi (14 agosto 2018). Quasi alla stessa ora e in un giorno simbolico (scaramanticamente propiziatorio) per la città: il 24 giugno, festa di S. Giovanni Battista, patrono di Genova. Il 10 giugno alla ex cava di Camaldoli, si è svolta la terza “prova” con gli esplosivi per calibrare la quantità di dinamite da utilizzare. Ma soprattutto per capire quale impatto avrà la deflagrazione sull’ambiente e sulla qualità dell’aria

40 piscine per il Morandi

(foto pubblicata dal quotidiano Repubblica)

Sopra e sotto il ponte si stanno costruendo 40 vasche le cui sponde sono fatte con i new jersey che dividevano la carreggiata. Quando avverrà la deflagrazione, anch’esse verranno fatte esplodere in modo da bagnare le macerie. Ai fianchi delle pile sono state poi posizionate 4000 sacche piene d’acqua, vicino ai fori in cui verrà introdotta la dinamite.  Cumuli di detriti posti a terra assorbiranno le vibrazioni causate dal crollo E i sismografi registreranno le onde d’urto al suolo. L’area è ad altissima densità operativa anche se quelle di via Porro, sottostanti il ponte,sono state espropriate e in corso di demolizione. potrebbero quindi essere coinvolte nell'”Operazione san Giovanni” 4000  abitanti. Una volta deciso il piano di evacuazione, il 24 giugno prossimo il ponte Morandi crollerà per sempre. Ma questo sarà davvero l’ultimo atto?

Intanto a Roma la scala mobile della Metropolitana che si ruppe lo scorso ottobre è sempre fuori uso. La scala, ancora ridotta a un nastro di metallo sfasciato, non è il ponte Morandi. Come è possibile che sia ancora inagibile?  Per questo crediamo che in questo “sistema paese” non si possa ragionevolmente mai parlare di “ultimo atto”. Ma di un’infinita sequela di tempi tecnici che impediscono di stringere i bulloni anche di strutture minime. Figurarsi di quelle grandi.