Grande ma con il cuore buono dei teneri. È l’anima del Komatsu PC490LC-10 che si distingue per la eccellente impostazione idraulica dell’impianto idraulico Load-Sensing a centro chiuso. Ma senza rinunciare alla mole e alla forza necessarie per affrontare i lavori più duri
Non basta la mole per essere un duro. Occorre anche la delicatezza per poter usare la propria forza nel migliore dei modi. E quando si tratta di un escavatore, è un must a cui gli operatori non vogliono rinunciare.
Komatsu punta alla massima controllabilità dei movimenti da tempi non sospetti grazie al suo impianto idraulico HydrauMind Load-Sensing a centro chiuso che è stato nel tempo aggiornato, implementato e reso sempre più efficiente.
Con la nuova Serie 10 queste caratteristiche positive, che hanno fatto apprezzare il marchio Komatsu in giro per il mondo tanto da confermare per molti anni consecutivi la leadership globale nella produzione di escavatori idraulici, sono state confermate.
In particolare modo il nuovo PC490LC-10 ha messo in luce un comportamento dinamico che non fa sembrare di essere alla guida di un escavatore da quasi 50 tonnellate di peso operativo.
Il miglioramento strutturale rispetto al predecessore PC450LC-8 ha sicuramente contribuito a mettere in luce le caratteristiche positive dell’impianto idraulico grazie a un peso operativo superiore che consente di muoversi con maggiore equilibrio e sfruttare a fondo la forza di strappo e di sollevamento di questa macchina.
Riscontri positivi che, però, mettono in luce un comportamento decisamente fluido in cui il controllo dei movimenti non è mai messo in discussione.
Un gigante buono che mette a proprio agio chiunque gli si avvicini.
Mi ricordo, da ragazzino, quando provai la prima volta un Komatsu PC300NLC-3. Aveva una cabina a dir poco rivoluzionaria per l’epoca con le due grandi consolle laterali che fungevano da braccioli, la strumentazione ben raccolta sulla destra e parecchi vani portaoggetti ordinati e ben accessibili. Ebbene, si tratta di una impostazione razionale che, nel tempo, è sempre presente e chi conosce la storia degli escavatori del costruttore giapponese sa individuare senza problemi anche dopo oltre un quarto di secolo. Ovviamente riviste, migliorate e attualizzate, troviamo nei nuovi Serie 10 le stesse soluzioni che allora costituirono una vera e propria rivoluzione nel mondo degli escavatori idraulici. La Komatsu Space Cab è nel complesso comoda e molto silenziosa. Una volta seduti al posto guida si trova facilmente la migliore posizione di guida regolando il blocco sedile/manipolatori (sospeso pneumaticamente) e gli stessi manipolatori rispetto al sedile. L’accesso non è comodissimo per le taglie forti perché il manipolatore di sinistra non si solleva e se si è spostato il sedile molto avanti l’entrata in cabina richiede un po’ di ginnastica. Prima di scendere conviene spostare un po’ indietro il sedile. La pedaliera è fatta bene e anche coloro che portano numeri di scarpe generosi come il sottoscritto non hanno problemi a trovare lo spazio ideale.
