Sharing Economy

Il concetto di casa comune

peer-webChe cos’è? Semplificando al massimo è un luogo non necessariamente fisico in cui gli abitanti accettano delle regole uguali per tutti, che possono piacere o meno ma che vengono  rispettate anche a costo di rinunciare a qualcosa di individuale al fine di ottenere un risultato migliore per tutti.

Si tratta ovviamente di un concetto antico come il mondo che però, nella moderna accezione, supera l’identificazione con il baratto,  cioè la ridistribuzione di beni posseduti  che vengono messi a disposizione della comunità in cambio di altri, e diventa piuttosto un nuovo modo di interagire con mercati sempre più affannati, scossi da turbolenze di tutti i tipi, per recuperare marginalità e immagine. In una parola, per sopravvivere.

La relazione che  all’ultimo Congresso Assodimi ha tenuto Peter Schrader, AD di Zeppelin, il più grande distributore e noleggiatore di macchine per le costruzioni in Germania (la nostra CGT, per intenderci), ha offerto in questo senso parecchi spunti di riflessione perché ha proposto un nuovo modo di stare sul mercato. In maniera più audace, condivisa, libera, connessa. E forse per questo vincente.

In pratica in Zeppelin portano avanti quattro azioni parallele: difesa, convivenza, collaborazione, proattività.

In un mercato come quello delle costruzioni è ovviamente necessario mettere in atto azioni difensive, per tutelare il proprio lavoro, il proprio know how, i propri collaboratori. E questo vale ovviamente sia per i costruttori di macchine che per le imprese, che per i noleggiatori e distributori. Dove la “difesa” più che nei confronti del concorrente (parola che forse, tra poco, sarà destinata a sparire) dovrebbe essere sempre più contro i lacci e laccioli legislativi e burocratici che impediscono da noi di lavorare in santa pace (all’estero è molto diverso).

Ma bisognerà soprattutto imparare a convivere  (e condividere, ecco ancora il tema della sharing economy) con altri attori del mercato, perché in futuro sarà sempre meno vantaggioso confinarsi nella torre eburnea della propria “unicità” e potrebbe invece essere sempre più conveniente mixare le competenze, operare scelte comuni, ottimizzare le risorse (cosa che stanno facendo molti costruttori ex concorrenti, appunto).

Di qui una forma proficua di collaborazione che consenta di entrare nel grande gioco del mercato con armi più affilate e, si spera, proprio per questo vincenti. Tenendo sempre gli occhi aperti (se si è da soli magari qualcosa può sfuggire…) per adattarsi in maniera proattiva alle esigenze mutanti del mercato e a sfruttarle al meglio.

Qualcosa si sta muovendo, lo stiamo vedendo proprio in questo ultimo scorcio di 2016, in cui una flebile ma avvertita ripresa del mercato sembra propiziare in alcune aziende cambiamenti di rotta che sarebbero stati impensabili solo un anno fa. Intanto il Samoter sta scaldando i muscoli: chissà se proprio nella prossima edizione potremo toccare con mano la messa in pratica dei “consigli” subliminali che Mr. Schrader ha dispensato? Dovremo attenderci nuove livree, nuove aggregazioni, nuove realtà? E’ un po’ presto per dirlo. Ma io sono (quasi) certa che qualcosa di nuovo in questo senso lo vedremo.