Il 32° Congresso Assodimi ha chiuso i battenti e i numeri (che sono poi gli unici che contano, al di là delle opinioni) testimoniano che è stato un successo: 420 persone nella serata di networking e ben 520 iscritte (di cui 137 noleggiatori) durante la giornata di lavoro.
Ma il cronista ha il dovere di andare oltre e di leggere attraverso le righe, aggiungendo agli oggettivi dati numerici anche qualche considerazione soggettiva, se non altro per stimolare un eventuale dibattito e per non limitarsi a un banale resoconto della giornata.
A mio avviso la parola chiave su cui riflettere, in mezzo a tante altre emerse nel corso delle presentazioni ( tutte di livello) è il re-inventarsi che etimologicamente porta in sé le radici del passato e l’innovazione del futuro.
Perché, come ha saggiamente ricordato Debora De Nuzzo, il problema (nel settore del noleggio, ma non solo) non è uscire dalla comfort zone, abbandonando totalmente il passato, ma ampliare l’area d’azione (mentale e fisica), aggiungendo nuovi tasselli. Come?
Le relazioni al centro
Puntando, appunto, sulle relazioni, cosa però più semplice a dirsi che a farsi. Perché, di fatto, non si tratta di un semplice slogan, ma di un labirinto in cui occorre districarsi con attenzione, per trovare il filo che ci porterà all’uscita (cioè alla crescita).
Il luogo in cui si è svolto il Congresso, l’iconico Lingotto di Torino, suggerisce la traccia: la fabbrica, cuore dell’industria italiana rappresenta sia il saper fare (Homo Faber) che il saper comunicare valore e, perché no? Armonia.
Fabbricare (e mantenere nel tempo) prodotti, rapporti, collaborazioni, servizi, dati, aggiornandoli di continuo è il segreto per il successo. Ma è fondamentale, appunto, re-inventarsi, altrimenti il declino ( e il sociologo Massimiano Bucchi ha citato alcuni esempi illuminanti al proposito, da Kodak a Olivetti) è scontato. Senza buttare i positivi risultati raggiunti, ma allargando gli orizzonti. Osando. Immaginando. Attingendo alla tecnologia, certo, ma ben consci che l’innovazione è un processo collettivo non lineare in cui entrano in gioco numerosi elementi e non è necessariamente sinonimo di nuova tecnologia.
E’ semplicemente un modo nuovo di fare le cose, di dare possibilità di esprimersi a un bisogno che non sapevamo magari neppure ci fosse. Ascoltando. Intuendo.
Mi viene in mente il termine tedesco “Einfühlung”, che rende meglio l’idea di empatia (di cui pure si è molto parlato durante il Congresso) che significa piuttosto “immedesimazione”, intesa come intuizione e partecipazione agli stati emotivi dell’altro. Cosa importantissima anche nelle relazioni che il noleggiatore stringe con i propri collaboratori e con i propri clienti.
Basta filosofia!
Forse ora qualcuno alzerà la mano e obietterà che queste sono tutte bellissime parole che con il business del noleggio però c’entrano pochino. Mi permetto di dissentire perché, se quest’anno il leit motiv del Congresso è stata proprio la relazione, (con tutto quello che si porta dietro) una ragione dovrà pure esserci stata.
Ed è semplicemente che senza l’ascolto attivo dei bisogni non solo del cliente (Per quale lavoro noleggia quella macchina? Cosa ne pensa dell’elettrico? E’ diffidente? Entusiasta? E’ disposto a scommettere sulle nuove tecnologie e fino a che punto? Qual è il suo orizzonte temporale? La sua visione del futuro?) ma anche dei collaboratori (Sono contenti di lavorare con noi? Cosa si aspettano dalla loro professione? Sono sufficientemente formarti? Come si sentono nel loro ambiente lavorativo? Quali sono i loro obiettivi?) non vi sarà alcuna crescita, alcun balzo in avanti, alcun risultato.
Per questo è importante rimpiazzare il punto fisso con il punto di domanda, affiancando al Cogito ergo sum di cartesiana memoria l’aristotelico Dubito ergo sum: un pensiero intelligente, dinamico, interlocutorio, curioso, empatico.
Per tornare con i piedi per terra, segnaliamo che nel corso del Congresso è stato trasmesso un video dell’on. Giorgio Bergesio, vice presidente della Commissione Industria e Commercio che ha assicurato di aver preso in carico l’iter di aggiornamento proposto da Assodimi, di un decreto legge sul noleggio che risale addirittura agli anni 40 e che quindi necessita di revisione visto che, tra l’altro riguardava la locazione degli immobili e NON dei beni strumentali. Assodimi sta anche lavorando a una serie di iniziative interessanti come quella di un podcast dedicato al settore e ad implementare la relazione (ancora una volta) con i giovani.
E i dati sull’andamento del noleggio? Tranquilli, sono stati presentati dal sempre preparatissimo Federico Della Puppa di Smart Land e, insieme a quelli illustrati da Carole Bachmann di ERA, saranno oggetto di un’analisi nell’articolo che verrà pubblicato sul prossimo numero di Macchine Edili.
E siccome abbiamo visto che il punto interrogativo è fondamentale per la costruzione e la crescita di una relazione proficua che duri nel tempo e nel tempo si rinnovi, chiudiamo questo post con due domande: perché non si è accennato alle relazioni con la stampa, che sono una forma di comunicazione necessaria e spesso utile? Come vanno cambiate? Cosa in esse funziona e cosa no?
E perché c’erano così pochi costruttori di macchine movimento terra (a parte alcune presenze un po’ defilate…)? In particolare l’assenza di due marchi mi ha personalmente colpito, essendo entrambi “made in Turin”: IVECO, con il progetto di noleggio GATE per il suo eDaily elettrico e CASE. Nello show room un tangibile esempio della loro produzione non avrebbe guastato.
Questi interrogativi, affiorati nella mia mente a caldo durante il viaggio di ritorno, potrebbero forse essere i temi da condividere nelle prossime puntate del Podcast, il nuovo format di Assodimi di cui è già stata registrata la prima puntata.