Repliche

La replica di KATO Imer

Il 29 giugno scorso, sul mio BLOG, avevo pubblicato le mie personali opinioni (azione legittimata dall’art 21 della Costituzione italiana secondo il quale “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”) circa il fatto che, dopo una presentazione in grande allo scorso Samoter (di cui avevamo dato ampia notizia), KATO Imer fosse praticamente scomparsa dalla scena.

Arriva ora in redazione la replica del dott. Igino Elefante, General Manager, Sales and Marketing di KATO Imer spa che, in applicazione al “Diritto di Replica” previsto dalla Legge sulla Stampa 47/1948 e dalla Carta dei Doveri del giornalista, pubblichiamo qui integralmente.

Gentile dott.ssa Grancini, mi rammarico di non aver consultato fino ad oggi, con la frequenza che forse meriterebbe, la Sua pubblicazione on line. Ciò mi ha impedito di leggere con tempestività il Suo ultimo articolo dedicato a KATO Imer, pubblicato lo scorso 29 giugno. Mi scuso pertanto per il ritardo con cui mi accingo a replicare alle Sue critiche piene di un inusuale e incomprensibile livore nei confronti dell’azienda che qui rappresento. Sì, proprio livore. Non riesco a trovare un termine più adatto per descrivere ciò che si evince tra le righe del Suo articolo.

Richiamando il titolo di una famosa trasmissione televisiva, non senza una marcata vena ironica e polemica, Lei ci include nel non ufficiale elenco dei “desaparecidos” di questo e di altri settori merceologici. Ciò che però è risultato a me particolarmente sgradevole, oltre che incomprensibile, è la Sua feroce critica alla nostra assenza comunicativa degli ultimi quattro mesi che, a suo personale giudizio, lascerebbe addirittura presupporre la mancanza “di un solido piano industriale” alle spalle del gruppo KATO. Non solo il Suo è un giudizio che nasce da un falso assunto, ma lo ritengo altresì fortemente lesivo degli interessi e dell’immagine di un gruppo giapponese che fattura oggi circa 1,2 miliardi di dollari nel mondo, che è leader mondiale nel settore delle crawler cranes, che ha un business globale continuamente in crescita e che ha deciso di investire in Europa – ed in Italia in particolare – acquisendo il 51% delle azioni di KATO Imer.

Con Sua buona pace, ci tengo a tranquillizzarLa sul fatto che nel mondo le cose continuano ad accadere anche se non tutti hanno sempre la prontezza ed il tempo necessari per comunicarle alla giornalista Daniela Grancini. Circa l’80% del fatturato di KATO Imer oggi è sviluppato all’estero e molti sono i nuovi Paesi, anche extra-europei, in cui abbiamo attivato nuove prolifiche collaborazioni come, ad esempio, in nuova Zelanda e Australia. Siamo in crescita anche sul mercato italiano in cui, grazie all’allargamento della nostra offerta con la nuova gamma di skid loaders e al trasferimento dal Giappone di nuove linee di produzione, contiamo di poter essere ancora più efficaci a partire dal prossimo anno 2018.

Queste informazioni – e altre ancora – sono già ben note a molti tra i suoi colleghi della stampa specializzata italiana ed estera (oltre che ai nostri maggiori partner commerciali) con cui sono costantemente in contatto e che ho di recente incontrato nelle più importanti manifestazioni fieristiche internazionali (Conexpo negli USA, Plantworx in UK, Smopyc in Spagna…). Questi suoi colleghi ci telefonano o ci visitano con frequenza per confrontarsi con noi sulle tematiche emergenti di settore, per avere informazioni aggiornate sul nostro gruppo e per pianificare attività di comunicazione congiunte da mettere in atto nel prossimo futuro, non appena avremo stabilizzato tutto ciò che si lega al passaggio del brand IHI a quello KATO. L’ultima volta che ho avuto il piacere di parlare con Lei è stato solo lo scorso mese di febbraio al Samoter di Verona – quando ebbe la compiacenza di intervistarmi – e da allora non ho più avuto Sue notizie. Il solo contatto che abbiamo avuto da parte della Sua testata è avvenuto pochi mesi fa quando la nostra responsabile marketing ha ricevuto la telefonata di una Sua collaboratrice che ci chiedeva un incontro per la pianificazione pubblicitaria. Pianificazione che non è mai avvenuta, per nostra scelta.

