Al lavoro

La conferma della regola

OLYMPUS DIGITAL CAMERAdi Cristiano Pinotti

Nella cava Italvest di Trecate, in provincia di Novara, abbiamo visto all’opera l’escavatore Volvo EC380D che, sebbene utilizzato sempre in modalità economy, assicura un’elevata produzione e consumi ridotti

Nel movimento terra ci sono tante specificità e poche certezze. A fronte di mille interpretazioni della forza di una macchina, che cambiano per ogni operatore che abbia mai tenuto in mano un joystick, esistono però alcuni punti fermi, inamovibili a prescindere dalla latitudine e dalla persona con cui si parla. Una di queste «regole» è senza dubbio quella legata al service che, riassumendo le sue abituali varianti, recita: «la prima macchina la vende il commerciale, la seconda la vende l’assistenza tecnica». Il tutto a sottolineare come la capacità e la disponibilità dei tecnici sia fondamentale e debba andare a braccetto con la qualità intrinseca delle macchine. Abbiamo avuto la conferma di questa regola a Trecate (No), nella cava di proprietà Italvest, dove la movimentazione e la produzione è affidata alle macchine Volvo.

Italvest e la cava

OLYMPUS DIGITAL CAMERALa cava di Trecate è di proprietà di due famiglie (gli Ongari e i Lavatelli) cavatori da tre generazioni e già impegnate in questa attività in vari siti di Milano. Italvest, in particolare, è nata nel 1986-87, anni in cui sono stati acquistati terreni per circa 400.000 m2. «Dopo oltre 20 anni di ritardi per questioni meramente burocratiche – spiega Fabio Ongari, socio Italvest – la cava è partita nel 2009 ed è stata pensata con un progetto industriale che tenesse conto delle nostre precedenti esperienze. Abbiamo così creato un impianto che assicurasse grande produttività e flessibilità. Del resto, vuoi anche per l’evoluzione normativa, gli aggregati non sono più produzioni standard, quasi immobili. Oggi è necessario un impianto flessibile che garantisca produzione e qualità e dia la possibilità di adeguarsi alle normative in termini di prodotti. Per questo ci siamo dotati di un laboratorio interno che ci serve per controllare la produzione, mentre il nostro responsabile tecnico, Francesco Tirelli, ha capito esattamente come far lavorare l’impianto. Perché il prodotto finale dipende da molteplici fattori: quanti giri far fare ai martelli, quanto alimentare i mulini, quando lavare, quanto selezionare». Una visione di cava moderna che permette alla società di investire nella ricerca e di realizzare prodotti innovativi. «Quest’anno – continua Ongari – abbiamo studiato un prodotto particolare per fare asfalti la cui granulometria non esiste in commercio: un pietrisco 20-30 per utilizzo stradale».

Questa capacità di investire è anche figlia anche di un anno, il 2013, record dal punto di vista delle vendite e scaturito dall’acquisizione di tre lotti della Bre-Be-Mi da parte di un’impresa stradale sempre della famiglia Ongari e che ha richiesto circa 900.000 t di inerte, in gran parte derivato dalla cava di Trecate.

Oggi il sito in provincia di Novara produce una media di 2.000 t/giorno, ma nel 2013 ha toccato punte di 3.500 t. Sei le persone impiegate stabilmente in cava il cui misto-naturale è frazionato in 16 prodotti con granulometrie da 0 a 350 mm. La produzione comprende due linee: naturale e frantumati. I primi sono dedicati al calcestruzzo (preconfezionatori e prefabbricatori), mentre i frantumati sono destinati al settore degli asfalti.

«In cava – precisa Ongari – lavorano due macchine Volvo: un escavatore cingolato e una pala gommata; ma abbiamo in programma di ampliare l’attività con una piattaforma ecologica. Se dovesse partire questo progetto gireremo l’attuale pala alla piattaforma e la sostituiremo con una nuova macchina, magari un po’ più grossa, per la cava. Inoltre, man mano che lavoriamo ci allontaniamo dal punto di scarico e prima o poi servirà un dumper per trasportare il materiale nella zona di carico dei camion».

