Cat: dall’età dell’Oro a quella del Ferro (intelligente)

Per webDetta così questa affermazione può lasciare perplessi e indicare un degrado qualitativo del marchio più noto al mondo, Caterpillar. Invece è proprio vero il contrario.  E se a pronunciare questa frase è stato nientemeno che  Dough Oberhelman, Chairman e CEO di Caterpillar Inc. un valido motivo deve pure esserci.

 Dough Oberhelman
Dough Oberhelman

Viviamo in un’epoca in cui tutto è smart, dai cellulari ai tablet, alle case in cui abitiamo e quando intorno a noi ogni cosa è connessa, la nostra vita inevitabilmente cambia. Questo è vero anche per il mondo delle costruzioni in cui applicazioni sempre più intelligenti porteranno a una tale integrazione dei dati disponibili, da incrementare la produttività, ridurre il consumo di carburante, le emissioni e le ore di lavoro e migliorare la sicurezza degli operatori.

La rivoluzione digitale ha fatto sì che al mondo ci siano 400.000 macchine Cat “intelligenti”, con motori, sistemi idraulici, trasmissioni completamente interconnessi. E secondo Dough Oberhelman tutto questo non è che l’inizio.

testoMa la Caterpillar non si chiamerebbe così se non volesse in qualche modo distinguersi dagli altri: Oberhelman ha affermato che vuole che i clienti ottengano il massimo dall’interconnessione intelligente non solo dalle macchine targate Cat, ma da tutte quelle presenti nelle loro flotte.  Cantieri e parchi macchine (che saranno dotati sempre più di tablet, pc, droni…) condivideranno i dati in un’unica piattaforma comune e parleranno lo stesso linguaggio.

La condivisione di un linguaggio comune, del resto, è già una realtà per costruttori come Doosan,  Hyundai, Volvo CE, che hanno fatto accordi con Trimble per l’installazione in fase di produzione di sistemi in 3D per il controllo delle macchine.

Tutto ciò porta a un’altra riflessione. In un mondo via via più integrato, i vari player si muoveranno sempre più in maniera trasversale e non verticale, ribaltando le strategie produttive e commerciali che hanno fin qui regolato la competizione tra i vari protagonisti del mercato.

E questa quarta rivoluzione industriale in atto (ma sarebbe meglio dire digitale), in un’ottica di sharing economy non solo sarà fondamentale per l’evoluzione tecnologica del settore delle costruzioni, ma indurrà nuovi comportamenti (di produzione, acquisto, gestione delle macchine), in una circolarità (che si spera virtuosa) che dovrebbe andare a tutto vantaggio degli utilizzatori.