I manipolatori hanno i cursori proporzionali che si azionano muovendo il pollice in alto e in basso: l’ergonomia insegna che il senso giusto è sinistra/destra. Nelle operazioni ripetitive risultano un po’ stancanti. Il vetro sul lato destro della cabina non ha una grande estensione verso il basso per fare spazio al display multifunzione. La posizione rialzata della torretta limita questo piccolo neo ma la migliore concorrenza ha vetrate che spesso arrivano fino al pavimento. Per contro si apprezza molto l’ordine, la qualità elevata dei materiali e la cura nell’assemblaggio. L’azionamento dei comandi è intuitivo e il monitor non richiede particolari adattamenti il che denota una cura del layout che non lascia spazio a improvvisazioni. L’impianto di climatizzazione è molto efficiente e le bocchette sono disposte in modo corretto: in un attimo la cabina si raffredda (o scalda) anche con temperature difficili all’esterno (il test si è svolto in periodo estivo e con temperature attorno ai 30°C). La silenziosità con cabina chiusa è un altro punto forte. Il valore dichiarato di 71 dB(A) è decisamente realistico e si allinea ai migliori del mercato. Un posto guida, quindi, che si fa apprezzare nei turni di lavoro lunghi e intensi
Non sembra di essere alla guida di un escavatore della classe 50 ton. Sono queste le prime parole che mi sono venute in mente dopo pochi minuti sul sedile di guida del Komatsu PC490LC-10. Nonostante una mole importante e forze in gioco di un certo rilievo, la risposta dell’idraulica è molto dolce e precisa. Non solo in posizione Economy ma anche in Power. La risposta è pronta ma progressiva così da modulare i movimenti con la necessaria precisione senza però rinunciare a una buona velocità dei movimenti. Quando si vuole tenere un piano prestabilito non ci sono scompensi fra sollevamento e penetrazione e anche usando la rotazione della torretta i movimenti sono sempre fluidi. Sicuramente merito del Load-Sensing a centro chiuso ma anche di un equilibrio idraulico ben progettato. Non è un caso che i valori fondamentali fra il PC450LC-8 e il PC490LC-10 siano sostanzialmente invariati a conferma di una validità progettuale che non è improvvisata. Anche traslando e compiendo i movimenti di livellamento e sistemazione del terreno – oggettivamente una manovra che non è tipica di una macchina come il PC490LC-10 – il comportamento è stato molto buono. Non ci sono vuoti idraulici con scompensi fra traslazione, braccio e rotazione torretta permettendo movimenti fluidi e ben coordinati. La sensazione, dimensioni a parte, è di usare un escavatore della classe 20 ton e questo denota un progetto improntato alla massima produttività soprattutto nei grandi sbancamenti laddove si richiede sia il carico veloce che una esecuzione precisa del lavoro. Vista poi l’idraulica così precisa, il PC490LC-10 rappresenta infine una ottima base per un escavatore da demolizione con braccio HRD.
In molti escavatori di taglia L o XL, le dimensioni rappresentano spesso un problema quando si lavora con mezzi di trasporto non rapportati alla macchina da carico. Se è vero che da un lato gli escavatori della classe 50 ton rappresentano un buon compromesso fra esigenze produttive e adattamento a mezzi di trasporto eterogenei, dall’altro rimane il fatto che, a fronte di una capacità della benna generosa, questi escavatori hanno spesso una grinta che vede prevalere forza e velocità a discapito della precisione. Ovvio. Si tratta di priorità (e non solo idrauliche) in cui il carico ha la prevalenza su tutto il resto. Con il PC490LC-10 questo non avviene. La scuola giapponese – entrata in Italia in modo prepotente a cavallo fra anni ‘80 e anni ‘90 – ci ha abituati a escavatori in cui la precisione e la piacevolezza di guida sono indipendenti dalle forze di strappo in gioco, dalle dimensioni e dalla capacità di carico. Con il suo HydrauMind, Komatsu ha portato il Load-Sensing a centro chiuso a un livello di sviluppo notevole, soprattutto tenendo conto che è raro trovare una soluzione di questo tipo – viste pressioni, portate e forze di strappo richieste – su un escavatore di questa mole. Nelle classiche operazioni di scavo e carico il PC490LC-10 mette in luce un comportamento del tutto simile a quello riscontrato nella sistemazione del terreno…e non poteva essere altrimenti. La semplicità di manovra agevola moltissimo l’operatore nei cicli ripetuti di scavo e carico facilitando l’approccio con mezzi di dimensioni ordinarie e scaricando l’operatore da una forte dose di stress. Abbiamo usato il PC490LC-10 nel classico terreno misto alluvionale in cui è importante il ritmo di carico e la fluidità dei movimenti. Nonostante il Load-Sensing a centro chiuso penalizzi in parte le forze di strappo – che sono mediamente più basse rispetto alla migliore concorrenza del mercato – il PC490LC-10 non mostra cedimenti in fase di imbennamento e sollevamento. Un escavatore da scavo che non rinuncia al suo lato amichevole anche quando si richiedono ritmi produttivi intensi.