Dalla pala all’escavatore

A destra Fabio Ongari, socio Italvest, con Tiziano Ornaghi, funzionario commerciale Volvo CE Italia, filiale di Milano
A destra Fabio Ongari, socio Italvest, con Tiziano Ornaghi, funzionario commerciale Volvo CE Italia, filiale di Milano

Prima macchina Volvo a entrare in Italvest è stata una pala gommata L150F che, in pochi anni, ha accumulato oltre 11.000 ore di lavoro. «Al momento di scegliere la pala gommata – afferma il responsabile Italvest – eravamo in piena legge Tremonti e avevamo investito molto sull’impianto, di conseguenza c’era la necessità di ottimizzare sui macchinari mobili. Ai fornitori di macchine movimento terra abbiamo fatto il medesimo ragionamento che presupponeva, da parte loro, un sacrificio in termini economici, che sarebbe poi stato ricompensato in futuro. E Volvo CE Italia – che nel frattempo, fortunatamente, era subentrata al vecchio dealer – è stata molto brava, ha capito le nostre necessità e ha creduto in noi». Questa la genesi dell’ingresso di Volvo nella cava novarese, una scelta pagante sotto tutti i punti di vista. Continua Ongari: «Sulla qualità del prodotto non avevo dubbi, ma la gestione Volvo CE Italia mi ha completamente rassicurato anche sotto l’aspetto assistenza: da anni siamo seguiti da un tecnico che è un vero professionista, sempre disponibile e attento a tutte le nostre necessità. La qualità della macchina, unita all’ineccepibile assistenza tecnica hanno fatto da traino all’acquisto, perfezionato nei primi mesi di quest’anno, dell’escavatore EC380D, una macchina che abbiamo preso a occhi chiusi, da catalogo, in totale fiducia in Volvo CE Italia».

La macchina al lavoro

OLYMPUS DIGITAL CAMERAUna fiducia ampiamente ricompensata dalle qualità tecniche della macchina che, in ogni caso, è messa nelle migliori condizioni di lavoro. Posto su un terrapieno, l’escavatore carica autocarri e autoarticolati dall’alto, a 90° di inclinazione (sempre in modalità Economy). Molto stabile, carica i camion in totale disinvoltura e certo senza «uccidere» l’operatore protetto da caldo, freddo e polvere dalla cabina a tutto comfort predisposta da Volvo per questo modello. Con l’ultima versione della cabina Volvo Care con protezione ROPS, gli operatori siedono infatti in una postazione di lavoro spaziosa, antistress, con climatizzatore, che assicura ottima visibilità e comandi a portata di mano. Un largo monitor a colori fornisce tutte le informazioni importanti sulla macchina con una modalità di assistenza che consente ai tecnici di eseguire i controlli diagnostici. Il monitor, inoltre, permette anche di visualizzare la telecamera posteriore. La cabina è montata su supporti in gomma viscosi, un sistema che consente di assorbire i colpi, assicurando ottimo comfort, riducendo notevolmente le vibrazioni del corpo e limitando al massimo anche il rumore. Consolle e comandi, costruiti per una lunga vita operativa, sono posizionati dove occorre, con il massimo comfort ergonomico. A livello di utilizzo l’operatore può selezionare la modalità di lavoro, le impostazioni e le attrezzature direttamente dalla cabina. È possibile gestire fino a 18 attrezzature diverse, adattando pressione e portata idraulica (come optional) in base alle specifiche esigenze dell’attrezzo da usare.

