Samoter 2023: dignitoso ma, secondo noi, non sublime
Cioè migliorabile. Perché?
Ricordiamo gli anni super belli in cui i maggiori costruttori di veicoli industriali affittavano per parecchie migliaia di euro una cava in cui portavano i clienti per provare nuovi veicoli.
Oppure quelli (sempre super belli) in cui i leader del movimento terra occupavano, senza condividerli con nessuno, interi padiglioni. Tanta roba, come si usa dire oggi, in tutti i sensi.
Eppure…non ci si può fermare al ricordo del passato che per dirla con i latini, è perfectum quindi non più riproducibile.
E allora?
Il fatto che deve stare a monte di tutte le considerazioni è che il mondo è cambiato in maniera drammatica e si sono quindi mutati i parametri di giudizio, i riferimenti, le chiavi di lettura.
Luci e ombre
Vogliamo trovare delle pecche? Certo. Per esempio il famigerato Padiglione 7 (veicoli industriali), con troppi vuoti, disadorno, organizzato in modo irrazionale: perché, visto il numero non eclatante degli espositori, farne un hortus conclusus invece di mixare i costruttori insieme agli espositori degli altri padiglioni, con cui condividono il target, per potenziare il messaggio di un cantiere condiviso?
Altra negatività (o meglio, occasione mancata): nella demo area come mai CGT Trucks non ha colto l’occasione (fantastica!) di piazzare i nuovi veicoli da cantiere di DAF all’opera, a sottolineare le importanti sinergie tra i due gruppi?
E allora, abbiamo trovato solo ombre e non luci? No, perché non sarebbe giusto affermarlo e non corrisponderebbe alla realtà.
Il mondo delle costruzioni è stato messo in evidenza davanti al pubblico, è stato inviato un segnale positivo in Italia da parte di un settore fondamentale per il nostro Paese, la curiosità comunque generata per esempio dal Samoter Lab e dal Cantiere Digitale ha costituito un importante volano per spingere il mercato e generare approfondimenti futuri. Certo, anche in queste indubbie positività possono essere trovate smagliature e omissioni, come in tutti gli eventi.
Quello che forse va sottolineato è il coraggio delle nostre imprese. Che, a dispetto di inefficienze organizzative, protagonismi sterili, inevitabili “inchini” alle istituzioni, hanno fatto una scelta ragionata, forse combattuta, ci auguriamo vincente. Quella di esserci.
A conclusione di questa breve e non certo esaustiva riflessione, abbiamo deciso di evitare qualsiasi tag se non quello di Samoter, perché non è nello stile della nostra rivista (oltre 40 anni di storia) cercare consensi ma veicolare al nostro target di riferimento informazioni il più possibile imparziali. Speriamo di continuare a riuscirci.