Betonpompe

La Magnum di CIFA compie 50 anni

CIFA celebra quest’anno il 50° anniversario dalla nascita della prima betonpompa, una macchina innovativa che unisce curiosità ed ingegno riassumendo in sé le funzionalità di due macchine differenti (la betoniera e la pompa) e che è diventata negli anni un fulgido esempio dell’inventiva made in Italy. Come? Scopriamolo ripercorrendone la storia.

Le tappe del successo di Magnum

1974 Il primo modello di autobetonpompa fu CIFA 301B, presentato alla fiera Samoter di Verona (nella foto di apertura). Il progetto poneva l’attenzione sulle esigenze del mercato italiano delle costruzioni, un contesto caratterizzato da cantieri spesso ubicati nei centri storici e difficilmente accessibili. Per la prima volta in assoluto un costruttore abbinò la capacità di trasporto del calcestruzzo alla possibilità di distribuirlo in cantiere, quindi unendo la betoniera alla pompa. La betonpompa ebbe subito un grande successo commerciale per la sua capacità di racchiudere in un’unica soluzione il lavoro di due macchine, diventando il mezzo ideale per le piccole imprese e i cantieri con limitata disponibilità di spazio (si pensi ai centri storici antichi, le zone montuose…). L’attrezzatura inizialmente era dotata di un tamburo da 4 metri cubi, di un unico cilindro stabilizzatore posteriore, di un braccio distributore da 17 metri a due sezioni montato posteriormente, e di un gruppo pompante trasversale completo di tramoggia di raccolta, mescolatore e un unico cilindro di spinta a doppio effetto. Successivamente la macchina venne dotata anche di braccio montato anteriormente con doppi cilindri stabilizzatori anteriori.

CIFA 301B venne impiegata anche nella ricostruzione a seguito del drammatico terremoto in Friuli del 1976. Ecco perché quando si parla di CIFA non si può non parlare di Italia e di come la sua storia sia sempre stata costantemente legata a quella con la “S” maiuscola.

1983 La 301B passò il testimone a Pompuno, macchina dotata di braccio a due o tre sezioni, montato anteriormente, con un gruppo pompante sempre trasversale ma con valvola “S”, una valvola che si stava già imponendo come standard sulle pompe autocarrate.

1987  CIFA montò per la prima volta un gruppo pompante longitudinale del tutto simile a quelli montati con successo sulle pompe autocarrate. Si trattava del gruppo con valvola “S” con cilindri corsa 1.000 che portarono la produzione oraria di calcestruzzo a 65 metri cubi/ora, con pressione di 57 bar, consentendo di realizzare lavori per i quali prima era necessaria una pompa autocarrata di alte prestazioni. Con il nuovo braccio di 24 metri a 3 sezioni, gli stabilizzatori a sfilamento idraulico e il nuovo tamburo da 7 metri cubi si decise di chiamare Magnum la nuova betonpompa. Il Magnum poteva essere azionato sia dalla presa di forza dell’autoveicolo che da un motore ausiliario.

1993  Dopo l’omologazione dei veicoli a 4 assi come mezzo d’opera, CIFA presentò il nuovo braccio di 28 metri a quattro sezioni, che fu nominato Metro per analogia con lo strumento di misurazione, si aprivano allo stesso modo. Con il nuovo braccio e il tamburo da 9 metri cubi, il Magnum Metro era praticamente imbattibile per tutti i lavori medio piccoli. Negli anni successivi il gruppo pompante 606 venne sostituito dal 607 in versione circuito aperto e circuito chiuso mentre i bracci subirono aggiornamenti e modifiche; dall’ultima di queste derivò il braccio più lungo montato attualmente da CIFA su una betonpompa, quello da 32 metri.

2010  Con l’introduzione del carbonio nei bracci delle pompe autocarrate, viene realizzato anche il primo Magnum Carbotech MK25H, con 25 metri di braccio con quattro sezioni, di cui due in fibra di carbonio per una leggerezza senza pari.

2019  È l’anno della prima betonpompa elettrica, MK28E della linea Energya, che funziona in modalità elettrica in tutte le condizioni di lavoro. Il sistema idraulico convenzionale è sostituito dalla trasmissione elettrica ad alta efficienza e consente di ruotare il tamburo, movimentare il braccio, stabilizzare e far funzionare il gruppo pompante a motore diesel spento. Senza emissioni di scarico e con riduzione del rumore durante le fasi di carico e scarico. MK28E diventa così la soluzione ideale per i cantieri nei centri storici, in cui l’alto rispetto per l’ambiente è prioritario.

La Magnum oggi

Davide Cipolla
Davide Cipolla

Si tratta di una macchina complessa dal punto di vista ingegneristico, ma facile da utilizzare perché dotata di sistemi elettronici che la rendono smart e intuitiva. Il top dell’offerta CIFA è rappresentato dalla serie Carbotech che ha due modelli con il braccio in fibra di carbonio. I modelli sono disponibili con bracci da 24 a 32 metri e tamburo da 7 o 9 metri cubi. Inoltre, il design è realizzato per garantire sempre la massima capacità di carico e il bilanciamento per mantenere prestazioni alte e sicurezza massima. I Magnum CIFA occupano il primo posto in Europa essendo di gran lunga i market leader. Come ogni buona idea, infatti, nel corso dei decenni è stata copiata, ma nessun altro costruttore è riuscito a spodestare l’egemonia di CIFA in questo specifico segmento.

Davide Cipolla, CEO di CIFA ha affermato: “Questa macchina, nata dall’ingegno italiano, ha segnato un importante capitolo nella storia di CIFA, diventando il simbolo dell’innovazione e della flessibilità nel settore. La storia del Magnum è un viaggio nell’innovazione. Dall’introduzione del braccio montato anteriormente fino alle versioni più recenti con braccio in fibra di carbonio e il modello elettrico, il Magnum si è evoluto costantemente per rimanere al passo con le esigenze dei nostri clienti in cantiere. Domani continueremo a spingere i confini dell’innovazione per un cantiere sempre più sostenibile. Grazie a tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile questo straordinario percorso di successo, alla CIFA di ieri e a quella di oggi.”