Fuel efficiency (engine + hydraulics system) is improved by 7-9%Sotto i cofani si trova un motore diesel Volvo V-Act a iniezione diretta, turboalimentato ad alta pressione in grado di garantire una massima potenza di 208 kW. La macchina monta anche un sistema di ritorno al minimo automatico che riduce la velocità del motore quando leve e pedali non risultano attivati, contribuendo all’efficienza dei consumi e a ridurre il rumore esterno. Allo stesso tempo, quando viene utilizzata una sola funzione idraulica, l’impianto a due pompe abbina la portata di entrambe per cicli di lavoro rapidi e una maggiore produttività. Inoltre l’impianto idraulico è in grado di dare la priorità alla portata per adattarsi al tipo di lavoro da eseguire.

La struttura inferiore prevede un telaio Heavy Duty; ruota motrice e rulli superiori sono in acciaio forgiato e temprato per una maggiore durata. I rulli inferiori sono ingrassati a vita a elevata pressione (EP) al fine di ridurre la temperatura dell’olio e assicurare una costante viscosità anche con carichi pesanti. Anche il braccio è in stile Heavy Duty, così come l’avambraccio è realizzato in acciaio tensile ad alta resistenza. Le barre antiusura, saldate all’interno dell’avambraccio, garantiscono ulteriore protezione e la forcella del cinematismo monta una barra di supporto per maggiore robustezza. La funzione optional di Braccio Flottante lascia scendere il braccio con la sola forza di gravità, lasciando libero il flusso idraulico per altri compiti.

Manutenzione e CareTrack

OLYMPUS DIGITAL CAMERAAccessibili grazie a sportelloni di facile apertura, i filtri e i punti di assistenza sono raggruppati e posti al livello del suolo, mentre una ventola di raffreddamento reversibile, attivata dalla cabina, evita l’intasamento del radiatore e il surriscaldamento. Ovviamente anche l’EC380D monta di serie il sistema telematico CareTrack che, accessibile a distanza, fornisce preziose informazioni sulla macchina. Il CareTrack – sviluppato per operare congiuntamente con il sistema diagnostico interno delle macchine Volvo – abbina due sistemi indipendenti: il GPS e la rete telefonica cellulare, oppure quella satellitare. In un sito Internet protetto da password si può controllare in tempo reale la posizione della macchina, le ore d’esercizio, il consumo di carburante e la pianificazione dei tagliandi. CareTrack è in grado di produrre report sulle prestazioni, sulla produttività e sui consumi. Inoltre, con le funzioni geofence e timefence, è possibile stabilire i limiti geografici e temporali di utilizzazione. Tra le prerogative del CareTrack, non va dimenticata la funzione Matris che consente all’assistenza tecnica di ottenere a distanza le informazioni sul mezzo, scoprire eventuali problemi e ottimizzando così ogni intervento. CareTrack è disponibile in due versioni: la Basic fornisce in tempo reale la posizione geografica, i report sull’utilizzo della macchina, le scadenze dei tagliandi e gli allarmi geofence e timefence; la Advanced controlla inoltre lo stato del motore, il consumo di carburante e gli avvisi del quadro strumentazioni.

La parola all’operatore

OLYMPUS DIGITAL CAMERAGianfranco Lo Greco è l’operatore che, da quando è arrivato in cava, utilizza il Volvo EC380D. Queste le sue parole raccolte nell’intervallo tra due carichi. «È una macchina perfetta che non dà nessun problema sia a livello di movimenti che di velocità. Anche i consumi sono ridotti: circa il 10% in meno rispetto alla macchina che avevamo prima. In genere la uso 10 ore al giorno per una produttività che si aggira sui 2.500 m3 e di serie monta una benna semi-roccia da 1,8 m3 (al colmo 2,2 m3). Bisogna sottolineare anche la notevole stabilità, io lavoro sempre in economy e scaviamo materiale mosso. Niente da dire sul comfort che è davvero elevato, anche a livello di climatizzatore. Infine c’è anche la telecamera posteriore le cui immagini sono trasmesse direttamente sul monitor di controllo semplicemente abilitandole con un pulsante».  

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