Il lavoro in cava di blocchi è forse una delle applicazioni più dure a cui possa essere sottoposto un escavatore. Non si tratta solo di sollevare e riposizionare grandi pesi ma spesso e volentieri il compito ingrato consiste nell’operare sul fronte – dove tutte le altre macchine non ci riescono – scollare i blocchi, trascinarli e trasportarli in zone accessibili alle pale gommate o dove sono eseguite le prime riquadrature per inviare il materiale in laboratorio. Senza contare il carico sui mezzi di trasporto, la pulizia superficiale delle vene di estrazione, la sistemazione delle vie di passaggio all’interno della cava. Gli escavatori hanno sostanzialmente rivoluzionato il lavoro in cava da quando hanno fatto la loro prima comparsa i modelli di grande potenza ed elevato peso operativo. Il Komatsu PC490LC-10 non si tira indietro davanti a questi ingrati compiti e, ben anche a fronte di usure elevate di ruote folli, ruote motrici, catenarie, rulli, pattini, longheroni e traverse e motori di traslazione, accetta la sfida del lavoro in blocchi senza paure. Komatsu Italia aveva espressamente organizzato delle prove in cava mirate a mettere in evidenza le capacità di sollevamento del suo nuovo modello della classe 50 ton nella cava della Cooperativa Operai Cavatori del Botticino. In questo contesto completamente diverso rispetto alla cava di misto alluvionale dell’altro test, il Komatsu PC490LC-10 è stato impiegato al massimo delle sue capacità di sollevamento. Fra le 6 modalità di lavoro di cui dispone l’impianto idraulico del PC490LC-10 la Lifting è sicuramente quella specifica per questo tipo di applicazioni: si tratta di una configurazione in cui sono valorizzate le forze di strappo, di sollevamento e di traslazione operando con movimenti rallentati e precisi pur mantenendo le massime pressioni di lavoro. Le forze messe in gioco dal PC490LC-10 con avambraccio da 2.900 mm e braccio monoblocco da 7.100 mm sono di 26.100 kg alla benna che passano a 28.000 kg in Power Max e di 24.400 kg all’avambraccio che passano a 26.200 kg in Power Max. Per il sollevamento abbiamo valori ovviamente variabili in funzione della distanza dal centro ralla e dall’altezza di lavoro. I valori sono secondo gli standard SAE J1097 in cui si indica il valore minore fra l’87% della capacità di sollevamento idraulica e il 75% della capacità di sollevamento al limite della stabilità. I valori spaziano – sempre per avambraccio da 2.900 mm e monoblocco da 7.100 mm – fra i 7.580 kg di un carico posizionato al massimo sbraccio e 1,5 m di altezza rispetto al piano di appoggio dei cingoli (massimo sbraccio sfavorevole) fino al massimo di 23.440 kg misurato a 4,5 m da centro ralla e 1,5 m sotto il piano di appoggio. Si tratta di due situazioni limite difficilmente riscontrabili operativamente ma che mettono in luce le possibilità del PC490LC-10. In particolar modo, nel secondo caso, non è così infrequente dove collocare un grande manufatto in calcestruzzo a quelle distanze. Il valore sicuramente più interessante è dato dai 19.330 kg sollevabili con carro in linea a 6,0 m da centro ralla e 1,5 m di altezza: classica situazione di movimentazione di un blocco. Nel test effettuato nelle cave del Botticino il PC490LC-10 si è ben comportato mettendo in risalto, rispetto al predecessore PC450LC-8, le migliori caratteristiche di bilanciamento dovute all’incremento in peso operativo che consente un migliore sfruttamento del suo impianto idraulico HydrauMind.