La tradizionale riunione annuale di Tecniche Nuove, al di là della presentazione dei dati di mercato decisamente positivi che la confermano come primo editore B2B in Italia, ha offerto come sempre alcuni spunti di riflessione.
Ad iniziare dal claim “100% Fake free” che, in un’epoca contraddistinta, soprattutto nella comunicazione, dalla divulgazione di notizie non sempre veritiere, quando addirittura palesemente false, ha sottolineato l’importanza, per gli organi di informazione, di operare un rigoroso controllo sulle fonti a cui attingere.

Il settore del B2B che finora sembrava indenne da queste forme perniciose di mistificazione della realtà, purtroppo è diventato spesso il facile terreno in cui messaggi superficiali e a volte ingannevoli possono attecchire, facendo perdere gradualmente la fiducia in chi legge e in chi crede in questa forma di comunicazione e nelle sue piattaforme, siano esse analogiche o digitali. Un vero peccato soprattutto per chi, in questo stile di dare la notizia, creando contenuti sempre verificati e verificabili, ha sempre creduto. E una vera e propria offesa per chi di loro si fida.
Il succo di queste osservazioni è che se si vogliono costruire mattoni di credibilità (la vera moneta del nostro tempo) non occorre inseguire la notizia a tutti i costi e da essa farsi manipolare ma esserne padroni, esercitando un controllo serrato sulle fonti e verificandone l’attendibilità. Cosa che può andare a discapito della velocità, croce e delizia della comunicazione (e non solo) in un momento in cui tutto deve essere consumato nel più breve tempo possibile. Ma che alla fine paga.
L’IA ha molto contribuito a scompigliare le acque, a confondere chi legge e chi scrive, a creare luoghi, volti, immagini che possono trarre in inganno. Chi “sa” non si presta a questo gioco, pure per certi versi affascinante. Ma che, nell’ambito della comunicazione deve restare solo tale, perché può innescare reazioni a catena in cui il vero, il falso, il verosimile, il possibile e l’impossibile si mischiano in una giostra che disorienta e spesso offusca una delle caratteristiche più importanti dell’uomo: la capacità di giudizio autonomo.
Un mondo capovolto

Come ha affermato la guest star dell’evento, Giampaolo Colletti, il rischio di trovarsi davanti a un mondo capovolto in cui nulla è come sembra (un concetto antico se pensiamo al mito della Caverna di Platone e, in letteratura, al nostro Pirandello) è reale.
La rete, in cui tutti contribuiscono alla creazione e alla diffusione dei contenuti, spesso senza averne le competenze, ha scombinato le carte ed è proprio in questo contesto che la forza sta nella credibilità verticale, in un potere editoriale diffuso (ma non confuso) che diventa tanto più credibile e autorevole quanto più si verticalizza.
La comunicazione B2B o di nicchia ha una grande responsabilità in questo senso perché aggrega tribù (di lettori, di spettatori, di ascoltatori a seconda che il medium sia un articolo, un video o un podcast) unite da interessi condivisi.
Bisogna quindi metterci la faccia, raccontare storie autentiche, attualizzare, dare un senso a quanto si dice, emozionare, far pensare. Cosa non facilissima, ma senz’altro possibile.
Ma tutto questo non può essere a senso unico. Non basta che la voce che parla sia competente e autorevole. Occorre anche che colui cui ci rivolgiamo non solo sia disposto ad ascoltare, ma sia dotato di tutti gli strumenti (osservazione, razionalità, intuizione…) per distinguere il vero dal falso. Ma che soprattutto lo voglia fare.


