Infortuni e prevenzione

Aumentano gli infortuni sul lavoro

Diciamo subito che questo video NON si riferisce alla realtà italiana e nemmeno europea, dove una cultura della sicurezza sul lavoro esiste e si sta via via consolidando, anche se non uniformemente.

Ma dobbiamo prendere atto che in Italia è stato sfortunatamente un settembre nero (e non è ancora finito) per gli incidenti sul lavoro.  Il 1° del mese a Bergamo un operaio muore schiacciato da un bancale, il 4 a Verona un’esplosione in un forno dell’acciaieria ferisce 4 operai e nello stesso giorno cade da 5 metri e muore un artigiano ad Avezzano. Il 6  due operai muoiono schiacciati da una pressa, uno nel cuneese e l’altro a Settimo Milanese. Il 9 a Lecce un operaio precipita da 8 metri e muore, l’11 settembre a Bergamo un operaio riporta ustioni sul 60% del corpo e il crollo di un ponteggio a Milano uccide un uomo. Il 13 settembre un operaio viene folgorato in un deposito ferroviario a Milano.

Purtroppo la realtà (e i dati statistici provvisori per il 2017 diffusi dall’Inail, Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli infortuni sul Lavoro) fotografano un aumento degli incidenti e delle morti sul lavoro il cui numero ha raggiunto quota 591, 29 in più rispetto ai 562 decessi dell’analogo periodo del 2016 (+5,2%).
Le denunce d’infortunio pervenute all’istituto sono state 380.236, 4.750 in più rispetto allo stesso periodo del 2016 (+1,3%), per effetto di un aumento infortunistico dell’1,2% registrato per i lavoratori (2.832 casi in più) e dell’1,4% per le lavoratrici (oltre 1.900 in più).

All’incremento – spiega l’istituto – hanno contribuito soltanto la gestione Industria e servizi (in cui è compreso il settore  he ci interessa, cioè quello delle costruzioni), con un+2,1% e la gestione Conto Stato dipendenti (+3,6%), mentre Agricoltura e Conto Stato studenti delle scuole pubbliche statali hanno fatto segnare un calo pari, rispettivamente, al 5,0% e all’1,9%. A livello territoriale, le denunce d’infortunio sono aumentate al Nord (oltre 5.800 casi in più) e, in misura più contenuta, al Centro (+245), mentre hanno fatto registrare una diminuzione al Sud (-985) e nelle Isole (-337). Gli aumenti maggiori, in valore assoluto, si sono registrati in Lombardia (+2.821 denunce) ed Emilia Romagna (+1.560), mentre le riduzioni più sensibili sono quelle rilevate in Puglia (-672) e Sicilia (-658).

A morire sul lavoro sono soprattutto gli uomini i cui casi mortali sono saliti da 506 a 531 (+4,9%).  Mentre in agricoltura e nel settore pubblico i casi mortali sono diminuiti, nel settore industria e servizi l’incremento è stato importante, il 10,4% in più dei casi mortali passati a 450 a 497, cioè 47 morti in più rispetto all’analogo periodo del 2016. L’industria e servizi è la sola che abbia avuto un incremento, decisivo nel saldo negativo finale, mentre in controtendenza è il settore dell’agricoltura. Diminuiscono invece, sottolinea l’Inail, le denunce di malattie professionali (-3,6%).

Cosa sta succedendo? La dimensione del fenomeno infortunistico nel mondo del lavoro e nel settore delle costruzioni in particolare (purtroppo in pole position, preceduto solo dal comparto minerario e da quello per la lavorazione del legno)  sta assumendo in Italia aspetti allarmanti e induce a pensare che il nodo “sicurezza” debba essere affrontato con ancora maggior incisività. Formazione, sensibilizzazione della mano d’opera, soprattutto di quella di recente introduzione in cantiere, analisi dei rischi, adozione di best practice, utilizzo di macchine tecnologicamente avanzate, regolarmente mantenute…Tutto questo deve contribuire a sedimentare un concetto della sicurezza che non sia solo un obbligo normativo ma un naturale modus operandi all’interno dei cantieri.

Forse non tutti sanno che l’Inail premia le imprese che non hanno infortuni o che ne riducono il numero, diminuendo il loro contributo assicurativo e aumentando invece quello delle aziende non virtuose in questo senso.

Un’impresa che possa vantare una referenza del genere offre indubbiamente una maggiore garanzia di organizzazione del lavoro, di capacità lavorative, di professionalità e di utilizzo di personale qualificato. E in prima linea per raggiungere questo risultato ci sono tutti i protagonisti della filiera. Nessuno escluso.