Nuove sfide

Automazione. Ma gli operatori la vogliono?

Ultimamente la parola “automazione” è entrata prepotentemente anche in cantiere. Ma di fatto i vantaggi che essa può dare sono una realtà da anni. Pensiamo solo al cambio automatico e al climatizzatore. Di nuovo oggi c’è che, grazie alla tecnologia sempre più evoluta, il livello di assistenza fornito all’operatore trasforma la produttività complessiva delle macchine. E che, come per tutti i cambiamenti guidati dalla tecnologia, farà emergere nuovi modelli di business.

Soluzioni specifiche

Oltre a migliorare le macchine (per esempio i nuovi motori o gli impianti idraulici sempre più efficienti), le nuove tecnologie si concentrano soprattutto sull’efficienza con cui la macchina lavora in un determinato contesto applicativo. Prendiamo come esempio il Dig Assist di Volvo CE grazie al quale l’operatore non ha bisogno di uscire dall’escavatore per effettuare misurazioni. Sempre parlando di scavo, le funzioni semi automatiche che regolano i movimenti della macchina aiutano l’operatore a ottenere una precisione  pressoché perfetta. Vi sono  poi i servizi di monitoraggio attivi che automaticamente – grazie agli algoritmi della business logic – evidenziano eventuali problemi e attivano l’eventuale mobilitazione dei tecnici per risolverli in modo proattivo. Le imprese guardano ancora con un po’ di scetticismo a queste soluzioni. Ma è innegabile che prima o poi dovranno adottarle (e gli operatori con loro), se vorranno continuare ad essere competitive.

Un processo inevitabile

Da quanto detto fin qui si evince che è piuttosto improbabile che si passi nell’immediato a macchine completamente autonome. Probabilmente ci saranno una serie di applicazioni (in gran parte ripetitive) che potranno essere fatte in modo totalmente autonomo, mentre altre rimarranno semi automatizzate. Ed è proprio essere sgravati dalla ripetitività che potrà consentire agli operatori di svolgere un lavoro migliore. E più produttivo.

L’automazione è quindi di un processo inevitabile ma non privo di sfide.  Perché stiamo parlando di introdurre tecnologie innovative in un’industria, quella delle costruzioni, in cui le pratiche di lavoro sono rimaste più o meno le stesse da mezzo secolo. E siccome l’automazione fine a se stessa non è praticabile, soprattutto nel campo delle costruzioni, occorrerà aggiungere del valore a ciò che essa consentirà di fare. In altre parole: l’automazione nel settore delle costruzioni potrà muoversi solo alla velocità consentita dalla correlazione tra costi di sviluppo, guadagni di produttività e accessibilità. Altrimenti rimarrà un mero esercizio stilistico per nutrire  l’orgoglio dei costruttori.