Digitalizzazione

In cantiere con il bracciale elettronico

E’ stata approvata dalla Giunta di Palazzo Lombardia una delibera dedicata alla sicurezza del Lavoro presentata dall’assessore regionale allo Sviluppo Economico Alessandro Martinazzoli.. Grazie alla quale partirà in via sperimentale l’utilizzo di un bracciale elettronico in grado di monitorare, attraverso sensori, gli operatori in cantiere e fermare automaticamente le macchine in caso di pericolo.

Il progetto del bracciale

Il progetto è stato elaborato dalla Camera di Commercio di Brescia e in particolare dall’Ente Sistema edilizia Brescia (Eseb) in collaborazione con l’Università degli studi di Brescia e l’Università di Verona. L’operazione — finanziata con centomila euro, suddivisi tra Regione e Camera di commercio — è già partito in un paio di cantieri edili del Bresciano e proseguirà fino al 30 giugno 2020. È basato sull’utilizzo di “un dispositivo indossabile sensorizzato” in grado di raccogliere alcuni parametri individuali e ambientali durante l’attività del lavoratore e di trasmetterli in tempo reale. Il passaggio successivo è lo “sviluppo di un set di indicatori che permetta di monitorare i dati rilevati dai sensori in termini di salute e sicurezza del lavoratore e di gestione del cantiere”.

In sostanza, spiegano i tecnici che hanno elaborato il progetto, le tecnologie permetteranno di raccogliere parametri fisiologici dei lavoratori come il ritmo cardiaco, la frequenza cardiaca, la frequenza respiratoria, la pressione arteriosa, l’ossigeno e il glucosio nel sangue, la temperatura corporea, il livello di stress, la qualità del sonno, le calorie bruciate, le scale salite/scese e altri ancora. E al tempo stesso saranno rilevati anche parametri ambientali come la qualità dell’aria, la pressione barometrica, le perdite di gas, l’umidità, la temperatura, l’illuminazione.

Coinvolte anche le macchine

Il terzo livello sarà “il rilevamento di prossimità e la geolocalizzazione, tramite dispositivi di protezione individuale o altri dispositivi controllabili da remoto”. Come sappiamo in un cantiere edile spesso  molto spesso gli incidenti si verificano per la presenza dell’operatore in zone in cui già operano altri macchinari o attrezzature, o in zone a rischio di caduta o interdette, o ancora per la mancanza di dispositivi di protezione sull’operatore o sui macchinari utilizzati. La connessione di uomini e macchine attraverso sensori, quindi, può “tenere sotto controllo il macchinario stesso e fermarlo o rallentarlo in caso di pericolo”.

Non solo: i chip elettronici potranno anche “individuare chi stia salendo a bordo della macchina e se sia stato abilitato” e in caso contrario impedirne addirittura l’avviamento. “La stessa cosa potrà succedere quando un lavoratore si avvicina a zone interdette o di pericolo”. Oppure “nel caso in cui una macchina si avvicini a un operatore che non si è accorto della sua presenza, o non è stato visto dal guidatore. Se la distanza diminuisce provvede a una frenata di emergenza o a spegnere la macchina”.

Mai come in questo caso la connessione tra uomo e macchina (favorita dalla tecnologia) è così intima, personalizzata e, speriamo, efficace. Ne riparleremo quando la sperimentazione sarà finita per verificare i risultati ottenuti.