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Il futuro non è più quello di una volta

Questo il leit motiv dell’incontro  (Rental Business Forum) che RentalBlog ha organizzato al Samsung District di Milano. Evento che, idealmente rivolto al mondo del noleggio, ha allargato la sua sfera d’attenzione a un ambito ben più ampio. Che, banalizzando, può essere definito il rapporto che l’industria (ma anche il singolo) ha con il futuro. E con le innovazioni tecnologiche che esso comporta.

All’incontro hanno partecipato esponenti di spicco del mondo delle costruzioni, da Volvo CE a CGT, a Tyrolit e una buona rappresentanza di noleggiatori, capeggiati dall’associazione di riferimento, Assodimi. E, sul fronte associazioni, presente anche Maurizio Quaranta segretario nazionale di Ipaf.  Tutti ovviamente curiosi e ansiosi di capire come le nuove tecnologie potranno cambiare il loro modo di lavorare e confrontarsi con il cliente. Alla fine è emersa una quasi unanime ammissione: le nuove tecnologie fanno paura. Perché?

Uscire dalla comfort zone

Il problema è che, a tutti noi, fare quello che abbiamo sempre fatto, infonde sicurezza. Coccolarsi nelle proprie certezze e abitudini è bello e semplice. Peccato che il paradigma di business sia cambiato. e che le nuove tecnologie impongano di modificare il modo in cui si opera. Perché non possiamo permetterci di non evolvere con il mondo che cambia in maniera non più lineare (passo dopo passo), ma esponenziale.

il mitico HAL 9000

Come ha affermato Fabrizio Borca di Nav Rental  il futuro (così visionariamente anticipato dal mitico HAL 9000 di 2001 Odissea nello spazio), è già qui da un pezzo. Solo che molti non se ne sono accorti. Appunto perché non siamo in grado di uscire dalla nostra comfort zone e di accettare il messaggio disruptive (cioé deflagrante) che ci arriva da un’innovazione tecnologica che forse non siamo in grado di capire. Ed è proprio da lì che derivano le paure.

L’aiuto arriva da…

Beh innanzitutto proprio dalla determinazione a uscire dal bozzolo. E poi dall’avvicinamento ai nuovi sistemi software disponibili che gradualmente possono aiutare a farci entrare nel futuro iniziando a semplificare quello che facciamo. E rendendolo più produttivo. Ci sono software che aiutano a risolvere i problemi di manutenzione di una macchina da remoto, per esempio, facendo risparmiare tempo e denaro.

Ci sono soluzioni telematiche innovative come quelle proposte da LoJack Connect, che fanno dialogare tra loro macchina e operatore. Ci sono poi sistemi come l’Eye Tracking proposto da SRLabs che tracciano i movimenti oculari, importantissimi per la prevenzione di incidenti in cantiere ed esempio di interazione positiva uomo/macchina…Insomma, esistono tantissimi strumenti utili a introdurre in un mondo che, ora, non è più solo per addetti ai lavori. Ma per tutti.

La formazione

E’ indubbiamente il booster per capire le nuove tecnologie. L’aula è il luogo magico in cui si entra in un modo e si esce in un altro.Trasformati e, si spera, migliorati. Se questa trasformazione non avviene, occorre ritornare dentro, impegnarsi, prestare attenzione, cercare di comprendere. Di mettersi in sintonia con il futuro. Altrimenti il lavoro di formazione si traduce in una inutile perdita di tempo.  Certo, sentire parlare di IOT, Robot, Intelligenza Artificiale, Nuvola, Big Data, Realtà aumentata, Blockchain  (e soprattutto capire di che cosa si tratti), non è facile. Ma è obbligatorio, pena la nostra esclusione dal futuro.

Per cominciare, cancelliamo dal nostro vocabolario (ma più ancora dalla nostra testa) questa frase: “Abbiamo sempre fatto così”. Non funziona più. Ed è l’unico grande limite alle nostre possibilità. Ma bisogna sbrigarsi. Altrimenti la frase che saremo costretti a dire sarà: “Il futuro è già qui e non ho niente da mettermi”.