Sono più che certo che non sia stato ciò all’origine  del livore nei nostri confronti manifestato con il Suo ultimo articolo. Comprenderà che, non avendo al momento alcun motivo di emettere in Italia comunicati stampa di alcun genere, sarebbe per noi faticoso tenerLa aggiornata essendo Lei scomparsa alla vista dei nostri radar. Da giovane ho svolto per molti anni il suo mestiere occupandomi, seppur da dilettante, di cronaca e politica. I miei mentori di allora mi hanno insegnato che bisogna andare a caccia di notizie e non credere che esse debbano giungere a casa su un piatto d’argento. ogni volta che Lei vorrà farsi viva, sarà sempre per noi un piacere.

Nel suddetto articolo Lei addirittura ci bacchetta, scrivendo che “…non si annuncia in pompa magna un accordo…se non si hanno le idee chiare”. La prego di credere che non ho alcuna intenzione di ingaggiare una tenzone sull’appropriatezza della terminologia utilizzata, ma quello tra KATO ed IHI non è stato un semplice accordo commerciale o di partnership. Due gruppi industriali quotati alla Borsa di Tokyo hanno messo in piedi una complessa operazione societaria e finanziaria che ha previsto il passaggio a KATO del 100% delle azioni di IHI Construction Machinery Ltd. Si è trattato di un’operazione significativa per il settore a livello mondiale, tale da richiedere una necessaria e tempestiva comunicazione alle testate giornalistiche internazionali. Ciò era indispensabile a prescindere dal grado di limpidezza delle idee da Lei lamentato.

E’ questo però l’aspetto su cui vorrei tranquillizzarla davvero. Le idee e i piani industriali del nostro Gruppo, che destano in lei un’inattesa preoccupazione, sono ben chiari e definiti e molte altre decisioni, che impatteranno significativamente sulle logiche di produzione e distribuzione, sono in divenire. Sono consapevole che nell’era dei social media e del comunicare a tutti i costi finanche le notizie fake, la nostra policy può sembrare fuori tempo, ma le assicuro che, diversamente da altri e nel rispetto dello spirito di concretezza e pragmaticità che contraddistingue la cultura giapponese che ispira la nostra azienda, abbiamo da tempo scelto di comunicare solo le cose che stanno per accadere davvero e poco prima che esse accadano. Ci sarà modo e tempo. Stia serena.

Ringrazio il dott. Igino Elefante per aver dato a tutti informazioni utili sull’evoluzione della partnership KATO e IHI e a me le dritte per professare in maniera deontologicamente corretta un mestiere che svolgo da quasi 40 anni e di cui credo di conoscere le regole. Su KATO Imer abbiamo pubblicato in questa sede due post, il 7 febbraio 2017 e il 1° marzo dello stesso anno, offrendo visibilità e garantendo ai lettori la massima informazione disponibile. A differenza del giornalista di politica o di cronaca, quello specializzato non può andare a stanare le notizie come un cane da tartufo e si aspetta, come del resto avviene regolarmente con tutti gli altri costruttori, non che gli vengano recapitate su un piatto d’argento, ma di essere aggiornato almeno sulle grandi linee delle strategie aziendali. Starà poi a lui attuare gli opportuni approfondimenti.

Concordo infine con il dott. Elefante sulla necessità di comunicare solo le cose imminenti. Comunque se il sito Kato Imer fosse più eloquente e aggiornato darebbe senz’altro una mano a noi giornalisti specializzati e ai potenziali clienti. Ricordo a questo proposito la vecchia massima del giornalismo americano: “Untold, unseen, unsold”.

E, giusto per fugare ogni dubbio, mi preme sottolineare (come insegnano molti nostri articoli sia on che off line), che i nostri giudizi più o meno positivi sulle Aziende e i loro prodotti e il nostro “coverage” mediatico sulle loro attività NON dipendono dall’eventuale pianificazione pubblicitaria delle aziende.

A questo punto tutti noi, rasserenati e parzialmente appagati, attendiamo con ansia nuovi comunicati e aggiornamenti che mi auguro arriveranno prossimamente.