Calcestruzzo: qualità e sicurezza

Come produrre calcestruzzo di qualità migliorando la sicurezza di edifici e infrastrutture? Come aumentare la sicurezza dei macchinari con i quali viene prodotto, trasportato e distribuito il calcestruzzo? Unacea, l’associazione delle aziende di macchine per costruzioni, interviene con alcune proposte contenute in un’agile brochure digitale.

Il documento ha un taglio divulgativo e è rivolto agli acquirenti di macchinari per il calcestruzzo, alle imprese edili e alle autorità pubbliche. Il testo descrive l’attuale normativa sulla produzione del calcestruzzo e le modalità di confezionamento, soffermandosi sulle tecnologie che permettono di realizzare un composto di alta qualità e sicurezza. Particolare attenzione viene dedicata al mescolatore: “A differenza degli altri principali paesi europei, – sostiene Davide Cipolla, consigliere di Unacea con delega ai macchinari per il calcestruzzo – in Italia ancora non è passato il concetto che le caratteristiche di omogeneità̀ e costanza richieste al calcestruzzo proveniente da un processo industrializzato possono esser conseguite solo grazie al mescolatore”. Attualmente nel nostro paese circa l’85% del calcestruzzo prodotto industrialmente (ovvero per quantità superiori a 1.500 metri cubi) viene realizzato a secco, senza il mescolatore.  Secondo Unacea le autorità pubbliche dovrebbero porre in essere un provvedimento per diffondere la cultura della premescolazione e garantire la sicurezza del prodotto a monte, nella centrale di betonaggio. Secondo quanto argomentato da Unacea l’utilizzo del mescolatore permette inoltre un impiego più̀ efficiente del cemento evitando l’uso improprio dell’autobetoniera ai fini di mescolazione con in aggiunta un risparmio complessivo energetico  verificato anche sperimentalmente. In questo modo si generano benefici ambientali grazie alla riduzione dei consumi e dell’emissione di anidrite carbonica.

La pubblicazione affronta anche il problema della sicurezza nei cantieri ricordando la media degli otto decessi annui registrati in Italia dall’Inail nell’utilizzo di macchine per il calcestruzzo, cui si vanno ad aggiungere tutti i sinistri che non hanno comportato decessi. Secondo Unacea le autorità̀ pubbliche dovrebbero: ridurre i premi Inail per le imprese che sottopongano i macchinari a verifiche periodiche annuali e che utilizzino dispositivi di sicurezza d’avanguardia; controllare la conformità̀ alle normative vigenti delle macchine operanti nei cantieri; introdurre sanzioni adeguate per i soggetti inadempienti; estendere l’obbligatorietà̀ della formazione, al momento limitata alle pompe, anche alle altre tipologie di macchinari per il calcestruzzo qualora le statistiche d’infortunistica ne evidenzino la necessità; promuovere al livello europeo l’omogeneizzazione della validità̀ dei certificati di idoneità̀ all’utilizzo di macchinari per il calcestruzzo; istituire un’anagrafe obbligatoria di tutti i macchinari per le costruzioni quale strumento adeguato per permettere d’individuare posizione, caratteristiche, proprietà̀ e tasso di obsolescenza di tali mezzi in tutto il ciclo di vita, consentendo alle autorità̀pubbliche una sorveglianza di mercato efficiente e alle forze dell’ordine il contrasto dei furti, permettendo altresì̀ di varare in maniera mirata, al livello locale, misure di protezione dell’ambiente e di tutela della sicurezza.

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