Sfide & Opportunità

Edilizia: il lavoro c’è, mancano i giovani

Il mondo delle costruzioni lombardo ha bisogno di almeno 5000 addetti, ma i giovani guardano altrove.

Almeno 300 troverebbero lavoro domattina, ma purtroppo nessuno risponde all’appello“. E’ l’amara considerazione di Regina De Albertis, classe 1983 – alla guida di Assimpredil Ance, l’Associazione delle imprese di costruzioni Edili di Milano, Lodi, Monza e Brianza – che in un’intervista al Corriere della Sera, firmata da Giampiero Rossi, denuncia una situazione ai limiti dell’assurdo. E non solo in Lombardia, che pure rappresenta il 20% dell’edilizia italiana.

Regina De Albertis

A livello nazionale per il prossimo futuro occorrerebbero circa 26.000 persone, ma si registra una diffusa disaffezione da parte dei giovani per un settore, quello delle costruzioni, che pure offre tantissime possibilità.

E proprio per reclutare la forza lavoro necessaria è partita una campagna di informazione con L’Assessore all’Urbanistica del Comune di Milano, Pierfrancesco Maran e l’Assessore per alle Politiche per il lavoro Alessia Cappello.

Un open day il 6 febbraio

Una prima iniziativa rivolta ai giovani della zona di san Siro avrà luogo il prossimo 6 febbraio e sarà seguita da una serie di incontri analoghi in una città che sta vivendo un vero e proprio boom edilizio, dopo la crisi del 2008 e quella pandemica. Qualche numero? 3000 i cantieri aperti lo scorso anno in città (in regione sono stati 10.000) grazie al super bonus del 100%, 7000 le nuove imprese nate tra il 2020 e il 2021 in Lombardia.  Un mondo in fermento che pur dovendosi confrontare con le difficoltà legate al reperimento delle materie prime e all’impennata dei costi (+20%), offre in Lombardia grandi opportunità grazie al PNNR e alle Olimpiadi invernali del 2026.

E allora perché la mancanza di appeal che questo mondo, che vale il 20% del PIL italiano, esercita sui giovani? Forse perché associato ad aspetti negativi, come corruzione, consumo di suolo, cementificazione, inquinamento, incidenti sul lavoro? Eppure non ci sono solo ombre, il lavoro edile è ben retribuito e, se svolto con la formazione corretta, sicuro e tutelato. E allora?

Occorre un rebranding

Lavorare in un cantiere, fare l’operaio, è spesso considerato qualcosa di umile o di basso livello. “Dobbiamo fare in modo che le nuove generazioni tornino ad amare il nostro mestiere.”, ha affermato Regina De Albertis. “Abbiamo tanti strumenti per riuscirci, a cominciare dalle scuole tecniche e dagli Its. Dobbiamo lavorare, anche assieme ai sindacati, per rilanciare questo lavoro e renderlo attrattivo per i giovani“.

Una spinta può essere senz’altro costituita dalla sfida della sostenibilità e dell’innovazione.

Da alcuni anni stiamo assistendo a un cambio di mentalità in un settore che non sempre in passato è stato aperto al cambiamento, all’integrazione o alle sinergie, che invece nel mondo di oggi sono fondamentali. Come associazione intendiamo impegnarci per far capire quanto sia importante cambiare il modo di fare impresa, investendo su innovazione, digitalizzazione e su un approccio più sostenibile“.

I giovani sono avvisati. C’è bisogno di loro in un settore profondamente dinamico e proiettato al futuro. E se accettano la sfida possono diventare il volano di questo cambiamento.